Fonte: fsspx.news 29/10/2022
Il 25 ottobre la Comunità Sant’Egidio ha concluso al Colosseo l’ennesimo incontro di preghiera per la pace, presenti il Papa e i rappresentanti di numerosi gruppi religiosi. Esplicito il riferimento all’incontro di Assisi del 1986.
Uno dei più velenosi frutti del Concilio, l’ecumenismo permette di invitare alla preghiera i membri di ogni culto, rivelando così la vera natura del modernismo: nessun dogma esprimerebbe delle verità esterne all’uomo, capaci di determinare il nostro comportamento e l’ordine retto delle cose. Al contrario, ogni religione si equivarrebbe, in quanto puro prodotto dello spirito umano.
E come ogni prodotto dello spirito umano, anche le religioni saranno buone in quanto procurano il bene dell’umana società, e ad esso si adattano. In questo senso va letto l’intervento di Marco Impagliazzo, presidente della potente Comunità Sant’Egidio, che ha spiegato che dai tempi di Giovanni Paolo II le religioni si sono avvicinate moltissimo tra loro, più che le nazioni, e attribuisce alla preghiera interreligiosa la caduta del muro di Berlino. Ha concluso con delle parole che non lasciano dubbi sulla visione indifferentista e modernista: «se le religioni ascoltano il grido di pace e uniscono la loro preghiera, la loro capacità creativa, anche questa guerra mondiale a pezzi può essere fermata».
Tutto si è svolto secondo lo schema consolidato ormai dal 1986: durante il giorno i rappresentanti delle religioni hanno pregato in vari luoghi della città; poi alle 17 si sono ritrovati tutti insieme al Colosseo. Il Papa sedeva accanto a rappresentanti delle varie eresie e dei vari scismi, oltre che rappresentanti dell’ebraismo, dell’Islam, di molte religioni pagane, etc., senza differenza di rango e nella più totale confusione fra verità ed errore.
Erano presenti anche il sindaco di Roma e il nuovo ministro italiano per la cultura, appena insediato. Gli incontri ecumenici sono realmente la più compiuta liturgia della cosiddetta chiesa conciliare, o forse della nuova unica religione civica mondiale.
Tra i vari conflitti ricordati durante l’incontro, quello in Ucraina è stato ovviamente il più menzionato. Il Papa ha insistito sul fatto che le religioni, per essere vere, devono portare solo pace. La guerra non sarebbe mai santa, né il nome di Dio potrebbe essere invocato per giustificare dei conflitti. Un appello finale è stato firmato da tutti i presenti.
Eventi come questi non possono passare inosservati, anche se ormai abituali. Occorre continuare a denunciarli proprio perché non sortiscano il loro proprio e principale effetto, cioè il renderci indifferenti alle verità della fede, riducendo la religione ad un ente di promozione umana.