‘Potente guerriera vittoriosa’: il Cuore Immacolato della Regina del cielo e della terra

fonte chiesaepostconcilio 22/08/2024

Nella nostra traduzione da LifeSiteNews un articolo di Peter Kwasniewsy sullo spostamento delle feste mariane secondo il rito moderno di Paolo VI. Nel calendario del rito romano di una volta e del futuro, oggi è la festa del Cuore Immacolato di Maria.

‘Potente guerriera vittoriosa’: il Cuore Immacolato della Regina del cielo e della terra

Non c’è martire, confessore, vergine o anacoreta, non c’è sposa, madre o vedova le cui virtù la Beata Vergine non abbia posseduto in sovrabbondanza, secondo la grazia della sua divina Maternità, che è la radice e la perfezione di tutti i suoi privilegi.

Durante questo curioso periodo nella storia della Chiesa cattolica, il rito romano viene celebrato secondo due diversi calendari liturgici, il vecchio e il nuovo.

Nel vecchio calendario, il 22 agosto è la festa del Cuore Immacolato di Maria, che è stata istituita come culmine dell’ottava dell’Assunzione, al fine di sottolineare la verità, spesso predicata dai Padri della Chiesa, che la Madonna lascia il mondo non per abbandonare la Chiesa Militante ma, come Mediatrice di Tutte le Grazie, per intercedere ancora più potentemente dal suo posto accanto al Figlio in cielo. Il suo cuore immenso, largo quanto i cieli, porta tutti noi con amore di madre e ci assiste attivamente. Si potrebbe dire, in breve, che la vecchia focalizzazione era il suo ruolo di intercessione.
Nel nuovo calendario, il 22 agosto è il memoriale della regalità di Maria, che ricordiamo anche ogni volta che preghiamo il quinto mistero glorioso. Qui, il punto chiave sembra essere la glorificazione personale di Maria come termine della sua santità, la sua partecipazione al mistero del suo Figlio, che è Re dei re e Signore dei signori. Mi viene in mente un contrasto simile nella celebrazione della festa di Cristo Re: la vecchia festa alla fine di ottobre sottolinea la regalità di Cristo su questo mondo, comprese le sue società e nazioni, mentre la nuova festa alla fine di novembre sottolinea il completamento escatologico del regno di Cristo nei nuovi cieli e nella nuova terra.
Perché la Beata Vergine Maria è la nostra Regina? Mi sento sempre molto più sicuro quando mi affido a un’autorità degna, in questo caso sono felice di appoggiarmi al Beato Columba Marmion (1858–1923), che scrive nelle sue meditazioni del Rosario:

Qual è lo scopo di tutti i misteri di Cristo? Essere il modello della nostra vita soprannaturale, il mezzo della nostra santificazione, la fonte di tutta la nostra santità. Creare una società eterna e gloriosa di fratelli che saranno simili a Lui. Per questo motivo Cristo, il nuovo Adamo, ha associato a Sé Maria, come la nuova Eva. Ma ella è, molto più di Eva, “la Madre di tutti i viventi”, la Madre di coloro che vivono nella grazia del suo Figlio. E poiché quaggiù Maria era associata così intimamente a tutti i misteri della nostra salvezza, alla sua Assunzione in cielo Gesù la incoronò non solo di gloria ma anche di potere; ha posto Sua Madre alla Sua destra e le ha dato il potere, in virtù del suo titolo unico di Madre di Dio, di distribuire i tesori della vita eterna. Preghiamo dunque, pieni di fiducia, con la Chiesa: “Mostrati Madre: Madre di Gesù, per la tua completa fede in Lui, Madre nostra, attraverso la tua misericordia verso di noi; chiedi a Cristo, nato da te, di donarci la vita; Lui, che ha voluto essere tuo Figlio, perché accolga le nostre preghiere attraverso di te.”

Dom Marmion osserva che Gesù onora sua madre non solo con la gloria, come abbiamo celebrato una settimana fa nella festa della sua assunzione in cielo, ma anche con il potere, come celebriamo nella festa del suo effettivo governo, sub et cum Christo, sugli angeli e sugli uomini e – si potrebbe osare dire – sull’intero ordine creato.
Basta poca esperienza con i libri devozionali per lamentarsi del fatto che, soprattutto negli ultimi 150 anni, i cattolici hanno avuto la tendenza a sentimentalizzare il culto della Vergine Maria, in modi che rendono piuttosto difficile immaginarla come potente. Eppure è la nostra regina, la nostra imperatrice, una guerriera vittoriosa che ha schiacciato la testa del serpente. Dove Maria regna come regina, suo Figlio regna come re, perché sono inseparabili nel piano di salvezza; dove lei non regna, dove il suo regno è ignorato o negato, il suo regno regale è ostacolato, perché la sua stessa identità è oscurata e negata. Chiunque abbia una visione debole o tiepida di Maria e della sua autorità data da Dio sulle creature avrà una visione debole di suo Figlio e della sua autorità propriamente divina sulle creature. Se lei viene trasformata in una fanciulla timida, appassita e timorosa, suo Figlio diventerà un uomo con gli occhi lucidi e leggermente effeminato, una diminutio nei Suoi confronti fatto attraverso troppe immagini sacre e dipinti religiosi.
Il fatto che la Madonna sia rimasta sotto la croce quando quasi tutti gli altri fuggivano, e nell’oscurità della fede abbia offerto il suo tesoro più prezioso, la sua stessa carne e il suo sangue, al Padre celeste, significa che aveva il cuore umano più forte nella storia del mondo, insieme al più grande eroismo soprannaturale. È giustamente chiamata la Regina dei Martiri. Non c’è martire, confessore, vergine o anacoreta, nessuna moglie, madre o vedova le cui virtù la Beata Vergine non abbia posseduto in sovrabbondanza, secondo la grazia della sua divina Maternità, che è la radice e la perfezione di tutti i suoi privilegi.

Come proclamano i nostri fratelli cristiani orientali in una preghiera entusiasta:

Potente guerriera vittoriosa, Madre di Dio, i tuoi servi che hai liberato dai mali ti offrono canti di ringraziamento e, con il tuo potere invincibile, liberaci da ogni afflizione, affinché possiamo gridare a te: salve, Sposa non sposata!

La liturgia d’Oriente e d’Occidente presenta la Santa Theotokos come l’archetipo di tutte le creazioni di Dio, la persona più splendidamente santa, nobile, degna e potente che Dio abbia mai creato, plasmata nella Sua saggezza prima di ogni tempo e destinata a regnare per sempre sul Corpo Mistico di Cristo, le innumerevoli schiere di angeli, la vasta schiera di uomini e donne salvati dalle fauci della morte dalla fede indomita e dalla fortezza invincibile della Madre di Dio. Non è meno vero che la stessa Vergine è la nostra Madre gentile e graziosa, umile e modesta, attenta solo a Dio, un “piccolo fiore” di bellezza squisitamente nascosta, un “hortus conclusus / giardino recintato”(1).
In questo giorno, quindi, veneriamo la potenza e il potere della sua santità, e le virtù intime del suo Cuore Immacolato che hanno reso (e rendono per sempre) tale potenza e potere possibili e reali. Santa Maria, Madre di Dio, Regina del cielo e della terra, prega per noi adesso e nell’ora della nostra morte, Amen.

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Nota del Traduttore

1. L’hortus conclusus è uno spazio simbolico in cui sono racchiuse tutte le virtù di Maria, incarnate dalle varie essenze, a partire dalla qualità primaria, quella della verginità. È la rinascita del paradiso terrestre (tra l’altro in Cantico 4,13 si usa proprio il vocabolo di origine persiana pardes, “paradiso”). Anche la mirra, unguento di uso funerario, acquista un suo significato: la Madonna è talora raffigurata con un cespo di mirra in mano, come segno di partecipazione ai patimenti e alla morte del Cristo sul Golgota, l’allegorico «monte della mirra» (Cantico 4,6). A esaltare questo giardino contribuisce anche la simbolica della Sapienza che in Siracide 24,13-17 è tratteggiata come se fosse un parco lussureggiante con una quindicina di specie vegetali. Si intrecciano, cosi, le iconografie di Maria Sposa e Sapienza, Vergine e Madre feconda.