Non turbatevi pensando che Dio si possa allontanare da voi…

Autore Maria Valtorta

LEZIONI SULL’EPISTOLA DI PAOLO AI ROMANI LEZIONE XXV

RM-7 1-25

7-11 giugno 1948

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Anime generose, non vi crucciate. Sopportate voi stesse, così come sopportate gli altri. Abbiate pazienza per le vostre piccole miserie spirituali come l’avete nelle piccole malattie del corpo. Abbiatela, e sempre unita a confidenza, anche nei momenti, paragonabili a malattie pericolose e improvvise, nei quali “perché la grandezza dei doni straordinari non vi faccia insuperbire, vi viene dato lo stimolo della carne, un angelo di Satana che vi schiaffeggi”. È una vicinanza e uno stimolo che vi ripugnano come una lordura che vi sfiori, o una nausea che si agiti in voi e trabocchi in vomito. Ma sopportateli con pazienza. Senza consentire ad essi, e senza sconfidarvi o accasciarvi per causa di essi.
    Rimanete nella pace pensando all’amor di Dio che soccorre la vostra debolezza con la potenza della sua grazia, proprio con maggior abbondanza in quelle ore in cui lo stimolo della carne o l’angelo di Satana vengono a insinuarvi il pensiero che, nonostante ogni dono soprannaturale o straordinario, l’uomo rimane l’uomo, creatura in cui la natura spirituale divinizzata dalla grazia si trova in contrasto con la natura umana soggetta ai disordinati appetiti della concupiscenza, e che quindi voi non potete rimanere fedeli alla giustizia. Rimanete indifferenti a queste voci inferiori o sataniche che parlano per scoraggiarvi. Rimanete nella pace e non turbatevi per il lezzo dei fermenti, del mondo, di Satana.
    Non turbatevi pensando che Dio si possa allontanare da voi per questo ribollire di fomiti e questo scatenarsi di assalti che si è formato improvviso in voi e intorno a voi, per turbarvi e farvi dubitare della vostra missione di veri figli di Dio. Soltanto se consentiste, allontanereste il Signore. Perché è il consenso alla tentazione quello che ha valore, come è il consenso all’ispirazione quello che ha valore, sia nel male che nel bene, sia nell’odio che nell’amore, di rendere reale un atto meritevole di condanna o di premio.
    Se non c’è consenso, le voci basse restano rumore inutile. Se non c’è consenso, le voci dell’alto restano appelli inutili. Se non c’è consenso al male, rimanete fedeli a Dio anche se tentati rudemente sino ad essere momentaneamente sopraffatti. Se non c’è consenso al Bene, soltanto in questo caso, mancate all’Amore. Perché l’amore è consenso. Se non c’è consenso reciproco tra due esseri, non si crea l’amore. Ma se non c’è consenso, ossia ubbidienza pronta alle voci dell’Amore Eterno, non esiste reciproco amore tra Dio che ama e la creatura che ama poco o male, e l’amore vero non si crea e non cresce.
    Anche l’odio è consenso. Però l’odio non ha bisogno del consenso reciproco tra odiante e odiato. Ma ha però sempre bisogno del consenso di un complice per sorgere. Parlo dell’odio spirituale. Questo complice non può essere che il vostro io, ossia voi stessi, con la vostra volontà e ragione uscenti dall’ordine per entrare nel disordine. Perché anche nell’odio fra creature, anche se motivato da colpe certe dell’odiato verso l’odiante, sempre si instaura un disordine nei rapporti tra uomo e uomo. Perché l’ordine è nell’amore, l’ordine è amore, e chi esce dall’amore esce dall’ordine.
    Nell’odio, poi, della creatura verso il suo Creatore – e il peccato è odio al Creatore del quale si viene, peccando, a disprezzare la Legge, così come la giustizia è amore della creatura per il suo Creatore del quale si viene, amando, a praticare in spirito e verità la Legge – è sempre unicamente l’io il complice o l’elemento indispensabile perché odio o amore siano.
    Come non c’è amore se la libera volontà e ragione dell’uomo non consentono ai comandi ed alle ispirazioni di Dio e non secondano i desideri sorti nell’anima – quei desideri che lo stesso Dio suscita nello spirito dell’uomo perché il suo grado di gloria sia sempre più grande e, dopo averli suscitati, aiutando potentemente le volontà e facoltà limitate dell’uomo, fa sì che egli possa realizzare i desideri santi che il Signore ha suscitato nel suo spirito – così altrettanto, se non c’è consenso della volontà e ragione agli stimoli interni ed esterni della carne, del mondo e di Satana, se non c’è secondamento degli appetiti irascibili o concupiscibili, ossia se l’anima non offende con piena avvertenza e volontà il suo Signore, non c’è odio della creatura verso il suo Creatore. […]