fonte doncurzionitoglia.wordpress.com 31/08/2019
Isaac, Goldman, Bea, Congar
Parte I
Prologo
Continuo a sintetizzare – presentando una specie di “specchietto riassuntivo” – i temi più scottanti, che riguardano l’uomo contemporaneo, al quale oggi non viene lasciato il tempo necessario per studiare le questioni dalle quali dipende il nostro avvenire.
Così facendo spero di rendere accessibile a tutti i lettori (anche ai più indaffarati) la dottrina sui temi, che oggi sono attuali e dibattuti.
La risposta al primo “specchietto riassuntivo” (San Tommaso d’Aquino e la dottrina sui rapporti Cristianesimo e Giudaismo) è stata positiva. Quindi, di tanto in tanto, pubblicherò questi brevi sunti su varie questioni di attualità.
Il tema del presente articoletto
Nel presente articoletto vedremo come si è arrivati alla rivoluzione della dottrina cattolica sui rapporti tra Giudaismo e Cristianesimo, studiando la vita e le opere dei personaggi principali, che hanno sfornato l’ideologia giudaizzante della 1°) “Antica Alleanza mai revocata”; 2°) degli “Ebrei fratelli maggiori dei Cristiani nella fede di Abramo” e del fatto che 3°) “gli Ebrei non hanno bisogno di Gesù Cristo per salvarsi”.
Marx Jules Isaac
Il primo personaggio, che ci aiuterà a capire come si sia arrivati a tanto, è Marx Jules Isaac, che è stato uno dei protagonisti principali della formazione della Dichiarazione del Concilio Vaticano II “Nostra aetate, n. 4” (d’ora in poi “NA”) su Cristianesimo e Giudaismo.
Egli era un Ebreo, non credente, tendenzialmente comunista ed iscritto al B’nai B’rith (la massoneria ebraica, d’ora in poi B.B.), come ha rivelato il presidente del B.B. francese Marc Aron, il 16 novembre del 1991, nel discorso in occasione della premiazione del card. Decourtray[1].
Occorre sapere che il Magistero della Chiesa ha condannato la massoneria in circa seicento documenti.
L’incontro tra Roncalli e Isaac (13 giugno 1960) fu organizzato dal B.B e da alcuni uomini politici socialcomunisti[2].
Agostino Bea, Nahum Goldman e Label Katz
L’altro artefice di “NA” fu il card. Agostino Bea[3], che volle incontrare – sùbito dopo aver ricevuto da Roncalli l’incarico di arrivare ad un documento “revisionista” sui rapporti giudaico/cristiani – Nahum Goldman (Presidente del Congresso Mondiale Ebraico, nonché ideatore del Processo di Norimberga nel 1946) a Roma il 26 ottobre 1960. Bea chiese a Goldman, da parte di Roncalli, una bozza per il futuro documento del Concilio sui rapporti con gli Ebrei e sulla libertà religiosa (“NA” e “Dignitatis humanae personae”). Il 27 febbraio 1962 il memorandum fu presentato a Bea da Goldman e Label Katz (anche lui membro del B.B.), a nome della Conferenza Mondiale delle Organizzazioni Ebraiche. Ebbene, questa bozza ispirata dalla massoneria ebraica (B.B.) e dal Congresso Mondiale Ebraico, ha prodotto “NA”[4].
Abraham Yoshua Heschel
Lo stesso Bea, sin dal 1961, incontrava spesso, a Roma, il rabbino Abraham Yoshua Heschel, professore al “Seminario Teologico Ebraico” statunitense. Egli, negli Usa, fu il padre spirituale dei “teo-conservatori” giudeo/cristiani dell’amministrazione Bush jr., e «come collega scientifico di Bea… esercitò un notevole influsso sulla elaborazione di “NA”»[5]. Anche in Italia Heschel è stato un maestro molto ascoltato dai conservatori, negli anni Settanta, grazie ai suoi libri tradotti in italiano da Cristina Campo e pubblicati dalla casa editrice “Rusconi” di Milano.
Yves Congar, Isaac & Goldman
Nel 1990 Jean Madiran ha svelato l’accordo segreto di Bea-Roncalli con i due dirigenti Ebrei (Jules Isaac – Nahum Goldman), citando due articoli di Lazare Landau, sul Quindicinale ebraico/francese “Tribune Juive” (n. 903, gennaio 1986 e n. 1001, dicembre 1987). Landau scrive: «Nell’inverno del 1962, i dirigenti Ebrei ricevevano in segreto, nel sottosuolo della sinagoga di Strasburgo, un inviato del Papa […] il padre domenicano Yves Congar, incaricato da Bea e Roncalli di chiederci, ciò che ci aspettavamo dalla Chiesa cattolica, alla vigilia del Concilio […] la nostra completa riabilitazione, fu la risposta […]. In un sottosuolo segreto della sinagoga di Strasburgo, la dottrina della Chiesa aveva conosciuto realmente una mutazione sostanziale» [6].
Il seguito alla prossima puntata…
- Curzio Nitoglia
Continua
[1] Cfr. E. Ratier, Mystères et secrets du B’nai Brith, Paris, Facta, 1993, pp. 114-115 e 371-381; tr. it., Misteri e segreti del B’nai Brith, Verrua Savoia – Torino, CLS, 1995.
[2] N. Goldmann, Staatmann ohne Staat. Autobiographie, Koln-Berlin, 1970, pp. 378 ss.
[3] J. Madiran, L’accord secret de Rome avec les dirigeants juifs, in «Itineraires», n. III, settembre 1990, p. 3, nota 2.
[4] S. Schmidt, Agostino Bea. Il Cardinale dell’unità, Roma, Città Nuova, 1988, p. 612, nota 179; cfr. anche S. Schmidt, Agostino Bea. Il Cardinale dell’ecumenismo e del dialogo, Cinisello Balsamo, San Paolo, 1996.
[5] J. Madiran, in «Itinéraires», autunno 1990, n. III, pp. 1-20.
[6] Cfr. T. Federici, Israele nella storia della salvezza, in «Humanitas», 22/1-2, (anno 1967), pp. 75-109.
Parte seconda 02/09/2019
Maritain e Fumet
Introduzione
La volta scorsa abbiamo visto il ruolo giocato da Isaac, Goldman, Bea e Congar nella genesi di Nostra aetate (d’ora in poi “NA”). Nel presente “articoletto riassuntivo” vediamo gli altri personaggi “maggiori”, che hanno contribuito a cambiare la dottrina cattolica sul Giudaismo talmudico, preparando il terreno a “NA”. Essi sono: i coniugi Maritain e i coniugi Fumet, attorno ai quali si son mossi tanti altri personaggi, che tratteremo solo brevissimamente.
Per raccogliere informazioni serie su costoro mi sono servito della rivista francese Histoire du Christianisme Magazine (2003, n. 16, pp. 48-71, a cura di Michel Fourcade), in cui si parla – in generale – di alcuni «Ebrei convertiti al Cristianesimo, Cristiani giudaizzanti ed Ebrei cristianizzanti»[1], che dettero luogo alla formazione del documento conciliare “NA” e poi – in particolar modo e in maniera molto coscienziosa – dei Maritain e dei Fumet.
I Coniugi Maritain
Secondo l’autore dell’articolo: Michel Fourcade (molto ben informato) Raïssa Maritain, nata ebrea e «impregnata di chassidismo [la mistica o Càbala ebraica luriana, ndr]»[2], ebbe un influsso notevole sul suo sposo Jacques Maritain.
Attorno ai Maritain si formò un cenacolo di esteti e falsi mistici (più o meno degenerati intellettualmente e moralmente), che ebbero un ruolo fondamentale nella revisione della Teologia della sostituzione della Sinagoga da parte della Chiesa. Uno di essi fu Léon Bloy «la cui influenza sarà importante sulla coppia Maritain»[3], un altro fu «Charles Péguy, che dopo Bloy, è stato uno dei grandi ispiratori del filosemitismo in ambiente cristiano»[4].
Raïssa Umanshoff, nacque in Russia nel 1883, dopo esserne emigrata incontrò Jacques Maritain nel 1901; nei primissimi anni del Novecento essi conobbero Léon Bloy e nel 1906 ripubblicarono a proprie spese il libro di Bloy intitolato Le Salut par les Juifs[5]” (J. L. Barré, Jacques e Raïssa Maritain. Da intellettuali anarchici a testimoni di Dio, Paoline, Milano, 2000, p. 88).
Bloy rivelò a Raïssa che tra Cristianesimo e Giudaismo postbiblico «non c’è che unità, continuità, perfetta armonia»[6].
Attorno ai coniugi Maritain, ma specialmente sotto la ferrea direzione di Raïssa, si formò un cenacolo di artisti, (dacché Raïssa pensava che la cultura e l’arte assieme alla “mistica” chassidica luriana, potessero “rinnovare” il Cristianesimo). Gran parte di questi personaggi, esteti e bizzarri, erano dei deviati intellettualmente e moralmente (Jean Desbordes, François Mauriac, Julien Green e Jean Cocteau erano omosessuali dichiarati, qualcuno era tossicomane e scrivevano romanzi incitanti alla perversione morale), essi hanno creato uno stato di spirito e un atteggiamento mentale, decadente, dandy, pieno di disfacimento intellettuale e morale, dacché si pensa come si vive. Purtroppo da tale cenacolo è uscito il Cristianesimo/giudaizzante rifacentesi al Giudaismo talmudico che, pian piano, dagli anni Venti si è sviluppato sino a crescere e a primeggiare nel 1965 con NA.
I Coniugi Fumet
Mi sembra, tuttavia, che la figura di spicco, anche se poco conosciuta, sia quella di Stanislas Fumet[7] (1896-1983), vissuto sino al pontificato di Giovanni Paolo II e «amico ardente d’Israele». Egli voleva conciliare l’avanguardia artistica, la vita mistica [“chassidica o cabalistica e lo Zohar”, ndr][8] e il rinnovamento del Tomismo [in chiave “umanistico-integrale maritainiana”, ndr]; convertitosi verso gli inizi del Novecento, proveniente dall’occultismo ebraico, «transfuga dall’anarchia e dallo spiritismo verso un Cristianesimo alquanto esoterico… si sente vicino al Sillon»[9].
Egli introdusse in ambiente cattolico, a partire dal 1920, una nota di non-conformismo e uno stile fortemente bohémien alla Oscar Wilde. Anche il suo itinerario è passato attraverso Péguy e Léon Bloy; «un altro libro che risente dell’influsso di Fumet è quello del giovane Ebreo di origine egiziana, divenuto poi frate Domenicano, Jean de Menasce, Quand Israel aime Dieu (1931)»[10]. Nel 1976 il futuro cardinal Jean Marie Lustiger, ebreo “convertito” ma giudaizzante, scrisse a Stanislao Fumet per avere maggiori informazioni sul padre Domenicano Jean de Menasce, «il cui libro lo aveva affascinato»[11].
«Come il suo amico Jacques Maritain, Stanislas Fumet ha sposato (1919) un’Ebrea convertita d’origine russa, di nome Aniouta Rosenblum, che assieme a Raïssa Umanshoff-Maritain hanno trasmesso ai rispettivi sposi l’amore per l’oriente russo-ebraico…, per il filosemitismo ardente che si prolunga nel filosionismo»[12].
Conclusione
Il Vangelo insegna che l’albero si vede dai frutti che produce: “Ogni albero buono produce frutti buoni” (Mt., XII, 33); “Non c’è albero buono che faccia frutti cattivi” (Mt., VII, 18). Se i frutti sono buoni o commestibili (mele/arance), significa che l’albero è buono, ossia fruttifero e non selvatico (melo/arancio). Al contrario da un albero cattivo, velenoso e tossico (spini/cicuta/hashish) non possono venire frutti buoni, ma solo cattivi, velenosi e tossici (punture/morte/intossicazione); quindi se i frutti sonO cattivi significa che l’albero è cattivo.
Ora 1°) se si considera l’albero dal quale è nata NA (gli “intellettuali” pervertiti amici dei Maritain e dei Fumet; il Bené Berìth, il patto segreto nel sotterraneo della sinagoga di Strasburgo), esso è un albero degenerato intellettualmente e moralmente, che vuole aderire all’errore per poi propagarlo e vivere nel peccato; 2°) se si considerano i frutti prodotti da NA, ossia la giudaizzazione dell’ambiente cristiano e specialmente ecclesiale (“Antica Alleanza mai revocata”, 1980); “Ebrei Fratelli maggiori dei Cristiani nella fede di Abramo”, 1986…), si deve riconoscere che essi sono velenosi in quanto apostatici: vale a dire il passaggio da una Religione vera (Cristianesimo) ad una “religione” falsa (Giudaismo postbiblico) o il tentativo di conciliare “Cristo con Beliar” (II Cor., VI, 15). Per cui da qualsiasi parte si guardi NA (l’albero che l’ha prodotta oppure i frutti che sono stati prodotti) essa risulta intrinsecamente cattiva, non “commestibile” o “ricevibile”, sotto pena di avvelenamento spirituale e di perdita della fede cristiana.
- Curzio Nitoglia
Fine Seconda Parte
…Continua…
[1] Ibidem, p. 48.
[2] Histoire du Christianisme Magazine, ibid., p. 50.
[3] Histoire du Christianisme Magazine, ibid., p. 50.
[4] Histoire du Christianisme Magazine, ibid., p. 52.
[5] Questo titolo (Salus ex Judaeis / La Salvezza viene dai Giudei) si rifà al Vangelo di San Giovanni (IV, 5-42), in cui l’Evangelista riporta il dialogo tra Gesù e la Samaritana presso il pozzo di Giacobbe. La Samaritana chiede a Gesù se la salvezza venga dalla Samaria o dalla Giudea e Gesù risponde che, nell’Antica Alleanza, la salvezza veniva dal Tempio di Gerusalemme e dalla Giudea e non dal Tempio di Garizim della Samaria, che si era scissa dalla religione giudaica monoteistica ed aveva accettato gli elementi pagani, politeisti e idolatrici degli Assiri, che l’avevano conquistata circa 700 anni avanti Cristo. Léon Bloy, ha voluto equivocare, facendo dire a Gesù che la salvezza, nella Nuova Alleanza, viene ancora oggi dai Giudei, il che è falso. Infatti Gesù nel seguito del racconto evangelico afferma che è già venuta “la sua ora”, in cui i veri fedeli di Dio, della Nuova Alleanza, lo adoreranno “in spirito e verità” (con il sacrificium Missae, la realtà) e non più sotto ombra di figure (i sacrifici degli animali) nel Tempio gerosolomitano dell’Antico Patto.
[6] Histoire du Christianisme Magazine, ibidem, p. 88.
[7] S. Fumet, Histoire de Dieu dans ma vie, Cerf, Paris, 2002 ; M. O. Germain (a cura di), Stanislas Fumet ou la Présence au temps, Cerf, Paris, 1999.
[8] M. O. Germain (a cura di), Stanislas Fumet ou la Présence au temps, cit., p. 25.
[9] S. Fumet, Histoire de Dieu dans ma vie, cit., p. VI (Introduzione).
[10] M. O. Germain, op. cit., pp. 41-42.
[11] M. O. Germain, ibidem, p. 43.
[12] Histoire du Christianisme Magazine, 2003, n.16, p. 58.
Parte terza 10/09/2019
Dopo Maritain-Fumet …Léon Bloy
Introduzione
Nella prima parte dell’articolo riassuntivo su Nostra aetate (d’ora in poi NA) abbiamo visto il ruolo “sotterraneo” (a dir poco sinistro, inquietante e persino infernale) giocato da Isaac, Goldman, Heschel, Roncalli, Bea e Congar nella genesi – diretta e immediata – di NA.
Nella seconda parte abbiamo studiato gli altri personaggi (gravemente deviati intellettualmente e moralmente), che hanno contribuito – indirettamente e remotamente, dalla fine dell’Ottocento/prima metà del Novecento – a preparare la strada per NA; soffermandoci soprattutto sui coniugi Maritain/Fumet, mentre abbiamo intravisto soltanto brevemente i loro maestri e discepoli.
Abbiamo, quindi, considerato i frutti prodotti da NA, ossia la giudaizzazione del Cristianesimo che – all’inizio – si è limitata specialmente all’ambiente ecclesiale e teologico[1]; mentre – nel séguito – ha infettato pian piano anche l’àmbito dei semplici fedeli.
Purtroppo abbiamo dovuto prendere atto che i frutti di NA sono velenosi in quanto rappresentano 1°) un’apostasia oggettiva, ossia il passaggio da una Religione vera (Cristianesimo) ad una “religione” falsa (Giudaismo postbiblico); e 2°) l’impossibile tentativo poiché contraddittorio – come è rivelato in San Paolo – di conciliare “Cristo con Beliar” (II Cor., VI, 15), ossia il Cristianesimo con il Giudaismo, che rifiuta Cristo e il Cristianesimo.
Per cui NA risulta intrinsecamente cattiva e inaccettabile, sotto pena di perdere la fede cristiana, senza la quale “è impossibile piacere a Dio” (Ebr., XI, 6).
In questo terzo “articoletto riassuntivo” vediamo come all’origine del filo-sionismo e del filo-giudaismo di Jacques Maritain (1882-1973) e di Stanislas Fumet (1896-1983) ci sia l’influsso di Léon Bloy (1846-1917).
Inoltre alla fonte della Teologia giudaizzante di Giovanni Paolo II vi sono, inequivocabilmente, le sette segrete dei Marrani polacchi sabbatiani (fondati da Shabbetaj Zevi nel Seicento) e frankisti (fondati da Jacob Frank nel Settecento), le quali tramite il poeta polacco per antonomasia, Adam Mickiewicz (Ottocento), hanno influito sul Papa polacco Karol Wojtyla, che ha condensato i loro insegnamenti in tre princìpi basilari: 1°) l’Antica Alleanza è ancora valida per la salvezza degli Ebrei, mentre la Nuova lo è solo per i goy o i non-Ebrei divenuti Cristiani; 2°) gli Ebrei sono fratelli maggiori dei Cristiani nella fede; 3°) quindi gli Ebrei non hanno bisogno della Redenzione di Gesù.
Vediamo ora, in dettaglio, i vari personaggi che (a partire dal XVII secolo) hanno preparato la via alla Teologia giudaizzante di NA.
Il primo di essi è Franceska Van Leer (della prima metà del Novecento) ed è un personaggio poco conosciuto; eppure ha fondato l’Unione degli “Amici d’Israele”, che ha fatto parlare molto di sé verso la fine degli anni Venti del XX secolo.
Franceska Van Leer & Gli “Amici d’Israele”
Le origini del filo-sionismo dei Maritain e Fumet vanno ricercate in Léon Bloy, secondo il quale – poiché la salvezza veniva ancora dopo il Calvario dal Giudaismo postbiblico – occorreva «accordare al “Focolare Nazionale Ebraico” tutta la simpatia e… sognava una Chiesa giudaico-cattolica, come vi è una Chiesa greco-cattolica»[2].
I coniugi Fumet stanno all’origine dell’Unione degli Amici d’Israele (nata nel 1925 e condannata dal S. Uffizio nel 1928), assieme alla fondatrice vera e propria, Franceska Van Leer, ebrea olandese mal convertita, la quale, dopo la condanna, tornò al marxismo rivoluzionario di Rosa Luxemburg, donde veniva[3].
Stanislas Fumet, proprio nel 1925, parlava di “Fratelli maggiori” riguardo agli Ebrei, espressione già usata nel 1842 da Adam Mickiewicz (1798-1885).
Tale espressione fu ripresa da Giovanni Paolo II il 13 aprile 1986 nel suo discorso alla sinagoga di Roma; egli aveva già esaltato come suo maestro, il giorno della sua elezione (16. X. 1978), proprio Adam Mickiewicz, che l’impiegò nel lontano 1842.
Adam Mickiewicz, Jerzy Turowicz, Monsignor Wojtyla Sotto la Guida di Jacob Frank & Shabbetaj Zevi
Un altro grande ammiratore di Maritain è stato il cripto-israelita Jerzy Turowicz (1912-1999), amico personale di Karol Woytjla, il quale nel 1968 fu spinto proprio dal Turowicz ad esprimere il primo di una lunga serie di mea culpa (che caratterizzarono l’intero Giubileo del 2000) nei confronti dell’Ebraismo, da parte della Chiesa romana, in una sinagoga di Cracovia, ove Woytjla era Arcivescovo. I Turowicz erano Ebrei frankisti (come Mickiewicz) e si convertirono esteriormente al Cristianesimo (restando interiormente ebrei) nel 1760, dietro ordine del marrano Jacob Frank[4].
Secondo Stanislas Fumet occorreva «far conoscere ai Cattolici la filosofia mistica degli Chassidim [la Càbala spuria, ndr], bisognava che i Cristiani sapessero che esiste sempre, nei loro Fratelli maggiori un’elevazione spirituale e mistica»[5].
Stanislas Fumet sosteneva che «quando un Cristiano comunica, diviene della razza d’Israele, poiché riceve il sangue [minuscolo, ndr] di Israele nelle sue proprie vene»[6] (S. Fumet, Histoire de Dieu dans ma vie, cit., pp. 297-298).
Si noti come il Fumet equivalesse e addirittura rimpiazzasse Gesù con Israele, secondo la Càbala luriana, e parlasse esplicitamente di “sangue” e di “razza”. Perciò i due Testamenti e i due popoli sarebbero stati, già nel 1925, per lui uno solo: l’Israele postbiblico. «Il S. Uffizio non poteva lasciar passare tale teoria e condannò l’Associazione Amici d’Israele nel 1928»[7]. Nel 1965 il Vaticano l’ha approvata e da allora sino ad oggi la storia continua.
Jacques Chirac
Fumet è stato amico di Jacques Chirac ed assieme a lui uno dei primi gaullisti della Francia petainista, «prima del 1939 De Gaulle era un amico di Temps Présents, il settimanale diretto da Fumet»[8].
Dopo il Concilio Vaticano II, nel 1968, il suo estetismo lo fece «ingaggiare personalmente [come tante altre personalità che amavano il canto gregoriano e il latino, ma non tanto la Messa romana, ndr] nel movimento Una voce»[9], come pure il suo amico Maritain.
Ancora Marx Jules Isaac
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, Jules Isaac, discepolo di Charles Péguy (1873-1914), lanciò l’offensiva volta a giudaizzare il Cristianesimo, partendo dalla shoah. Egli riuscì a preparare (con l’aiuto del Bené Berìth) il Documento conciliare Nostra aetate, voluto da Giovanni XXIII e “imbastito” dal cardinale gesuita Agostino Bea, dal padre domenicano Jean de Menasce (Ebreo “convertito”) e da padre Paul Démann (idem) della congregazione dei Padri di Sion – dietro suggerimento o dettatura di Jules Isaac, Nahum Goldman e del Bené Berìth – il cui scopo era soprattutto di impedire di «abbassare il Giudaismo biblico e postbiblico per esaltare il Cristianesimo»[10], di seppellire la Teologia della sostituzione e di mescolare il Giudaismo veterotestamentario con quello talmudico o anticristiano.
Conclusione
Léon Bloy (1846-1917), già nei primi anni del Novecento, lanciò l’idea della fondazione dello Stato d’Israele in Palestina negli stessi termini con cui, da parte dell’Inghilterra, lord Balfour la promise ufficialmente ai Sionisti il 2 novembre del 1917: “Un Focolare Nazionale Ebraico”. Ora Bloy morì il 3 novembre 1917, perciò la sua idea del “Focolare Ebraico” è anteriore al Documento Balfour. Il “Focolare” del 1917 divenne ben presto (1922/1948) “un incendio”, come aveva “profetizzato” papa Benedetto XV dopo aver ascoltato l’infelice e infausta espressione di Balfour.
Bloy fu il maitre à penser di Stanislas Fumet, che nel 1925 riprese la formula usata da Adam Mickiewicz nel 1842 sugli “Ebrei fratelli maggiori dei Cristiani” e fatta propria nel 1986 da Giovanni Paolo II. Giustamente padre Cappello diceva che “gli errori nuovi sono… vecchi come il diavolo”.
Jerzy Turowicz nel 1968 spinse l’allora Vescovo di Cracovia (Karol Wojtyla) a fare “mea culpa” per gli errori della Chiesa verso il Giudaismo in una sinagoga di Cracovia. Prassi ripresa da Giovanni Paolo II nel 1986 e lungo tutto il Giubileo del 2000.
Quello che colpisce maggiormente – durante la lunga gestazione di NA e alla fonte di questi polacchi giudaizzanti, amici (Turowicz) e maestri (Mickiewicz) di Giovanni Paolo II – è la presenza, di Shabbetaj Zevi (1626-1676), «un falso messia nato a Smirne, convertito solo esteriormente all’Islamismo ritornato poi all’Ebraismo che non aveva mai lasciato secondo il costume marrano, per il quale l’apostasia o il Marranesimo sono parte necessaria della “redenzione”, per ottenere la quale il “Messia” deve sprofondare nel male e nel peccato e può liberare Israele solo nella misura in cui egli stesso passi attraverso l’impurità. La sua dottrina continuò in forma radicalizzata nel movimento dei Marrani o Doenmeh fondato da Jacob Frank» (J. Maier – P. Schaefer, Piccola Enciclopedia dell’Ebraismo, Casale Monferrato, Marietti, 1985, col. 555, voce “Shabbetaj Zevi” a cura di Johann Maier).
I “Doenmeh sono una setta ebraica della Turchia (con il centro principale a Salonicco), i cui aderenti, dopo l’apparente apostasia di Shabbetaj Zevi (1676), passarono solo esteriormente all’Islamismo, continuando come Marrani ad avere una doppia vita, come apparenti Musulmani in pubblico e come reali Ebrei in privato. La setta vive ancor oggi, sebbene i suoi aderenti siano confluiti nel movimento islamista dei Giovani Turchi» (J. Maier – P. Schaefer, Piccola Enciclopedia dell’Ebraismo, Casale Monferrato, Marietti, 1985, col. 179, voce “Doenmeh”, a cura di J. Maier).
Jacob Frank (1726-1791) fu il «fondatore della setta dei Marrani o Doenmeh sabbatiano/frankisti – convertitosi apparentemente al Cattolicesimo nel 1756 – rifacentisi a Shabbetaj Zevi, perseguendo consapevolmente una doppia esistenza come “Cattolici” e nel medesimo tempo come Giudei/sabbatiani, in vista di un piano di dominio del mondo. Il suo movimento sopravvisse alla sua morte come setta segreta almeno sino alla metà del XIX secolo» (J. Maier – P. Schaefer, Piccola Enciclopedia dell’Ebraismo, Casale Monferrato, Marietti, 1985, coll. 237-238, voce “Frank Jacob”, a cura di Johann Maier), ma da quel che si è visto a partire da Giovanni XXIII sino a Benedetto XVI e a papa Bergoglio si direbbe che il movimento frankista abbia continuato occultamente a lavorare sino a oggi – e dopo il 2013 nemmeno più in segreto, ma quasi del tutto apertamente – alla giudaizzazione dell’ambiente ecclesiale e quindi anche cristiano.
Questi sono i personaggi, più o meno occulti, i quali hanno – chi da lontano e chi da vicino – influenzato i diretti artefici (Ebrei e Cattolici) di NA. “Talis pater qualis filius /da un tale padre non può che venire un figlio simile a lui”. Nessuna meraviglia, dunque, dei frutti avvelenati prodotti da NA. “Rapae non dant sanguinem”. “Ogni botte dà il vino che ha”. “L’albero cattivo produce frutti cattivi”.
Purtroppo la Dichiarazione NA fu accolta dai padri conciliari il 28 ottobre del 1965 con 1763 placet, 250 non placet e 10 voti nulli su 2023 votanti (ossia circa l’80% dell’Episcopato fu a favore e solo il 10% fu contro la giudaizzazione del Cristianesimo condannata al Concilio di Gerusalemme nel 49 e purtroppo approvata al Vaticano II nel 1965) e venne promulgata lo stesso giorno. Quindi nessuno stupore del “disastro bergogliano”. Nihil sub sole novi post 1958 usque nuc…
NA è diventata il cavallo di battaglia dell’insegnamento wojtyliano, secondo il quale 1°) l’Antica Alleanza non è stata mai revocata; 2°) gli Ebrei sono Fratelli maggiori dei Cristiani nella fede di Abramo e, quindi, 3°) gli Ebrei non hanno bisogno di essere redenti da Gesù poiché aspettano ancor oggi un loro “messia”. Questi tre errori che portano all’apostasia giudaizzante, sono stati ripresi e continuati da Benedetto XVI e papa Francesco.
Per capire appieno la genesi di Nostra aetate era indispensabile scandagliare questo mondo oscuro e segreto di marrani, misticoidi, modernisti e deviati che, a partire dal XVII secolo, ha infiltrato –come “il cavallo di Troia” – la Chiesa di Dio rendendola una Chiesa occupata” (J. Ploncard d’Assac), contro la quale, tuttavia, “non prevarranno”, secondo le promesse del Divin Redentore.
La genesi di NA e dell’insegnamento giudaizzante postconciliare (specialmente wojtyliano) è iniziata almeno nel Seicento e man mano si è avvicinata sempre di più al Vaticano per infiltrarlo, prenderne il possesso, rendendolo una “Chiesa occupata dall’inimicus homo” e facendone il centro della sovversione mondiale. Questo è un fatto oggettivo, il quale dal 2013, con papa Francesco, balza agli occhi di tutti; mentre da Giovanni XXIII sino a Benedetto XVI era meno facile (ma non impossibile) da scorgere.
Aver studiato gli attori di questo dramma, quasi sotto forma di “parabole” o di storie ed esempi concreti, ha reso più facile a tutti capire la vera “catastrofe” dottrinale che si è prodotta durante il Vaticano II. Infatti le persone concrete incarnano la dottrina e ce la rendono facilmente comprensibile; mentre la sola dottrina in se stessa, in quanto astratta, sarebbe molto più difficile da scandagliare. Gesù nel Vangelo ha parlato sotto forma di parabole, ossia con esempi concreti e non tramite enunciati teoretici, per essere capito da tutti.
Spero di aver reso servizio a coloro che vogliono approfondire il perché e il come si sia arrivati a questo ribaltamento del Cristianesimo – considerato “minorato” – in una sottospecie di Giudaismo – presentato come maggiore e maggiorato – per lottare contro questo “Leviatano” proprio come il piccolo Davide lottò “in funda, in lapide et in nomine Domini” contro il gigante Golia e lo vinse. La Madonna ci ha promesso a Fatima: “Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà!”, riprendendo la promessa di Gesù nel Vangelo: “Portae inferi non praevalebunt”. Non sappiamo come e quando, ma quel che è certo è che stravinceremo con l’aiuto del Signore.
NA è il trampolino di lancio per aiutarci a reagire contro l’apostasia, sino a ieri strisciante nell’ambiente ecclesiale ed oggi apparentemente trionfante.
Nel prossimo ed ultimo articolo su NA trarremo le conclusioni dottrinali e pratiche di questa “rivoluzione copernicano/kantiana” della dottrina cristiana sul Giudaismo talmudico.
Curzio Nitoglia
Fine Terza Parte…continua…
[1] Gli esempi più evidenti di essa sono: 1°) “L’Antica Alleanza mai revocata”, Giovanni Paolo II a Magonza, 17 novembre 1980; 2°) “Gli Ebrei Fratelli maggiori dei Cristiani nella fede di Abramo”, 13 aprile 1986, Giovanni Paolo II alla sinagoga di Roma…
[2] Histoire du Christianisme Magazine, ibid., p. 59.
[3] S. Fumet, Histoire de Dieu dans ma vie, cit., p. 300.
[4] Cfr. R. Buttiglione, Il pensiero di Karol Woytjla, Jaca Book, Milano, 1984; A. Mandel, Il Messia militante, Arché, Milano, 1984; L. Quercioli-Mincer, La contesa sulle origini ebraiche di Mickiewicz, in «La Rassegna Mensile d’Israele», 1999, n. 1, pp. 29-49; M. Blondet, Cronache dell’anticristo, Effedieffe, Milano, 2001, pp. 104, 121-129; H. De Lubac, La posterità spirituale di Gioacchino da Fiore. Da Saint Simon ai nostri giorni, vol. II, Jaca Book, Milano, 1984, cap. XV: “Adam Mickiewicz”, pp. 261-315; Savien de Savigny, Frankisme, in «Lectures Françaises», n. 561, janvier 2004, pp. I-VII.
[5] Histoire du Christianisme Magazine, 2003, n.16, p. 59.
[6] Histoire du Christianisme Magazine, ibid., p. 60.
[7] Ivi.
[8] Ivi.
[9] M. O. Germaine, Stanislas Fumet ou la Présence au temps, cit., p. 98.
[10] Histoire du Christianisme Magazine, 2003, n.16, p. 69.