Il Concilio Vaticano II, l’infiltrazione della massoneria e la questione ebraica

fonte lacrunadell’ago.net 13/08/2024

di Cesare Sacchetti

Ancora oggi per comprendere i mali che affliggono la Chiesa Cattolica è impossibile farlo senza guardare davvero alla malattia che affligge il paziente.

Non una malattia che si è manifestata improvvisamente sotto il pontificato di Jorge Mario Bergoglio, il pontefice venuto dalla fine del mondo e che forse rappresenta la manifestazione massima di questo male, ma una malattia che in realtà risale già verso la fine degli anni’50 quando salì sul soglio pontificio Angelo Roncalli, ovvero Giovanni XXIII.

Nel nostro precedente articolo abbiamo riportato documenti e autorevoli testimonianze di sacerdoti cattolici che riferiscono dell’appartenenza alla libera muratoria da parte di Roncalli.

Testimonianze confermate anche da fonti non cattoliche quale lo scrittore Pier Carpi, massone iscritto alla loggia P2 di Licio Gelli, che nel suo libro intitolato “Le profezie di papa Giovanni” rivela come l’ex patriarca di Venezia fosse stato iniziato alla massoneria già negli anni’30.

Carpi non è tra l’altro l’unico massone che riferisce di come Roncalli sia stato iniziato alla massoneria.

Virgilio Gaito, ex Gran maestro del Grande Oriente d’Italia, ora attraversato da una faida furibonda, ha rivelato a sua volta come Giovanni XXIII sia diventato un libero muratore a Parigi durante il suo periodo da nunzio apostolico nella capitale parigina per poi partecipare in seguito ai lavori delle logge a Istanbul.

La metastasi non è penetrata evidentemente nella Chiesa in un giorno e il male non è comparso improvvisamente da un pontificato, quello di Ratzinger, ad un altro, quello di Bergoglio, ma esso è penetrato a fondo nelle viscere di questa istituzione nel corso dei decenni e per il risultato di una infiltrazione strisciante e senza sosta.

Il complotto contro la Chiesa

Se proviamo a volgere lo sguardo a quelle opere che già in tempi non sospetti denunciarono quanto stava accadendo nella Chiesa dopo che Roncalli aveva inaugurato il suo infausto Concilio Vaticano II, in omaggio al suo impegno preso con un altro massone, il presidente francese Vincent Auriol, troviamo un’opera dimenticata che è una vera e propria luce nelle tenebre che hanno avvolto la Santa Chiesa Apostolica Romana.

Si tratta del libro “Complotto contro la Chiesa” scritto nel 1962 da Maurice Pinay, uno pseudonimo sotto il quale si celavano in realtà le identità di alcuni gesuiti messicani guidati da Padre Joaquin Saenz y Arriaga, e pensiamo che sia importate soffermarci un istante sul fatto che questi buoni sacerdoti fossero gesuiti a dimostrazione che un tempo quest’ordine era davvero sano e difendeva davvero la Chiesa e la Fede, prima purtroppo di subire anch’esso gravi infiltrazioni massoniche e di trasformarsi in una cassa di propaganda modernista che oggi è la fucina della formazione di vari nemici del cattolicesimo quali, tra gli altri, Mario Draghi, Giuseppe Conte e Francesco Rutelli.

I gesuiti messicani intuirono immediatamente che quanto stava accadendo nella Chiesa era il frutto di una vasta cospirazione ai danni di questa istituzione divina e cercarono di mettere in guardia i fedeli e i membri stessi della gerarchia ecclesiastica dai pericoli che rappresentava il Concilio Vaticano II.

Nella introduzione all’opera leggiamo queste parole che ci fanno subito comprendere la reale natura di questo pericolo.

“Si sta compiendo la più perversa cospirazione contro la Santa Chiesa. I suoi nemici tramano di distruggere le Sue più sacre tradizioni, realizzando riforme così audaci e malevole come quelle di Calvino, Zuinglio ed altri grandi eresiarchi, tutto con la finzione di modernizzare la Chiesa e metterla al livello dell’epoca, però, col proposito occulto di aprire le porte al comunismo, accelerare la rovina del mondo libero e preparare la futura distruzione del Cristianesimo. Benché sembri impossibile, essi pretendono di realizzare tutto ciò nel Concilio Vaticano Secondo. Abbiamo prove che attestano come questo sia quel che hanno tramato in segreto gli alti poteri del comunismo e della forza occulta che li controlla. Si tratterebbe di cominciare con un sondaggio iniziale, a partire dalle riforme che provocano resistenza minore nei difensori della Santa Chiesa, per noi gradualmente realizzare la Sua trasformazione fino a che quei resistenti lo permettano. Sembrerà tuttavia incredibile, a coloro che ignorano quella cospirazione, che tali forze anticristiane contino di avere, dentro le gerarchie della Chiesa, una vera « quinta colonna », di agenti controllati dalla massoneria, dal comunismo e dal potere occulto che li governa ; tali agenti sarebbero tra quei Cardinali, Arcivescovi e Vescovi che formano una specie di ala progressista entro il Concilio e che tenteranno di far adottare le perverse riforme.”

I buoni sacerdoti messicani intuiscono immediatamente che è allo studio una riforma della Chiesa che non ha altro scopo che quello di snaturare la sua identità cattolica per crearne un’altra, di impostazione ecumenica e protestante, che dichiara di poter coesistere con le altre religioni e che afferma persino che si possa giungere a Dio tramite altre fedi come viene fatto nel documento del Concilio Lumen Gentium, riaffermato, tra gli altri, dal cardinal Ratzinger nella dichiarazione da lui firmata e intitolata nel 1997 “Il Cristianesimo e le religioni”.

L’espressione che colpisce più di ogni altra in questa introduzione è quella di “quinta colonna”, poiché è esattamente questo il processo che è accaduto dentro la religione cattolica.

Il modernismo è stato un processo lento, costante e inesorabile che si è prefisso come scopo quello di sovvertire e sfigurare la natura tradizionalista della vera Chiesa per costruirne un’altra falsa, ecumenica e più adatta allo spirito dei tempi attuali.

L’infiltrazione massonica dentro la Chiesa

Le forze che hanno messo in atto tale infiltrazione sono principalmente quelle della massoneria e per comprendere qual è la vera natura della libera muratoria e il suo scopo ultimo non dobbiamo fare altro ancora una volta che attingere alla sapienza che non solo ci hanno trasmesso questi sacerdoti gesuiti ma tutti i buoni vescovi e sacerdoti che nel corso dei secoli hanno provato a metterci in guardia da tale pericolo.

Tra i diversi sacerdoti ricordiamo sempre Leone XIII che nella sua magistrale enciclica “Humanum Genus” mette in guardia dal pericolo che rappresenta la setta massonica.

“I Romani Pontefici, nostri Predecessori, vegliando, solleciti della salvezza del popolo cristiano, conobbero ben presto chi era, e cosa voleva, questo nemico capitale; lo conobbero non appena esso si affacciò dalle tenebre della sua occulta congiura e non appena esso, rivelandola sua ispirazione e il suo metodo, prese a minacciare con le sue previsioni, quei principi e quei popoli che non si lasciavano sorprendere dalle male arti e dalle insidie approntate per ingannarli. Il primo avviso del pericolo si ebbe nell’anno 1738, dal Papa Clemente XII (Constitutum in eminenti, die 24 aprilis 1738), che fu confermata e rinnovata da Papa Benedetto XIV (Const. Providas, die 18 maii 1751), da Papa Pio VII (Const. Ecclesiam a Jesu Cristo, die 13 septembris 1821) che seguì le orme di entrambi i suoi predecessori. Leone XII, includendo nella Costituzione Apostolica Quo graviora (Const. data die 13 martii 1825) ciò che in materia era stato decretato anteriormente, lo ratifìcò e confermò per sempre. Pio VIII (Enciclica Traditi, die 21 maii 1829), Gregorio XVI (Enciclica Mirari, die 15 augusti 1835) e Pio IX (Enciclica Qui pluribus, die 9 november 1816). Oggi, seguendo l’esempio dei nostri Predecessori, abbiamo deciso di esprimerci, dinanzi e contro la stessa società massonica, avverso al sistema della sua dottrina, ai suoi intenti, alla sua maniera di sentire e di operare, onde lumeggiare ancor meglio la sua forza malefica e quindi impedire il contagio di questa peste così funesta. Non può l’albero buono dar frutti cattivi, ne l’albero cattivo dar frutti buoni (Matteo cap. VII, v. 18) ed i frutti della setta massonica sono, oltre che dannosi, acerbissimi. Dagli indizi certi che poc’anzi abbiamo menzionato risulta qual è l’ultimo e il principale, dei suoi fini ; sappiatelo : la distruzione dalle fondamenta di tutto l’ordine religioso e civile stabilito dal’Cristianesimo, e l’edificazione, alla loro maniera, di un altro ordine con fondamento e leggi tratti dalle viscere del naturalismo.”

La massoneria, come si vede, ha lo scopo ultimo di rovesciare l’ordine naturale delle cose, distruggere la civiltà cristiana e cattolica per instaurare al suo posto un’altra società neopagana che ai giorni nostri non nasconde più la sua devozione luciferiana ma anzi la manifesta apertamente e con orgoglio come si è potuto vedere, soltanto per citare le occasioni più recenti, nelle Olimpiadi di Parigi, dove è stata oltraggiata l’Ultima Cena di Cristo in una cerimonia concepita dal direttore “artistico” francese di origini ebraiche, Thomas Jolly, e nella quale Cristo veniva raffigurato da un’altra francese askenazita, quale la DJ lesbica Barbara Butch.

Non si può però comprendere a fondo la massoneria senza prima aver compreso la sua filosofia, la sua ritualistica e soprattutto la sua spiritualità, seppur nel senso negativo del termine, e per poterlo fare appieno possiamo consultare, tra la vasta bibliografia a disposizione, quanto scriveva il giornalista e autore francese cattolico, Leon de Poncins, nel suo saggio “Le forze segrete della rivoluzione”.

“L’universalità della Frammassoneria, il suo durare, la invariabilità dei suoi fini, possono essere perfettamente compresi unicamente se si tratta di una creazione ebrea che serve interessi ebrei. Tutto risulterebbe assolutamente incomprensibile se la sua origine fosse cristiana. La Frammassoneria è una società segreta, diretta da una minoranza internazionale. Questa ha giurato un odio implacabile al Cristianesimo. Questi tre caratteristici segni sono precisamente gli stessi che formano i lineamenti del giudaismo, lo definiscono e, infine, dimostrano che gli ebrei sono l’elemento direttivo delle logge.”

Poncins afferma dunque che la forza motrice della massoneria non sarebbe altro che l’ebraismo e a confermare lo stretto rapporto tra logge massoniche e talmudismo sono anche fonti ebraiche quali il rabbino Benamozegh che nella sua opera “Israele e l’umanità” si esprime in questo senso.

“Coloro che vorranno sottoporsi al lavoro di esaminare attentamente le questioni relative ai contatti tra il giudaismo e la Massoneria filosofica, la teosofia ed i misteri in generale, perderanno un po’ della loro sdegnosa superbia verso la Kabala. E smetteranno di sorridere spregiosamente dinanzi all’idea che la teologia kabalistica possa avere una missione da compiere nella trasformazione religiosa del domani. Chi sono i veri dirigenti della massoneria ? La domanda non è certamente una domanda da poco. Questo è infatti uno dei misteri più ben custoditi della setta, uno dei segreti più attentamente vigilati. Si può affermare, però, che il lavoro massonico si sviluppa in tutto il mondo di pieno accordo, e risulta informato ad uno stesso ed unico piano ; che i suoi mezzi sono sempre e dovunque identici e che i fini perseguiti sono costantemente gli stessi. Tutto ciò ci autorizza a credere che esiste quindi un centro unico che dirige tutti i movimenti della setta.“

La cabala ebraica assieme al Talmud rappresenta il principale riferimento religioso dell’ebraismo moderno che dopo aver rifiutato Cristo come il Messia annunciato nell’Antico Testamento ha fondato de facto una nuova religione che non ha più nulla a che vedere nemmeno con le antiche leggi mosaiche, in quanto l’osservanza di queste avrebbe dovuto portare all’obbedienza e al riconoscimento di Cristo come vero Dio e vero uomo, fatto non avvenuto nel mondo ebraico che invece ha rifiutato Gesù.

Il Concilio Vaticano II e l’ebraismo

Il Concilio sintetizza purtroppo al meglio questo passaggio che è quello che più preoccupava i sacerdoti e i vescovi fedeli alla tradizione cattolica che avevano intuito come il Vaticano II stava difatti segnando una cesura con i precedenti 19 secoli della Chiesa Cattolica e della sua contrapposizione all’ebraismo per erigere invece una chiesa dal volto ecumenico, molto più conciliante e accomodante nei confronti del talmudismo.

Non si può negare infatti che il cattolicesimo e l’ebraismo siano stati sin dall’inizio della predicazione di Cristo su fronti opposti, in quanto il primo nasce per diffondere il Vangelo di Cristo mentre il secondo per respingerlo.

E’ per questo che il Concilio è una somma di errori e di eresie, poiché esso pretende di stabilire una qualche convivenza tra due religioni che non possono non essere contrapposte.

San Paolo nella sua lettera ai Tessalonicesi era cristallino al riguardo e scriveva che gli ebrei dopo il loro rifiuto di Cristo “non piacciono a Dio” ma oggi, secondo i parametri di questa falsa chiesa conciliare, uno degli apostoli più importanti della religione cristiana e cattolica sarebbe messo al bando e definito “antisemita” dalla moderna filosofia liberale figlia della rivoluzione francese, così orgogliosamente rivendicata dalla massoneria.

Le radici giudaico-cristiane delle quali parla il centrodestra liberale italiano ed europeo non possono a loro volta essere altro che una contraddizione in termini, dal momento che laddove esistono le prime, quelle ebraiche, non possono esserci evidentemente le seconde, quelle cristiane.

Il Concilio nasce con questa intenzione, ovvero quella di annacquare il vero e autentico cattolicesimo e partorirne un altro, più gradito agli ambienti massonici e a quelli del B’nai B’rith, di casa in Vaticano già ai tempi di Montini.

Una chiesa non più pregna dello spirito della tradizione cattolica ma di quello della massoneria, se si considera che i due pontefici, Giovanni XXIII e Paolo VI, che hanno accompagnato la Chiesa di sempre verso questa mutazione risultavano, come visto in precedenza, entrambi iniziati alla libera muratoria, come confermato da fonti molto serie e come manifestato apertamente soprattutto nel caso di Montini, al quale la massoneria all’indomani della sua scomparsa nel 1978 dedicò un appassionato omaggio, fatto senza precedenti nella storia dei rapporti tra Chiesa e massoneria.

I segnali di questa rinuncia del cattolicesimo si erano già avuti prima del Concilio indetto da Giovanni XXIII come ci informa lo storico Vincenzo Risco, citato dai gesuiti messicani, quando negli anni’20 del secolo scorso venne costituita l’associazione Pax Super Israel, Pace sopra Israele, che sostanzialmente affermava che non bisognava aspirare e lavorare affinché gli ebrei si convertissero al cattolicesimo, ma arrivava persino ad accusare i pontefici di non aver compreso appieno lo spirito del popolo ebraico.

Il Sant’Uffizio intervenne nel 1928 per sciogliere quest’associazione, ma il problema era che ne facevano parte non pochi vescovi e cardinali, e questo dimostra che già prima del Concilio Vaticano II, era stata compiuta una paziente opera di infiltrazione tra le mura Vaticane che ha portato poi 34 anni dopo a creare una chiesa che non era più quella di prima e che è arrivata persino a rinnegare quanto fatto durante tutti i secoli precedenti.

Come non ricordare a questo proposito le scuse pronunciate da Giovanni Paolo II per le crociate, per i rapporti con gli ebrei e per la Santa Inquisizione?

Wojtyla durante la sua storica visita alla sinagoga di Roma nel 1986

Oggi parliamo di Bergoglio, ma dimentichiamo che ieri sul soglio di Pietro c’erano già pontefici pregni dello spirito dell’apostasia del Vaticano II che umiliavano la Chiesa e il suo magistero scusandosi per la sua opera di evangelizzazione che ha salvato così tante anime, e che ha convertito dei popoli che prima dell’arrivo dei missionari cattolici erano dediti al culto dei sacrifici umani e del cannibalismo.

Questa autentica eredità cattolica rappresenta un “fardello” dal quale liberarsi per i pontefici post-conciliari, poiché la loro missione non è quella di salvare le anime e di preservare le verità di fede che si sono tramandate immutate e intatte nel corso di 19 secoli, ma piuttosto quella di adattarsi allo spirito dei tempi e di compiacere quel talmudismo che ha una irrefrenabile idiosincrasia nei confronti della Chiesa Cattolica.

La Chiesa non è nata per adattarsi al mondo moderno, ma per impedire che il mondo moderno avesse la meglio sui fedeli e sull’umanità intera scacciando Dio e mettendo al suo posto l’uomo e il culto massonico luciferiano.

Non si potrà uscire dalla Chiesa senza comprendere prima questo fondamentale passaggio. La Chiesa dovrà risolvere la questione del Concilio.

La Chiesa dovrà uscire dalla gabbia degli errori e delle apostasie che sono state impiantate nel suo seno dopo la morte di Pio XII.

E la Chiesa in futuro non dovrà avere paura di dire quello che diceva in passato. Non siamo qui per “dialogare” ma per portare avanti le Verità di Cristo e salvare le anime.

E questo non potrà essere fatto abbracciando la massoneria sulla scia del “Cari fratelli massoni” del cardinal Ravasi o degli umilianti ingressi in sinagoga, nei quali i vari pontefici non cercano certo di convertire gli ebrei, ma piuttosto sono praticamente loro che si convertono all’ebraismo.

Il prossimo pontefice avrà un arduo e santo compito sulle proprie spalle. Avrà il compito di far tornare la Chiesa Cattolica quello che essa è stata per quasi 2000 anni.

Ricordiamo ancora una volta la promessa che Cristo fece agli apostoli. Le porte degli inferi non prevarranno sulla Chiesa.

Nonostante tutto ciò che è accaduto, nonostante 66 anni di apostasie e di sacrileghe unioni massoniche e talmudiche, la Chiesa Cattolica ne uscirà comunque vincitrice.