Il complotto per distruggere la Chiesa dall’interno
Ci sono voluti quasi 2.000 anni prima che i nemici della Chiesa cattolica si rendessero conto che non potevano attaccare con successo la Chiesa dall’esterno. Finalmente, alla metà del XIX secolo, le società clandestine di modernisti, massoni e marxisti hanno escogitato un piano per sovvertire la Chiesa dall’interno. Il loro obiettivo: cambiare la dottrina, la liturgia e la missione in nome del sogno massonico di una nuova Chiesa universale fondata sul naturalismo, il razionalismo e la fratellanza. Intrecciando con abilità documenti papali, apparizioni mariane e ricerca storica, questo libro illustra come i nemici di Cristo si sono infiltrati strategicamente nei seminari, nel clero, nell’episcopato e addirittura nel Conclave, il tutto con l’obiettivo di eleggere papa uno di loro. In questa stessa direzione vanno anche l’occultamento del Terzo Segreto di Fatima, il Concilio Vaticano II e la formazione della misteriosa Mafia di San Gallo.
fonte stilumcuriae.com 15/12/2022
Cari amici e nemici di Stilum Curiae credo sia interessante portare alla vostra attenzione un libro appena uscito per i tipi di Fede e Cultura. Gli infiltrati, scritto da Taylor Marshall, un autore cattolico americano molto noto. Marshall compie un approfondito esame dei tentativi di infiltrare la Chiesa cattolica, a partire dai secoli scorsi, da parte di organizzazioni, come l’Alta Vendita carbonara che si richiamavano o erano parti attive della Massoneria.
E in particolare fa riferimento a un documento programmatico dell’Alta Vendita che ipotizza l’infiltrazione della Chiesa dal basso per raggiungere poi i livelli più alti della gerarchia. Un esempio che verrà poi fruttuosamente ripreso dai comunisti americani, che secondo Bella Dodd, esponente di primo piano del partito comunista d’oltreoceano, e poi convertita al cattolicesimo, tanto che oltre mille aderenti entrarono nei seminari nel secolo scorso.
Marshall tratteggia un panorama dettagliato di come questa infiltrazione si è compiuta, in particolare negli anni dopo la Seconda Guerra mondiale, e con il Concilio Vaticano II, e oltre, fino ai tempi nostri, dove sembra – e molti lo affermano – aver raggiunto il suo massimo livello. Come scrive mons. Athanasius Schneider nella prefazione: “Questa ostilità (nei confronti di Cristo, n.d.r.) ha raggiunto il suo apice ai nostri giorni. Non pochi membri di alto livello della gerarchia della Chiesa cattolica hanno non solo ceduto alle implacabili richieste del mondo moderno; essi stanno, con o senza convinzione, collaborando atti- vamente all’attuazione dei suoi princìpi nella vita quotidiana della Chiesa, in tutti i settori e a tutti i livelli”.
Ma se questo è la situazione, che cosa si può fare, in concreto, per cercare una soluzione alla crisi della Chiesa? Non vogliamo togliervi il piacere della lettura, e accenniamo solo a quelle che Marshall disegna come risposte date negli anni a questa drammatica questione. Scrive Marshall: “Dove ci lasciano gli intrighi della Mafia di San Gallo, l’elezione e l’insegnamento di papa Francesco? Ci sono diverse opzioni per i cattolici che cercano di trovare un senso in tutto questo”.
Diventare ateo
Poiché́ c’è un’apparente frattura tra i papi recenti e i papi e i Concili precedenti, si può̀ semplicemente cedere confessando che il cattolicesimo e il cristianesimo nel suo complesso sono stati solo incidenti della Storia occidentale e la religione mondiale di maggior successo fino a oggi….
Accettare la posizione protestante
La prossima possibilità̀ è quella di accettare l’antica testimonianza biblica su Gesù̀ Cristo che si trova nella Sacra Scrittura, ma rifiutare l’apparato storico che identifichiamo con l’istituzione della Chiesa cattolica. Come Martin Lutero ha insegnato, possiamo godere di un incontro diretto con Gesù̀ Cristo attraverso la sola fede, senza la mediazione di papi, preti o Sacramenti…
Accettare la posizione degli scismatici orientali
Un’altra opzione allettante che ci si pone davanti è quella di accettare i cosiddetti ortodossi orientali e riconoscere la loro professione di fede come corretta riguardo al papato – ossia che il papato ha sbagliato in passato e continua a sbagliare. Il papato non è mai stato infallibile e non ha mai posseduto una giurisdizione suprema universale…
Accettare la posizione sedevacantista
Una posizione con un sostegno crescente ed entusiasta è quel-la del sedevacantismo. I sedevacantisti ritengono che il conclave papale del 1958 fu irregolare, poiché́ la fumata bianca e il suono delle campane indicavano un’elezione papale, ma nessun papa apparve in quell’occasione. Essi sottolineano questa stranezza e sospettano che il cardinale Siri sia stato validamente eletto, ma falsamente spinto a dimettersi… Il sedevacantismo è attraente perché́, in un colpo solo, tutti i problemi di infiltrazione, modernismo, Vaticano II, le nuove liturgie di Paolo VI e lo scandalo di un papa che bacia un Corano scompaiono…
Accettare la posizione “rassegnazionista”: Benedetto XVI è ancora papa?
Poiché́ Ratzinger ha scelto di mantenere il titolo di papa e continua a vestirsi e a benedire come fa un papa, molti fedeli hanno concluso che papa Benedetto XVI rimanga il papa e che papa Francesco sia un antipapa, senza il carisma e la protezione del papato. Questo è il motivo per cui il pontificato di Francesco risulterebbe così lontano dai binari.
Questa teoria “rassegnazionista” trova adepti che risalgono al tempo dell’elezione di Francesco nel 2013. Questa posizione è molto più appetibile e socialmente accettabile rispetto alla cruda posizione sedevacantista, posizione che risale al 1958. Inoltre, la posizione non è sedevacantista in assoluto, dal momento che sostiene che Benedetto XVI sia ancora attualmente il vero papa regnante sulla terra….
La mia risposta a entrambe le versioni del “rassegnazionismo” è che non sappiamo se Benedetto XVI si sia dimesso sotto co- strizione o per paura. Egli sostiene di non averlo fatto per queste ragioni e, senza sapere nulla di più, non possiamo affermare che non sia così. La seconda versione che guarda il Canone 188 e l’errore sostanziale è più̀ convincente. Questa ipotesi, tuttavia, presuppone erroneamente fin dall’inizio che la falsa divisione tra ministerium e munus nella mente di Ratzinger sia una vera divisione ontologica. Non lo è. Il ministerium del papa è un tutt’uno con il munus. Non possiamo dimostrare che Benedetto XVI aderisse in foro interno, al momento delle sue dimissioni, a una falsa dottrina che sostiene una divisione tra munus e ministerium. Possiamo solo supporlo… Tuttavia, anche se Benedetto avesse sostenuto questa falsa dicotomia tra munus e ministerium al momento delle sue dimissioni, ciò̀ non invaliderebbe le dimissioni. Il Canone 188 si riferisce non all’errore sostanziale interiore e mentale, ma all’errore sostanziale nelle dimissioni stesse.
Accettare la posizione “riconosci e resisti”
La posizione “riconosci e resisti” risale agli anni Sessanta, nella persona del cardinale Ottaviani e dell’arcivescovo Lefebvre. Questi e altri hanno riconosciuto che il papa e i vescovi del loro tempo erano validi, ma che erano caduti in errore su diversi argomenti. Poiché́ nessun papa dal 1950 ha esercitato il proprio Magistero straordinario dichiarando qualcosa infallibilmente ex cathedra, il cattolico può̀ in buona fede e coscienza resistere agli errori pronunciati da un papa su Twitter, su un aereo, o anche in un documento papale…. Traccio ciascuna di queste posizioni nella carità̀, con la ferma convinzione che questa posizione finale di “riconoscere e resistere” sia l’unica soluzione conforme alla Scrittura, alla Tradizione e alla nostra crisi. La Chiesa cattolica è stata infiltrata fino in cima. Abbiamo un papa valido e cardinali validi, ma abbiamo ricevuto il manto di Sant’Atanasio e di Santa Caterina da Siena per richiamare, con rispetto e riverenza, certi padri spirituali a Cristo e alla Fede apostolica non adulterata.