Fateci uscire da qui !!

Nicky Eltz con Maria Simma

edizioni Segno pag. 328 € 14,00

PREFAZIONE

Caro lettore,

quello che ora tieni fra le mani è un libro estremamente interessante.
L’aldilà parla. Dà consigli, chiede aiuto e dà risposte. È una realtà che esiste e che parla della vita, la nostra vita qui sulla terra, e delle possibili conseguenze che dipendono da come l’abbiamo vissuta. Ci dice che c’è

una differenza fra essere umili, caritatevoli, buoni, misericordiosi, leali ed

onesti, ed essere orgogliosi, freddi, cattivi, crudeli, traditori e disonesti.
Al momento della morte il nostro comportamento non è dimenticato, ma piuttosto ricordato con totale chiarezza. In questo libro non si parla solo i di pena o forse è meglio dire “purificazione”, ma anche della sua durata e di molte altre cose ancora.

Ti chiederai: tutto ciò è possibile?

Nella Chiesa cattolica si parla di uno stato transitorio che fino ad ora si è chiamato Purgatorio e che, nonostante esistano differenti teorie, si è sempre considerato con serietà. Questo stato è necessario all’uomo, che può presentarsi davanti a Dio solo se purificato e puro.

È inoltre riconosciuto nell’ambito della tradizione mistica cattolica che alcuni mistici hanno avuto esperienze con le anime del Purgatorio simili a quelle di Maria Simma. Non si tratta, quindi, di un fenomeno | completamente sconosciuto, anche se è spesso difficile parlarne e cre| dervi, specialmente ai nostri giorni in cui trionfa una razionalità eccessi| vaeincuisi rischia di credere solo a quello che è misurabile e com| prensibile attraverso unità e leggi fisiche. Se poi a questa mentalità che

vuole misurare tutto si aggiunge l’ateismo, cioè la negazione completa dell’aldilà, è sempre più chiaro che abbiamo a che fare con un libro estre| mamente interessante, dal contenuto assai ricco. Se, in più, scopriamo leespressioni e le immagini vivacissime e la fervida immaginazione nel porre le domande, tipiche dell’autore, sarà un vero piacere leggere quest’opera.

Nonostante mi siano sorte, come teologo, diverse domande da porre in merito ad alcune risposte, queste si sono volatilizzate quando ho conosciuto ed ho avuto modo di parlare con Maria Simma. Lei è sincera. I suoi occhi e le espressioni del suo viso risvegliano un profondo rispetto ed una sana fiducia. Lei si è purificata attraverso le sue stesse sofferenze che, quando richieste dall’aldilà, accetta sempre liberamente, vivendo in un clima di pace profonda.

La voce di Maria, come la pioggia primaverile, fa germogliare i prati, fa nascere una spinta indescrivibile che fa subito crescere l’intimo desiderio di lavorare con lei e di aiutare quelli che soffrono. Dopo averle parlato, mi sono sentito come un giovane con tante domande e nessuna risposta. Consigliato da Maria, ho pregato e dopo aver pregato, ho detto: “Non ho più nessuna domanda assillante, anche se non ho ricevuto nessuna risposta: pace e gioia sono nel mio cuore”.

Caro lettore!

Il mio desiderio è che, attraverso la lettura di questo libro, tu ti apra al mondo dell’aldilà, e che tu sia consapevole di poter aiutare quei fratelli e quelle sorelle sofferenti. Deciditi ora per quell’amore che non conosce fine e che fa di questo aiuto il nostro dovere. Che tu ci creda o no, alla fine scoprirai che la vita diventa veramente degna di essere vissuta solo se si ama e, in virtù di questo amore, si serve.

Padre Slavko Barbaric, O.EM.
Medjugorje, Bosnia-Erzegovina.

1° luglio 1993.
INTRODUZIONE

Maria Simma è una di quelle pochissime persone dotate di un dono più unico che raro. Non ha mai vacillato nella sua determinazione né mai tremato nella sua comprensione del mistero, nonostante le mille opposizioni mossele nel corso della sua esistenza. Il suo campo seminato in solitudine ha reso una messe così abbondante che può essere solo compresa attraverso il velo che ci separa dall’eternità. Maria ha vissuto la sua esperienza come un dono; non l’ha deliberatamente cercata. Invece per molti di noi in questo cammino il tirocinio spirituale attraverso il quale progrediamo, esige che ascoltiamo, osserviamo e bussiamo con grande attenzione e vigilanza. Sono queste le regole dettate da Nostro Signore Gesù Cristo che troviamo in Matteo 7, 7.

Per molti di noi oggi la preghiera, se vi è preghiera, consiste in poche frettolose parole e poi via. Ma se volutamente ci sediamo tranquilli ed ascoltiamo, registrando i pensieri, se osserviamo, registrando le immagini, allora entreremo nella totalità del mondo vero e partiremo con il vantaggio di conoscere quello che l’amabile Signore e Padrone si propone per la nostra giornata. Dio è il costruttore ed il suo libretto d’istruzioni è ricolmo di amore. Mentre noi lo esploriamo con fede, ci accorgiamo che c’è un incommensurabile mondo di eternità che gira intorno a noi.

Maria è stata resa consapevole del bisogno disperato di tutte le anime sofferenti che vagano, lamentando il loro stato di cammino incompiuto, di opportunità perse e di peccato commesso in vita. Non sono ancora riuscite ad arrivare in Paradiso e quindi tampinano, visitano, si intromettono, opprimono e causano malattie e disordini nei vivi nel tentativo, spesso vano, d’indurli a pregare ed a sacrificarsi per loro. La medicina e le terapie possono sopprimere i sintomi, alleviare il dolore, ma per una gamma non indifferente dei nostri problemi quest’area di controllo ancestrale o di altro tipo è spesso alla radice ed è presente all’insorgere della malattia. Mentre questo approccio terapeutico, assolutamente innovativo, si è rivelato corretto non solo per la pace ottenuta grazie ai consigli di Maria, ma anche agli occhi di molti esperti religiosi e laici, al contempo ha svelato quanto la scienza medica abbia finora solo usato una cortina di fumo. Con questo approccio non ci sono rischi od effetti collaterali od un mucchio di parcelle da pagare. Se crediamo a quanto si afferma in questo libro, allora faremo ciò che Maria ci indica: andremo alla S. Messa, faremo la S. Comunione o ciò che, in altri termini, è chiamato lo spezzare del pane. Là, potremo intercedere per le anime sante, poiché se accetteremo il dono del perdono, otterremo per noi e per loro la guarigione ed affretteremo quindi il loro stesso cammino di liberazione.

Il passo in questo cammino è spedito quando si tratta di bambini dimenticati, mentre è più lento, per gli adulti, richiedendosi ripetuti interventi poiché essi hanno bisogno di molta più purificazione ed espiazione. Dovremmo anche rivolgerci agli Angeli che attendono le nostre indicazioni perché intercedano anch’essi per loro. Come le nostre confessioni sono più efficaci in termini di guarigione se espresse a voce alta, così lo sono le confessioni, che noi mettiamo per iscritto, dei peccati dei nostri antenati. In questo modo noi che soffriamo della cosiddetta “Sindrome di Possessione”, possiamo dissociarci da chi ci opprime. Quanto a chi debba fare questa indagine, alle regole per gestirla, il tempo ed il luogo, Nostro Signore non ha dato alcuna indicazione. Egli disse soltanto: “Fate questo in memoria di me”. La parola operativa è “memoria” un rinnovamento o ri-unificazione, ri-unificazione di Me.

Con grande devozione e travaglio d’amore, l’autore ha operato per il bene di tutta l’umanità, proponendoci questo suo dialogo con Maria Simma. Esso ci offre innumerevoli opportunità di portare la guarigione ed è per questo motivo che vogliamo lodare e ringraziare Nostro Signore Gesù Cristo.

Dr Kenneth McAll

Specialista in Psichiatria,

Ministero di guarigione dell’albero genealogico, Brook Lyndhurst, Hampshire, Inghilterra.
luglio, 1993.

Maria Agata Simma è nata il 5 febbraio 1915 a Sonntag (Vorarlberg). Sonntag è situato all’estremo lembo del Grosswalsertal, a circa 30 Km. ad est di Feldkírch, in Austria.

I suoi tre soggiorni in convento l’hanno formata e l’hanno fatta progredire spiritualmente, preparandola così al suo apostolato in favore delle anime del purgatorio. La sua vita spirituale è caratterizzata dall’amore filiale verso la Santissima Vergine e dal desiderio di soccorrere le anime dei purgatorio, ma anche d’aiutare con tutti i mezzi le Missioni.
Ella ha votato la sua verginità alla Madonna e ha fatto la consacrazione a Maria del Santo Grignon de Montfort, in favore, soprattutto, dei defunti, si è pure offerta a Dio, facendogli il voto come “ani . ma vittima”, vittima d’amore e d’espiazione.
Maria Simma ha trovato ora, sembra, la vocazione che Dio le ha assegnata: aiutare le anime del purgatorio con la preghiera, la sofferenza espiatoria e l’apostolato.

AIUTO ALLE ANIME DEL PURGATORIO
Già fin dall’infanzia, Maria Simma era venuta in aiuto delle anime del purgatorio con preghiere guadagnando loro delle indulgenze. A partire dal 1940 le anime del purgatorio vennero certe volte a domandarle soccorso in preghiera. Nel giorno di tutti i Santi del 1953 la Simma cominciò ad aiutare i defunti con sofferenze espiatorie. Soffrì moltissimo per un ufficiale morto in Carinzia nel 1660.
Questi dolori corrispondevano ai peccati da espiare.
Durante la settimana che segue la festa di tutti i Santi, pare che le anime del purgatorio ricevano delle grazie, tramite l’intervento della Santissima Vergine. Il mese di novembre sembra pure essere per loro un tempo di grazie particolarmente abbondanti.
Maria Simma era felicissima di vedere finito il mese di novembre, ma fu solo alla festa dell’Immacolata (8 dicembre) che ebbe inizio veramente la sua missione.
Un prete di Colonia, morto nel 555, si presentò a lei con l’aria disperata: veniva a chiederle delle sofferenze espiatorie che lei doveva accettare spontaneamente, altrimenti egli avrebbe dovuto soffrire fino al giudizio universale. La Simma accettò; e fu per lei una settimana di dolori terribili. Ogni notte quest’anima veniva a darle nuove sofferenze. Era come se le avessero slogato tutte le membra. Quest’anima l’opprimeva, la schiacciava, per così dire; e sempre, da ogni parte, nuove spade penetravano in lei con violenza. Un’altra volta era come se si appoggiasse contro di lei una lama spuntata, che, incurvandosi, in seguito alla resistenza, si conficcava in ogni parte del suo corpo. Quest’anima doveva espiare omicidi (aveva partecipato al martirio delle compagne di Sant’Orsola), la sua mancanza di fede, adulteri e Messe sacrileghe.

E SEMPRE NUOVE ANIME VENIVANO A DOMANDARE SOCCORSO
Le sofferenze espiatorie che subiva per le pratiche anticoncezionali e l’impurità erano terribili dolori corporali ed orribili nausee.
Poi le sembrava di giacere delle ore fra blocchi di ghiaccio, il freddo le penetrava fino alle midolla; era l’espiazione della tiepidezza e della freddezza dal punto di vista religioso.

Nell’agosto del 1954 iniziò un nuovo metodo per aiutare le anime. Un certo Paul Gisinger di Koblach si annunciò pregandola di domandare ai suoi sette figli, di cui indicò il nome, di dare per lui 100 scellini per le Missioni e di far celebrare due Messe, solo così avrebbe potuto essere liberato.
In ottobre seguirono domande analoghe: somme minori o maggiori in favore delle missioni, onorari per Messe, recite del Rosario si rinnovarono una quarantina di volte ancora. Le anime si annunciavano sempre personalmente, senza che Maria rivolgesse loro delle domande.
Nello stesso mese d’ottobre del 1954 un’anima del purgatorio le disse che durante la settimana dei morti avrebbe potuto fare delle domande a tutte le anime che i loro parenti erano disposti ad aiutare, accordando loro i soccorsi necessari.

COME APPAIONO LE ANIME DEL PURGATORIO?
Le anime del purgatorio appaiono in diverse forme ed in diverse maniere. Alcune bussano, altre appaiono improvvisamente. Le une si mostrano sotto un’apparenza umana, nettamente visibili come al tempo della loro vita mortale, vestite, di solito, come nei giorni feriali, altre invece vestite in modo evanescente. Le anime che sono avvolte nel terribile fuoco del purgatorio fanno un’impressione spaventosa. Più sono purificate dalle loro sofferenze, più diventano luminose ed affabili. Sovente raccontano come hanno peccato e come sono scampate dall’inferno grazie alla Misericordia Divina; alle volte aggiungono alle loro dichiarazioni degli insegnamenti e delle esortazioni.
Per altre anime Maria Simma sente che sono presenti e che deve pregare e soffrire per esse. Durante la quaresima, le anime non si manifestano che per domandare a Maria di soffrire per loro durante la notte e anche il giorno.
Succede pure che anime del purgatorio appaiano sotto forme straordinarie che fanno paura. Alle volte parlano, come durante la loro vita, nel loro dialetto. Quelle che sono di lingua straniera parlano male il tedesco con un accento straniero. dunque in maniera personale.

LA VISIONE DEL PURGATORIO
“Il purgatorio si trova in parecchi luoghi”, rispose un giorno Maria. “Le anime non vengono mai “fuori” dal purgatorio, ma “con il purgatorio”. Maria Simma vide il purgatorio in diverse maniere:
una volta in un modo ed un’altra volta in modo diverso. In purgatorio c’è un’immensa folla di anime, è un continuo andirivieni. Ella vide un giorno un gran numero di anime assolutamente a lei sconosciute. Quelle che avevano peccato contro la fede portavano sul cuore una fiamma scura, altre che avevano peccato contro la purezza una fiamma rossa. Poi ella vide le anime in gruppo: preti, religiosi, religiose; vide cattolici, protestanti, pagani. Le anime dei cattolici soffrono più di quelle dei protestanti. I pagani invece hanno un purgatorio ancora più dolce, ma essi ricevono meno soccorsi, e la loro pena dura più a lungo. Icattolici ne ricevono maggiormente e sono liberati più in fretta. Ella vide pure molti religiosi e religiose condannati al purgatorio per la loro tiepidezza di fede e la loro mancanza di carità. Bambini di soli sei anni possono essere costretti a soffrire abbastanza a lungo in purgatorio.
A Maria Simma fu rivelata la meravigliosa armonia che esiste fra l’amore e la giustizia divina. Ogni anima è punita secondo la natura delle sue colpe e il grado d’attaccamento al peccato commesso.
L’intensità delle sofferenze non è la stessa per ogni anima. Alcune devono soffrire come si soffre sulla terra quando si vive una vita dura, e devono aspettare per contemplare Dio. Un giorno di purgatorio rigoroso è più terribile di dieci anni di purgatorio leggero. La durata delle pene è molto varia. Un prete di Colonia restò in purgatorio dal 555 fino alla Ascensione del 1954; e, se non fosse stato liberato dalle sofferenze accettate da Maria Simma, avrebbe dovuto soffrire ancora a lungo ed in modo terribile.
Ci sono pure anime che devono soffrire terribilmente fino alla fine del giudizio universale. Altre hanno solo mezz’ora di sofferenza da sopportare, o meno ancora: non fanno che “attraversare il purgatorio in volo”, per così dire.
Il demonio può torturare le anime del purgatorio, soprattutto quelle che sono state la causa della dannazione di altre.
Le anime del purgatorio soffrono con una pazienza ammirevole e lodano la misericordia Divina, grazie alla quale sono scampati all’inferno. Esse sanno che hanno meritato di soffrire e deplorano le loro colpe. Supplicano Maria, Madre della Misericordia.
Maria Simma vide pure molte anime che aspettavano il soccorso della Madre di Dio.
Chiunque pensa durante la vita che il purgatorio sia poca cosa e ne approfitta per peccare deve espiarlo duramente.

COME POSSIAMO VENIRE IN AIUTO DELLE ANIME DEL PURGATORIO?
1) Soprattutto con il sacrifico della Messa, che nulla potrebbe supplire.

2) Con delle sofferenze espiatorie: ogni sofferenza fisica o morale, offerta per le anime.

3) il Rosario è, dopo il Santo Sacrificio della Messa, il mezzo più efficace per aiutare le anime del purgatorio. Porta loro un gran sollievo. Ogni giorno numerose anime sono liberate per mezzo del Rosario, altrimenti avrebbero dovuto soffrire lunghi anni ancora.

4) Anche la Via Crucis può portare loro grande sollievo.

5) Le indulgenze sono di un valore immenso, dicono le anime. Esse sono un’appropriazione della soddisfazione offerta da Gesù Cristo a Dio, Suo Padre. Chiunque, durante la vita terrena, guadagni molte indulgenze per i defunti, riceverà pure, più degli altri nell’ultima ora, la grazia di guadagnare interamente l’indulgenza plenaria accordata ad ogni cristiano in “articulo mortis”.E’una crudeltà non mettere a profitto questi tesori della Chiesa per le anime dei defunti. Vediamo! Se ci si trovasse davanti a una montagna piena di monete d’oro e si avesse la possibilità di prendesse a piacimento per soccorrere dei poveretti incapaci di prenderne, non sarebbe crudele rifiutar loro questo servizio? In parecchie località l’uso delle preghiere indulgenziate diminuisce di anno in anno, e così anche nelle nostre regioni. Bisognerebbe esortare maggiormente i fedeli a questa pratica di devozione.

6) Le elemosine e le buone opere, soprattutto i doni in favore delle Missioni, aiutano le anime del purgatorio.

7) L’ardere delle candele aiuta le anime: prima perché quest’attenzione d’amore dà loro un aiuto morale poi perché le candele sono benedette e rischiarano le tenebre in cui si trovano le anime.
Un bambino di undici anni di Kaiser chiese a Maria Simma di pregare per lui. Era in purgatorio per avere, il giorno dei morti, spento al cimitero le candele che bruciavano sulle tombe e per avere rubato la cera per divertimento. Le candele benedette hanno molto valore per le anime. Il giorno della Candelora Maria Simma dovette accendere due candele per un’anima mentre sopportava per essa delle sofferenze espiatorie.

8) Il gettare dell’acqua benedetta mitiga le pene dei defunti. Un giorno, passando, Maria Simma, gettò dell’acqua benedetta per le anime. Una voce le disse: “Ancora!”.
Tutti i mezzi non aiutano le anime nella stessa maniera. Se durante la sua vita qualcuno ha poca stima per la Messa, non ne approfitterà molto quando sarà in purgatorio. Se qualcuno ha mancato di cuore durante la sua vita riceve poco aiuto.

Coloro che peccarono diffamando gli altri devono espiare duramente il loro peccato. Ma chiunque abbia avuto buon cuore in vita riceve molto aiuto.
Un’anima che aveva tralasciato di assistere alla Messa poté domandare otto Messe per suo sollievo, poiché durante la sua vita mortale aveva fatto celebrare otto Messe per un’anima dei purgatorio.

Fonte: lalucedimaria.it