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Le meraviglie della natura sono troppo belle per cederle incondizionatamente a questa scienza

Ogni cosa può essere considerata sotto diversi punti di vista.

Questa semplicissima verità, che a torto viene talvolta considerata come il supporto gnoseologico del relativismo e, magari (con Pirandello), perfino dell’assurdità del reale, della incomunicabilità fra gli esseri umani e della pazzia, non è altro che la generalizzazione dell’esperienza quotidiana e, al tempo stesso, la base concettuale di ogni pluralismo culturale.

Prendiamo il giardino che possiamo osservare dalla finestra di questa stanza.

Vi sono alberi, arbusti, erba; vi sono insetti,farfalle e, talvolta, un uccello che si posa sui rami; vi sono dei profumi particolari, di terra bagnata, di fiori, di piante aromatiche.

Tutte queste cose possono essere considerate sotto il profilo della loro struttura fisica, della loro fisiologia, dei loro fenomeni chimici, ad esempio la funzione clorofilliana: e allora se ne occuperanno le scienze della natura, quali la botanica, la zoologia, la chimica.

Oppure le si può considerare come una risorsa in senso economico: dalla legna come combustibile o come materiale da costruzione, all’erba come foraggio, alle piante officinali per il loro valore terapeutico, agli alberi da frutto per il loro valore alimentare, e così via; in tal caso, il punti di vista da cui le consideriamo sarà quello dell’economia, della merceologia, eccetera.

L’artista le può considerare in senso assolutamente non utilitario, almeno nell’accezione materiale del termine: per lui, quelle cose saranno fonte di ispirazione per dipingere un quadro o per scrivere una poesia o, magari, per comporre un brano musicale.

Il mistico, o la persona con una forte sensibilità religiosa, vi vedrà un’altra dimensione ancora: quella puramente contemplativa, come via per accedere alla pace dell’anima e per mettersi più facilmente in rapporto a Dio: è ben per questo che, da millenni, monasteri e conventi ricreano una piccola porzione di natura all’interno delle loro mura onde offrire un’oasi di quiete e di raccoglimento alle anime in cerca del’Assoluto.

Insomma, la stessa realtà può essere considerata sotto una serie di prospettive completamente diverse, a seconda dell’interesse che muove l’osservatore e, naturalmente, a seconda dei suoi sentimenti, stati d’animo, dei suo valori, della sua cultura e via dicendo.

Fonte dell'immagine in evidenza: Wikipedia - Pubblico dominio

Francesco Lamendola
Francesco Lamendola
Nato a Udine nel 1956, laureato in Materie Letterarie e in Filosofia all'Università di Padova, ha insegnato dapprima nella scuola elementare e poi, per più di trent'anni, nelle scuole medie superiori. Ha pubblicato una decina di libri, fra i quali L'unità dell'essere e Galba, Otone, Vitellio. La crisi romana del 68-69 d.C, e ha collaborato con numerose riviste cartacee e informatiche. In rete sono disponibili più di 6.000 suoi articoli, soprattutto di filosofia. Attualmente collabora con scritti e con video al sito Unione Apostolica Fides et Ratio, in continuità ideale e materiale con il magistero di mons. Antonio Livi. Fondatore e Filosofo di riferimento del Comitato Liberi in Veritate.
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