MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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LEZIONI SULL'EPISTOLA DI PAOLO AI ROMANI LEZIONE XXXVII


RM-8 1-39

18 maggio 1950. Ascensione


    Dice lo Spirito Santo:
    «Voi non potete essere esenti dalla corruzione della carne e non potete salire immediatamente alla completa glorificazione dell’anima e della carne, come avvenne per Gesù e Maria. E queste sono le due uniche cose in cui, pur avendo la comune sorte dei figli fedeli e amanti di Dio, differite dall’Unigenito per natura consostanziale a quella del Padre e dal Primogenito per natura umana e perfezione di vita tra tutti gli uomini, e dalla Madre di Lui, che la Rivelazione (Eccl. XXIV, 5) e i Dottori della Chiesa chiamano: “Primogenita”[26] e che, per grazia e santità, è seconda solo al Verbo fatto Carne, che, essendo Dio, è la Grazia e la Santità stesse, perfettissime ed infinite.
    In tutte le altre cose non differite. Ché Dio, per il suo Cristo, immolato per potervi dare i tesori della Grazia, dei Sacramenti, della Vita nel Corpo mistico, della Comunione dei Santi di cui Egli è il santissimo Capo, della Vita eterna e gaudiosa, vi fa partecipi e coeredi delle ricchezze soprannaturali di cui ricoprì i suoi due Diletti: Gesù e Maria.
    Non differite da Essi nella sorte. Però meditate. Non differite nella sorte e nel destino ultraterreno e soprannaturale. Ma neppure in quello naturale.
    Come Gesù e Maria ebbero le loro prove, i loro dolori, le lotte, le ansie, le incomprensioni, così voi le avete, le dovete avere, per essere simili a loro.
    Come Dio giustificò i due Eletti tra gli eletti e li glorificò al cospetto degli uomini e degli angeli, e al Giordano e al Tabor e sul Moria (S. Giov. c. XII v. 27-28) e sull’Uliveto, 40 dì dopo la Pasqua, per il Figlio e nelle forme più solenni - ché ogni miracolo compiuto dal Cristo nei 3 anni di vita evangelica era giustificazione del Padre alle azioni del Figlio e alle accuse dei suoi nemici - e, per Maria, sul Calvario, nel Sepolcro e nel Cenacolo, durante lo strazio e i lamenti della più santa e trafitta delle madri, e sull’Uliveto ancora quando, lo spirito purissimo di Maria essendosi separato dal corpo verginale e innocente nell’ultima delle sue ardenti estasi d’amore, Maria fu assunta dagli Angeli al Cielo, così voi sarete giustificati da Dio e poi glorificati, se vivrete da figli di Dio.
    Dio non condanna le lacrime e le ripugnanze dell’uomo alla sofferenza e al dolore. Condanna solo il peccato, l’impenitenza, la disperazione nella sua misericordia. Ve ne siano esempio Gesù e Maria. Giustificato il primo per il suo aborrimento d’uomo verso la morte, e tal morte; giustificata la seconda per il suo angoscioso lamento, muto o clamante che fosse, verso il Padre di suo Figlio e suo, dall’inizio della Passione alla Risurrezione.
    Aborrire la morte, ripugnare al dolore, piangere nell’abbandono e davanti allo strazio di chi amate, lamentarvene a Dio, non è condannato da Dio. Anzi quelle lacrime e quelle ripugnanze sono le monete più preziose per la conquista del Cielo se voi, patendole e versandole, non uscite dall’amore per Iddio e dalla giustizia.
    Gesù, che le ha versate, e tante, e le ha provate, ed ha consumato ogni dolore, e per lo strazio di sua Madre e per lo strazio del suo Corpo, intercede per voi presso il Padre. Egli sa cosa è essere Uomo.
    Egli vi dice: “Fate come Io ho fatto. Piangete, rabbrividite davanti alla vostra passione e alla vostra croce, gemete. Ma, come Me, compite la Volontà del Padre. Ed Io vi giustificherò di tutto. State uniti a Me e a Maria come Io al Padre e alla Madre mia, e Noi vi sosterremo. Io sono la Vita, ed Ella è Madre della Vita e Madre vostra, e quali figli vi ha preso nell’ora in cui non morì per volontà e aiuto divino, ma più di Me stesso era straziata vedendomi morire in tanto strazio. Tutto Noi conoscemmo: la fame, la fatica, la povertà, l’angoscia, le persecuzioni, i pericoli, la spada della giustizia e del dolore che tronca la vita o trapassa cuore ed anima, e per questo intercediamo per voi. Amateci come vi amiamo. E diverrete vincitori di tutte le cose che potrebbero separarvi da Dio. Amateci, e la carità a Dio Uno e Trino ed alla Figlia-Sposa e Madre di Dio e vostra sarà la vostra giustificazione e la vostra gloria futura ed eterna. Chi potrà separarvi da Dio, chi strapparvi al Cielo al quale siete predestinati, se rimanete uniti a Dio e al Cielo mediante il vincolo dell’amore? Quali cose potranno entrare in voi e darvi separazione e allontanamento da Dio se Io, l’Amore, vi farò colmi di Me perché voi vi sarete fatti vuoti di tutto per accogliere Me solo? Quali cose potranno darvi la vera morte se la Vita, ossia ancora la Carità, sarà in voi? Chi potrà vincervi se avrete in voi Colui che ha vinto il mondo, il demonio e la carne? Nulla potrà separarvi da Dio, privarvi del Cielo, farvi schiavi di Satana e degli uomini, farvi ‘morti’ alla vera Vita, se voi non vorrete. Nulla potrà nuocervi per l’eternità se voi vorrete coraggiosamente esser di Dio. Nulla potrà vincervi se il Tau sarà sulla vostra fronte, e se nel vostro cuore sarà la carità. Il Cielo è di chi lo sa meritare. E Dio lo vuol colmo di voi. Per questo vi dà tutte le cose che possono aiutarvi a meritare il Cielo, e con le cose il suo stesso Figlio, Se stesso e il suo Spirito Santo. ‘Chi come Dio?’ è il grido e il nome dell’Arcangelo difensore. E l’Arcangelo pugna con voi e per voi e vi assicura che, avendo voi Dio in voi, nulla e nessuno potrà vincervi e darvi la morte dell’anima e la miseria eterna”.»

[26] Primogenita. “Io uscii dalla bocca dell’Altissimo primogenita avanti tutte le creature”: così si leggeva nella volgata (Ecclesiastico 24,5). Il corrispondente versetto nella neo-volgata (Siracide 24,3) recita semplicemente: “Io sono uscita dalla bocca dell’Altissimo”. L’affermazione che Maria Ss. “è seconda solo al Verbo fatto Carne” (e perciò può essere detta anche “secondogenita”) è illustrata nel capitolo introduttivo dell’opera L’Evangelo come mi è stato rivelato. La stessa opera applica a Maria Ss., specialmente nel brano 8 del capitolo 5, le espressioni che nella Bibbia sono riferite alla Sapienza.