MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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LEZIONI SULL'EPISTOLA DI PAOLO AI ROMANI LEZIONE XLI


RM-9 25-29

16 luglio 1950


    Dice il Divinissimo Autore:
    «Non avviene forse così anche tra uomini? Quando un padre, un buon padre di famiglia, che ha amato con giusto amore i suoi figli, ha lavorato per essi, si è consumato per dare ad essi benessere, ha vegliato su essi per farli crescere sani di corpo e di spirito, si vede rinnegato da essi, abbandonato o maltrattato o sfruttato od altro, non rivolge forse il suo bisogno di amare e beneficare su qualche povero bambino orfano o figlio di nessuno - la più angosciosa delle orfanezze - e non lo accoglie forse, adottandolo e destinando a lui quel bene che i figli del suo sangue hanno respinto? E ciò per amare e per aver chi lo ami.
    Dio Padre fa così. Ha fatto così.
    Dal principio dell’umanità aveva amato l’uomo. Tra gli uomini aveva particolarmente amato i giusti antichi, i padri e patriarchi pieni di dignità, di prudenza, di valore, di giustizia e d’ogni altra virtù per cui piacquero a Dio.
    Da Enoc a Noè, da Abramo ad Isacco e Giacobbe, poi al grande Mosè - condottiero e salvatore del Popolo eletto, legislatore per volere di Dio che gli affidò la Legge e gli ordini - ad Aronne primo sacerdote, a Giosuè che portò a termine gli ordini dati da Dio a Mosè circa il possesso della Terra promessa ai figli del Popolo eletto, ai Giudici, e Profeti, e Re, quanto amore aveva dato Dio al suo popolo attraverso questi eletti tra gli eletti!
    Ma, per sentirsi infinitamente amati, caddero nello stesso peccato di Adamo. Credettero tutto esser lecito. Credettero inutile ubbidire a Dio. Non solo: osarono sindacare le azioni di Dio e le giudicarono o inutili, o stolte, o sataniche, o impossibili. Più Dio - e dal Cielo il Padre e sulla Terra il Figlio - manifestavano la natura di quei prodigi, di quelle parole, e testimoniavano con gli stessi prodigi e con la sapienza di quelle parole che “ciò era da Dio”, e più Israele giudicava satanici i prodigi, satana chi li compiva, bestemmiatrici le sue parole come sacrileghe le sue azioni.
    E Dio ripeté il gesto avuto verso i due prevaricatori dell’Eden. Ripudiò Israele. E per avere un Popolo elesse i Gentili.
    È stato profetizzato dallo Spirito di Dio ad Osea suo profeta: “Vostra madre (la Sinagoga) non è più mia moglie... Non avrò compassione dei suoi figli perché sono figli di fornicazione... Farò cessare tutta la sua allegrezza, le sue feste, i suoi noviluni, i suoi sabati e tutti i suoi giorni di festa... E dirò a quello che non era mio Popolo (i Gentili): ‘Tu sei il mio popolo’, ed esso mi dirà: ‘Tu sei il mio Dio’”.
    E ancora, profetizzando i pochi che, del numeroso Popolo già di Dio, del Popolo del “Colui che è” del Tempo antico e dell’antico Tempio, sarebbero divenuti del nuovo Popolo di Dio-Gesù e del nuovo Tempio, è detto: “Gli avanzi, gli avanzi, dico, di Giacobbe (ossia gli israeliti ancora giusti come quelli della stirpe diretta e primigenia di Giacobbe) si convertiranno al Dio forte”. Ed è detto ciò che dice Paolo, riportando altri punti delle profezie d’Osea e Isaia. E ciò che è detto si compì. E Popolo suo divennero i Gentili e i pochi israeliti che seppero accogliere il Cristo, divenendo, per questo, “figli di Dio”.
    Figli è ben più che sudditi. Perché ai sudditi non è concesso di abitare nella casa regale, mentre ai figli è dato. E i figli di Dio, fratelli del Cristo, abiteranno la Casa del Re dei re, in eterno.»