Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola
"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)
Dice il Ss. Autore:
«L’Apostolo dice: “Tu... ti rendi inescusabile perché nel giudicare gli altri condanni te stesso facendo le medesime cose che tu condanni”.
A chi parlo Io? Ai comuni fedeli o alla parte eletta del gregge? Parlo alla parte eletta. Perché la mia parola è lievito che deve far lievitare la farina pura, la farina da ostie, perché essa farina divenga con la sua perfezione lievito nella gran massa, nella farina con buratto più o meno forte.
Quando la massaia vuole fare il suo pane, non prende già la farina impura, piena di crusca, per fare la palla di lievito, ma prende il fior della farina e la bagna d’acqua pura e la pone a fermentare, perché formi il lievito che solleverà la farina anche impura e la farà mangiabile pane. Gli azzimi erano senza lievito, ma allora era presa farina pura, da ostie, perché fossero mangiabili in piccole focacce basse e cotte al vivo fuoco.
La parte eletta del gregge dell’Agnello che è Pastore, che è Pane di Vita, che è il Signore, è la farina da ostie, di quelle ostie che in uno spiritual sacrificio, che è quello della Nuova Legge, vengono, si pongono anzi da se stesse, come un memoriale sopra l’altare, come oblazione di soavissimo odore ardente sull’altare del sacrificio (Levitico cap. II).
L’antico rito, offerto e consumato con farine o carni, si è trasportato nel nuovo, ma con forme nuove e più elette, non deponendosi sull’altare dei Cieli [altro] che i sacrifici degli uomini santi, così come sugli altari della Terra non viene consumato [altro] che la Carne e il Sangue del Dio Uomo. E questo perché il Dio Uomo sia modello agli uomini che, per ubbidienza al Vangelo, divengono uomini-dèi, e perché, fatti per la loro carità sacerdoti e vittime, possano offrire e consumare il sacrificio loro sull’universale altare dei Cieli per la gloria di Dio e la redenzione del mondo.
Questi singoli, eletti sacrifici della parte eletta del gregge, sono il lievito che solleva la massa impura della parte scadente del grande gregge e, a sua stessa insaputa, dà ad essa quel minimo di lievitazione che la formi a passabile parte del gregge.
E per questo Io parlo alla parte eletta, a quella che opera, pur essendo nascosta e apparentemente assente; e vale più il suo secreto operare di tutte le palesi azioni, talora rumorose, talaltra intransigenti, altra ancora tinte di superbia - di quella stessa superbia che corruppe il Sacerdozio, gli Scribi e i Rabbi d’Israele - di coloro che credono tutto fare e che molte volte meritano di sentirsi dire: “Tu ti rendi inescusabile perché nel giudicare gli altri condanni te stesso, facendo le medesime cose che tu condanni”.
Parlo ad essa, chiedendo espiazione, riparazione, perfezione di carità, onde almeno la parte docente del gregge di Cristo, i pastori più o meno piccoli di questo gregge, quando non sono essi stessi “parte eletta, ostia di sacrificio”, siano almeno messi fra la parte impura - fra la grande maggioranza disdicevolmente informe dei cristiani d’oggi - e la parte eletta: quella delle vittime che sono le colonne che sorreggono il tempio di Dio, il baluardo di difesa alla mia Chiesa, la scala aurea per la quale i deboli del gregge possono salire a Dio posto che non sanno volare a Lui, le lucerne che segnano la via, anzi: le stelle che indicano la via che ha fine sul cuore di Cristo.
Parlo alle anime-ostie. La Divinità ha bisogno di ostie pure, sante e fatte immacolate dalla loro carità che le purifica dalle debolezze umane. Ha bisogno di ostie. Ostie di amore in riparazione di tutte le offese fatte all’Amore. Ostie di espiazione in riparazione dei peccati del mondo. Ostie di purificazione. Il fetore dei peccati che ammorba il mondo sale verso i Cieli, tanto è vasto e potente. Purificate l’immensa cattedrale del Creato perché Dio possa ancora guardarla con pietà che salva.
E state contenti di esser chiamati, desiderati da Dio per questa funzione di ostie. Più necessari degli elementi, per il continuare della vita umana, sono i sacrifici delle anime-vittime. L’Amore ve lo dice: “Coloro che sono le vittime d’olocausto sono le legioni di arcangeli che sconfiggono le legioni dei demoni e sorreggono il mondo mantenendo ad esso propizio Iddio. Coloro che sono ostie sono i più veri imitatori di Cristo. Coloro che si sacrificano generano figli al Signore Iddio loro”.»