MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

A A A

LEZIONI SULL'EPISTOLA DI PAOLO AI ROMANI LEZIONE VII


RM-2 2-8

11 gennaio 1948


   Dice il Ss. Autore:
  «Il giudizio di Dio è secondo verità. Sia per chi è reprobo, come per chi è tiepido, come per chi arde di purissimo amore sino al sacrificio. Non il censo, o la veste, o la condizione, o la posizione, altereranno il giudizio di Dio. Non lo confonderanno i ripieghi e gli scenari messi ad ingannare gli uomini, non le ipocrisie, non gli impuri atti di bontà, di fede, di onestà, di amore.
   Le parole del Maestro sono sempre vive e giuste, sia quando dicono: “Non soltanto chi dice ‘Signore, Signore’ entrerà nel regno dei Cieli”, come quando fa il parallelo fra il pubblicano e il fariseo, sia quando dà il mirabile codice della Nuova Legge col discorso della montagna (Matteo cap. 5 - 6 - 7).
   Non c’è mutazione di Legge per mutar dei tempi. E non ci sarà diversità di giudizio, perché sempre secondo verità e giustizia Dio giudicherà.
   E più ancora sarà giudicato colui che è deputato a giudicare o si arroga il diritto di farlo. Più giudicato, perché più sarà chiesto a chi più ha conosciuto della Legge. E più giudicato perché è detto: “Non giudicate per non essere giudicati”.
   Siate piccoli! Siate piccoli, o voi che Io amo. Se lo sarete, Io vi insegnerò la Sapienza. Ve la insegnerò col mio amore. Perché, sappiatelo, la Sapienza si impara più per amore che per istruzione. Io che vi amo, voi che mi amate, siamo lume a capire le parole della Sapienza, che senza luce d’amore, ma per sola coltura, restano oscure in tutto o in parte.
   Per questo mai finirà di gridare l’Amore: “È per la carità che avrete salute e pace”. Poiché chi ha carità non disprezza le ricchezze della bontà divina, della sua pazienza e tolleranza; chi ha carità ama la penitenza, non giudica, non condanna, non dà scandalo, non diviene tiepido o freddo, o sozzo di corruzione.
   Chi ha carità disarma il cuore di Dio anche per quanto gli avviene di colpevolezza. Dio perdona a chi lo ama e gli piange in grembo, e non solo darà a ciascuno secondo le opere, sempre imperfette, dell’uomo, ma tenendo conto del suo amore che sovente è più grande della sua capacità di far bene. Anche il desiderio di perfezione sarà calcolato, quando sarà un desiderio attivo, ossia un vero desiderio che non si compie perfettamente soltanto perché la creatura non ha la capacità di compierlo.
   Dio vede. Realmente vede. E vede come può vedere Iddio perfettissimo: con perfezione che non si ferma alle apparenze. E con perfezione giudica dopo paziente attesa.»