SITO in ALLESTIMENTO
GENNAIO 1944 •
1 gennaio 1944. La scrittrice ha la gioia di contemplare il Volto di Gesù, che per oggi non le concede altro. Ella è felice e si sprofonda nello zaffiro di quegli occhi.
2 gennaio. Le è stato concesso di ammirare la somiglianza fisica e spirituale tra Gesù e il discepolo prediletto Giovanni. Gesù, dopo averle raccomandato la carità nel sopportare chi la disturba o la interrompe, commenta le somiglianze suddette e traccia un profilo spirituale di Giovanni mettendolo a confronto con quello di Giuda Iscariota. La scrittrice, che vedeva il collegio apostolico, fa una descrizione degli apostoli e infine accenna ad un sogno.
3 gennaio. Gesù è il buon Samaritano che ha pietà e cura le ferite.
4 gennaio. La Ss. Trinità di Dio, con la sua triplice prerogativa, rivela i misteri agli umili e li tiene celati ai sapienti e ai simulatori di santità. Visione di tre croci e loro significato.
5 gennaio. Commento ad una visione del beato transito di Maria Ss. e confronto con la morte estatica delle vittime.
6 gennaio. Dove è Dio là è vera potenza. L’anticarità è segno dell’assenza di Dio. Gesù ama i peccatori e vuole salvarli. Oro sono le preghiere dei santi, incenso è l’olocausto delle vittime, mirra è il disamore degli uomini.
7 gennaio. Gesù è la Parola che non muta. Confutata la teoria della reincarnazione.
8 gennaio. Il mondo nega la potenza e la presenza del demonio,
che invece è instancabile nell’agire e rende schiavi. Solo Dio può dare ciò che, con una vita retta, si chiede lecitamente. Il satanismo come religione viene contrapposto alla testimonianza che dànno i discepoli immedesimati a Gesù.
che invece è instancabile nell’agire e rende schiavi. Solo Dio può dare ciò che, con una vita retta, si chiede lecitamente. Il satanismo come religione viene contrapposto alla testimonianza che dànno i discepoli immedesimati a Gesù.
9 gennaio. Idolatria di chi adora l’errore e dà culto a Satana, respingendo le verità di Dio e facendosi giudice della Chiesa. Le anime si conquistano con la stessa arma con cui si perdono. Necessità della sofferenza per la scrittrice che si è offerta e necessità di vittime per i troppi dannati in quest’ora satanica.
10 gennaio. Lo Spirito Santo dichiara Chi è Egli nella Trinità e come opera, e ci insegna a conoscerlo e ad amarlo. Maria Ss. si rivela come Madre, che l’Amore ha fatta madre del bell’amore, e ci invita ad andare a Lei perché ci porti al Cristo. La Ss. Trinità in una visione con Maria Ss., san Giuseppe, l’Angelo custode, san Giovanni, la Chiesa trionfante, confessori, vergini e martiri, gli apostoli Pietro e Paolo, le sante Agnese, Cecilia e Teresa di Lisieux.
11 gennaio. Giovanni dice che il proprio Vangelo ripete fedelmente la Parola e associa alla propria missione quella della scrittrice. Maria Ss. dice che anelava alla verginità e spiega come rimase turbata per la scelta di uno sposo e per l’annuncio angelico. La teoria della reincarnazione, rigettata da Giovanni nel dettato che precede, viene ora confutata con irruenza da Paolo.
12 gennaio. Amare Dio è anche amare i fratelli tutti, compresi i separati per scismi e per dottrine. Molto è perdonato a chi ama e si crede nel vero pur essendo in altra religione, ma molto sarà chiesto a chi rimase sordo alla voce degli evangelizzatori. La comunione dei santi non ha limiti e la sofferenza delle anime vittime fa risuscitare i morti nello spirito.
13 gennaio. I veri seguaci di Gesù amano, come Lui, fino a dare la vita. Elenco di santi che affrontarono il martirio per amore, attingendo la forza da Gesù. Visione del martirio di Agnese.
14 gennaio. Non bisogna giudicare l’impuro che rettamente cerca Dio. Lo Spirito Santo prepara la venuta di Gesù nel cuore che ha ricevuto un seme di Verità e a quel cuore ancora pagano dà un primo battesimo con il fuoco dell’amore. Un errore nell’epigrafe per Antonia Dal Bo.
15 gennaio. Gli uomini di oggi non vogliono credere all’esistenza dell’Inferno, fino ad ammettere la salvezza di Giuda Iscariota. Come il Paradiso è fuoco di amore perfetto e come il Purgatorio è fuoco di amore purificatore, così l’Inferno è fuoco di amore offeso e gelo di odio nell’oscurità eterna. Un conforto di Giovanni apostolo alla piccola sorella che “deve restare finché Egli vuole” (Gv 21,22).
16 gennaio. Primogenito di tutte le creature è Gesù, per il quale il Padre ha creato le innumerevoli “vite”. Primo nella vita, fu anche il primo a risuscitare dalla morte, da Lui vinta e resa una benedizione per ogni uomo che muore in Lui.
17-18 gennaio. La fede è una sola ed è realtà di vita. Un figlio di Satana ora bandisce una nuova fede con una nuova croce (velata allusione ad Hitler, al nazionalsocialismo e alla svastica). Una è la Croce e uno è il Sacrificio che genera grazie e benedizioni; gli altri sacrifici sono delitti e bestemmie che dànno maledizioni. Condanna delle umane filosofie e delle dottrine che avvelenano. Invito a vivere l’Evangelo e a non separarsi dal Cristo, il cui amore supera tutto l’odio che è sulla terra.
19 gennaio. Un conforto per la scrittrice, che è stata offesa fino al punto di non poter scrivere, e una riprovazione per chi impreca pretendendo tutto da Dio e nulla da sé. Invito ad avere pietà e a pregare per la conversione di un cuore.
19 gennaio. Un conforto per la scrittrice, che è stata offesa fino al punto di non poter scrivere, e una riprovazione per chi impreca pretendendo tutto da Dio e nulla da sé. Invito ad avere pietà e a pregare per la conversione di un cuore.
20 gennaio. Gesù è il premio dato a chi persevera sino alla fine, nonostante gli scherni e le pene. Le preghiere degli oppressi per la salvezza dei loro oppressori. Visione della deposizione di Agnese, che fa seguito al martirio “visto” il giorno 13. La descrizione è ripetuta con aggiunta di particolari. La vergine Agnese, che si fa vedere con il corpo glorificato, invita la scrittrice a non guardare la sua spoglia ma a considerare la sua beatitudine.
22 gennaio. È annunciato il tema biblico della lezione dell’indomani.
23 gennaio. Michele arcangelo sarà il segno celeste nell’ultimo tempo, che vedrà il ricongiungimento di Israele al Cristo nell’unico popolo vivente in Lui. La risurrezione dei corpi per il Giudizio supremo sarà preceduta dall’ultima tremenda azione del figlio di Satana, che non riuscirà a confondere i sapienti ma colmerà di male il cuore degli empi, provocando l’abominio della desolazione per la Chiesa non più libera di celebrare il Sacrificio perpetuo. Un piccolo tempo sarà riservato ai fedeli per l’ascolto della Parola.
25 gennaio. Le quattro bestie descritte dal profeta Daniele anticipano i segni dei ministri diabolici dell’Apocalisse di Giovanni. Sono i quattro errori che precederanno la fine, i quattro orrori che partoriranno l’Orrore: l’ateismo farà dell’uomo-semidio l’uomo-animale, l’anticarità lo renderà orso, la potenza vampiro, la rivoluzione mostro che distrugge l’ordine sociale, sulle cui rovine nascerà l’Anticristo, il quale tormenterà i santi e torturerà la Chiesa fino al Giudizio. Gesù è felice di istruire la scrittrice che lo segue attenta e fiduciosa, e le raccomanda di essere fedele nel riferire per essere strumento di salvezza agli uomini.
27 gennaio. I fedeli sono come li formano i sacerdoti con il loro esempio, ma dalle chiese non si sprigiona una luce tale da penetrare nei cuori. Gli uomini dovrebbero trovare nei sacerdoti il conforto nei loro dolori e la guida nei loro smarrimenti. I sacerdoti dovrebbero aspirare a sé le anime e sacrificarsi per esse, dovrebbero essere pastori che vivono in mezzo al gregge, e invece seguono i quattro idoli adombrati in Ezechiele: la gelosia, la potenza dell’oro e dell’uomo, il senso, l’adorazione dell’oriente che sono le sètte. Guai ai sacerdoti che anticipano gli orrori dell’Anticristo.
29 gennaio. Visione della morte dell’universo e della risurrezione finale. La scrittrice spiega cosa le dice la “seconda voce”, che è una intuizione interna. Gesù commenta la visione precedente, precisando che dal momento della fine a quello del Giudizio vi sarà un tempo necessario per la purificazione dei viventi dell’ultima ora. Nota della scrittrice sulla nudità dei corpi che risorgono.
30 gennaio. Come muta l’aspetto della scrittrice quando “vede”.
31 gennaio. Il segno del Tau, croce capitozzata, è per i sudditi, mentre la croce intera, che porta in alto l’insegna del Re, è per il primogenito Figlio di Dio. Il segno che rende simili a Gesù è però inciso nell’anima e solo l’occhio di Dio lo vede. Coloro che peccarono contro la carità si presenteranno al Giudizio finale segnati dai carboni accesi (Ezechiele) della carità, che da amore diviene per essi punizione. Ai lati di Gesù Giudice saranno i quattro Evangelisti, che consumarono se stessi per portare la legge della carità nei cuori. Saremo giudicati ma anche ci giudicheremo da noi, perché ci vedremo come siamo stati.
FEBBRAIO 1944 •
3 febbraio. Gesù previene l’obiezione di certi dottori difficili e spiega in che senso bisogna interpretare una dichiarazione della scrittrice (del 30 gennaio) sul suo stato fisico quando ella “vede”.
4 febbraio. Risposta ad una obiezione di P. Migliorini sulle descrizioni che sono nell’Opera e turbamento della scrittrice. Una visione dell’apparizione della Vergine a Lourdes: insegna a fare il segno della croce e a recitare il rosario.
6 febbraio. Beati coloro che accolgono l’Acqua viva che è Gesù; ma sono evidenti i frutti delle azioni (guerriglie che poi diventano grandi assalti e massacri crudeli) che la respingono insieme con la Chiesa. Le acque nel linguaggio fiorito di Ezechiele. Bisogna ascoltare la voce di Gesù, che ha versato un balsamo nell’odierna amarezza della scrittrice.
8 febbraio. La tirannia non è forza ma è debolezza. La potenza umana può essere necessaria ma viene punita e cade se eccede, come insegna l’episodio dell’idolatria di Nabucodonosor. In esso rifulge l’eroicità dei tre giovinetti che avevano praticato la castità fin dalla gola, che spesso è fomite degli altri peccati, e avevano ottenuto il prodigio pregando nella sofferenza anziché discutendo con il tiranno. Dio non è idolo d’oro, ma è Spirito in Cielo e Carne sulla croce in Terra ed ora vivente nel Sacramento; ed è Padre che provvede e che noi non ringraziamo. Le grazie fatte alla scrittrice, che perciò è chiamata “piccolo Giovanni”.
11-12 febbraio. Una visione della Passione, dall’agonia nel Getsemani alla salita al Calvario, vista nelle prime ore del giorno, si ripete più distintamente e viene descritta. Il ricordo delle sofferenze di Gesù schianta il cuore della scrittrice.
13 febbraio. Con la visione del giorno prima, Gesù ha portato la scrittrice all’amore di compartecipazione, che è la perfezione dell’amore di fusione: glielo illustra con immagini del Cantico dei cantici. La natura del conforto angelico avuto nel Getsemani. Necessità del dolore per la scrittrice, che con esso si purifica per la missione da compiere. Si fa male a chiederle di precisare certi particolari inutili. Gesù la conforta con una Comunione mistica.
14 febbraio. La visione di un dolce incontro di Gesù con la Madre e il loro confidente colloquio nell’imminenza della Passione. Maria Ss. ha immesso la scrittrice nel suo cuore per farla capace di comprendere la voce del Figlio e le luci dello Spirito Santo.
17 febbraio. Descrizione di una visione dell’Ultima Cena.
18 febbraio. Continuazione della visione dell’11-12 febbraio, dalla salita al Calvario fino alla crocifissione e alla deposizione dalla croce.
19 febbraio. Un’altra visione sulla Passione: la chiusura del Sepolcro e il ritorno alla casa del Cenacolo, dove l’angoscia terribile di Maria Ss. viene addolcita dal lino della Veronica che porta impresso il volto ancora vivo di Gesù. febbraio. Mentre ascolta la Messa per radio, la scrittrice contempla Gesù morente in croce con ai piedi Maria Ss. e Giovanni. La visione dura tutto il giorno e neppure un bombardamento la interrompe.
21 febbraio. Ancora la visione di Gesù crocifisso con la Madre e Giovanni. Ma una voce nuova di donna trasferisce la visione nella stanza in cui le donne preparano gli unguenti per poter andare ad imbalsamare il corpo di Gesù. Maria di Magdala convince la Madre a restare e si avvia con le altre: non si può dimenticare la sua voce appassionata. Breve nota della scrittrice che ha visto la Risurrezione e breve dettato di Gesù sulla necessità di continuare a contemplare il dolore. Per far contento P. Migliorini, la scrittrice descrive la Risurrezione.
22 febbraio. Istruzioni per la compilazione di un fascicolo, che deve far contento P. Migliorini, e benedizioni per coloro che accoglieranno il dono.
26 febbraio. Gesù non interviene a punire la cattiveria dei grandi perché dovrebbe punire anche i piccoli che con le loro colpe giornaliere, in apparenza trascurabili, contribuiscono a formare i grandi mali. Invito al popolo perché torni al Signore.
27 febbraio. Il grido di Gesù non fu ascoltato dal Padre nell’ora dell’espiazione, consumata nella solitudine e nell’abbandono. Egli e il suo Precursore, arrestato due volte da Erode, la cui colpa basata sul compromesso generò le altre colpe, sono stati gli eroi della fedeltà e della verità. Noi non siamo soli a pregare il Padre se stiamo uniti a Gesù, che vuole salvarci anche con l’aiuto delle anime vittime.
28 febbraio. Presentazione dei “Vangeli della Fede”.
29 febbraio. Visione di primi martiri cristiani assembrati nel carcere Tullianum e assistiti dall’apostolo Paolo, che celebra l’Eucarestia sul corpo morente del piccolo Castulo. Gesù sprona i cristiani di ora a non temere le prove fidando nell’aiuto di Lui, che sostenne quei martiri il cui sangue fece breccia nel paganesimo, e ad attingere forza nell’Eucarestia.
MARZO 1944 •
1 marzo. Per accontentare il desiderio espresso da una persona meritevole, Gesù concede una visione che la scrittrice deve osservare e descrivere nonostante un fortissimo dolore che le parte dalla nuca e la fa svenire. Prima dello svenimento ha visto una bellissima e giovane mora, con aspetto quasi glorificato, al centro di un anfiteatro. La scena si ripresenta, quando lei rinviene, in un carcere, dove la stessa giovane sta allattando il proprio figlioletto e riceve la visita del vecchio padre, che inutilmente la scongiura di salvarsi rinunciando alla sua Fede. Entrano altri personaggi e l’azione torna nell’anfiteatro, dove avviene l’eroico e crudele martirio di Perpetua, della sua compagna Felicita e di altri quattro cristiani. A commento, Gesù rileva l’amore soprannaturale delle due donne e la pudicizia che vogliono conservare nel martirio.
2 marzo. I martiri hanno posseduto la Sapienza, capovolgendo le teorie del mondo, che non li comprendeva e rinsaldava, nel perseguitarli, la loro unione con Dio. Ma il mondo è stato salvato da loro. Anche noi, divenuti come bruti, dovremmo sforzarci di amare la Sapienza.
3 marzo. Gesù dice che la scrittrice vede i luoghi santi come erano e come non li vede chi va in Palestina, e che non può più gustare i libri che parlano di Gesù perché ora è Lui stesso che si fa conoscere. Le chiede una sofferenza oggi che è venerdì.
4 marzo. Durante la notte, tra dolori da impazzire, la scrittrice ha avuto la percezione di stare per avere due distinte visioni. Dopo le parole di conferma di Gesù, ella vede e per ubbidienza scrive prima l’episodio di Lui che cammina sulle acque (riportato nell’opera maggiore) e poi quello del martirio di santa Fenicola, che si articola in due parti. Nella prima parte Fenicola con la compagna Petronilla assiste ad una celebrazione eucaristica, al termine della quale Petronilla muore. Nella seconda parte Fenicola, dopo aver respinto il promesso sposo Flacco, subisce il martirio alla colonna e viene gettata nel Tevere. A commento, Gesù parla dei rapporti di Petronilla con l’apostolo Pietro e della sua vicenda che ha punti di contatto con la sorte della scrittrice, la quale ha qualcosa in comune anche con la martire Fenicola, allieva di Petronilla e poco conosciuta.
5 marzo. I cristiani di oggi ritengono incredibili le storie dei martiri, che invece non sono personaggi da fiaba, ma uomini e donne tornati alla somiglianza con Dio per la Grazia che facevano rivivere in loro e che tutelavano. Invito alla scrittrice a non temere nel compiere la sua missione e a restare bambina.
6 marzo. Anche Giovanni rassicura la scrittrice, che vive nella Luce come lui, perché ha la sua stessa missione di ripetere le parole che Gesù dice nella sua bontà. E la Luce si mostra in una visione paradisiaca che parola umana non può descrivere.
7 marzo. Sofferenza e gioia sono tutt’uno nella scrittrice, che deve dominarsi per non gridare ciò che sente. Gesù “Ecce Homo” la guarda e le chiede qualcosa che lei non capisce. Il dolore che viene dall’amore di compassione è il più desiderato e amato dei tesori.
8 marzo. Dio non ragiona come l’uomo, ma in maniera infinitamente più eletta. La Sapienza si effonde sugli umili rifiutati dal mondo, come erano i veggenti delle apparizioni avvenute in varie parti. Nulla è impossibile a Dio, come mostrano i suoi atti prodigiosi riferiti nell’Antico e nel Nuovo Testamento. Dobbiamo curvare la fronte e accogliere il dono per trarne frutto.
14-15 marzo. La scrittrice non ha voluto scrivere e tiene il broncio per una grazia non ottenuta. Gesù le spiega per quale motivo di amore le ha fatto conoscere la Passione della Madre e attende che lei torni al suo lavoro. Dopo una notte di agonia lei riprende a servire Gesù, che amorevolmente la riconduce alla ragione e, ad uso di coloro che non accettano le parole di strazio della Madre nella Passione, conferma che Maria Ss. ha dovuto soffrire e illustra il perché di tanto dolore.
16 marzo. Gesù, Figlio di Dio fatto Uomo, come Uomo raggiunse la perfezione con la virtù dell’obbedienza e per essa, la cui perdita era stata la perdita dell’uomo, divenne il Redentore dell’uomo. Essa non è fatta solo di grandi ore, come fu quella di Gesù, ma è fatta anche di minuscole cose di ogni ora. Per poter superare le prove dobbiamo abbandonarci a Lui. Le sue lezioni e visioni sono in rapporto con eventi che viviamo. La religione non è formalismo ma è seguire Dio e la sua Legge, è annullare l’animalità per tornare alla somiglianza con Dio. Il pane della Parola precede il pane dell’Eucarestia: guai a coloro che, dopo averlo gustato, scelgono il Male. Coloro ai quali la Parola si concede, per sopperire alle carenze sacerdotali, siano degni del dono e rinasceranno in Cielo. In un altro dettato, Gesù spiega la ragione d’essere dei conventi di clausura e invita a pregare per una serie di motivi. Infine la scrittrice esprime la propria commossa riconoscenza per essere stata ascritta al Terz’Ordine dell’Addolorata.
18 marzo. Non bisogna credere che più grande dell’altare sia l’offerta. Le azioni che offriamo sono gradite a Dio, ma quello che riceviamo da Lui è sempre una grazia, non è mai una ricompensa dovuta. Se dunque chiediamo qualcosa a Dio, dobbiamo accettare anche la sua volontà di non dare, senza stargli a ricordare la nostra offerta, che Egli non dimentica e la usa anche se così non appare.
19 marzo. Chi è prossimo alla morte sappia che la perfezione si inizia domando la carne e si compie emendando il pensiero, che è l’anima della parola. Gesù, per farci sempre più simili a Lui, vuole darci, oltre la Parola, il Pensiero celato in Essa. L’Amore che copre la moltitudine dei peccati è la più grande delle indulgenze, e ad essa segue quella di una morte rassegnata. La morte del giusto, in qualsiasi forma essa avvenga, è sempre gloria resa a Dio.
20 marzo. La scrittrice appartiene ancora di più a Maria Ss. ora che è entrata nel suo Terz’Ordine. Amare Maria è amare più facilmente Gesù, è stare con Lei ai piedi della Croce.
22 marzo. Le famiglie che si lasciano dominare dalla sensualità e dall’interesse sono origine di sciagure per loro e per la società. La dignità dei genitori viene subito dopo quella di Dio, perché Dio quasi obbedisce ogni volta che dà un’anima ad una carne concepita da loro. Gli sposi che per oneste ragioni non vogliono prole siano casti. Misere quelle famiglie che si formano senza avere il concetto della sacralità del matrimonio. Oggi non si vuol comprendere che il rispetto della Legge di Dio sarebbe benedizione per i genitori e per i figli.
23 marzo. Descrizione della resurrezione di Lazzaro in tre scene: Marta e Maria mandano a chiamare Gesù; Gesù decide di tornare in Giudea da Lazzaro che è morto; l’arrivo di Gesù a Betania e la resurrezione di Lazzaro.
25 marzo. Dio non concede il segno chiesto da chi rinnega e che non comprenderebbe alcuna sua manifestazione. Il nuovo diluvio sarà quello delle crudeltà scatenate dalle forze sataniche. Dio ha mandato la Luce, il suo Verbo, che per molti ha brillato invano, rimanendo come Maestro per quei pochi che lo amano e che avranno la Vita. Gesù come Uomo, celando i tesori della sua Sapienza, rispettò le fasi della vita umana e si cibò di burro e miele (umiltà e nascondimento) prima di diventare il Maestro pronto al Sacrificio, che gli procurò aceto e fiele. La stessa cosa Egli riceve oggi dagli uomini protervi, sui quali il Padre scaglia la sua ira, avendo misericordia solo per i figli rimasti fedeli. Malgrado la severità del dettato, la scrittrice è beata per aver riudito la voce del Padre e si addormenta sentendo la presenza di Maria Ss.
28 marzo. Il Vangelo è sempre lo stesso e non dobbiamo adattarlo ai nostri tempi e alla nostra mentalità. Seguire il Vangelo è eroismo ed è rigenerazione. Come fa l’artista quando crea un’opera, così noi dobbiamo curare i dettagli della nostra vita spirituale per farne un capolavoro. I comandi evangelici dànno la salvezza, i consigli evangelici dànno la perfezione. Il male di oggi è la mancanza di amore. Le colpe dei piccoli formano le colpe dei grandi. Un seme di amore in ogni cuore muterebbe la Terra. Dobbiamo leggere il Vangelo anche nelle sue minuzie e viverlo cominciando dall’amore.
29 marzo. Il tema della Croce, come potenza contro il Demonio, introduce una visione che si articola in tre scene. Nella prima, il giovane Cipriano tenta invano di convincere Giustina a sposarlo, facendo promesse ma anche minacciando. Nella seconda, Giustina è in preghiera nella sua camera e vince forti tentazioni aggrappandosi alla croce, mentre Cipriano, nella sua dimora, celebra un oscuro rito divinatorio. Nella terza scena i due si ritrovano, adulti, nella prigione di Antiochia in attesa del supplizio, essendo Cipriano divenuto cristiano e vescovo. A commento, Gesù riafferma la potenza della Croce e ci invita a brandirla contro le forze del male, ricordando che anche la scrittrice ha sperimentato quel potere. La visione è da includersi nei Vangeli della Fede. La Croce e il Nome di Maria sono la forza nell’ora della morte.
30 marzo. In una spelonca rocciosa Maria di Magdala sta consumando l’ultima ora della sua lunga penitenza e riceve il conforto visibile di Gesù, che rievoca l’unzione di Betania dando nel contempo alla scrittrice la facoltà di vedere la scena; e infine la Maddalena muore in un’estasi eucaristica. A commento, Gesù fa notare che Egli compensa a dismisura le anime che gli sono state generose e amanti sfidando l’incomprensione e il disprezzo del mondo; tuttavia soltanto Lui ha bevuto sino in fondo il calice del dolore e dell’espiazione.
APRILE 1944 •
7 aprile. La scrittrice riferisce di essere rimasta abbattuta da un intenso sfinimento e di aver visto solo Gesù morire sulla croce. Poi, per consolarsi, descrive nei particolari più minuti il volto di Gesù come lo ha visto la sera prima, quando le si è ripetuta la scena dell’addio alla Madre prima della Cena, e ne confronta alcuni tratti con quelli del volto di Lei. Ha desiderato Padre Migliorini in quest’ora di desolazione.
9 aprile. Gesù rimanda ai dettati sulle profezie che riguardano il tempo presente, per il quale sarebbe perfino inutile dare un segno di potenza divina. Egli trattiene ancora l’ira del Padre e chiede alla scrittrice l’obolo della sofferenza per salvare anime. Lo Spirito Santo, in questo giorno di Pasqua che è il trionfo della Carità, come il Natale ne è la più alta manifestazione, invita la scrittrice a confidare nella vittoria dell’Amore.
9-19 aprile. Note quotidiane della scrittrice sulla “sua” passione, che la tortura nell’anima e nel fisico in una desolazione tanto completa da non poter essere vinta neppure da qualche presenza celeste e dalla rilettura dei dettati. Dio l’ha abbandonata.
20 aprile. Maria Ss. le assicura la propria vicinanza in quest’ora di pianto.
21 aprile. Scomparso anche quel filo di unione.
22 aprile. Sempre desolazione.
23 aprile. Desolazione più aspra. Maria Ss. pietosa ma assente.
24 aprile. È la ribellione. La scrittrice lascia la propria casa per lo sfollamento imposto dalla guerra. Spezzata dal dolore e annullata come “portavoce”, spreme ancora una inutile preghiera.
25 aprile. Non c’è più Cielo per la scrittrice, distaccata anche da Padre Migliorini.
26 aprile. Vede un semplice crocifisso di legno. Ama sempre Gesù e deve persuadersi che Egli non l’ama più.
27 aprile. Alle sofferenze si uniscono le insofferenze per tutti e per tutto. L’isolamento della scrittrice sfollata da casa. Prega e rinnova le proprie offerte malgrado la tortura dell’assenza di Dio.
28 aprile. Sempre nelle stesse condizioni.
29 aprile. Neppure la venuta del sacerdote serve a sollevarla.
30 aprile. La Comunione la lascia arida. Sembra apparirle la Vergine, ma tornano il buio e il silenzio che la tengono da venti giorni. Interrogativi strazianti e preghiere inutili.
MAGGIO 1944 •
1 maggio. Nella sua desolazione la scrittrice ha il breve conforto della visione di san Francesco d’Assisi, che la sprona a trovare pace in tanto dolore in virtù di quella dolorosa beatitudine che è la stigmatizzazione dello spirito.
2 maggio. Le teorie sono un ostacolo a capire. Padre Migliorini non può capire che salvarsi per un puro atto di fede non è il caso della scrittrice, la quale crede per convinzione d’amore e muore nel sentire respinto dal Cielo l’amore che per lei è vita.
3 maggio. Marta è andata a Lucca per la Festa di S. Croce. La scrittrice ora non può dare a Dio altro che l’offerta farisaica del denaro, non trova conforto in nulla, teme che pregare le procuri un castigo maggiore.
4 maggio. La scrittrice ode la voce di Maria Ss., che in forza della sua maternità spirituale la difende dalla rigorosa incomprensione del fratello maggiore (Padre Migliorini?) e la invita a dormire fiduciosa sul seno di Lei per non vedere il rigore di Dio e la ferocia degli uomini.
5 maggio. Stando in grembo a Maria, la scrittrice non sente più lo strazio dell’agonia fisica, che è una bazzecola rispetto all’agonia spirituale degli ultimi venticinque giorni. L’una e l’altra ci sono ancora, ma tutto è sopportabile in pace.
6 maggio. Quasi morente dopo la Comunione, sente i lamenti disperati di Gesù nel Getsemani, ma non li scrive.
7 maggio. Si decide a scrivere quelle parole di strazio, ma Gesù le dice di farlo solo per sé.
8 maggio. Rilegge il pianto di Gesù e si stringe a Maria.
9 maggio. Il sogno indecifrabile di uno sbarco e il sentirsi come un fuscello nelle mani di Satana la portano a rifugiarsi “verso” il Cielo, non “nel” Cielo che è chiuso per lei.
10 maggio. Ha recitato il Rosario e altre preghiere mariane, ma è di nuovo l’inferno. Prega, crede e ama, ma l’abbandono di Dio è assoluto e la mancanza di un qualsiasi conforto la fa impazzire. Riceve la lettera di una fraterna amica e soffre di non averla vicina. Sente di perdersi e chiede pietà.
11 maggio. Gesù prende con la sua mano ferita la mano della scrittrice per spiegarle che gli innesti si fanno in due modi. Il primo, radicale, fa di una pianta selvatica un albero buono e fruttifero: è l’innesto della Grazia, attraverso i Sacramenti, sull’uomo macchiato dalla colpa d’origine. Se l’uomo ne fa tesoro con la sua buona volontà, riceve un secondo innesto, quello della fusione con Gesù, che è un innesto tanto più sublime ed efficace quanto più vasto è il contatto tra Ferita e ferita. Questo secondo innesto è totale sulla scrittrice, che ora Gesù vuole istruire, facendola scendere per poco dalla croce, su un punto che sta a cuore ad una persona cara. Con ricchezza di immagini, prese dal mondo della natura, Egli illustra l’espressione della lettera di Pietro sul diavolo paragonato ad un leone ruggente che cerca chi divorare. Assicura la scrittrice che nel buio della prova il Sole-Dio, per quanto si tenga nascosto, è attivo sul suo spirito perché non geli. Infine la fa tornare con pace sulla sua croce.
12 maggio. Come a Lazzaro, Gesù ordina alla scrittrice, non morta ma addormentata, di venir fuori. Ella vive perché è confitta in Lui, ma deve uscire dal suo attuale annientamento per respirare. Riprendendo l’argomento del giorno prima, Gesù completa la spiegazione sull’azione e sulla tattica di Satana e la conclude invitando a fare come fece Lui quando fu tentato. E ancora fa tornare la scrittrice al suo posto di dolore, con pace.
13 maggio. Gesù fa notare alla scrittrice che è stata saltata una parola in un dettato sulla Passione e vuole che lei vi ponga rimedio. Prevenendo le acide osservazioni dei farisei di oggi, Egli spiega come e perché viene mitigato un decreto troppo severo di Dio, con riferimento alla sua ora del Getsemani e alla presente atroce prova della scrittrice. Ai mormoratori e bestemmiatori si opponga solo il silenzio. Subito la scrittrice viene ripresa da un’ondata di disperazione, in cui Satana cerca di persuaderla che tutto è falso e che lei è pazza. Maria Ss. vuole farle comprendere le sue sette Allegrezze, che non sono amore egoistico ma sono amore perfetto, e gliele illustra. L’Amore è la parola-chiave della Teologia di Maria, la quale esorta la scrittrice ad amare e a dare lode al Signore in qualsiasi stato ella si trovi, e a perseverare. La scrittrice annota ancora la portata del tormento che ogni volta la riprende senza darle tregua.
15 maggio. La scrittrice è andata in fin di vita per una crisi cardiaca, ma è contenta per le parole della Mamma celeste. Ha deciso di far penitenza per i “disperati” e ripete le giaculatorie che le ha suggerito Padre Migliorini. Vuole tuttavia precisare che l’abbandono di Dio, come lei l’ha patito, non è nella mancanza delle manifestazioni straordinarie, mai desiderate, ma è nel sentirsi separata da Dio; e prova a spiegare che cosa significa pregare il Nulla o sentire che Dio c’è solo per maledire. Oggi sente il Paradiso intorno a sé, perciò è quieta e soprannaturalmente lieta.
16 maggio. Alla scrittrice che ha detto il Rosario meditandolo nei misteri dolorosi Gesù spiega, in risposta ad una obiezione che tutti fanno, perché Egli non ha incenerito i suoi accusatori e carnefici. Se lo avesse fatto, non avrebbe concesso a molti la possibilità di salvarsi; così come non avrebbe fatto un bene alla scrittrice se le avesse levato la vita quando lei glielo chiedeva nella disperazione. Sarebbe invece un bene se lei morisse ora che ha vinto Satana grazie alla volontà di tenere legata a Gesù la parte più santa del suo spirito. Nell’ora della sua Passione, dunque, Gesù ha salvato con la Pietà prima di salvare con il Sangue, perché Egli ha amato come solo Lui poteva amare.
17 maggio. La felicità della scrittrice che rivede Gesù dopo quaranta giorni di tortura.
18 maggio. La scrittrice ha la vista intellettuale del Sangue divino, che un numero sterminato di angeli adoranti stendono sulla Terra sotto forma di un immenso drappo di porpora. Gesù vuol parlare del Sangue anche se oggi si commemora la sua Ascensione, perché è il suo Sangue a far rivivere la scrittrice dopo i quaranta giorni di separazione da Lui. In effetti il Sangue divino non cessa di effondersi sulla Terra ad opera degli angeli, che giubilando lo adorano per i giusti, sperando lo adorano per i non cristiani, piangendo lo adorano per i peccatori che non sono più figli di Dio. La Messa ripete tre fatti della vita di Gesù: l’Incarnazione nella Consacrazione (per le mani di un vergine, come dovrebbe essere ogni sacerdote), la Crocifissione nella Elevazione, l’Ascensione della consumazione delle Specie. È sempre l’Amore che opera. La scrittrice mediti la Messa, contempli il Sangue di Cristo e lodi il Signore consolandosi dopo tanto dolore.
20 maggio. Come aveva fatto per le sette Allegrezze, Maria Ss. illustra ora i suoi sette Dolori, mostrando che ciascuno di essi non fu soltanto un male per Lei, ma rifletteva anche il dolore per le nostre ferite spirituali che Ella, come Madre di tutti i credenti, portava in sé. Ecco perché le sette spade sono sempre e ancora nel suo cuore.
21 maggio. Il mondo perseguita i “portavoce” e odia e accusa i prediletti di Gesù come ha fatto con Gesù stesso. Ma essi sono amati, ringraziati, benedetti e compensati dal Trino Iddio. Gesù ha bisogno della pena della scrittrice.
22 maggio. Facendo osservare una frase che nella Genesi si ripete sei volte, Gesù vuole mostrare che da Dio vengono solo cose buone. Alla scrittrice, perché stia in pace, vengono date le regole per distinguere quando un dolore viene da Dio, quando è permesso da Lui e quando, invece, viene dal Male.
23 maggio. Dio mette alla prova, ma non impone un sacrificio superiore a ciò che è giusto. La buona volontà che tiene pronti all’obbedienza è più penosa del sacrificio che si consuma. Perciò è bontà del Signore nascondere il futuro, che a Gesù come Uomo fu sempre noto, poiché era la Grande Vittima, ma che alle altre vittime viene illuminato quando è il momento. Dio premia il suo fedele come fece con Abramo.
24 maggio. Una Legge e un Patto scritti su una Carne con un Sangue sono conservati sempre vivi in un Tabernacolo, che dà testimonianza dell’onnipresenza di Dio in ogni angolo della Terra. Eppure i fedeli diventano idolatri come al tempo di Mosè. Ognuno purifichi se stesso per fare in modo che la Terra, contaminato altare, sia risantificata nel dolore e nell’amore.
25 maggio. Per suggerimento dello Spirito Santo, la scrittrice fa le sue giornaliere penitenze prima di accingersi a descrivere l’ineffabile visione avuta la sera prima; e il solo ricordo beatifico della visione le annulla la sensibilità corporale, facendole capire perché i martiri sorridevano nel subire i supplizi orrendi. Quindi descrive la visione del Paradiso, con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, il quale fa di Maria Ss. la Sede dell’Amore; e poi gli angeli e i beati; e infine la creazione delle anime per i corpi concepiti e il giudizio delle anime che tornano al termine della vita terrena. Comprende che il Paradiso è Amore e che tutto è fatto per l’Amore, e benedice l’Amore. La scrittrice ha voluto poi confrontare questa visione con la precedente descritta il 10 gennaio e non vi ha trovato discordanze. A commento, Gesù dice che in Paradiso vi sono unicamente i “vivi” per spirito di Giustizia e di Carità.
26 maggio. Riprendendo un’espressione di Isaia, lo Spirito Santo celebra il tesoro del Pane e del Vino che levano ogni fame e ogni sete. Il Pane è la Carne nata nel seno verginale di Maria e il Vino è il Sangue la cui sorgente è nel suo Cuore immacolato. Tesoro donato dall’Amore, come Verbo incarnato non si è risparmiato nel redimere e come Cibo ci attende sempre per corroborarci.
27 maggio. Gesù invita la scrittrice a conversare con il Maestro suo in questa vigilia di Pentecoste, poiché la Sapienza non si comunica ai giganti della scienza o del potere, i quali possono meritare la predilezione del Signore solo con una vita retta.
28 maggio. Nel giorno di Pentecoste la scrittrice vede e descrive la Discesa dello Spirito Santo su Maria Ss. e sugli Apostoli riuniti nel Cenacolo.
29 maggio. La scrittrice può bere l’amore direttamente dal petto squarciato di Gesù, che la conforta assicurandole che il suo soffrire vale più di ogni altra cosa. Quindi le dà il programma di sofferenza per ogni giorno della settimana. I primi tre giorni sono di penitenza per il Sacerdozio e per tutti i consacrati. I sacerdoti sono gli elementi vitali per la massa dei fedeli, e la vista del loro esercito pieno di ignavi e di disertori scatena in Gesù una severa invettiva. Il mercoledì è per i fratelli disperati, veri poveri, soli e malati. Il giovedì è per gli idolatri, inclusi coloro che ancora non conoscono Gesù e la sua Chiesa o che si sono staccati da essa, e coloro che hanno il culto della ragione o del sentimento. Il venerdì è per le anime purganti, perché siano presto introdotte nella beatitudine. Il sabato è il giorno della Mamma, alla quale siano offerte le sofferenze per i peccatori. Non resta alcun giorno per la scrittrice, alla quale pensano Gesù e la Mamma.
30 maggio. Partendo da una frase che la scrittrice ha letto nel libro di Giuditta, Gesù spiega che quando si persegue un retto fine diventano buone quelle cose che in genere possono indurre a peccare, come la bellezza fisica, un convito, il contatto con impuri e il rapporto con i peccatori. Bisogna amare il prossimo, anche se è malvagio, e chiedere aiuto a Dio, come fece Giuditta, per avere fermezza e forza contro ogni tipo di tiranno.
31 maggio. Alla scrittrice che aveva visto di colore diverso tra loro le anime che venivano create nel Paradiso, Gesù spiega che Dio Creatore, come ha regolato l’universo in un’armonia di leggi, così provvede ad un ordine nell’umanità dando alle anime facoltà e temperamenti diversi. L’uomo, invece, non ubbidisce all’ordine messo da Dio, così come non osserva i suoi comandamenti, e in tal modo crea il disordine.
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