Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola
"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)
Dice il Dolce Ospite (dal 7 marzo lo Spirito Santo vuole che io lo chiami così):
«Nell’ultima lezione per voi, uomini, e specie uomini preposti all’insegnamento della Verità e a quello della conoscenza dell’essenza di Dio, ossia della Carità, senza la quale nel cuore non siete suoi figli, Io ho parlato della scienza vera e della scienza non vera, non completamente vera, perché spazia in plaghe di sapere umano. La vera scienza supera queste plaghe basse, misere, ristrette, relative, e si lancia, freccia d’oro ardente, oltre ciò che è umanità, incontro agli Eterni Veri che sono la vera scienza o, con più giusto nome, la vera Sapienza.
La vera Sapienza si trova nel luminoso e ardente centro che è la Carità. Non è nel sapere molto di opere umane, e soprattutto non è nel discutere molto in lunghe, pedanti, scribaiche dispute teologiche, che si acquista la vera Sapienza, ossia la vera conoscenza di ciò che è Dio, di ciò che vuole Dio, di ciò che si deve fare per possedere in eterno Dio. Ma è nell’amare molto.
Colui che perfettamente ama, perfettamente nella relatività dell’uomo - ma è amare perfettamente se amate con tutte le vostre forze - infonde la perfezione non solo nel suo spirito ma anche nel suo intelletto.
Perché una intelligenza illuminata dalla carità è intelligenza perfetta. E intelligenza perfetta è intelligenza sopraumana, ossia intelligenza sapiente di quella scienza vera, che non ebbe bisogno di libri e di studi per essere nell’uomo, di quella scienza vera che Adamo ed Eva ebbero infusa, proporzionata al loro stato, nell’albore beato, puro, perfetto, dei primi giorni dell’Umanità, quella scienza vera che Dio infuse direttamente alla creatura fatta a sua immagine e somiglianza. E un dato di questa divina immagine e somiglianza è questa scienza del Vero eterno che Dio possiede senza misura, e che l’uomo doveva possedere nella misura a lui sufficiente e che lo doveva guidare in tutte le sue opere e rapporti fatti per amore a Dio, al prossimo e alle creature inferiori.
Io, Carità e Sapienza, dico a voi: meno scienza e più amore, e possederete la Sapienza.
Volere spiegare con scienza umana il mistero di Dio ed i meravigliosi processi della Creazione, della evoluzione, della trasformazione delle cose create, è follia che degenera poi in eresia. Non si può spiegare l’origine del finito che contemplando con amore, ossia con fede - ché la fede non è mai disgiunta dall’amore - l’Infinito.
La Fede illumina la Scienza e l’aiuta a comprendere. È come il latte materno che fa dell’infante un essere sempre più formato. Ma come non potrebbe un neonato sostenere e nutrire la madre e neppure un adulto, così non può la scienza nutrire e aiutare la Fede. Perché Fede è Religione, e la Religione permette alla creatura, intelligente ma limitata, di comprendere il sopraintelligibile e l’infinito.
E se scienza è sufficiente per conoscere le nozioni finite, Sapienza - ossia Fede e Amore - è indispensabile per conoscere le Verità eccelse. Nel credere è luce. Nell’analizzare per comprendere, disputare e accettare il mistero, perché investigato come un medico o un avvocato investigano su una malattia fisica o su una lesione morale, è creare tenebre e gelo.
La Fede non è contraria alla Scienza. Anzi la scienza umana dalla Religione trova aiuto a spiegarsi e a raggiungere le scoperte e le leggi del Creato. Ma mentre una scienza umana senza aiuto della Religione deve necessariamente cadere nell’errore, la Religione, anche senza aiuto della scienza, conduce alla Verità e alla conoscenza delle verità essenziali.
Quando poi non le leggi naturali e i fatti naturali sono le cose investigate unicamente con scienza umana, ma si vogliono spiegare e investigare i misteri soprannaturali - Dio, che all’uomo è sempre mistero - allora più che all’errore si giunge alla negazione.
La ragione, questa grande cosa che distingue l’uomo dal bruto, è grande se la si paragona all’istinto, unica luce degli esseri inferiori; ma è piccola, piccola, piccola cosa se si cimenta nell’investigazione di ciò che è Dio. E la ragione, se è umile, cade in ossequio davanti all’Incomprensibile, Infinito Iddio, gridando: “Credo! Per capirti credo, e la fede nella tua Rivelazione mi è luce, mi è alimento per ‘vivere’. Vivere di Te, in Te, con Te, per venire a Te e conoscerti quale sarà dato di conoscerti ai giusti, viventi nel tuo celeste Regno”.
Né idealismo né positivismo spiegano Dio, la Creazione, la seconda vita, né servono a leggere le risposte ai “perché” scientifici scritte nei corpi umani, sulle pagine dei firmamenti, negli strati terrestri. Non spiegano Dio, la Creazione, la seconda vita, né la superbia della mente, che da sé vuol capire ciò che è superiore a umana ragione, né l’ignoranza, o la semi-ignoranza, che crede di sapere e di poter giudicare di ciò che, senza il mio lume, non possono giudicare e sapere, in modo da giudicare giustamente, neppure quelli che sono chiamati i dottori nella religione.
Ma tutto spiega la Carità. Perché unisce a Dio e mette Dio in voi, Ospite e Maestro. Per questo è giusta verità il detto che “veri teologi sono coloro che sono condotti dallo Spirito Santo, ossia dall’Amore”.»