AGOSTO • SETTEMBRE • OTTOBRE • NOVEMBRE • DICEMBRE
MARZO 1949 •
2 marzo 1949. “Quest’anno ti darò un parallelo fra la mia e la tua Passione”, è la promessa di Gesù.
30 marzo 1949. Gesù vuole trasfondere la propria forza alla scrittrice perché resti a Lui fedele in qualcosa di grave che sta per accadere: glielo dice correndo affannosamente verso di lei e stringendole le mani. La luce crepuscolare della visione viene interpretata dalla scrittrice come segno di sventura per lei e per l’opera, ma Egli risponde che “può anche significare principio d’alba”. — Segue un lungo “dettato” di Gesù, che fa il parallelo tra le due Passioni, del Cristo e del piccolo cristo, della grande Vittima e della piccola vittima: “Vieni, ché lo riviviamo insieme. E vedrai che tu sei lo specchio fedele del tuo Gesù”. Il parallelo inizia dalla nascita e dall’infanzia, passa attraverso le tentazioni e ogni sorta di contrasti con nemici, falsi amici e traditori, considera i pochi amici e arriva agli antefatti della Passione vera e propria con la rinnovata triplice tentazione e con una severa condanna delle azioni (non tanto esposte quanto commentate) dei Servi di Maria, ai quali si sono sostituiti dei “laici” nel riprendere il progetto della pubblicazione dell’Opera. La vera, grande Passione si apre sulle colpe del Sacerdozio e continua con le accuse e gli inganni dei falsi giudici per arrivare alla croce e al sepolcro: quest’ultimo è momentaneo per il Cristo, non è vero sepolcro per la scrittrice dallo spirito fedele, e non ci sarà per l’Opera. Gesù esorta infine la scrittrice a continuare ad offrirsi ed a pregare dalla sua croce.
APRILE 1949 •
27 aprile 1949. Gesù torna dopo lunga assenza e si pone come a guardia: “C’è bisogno di vegliare molto”.
MAGGIO 1949 •
7–8 maggio 1949. Poco prima della riunione, presso la scrittrice, dei soci della casa editrice, Gesù dà qualche istruzione in merito e Maria Ss. di Fatima si mostra con sguardo maternamente afflitto.
12 maggio 1949. Il S. Rosario detto con la Madonna. Le corone si profumano del suo profumo.
13–15 maggio 1949. La Madonna di Fatima in abito di penitenza e con un libro in mano: “Guardo ad un servo di mio Figlio in una cella d’Ungheria. Ma più grande è la mia afflizione per altri cuori di consacrati che sono tribolati dalla loro mala volontà”. Deterge dalla polvere il libro che ha in mano e piange.
17 maggio 1949. Prima Gesù nella figura dell’Ecce Homo: “Essi mi impongono nuovamente la croce”; poi Maria Ss. di Fatima, molto addolorata e piangente: “Amami e consolami di chi è figlio prodigo che lascia di abitare nel cuore della Madre”.
19 maggio 1949. Ancora la Vergine afflitta.
20 maggio 1949. Le dice il Signore che la Sindone, per chi sa vedere, testimonia anche di come Egli fu concepito e nacque non secondo le leggi dell’umanità.
25 maggio 1949. Gesù la consola con tale tenerezza da farle presagire nuove croci. Gioia e pena si scontrano nel cuore della scrittrice.
26 maggio 1949. Dinanzi allo straordinario amore di Gesù che vuole confortarla, la scrittrice si sprofonda nella contrizione per tutte le proprie miserie passate e presenti, tanto da ritenere di esserne assolta se morisse dopo un così pieno e perfetto pentimento. Presa poi dal timore di avere avuto un pensiero di superbia, la soccorre Gesù dettandole una preghiera all’infinita Misericordia.
31 maggio – 1 giugno 1949. La scrittrice ha passato la notte contemplando Maria Ss., fulgentissima in alto, e parlando degli “amici romani e non amici” con Gesù che è stato accanto al suo letto.
GIUGNO 1949 •
2–3 giugno 1949. Nella notte un forte dolore al costato sinistro.
3 giugno 1949. Gesù rinnova il miracolo del dissetarla del suo Sangue e dell’immergerla nel fuoco del suo Cuore. Viene Maria Ss. a spiegarle perché si mostra in abito di penitenza, e termina chiedendo di essere salutata con il nuovo titolo di “Maria Immacolata vittima trafitta dai peccati del mondo”.
LUGLIO 1949 •
26–30 luglio 1949. La Madonna non ha più il manto grigio, è fulgida e sorridente.
AGOSTO 1949 •
2 agosto 1949. In alcune immagini che le vengono portate la scrittrice vede la “sua” Madonna, quale la vede da anni e quale mai aveva trovato somigliante nelle immagini.
15 agosto 1949. Le dice Gesù: “Solo la Madre mia seppe tutto di Me. Gli evangelisti seppero poco di Me e quasi nulla di mia Madre. Solo tu sai tutto di Me e di Maria. Solo una conoscenza ampia di Me può salvare”. E la invita alla contemplazione e alla comprensione: “Ripara al troppo poco considerato dolore di Maria, Corredentrice, col tuo comprensivo amore”.
16 agosto 1949. Gesù si mostra severo contro coloro che dicono: “Se è opera di Dio, Dio ci penserà e la farà trionfare”. Egli ha dato tutte le prove attraverso la scrittrice, che resta ubbidiente e umile, che non può consultare libri e non ha una cultura tale da poter scrivere quelle pagine, nelle quali peraltro non vi sono errori. Non resterebbe altro da fare a Gesù che far operare il tremendo Dio del Sinai. L’opera è dono dello Spirito, che viene a dire agli uomini le sue verità contro le dottrine infernali. (La scrittrice annota che il “dettato” è a seguito di uno scritto di P. Cordovani sulla necessità di far conoscere la teologia anche ai laici). — Gesù ripete con più dolcezza le sue ragioni rivolgendosi alla scrittrice: “Ai tuoi e miei veri amici dirai di non dire mai più quella frase. Essi la dicono senza malizia. Ma mi addolora ugualmente”. La verità, che va detta, è che l’opera non può trionfare perché gli uomini, ancora una volta, non vogliono Gesù, che ne prova dolore.
SETTEMBRE 1949 •
5 settembre 1949. Stanca di dover sempre lottare contro i nemici dell’Opera, la scrittrice viene richiamata da Gesù alla sua offerta di immolazione, che ella conferma: “Voglio amarti e soffrire per darti anime e farti contento”. E Gesù le ricorda che l’amore nell’offerta delle sofferenze vale più di mille preghiere.
8 settembre 1949. Gesù spiega il significato della sua frase: “Diverse sono in Cielo le dimore del Padre mio” e colloca i suoi “portavoce” tra gli evangelizzatori e martiri. Spiega anche il significato delle dodici porte e dei dodici fondamenti della Gerusalemme celeste, nella quale si entra per mezzo del dolore. La scrittrice appartiene al fondamento d’ametista. Segnata dal Sangue di Cristo che salva, ella segnerà delle sue lacrime il cuore dei suoi crocifissori.
11 settembre 1949. Per poter amare tutto il prossimo la scrittrice deve vedere Gesù in ognuno. Ma come si fa a vederlo in chi è l’opposto di Lui? Si articola così un dialogo tra Gesù e la scrittrice per introdurre una lezione di Gesù, che inizia con il paragone dell’Eucaristia, dove Egli è presente sotto un’apparenza di poco conto. Allo stesso modo bisogna vedere Lui sotto l’imperfetta materia degli uomini, che possono avere Gesù in loro come morto ma sempre pronto a risorgere, oppure nascosto ma pronto ad apparire, oppure in modo instabile come avviene in certi sentimentalisti che si infiammano e si spengono con altrettanta facilità, mentre l’unica strada è quella del Vangelo vissuto, che insegna l’amore e il sacrificio. La scrittrice deve vedere Gesù in tutti, deve amare tutti e deve amare Gesù per tutti.
OTTOBRE 1949 •
4 ottobre 1949. La scrittrice vede la mamma tra le fiamme del Purgatorio e dialoga con lei, che ha espiato le colpe della mente e del cuore e sta finendo di espiare quelle meno gravi della parte inferiore. Apprende altre verità sui purganti ed è contenta per la prossima liberazione della mamma, mentre si rattrista nel sapere che il papà deve restare ancora nel Purgatorio.
NOVEMBRE 1949 •
21 novembre 1949. Gesù richiama alcuni passi nei quali aveva previsto e predetto ciò che sta accadendo per l’Opera, i cui amici sono diventati nemici dopo essere stati provati nella loro superbia. Ora nella casa di Betania restano solo Maria che contempla, e che è anche Lazzaro nel soffrire, e Marta che serve. Tutto in Maria ripete ciò che è stato per Gesù, dalle incomprensioni alla solitudine, ma sempre le resta Gesù, che è l’Amico delle grandi anime solitarie. Sarà vano per gli altri chiamarlo, perché essi preferirono le voci della carne e non usarono giustizia e carità per la scrittrice, serva innocente di Lui. — Gesù paragona ai propri crocifissori, che lo sfidavano a scendere dalla croce per salvarsi, coloro che scaricano su Dio la responsabilità della salvezza dell’Opera, e soprattutto ricorda ai sacerdoti che Dio agisce se essi agiscono.
DICEMBRE 1949 •