Somma_47 - SPIRITUALITÀ

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SITO in ALLESTIMENTO


GENNAIO 1947 •

5 gennaio 1947. La scrittrice riepiloga le vicende che hanno portato alla conversione di Guido Mencarini dopo la nascita della figlia Maria Cristina.

7 gennaio 1947. La gioia delle lezioni segrete, che non deve scrivere.

19 gennaio 1947. Dopo un’introduzione sull’importanza dei Sacerdoti, della Messa, dell’Eucaristia e degli insegnamenti del Vangelo, Gesù applica un significato nuovo all’episodio delle nozze di Cana, spiegando come esso contenga, in germe, il miracolo ultimo dell’Uomo-Dio: l’Eucaristia.

28 gennaio 1947. Appunti in margine all’Opera. Partendo dalla creazione dell’uomo e dalle conseguenze della sua caduta nella colpa originale, Gesù illustra il cosiddetto “ricordo delle anime”, dono della misericordia divina che permette all’uomo di riscoprire la propria origine. — Richiamando punti precisi dell’Opera, contestati dai dotti, Gesù chiarisce e giustifica i concetti della generazione o creazione delle anime, del giudizio che subiscono e della perfezione cui sono chiamate per la loro natura spirituale, fino all’unione con Dio che le ispira e le fa suoi strumenti, come è il caso della scrittrice, la cui Opera non è un libro canonico ma è un libro sicuramente ispirato. Torna a parlare del “ricordo delle anime” con più ampiezza e completezza; e termina invitando i Servi di Maria ad amare non la scienza ma il “fanciullo” che Egli ha preso per collocarlo tra loro.

31 gennaio 1947. Appunti in margine all’Opera. Precisazione sul tempo di tre mesi che Maria Ss. trascorse presso Elisabetta. — Nulla da aggiungere alle chiare lezioni sul peccato originale. — Per accontentare Padre Berti, una precisazione sul Limbo e sulla discesa di Gesù agli Inferi.



FEBBRAIO 1947 •

18 febbraio 1947. Appunti in margine all’Opera. Sempre per rispondere alle obbiezioni mosse all’Opera, ritenute riprovevoli soprattutto in questo caso, Gesù dà ampie e profonde spiegazioni sulla differenza tra la tentazione e il peccato, sulle tentazioni che Egli subì come Uomo senza però cedere ad esse, non avendo mai acconsentito al peccato, e sulla propria natura di Dio e di Uomo di poco inferiore agli angeli. Riprendendo il tema del peccato originale, ne espone i vari aspetti e fa un paragone tra i Progenitori e Lui nella tentazione all’impurità, che precedette le altre, per ribadire di non avere mai peccato. Ammonisce: “Rileggete con cuor puro e pensiero senza preconcetti, dopo questa mia lezione, gli episodi che impugnate come sconvenienti, e ditemi se potete ancora dirli tali”.

28 febbraio 1947. Appunti in margine all’Opera. Precisazione sul numero dei santi Innocenti.


MARZO 1947 •

16 marzo 1947. Una gioia che dura da tre giorni: Gesù le fa bere il Sangue dalla ferita del Cuore aperto e l’avvolge di fiamme ristoratrici. “Questo mio fuoco è di carità perfettissima. È il fuoco che Io serbo per te. Questo ti darò in premio sinché vivi sulla Terra. Dopo sarà l’unione perfetta”. Il giorno 14 c’è stata una sua promessa che terminava con le parole: “Ti smemorerò del mondo nel mio amore”.


APRILE 1947 •

1 aprile 1947. La scrittrice trascrive alcune frasi della promessa che Gesù le ha fatto il 14 marzo e che lei ha riferito il giorno 16. — Prima del silenzio del Venerdì Santo, Gesù parla alle anime che soffrono la loro piccola Passione istruendole sul modo di imitare Lui nella sua grande Passione e raccomandando loro di farlo sempre, come piccoli Cristi circondati da discepoli e avversati dal mondo.

2 aprile 1947. Appunti in margine all’Opera. Gesù spiega e giustifica l’espressione che definisce l’anima “particella di Dio”, da non confondere con la dottrina eretica del panteismo. — Nota della scrittrice sulla critica mossa da Padre Migliorini, che vorrebbe far correggere quell’espressione come se fosse eretica.

6 aprile 1947. Gesù nel giorno di Pasqua: “Stiamo insieme, Ostia con ostia”.

7 aprile 1947. Ai fiori che attirano le api Gesù paragona le anime vittime che attirano quanti cercano Lui, che vive in loro. La scrittrice deve lasciare fuori i curiosi e accogliere i bisognosi per affidarli a Lui docilmente, senza insuperbire.

8 aprile 1947. Per ordine del Signore la scrittrice annota l’evidente e provata grazia spirituale ottenuta per un giovane morto di cancro nella pace di Dio.

10 aprile 1947. L’opera dell’Evangelo, che Gesù ha dato, dà la conoscenza perfetta di Lui e rivive nella memoria della scrittrice.

18 aprile 1947. Mentre medita sull’Eucaristia e sull’abisso di umiltà e di amore di Gesù nel comunicarsi a noi in tale forma, la scrittrice chiede: “Se l’uomo non avesse peccato, ci sarebbe stata una così intima e reale comunione fra Dio e l’uomo?”. Il Signore risponde: “Non comunione particolare del Verbo incarnato ai suoi fedeli, ma comunione totale con la Ss. Trinità avreste avuto”; e spiega quale grado di perfezione avrebbe potuto raggiungere l’uomo se fosse rimasto innocente.

21–24 aprile 1947. “Il profumo del giglio dei campi”…

28 aprile 1947. Divine carezze e parole dopo la fine dell’Opera.

MAGGIO 1947 •

5 maggio 1947. La scrittrice dice il rosario con Maria Ss., che ad ogni “Ave” lascia cadere una rosa sul mondo.

8 maggio 1947. Maria Ss. di Fatima illustra i frutti di grazie di un Rosario ben detto e raccomanda alle anime predilette di fare la volontà di Dio con gioia. — La scrittrice nota la differenza tra la Madonna di Fatima, “più nostra, più Mamma” perché “guarda la povera Terra”, e la Madonna di Lourdes che guarda il Cielo.

9 maggio 1947. Una lezione segreta su un capitolo dell’Imitazione di Cristo toglie alla scrittrice ogni dubbio sulla possibilità che lei sia stata “portavoce”.

14 maggio 1947. In una lezione d’amore Gesù dice che il Vino eucaristico è il suo Sangue insieme con il pianto amoroso delle anime-vittime, il cui martirio d’amore cominciò ad essere alimentato dall’acqua uscita dal suo Costato. La scrittrice è presente in tutte le Messe che vengono celebrate e offerte ogni giorno.

16 maggio 1947. Giovanni fu l’apostolo che ha amato più di ogni altro, Giuda di Keriot l’apostolo che Gesù ha amato più di tutti. L’amore di Gesù per Giuda è il più perfetto e il più meritorio, ed è l’amore che Egli vuole nella scrittrice per coloro che la odiano. L’amore non va mai perduto e l’amore per il “prossimo” non deve fare distinzioni. La figura di Giuda, ampiamente svelata nell’Opera, è per i maestri di spirito, perché possano imitare il Maestro nell’amore perfetto. — La scrittrice ha la visione del Cuore immacolato di Maria e ne ha la comprensione per una lezione dello Spirito Santo, che lo celebra come purissima sorgente del Cuore e del Sangue dell’incarnato Verbo. Se l’uomo ne accogliesse la luce paradisiaca sarebbe la salvezza del mondo.

17 maggio 1947. Breve lezione dello Spirito Santo sull’anima: più è figlia di Dio e più è sollecita a seguire i consigli dello Spirito.

22 maggio 1947. Le viene portata un’infante di cinque mesi che sgambetta beata nella sua nudità innocente; e Gesù le fa capire che la sofferenza del pudore è una conseguenza del peccato originale.

23 maggio 1947. Gesù paragona la scrittrice alla roccia dell’Oreb: deve custodire l’acqua per darla a chi ha sete del Signore.

30 maggio 1947. Dice Gesù: “Tutte le cose create da Dio sono buone, ma il disordine le fa divenire non buone. La ragione di ogni male sta nella mancanza della fedeltà alla Legge di Dio”.

GIUGNO 1947 •

13 giugno 1947. La scrittrice, dopo aver ricevuto una lezione su un versetto del libro dei Proverbi: “Signore, io ti ringrazio di avere scelto il mio nulla e ti prego di mantenermi nella mia semplicità di fanciullo ignorante”.

15 giugno 1947. Pur soffrendo atrocemente nel fisico, la scrittrice ha la grande gioia di contemplare il Regno di Dio sperimentato nel cuore. Perché venga il suo Regno bisogna fare la sua Volontà.

29 giugno 1947. Annota una “sublime gioia”.

LUGLIO 1947 •

16 luglio 1947. Azaria: “La missione dell’Angelo Custode cessa alla morte del peccatore impenitente, ma continua per coloro che dalla Terra passano al Purgatorio per espiare e purificarsi, e termina quando può salire con loro al Cielo. Dio è contento che nella tua casa ci sia ora un altro Custode a vegliare su un’anima testé creata”.

24 luglio 1947. “Dio è sempre Amore, anche quando rimprovera. Chi dice che Dio è terribile non lo conosce o mente”. Sono parole di conforto di Gesù alla scrittrice, che ha ricevuto una minacciosa lettera di Padre Migliorini.

27 luglio 1947. Una lezione di Gesù mentre la scrittrice ascolta la Messa per radio: “Sul Calvario il Sacerdote ero Io, ma solo in senso mistico. I sacerdoti reali furono gli ebrei immolatori e i romani, gli uni e gli altri peccatori bisognosi di salvezza e simbolo del mio popolo universale. Ma la luce penetrò nei militi pagani, ubbidienti agli ordini, e non nei sacerdoti e farisei, ubbidienti al proprio egoistico odio. Occorre pregare perché abbiano la stessa sorte i pagani di ora e non l’abbiano i sacerdoti di ora, cioè tutti i cattolici”. Gesù, che ha parlato dall’alto della croce, invita la scrittrice a ristorarsi nel suo amore contro l’odio del mondo e, facendola beata del suo abbraccio, aggiunge una lezione: “La potenza di Dio sa usare a fini di bene le persone e cose meno meritevoli e la sapienza di Dio può, di persone e cose meschine, fare strumenti di grazia”.

AGOSTO 1947 •

10 agosto 1947. Consolazioni di san Lorenzo.

20 agosto 1947. Azaria riprende la sua lezione sugli Angeli Custodi per illustrare la loro azione presso Dio e presso gli uomini, i quali saprebbero come comportarsi con il prossimo se fossero consapevoli che ad ogni loro atto assistono come testimoni l’angelo proprio e quello dell’altro.

29 agosto 1947. La vendetta di Dio è il perdono. Se Gesù avesse punito i suoi offensori sarebbe stato un uomo potente. Perdonandoli, è stato Dio. Lo dice Gesù alla scrittrice per invitarla a fare altrettanto.

SETTEMBRE 1947 •

6 settembre 1947. I dieci comandamenti iniziano con quelli dedicati al culto di Dio perché Dio è al vertice di ogni perfezione. Tuttavia, se l’uomo dovesse rendersi “giusto” in tutte le cose della Terra prima di potersi volgere al Cielo, non darebbe mai a Dio culto e onore. Perciò, come spiega Gesù, la paternità di Dio ha voluto comandare all’uomo di far precedere l’amore a Lui, così da fortificare lo spirito contro le debolezze della carne e poter amare il prossimo, come prescrivono gli altri comandamenti.

14 settembre 1947. Sono voci di Dio quelle della sacra Scrittura e le altre sparse nei secoli. Queste, compresa la scrittrice, non possono gloriarsi delle parole che scrivono per una bontà del Signore.

17 settembre 1947. Il Battesimo ci innesta nella vita di Cristo, ma la sua azione vivificante è nulla se non perseveriamo nella fede. Divenendo cristiani veri non dobbiamo più temere il mondo e le sue potenze.

19 settembre 1947. Gesù ordina alla scrittrice ciò che deve fare subito per gli scritti e vuole ubbidienza anche dal Priore Generale dei Servi di Maria: “Si impegni alla tutela dell’Opera e di te”.

22 settembre 1947. Timori e dubbi della scrittrice nei riguardi dei Servi di Maria. Ma Gesù insiste…

24 settembre 1947. Gesù dice alla scrittrice di usare i mezzi straordinari solo quando le vengono negati quelli ordinari e di non abusare della pietà che Egli ha per le sue “fami insaziate dagli uomini”.

25 settembre 1947. L’olio usato dai discepoli era solo curativo per il corpo. Solo dopo l’istituzione del Sacramento l’olio ebbe il potere di guarire l’anima. È già detto nell’Opera, ma Gesù lo ripete per chi ha fatto domande in proposito.

30 settembre 1947. In merito alla bellezza stilistica dell’Opera: “Se Io ti avessi dato soltanto pagine letterariamente belle, non ti avrei dato nulla. Ma in esse è la mia Sapienza, la mia Verità, la mia Carità”. Gesù parla anche del genio dell’uomo, segno che egli è stato creato da Dio, e dei Vangeli, che sono una riduzione di quanto Egli ha detto e fatto: “Se al piccolo Giovanni ho voluto dare un aumento di conoscenza di Me e del mio insegnamento, perché dovrebbe questo farvi increduli e duri?”.

OTTOBRE 1947 •

7 ottobre 1947. Visione della gloriosissima Maria nel Cielo. L’Eterno Padre la indica come “Madre della Parola che è Vangelo”, e la scrittrice si perde estatica nel contemplarla.

12-13 ottobre 1947. Maria Ss. di Fatima la sprona a pregare molto con il rosario e dice che l’Opera è gloria di suo Figlio e salute per tanti.

15 ottobre 1947. Maria Ss. benedice le corone e raccomanda “fedeltà alla recita quotidiana del rosario”.

17 ottobre 1947. Per dare pace alla scrittrice, che si accora delle proprie miserie, Gesù le spiega che Egli usa per il bene anche le imperfezioni e gli immancabili cedimenti di quelle anime che vogliono amarlo con tutte le loro capacità: “Ma non sapete, anime mie, che quando non c’è volontà di offendermi, ma solo di onorarmi, non si pecca?”.

19 ottobre 1947. Dopo essere stata per un giorno intero con la visione mentale di una zona ben conosciuta di Roma, a sera la scrittrice si bèa della presenza di Maria Santissima. Segue l’apparizione dell’arcangelo Michele, che con voce potente indica nella Vergine “l’arme da opporre al gran Serpente che avanza”, e poi dell’arcangelo Gabriele, che venera con canto e incenso la sua Regina, “medicina a tutte le malattie che uccidono gli spiriti”. Gioia, ma anche angoscia per le parole profetiche.

23 ottobre 1947. “La Sapienza infinita amerebbe che la celebrazione della Assunzione gloriosa di mia Madre al Cielo desse uno speciale carattere al prossimo Anno Santo”. Lo dice Gesù, che richiamando le profezie dell’Apocalisse auspica “l’ora del trionfo della Donna” e conclude: “Se sentiranno Me nelle parole dell’Opera, comunicherai queste altre parole a Colui che sai”.

24 ottobre 1947. Visione della Ss. Trinità sotto forma di un triangolo con al centro Maria Santissima. La voce dell’Eterno Padre: “Così è Maria in Noi. Al potere e sapere di Maria tutto l’Amore si dona, tutta la Sapienza si rivela, tutto il Potere si piega a concedere”. La scrittrice descrive come può la visione, ma non riesce a comunicare con parole ciò che essa le ha fatto capire.

28 ottobre 1947. Gioia soprannaturale della scrittrice che accoglie in grembo Gesù Neonato e suo amore compassionevole nell’avere in grembo Gesù Morto: “Non sono degna di questi divini favori”.

30 ottobre 1947. La scrittrice si stupisce per la concomitanza delle “voci” sul potere di Maria Ss. nella nostra salvezza ed è dispiaciuta per aver saputo che Padre Migliorini continua a diffondere gli scritti imprudentemente. Poi riferisce il dialogo avuto con una donna non praticante, prossima ad essere madre, e chiede a Gesù di avere pietà per questa “analfabeta della religione”. E Gesù le risponde: “Lo farò. Non è colpa sua. Ma tu sarai invece giudicata severamente, perché hai avuto l’istruzione religiosa perfetta direttamente dal Verbo di Dio”. Ma poi le dà pace con l’assicurazione che sarà perdonata per avere molto amato.

31 ottobre 1947. Severa risposta di Gesù ad una lettera di Padre Migliorini, sostituito con un altro sacerdote nella direzione spirituale della scrittrice, la quale nel suo calvario non ha avuto il Cireneo che almeno dette un sollievo a Gesù. La scrittrice è incerta se trasmettere un “dettato” tanto duro e Gesù la lascia libera, ma esige che lei non distrugga mai queste parole e le sottoponga a Padre Berti, chiamato “Isacco”.
NOVEMBRE 1947 •

1 novembre 1947. Gesù assicura alla scrittrice, con le parole dell’arcangelo Gabriele al profeta Daniele, il premio di “coloro che insegnarono la giustizia alla moltitudine”.

4 novembre 1947. Alla scrittrice, che teme di ricevere altre obiezioni in merito ai “dettati” sul peccato originale, Gesù risponde che in questo secolo di razionalismo e incredulità non si può continuare a parlare solo con figure e simboli. La favoletta del pomo non è accolta dai maestri, che perciò la insegnano male, indebolendo la fede sulla colpa d’origine e sulle verità che da essa derivano. La verità sincera sul primo peccato, così come è detta nell’Opera, è per i maestri, che devono trasmetterne la luce alle folle.

9 novembre 1947. Con la visione (avuta il 24 ottobre) di Maria Ss. contenuta nella Trinità, il Signore ha voluto far capire alla scrittrice il senso dell’apparizione alle Tre Fontane, dove Maria si è presentata come Regina della Rivelazione. Glielo dice Azaria.

17 novembre 1947. Viene Gesù dopo giorni di assenza: “Le tue malattie sono tuoi doni d’amore”; e la scrittrice annota il motivo dell’assenza e della spiegazione sulle malattie.

18 novembre 1947. “Sei stata il mio rondinino” dice Gesù alla scrittrice, che ha orientato il suo primo volo d’anima verso il dolore della Vittima ed è arrivata ai grandi voli, sorretta dall’amore. Dopo le parole di Gesù lei si abbandona alla gioia delle divine carezze.

25 novembre 1947. L’Eterno Padre condanna con durezza chi osa penetrare nel mistero di Dio, dove Lui solo regna e agisce, e dà questa regola alla scrittrice: “Abbandona il tuo corpo alle indagini degli uomini, ma tieni chiusi i cancelli del tuo spirito”. Lei ne rimane intimorita: “Nelle tue mani, Signore, affido l’Opera, che è tua, e il mistero dell’anima mia”.



DICEMBRE 1947 •

1 dicembre 1947. Come non sbagliò l’apostolo Paolo parlando di una prossima fine del mondo, così non sbaglia la scrittrice che trascrive le parole dell’Amore. Lo dice Gesù per rassicurare e dare pace.

6 dicembre 1947. Mentre assicura che l’Opera è fedele al pensiero divino, Gesù mostra con ampie spiegazioni che le aggiunte e le correzioni della scrittrice sono prova dei suoi limiti umani e delle condizioni in cui scriveva. Egli sente sdegno di coloro che offendono l’Amore non riconoscendo le sue parole e perseguitando il suo strumento.

7 dicembre 1947. Tre voci profetiche sull’Acqua viva: tra la prima del tempo antico (Isaia) e la terza del tempo ultimo (Apocalisse) è quella di Gesù (dal Vangelo di Giovanni). Gesù-Parola sostiene tutte le verità dei profeti come l’asse traversa della croce sosteneva tutto il corpo di Gesù-Redentore. L’Acqua viva non si acquista con le monete della scienza, ma è data gratuitamente a chi ne ha sete. Lo assicura Gesù alla scrittrice, che è povera di se stessa ma è ricca di Lui per l’amore: “Tutto ti è dato di quanto ti invidiano coloro che con le molte monete del loro sapere non possono comperare ciò che a te è dato gratuitamente”. — Gesù ha poi aggiunto “qualcosa su S. Ambrogio” che lei non ha potuto scrivere, tranne qualche concetto che ricorda per cenni.

8 dicembre 1947. La scrittrice si rammarica di non poter vedere la processione dell’Immacolata, ma Maria Ss. viene, viva e vera, a procurarle “una delle estasi più forti e più complete”. Lei la venera a lungo e prega in sua presenza.

25 dicembre 1947. Un Natale con cinque “doni” promessi da Maria Ss. alla scrittrice, che però ha anche il dolore di ascoltare delle offese blasfeme alla divina maternità di Lei.

28 dicembre 1947. Maria Ss. si fa vedere (e descrivere) come era nella sua vita terrena e poi si trasfigura per apparire come è in Cielo e come si è mostrata a Lourdes e a Fatima. Dice alla scrittrice di essere stata ritratta fedelmente nell’Annunciata di Firenze e le spiega perché il Cornacchiola l’ha vista in modo diverso nell’apparizione di Roma. La consola con materni abbracci e, con un bacio sulla fronte, le imprime il segno dell’innocenza, recuperata attraverso la grande tribolazione.

29 dicembre 1947. Viene ancora una volta Maria Ss. al posto di Gesù, spiegando che Egli è severo con molti: “È mio compito trattenere la folgore delle sue parole per pietà verso i carnefici e le vittime”. Poi invita la scrittrice a compatire chi non crede alla divina Maternità: “Solo chi si è tuffato nel mio Candore e lo ha assorbito e fatto sua vita e vista, solo costui può capire e credere. Tu puoi perché del mio Candore ti sei fatta vista e vita”.

31 dicembre 1947. La scrittrice vuole chiudere l’anno parlando di Maria Ss., che a Natale le ha fatto molti doni: ne considera due come i più grandi. Fatta questa annotazione, vuole commentare il fascicolo, che ha letto, sull’apparizione della Madonna alle Tre Fontane, a Roma. Le sue considerazioni riguardano la personalità del veggente Cornacchiola, le modalità dell’apparizione, la descrizione che il veggente fa della Vergine, il primo suo impulso dopo il fatto, il significato di un segno, il modo di capire e di ricordare nel veggente, il titolo di “Vergine della Rivelazione”, la raccomandazione di pregare per l’unità dei cristiani, la conversione subitanea di lui. Tutto è confrontato (e giustificato nelle difformità) con se stessa, con le proprie esperienze di vita e mistiche, con la propria missione. Unico dato negativo è la statua realizzata per effigiare la Vergine apparsa al Cornacchiola.
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