Somma_46 - SPIRITUALITÀ

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GENNAIO 1946 •

1 gennaio 1946. “La Vita pubblica deve essere stampata integralmente, non deve mai essere spezzettata”. È il primo consiglio dell’anno nuovo, cui Gesù aggiunge la benedizione “sulle vostre opere, fatiche, sofferenze…”.

3 gennaio 1946. Visione di un chiostro con una statuetta di Gesù Bambino, che si anima e parla: “Mi scaldi i piedini con un bacio? Sono il Bambino della piccola Teresa di Lisieux”.

4 gennaio 1946. Pietro apostolo per Padre Migliorini: “Veglia, perché Satana ti gira intorno”. — Riappare il Bambino del chiostro di Lisieux che, oltre a farsi scaldare di nuovo i piedini, si fa aiutare a reggere il globo del mondo.

6 gennaio 1946. Maria Ss. le affida un poco Gesù Bambino, che resta con lei tutta la mattina dandole tanta pace.

7 gennaio 1946. Per suor Teresa Cherubina una parabola sul fiore trapiantato, che deve insegnarle il distacco dalla radichetta dell’orgoglio. — Parole di amore di Gesù per le suore di quel monastero e per la loro Priora.

9 gennaio 1946. L’interno ammonitore le fa scrivere che è necessario avere dei testimoni e dà consigli in merito concludendo: “Ho ripetuto quanto disse il Signore e l’ho ampliato per ordine suo”. La scrittrice spiega che il “dettato” amplia una risposta (non potuta scrivere) di Gesù ad alcune domande che lei si era poste. — Una “voce” le illustra l’azione dell’amore che riaccende la perfezione come il soffio sulla brace, e infine si presenta: è la beata Giulia Della Rena. — Il Signore in merito al caso di Antonio Raffaelli: “Dove manca amore e umiltà prospera Satana, e poco fanno gli aiuti”. — La scrittrice vuole sapere la differenza tra il Raffaelli e Dora, e Gesù spiega che entrambi sono presi da due forze opposte, ma che solo Dora ha la volontà, almeno per ora, di essere di una sola di esse, quella buona.

11 gennaio 1946. Una lettera del cugino Giuseppe rafforza le voci che mettono in guardia sul caso di Dora. La scrittrice ne è angosciata, esprime le sue paure e supplica il Padre Migliorini a non voler nuocere all’Opera seguendo il caso molto dubbio di quella donna.

13 gennaio 1946. La scrittrice vorrebbe mandare al cugino Giuseppe un ritaglio di giornale che riporta un riprovevole fatto di cronaca che riguarda l’occultismo; ma il suo interno ammonitore le dice di non farlo.

15 gennaio 1946. Dopo aver detto le sue preghiere quotidiane, la scrittrice vede l’angelo custode, che le dice di chiamarsi Azaria. Lo descrive e cerca perfino di disegnarne la veste. D’ora in poi l’interno ammonitore avrà un nome: Azaria.

20 gennaio 1946. Alla scrittrice che contempla la figura morale di Gesù Cristo parla Azaria: “Gesù è il Compendio dell’amore dei Tre. Non poté comprenderlo Lucifero, che era spirito buono ma non ‘tutto amore’, giacché è la misura dell’amore ciò che dà la misura della perfezione”. — La scrittrice si pone degli interrogativi e Azaria risponde spiegando come poterono peccare gli angeli e come nacque il Male.

21 gennaio 1946. Gesù ammonisce e istruisce in merito all’Opera, raccomandando che sia sempre in ordine la sua trascrizione, spiegando perché a volte Egli dà gli episodi in modo saltuario, confermando che la scrittrice non potrebbe fare nulla da sé, insegnando a distinguere le manifestazioni soprannaturali di origine divina da quelle di provenienza satanica e illustrando le differenti ripercussioni nei soggetti che le ricevono.

22 gennaio 1946. Riprende a scrivere l’opera sull’Evangelo.

28–29 gennaio 1946. Le dice Azaria: “Non devi chiamare tremendi i dolori che ti vengono da Dio e che sono compartecipazione alla Redenzione di Cristo”.



FEBBRAIO 1946 •

2 febbraio 1946. Descrive un’apparizione di S. Teresa del Bambino Gesù, che risponde ad alcune sue riflessioni sulle meschinità delle monache: “Sono appesantimenti dell’amore, smania disordinata di fare. Le mie consorelle abbiano un’ubbidienza ariosa, non da schiave, ma da spose-regine”. E porta l’esempio della biblica Ester e quello della propria formazione nel Carmelo di Lisieux.

8 febbraio 1946. Le appare la dolce figura del santo papa Pio X, che le parla alla buona con espressioni del dialetto veneto, la conforta e benedice: “Continua per la tua via, la piase al Signor. Nutriti di Eucarestia e sii semplice come un putelo”.

9 febbraio 1946. La singolare visione di un giovane Servita, sconosciuto alla scrittrice, in estasi dinanzi a Maria Vergine.

10 febbraio 1946. Padre Migliorini le porta un libretto con l’effigie di Fra Venanzio M. Quadri, nel quale lei riconosce il giovane santo Servita “visto” il giorno avanti. — Prima di trascrivere, per ordine del Signore, il suo atto di offerta e altri componimenti di pietà “che hanno preparato lo stato attuale”, ne fa una breve cronistoria. Seguono: l’atto di offerta di vittima alla Giustizia e all’Amore, due coroncini alle Cinque Piaghe, un coroncino per ottenere rassegnazione, una preghiera per l’ora della morte, una preghiera a san Francesco e il “calendario mistico” della scrittrice dalla nascita “fino ad oggi”. — Trascrive la risposta di Giuseppe Belfanti al “dettato” per lui dell’ottobre 1944. — In ultimo trascrive l’inno all’amore e al dolore del Venerdì Santo 1934.

11 febbraio 1946. Gesù per le “ragazze di Narni” citando passi del Vangelo: “Non è questo il modo con cui si risponde all’amore di Dio. Il vento delle contrarietà vi raffredda. Voi chiudete la piccola porta e aprite la porta larga”; e parole di conforto per “Emma e Pia” che hanno sofferto per causa loro.

14 febbraio 1946. La voce spirituale di Azaria le suggerisce di chiedere un’attestazione al suo medico che abbia valore di testimonianza, e la scrittrice trova una piena disponibilità nel medico curante che l’ha appena visitata.

15 febbraio 1946. Gesù le spiega perché la sta spingendo a farsi conoscere dopo tanto nascondimento: “Gli spiriti retti rifuggono dalle esibizioni; ma siano noti ai migliori quando i cercatori impuri li dicono pazzi e mentitori”. Deve farlo la scrittrice ora che si avvicina per lei il pieno possesso di Dio con un martirio crescente.

17 febbraio 1946. Gesù alla scrittrice: “Le tue preghiere d’amore hanno più valore delle visioni e dei dettati, perché sono come una prova d’esame”.

20 febbraio 1946. L’angelo Azaria: “Padre Migliorini dica a Dora di non ripetere mai più un sotterfugio come quello usato col Vescovo. Chi è chiamato a speciali amicizie deve essere uno specchio terso”. — L’arcangelo Raffaele, apparso nella sua dolce bellezza: “Ho chiesto al mio Signore di portarti con me, per farti fare il viaggio di Tobia. Tanto ti piace di vedere! Vieni con me”. La scrittrice diventa così spettatrice del viaggio di Tobia accompagnato da Azaria, e lo descrive e rielabora sulla traccia del racconto biblico fino alle nozze di Tobia con Sara di Raguele. Infine torna a parlare Raffaele: “Tobia ebbe più del desiderato perché fu ubbidiente e fedele”, e accenna ad un’anima tormentata che non ha la sommissione di Tobia. — La scrittrice annota di aver dovuto abbreviare la parte finale della visione a causa di una visita e di averne sofferto. Inoltre l’arcangelo le ha raccomandato di non mandare la visione a Dora, la quale “non deve avere canovacci disegnati per tesservi sopra il suo filo”.

23 febbraio 1946. Attraendola contro il proprio petto, Gesù consola la scrittrice del dolore che ella prova per le anime che mancano. Poi detta per Padre Migliorini: “Perché mi rimproveri di non essere stato più chiaro? Non lo sai che Io sono Carità?”, e gli illustra la propria condotta d’amore verso buoni e non buoni per cercare di salvarli tutti. “Come puoi dire che non ti ho consigliato per Dora?”, e gli ricorda i consigli dati in merito. “Può ben decadere un’anima che non corrisponde pienamente al suo ministero”, e cita Ezechiele sui falsi profeti. Alla voce di Gesù si è sostituita, ad un certo punto, quella dell’Eterno Padre. — La scrittrice contempla l’arcangelo Raffaele e si perde nel soprannaturale ricordo di aver voluto sempre amare. Infine lo supplica di andare da Dora, anima sola di cui ha pietà “con spasimo di sorella”.

24 febbraio 1946. Si è addormentata quando l’arcangelo Raffaele era ancora con lei.

25 febbraio 1946. Al risveglio del mattino è già presente l’arcangelo Raffaele, che sorridendo la invita ad iniziare il lavoro malgrado la stanchezza. — Viene Aglae per confortare e incoraggiare una sorella che soffre, come lei in vita, le tentazioni della carne: “Le parlo attraverso te che mi hai vista nell’abiezione e nella redenzione e che potrai ora dire di avermi vista nella gloria”. La venuta di Aglae le era stata annunciata dall’interno ammonitore.


MARZO 1946 •

5 marzo 1946. Come deve comportarsi con Padre Mariano? Gesù le risponde: “Secondo verità. Non è mai lecito dire menzogna”.

8 marzo 1946. Come è pesante la croce di tante pene spirituali! E Gesù: “Ti resto sempre Io per sorreggerti”.

9 marzo 1946. Dal libro dei Giudici e dal libro di Ester una lezione di Gesù a coloro che non si accontentano dei doni ricevuti ma cercano di più, lasciandosi sedurre da ciò che è falso. È per Padre Migliorini, che inseguiva il clamoroso caso di Dora Barsottelli.

12 marzo 1946. Una condanna dell’Opera sarebbe scandalosa per tanti e un danno spirituale per il cugino Giuseppe, appena convertito. È questo lo spasimo della scrittrice, che Azaria conforta inducendola a leggere alcuni passi di Ezechiele.

13 marzo 1946. Confida a Gesù, divinamente presente, le proprie ansie del giorno avanti, aggiungendo il timore di perdersi e di perderlo. “Le anime vittime non si perdono mai” è la risposta che la conforta. Più tardi riceve una reliquia di S. Teresa d’Avila e una fotografia di Pio X.

14 marzo 1946. Un compleanno pieno di ansie. Ma la confortano la Presenza Ss. e poi l’apparizione di S. Teresina e quella del suo Gesù Bambino del chiostro di Lisieux.

15 marzo 1946. Il Carmelo di Lisieux si mette in preghiera per la scrittrice, che dal canto suo chiede a Dio di non farla peccare di dubbio nel caso di una condanna e di superbia nel caso di un’approvazione. E prega anche per Dora.

17 marzo 1946. L’amarezza di una notizia portata da Padre Migliorini (il suo trasferimento a Roma) e le dolcezze di una preghiera esaudita e della prova che l’Opera viene da Dio. Un conforto le viene dal libro di Isaia.

18 marzo 1946. Ricorda l’aiuto ricevuto, a suo tempo, dall’Estrema Unzione, che raccomanda per tutti i malati gravi, e insiste sulla discrezione che si deve avere per lei e per gli scritti, secondo le ripetute raccomandazioni del Signore.

19 marzo 1946. A Padre Migliorini, che deve partire, chiede di provvedere a darle un altro buon Direttore ed espone situazioni e stati d’animo provocati dalla decisione dei Superiori di trasferirlo a Roma. La scrittrice comprende ora la previdenza di certe disposizioni che Gesù le ha dato.

20 marzo 1946. Nella partenza di Padre Migliorini non c’è una diversa volontà di Dio, ma solo la volontà di Dio che si ubbidisca. Glielo dice Gesù: “Io ti volevo qui. Va’ tranquillo perché sei nella mia Grazia. Ti benedico”. — La scrittrice unisce la sua parola a quella del Signore per attestare il ruolo decisivo che Padre Migliorini ha avuto presso di lei e per ringraziarlo di tutto. — Maria Ss. e S. Giuseppe uniscono la loro benedizione per “Romualdo e Maria”, che si sottomettono a quanto Dio permette che si faccia di loro.

21 marzo 1946. Gesù vuole tranquillizzare Padre Migliorini sulla vicenda di Emma Federici, della quale tratteggia la personalità di suora che non si era staccata del tutto dal mondo.

24 marzo 1946. Un angelo spiritualizzato, che non è Azaria, conforta con la sua presenza la scrittrice. — L’arcangelo Gabriele, alla presenza di Azaria, le fa conoscere un tremendo segreto e le ordina di non rivelarlo.


APRILE 1946 •

1 aprile 1946. Gesù rimprovera la scrittrice per aver giudicato di dover essere affidata, dopo la partenza di Padre Migliorini, ad un Direttore diverso da quello designato dal Signore. “Sono proprio i giovani sacerdoti”, aggiunge, “quelli che vanno nutriti di soprannaturale, per superare e neutralizzare i veleni del mondo razionalista”. La Madre sua “li ama senza misura”. Quanto a Padre Migliorini, trasmetta queste parole ai Superiori, non sparga a Roma gli scritti come fece a Viareggio, stia tranquillo e ubbidisca. — La scrittrice sente il bisogno di annotare il suo stato d’animo di questi giorni: al posto del temuto sconforto è venuta una grande pace. È Dio che opera in lei, che è consapevole della propria miseria.

7 aprile 1946. Svegliatasi da un dolce sonno, nel quale sognava un prato con un alto muro alzato a difesa, Gesù le dice di essere vicino alle anime vittime perché tengano sempre gli occhi fissi allo “scopo” della loro immolazione; e spiega: “Il mondo e Satana potranno odiarti ma fino al limite che Io ho messo, alto, insuperabile come il muro da te visto nel sogno. Il prato lo abbiamo fatto Io e te insieme. Io con le parole, tu con le ubbidienze. Quando sarai assorbita nel luogo dell’eterna pace ti ricorderanno gli uomini buoni. Gli altri resteranno tenebre”. — La scrittrice annota il proprio tormento nel constatare le disubbidienze di chi ha dato in mano di tutti le parole di Dio.

18 aprile 1946. Gesù spiega perché Maria Ss. e l’apostolo Giovanni furono i più perfetti spiriti eucaristici. — La scrittrice può riprendere le penitenze giornaliere, che Gesù le aveva levate per il suo stato, e le offre per Padre Migliorini, dal quale ha ricevuto un rimprovero. Soffre per le dicerie riferite dalla sorella del Parroco.

19 aprile 1946. Il ricordo di tre memorabili Venerdì Santi.

20 aprile 1946. Nel giorno del Sabato Santo il Risorto spiega le ragioni del suo perdono all’adultera, ai crocifissori e ai grandi peccatori, perché si capisca il suo comportamento verso certe anime che la scrittrice e altri vicini a lei conoscono. Egli è la Misericordia, l’Amore, il Perdono, la Compassione. Per redimere i peccatori bisogna usare i suoi stessi mezzi: preghiera, sofferenza e soprattutto amore. — La scrittrice ha ricevuto un altro rimprovero da Padre Migliorini, ma preferisce rispondere con il silenzio. Dato che egli non la capisce più, ci pensi Gesù a far brillare la verità.

MAGGIO 1946 •

3 maggio 1946. La voce immateriale dello Spirito Santo dice alla scrittrice che Egli è su lei per darle forza e pace. Mai assente “presso le agonie e i sacrifici di quelli che lavorano per la gloria di Dio e la redenzione delle anime”, Egli era presso il Verbo immolato, abbandonato dal Padre ma non dallo Spirito, che era il Sacerdote che offriva la Vittima. La scrittrice spiega che il “breve e letificante dettato dello Spirito Santo” è venuto in risposta ad una sua intima domanda sul perché di tanta gioia spirituale insieme con tanto dolore fisico e morale.

5 maggio 1946. Una benedizione dell’Eterno.

13 maggio 1946. Maria Ss. di Fatima raccomanda a tre “figlie dilettissime” di avere la semplicità d’anima dei pastorelli veggenti, di elevarsi ad imitare Lei e di essere unite alla scrittrice, che è nel suo cuore. Possa Lei scendere nei loro cuori per ammaestrarli ad accettare il divino Volere. — La sera avanti si era mostrata, bellissima, alla scrittrice e l’aveva benedetta.

16 maggio 1946. Vede la propria mamma, mesta ma pacificata, e riferisce il colloquio avuto con lei, che sta imparando ad amare nell’espiazione del Purgatorio. Vorrebbe conoscere la sorte del padre, ma la mamma scompare senza rispondere alle ultime domande della figlia, che si addormenta dolcemente dopo aver pregato per lei.

21 maggio 1946. Gesù le detta la risposta ad una lettera di Padre Migliorini citando passi del Vangelo e concludendo che “molti sono coloro che ai Cristi e alle loro missioni oppongono ciò che opposero le città di Palestina al loro Salvatore e Maestro”.

26 maggio 1946. Le appare la Vergine in uno splendido candore e la scrittrice resta per ore a venerarla senza dirle nulla. Confortata da tanta pace, si chiede infine “quale castigo avranno quelli che turbano gli spiriti dedicati tutti al servizio del Signore”. E la Madre Purissima le risponde spiegando il significato di una visione in cui era apparsa piangente in veste di Servita: “Mio Figlio ti aveva messa sotto la tutela dei Servi di Maria. Ti proteggevo sotto il manto perché vedevo che troppo si contravveniva ai decreti del mio Gesù sull’Opera, sullo strumento e sul modo di tutelare quella e questo. Sei respinta come lo ero io quando portavo la Parola che il mondo non vuole accogliere. Non ti affliggere. Agli occhi di Dio sei giustificata”.

28 maggio 1946. Azaria le detta una breve e precisa risposta ad un’altra lettera di Padre Migliorini.

GIUGNO 1946 •

1 giugno 1946. La preghiera allo Spirito Santo può precedere quella al Sacro Cuore, perché è stato lo Spirito a formare quel Cuore, di cui è l’Ospite eletto. Lo spiega alla scrittrice lo stesso Spirito Paraclito, che celebra il Cuore di Gesù, “formato dai fuochi della Carità e dai gigli della Purissima”. In Esso è racchiuso l’amore perfetto e da Esso è scaturito tutto: ubbidienza, resistenza alle tentazioni, buona volontà, generosità, perdono, sapienza, sacrificio.

2 giugno 1946. Da Azaria un suggerimento per Padre Mariano. — Dalla Divinità l’esortazione a non esigere dal “giglio che si immola” altro che l’amore perfetto. — Il Signore si rivolge all’intero Ordine dei Servi di Maria per dare precise istruzioni sul modo di proteggere e tutelare l’Opera e sovvenire la scrittrice, che ad esso sono state affidate.

17 giugno 1946. Amareggiata e sconvolta dal comportamento degli uomini, che la rende dubbiosa sul Signore che detta e che però non tutela i suoi dettati, la scuote una forte rassicurazione di Gesù: “Sono Io. Come ne puoi dubitare?”.

20 giugno 1946. Nella festa del Corpus Domini un dolcissimo canto, pura melodia, le fa comprendere cosa è l’Eucaristia per coloro che abitano i Cieli.

LUGLIO 1946 •

12 luglio 1946. La scrittrice è privata della S. Comunione per ordine del Priore Generale dei Servi di Maria. Tremendo il suo dolore e consolanti le parole di Gesù: “L’amore mio entri in te a darti ciò che ti è stato negato”. I manoscritti devono tornare a lei per ordine di Gesù, che si fa severo: “Non posso non castigare quanto si fa allo spirito tuo, e più ancora a Me, negandoci di unirci nel Sacramento”. — La scrittrice annota di aver ricevuto tre lettere.

14 luglio 1946. Gesù dà un’Ora di preparazione alla morte commentando per i morenti sette espressioni dette nella Passione o quando era sulla Croce: 1. Padre mio, se è possibile passi da me questo calice; 2. Padre, perdona loro; 3. Ecco tuo figlio; 4. Ricòrdati di me; 5. Dio mio, perché mi hai abbandonato?; 6. Ho sete; 7. Tutto è compiuto. “Spirare con questa elevazione fatta viva nel cuore è spirare nel bacio di Dio”. — Come la scrittrice ha ricevuto e scritto il dettato sulla preparazione alla morte.

AGOSTO 1946 •

20 agosto 1946. La scrittrice avrebbe preferito, sull’esempio di S. Teresina, cose piccole e adeguate alla propria debolezza. Le appare la santa carmelitana e la rassicura: “Lo straordinario non ti nuocerà. Resterai sempre un fanciullo che fa semplicemente la volontà di Dio”; e l’abbraccia dandole amore e pace.

SETTEMBRE 1946 •

25 settembre 1946. Una direzione non scritta in merito all’Opera.

28 settembre 1946. Spiegazione segreta in merito a Satana che cerca di impedire i dettati sul Vangelo di S. Giovanni.

OTTOBRE 1946 •

5 ottobre 1946. Elevazione non scritta sulle meraviglie della Creazione.

6-7 ottobre 1946. In un’agonia fisica respinge l’Avversario che vuole spaventarla per l’ora della morte.

12 ottobre 1946. All’insinuazione di Satana che ella soffrirà non trovando in Cielo i genitori risponde che non si soffre quando si gode Dio.

13 ottobre 1946. Lezione segreta sul merito di un infermo nel sopportare il pensiero di essere di peso ad altri. — Spiegazione sulle ragioni delle lezioni segrete. — Si abbatte su di lei una delle ore di amore divino fra le più violente. Inutilmente lei chiede: “Non a me. A loro. Perché ti amino”. Gesù vuole essere consolato in lei, che deve amare “anche per loro”, come Egli amò i suoi carnefici: smisuratamente. La portata universale di tanto amore.

24 ottobre 1946. S. Raffaele arcangelo: “Cammina sempre sulle rive del fiume della Grazia, sotto il sole della Carità, sui campi della Speranza, cogliendo i fiori della Fede. È la stessa via per cui ho condotto Tobiolo”.
NOVEMBRE 1946 •

24 novembre 1946. Visione di un carcere dove vengono portati dei cristiani dai corpi orrendamente straziati e mutilati. Lasciati in quel luogo, cercano di soccorrersi a vicenda e dai loro discorsi, pieni di fede, si comprende quale martirio hanno subìto nel circo ad opera di belve. Un prete di nome Cleto li esorta e incoraggia, quantunque sventrato, mentre si prepara per i non morenti il martirio del fuoco. Due soldati romani, conquistati dall’eroismo dei martiri cristiani, che indicano nell’Eucaristia la fonte della loro forza, si fanno battezzare dal vecchio Cleto, prima che muoia, e vanno anch’essi al martirio.

DICEMBRE 1946 •

8 dicembre 1946. Vede passare la processione dell’Immacolata. La venera, ma quel simulacro è ben diverso dalla Vergine che lei vede.

14 dicembre 1946. I contrasti con i Servi di Maria la portano a dubitare che il Signore le parli. E Gesù: “Se anche fossi tu a parlare, è perché ascolti Me che sono in te. Procedi e perdona. Essi non vedono i divini contatti del Sole-Dio con la vetta del tuo spirito”. Le illustra lo stato dell’anima che si dona alla Sapienza e le offre il proprio amore come rifugio dalle incomprensioni.

25 dicembre 1946. Gesù illustra l’amore dei pastori della Natività per dirci come dobbiamo amarlo nella semplicità, che ha più valore della scienza. — La Madre Ss. insegna alle figlie, sul proprio esempio, sette pratiche per poter portare nel cuore il Cristo.

30 dicembre 1946. Ad alcuni interrogativi che la scrittrice si pone in merito alla notizia del ritrovamento di scheletri di uomo-scimmia, Gesù risponde illustrando un passo della Genesi: “Adamo ed Eva avevano mancato al primo dei comandi, quello dell’amore a Dio, ma non al secondo, quello verso il proprio prossimo. Caino peccò contro l’amore di Dio e contro l’amore di prossimo. Se il primo peccato ha fatto di tanto decadere l’uomo, che avrà prodotto di decadenza il secondo? Dove l’uomo non ha più anima viva, è l’uomo-bruto”. Gesù avrebbe trattato più ampiamente l’argomento e avrebbe svelato altri grandi misteri se negli scritti avessero riconosciuto la sua voce.
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