MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DAL 1945 AL 1950 CAPITOLO 567


26 maggio 1946

   Domenica 5° dopo Pasqua

   La spiegazione di Azaria, che certo verrà, è preceduta in questa domenica dal sorriso della Vergine Immacolata, perché [appare] in tale veste bianca come nelle apparizioni di Lourdes e Fatima ma senza fascia azzurra o cordone dorato: un semplice cordone bianco come la veste gliela tiene raccolta alla cintura e il dolce oro dei capelli appare perché non ha né velo, né manto. È la Soave bianco-vestita come lo era sovente nelle estati a Nazaret. Solo che ora la sua veste è splendida più di tutte le stoffe terrene e pare di un lino veramente ultraterreno. È da ieri sera che mi conforta e sorride, e nei miei dolori che mi impediscono ogni sonno — che sarebbe evasione per qualche ora dai troppi crucci che mi opprimono — la ritrovo sempre presente ad ogni uscire dal dormiveglia interrotto, che è l'unico riposo della carne stanca, sfinita, e che non può veramente riposare in un vero sonno. Il suo candore, l'emanazione candida del suo Corpo glorificato e l'inesprimibile espressione del suo Volto raggiano come stella nella stanza buia e nel mio cuore afflitto. Passa così la notte, e la Madre soave è ancora qui al mattino e poi nelle ore che procedono nel giorno. Sola con Lei, la venero con le mute parole dello spirito e non chiedo nulla perché so che sa tutto, perché so che è qui per consolarmi e non è necessario che io glielo chieda perché la Madre precorre ogni richiesta di quelli che sa suoi figli… In questi pensieri passo le ore.
   Molti diranno: "Io avrei chiesto questo e questo". Io, se un latente chiedere è in me, posso avere soltanto questo: "Fa' tu ciò che sai meglio". Io non chiedo, per me, nulla di nulla. Dio sa quale è il meglio, Maria sa quale è il meglio. Perciò io dico: "Fate Voi per il meglio…" ed è la pace assoluta. Una pace che galleggia al di sopra di tutto quanto gli uomini scatenano con le loro cattiverie, egoismi, viltà, menzogne e simili brutte cose soffiando queste brutte cose sul piccolo mare del mio spirito che di suo è placido perché riflette il Cielo. Penso: quale castigo avranno quelli che turbano gli spiriti dedicati tutti al servizio del Signore?
   E la Madre Purissima mi risponde:
   «Quello che Gesù ti ha spiegato in molti dettati. E che, nel tuo caso, hai già notato verificarsi più volte. Perché è inutile dare altri nomi a ciò che avviene a questo o a quello che hanno mancato alla loro missione presso di te o ti hanno dato dolore e turbamento. Il nome è quello che sai.
   Figlia mia, ti ricordi quell'ora di mesta pace nella quale ti apparii in veste di Servita e ti attrassi a me, sotto al manto nero, a proteg­gerti mentre piangevo guardando verso settentrione? Ora ti spie­go il significato di quella profetica visione.1
   Mio Figlio, e non posso per ora spiegartene le ragioni, ti aveva messa sotto la tutela dei Servi di Maria perché sola non puoi stare, figlia mia, col tuo grande tesoro. Anche a me l'Eterno aveva dato la tutela di uno sposo, inutile per il generare, necessario per tutelare, quando stava per scendere in me il Tesoro del cielo e del mondo. Ben avrebbe potuto compiersi la mia divina Maternità anche senza Giuseppe. Ma, e per lo scandalo di una non sposata generante un figlio, e per il segnale che questa maternità in una innocente avrebbe dato a quell'instancabile scrutatore di anime che è Satana, ed infine per la necessità che un pargolo ha di un padre a protettore, la Sapienza Ss. mi impose lo sposo. Tutte le ragioni suddette mi si illuminarono dal momento in cui lo Spirito Santo mi si infuse facendomi Madre. Allora compresi la giustizia del mio matrimonio che fino allora avevo accettato per ubbidienza.
   Ebbene, figlia mia, anche a te Gesù aveva dato una tutela. Quella tutela. Non indagare perché fu quella e non altra. Tanto varrebbe voler indagare perché il dodicesimo apostolo fu Giuda di Keriot e non, ad esempio, uno dei santi ed umili pastori. Ebbene, io ti ho accolta sotto il manto nero di Servita, io che in quella veste piangevo perché vedevo — e puoi capire dove guardassi — perché vedevo che troppo si contravveniva ai decreti del mio Gesù sull'Opera, sullo strumento e sul modo di trattare quella e questo. Perché tu non sentissi troppo vuoto là dove per un suo speciale e sempre adorabile motivo il mio Gesù ti aveva messa, io, a farti sentire tutta la protezione della Regina dell'Ordine e dei figli di quest'Ordine che per una vita perfetta sono meco in Cielo, ti ho attratta a me, presso il mio cuore, protetta dal mio manto mentre piangevo per coloro che mancavano al loro compito.
   Ma, o figlia mia, tu non ti sconfortare. Abbi presente la Mamma anche in questa contingenza. Come sei simile alla tua Mamma quando, forestiera in Betlemme e carica della Parola incarnata, invano bussava alle porte chiedendo aiuto, ricovero, pietà! Pietà più per la Parola che portava che per se stessa, povera donna pesante di maternità e stanca del lungo cammino… Il nostro Giovanni la dice2 la grande verità su queste ripulse, su queste sordità a comprendere, su queste tiepidezze o geli ad accogliere la Parola: "Il Verbo, la Luce, splendé nelle tenebre ma le tenebre non la compresero. Il Verbo, la vera Luce, era nel mondo, ma il mondo non la conobbe. Venne alla sua casa e i suoi non lo ricevettero". E per non ricevere Lui respinsero anche Colei che lo portava e che, agli occhi di Israele, non era che una povera donna alla quale "era impossibile che Dio si fosse concesso". Perciò era una truffatrice, una menzognera che cercava con menzogna protezioni e onori immeritati.
   È sempre così, figlia diletta. Noi siamo invise, perseguitate, schernite, incomprese, perché portiamo la Parola che il mondo non vuole accogliere. E noi andiamo, stanche, addolorate, di cuore in cuore, chiedendo: "Per pietà, accoglieteci! Pietà di voi. Non già di noi. Perché noi, in questo dono che portiamo, abbiamo, è vero, il nostro peso, la nostra croce di creature, ma anche la nostra pace e gloria di spiriti e non chiediamo di più. Ma della Parola, della Parola che vi portiamo perché sia data, perché è Vita, a coloro per cui è stata in noi deposta, noi siamo sollecite e affannate…". Quanti, in Be­tlem, dopo che la gloria del Signore si manifestò con la Risurrezio­ne, e la sua Dottrina si diffondeva nel mondo, non avrebbero voluto aver accolto la Portatrice della Parola in quella gelida notte di ca­sleu per poter dire: "Noi l'abbiamo riconosciuta". Ma ormai era tardi! Il momento di Dio viene e passa. Ed i rimpianti tardivi non ri­parano l'errore. Questo andrebbe ricordato a chi di dovere.
   Ma tu non ti affliggere. Agli occhi di Dio sei giustificata così come lo ero io per dare alla luce il Re dei re in una spelonca fetida. Non nostra la colpa del non onorare degnamente il Verbo che si effonde, ma di coloro che ci vietano di onorarlo pubblicamente. L'incenso della nostra amorosa e segreta adorazione è sufficiente a sostituire ogni altro onore che ci si nega di dare al Verbo in noi deposto. Sorridi, figlia mia, e spera ricordando che l'Onnipotente può suscitare3 figli di Abramo anche dalle pietre e non ti lascerà senza conforto e aiuto di guide sacerdotali, suscitando chi di dovere per questo dovere così come ti ha concesso, proprio al giusto momento, il maestro angelico a tuo aumentato conforto…»
   E Maria Ss. splende più che mai gloriosa e dolce mentre riceve il saluto angelico di Azaria, la cui luminosa presenza par tenue rispetto alla luminosissima Vergine. E Azaria parla stando inginocchiato con le braccia incrociate sul petto, a capo chino, di fronte a Maria come fosse di fronte ad un altare.
 

   [Segue il capitolo 14 del LIBRO DI AZARIA]
           


   visione del 15 ottobre 1944.
           
   2 la dice in Giovanni 1, 5.9-11.
           
   3 può suscitare… come è detto in Matteo 3, 9Luca 3, 8.