Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola
"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)
Con l’animo accasciato da troppe cose, prego per avere una luce. E sono condotta al cap. 12 della Epistola agli Ebrei, e realmente mi si rinfrancano le forze dello spirito e torna la lena ad “udire”, perché sotto la pressione di tante cose mi vien fatto di pensare: “Non voglio più fare nulla. Vita comune, vita comune ad ogni costo”. Ma “Colui che parla”627 io so chi è, e mi vedo guardare con occhi di amore che chiede. E non so dire più: “Non voglio”.
Veramente Dio è fuoco che divora anche le tendenze della nostra umanità quando essa a Lui si è abbandonata. A Colui che parla dicendo: “Io non ti lascerò, non ti abbandonerò”, con piena fiducia voglio ripetere ancora: “Mi sei di aiuto, non temo l’uomo. Non deludere, o Dio, la mia speranza”.
[Segue il capitolo 49 dell’opera L’EVANGELO]