Scomparso il Katechon, l’Iniquo si è Sentito Libero. Boccacci, Russo.

fonte marcotosatti.com 20/10/2023

Carissimi StilumCuriali, due amici fedeli del nostro sito, Rosanna Boccaci e Sergio Russo offrono alla vostra attenzione queste riflessioni sul Katechon e l’Anticristo. Buona lettura e diffusione.

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 DA QUANDO È SCOMPARSO IL KATECHON, L’UOMO INIQUO SI È SENTITO LIBERO DI AGIRE

Ovvero: il Vescovo vestito di bianco

può ora stabilire la desolazione nel Luogo Santo.

Dopo aver scritto un articolo (qui), in cui abbiamo “provato” ad interpretare il Terzo Segreto di Fatima, quello reso pubblico il 26 giugno 2000 a Fatima, in occasione della beatificazione dei pastorelli Francisco e Jacinta Marto, e tuttavia ben sapendo che quel medesimo testo rappresenterebbe soltanto la descrizione di quella celebre Visione apocalittica, che la Santa Vergine donò a Fatima nel 1917, adesso invece tenteremo sì, ancora di interpretare, ma un altro testo: quello conosciuto come la “spiegazione”, ovviamente sempre a riguardo della medesima Visione.

Accantonando al momento il discorso concernente le vicissitudini, oltreché le relative problematiche che si riferiscono al fortuito ritrovamento, che fu comunque puntualmente provvidenziale, del testo in questione, noi qui ci accingeremo invece, sin da subito, ad entrare nel vivo del messaggio che la Vergine Santa ha desiderato che la comunità dei credenti ne venisse a conoscenza.

JMJ

Tuy, 1/4/1944

«Adesso vado a rivelare il terzo frammento del segreto:

questa parte è l’apostasia nella Chiesa

Senza inutili giri di parole è qui enunciato, sin dall’inizio, ciò che sta realmente accadendo all’interno della Chiesa Cattolica contemporanea, e ciò corrisponde ad un preciso termine, tanto devastante quanto inequivocabile: APOSTASIA!

Sarà bene chiarire che, fra le gravissime piaghe che affliggono la santa Chiesa di Dio, lungo il corso della sua storia e nello svolgersi dei secoli, piaghe quali sono appunto le eresie e gli scismi, l’apostasia – ahimè – tiene il luogo della calamità più grave ed estrema.

   «Quando il Figlio dell’Uomo ritornerà, troverà ancora la Fede sulla terra?» (Lc 18,8).

Per apostasia s’intende quindi: “il ripudio totale della fede cristiana” e, paradossalmente, allorquando si verifichino ad esempio eresie, od anche scismi, in certo qual modo si rimane ancora in ambito di fede, per quanto deviata o travisata essa sia diventata, mentre qui, viceversa, siamo in presenza di un abbandono totale della Fede, e ora forse si comprende come l’apostasia risulti essere così grave!

La Chiesa cattolica – e tuttavia sarebbe più opportuno specificare: la “falsa chiesa” – ma proprio a partire dai suoi vertici, sta oggi infatti abbandonando e tradendo il suo Signore, poiché a gran voce reclama di “liberare” quel Barabba, araldo e portatore di inclusività, tolleranza, fratellanza, al posto di Gesù Cristo, la sola Via, ineludibile Verità, pienezza di Vita.

E “coincidenze” hanno voluto che, proprio mentre ci siamo proposti di scrivere tale articolo, iniziato nella data della festa liturgica di quel grande pontefice che fu san Pio X, con nostra grande sorpresa, abbiamo ritenuto essere un suo “regalo” l’aver ricevuto, appunto in quello stesso giorno, queste sue parole le quali, sebbene vergate ben cento anni prima (nella Lettera Apostolica di san Pio X agli Arcivescovi e ai Vescovi francesi “Notre charge apostolique”, Roma, 25 agosto 1910) sono comunque di un’attualità sconvolgente, e dunque rendono a perfezione come vada intesa, molto concretamente, tale “apostasia nella Chiesa”:

«… Ma sono ancor più strane, nello stesso tempo spaventose e rattristanti, l’audacia e la leggerezza di spirito di uomini che si dicono cattolici, che sognano di rifare la società in simili condizioni e di stabilire sulla terra, al di sopra della Chiesa cattolica, “il regno della giustizia e dell’amore”, con operai venuti da ogni parte, di tutte le religioni oppure senza religione, con o senza credenze, purché dimentichino quanto li divide, le loro convinzioni religiose e filosofiche, e mettano in comune quanto li unisce, un generoso idealismo e forze morali prese “dove possono”. [Tali concenti, quantunque negativi, vengono applicati alla lettera nella pastorale ecclesiale odierna: vedi a tal proposito il recente viaggio di Bergoglio in Mongolia].

   Quando si pensa a tutto quanto è necessario in forze, in scienza, in virtù soprannaturali, per istituire la città cristiana, e alle sofferenze di milioni di martiri, e alle illuminazioni dei Padri e dei Dottori della Chiesa, e alla dedizione di tutti gli eroi della carità, e a una potente gerarchia nata dal Cielo, e ai fiumi di grazia divina, e il tutto edificato, collegato, compenetrato dalla Vita e dallo Spirito di Gesù Cristo, la Sapienza di Dio, il Verbo fatto uomo; quando si pensa, diciamo, a tutto questo, si è spaventati nel vedere nuovi apostoli intestardirsi a fare di meglio, mettendo in comune un vago idealismo e virtù civiche. [E ciò è, in fin dei conti, appunto lo spirito dell’anticristo, che vuole spacciarsi più benevolo, tollerante e misericordioso del Cristo stesso!].

   Che cosa produrranno? Che cosa sta per uscire da questa collaborazione? Una costruzione puramente verbale e chimerica, in cui si vedranno luccicare alla rinfusa e in una confusione seducente, le parole di libertà, di giustizia, di fraternità e di amore, di uguaglianza e di umana esaltazione, il tutto basato su una dignità umana male intesa. Si tratterà di un’agitazione tumultuosa, sterile, per il fine proposto e che avvantaggerà gli agitatori di masse meno utopisti…

   Temiamo che vi sia ancora di peggio. Il risultato di questa promiscuità nel lavoro, il beneficiario di quest’azione sociale cosmopolita, può essere soltanto una democrazia che non sarà né cattolica, né protestante, né ebraica: una religione più universale della Chiesa cattolica, che riunirà tutti gli uomini divenuti finalmente fratelli e compagni, nel “regno di Dio”. – “Non si lavora per la Chiesa: si lavora per l’umanità”… [Vedi tutto l’agire “pastorale” di Bergoglio!]

   E ora, pervasi dalla più viva tristezza, ci domandiamo, Venerabili Fratelli, che cos’è diventato il Cattolicesimo?… Ahimè!, esso che, in altri tempi dava tanto belle speranze, un tale fiume, limpido e impetuoso, è stato captato nel suo corso, dai moderni nemici della Chiesa e d’ora innanzi forma solo un misero affluente del grande movimento di apostasia, organizzato, in tutti i paesi, per l’instaurazione di una Chiesa universale, che non avrà né dogmi, né gerarchia, né regole per lo spirito, né freno per le passioni, e che, con il pretesto della libertà e della dignità umana, ristabilirebbe nel mondo, qualora potesse trionfare, il regno legale dell’astuzia e della forza, e l’oppressione dei deboli, di quelli che soffrono e che lavorano. [E questo accade oggi con l’avallo, cosciente o incosciente esso possa essere, della stragrande maggioranza di una Gerarchia cattolica, divenuta al presente pusillanime e silente!].»

E diteci voi se questa non è una fotografia, tanto impietosa quanto estremamente lucida, della situazione in cui versa oggigiorno la Chiesa Cattolica contemporanea!

«Nostra Signora ci mostrò una visione di un individuo

che io descrivo come il “Santo Padre”,

davanti a una moltitudine che stava lodandolo.»

Riportiamo qui un altro brano, molto “significativo”, tratto dalla Lettera a Papa Francesco (23 settembre 2013), scritto da Lucrecia Rego De Planas, esperta di media cattolici e profonda conoscitrice di colui che oggi si fa chiamare “Francesco”:

A quanto sembra, [il Vescovo J.M. Bergoglio] ama essere amato da tutti e star bene con tutti, così che un giorno può pronunciare un discorso in tv contro l’aborto e il giorno seguente, nella stessa tv, apparire benedicendo le femministe pro-aborto nella Plaza de Mayo; può pronunciare un discorso meraviglioso contro i massoni e, un’ora dopo, cenare e brindare con essi al Rotary Club. […] Tu eri l’unico tra loro [gli altri vescovi] che non faceva la genuflessione davanti al Tabernacolo né durante la Consacrazione… Non posso applaudire un Papa che non si genuflette davanti al Tabernacolo, né alla Consacrazione, come dispone il rituale della Messa!”

 «Però c’era una differenza con un vero Santo Padre,

lo sguardo del demonio, questo aveva gli occhi del male.»

E tale vera differenza ciascuno di noi l’ha potuta constatare, credente o meno che sia, a partire da quel 13 marzo 2013, quando si è avuta la compresenza di “due papi” – caso unico nella bimillenaria storia della Chiesa – all’interno degli stessi Palazzi Vaticani.

Apparentemente simili (per l’esattezza: speculari), ma profondamente diversi: l’uno, il vero Santo Padre – “Rimango papa per sempre”, ebbe a dire lo stesso Benedetto XVI – di bianco vestito, dal portamento umile e regale al medesimo tempo, Vicario di Cristo e Successore di Pietro…

L’altro, il vescovo vestito di bianco – “Buonasera […] vengo dalla fine del mondo”, come disse Bergoglio, appena eletto – appunto vestito (ma soltanto… vestito!) di bianco, “uno di noi”, in grado di ammaliare le folle, ma che ha fatto declassare la dignità di Vicario di Cristo (e non poteva essere altrimenti!), successore di Giuda piuttosto che di Pietro, come diverse profezie indicano, oltre ad autorevoli riflessioni di uomini di Dio lo hanno evidenziato…

Lo sguardo del demonio…”, purtroppo però qui non abbiamo modo di offrirvi una sorta di “carrellata di immagini” che, sebbene siano semplicemente delle fotografie, colgono eloquentemente tali “occhi del male” nello sguardo di Francesco che, sebbene sia “simile a un agnello, però parla come un drago.” [Consigliamo ai gentili Lettori le foto presenti nel libro Sei tu quello, o dobbiamo aspettarne un altro?, alle pagine 105-06, oppure ricercando in internet].

«Poi, alcuni momenti più tardi,

vedemmo lo stesso Papa entrare in una Chiesa,

però questa Chiesa era la Chiesa dell’inferno,

non c’è modo di descrivere la bruttezza di questo luogo,

sembrava come una fortezza di cemento grigio,

con gli angoli rotti e le finestre come occhi,

aveva un picco sul tetto dell’edificio.»

   Dalle visioni della b. Anna Caterina Emmerich, del 12 settembre 1820: “Vidi una strana chiesache veniva costruita contro ogni regola… Non c’erano angeli a vigilare sulle operazioni di costruzione. In quella chiesa non c’era niente che venisse dall’alto… [ragion per cui tutto veniva dal “basso”: Chiesa dell’inferno, appunto!] C’erano solo divisioni e caos. Si tratta probabilmente di una chiesa di umana creazione, che segue l’ultima moda: la nuova chiesa eterodossa di Roma.Quella strana grande chiesa che veniva costruita là [a Roma]. Non c’era niente di santo in essa. E tutto il lavoro veniva fatto meccanicamente. Tutto veniva fatto secondo la ragione umana… Ho visto ogni genere di persone, cose, dottrine ed opinioni.”

Una fortezza di cemento grigio”: una chiesa che non sia più “madre e maestra”, e non ti accolga più fra le sue materne braccia, è diventata null’altro se non una desolante e tetra fortezza, arroccata su sé stessa, in cui il cemento è grigio, annerito dal “fumo di satana”, oramai penetrato quasi ovunque…

Gli angoli rotti”: l’angolo è sinonimo, anche esteticamente, di precisione di linee, ciò vuol dire che qui viene disatteso il monito del Signore: “il sì, sia sempre sì; il no, sia sempre no!” Si è persa cioè la linearità dei pronunciamenti (quel parlare “papale papale”, tipico dei veri Sommi Pontefici), per dar luogo, viceversa, all’ambiguità dei se e dei ma, al “si proceda caso per caso”.

Le finestre come occhi”: tutti coloro che hanno agito coerentemente alla propria coscienza e difeso verità e dottrina, siano essi prelati, sacerdoti, religiosi o laici, hanno sperimentato sulla propria pelle come agiscano quegli “occhi”, nascosti dietro le “finestre”, poiché, all’inizio soltanto limitati al piccolo stato del Vaticano, ma poi metastasicamente diffusisi fin nelle chiese locali, in un modo di esercitare il controllo, che potremmo definire “sovietico”, in cui l’amico spia e riferisce, i confratelli emarginano e pongono all’indice, i famigliari stessi ridicolizzano e compatiscono.

Un picco sul tetto dell’edificio”: da chi ha letto il libro o visto il film de Il Signore degli Anelli, tale particolare è colto subito al volo, poiché esso è l’attuazione, ai nostri giorni drammaticamente concretizzatosi, di quell’onnipervasivo controllo da “occhio del grande fratello”. Questa utopia o, ancor meglio, distopia, già preconizzata a suo tempo, è divenuta oggi una realtà sociale, accettata dalla maggioranza delle persone, le quali si sono lasciate condurre, seguendo il “bianco pifferaio”, alle soglie del precipizio, rovina per i corpi e perdizione delle anime.

«Subito alzammo lo sguardo verso Nostra Signora

che ci disse avete visto l’apostasia nella Chiesa,

questa lettera può essere aperta dal Santo Padre,

però deve essere annunciata dopo Pio XII e prima del 1960.»

Non rimane infatti che “alzare lo sguardo” verso di Lei, ed implorarLa che, a sua volta, Ella “rivolga a noi gli occhi suoi, misericordiosi” e ci metta, e tenga, sotto la sua protezione, poiché abbiamo visto il “mysterium iniquitatis”, l’apostasia nella Chiesa appunto, l’ultima prova escatologica, che scuoterà la fede dei credenti, svelando al contempo il mistero d’iniquità, sotto la forma di una impostura religiosa, che offrirà agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, e tuttavia al prezzo dell’apostasia dalla Verità. (cfr CCC, 675).

 

«Nel regno di Giovanni Paolo II

la pietra angolare della tomba di Pietro deve essere rimossa

e trasportata a Fatima.»

E qui entriamo direttamente nella storia: nel precedente messaggio era già stato nominato Pio XI, a proposito di una seconda guerra mondiale che si sarebbe avuta, se gli uomini non avessero smesso di offendere Iddio, ma adesso anche Pio XII e Giovanni Paolo II vengono nominati, assieme a una data, il 1960. Ad ulteriore dimostrazione che le profezie non sono affatto “campate per aria”, ma viceversa, s’incarnano nella storia e nella vita delle persone, citando personaggi reali e indicando date precise!

«Poiché il dogma della fede non è conservato a Roma,

la sua autorità sarà rimossa e consegnata a Fatima.

La cattedrale di Roma deve essere distrutta

e una nuova costruita a Fatima

Già con l’avvento di san Giovanni Paolo II ha cominciato a realizzarsi questa specifica profezia, perché nel suo stemma papale campeggiava, sotto la croce, la “M” di Maria, oltre all’eloquente motto “Totus tuus”: tale era il programma di una intera vita, dedicata al servizio del Signore e dei fratelli, per mano alla Vergine Santa.

La pietra angolare della tomba di Pietro, poiché il dogma della Fede [oggi] non è [più]conservato a Roma, la sua autorità deve e sarà rimosa, per essere trasportata e consegnata a Fatima.”

Gli ultimi tre pontefici hanno già dato il loro triplice, sofferto e partecipe, Ti amo al loro e nostro Signore – Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI – che ha richiesto ad essi di amarLo “più di tutti costoro”, e tuttavia adesso, con l’avvento del falso profeta, proprio lui che è quell’inquietante e parodistico precursore, quegli che sta aprendo la strada alla comparsa dell’anticristo: ora è dunque venuto il tempo che “la cattedrale di Roma debba essere distrutta e una nuova costruita a Fatima”.

Il trionfo del Cuore Immacolato di Maria sarà preceduto da una rigorosa e virile presa di coscienza, di tutta la comunità dei credenti, che “la Donna vestita di Sole” non è un optional alla Fede, ché anzi Essa la genera, la partorisce, la custodisce.

Una nuova cattedrale quindi, sorgerà sulle ceneri di quella di Roma, la Gerusalemme celeste, poiché già quella terrena passò il testimonio a Roma, ma Roma dovrà riconsegnarlo a Gerusalemme, adesso sì, trasfigurata e divinizzata…

Ed è appunto con profonda tristezza – e purtuttavia quella medesima tristezza che sperimentò anche il Signore – che dovremmo ricordarci proprio di quelle profezie che predissero appunto tali fatti, quale quella di san Malachia, per esempio, al punto che dice: “… La città dai sette colli sarà distrutta e il tremendo Giudice giudicherà il suo popolo. Fine.”, oppure altre ancora: le Tre Fontane, la Salette, ecc., ma tuttavia, ed in special modo qui, la nota e prodigiosa lacrimazione della cosiddetta “Madonnina di Civitavecchia”, avvenuta nel 1995, in cui pare quasi che la Vergine abbia voluto come piangere sulla “città eterna” (Civitavecchia è situata infatti alle porte di Roma), a somiglianza di quel che fece Gesù, quand’Egli, trovandosi alle porte della città di Gerusalemme pianse su di essa, ben sapendo della sua imminente distruzione ad opera dei Romani: “Quando fu vicino, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi. Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata.»” (Lc 19,41-44).

«Se 69 settimane dopo che questo ordine sia annunciato,

Roma continua la sua abominazione, la città sarà distrutta.

Nostra Signora ci disse che questo è scritto,

Daniele 9,24-25 e Matteo 21,42-44.»

Abbiamo scritto abbastanza, e non volendo affaticare oltre il Lettore, noi pure lasciamo un ideale testimonio di interpretazione, per esempio a fratel Giovanni Maria, esperto esegeta ed interprete biblico, o comunque a qualsivoglia altro Lettore che desideri cimentarsi, sentendosi convenientemente preparato, su tale specifico ed ultimo punto, a carattere cronologico, di tale profezia.

Ecco dunque, che in conclusione riportiamo i due brani biblici che la Santa Vergine desidera porre alla nostra attenzione:

Dn 9,24-25: «Settanta settimane sono fissate per il tuo popolo e per la tua santa città per mettere fine all’empietà, mettere i sigilli ai peccati, espiare l’iniquità, portare una giustizia eterna, suggellare visione e profezia e ungere il Santo dei santi. Sappi e intendi bene, da quando uscì la parola sul ritorno e la ricostruzione di Gerusalemme fino a un principe consacrato, vi saranno sette settimane. Durante sessantadue settimane saranno restaurati, riedificati piazze e fossati, e ciò in tempi angosciosi”.»

Mt 21,42-44: «Gesù disse loro: “Non avete mai letto nelle Scritture: ‘La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d’angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri’? Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare. Chi cadrà sopra questa pietra sarà sfracellato; e qualora essa cada su qualcuno, lo stritolerà.»

Rosanna Maria Boccacci e Sergio Russo