Ratzinger, Tyconio, e Fatima: Una chiave interpretativa per la fine dei tempi.

fonte marcotosatti.com 08/09/2022

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, uno studioso ci ha inviato questo breve saggio che ben volentieri offriamo alla vostra attenzione, convinti che possa essere di grande interesse. Buona lettura.

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Ratzinger, Tyconio, e Fatima: Una chiave interpretativa per la fine dei tempi

di Un’Anima Mariana

 

Non è un compito facile comprendere l’attuale crisi del male all’interno della Chiesa, che a volte può sembrare schiacciante. Benedetto XVI ha indicato che la teologia di Tyconio può aiutare la Chiesa a capire come smascherare e infine sconfiggere il male dei “falsi fratelli” che si nascondono al suo interno. Le intuizioni di Tyconio si sovrappongono in vari modi al messaggio di Fatima. Se consideriamo i commenti di Benedetto su Fatima alla luce della teologia tyconiana dei tempi finali, ci viene offerta una prospettiva unica sulla natura della Chiesa e dell’anti-Chiesa durante il loro confronto finale.

 

“I vescovi fanno, sotto l’apparenza di un dono della Chiesa, ciò che fa avanzare la volontà del diavolo”.

– Tyconio, Commento all’Apocalisse, IV secolo.

“L’Anticristo appartiene alla Chiesa, cresce in essa e con essa fino alla grande discessio, che dà inizio alla revelatio finale.”

– Joseph Ratzinger, Osservazioni sul concetto di Chiesa di Tyconio, 1956.

“Non è possibile che la Chiesa sopravviva se rinvia passivamente alla fine dei tempi la soluzione del conflitto che dilania il ‘corpo bipartito’”.

– Giorgio Agamben, Il mistero del male: Benedetto XVI e i tempi della fine, 2013.

 

“Un grande teologo”

Durante l’udienza generale di mercoledì 22 aprile 2009, Papa Benedetto XVI ha fatto un notevole riferimento a un oscuro scrittore cristiano del Nord Africa, Tyconio. Anche tra gli eruditi e gli appassionati di storia della Chiesa, il nome di Tyconio è spesso sconosciuto. Se uno studente si imbatte in un riferimento a Tyconio durante lo studio dei Padri latini, di solito lo fa di sfuggita, senza dare troppa attenzione.

Designando quel giorno d’aprile Tyconio come “un grande teologo”[i] – un donatista che visse una vita ascetica di preghiera nel deserto e presumibilmente morì separato dalla Chiesa cattolica[ii] – Benedetto sperava forse che almeno qualche anima, cercando di capire le perplessità della Chiesa in questi tempi, si chiedesse perché? Se nessuno ci ha fatto caso immediatamente, il Santo Padre era fiducioso che, come minimo, la sua allusione a Tyconio sarebbe servita come un segnale sufficientemente posizionato per essere individuato e compreso meglio in futuro?

Rivolgendosi alla folla in Piazza San Pietro, Papa Benedetto ha lasciato cadere in modo discreto indizi su e verso Tyconio, sembrando citarlo solo incidentalmente e concentrando il suo discorso su un altro scrittore della Chiesa latina relativamente oscuro, Ambrogio Autperto: “Autperto è entrato in contatto con l’interpretazione dell’Apocalisse lasciataci in eredità da Tyconio… Nel suo commento egli [Tyconio] vede l’Apocalisse soprattutto come un riflesso del mistero della Chiesa. Tyconio aveva raggiunto la convinzione che la Chiesa fosse un corpo bipartito: da un lato, dice, essa appartiene a Cristo, ma c’è un’altra parte della Chiesa che appartiene al diavolo”.[iii]

All’interno di queste catechesi, Benedetto XVI ha trasmesso alcuni indicatori salienti della sua comprensione della vera natura del dramma escatologico che si sta attualmente svolgendo all’interno della Chiesa. Infatti, non è esagerato dire che chi non conosce la prospettiva teologica di Tyconio sul libro dell’Apocalisse è in definitiva incapace di comprendere il pensiero e la condotta apparentemente inspiegabili di Benedetto XVI in risposta alla crisi della Chiesa nel nostro tempo.  Per Benedetto, la concezione di Tyconio di ciò che accadrà alla Chiesa nei tempi finali fornisce un importante “anello mancante” per cogliere il momento senza precedenti nell’economia della salvezza a cui il Santo Padre ritiene che la Chiesa e il mondo siano ora giunti, oltre a offrire una comprensione delle sue eccezionalmente enigmatiche “dimissioni”.

Già nel 1956, Joseph Ratzinger era stato incuriosito dal teologo africano del IV secolo quando, giovane sacerdote e professore in erba, elaborò e pubblicò un saggio intitolato “Osservazioni sul concetto di Chiesa di Tyconio nel ‘Liber Regularum’”.[iv] Il saggio esplora quello che Ratzinger chiama il “paradosso” di Tyconio: “il fatto che un uomo si ponga consapevolmente e volontariamente al di fuori di ogni concreta communione ecclesiale pur continuando a voler rimanere cristiano, e crede di appartenere alla vera Chiesa.”[v] Così, quando ha pronunciato il suo discorso all’udienza del 2009, Benedetto XVI aveva investito ben oltre mezzo secolo di riflessione sulla percezione di Tyconio del destino della Chiesa nell’era dell’Apocalisse (i “tempi della fine”). Non si può fare a meno di supporre che il secondo fine di Benedetto nel mettere in evidenza questo “grande teologo” fosse proprio quello di invitare i suoi ascoltatori a entrare nella visione del mondo escatologico di Tyconio, attraverso l’esame della sua principale opera esistente, l’Esposizione dell’Apocalisse.

“Bruna sono ma bella” – I falsi fratelli dentro la Chiesa

L’Esposizione di Tyconio, scritta intorno al 390 d.C., fu il primo commento di questo tipo all’ultimo libro della Sacra Scrittura, un commento che “ha plasmato la ricezione e l’interpretazione latina dell’Apocalisse per i successivi ottocento anni”.[vi]  Nell’Esposizione, Tyconio postula che “ci sono due città nel mondo, una di Dio e una del diavolo, una proveniente dall’abisso, l’altra dal cielo”.[vii]  Tuttavia, Tyconio non considera il mondo come nettamente o vistosamente segregato in queste due parti evidenti. Piuttosto, osserva che esiste un’ulteriore biforcazione: “anche il popolo del diavolo è diviso in due parti, che combattono contro una sola”. Per questo motivo, la Chiesa è chiamata “terza parte”, i falsi fratelli un altro terzo e il mondo pagano un terzo”.[viii]  Un’ulteriore prova di questa duplice composizione del popolo del diavolo si ha quando Tyconio designa la città del diavolo come Babilonia. “Babilonia… è il male”, scrive Tyconio, “sia nei pagani che nei falsi fratelli”.[ix]  Per Tyconio, la città del diavolo esiste sia fuori dalla Chiesa che dentro la Chiesa, non solo tra i pagani ma anche tra i cristiani impostori.

Riferendosi ai “falsi fratelli”, Tyconio parla in senso biblico, seguendo l’esempio di San Paolo[x] e di San Giovanni.[xi]  Tyconio si riferisce quindi a una misteriosa presenza del male all’interno della storia della salvezza che si riscontra in tutta la Sacra Scrittura e culmina nella struttura bipartita della Chiesa: essa è costituita da due corpi distinti che coesistono nella stessa istituzione visibile pur essendo diametralmente opposti l’uno all’altro.

Come nota David Robinson, autore dell’introduzione alla traduzione inglese dell’Esposizione di Tyconio: “Per Tyconio… ci sono una parte sinistra e una parte destra nel corpo del Signore. La Chiesa è allo stesso tempo nera e bella, buona e cattiva, nemica e amata”.[xii]  Nelle sue stesse parole, Tyconio esprime questa convinzione in vari modi: “nell’unico corpo ci sono due parti: una perseverante, l’altra trasgressiva”;[xiii] “i buoni sono mescolati ai cattivi nella chiesa fino alla fine dei tempi”;[xiv] “la chiesa non vomiterà ogni persona malvagia, ma [solo] alcune, allo scopo di mostrare al mondo come sarà l’ultima persecuzione. Ma con una sola mente tollera gli altri. Sebbene spiritualmente siano fuori, tuttavia sembrano essere attivi all’interno”;[xv]”nella chiesa ci sono due edifici, uno [costruito] sulla roccia, un altro sulla sabbia”;[xvi] “si tratta di coloro che sembrano essere nella chiesa, ma in realtà sono fuori”;[xvii] “i falsi fratelli che, avendo rifiutato Cristo, lo confessano con la bocca ma con le loro azioni dicono: Non abbiamo altro re all’infuori di Cesare”;[xviii] e “la bestemmia non è solo nei re del mondo, dai quali sono condannati quelli che sono dentro [la Chiesa], ma è anche in quelli che sono dentro”.[xix]

Tyconio percepisce questa tipologia bipartita dall’inizio della Bibbia fino alla fine: in Caino e Abele; nei figli di Noè (Sem e Jafet sono benedetti mentre Cam è maledetto); in Ismaele e Isacco; in Esaù e Giacobbe; nei regni di Giuda e Israele. Il modello è presente nei Dodici Apostoli, tra i quali c’è un diavolo (Giuda).[xx]  Gesù vi allude spesso nella sua predicazione: la zizzania e il grano;[xxi] la rete gettata in mare che raccoglie pesci di ogni tipo, buoni e cattivi;[xxii] le dieci vergini, di cui cinque stolte e cinque sagge;[xxiii] le pecore e le capre.[xxiv]  Nel libro dell’Apocalisse questo costrutto teologico è prevalente nei pronunciamenti angelici rivolti a ciascuna delle sette Chiese, che segnalano la presenza di un elemento empio all’interno della Chiesa.[xxv]

Il continuo scontro della Chiesa con il diavolo è il tema centrale del commento di Tyconio, che tuttavia si preoccupa in modo particolare della guerra che si combatte all’interno della Chiesa. Robinson offre ancora una volta un’intuizione che colpisce se considerata nel contesto dell’attuale crisi della Chiesa: “La preoccupazione principale di Tyconio è il conflitto storico e spirituale tra il corpo del Signore (la Chiesa) e il corpo del diavolo, che Tyconio chiama spesso corpo nemico. Il termine “anti-Chiesa” è una denominazione appropriata per il corpo del diavolo, perché il suo corpo si maschera da Chiesa. Per esempio, Tyconio nota che sia la Sposa di Cristo che la meretrice di Babilonia sono adornate con oro, argento e pietre preziose. Il corpo del diavolo imita il corpo santo del Signore, in modo che si possa essere ingannati dalla somiglianza dello splendore”.[xxvi]

Tyconio identifica questo corpo nemico che si camuffa con gli ornamenti esteriori della Chiesa usando due termini biblici che considera intercambiabili: il “mistero dell’iniquità”[xxvii] e l’”abominio della desolazione”.[xxviii]  Secondo Tyconio, questa entità iniqua, abominevole e avversa sarà pienamente rivelata solo al momento di quella che Tyconio chiama la grande discessio, il termine latino usato da San Girolamo nella sua traduzione di 2 Tessalonicesi 2:3 per ciò che San Paolo chiama ἀποστασία in greco: “Ne quis vos seducat ullo modo quoniam nisi venerit discessio primum et revelatus fuerit homo peccati filius perditionis – Nessuno vi inganni con alcun mezzo: perché se non viene prima la [discessio] e non si rivela l’uomo del peccato, il figlio della perdizione”. ” Molte traduzioni inglesi rendono questa parola come “apostasia” o “rivolta”. Il termine latino ha chiaramente il senso di una “caduta” o “separazione”. È solo al momento della “caduta” che la condizione bipartita del mondo – due città, una di Dio e una del diavolo – sarà completamente messa a nudo e mostrata in quella che sarà in realtà una divisione “tripartita” – la vera Chiesa, la falsa Chiesa e il mondo pagano. Tyconio spiega che: “Prima che avvenga la “caduta”, tutti sono considerati il popolo di Dio. Quando la “caduta” sarà avvenuta, allora apparirà la terza parte del popolo di Dio”,[xxix]”perché dopo l’unità ci sarà un’altra separazione nell’ultima contesa”.[xxx]

Per Tyconio, è solo quando si verifica la “grande discessio” che la distinzione tra la vera Chiesa e la falsa Chiesa viene finalmente resa manifesta. “Solo nella discessio sarà rivelato il vero popolo di Dio, la parte giusta del corpo del Signore”.  Commentando Apocalisse 8:12, che recita: “E il quarto angelo suonò una tromba e una terza parte del sole, una terza parte della luna e una terza parte delle stelle furono colpite, in modo che una terza parte di esse si oscurasse e una terza parte del giorno apparisse come notte”, Tyconio scrive:

Il sole, la luna e le stelle sono la Chiesa, la cui terza parte fu colpita. ‘Terza’ è una designazione, non una quantità. Infatti, nella Chiesa ci sono due parti, una del giorno e l’altra della notte… Per questo motivo è stata colpita, affinché sia evidente quale sia la terza parte del giorno e la terza parte della notte, quale sia la parte di Cristo e quale quella del diavolo. Egli [l’apostolo Giovanni] non ha detto: “fu colpito e si oscurò”, ma “perché si oscurasse e apparisse,” poiché non appariva come [notte nel momento in cui] fu colpito. Ma fu colpita, cioè consegnata ai suoi desideri, per questo [scopo]: che, man mano che i loro peccati diventavano più abbondanti ed estremi, sarebbe stata rivelata a tempo debito.[xxxi]

Riassumendo: Tyconio sostiene che ci sono due città nel mondo, una di Dio e l’altra del diavolo, e a volte parla di entrambe le città come se fossero bipartite. Tuttavia, Tyconio non divide l’umanità in quattro parti. Come già detto, egli immagina che l’umanità sia solo tripartita. Questo perché parla dei “falsi fratelli” (una delle tre parti) che rientrano in entrambe le categorie in tempi diversi. I falsi fratelli sembrano far parte della città di Dio, che è la Chiesa, ma in realtà appartengono al diavolo.  Abitano spiritualmente la città di Babilonia, anche se non è riconoscibile esteriormente. Solo quando la Chiesa sarà “colpita”[xxxii] a causa della discessio – la grande “caduta” o “apostasia” – i “falsi fratelli” saranno pienamente “smascherati” e “scoperti” (il significato originale della parola greca apokalyptein). Solo allora la vera Chiesa e la falsa Chiesa si distingueranno finalmente in modo evidente.

 

I Veri Credenti Usciranno Dalla Chiesa

Tyconio afferma poi quello che è probabilmente il dettaglio più sorprendente di tutto il suo commento. Dichiara che la “discessio” dei tempi finali avverrà in un modo che inverte completamente la comprensione convenzionale del termine.

I cristiani fedeli di solito presumono che la “caduta” – la “separazione”, la “partenza” – sarà provocata da frotte di persone che “lasciano” la Chiesa, un esodo massiccio di non credenti. La definizione di “apostasia” nel Catechismo della Chiesa Cattolica – “un ripudio totale della fede cristiana” – trasmette chiaramente questa idea.

Per Tyconio, invece, è vero il contrario. Tyconio comprende che la grande “caduta” dei tempi finali non sarà causata da persone infedeli che lasceranno la Sposa di Cristo, ma piuttosto dalla Sposa di Cristo che si allontanerà da coloro che sono infedeli al suo interno. In altre parole, per Tyconio, non saranno gli infedeli ad “allontanarsi”, ma piuttosto i veri credenti, che si allontaneranno dal male all’interno della Chiesa. Un’inversione paradossale.

Per Tyconio, è il nuovo Israele che deve partire per il suo nuovo Esodo. La vera Chiesa stessa realizzerà la grande apostasia come via di salvezza[xxxiii] dai suoi nemici. In un certo senso, la vera Chiesa costringerà l’apostasia alla luce, perché il corpo del diavolo, presente nei falsi fratelli che abitano la Chiesa, è già, ed è sempre stato, apostata. Questo fatto è stato solo nascosto.

Esponendo l’Apocalisse 16,19, che inizia con “E la grande città fu divisa in tre parti”, Tyconio afferma: Questa grande città è l’insieme degli uomini, tutti quelli che sono sotto il cielo, che saranno divisi in tre parti quando la Chiesa sarà divisa, con il risultato che una parte sarà costituita dai pagani, un’altra dall’”abominio della desolazione” e una terza dalla Chiesa, che sarà uscita di mezzo a lei” [corsivo mio].[xxxiv]  E ancora, commentando Apocalisse 18, 4 – “E udii un’altra voce dal cielo che diceva: Uscite da lei, popolo mio, per non partecipare ai suoi peccati e per non essere colpiti dalle sue piaghe”, Tyconio scrive: “Qui egli [l’apostolo Giovanni] mostra più compiutamente che Babilonia è costituita da due parti distinte, esterna e interna, dalle quali anche il popolo santo, dopo essere stato chiaramente avvertito da Dio, uscirà”.[xxxv]

Come scrive Antonio Socci nella sua analisi della teologia di Tyconio: “La parola latina discessio significa separazione o divisione, cioè una grande fenditura o taglio in due. Ha anche il senso di ritiro”.[xxxvi]  Questo ritiro è palesemente ciò che Tyconio deduce dalle rivelazioni fatte dagli angeli di Dio a San Giovanni Apostolo – che la separazione sarà il risultato di un ritiro. La Sposa mistica di Cristo si sottrarrà al “mistero dell’iniquità”, proprio per smascherare il male velato in lei e poterlo poi sconfiggere. “Nella persecuzione finale, il “mistero dell’iniquità”, che era stato trattenuto e nascosto all’interno della Chiesa, uscirà e sarà rivelato”.[xxxvii]  Questo mistero di iniquità raggiungerà il suo apice e si incarnerà nella figura dell’Anticristo, come spiega Tyconio: “È necessario che l’Anticristo sia rivelato in tutto il mondo, e che allo stesso modo sia sconfitto ovunque dalla Chiesa… Ma ora è nascosto nella Chiesa”.[xxxviii]

Come conseguenza del fatto che la vera Chiesa si stacca dall’anti-Chiesa, Tyconio sostiene che il Corpo di Cristo, a tutti gli effetti, attiverà e darà inizio alla propria passione. Scrive Tyconio: “Prima che avvenga la “caduta” [2 Tess 2,3], tutti sono considerati popolo di Dio. Quando la ‘caduta’ sarà avvenuta, allora apparirà la terza parte del popolo di Dio”.[xxxix] Robinson commenta: “I santi resisteranno e predicheranno fedelmente la Parola di Dio, e i falsi fratelli saranno smascherati quando si rivolgeranno e perseguiteranno la chiesa: ‘quelli in combutta con il diavolo, pur dicendo di essere cristiani, combatteranno contro la chiesa’”.[xl]  Robinson conclude quindi che: “la persecuzione rivela finalmente e completamente l’identità dei santi e dei falsi fratelli”.[xli]

 

Lo strumento scelto da Satana: i vescovi

A questo punto viene spontaneo chiedersi: al momento dell’apostasia predestinata, i fedeli riconosceranno immediatamente i falsi fratelli per quello che sono e interromperanno l’affiliazione con loro, oppure i veri credenti saranno convinti a rimanere in associazione con gli impostori, ascoltandoli e seguendo la loro guida?  Come faranno i falsi fratelli a ingannare le persone e a farle fidare della loro guida? Su questo punto Tyconio è inequivocabilmente categorico: questi falsi fratelli si trovano spesso tra i dirigenti della Chiesa, i vescovi.

Nel denunciare l’ipocrisia dei vescovi, Tyconio dà conto della “seconda bestia” introdotta in Apocalisse 13:11: E vidi un’altra bestia che usciva dal paese. Aveva due corna simili a quelle di un agnello e parlava come un serpente.  Tyconio declama:

Un agnello va avanti dopo che un serpente gli ha inserito di nascosto il suo veleno. Infatti, se parlasse apertamente come un serpente, non sarebbe simile a un agnello. Ora si traveste da agnello e con questo [travestimento] attacca un agnello sicuro. Parla a nome di Dio e con questo [travestimento] allontana dalla via della verità coloro che cercano Dio. Per questo il Signore ha detto: “Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci”.[xlii]

Tyconio conclude questo passo con una delle sue osservazioni più incisive: “I vescovi fanno, sotto l’apparenza di un dono della Chiesa, ciò che fa avanzare la volontà del diavolo”.[xliii]  I vescovi offrono alla bestia la parvenza di un agnello, mentre lui li usa come portavoce del suo programma.

In un altro passo, l’Apocalisse di San Giovanni prosegue: “E vidi tre spiriti immondi [uscire] dalla bocca del drago, dalla bocca della bestia e dalla bocca del falso profeta”.[xliv]  Tyconio osserva: “Perché il drago, cioè il diavolo, e la bestia, il corpo del diavolo, e i falsi profeti, cioè i vescovi del corpo del diavolo, sono un solo spirito”.[xlv] Inoltre, Tyconio dichiara che “il trono della bestia è la sua chiesa”,[xlvi] a causa dei vescovi traditori che saranno sotto il suo controllo. Questi vescovi traditori daranno forma al corpo del diavolo – la falsa chiesa – anche dopo che la vera Chiesa se ne sarà distaccata.

 

La Passione della Chiesa

Una volta attuata l’apostasia, però, la Sposa di Cristo (la vera Chiesa) si troverà a combattere non solo i falsi fratelli, ma anche il mondo pagano, che si sarà unito ai falsi fratelli in un fronte demoniaco apertamente unito: “a tutto il corpo del diavolo è stato permesso da Dio”.[xlvii]  Tuttavia, nella mente di Tyconio non ci sono dubbi sull’esito finale per la Chiesa: “l’ultima persecuzione la purificherà fino alla settima tromba”, che segnerà “la venuta del Signore”.[xlviii]  Quella sarà “la Chiesa del tempo futuro quando, con i malvagi già separati dal mezzo, solo i buoni regneranno con Cristo”.[xlix]  Perciò, Tyconio è certo che “la Chiesa degli ultimi tempi, sia nei suoi vescovi che nel suo popolo, non è in alcun modo in grado di perire”.[l]  Anche se sarà perseguitata, come il suo Sposo, e sembrerà persino sconfitta, non potrà essere distrutta in modo permanente. Essa partecipa alla vita divina dello Sposo. Inoltre, avrà la meglio sull’Anticristo e alla fine sconfiggerà la falsa Chiesa. Tuttavia, Tyconio non si faceva illusioni sulla gravità del conflitto finale. In quella che potrebbe essere la sezione più lucida e incontaminata di tutta la sua esposizione, nel tracciare il parallelo tra Cristo e la sua Chiesa, Tyconio sottolinea la loro interconnessione:

Ciò che il capo ha sofferto una volta, ora lo soffre attraverso le sue membra, poiché si è rivestito della sua chiesa; e la chiesa viene uccisa ogni giorno per Cristo, affinché viva con lui per sempre. Nessuno deve pensare che solo gli apostoli siano morti per Cristo e che ora il martirio sia cessato e che i persecutori non siano nella Chiesa. È infatti necessario che il Figlio dell’uomo vada sempre “a Gerusalemme… per soffrire molte cose da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, ed essere ucciso, e risorgere dopo tre giorni”.[li]

Così, in quella persecuzione culminante, quando i falsi fratelli e il mondo pagano attaccheranno senza sosta la Chiesa, la commistione di sofferenze tra Gesù e il suo Corpo mistico e la sua Sposa raggiungerà il suo apice: “In lei il Signore completa ciò che ha iniziato. Perciò in lei riceve ciò che ha dato, e in lei viene incoronato colui che egli incorona. Infatti, non c’è nulla che egli faccia o abbia senza il suo corpo”.[lii]  Gesù ha dato la vita per la sua sposa, la Chiesa. Nei tempi finali, essa si donerà per Lui in un modo mai visto prima. Così come Gesù ha glorificato suo Padre attraverso la sua offerta di sé, e così anche suo Padre lo ha glorificato con la gloria che suo Figlio aveva con sé prima dell’inizio del mondo,[liii] così anche, a quel tempo, l’offerta finale di sé della Chiesa sarà il suo momento di coronamento di donarsi completamente per Cristo, e Lui a sua volta la incoronerà. Lui e la sua sposa saranno allora perfettamente uniti nel loro reciproco dono di sé.

 

Tyconio, Fatima, e la grande apostasia

Alla luce della teologia tyconiana, i vari commenti di Benedetto XVI sul significato del messaggio di Fatima assumono un nuovo significato. Diventa evidente che Benedetto XVI comprende il messaggio di Fatima nel contesto dell’affermazione di Tyconio secondo cui il male più grande per la Chiesa nei tempi finali è il male nascosto dentro di lei.

Durante il pellegrinaggio di Benedetto XVI a Fatima nel maggio 2010, un giornalista chiese al Santo Padre:

Santità, quale significato hanno oggi per noi le Apparizioni di Fatima? E quando Lei presentò il testo del terzo segreto nella Sala Stampa Vaticana, nel giugno 2000, c’erano diversi di noi e altri colleghi di allora, Le fu chiesto se il messaggio poteva essere esteso, al di là dell’attentato a Giovanni Paolo II, anche alle altre sofferenze dei Papi. E’ possibile, secondo Lei, inquadrare anche in quella visione le sofferenze della Chiesa di oggi?[liv]

Considerando che la Santa Sede aveva sostanzialmente chiuso la porta al Terzo Segreto di Fatima, la risposta di Benedetto è stata a dir poco stupefacente. Ora può anche essere percepita come “ticoniana”:

. . . [O]ltre questa grande visione della sofferenza del Papa, che possiamo in prima istanza riferire a Papa Giovanni Paolo II, sono indicate realtà del futuro della Chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano. Perciò è vero che oltre il momento indicato nella visione, si parla, si vede la necessità di una passione della Chiesa, che naturalmente si riflette nella persona del Papa, ma il Papa sta per la Chiesa e quindi sono sofferenze della Chiesa che si annunciano. Il Signore ci ha detto che la Chiesa sarebbe stata sempre sofferente, in modi diversi, fino alla fine del mondo. . . . Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire in questo messaggio, vi è anche il fatto che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa. Anche questo si è sempre saputo, ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante: che la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa . . . .”[lv]

Affermando che la visione del Papa sofferente “può” riferirsi a Giovanni Paolo II “in primo luogo”, Benedetto implica che la visione si riferisce a un altro Papa, o almeno che non è limitata al solo Giovanni Paolo II. Inoltre, se ciò che è stato mostrato ai bambini riguarda ancora “il futuro della Chiesa”, allora lo svolgimento del Terzo Segreto non è assolutamente finito. Piuttosto, gli eventi che il Terzo Segreto indica “man mano si sviluppano e si mostrano”.

L’affermazione di Benedetto più carica dal punto di vista teologico, tuttavia, è stato il suo commento sulla visione che designa una passione della Chiesa. Secondo la valutazione di Benedetto, la rivelazione ai tre giovani bambini di Fatima riguardava principalmente quella passione – le prossime sofferenze della Chiesa, che devono ancora manifestarsi e che si “rifletteranno nella persona del Papa”. E da dove nasceranno gli attacchi che porteranno a questa passione? Ha affermato: “Proprio dall’interno della Chiesa”.

Oltre a queste osservazioni del 2010, anche i commenti del cardinale Ratzinger in un’intervista del 1984 alla rivista Jesus sono pieni di importanza:

Intervistatore: “Cardinale Ratzinger, ha letto quello che viene chiamato il Terzo Segreto di Fatima: cioè quello che Suor Lucia aveva inviato a Papa Giovanni XXIII e che quest’ultimo non volle rendere noto e consegnò agli archivi vaticani?”.

Ratzinger: “Sì, l’ho letto”.

Intervistatore: “Perché non è stata rivelata?”.

Ratzinger: “Perché, secondo il giudizio dei Papi, non aggiunge nulla (letteralmente: ‘nulla di diverso’) a ciò che un cristiano deve sapere riguardo a ciò che deriva dalla Rivelazione: cioè un appello radicale alla conversione; l’importanza assoluta della storia; i pericoli che minacciano la fede e la vita del cristiano, e quindi del mondo. E poi l’importanza dei “novissimi” (gli ultimi eventi alla fine dei tempi). Se non viene reso pubblico – almeno per il momento – è per evitare che la profezia religiosa venga scambiata per una ricerca del sensazionale (letteralmente: “del sensazionalismo”). Ma le cose contenute in questo ‘Terzo Segreto’ corrispondono a ciò che è stato annunciato nella Scrittura e che è stato ripetuto in molte altre apparizioni mariane, prima fra tutte quella di Fatima per ciò che è già noto del suo messaggio”.[lvi]

Analizzando i commenti di Ratzinger, un autore sostiene che:

Quando il cardinale Ratzinger ha parlato dei pericoli per la fede e la vita del cristiano, ha fatto riferimento ad altre apparizioni mariane e alla Sacra Scrittura: ciò che è contenuto nel Terzo Segreto corrisponde alla Scrittura. Corrisponde anche a ciò che è stato menzionato più volte in molte altre apparizioni mariane.

Riferendosi alle Scritture, ha specificato i testi escatologici della Scrittura quando ha usato questa frase in italiano, i novissimi. Alcuni hanno cercato di sostenere, in modo poco sincero, che quando si parla di “i novissimi” si parla di morte, giudizio, paradiso e inferno – le quattro cose ultime. Ma non è assolutamente questo ciò di cui parlava il cardinale Ratzinger; non è assolutamente questo ciò di cui parlava la Madonna. Se vogliamo conoscere le quattro cose ultime, basta consultare il catechismo; lì è esposto molto chiaramente. La Madonna non è scesa dal cielo per impartire una semplice lezione di catechismo.

Quando il Cardinale parlava di “i novissimi”, si riferiva a ciò che il profeta Daniele aveva detto che sarebbe avvenuto alla fine. Si riferiva ai tempi finali – le ultime cose; o come diremmo in greco, eschata. Le cose escatologiche, i testi escatologici della Scrittura. Questo è il Terzo Segreto…”.[lvii]

Valutando altri messaggi della Beata Vergine Maria provenienti da luoghi di apparizione approvati dalla Chiesa, si è portati a concordare in modo convincente con questo autore. Inoltre, due cardinali che hanno letto personalmente il Terzo Segreto offrono ulteriore credito a questo punto di vista. In primo luogo, il cardinale Oddi, amico personale di Papa Giovanni XXIII, che aveva discusso con lui del segreto, ha dichiarato in una testimonianza a un giornalista italiano nel 1990: “Questo [il Terzo Segreto] non ha nulla a che fare con Gorbaciov. La Beata Vergine ci stava mettendo in guardia contro l’apostasia nella Chiesa”.[lviii]   In secondo luogo, il cardinale Ciappi, teologo personale dei papi Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II, in una comunicazione a un certo professor Baumgartner a Salisburgo, ha rivelato: “Nel Terzo Segreto si predice, tra l’altro, che la grande apostasia nella Chiesa inizierà dall’alto”.[lix]

Alberto Cosmedo Amaral, vescovo di Fatima dal 1972 al 1993, ha fatto un cenno nella stessa direzione – quella dell’apostasia – quando ha attestato in una sessione di domande e risposte all’Università Tecnica di Vienna nel 1984:

Il Segreto di Fatima non parla né di bombe atomiche, né di testate nucleari, né di missili Pershing, né di SS-20. Il suo contenuto riguarda solo la nostra fede. Identificare il Segreto con annunci catastrofici o con un olocausto nucleare significa deformare il significato del messaggio. La perdita di fede di un continente è peggiore dell’annientamento di una nazione; ed è vero che la fede diminuisce continuamente in Europa.[lx]

A conferma di questa prospettiva, p. Gabriele Amorth, l’ex esorcista capo di Roma, che ha conosciuto personalmente Padre Pio per ventisei anni, ha fatto una verifica quasi identica, che ha attribuito al grande santo cappuccino e straordinario mistico. Ecco un segmento del suo scambio con lo scrittore spagnolo José María Zavala, durante un’intervista del 2011:

“Mi perdoni se insisto sul Terzo Segreto di Fatima: Padre Pio lo ha messo in relazione con la perdita della fede nella Chiesa?”.

Gabriele aggrotta la fronte e sporge il mento. Sembra molto colpito.

“In effetti”, afferma, “un giorno Padre Pio mi disse molto addolorato: ‘Sai, Gabriele? È Satana che è stato introdotto nel seno della Chiesa e tra pochissimo tempo arriverà a governare una Chiesa falsa”.

“Oh mio Dio! Una specie di Anticristo! Quando ti ha profetizzato questo?”. Io [Zavala] chiedo.

“Deve essere stato intorno al 1960, visto che allora ero già sacerdote”.

“Fu per questo che Giovanni XXIII ebbe un tale panico riguardo alla pubblicazione del Terzo Segreto di Fatima, affinché la gente non pensasse che lui fosse l’antipapa o quello che era…?”.

Un lieve ma consapevole sorriso arriccia le labbra di padre Amorth.

“Padre Pio le ha detto qualcos’altro sulle catastrofi future: terremoti, inondazioni, guerre, epidemie, fame…? Ha alluso alle stesse piaghe profetizzate nelle Sacre Scritture?”.

“A lui non importava nulla del genere, per quanto terrificanti si rivelassero, tranne la grande apostasia all’interno della Chiesa. Questa era la questione che lo tormentava veramente e per la quale pregava e offriva gran parte della sua sofferenza, crocifissa per amore”.

“Il terzo segreto di Fatima?”.

“Esattamente”.[lxi]

Cronologicamente e teologicamente, cosa c’entra la “grande apostasia” con “i novissimi” a cui si riferiva Ratzinger? È il loro cardine. San Paolo afferma nella sua Seconda Lettera ai Tessalonicesi che la grande apostasia è l’evento scatenante dell’inizio delle “ultime cose”, quello che apre la porta all’avvento del “figlio della perdizione”/”l’impotente”/”l’Anticristo”.[lxii]  Una volta messo in moto, non si può più tornare indietro. Il mondo e l’umanità intera saranno entrati in rotta di collisione con il destino.

 

Le dimissioni e “un Vescovo vestito di bianco”

Consideriamo quindi almeno alcuni degli elementi che Papa Benedetto XVI aveva davanti di lui. Come cardinale, Joseph Ratzinger aveva già attestato che il Terzo Segreto di Fatima riguarda “le ultime cose” e molteplici fonti attendibili hanno confermato che si riferisce specificamente alla grande apostasia. Se Benedetto accetta l’interpretazione di Tyconio su come inizia l’apostasia e opera da questo punto di vista, ciò non potrebbe forse far luce sulle sue bizzarre e controverse “dimissioni”? La sua decisione di “farsi da parte” nel 2013 potrebbe essere il risultato di aver decifrato il Terzo Segreto da una prospettiva del tutto singolare, influenzata dal suo studio di Tyconio? Vede la teologia di Tyconio come inestricabilmente intrecciata con il messaggio di Maria a Fatima? E, se così fosse, si è reso conto che, come Papa, ha dovuto avviare il “ritiro” della vera Chiesa da quella falsa per inaugurare la grande apostasia e iniziare l’esposizione dei falsi fratelli che si sono infiltrati nella Chiesa ai massimi livelli?

Con queste domande in mente, rivediamo la parte del Terzo Segreto (trascritta da Suor Lucia stessa) che riguarda il Papa:

“E vedemmo in una luce immensa che è Dio: ‘qualcosa di simile a come le persone appaiono in uno specchio quando vi passano davanti’ un Vescovo vestito di bianco – ‘avemmo l’impressione che fosse il Santo Padre’. Altri Vescovi, Sacerdoti, uomini e donne religiosi salivano su una montagna scoscesa, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi sbozzati come di un albero di sughero con la corteccia; prima di arrivarci il Santo Padre passò attraverso una grande città per metà in rovina e per metà tremante con passo fermo, afflitto dal dolore e dal dispiacere, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava sul suo cammino”.[lxiii]

Riflettendo sulla visione di suor Lucia, Antonio Socci propone che il “vescovo vestito di bianco” e il “Santo Padre” siano in realtà due persone distinte. Egli chiede provocatoriamente: “Il ‘segreto’ che ha al centro due figure – il ‘vescovo vestito di bianco’ e un vecchio papa – ci parla del presente? Chi sono queste due figure?”.[lxiv]  Inoltre, Socci nota uno sviluppo davvero sorprendente: “Il 12 maggio 2017, a Fatima, è stato lo stesso Papa Bergoglio a dire di essere ‘il vescovo vestito di bianco’.[lxv]

L’idea che la visione si riferisca a due persone distinte non è implausibile.  Suor Lucia stessa fornisce un duplice chiarimento sull’identità del “vescovo vestito di bianco”. Ha persino messo le sue osservazioni descrittive tra virgolette per delimitarle. Il documento originale portoghese utilizza due serie di virgolette (utilizzate anche nella traduzione inglese di cui sopra) subito prima di parlare del “vescovo vestito di bianco” e subito dopo.

In primo luogo, suor Lucia dice che lei e le sue due giovani compagne hanno visto l’aspetto del “vescovo” come “qualcosa di simile a come le persone appaiono in uno specchio quando vi passano davanti”. Poi dice: “Abbiamo avuto l’impressione che fosse il Santo Padre”. Ma più avanti nel documento parla inequivocabilmente del “Santo Padre”.

A sostegno della tesi secondo cui la visione indica due persone diverse, si può sostenere che i bambini di Fatima non erano sicuri di chi fosse il vescovo vestito di bianco. I bambini di un paesino sperduto del Portogallo non avrebbero mai guardato qualcuno vestito di bianco e pensato che fosse un vescovo. I bambini cattolici di un piccolo villaggio europeo all’inizio del XX secolo conoscevano un solo leader della Chiesa vestito di bianco: il Papa. Inoltre, se avessero pensato che la persona vestita di bianco che avevano visto fosse il Papa, Lucia non si sarebbe semplicemente riferita a lui come tale fin dall’inizio? È inspiegabile che lo descriva come “un vescovo vestito di bianco”, a meno che, in realtà, ai bambini non sia stato dato di sapere, o di intuire, che l’individuo che hanno visto era solo un vescovo vestito di bianco. Più avanti nella stessa testimonianza, quando Lucia indica di aver visto “il Santo Padre”, non ha esitazioni su chi sta vedendo e sulla veridicità della sua affermazione. Se si trattasse dello stesso individuo, suor Lucia non avrebbe continuato a riferirsi a lui come al “vescovo in bianco”? Suor Lucia è sempre stata estremamente attenta ai dettagli e a riferire esattamente ciò che la Vergine le aveva rivelato. Sarebbe stato molto semplice per lei continuare a riferirsi al “vescovo in bianco” se si fosse trattato della stessa persona. Ma non lo fece. Le sue parole chiariscono che ci sono due persone distinte: il “vescovo vestito di bianco” e il “Santo Padre”.

Benedetto XVI ha avuto la lungimiranza di comprendere che il suo apparente successore sarebbe stato il vescovo vestito di bianco, molto prima che Bergoglio fosse “eletto”? Benedetto aveva compreso, con largo anticipo, quello che Socci avrebbe un giorno ipotizzato come il significato del Terzo Segreto? È stato il primo Papa a comprendere che il Terzo Segreto denota un vero Papa e uno falso – un Papa apparente che in realtà è solo un vescovo vestito di bianco – che era ciò che Suor Lucia stava cercando di dire (e naturalmente anche la Beata Vergine) fin dall’inizio?

Benedetto conosceva bene il quadro della teologia dei tempi finali di Tyconio. Sapeva che “dopo l’unità ci sarà un’altra separazione nell’ultima contesa”.[lxvi] Sapeva anche che “il popolo santo, dopo essere stato chiaramente avvertito da Dio, uscirà”[lxvii] dalla falsa Chiesa, causando la “grande discessio”. All’interno di una tale comprensione dell’”ecclesiologia escatologica” – ciò che deve accadere alla Chiesa nei tempi finali – le due figure descritte da suor Lucia avrebbero assunto un significato unico nella mente acutamente teologica di Joseph Ratzinger.

Sembra abbastanza probabile che a un certo punto Papa Benedetto XVI abbia constatato la sovrapposizione e l’intersezione del messaggio di Fatima e della teologia di Tyconio e, così facendo, si sia reso conto della propria sconcertante e monumentale missione – che era stato chiamato, come Abramo, a partire con fede, “senza sapere dove sarebbe andato”.[lxviii]  Prendere la Chiesa, come Abramo prese Isacco, e prepararsi a offrirla in olocausto.[lxix]  Affinché “da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte”,[lxx] nascessero un giorno numerosi discendenti grazie alla fede di Benedetto. Un passo che poteva essere fatto solo per una chiamata diretta e personale di Dio. Un passo che non avrebbe avuto senso se considerato in termini di calcolo umano o di prudenza mondana. Ma un passo che avrebbe dato inizio a un nuovo Esodo per il nuovo Israele nell’ora della sua “ultima Pasqua, nella quale seguirà il suo Signore nella sua morte e risurrezione”.[lxxi]

Nessun fedele cattolico oserebbe fare un tale passo di separazione, di allontanamento da quella che sembra essere la vera Chiesa, a meno che non stia seguendo il successore di Pietro. Non ci potrebbe essere nessuna separazione definitiva, nessuna “grande discessio” della vera Chiesa da quella falsa se Pietro stesso non facesse un passo di fede, guidato dallo Spirito Santo.[lxxii]

Allo stesso modo, se la falsa Chiesa dovesse essere “perfezionata” nella sua iniquità, avrebbe bisogno del suo proprio falso sovrano, come predetto da Padre Pio, al momento della grande discessio. Un falso papa. Uno che sembra essere un papa ma in realtà è solo un vescovo, tratto dal gruppo di vescovi che, secondo le parole di Tyconio, “fanno, sotto l’apparenza di un dono della Chiesa, ciò che avanza la volontà del diavolo”.[lxxiii] Una contraffazione della vera Chiesa, ma solo un’illusione, qualcosa che si vede “come in uno specchio” – a cui è stato permesso di avere il potere di ingannare il mondo intero, e quasi tutta la Chiesa, per esporre e rivelare il “mistero dell’iniquità” nascosto all’interno della Chiesa che ora deve essere definitivamente distrutto da una liberazione che Dio stesso provvederà.[lxxiv]

Il venerabile Fulton Sheen descrisse l’imminente anti-Chiesa con inquietante precisione già nel 1948:

[L’Anticristo] avrà un grande segreto che non rivelerà a nessuno: non crederà in Dio. Poiché la sua religione sarà una fratellanza senza la paternità di Dio, ingannerà anche gli eletti. Istituirà una contro-chiesa che sarà la scimmia della Chiesa, perché lui, il diavolo, è la scimmia di Dio. Avrà tutte le note e le caratteristiche della Chiesa, ma al contrario e svuotata del suo contenuto divino. Sarà un corpo mistico dell’Anticristo che in tutto e per tutto assomiglierà al corpo mistico di Cristo. . . .[lxxv]

Le dichiarazioni profetiche di Sheen risuonano con il discorso pronunciato dal cardinale Karol Wojtyla, il futuro Papa Giovanni Paolo II, nel suo intervento al Congresso Eucaristico di Philadelphia, in Pennsylvania, nel 1976:

Ci troviamo ora di fronte al più grande confronto storico che l’umanità abbia mai vissuto. Non credo che l’ampia cerchia della società americana, o l’intera ampia cerchia della comunità cristiana se ne rendano pienamente conto. Siamo di fronte al confronto finale tra la Chiesa e l’anti-Chiesa, tra il Vangelo e l’anti-Vangelo, tra Cristo e l’Anticristo. Lo scontro rientra nei piani della Divina Provvidenza. È, quindi, nel Piano di Dio, e deve essere una prova che la Chiesa deve raccogliere e affrontare con coraggio. [lxxvi]

Benedetto XVI ha dedotto dal Terzo Segreto, in accordo con l’insegnamento di Tyconio, che nei disegni provvidenziali di Dio il culmine del confronto tra la vera Chiesa e l’anti-Chiesa poteva avvenire solo quando il valido successore di Pietro avrebbe permesso l’arrivo del “vescovo vestito di bianco”? Che ciò che è stato mostrato ai bambini di Fatima era esattamente ciò che descrive Suor Lucia – una “immagine speculare” – uno che sembra essere il Santo Padre, ma in realtà è solo un sosia? Suor Lucia stava inoltre cercando di comunicare ed evidenziare questa “parvenza di papa” quando disse: “Abbiamo avuto l’impressione che fosse il Santo Padre”? Intendeva forse porre l’accento in quella frase sulla parola “impressione”? – “Abbiamo avuto l’impressione che si trattasse del Santo Padre”. – Questo perché, quando il “vescovo vestito di bianco” sarebbe finalmente apparso, tutto il mondo avrebbe avuto la stessa “impressione”? Mentre, in realtà, il vescovo vestito di bianco avrebbe solo assomigliato al Papa, come un’immagine vista in uno specchio assomiglia alla realtà – un’imitazione … una riproduzione vuota … un usurpatore. Se è così, questa consapevolezza ha portato Benedetto XVI a mettersi in cammino con fede, come Abramo, “non sapendo dove andava”,[lxxvii] consegnando il potere pratico sulla struttura visibile della Chiesa, a un “vescovo vestito di bianco”, per dare inizio alla “grande discessio”?

Un’Anima Mariana

***

[i] Udienza Generale, Ambrogio Autperto, 22 aprile 2009, https://www.vatican.va/content/benedict-xvi/it/audiences/2009/documents/hf_ben-xvi_aud_20090422.html.

[ii] Dall’Enciclopedia Italiana: “Scrittore cristiano africano, morto intorno al 400. Donatista, egli cercò di trovare argomenti a favore della sua setta; laico, e fortemente influenzato dal pensiero di S. Paolo, arrivò a conclusioni inaspettate e paradossali. Infatti il caposaldo dell’apologetica donatista, che cioè la vera Chiesa è quella dei perseguitati, si trasformò in lui, attraverso un’originale ermeneutica biblica, in una dottrina della coesistenza necessaria di buoni e malvagi nel seno stesso della Chiesa. Con ciò, egli forniva un’arma poderosa ai cattolici; e per questo fu condannato in un sinodo donatista, circa il 378, ad opera di Parmeniano, che scrisse contro di lui un’opera, alla quale replicò poi S. Agostino.”

 

[iii] Udienza Generale, Ambrogio Autperto, 22 aprile 2009, https://www.vatican.va/content/benedict-xvi/it/audiences/2009/documents/hf_ben-xvi_aud_20090422.html.

[iv] Beobachtungen zum Kirchenbegriff des Tyconius im Liber regularum, J. Ratzinger, Revue d’ Etudes Augustiniennes Et Patristiques 2 (1-2): 173-185 (1956).

[v] Id.

[vi] David C. Robinson, Introduzione, 4, Fathers of the Church: Volume 134 (Washington, D.C.: The Catholic University of America Press, 2017).

[vii] Id., 166.

[viii] Id., 75.

[ix] Id., 158.

[x] “E questo proprio a causa dei falsi fratelli che si erano intromessi a spiare la libertà che abbiamo in Cristo Gesù, allo scopo di renderci schiavi. Ad essi però non cedemmo, per riguardo, neppure un istante, perché la verità del vangelo continuasse a rimanere salda tra di voi.” Gal 2, 4-5.

[xi] “Figlioli, questa è l’ultima ora. Come avete udito che deve venire l’anticristo, di fatto ora molti anticristi sono apparsi. Da questo conosciamo che è l’ultima ora. Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; ma doveva rendersi manifesto che non tutti sono dei nostri.” 1 Gv 2, 18-19.

[xii] Tyconio, “Exposition of the Apocalypse,” Fathers of the Church: Volume 134 (Washington, D.C.: The Catholic University of America Press, 2017), 10.

[xiii] Id., 40.

[xiv] Id., 39.

[xv] Id., 75.

[xvi] Id., 117.

[xvii] Id., 109.

[xviii] Id., 123.

[xix] Id., 132.

[xx] Cfr. Gv 6, 70.

[xxi] Mt 13, 24-43.

[xxii] Mt 13, 47-48.

[xxiii] Mt 25, 1-13.

[xxiv] Mt 25, 31-46.

[xxv] Ap 2-3.

[xxvi] Introduction to the “Exposition of the Apocalypse”, 14-15.

[xxvii] 2 Tess 2,7.

[xxviii] Cfr. Dan 9,27; 11,31; 12, 11; e Mt 24, 15.

[xxix] Tyconius, “Exposition of the Apocalypse”, 93.

[xxx] Id., 58.

[xxxi] Id., 94.

[xxxii] Ap 8,12.

[xxxiii] Da virtutis meritum, da salutis exitum, da perenne gaudium (La Sequenza di Pentecoste). Il salutis exitum o “uscita della salvezza” è una “via d’uscita” dalle prove della Chiesa che realizzeranno il piano salvifico di Dio.

[xxxiv] Tyconius, “Exposition of the Apocalypse”, 157.

[xxxv] Id., 167.

[xxxvi] Il Dio Mercato, La Chiesa e L’Anticristo (Rizzoli, 2019).

[xxxvii] Tyconius, “Exposition of the Apocalypse”, 20.

[xxxviii] Id., 56.

[xxxix] Id., 93.

[xl] Id., 20 (Introduction).

[xli] Id.

[xlii] Id., 134.

[xliii] Id., 135.

[xliv] Ap 16, 13.

[xlv] Tyconius, Exposition of the Apocalypse, 153.

[xlvi] Id.

[xlvii] Id., 135.

[xlviii] Id., 107.

[xlix] Id., 184.

[l] Id, 74.

[li] Id., 68.

[lii] Id., 70.

[liii] Cfr. Gv 17, 1-5.

[liv] Intervista Concessa Dal Santo Padre Benedetto XVI Ai Giornalisti Durante Il Volo Verso Il Portogallo,  (Volo Papale, 11 maggio 2010), https://www.vatican.va/content/benedict-xvi/it/speeches/2010/may/documents/hf_ben-xvi_spe_20100511_portogallo-interview.html

[lv] Id.

[lvi] Fatima Center, Cardinal Ratzinger (November 11, 1984), https://fatima.org/about/the-third-secret/cardinal-ratzinger-november-11-1984/.

[lvii] Fr. Paul Kramer, The Mystery of Iniquity (Liberty Lake: Unmasking Iniquity Association, 2012) 132.

[lviii] Fr. Paul Kramer, ed., The Devil’s Final Battle (The Missionary Association, Terryville, Conn., 2002) 33. See Fatima Center, Some Other Witnesses (1930’s-2003).

[lix] See Father Gerard Mura, “The Third Secret of Fatima: Has It Been Completely Revealed?”, Catholic magazine, (published by the Transalpine Redemptorists, Orkney Isles, Scotland, Great Britain) March 2002. Cf. Fatima Center, Some Other Witnesses (1930’s-2003).

[lx] Fatima Center, Bishop of Fatima (September 10, 1984); Frère Michel de la Sainte Trinité, The Whole Truth About Fatima, Volume III: The Third Secret, (Immaculate Heart Publications, Buffalo, New York, 1990) pp. 675-676.

[lxi] “Amidst Conflicting Fatima “Secrets,” a Clear Message Shines Forth,” https://onepeterfive.com/amidst-conflicting-fatima-secrets-a-clear-message-shines/ (21 April 2021); Original source: José María Zavala, El Secreto Mejor Guardado de Fátima (Planeta Publishing, 2017).

[lxii] 2 Tess 2.

[lxiii] https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20000626_ message-fatima_it.html

[lxiv] Il segreto di Benedetto XVI (Rizzoli, 2018).

[lxv] Id.; Vedi anche il Messale della Visita Apostolica in Portogallo, 12 maggio 2017: “come vescovo vestito di bianco [como bispo vestido de branco], ricordo tutti coloro che, vestiti di bianco battesimale, vogliono vivere in Dio e pregare i misteri di Cristo per raggiungere la pace.”

[lxvi] Tyconius, “Exposition of the Apocalypse,” 58.

[lxvii] Id., 167.

[lxviii] Ebr 11, 8.

[lxix] Gen 22.

[lxx] Ebr 11, 12.

[lxxi] Catechesimo della Chiesa Cattolica 677.

[lxxii] Cfr. Mt 14, 29 (“Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù.”).

[lxxiii] Tyconius, “Exposition of the Apocalypse,” 135.

[lxxiv] Cfr. Gen 22, 8.

[lxxv] Fulton J. Sheen, Communism and the Conscience of the West (Indianapolis, IN: Bobbs-Merril Company, 1948), p. 25.

[lxxvi] Paul Kengor, “John Paul II’s Warning on the ‘Final Confrontation’ With the ‘Anti-Church,’” National Catholic Register, October 5, 2018.

[lxxvii] Ebr 11, 8.