Il vescovo vestito di bianco procede verso l’abominio. Boccacci, Russo.

fonte marcotosatti.com 25/07/2023

Carissimi StilumCuriali, due amici fedeli del nostro sito, Rosanna Boccacci e Sergio Russo, offrono alla vostra attenzione queste riflessioni sullo stato attuale della Chiesa, e dei suoi vertici. Buona lettura e diffusione.

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IL VESCOVO VESTITO DI BIANCO ORA PROCEDE SPEDITO VERSO L’ABOMINIO…

… da quando il Santo Padre è uscito di scena!

 

Ben a ragione qualcuno ha affermato che “le profezie s’iniziano a capire soltanto quando queste cominciano a compiersi.”

Ed è appunto il cosiddetto Terzo Segreto di Fatima (quello reso pubblico nell’anno Duemila e che, secondo le più autorevoli ricerche in merito, sarebbe la descrizione della “visione”, ma non la sua spiegazione, quest’ultima rimasta invece… ancora segreta!) ciò che svela la figura di UN Vescovo vestito di bianco, da non confondere, viceversa, con IL Santo Padre.

Ed è proprio attraverso tale “distinguo” che viene svelato uno dei punti più enigmatici della suddetta visione. Ché persino i tre pastorelli “hanno avuto il presentimento” che il Vescovo vestito di bianco fosse davvero il Santo Padre, ma tale incertezza è subito risolta, poiché entra in gioco un “oggetto”, che definirei essere abbastanza insolito, per fare la sua comparsa in una visione soprannaturale: lo specchio.

Certamente a molti verrà in mente la similitudine paolina: “Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa. (1Cor 13,12)” A cui si potrebbe aggiungere, molto opportunamente, anche quest’altro versetto: “Perché se uno ascolta soltanto e non mette in pratica la parola, somiglia a un uomo che osserva il proprio volto in uno specchio. (Gc 1,23)”

È ovvio però, che la principale peculiarità dello specchio, è di fornirci sì un’immagine, che solo apparentemente sembra identica, ma che praticamente è invece simmetrica, rispetto alla realtà stessa che essa rappresenta. Ed infatti, ciò che si trova a destra, noi lo percepiamo a sinistra, e viceversa. La prova principe di tale “stranezza” risulta evidente allorquando noi mettiamo delle parole davanti allo specchio, cerchiamo di leggerle, ma… non si capisce nulla: non solo le frasi, ma le lettere stesse sono scritte al contrario, e quindi l’intero testo ci appare come “rovesciato”.

 

Un Vescovo, seppur vestito di bianco, posto davanti allo specchio della coscienza – quella illuminata dalla “luce immensa che è Dio” – non è, né mai potrà essere il Santo Padre, anche se pare essergli identico.

Il Vescovo infatti, possiede quel che viene definito “ministerium” – secondo il Diritto Canonico – cioè “l’esercizio del potere”, in questo caso ecclesiastico, per il governo di una Diocesi, e mai potrà possedere il “munus” (petrino), che è invece un titolo divino, donato da Dio stesso e che rende un Papa atto a governare l’intera Chiesa, sposa di Cristo, peculiarità quest’ultima, talmente univoca e determinante, da appartenere esclusivamente al Santo Padre.

Continuando nella descrizione della visione, il Vescovo vestito di bianco ha comunque un seguito di “vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose” che lo riconoscono a capo della Chiesa, trovandosi così, tutti costoro, a dover salire una montagna “ripida” (ma tale termine, nell’originale portoghese è “escabrosa”, che va tradotto alla lettera con “aspra”). È dunque una montagna aspra, cioè amara, per cui se avessero continuato a seguire il vero santo Padre, egli, in forza della sua grazia di stato – e lo ripetiamo: avendo con sé non il semplice “ministerium”, bensì il “munus”, prerogativa divina per cui è presente ed opera lo Spirito Santo – li avrebbe condotti sì, egualmente su di una montagna, però questa sarebbe stata non “aspra” ma “soave”, poiché soltanto il Suo è “un giogo dolce, dal peso leggero…”

Ecco dunque lo specchio in funzione: la realtà è una montagna da salire, e tuttavia, nell’immagine riflessa, questa passa dall’essere soave ad essere, viceversa, aspra!

In cima alla montagna vi è una croce: ora, la vera Croce di Cristo è molto “solida”, ha portato il Redentore e Lui stesso la offre, quale àncora di salvezza, a tutti coloro che si sono messi in animo di seguirLo…

Mentre la croce proposta dal Vescovo vestito di bianco, essendo una immagine riflessa, e quindi rovesciata è, viceversa, “di tronchi grezzi”, non rifinita né definita, “come se fosse di sughero con la corteccia”, cioè inconsistente, incapace di sostenere alcunché, e a cui non è possibile appoggiarvicisi.

Una croce sicuramente non cattolica, né tanto meno cristiana, una croce, appunto… di sughero!

Aggiungiamo pure che tale croce è grande… e qui vengono in mente le parole della Beata Anna Caterina Emmerich, quando ricevette dal Signore “la visione dei due papi” per questi nostri tempi, in cui vedeva che si costruiva “una nuova chiesa, grande, strana e stravagante…” sì, quella grande chiesa era appunto strana e stravagante, proprio come la grande croce, fatta di tronchi grezzi e di sughero con la corteccia!

Il Santo Padre, quello vero, è stato condotto in “esilio” (e noi tutti conosciamo oramai le vicende che si sono susseguite dopo la fatidica data del 13 Marzo 2013) e tuttavia, mentre dalla casa di santa Marta, la nuova chiesa è tutto un “affaccendarsi” sterile e inconcludente, nel monastero di Mariainvece, Madre della Chiesa, vi è colui “che è salito sul monte, da solo, a pregare”, proprio lui, che è il vero padre e custode della Chiesa – di salomonica memoria! – il Pastore universale, egli “passato per la Porta”, canonicamente eletto, e non l’altro, il Mercenario, a cui non importa delle pecore, e che vi “entra da un’altra parte” – dalla finestra di san Gallo, dal club-mafia – e che quindi è già scomunicato in partenza, latae sententiae

Il Santo Padre dunque “attraversa una grande città”, quella “che simbolicamente si chiama Sodoma ed Egitto” (Ap 11,8) e “prega per le anime dei cadaveri che incontra nel suo cammino”.

Cadaveri quindi, cioè “morti alla grazia”, in peccato mortale poiché, come profeticamente ci rivela San Paolo, come già allora, anche negli ultimi tempi “gli uomini si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini… [mentre] le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali contro natura” (cfr Rm 1,18-32).

E la nuova chiesa fa proprie tali “istanze” (rese con l’acronimo LGBTQIA+, che è tutto un programma nella sua caotica sigla!) e qui, ancora una volta, è sempre San Paolo a profetizzare che “se anche un Angelo dal cielo – e a maggior ragione ciò vale pure per un Vescovo vestito di bianco – vi predicasse un Vangelo diverso da quello che [la Chiesa ha predicato in duemila anni], sia ANÀTEMA!”

Il Santo Padre “giunge alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande croce”; ed anche qui una precisazione linguistica: secondo l’originale portoghese il significato corretto dovrebbe essere “costretto in ginocchio”. Egli quindi “viene ucciso da un gruppo di soldati che gli sparano vari colpi di arma da fuoco e frecce”, ma a questo punto, come non venire in mente quel famoso “sogno” di Don Bosco, detto delle “Due Colonne”, in cui egualmente altri soldati si scagliano contro il Santo Padre, usando in un primo tempo armi di ogni genere, come: cannoni, fucili, rostri, materie incendiarie, libri e scritti, e in un secondo tempo armi corte, quali: mani, pugni, bestemmie e maledizioni.

Il Santo Padre dunque “viene ucciso” appunto con tali armi, dal significato chiaramente simbolico (e a cui potremmo aggiungere oggi i mezzi di comunicazione di massa), concludendo così la sua parabola terrena il 31 Dicembre 2022.

«Finalmente il katechon è tolto di mezzo!» – pensano fra di sé i nemici della vera Chiesa – ché quando era in vita bastava un suo semplice “sospiro” per far naufragare qualsiasi trama progressista venisse soltanto annunciata… sì da diventare “il tormento degli abitanti della terra”, di quelli che venerano la Madre Terra, che adorano la Pachamama!

Allo stesso modo muoiono gli uni dopo gli altri…”, e qui bisognerebbe porre davvero grande attenzione poiché, se Lucia di Fatima ha usato l’espressione “gli uni dopo gli altri”, allora se ne deduce che, similmente all’apparente identità, ma che è invece una sostanziale differenza, come abbiamo visto, fra il Santo Padre ed il Vescovo vestito di bianco, così allo stesso modo, il primo gruppo di “Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose” è ben differente dal secondo, composto ancora, è vero, da “Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose”, ma a cui si aggiungono adesso anche “varie persone secolari: uomini e donne di varie classi e posizioni” i quali però, tutti costoro viceversa, non sono costretti a seguire il Vescovo vestito di bianco per una montagna aspra, bensì essi invece muoiono affrontando consapevolmente il Martirio, che potrà essere: bianco, di sangue, di emarginazione o di qualsiasi altro tipo (come per esempio, per mano di vaccini malefici, fatti passare quale “atto d’amore”!), escogitati dalla perversione umana, suggestionata dal maligno.

Ed in cosa consiste tale specifico Martirio?

Si tratta della cosiddetta “ultima grande prova della Chiesa” o, se vogliamo, anche del “Venerdì Santo della Chiesa”, a somiglianza del Suo Maestro e Signore, di cui deve seguire le orme.

Infatti, “prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti. La persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra svelerà il “Mistero di iniquità” sotto la forma di una impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell’apostasia dalla Verità. La massima impostura religiosa è quella dell’Anti-Cristo, cioè di uno pseudo-messianismo in cui l’uomo glorifica sé stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne.”

Poiché “la Chiesa non entrerà nella gloria del Regno che attraverso quest’ultima Pasqua, nella quale seguirà il suo Signore nella sua morte e Risurrezione.” (CCC 675 e 677).

In conclusione: a cosa stiamo assistendo oggigiorno nella Chiesa?

Innanzitutto dobbiamo avere ben chiaro che “È giunto infatti il momento in cui inizia il giudizio dalla casa di Dio; e se inizia da noi, quale sarà la fine di coloro che rifiutano di credere al Vangelo di Dio?” (cfr 1 Pt 4,12-19).

Ecco dunque, che noi viviamo oggi, nella Chiesa, ciò che dovrà avvenire domani, nel mondo!

Il Nemico, il diavolo, come etimologicamente conferma il suo nome, divide: divide i fratelli fra loro, divide le persone in sé stesse, allontana le anime da Dio e dal bene.

Mentre il Signore, invece, separa: separa il bene dal male, i buoni dai cattivi, ciò che è di Dio da quel che non lo è.

Ed infine: quale lezione dunque, o insegnamento trarre da tutto ciò?

Dobbiamo essere consapevoli, noi cattolici del piccolo Resto, che veramente siamo “beati noi che leggiamo, ed ancora beati noi che ascoltiamo le parole di questa profezia e mettiamo in pratica le cose che vi sono scritte, per nostra edificazione… Perché il tempo è davvero vicino!” (cfr Ap 1,3).

Rosanna Maria Boccacci e Sergio Russo