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Voce narrante • MIRIAM


Da i QUADERNI del 03 giugno 1945

Lo scrivo perché le devo dire tutto. Ma sono tristezze.
 Ieri alla radio sento l’allocuzione del S. Padre al Collegio dei  Cardinali. In essa S.S. ha parole di condanna per il nazionalsocialismo e  di pietà per il popolo tedesco. È giusto che egli le abbia, perché  parlando in nome della Misericordia non deve infierire sui già puniti,  per quanto – ne sono convinta – essi, i germanici, saranno sempre  quelli, nonostante ogni pietà, ogni punizione ed ogni sforzo di mutare  la loro psiche. Cresceranno, se mai, nello spirito di vendetta, e la  prossima volta, se gli altri Stati lasceranno che si riarmino, saranno  peggio di ora.
Ma la condanna del nazionalsocialismo, detta ora apertamente, mi ricorda una mia grande  sofferenza di portavoce avuta nel novembre 1943. Con pianti e preghiere  ho ottenuto allora di avere una modifica nel tremendo dettato. Ossia ne  ebbi una copia integrale che è fra le mie carte segrete ed una…  addolcita che è nei dettati. E i colpiti dal rimprovero del Signore non  sono i tedeschi e i loro amici, ma sono quelli che, essendo depositari  della Sapienza e dei mezzi soprannaturali di Dio, non li usano,  inducendo le anime a pensare ad una complicità o ad una debolezza  colpevole. Un rimprovero che fu sulle labbra di molti e un’arma che fu  nelle mani dei colpevoli per intimorire e tenere proni sotto il loro  potere…
Ieri, tutto questo mi si ripresenta alla memoria… e faccio eco alla Voce che dice: “Troppo tardi!”… E una.
 L’altra tristezza: il mio breve sogno dell’alba… È pauroso. Mi riporta  quelle previsioni che mi turbavano molto prima delle guerre e  rivoluzioni del 15 ecc. ecc. fino a questa e delle relative conseguenze.  Oggi mi pareva di vivere, con tutta la città, in attesa di un fatto  pauroso. E infatti ecco che si doveva fuggire al coperto perché il cielo  era gremito di piccoli (perché altissimi) aerei tutti neri, dei quali  non si sapevano le intenzioni. Gas? Mitraglia? Bombe? Tutti fuggivano.  Le vie si vuotavano. Io cercavo guardare in su, ma mi dicevano: “Presto,  presto, al coperto!”, e tutti urlavano: “È la punizione che ha inizio”.  Gli aerei parevano russi. Io dicevo: “Ma se siamo appena usciti da una  bufera! Non basta ancora?”, e molti mi rispondevano: “Questa spazza via  tutti. Anche l’ora della Monarchia è suonata (questa non è una profezia  perché lo capiscono anche i polli). Ma ce ne sarà per tutti”. Mi sono  svegliata spaurita.
Quando pareva che l’Italia avesse a divenire più  grande e il Re fosse per incoronarsi imperatore, io sognavo sempre le  sciagure che abbiamo avute di incursioni, rifugi, fughe, ecc., e sempre  vedevo fra i nemici i russi coi loro uccellacci neri. E sempre anche  vedevo scendere, in fuga affannosa, fra macerie e mucchi di carbone  minerale, il re, la regina, i loro congiunti. Pareva fuggissero non  perché c’era l’incursione ma perché non potevano più rimanere per odio di popolo.  Mia mamma mi sbeffeggiava perché lo dicevo… ed io piangevo per ciò che  vedevo. Purtroppo ciò che riguarda la Monarchia ha già la conferma dei  fatti… Ma Signore! Non basta ancora?…

[Seguono il capitolo 178  e, con date dal 4 giugno al 1° luglio 1945, i capitoli da 179 a 206 –  esclusi i capitoli 183 e 185, che sono del 1944 – dell’opera L’EVANGELO]


Estratto dall'OPERA di MARIA VALTORTA © Fondazione Erede di Maria Valtorta • ETS

Eventuali violazioni ai DIRITTI d'AUTORE, se DEBITAMENTE SEGNALATE a ezio1944@gmail.com - VERRANNO IMMEDIATAMENTE RIMOSSE
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