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Voce narrante • DANIELA CIAVONI


da i QUADERNI del 11 dicembre 1943
Dice Gesù:
    «La mia Chiesa ha già conosciuto periodi di oscurantismo dovuti ad  un complesso di cose diverse. Non si deve dimenticare che se la Chiesa,  presa come ente, è opera perfetta come il suo Fondatore, presa come  complesso di uomini presenta le manchevolezze proprie di ciò che viene  dagli uomini.
   Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla  riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia  Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma  guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo,  inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la  Bestia di cui parla[702]  Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire. Allora  necessariamente la luce si oscurò in crepuscoli più o meno fondi, o per  difetto proprio dei Capi assurti per arti umane a quel trono, o per  debolezza degli stessi contro le pressioni umane.
   Sono questi i tempi in cui vi sono i “pastori idoli” di cui già ho parlato,[703]  conseguenza, in fondo, degli errori di tutti. Perché se i cristiani  fossero quali dovrebbero essere, potenti ed umili che siano, non  avverrebbero abusi e intromissioni, e non verrebbe provocato il castigo  di Dio che ritira la sua luce a coloro che l’hanno respinta.
   Nei  secoli passati, da quegli errori sono venuti gli antipapi e gli scismi, i  quali, tanto gli uni che gli altri, hanno diviso le coscienze in due  campi opposti provocando rovine incalcolabili d’anime. Nei secoli  futuri, quegli stessi errori sapranno provocare l’Errore, ossia  l’Abominio nella casa di Dio, segno precursore della fine del mondo.
   In che consisterà? Quando avverrà? Ciò non vi necessita di saperlo. Vi dico solo che da  un clero troppo cultore di razionalismo e troppo al servizio del potere  politico non può che fatalmente venire un periodo molto oscuro per la  Chiesa.
   Ma non temete. La profezia di Zaccaria si salda come  anello ad anello con quella di Giovanni. Dopo questo periodo di  travaglio doloroso in cui, perseguitata da forze infernali, la Chiesa,  come la mistica Donna di cui parla[704] Giovanni, dopo esser fuggita per salvarsi rifugiandosi nei migliori e perdendo nella mistica (dico mistica) fuga i membri indegni, partorirà i santi destinati a condurla nell’ora che precede i tempi ultimi.
    Mano di padre e di re avranno coloro che dovranno radunare le stirpi  intorno alla Croce per preparare l’adunata del Cristo. Né una stirpe  mancherà all’appello, coi suoi figli migliori.
   Allora verrò Io e  contro tutte le insidie e le astuzie, gli attentati e i delitti di  Satana verso la mia terrena Gerusalemme - la Chiesa militante - metterò  il mio potere a difesa.
   Spanderò il mio spirito su tutti  i redenti della Terra. E anche coloro che ora soffrono, espiando le  colpe dei padri, e che non sanno trovare salvezza perché non osano  volgersi a Me, troveranno la pace perché, battendosi il petto,  invocheranno - in ben altra maniera dei padri loro[705]  - su loro quel Sangue già sparso, e che goccia inesausto dalle membra  che i padri loro hanno trafitto. Come fontana Io starò in mezzo al mio  gregge tutto ricomposto, e laverò in Me tutte le brutture passate che  già il pentimento avrà iniziato a cancellare.
   Allora, Re di  Giustizia e Sapienza, sperderò gli idoli delle false dottrine, purgherò  la Terra dai falsi profeti che in tanti errori vi hanno tratto. Mi  sostituirò Io a tutti i dottori, a tutti i profeti, più o meno santi o  più o meno malvagi, perché l’ultimo ammaestramento deve essere mondo di imperfezione, dovendo preparare al Giudizio finale coloro che non avranno tempo di purgazione essendo tosto chiamati alla tremenda rassegna.
    Il Cristo Redentore, la cui mèta è redimervi e che non lascia nulla  di intentato per farlo, e già va iniziando e accelerando il suo secondo  ammaestramento per controbattere con voce di verità le eresie colturali,  sociali e spirituali, sorte per ogni dove, parlerà coi segni del suo Tormento.  Fiumi di luce e di grazia usciranno dalle mie Piaghe, ferite che hanno  ucciso il Figlio di Dio ma che sanano i figli dell’uomo.
   Questi  vivi carbonchi delle mie piaghe saranno spada agli impenitenti, agli  ostinati, ai venduti a Satana, e saranno carezza ai “piccoli” che mi  amano come padre amoroso. Sulla loro debolezza scenderà questa carezza  del Cristo a fortificarli, e la mia mano li convoglierà verso la prova  nella quale solo chi mi ama di amor vero resiste. Una terza parte. Ma  questa sarà degna di possedere la Città del Cielo, il Regno di Dio.
   Allora verrò, non più Maestro ma Re, a prendere possesso della mia Chiesa militante, ormai fatta Una e Universale come la mia Volontà la fece.
    Cessato per essa il secolare travaglio. Vinto per sempre il Nemico.  Mondata la Terra dai fiumi della Grazia scesa per un’ultima volta su di  essa a farla come era al principio, quando il Peccato non aveva corrotto  questo altare planetario destinato a cantare con gli altri pianeti le  lodi di Dio, e per la colpa dell’uomo divenuto base al patibolo del suo  Signore fatto Carne per salvare la Terra. Vinti tutti i seduttori, tutti  i persecutori che con ritmo incalzante hanno turbato la Chiesa mia  sposa, Essa conoscerà la tranquillità e la gloria.
   Insieme  saliremo per un’ultima ascensione, Io ed i miei santi, a prendere  possesso della Città senza contaminazione, dove è preparato il mio trono  e dove tutto sarà nuovo e senza dolore. Immersi nella mia Luce  regnerete meco nei secoli dei secoli.
   Questo vi ottiene Colui che per voi si è incarnato nel seno di Maria ed è nato a Betlemme di Giuda per morire sul Golgota.»
   Poi a me. Dice Gesù:
   «Non ti turbare, Maria. Di’ con Me:[706] “Ti ringrazio, o Padre santo, perché hai nascosto queste cose ai potenti e le hai rivelate a me che sono piccola”.
    Lascia che il pensiero altrui arzigogoli a suo piacere. Tu sai che  la fonte dei tuoi scritti è Dio, che ciò viene da Dio. Basta per te.
    Lavori per una gloria umana? No. Lavori per la gloria mia. E allora  non occuparti e preoccuparti dei cavilli umani o delle lodi umane. Tu  fa’ la tua parte. Il tuo premio sarò Io. Gli altri, se non sapranno fare  la loro e del mio dono non faranno conto, avranno il giusto compenso.
   Sta’ calma nella tua felicità che è il più bel segno della provenienza di questi scritti. La tua felicità viene dalla tua trasformazione nel Bene.  Il tuo angelo ti guarda compiaciuto perché ti vede mutata in Me. Aiuta  come puoi, quanto puoi, l’opera del tuo Gesù. Opera un continuo lavoro  su te stessa. Devi tendere alla Perfezione. Soffri per riuscirvi e  soffri per i fratelli così sordi alle voci dell’amore.
   Se ti ho  fatto cisterna della mia parola perché gli assetati vi bevano, tu devi  aspirare la Parola, a costo di un sacrificio continuo. Sofferenze della  carne, sofferenze del cuore, sofferenze della mente, sofferenze dello  spirito, tutto ti deve servire a questo scopo. Io tutto permetto perché  voglio che sempre più la tua potenza di vittima, che col suo patire  conquista anime al Cielo, si accresca.
   Del dubbio che Satana  tenta inocularti, unica arma che gli resta per turbarti, dubbio che tu  sia in errore, Io ti rassicuro. Vivi sicura in Gesù.
   Va’ in pace.  Se anche il mondo respingesse il tuo dono, Io non ti leverei il miele  della mia Parola, ed essa rimarrebbe tutta in te come un forziere regale  di cui saresti assoluta regina. Dormi con la mia benedizione.»
   Dice Gesù:
    «Quando il Creatore creò la Terra la trasse dal nulla adunando i gas  dell’etere, già creato e divenuto il firmamento, in una massa che  rotando si solidificò come valanga meteorica che sempre più cresceva  intorno ad un nucleo primitivo.
   Anche la vostra Negazione (chiamo negazione  la Scienza che vuole dare spiegazioni negando Dio) ammette la forza  centripeta, la quale permette ad un corpo di roteare senza sperdere  parte di sé, ma anzi attirando tutte le parti al suo centro. Avete le  macchine che, se pur grandiose, ripetono in maniera microscopica la  potenza centripeta creata da Dio per creare i mondi e tenerli obbligati a  rotare intorno al sole, pernio fisso, senza precipitare fuor delle  celesti vie, loro segnate, turbando l’ordine creativo e provocando  cataclismi di una distruzione incalcolabile.
   La Terra, formandosi  così nella sua corsa di proiettile nebulare che si solidifica  traversando gli spazi, dovette per forza rapire ad essi emanazioni ed  elementi provenienti da altre fonti, i quali e le quali sono rimaste  chiuse in essa sotto forma di fuochi vulcanici, zolfi, acque e minerali  diversi, i quali affiorano alla superficie testimoniando la loro  esistenza ed i misteri, che con tutta la vostra scienza non riuscite a  spiegare con esatta verità, della Terra, pianeta creato dal nulla da  Dio, Padre mio.
   Quante forze buone ancora ignorate voi che siete  maestri nello scoprire ed usare le forze malvagie! Queste ultime al Male  le chiedete, ed esso ve le insegna per farvi suoi torturati ed i  torturatori dei vostri simili in suo nome e per suo servizio. Ma le  forze buone non le chiedete al Bene che paternamente ve le insegnerebbe  come insegnò ai primi uomini, che pure erano colpevoli e condannati da  Lui, i mezzi, e i modi da usarli, della loro esistenza terrena.
    Vi sono sorgenti benefiche e succhi salutari che ancora ignorate e  che vi sarebbe così utile conoscere. Non solo: ve ne sono taluni che  conoscete ma che non volete usare preferendone altri, vere droghe  d’inferno, che vi rovinano anima e corpo.
   Cessano forse per  questo di esistere quelle sorgenti, nelle cui stille sono disciolti sali  rapiti ai minerali chiusi nel seno del vostro pianeta ed affioranti da  strati e per vene del suolo sino alla superficie, algide o bollenti,  insapori, incolori, inodori, o dal sapore, dal colore, dall’odore  sensibile ai vostri sensi? No. Esse continuano a crearsi come il sangue  nel vostro corpo, nell’interno della Terra, per un processo di  assimilazione e di trasformazione continua come è quella del cibo che  nel vostro stomaco si fa sangue nutrendo i tessuti ed i midolli, gli  organi e le cellule, che poi sono produttori del sangue. Esse continuano  a gemere così come il sudore continua ad affiorare attraverso ai  tessuti. Esse obbediscono. Quando ciò non fosse più, avverrebbero le  esplosioni terrestri e la Terra, come caldaia senza aperture,  deflagrerebbe dandovi la morte.
   Maria, Io voglio che tu sia come una di queste sorgenti.
    Io ti nutro con un processo di assimilazione a Me che la mia bontà  ha voluto. Ma tu, senza preoccuparti se a te vengono o non vengono i  malati dello spirito a bere ciò che da te geme e che è Parola mia, devi  continuare la tua missione di sorgente che si colma e si lascia  attingere o, se non è attinta da coloro ai quali è particolarmente  offerta e da chi più dovrebbe, perché non è creduta salutare e santa,  trabocca, e ne beneficiano coloro che per caso ne vengono messi a  contatto.
   Io alimenterò sempre in te la fonte della mia Parola.  Mi basta che tu mi dia amore, umiltà, volontà, spirito di sacrificio. Ma  se hai l’amore hai già tutto perché esso è il generatore di ogni virtù.  Chi ama è umile verso l’amato in cui vede ogni perfezione. Chi ama è  volonteroso per fare contento l’amato. Chi ama non sente ripugnanza al  sacrificio, se esso sacrificio può essere utile all’amato. Questo anche  per gli amori umani. Questo poi si centuplica quando l’amore è  sovrumano.
   E tu che già sai il frutto dell’umiltà e del  sacrificio, due calamite potenti che mi attirano con tutti i miei doni  soprannaturali, aumenta fino all’annichilimento e fino al delirio  l’umiltà e il sacrificio.
   Viva le vittime che sono i deliranti  del divino amore, i rapiti in esso, i vincitori del mondo che mettono  sotto i loro piedi e i conquistatori di Dio, del Cristo, Vittima  suprema!»

[702] di cui parla diffusamente in Apocalisse 13 e in altri capitoli del libro, come abbiamo già annotato nel “dettato” del 3 luglio.
[703] di cui già ho parlato  il 9 dicembre con riferimento al libro del profeta Zaccaria. Nel  presente “dettato” la scrittrice mette, accanto alla data, il rinvio a Zaccaria 12-14.
[704] di cui parla in Apocalisse 12.
[705] padri loro, il “popolo” di cui si parla in Matteo 27, 25.
[706] Di’ con Me la preghiera riportata in Matteo 11, 25; Luca 10, 21.


Estratto dall'OPERA di MARIA VALTORTA © Fondazione Erede di Maria Valtorta • ETS

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