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Voce narrante • DANIELA CIAVONI


Da i QUADERNI del 12 novembre 1943

Dice Gesù:
   «Quando verrà  il tempo del mio Regno pacifico - e verrà perché l’ho promesso ed Io non  manco alle mie promesse - i buoni sulla Terra verranno tutti a Me. Sarà  il periodo di cui ti ho parlato,[573]  il periodo in cui lo spirito avrà raggiunto quell’evoluzione per la  quale spontaneamente vi separerete in due parti. Quelli viventi fuori  dello spirito giaceranno nelle loro tenebre in attesa di esser milizia  per il Principe del Male. I viventi nello spirito verranno al seguito  del Figlio santo di Dio, del Germe del Signore, amato e benedetto dagli  uomini in grazia, che com­prenderanno allora ciò che ora è compreso da  pochi eletti e conosceranno quale sia la mia gloria e quale la loro di  figli di Dio.
   Radunerò i miei santi, poiché è santo chi mi ama e segue, ubbidiente e fedele.  Li radunerò dai quattro angoli della Terra. E per il loro amore  perdonerò le iniquità degli uomini. La bontà dei santi spegnerà il  rigore della Giustizia, e l’amore mio e dei santi monderà col suo fuoco  la Terra. Come un grande altare sarà la Terra pacificata con se stessa e  con Dio, e su questo altare il Maestro istruirà nella conoscenza esatta  della Verità gli uomini, perché i buoni non vacillino quando Satana,  furente di vedere adorato dalla umanità il Cristo, si scatenerà per  l’ultima battaglia.
   Lotta di spirito contro spirito.  Satana contrapporrà al mio Regno spirituale e alla mia istruzione la sua  satanica guerra agli spiriti per traviarne i più che può, i più deboli,  e dalle sue riserve, dalle sue fortezze, dove sono i rimasti fedeli  alla Bestia anche dopo la sconfitta della Bestia e del suo ministro,  trarrà gli agenti di seduzione per rovinare un’ultima volta l’opera di  Dio, la cui rovina iniziò ai piedi dell’albero[574] del Bene e del Male.
    L’epoca satanica sarà tre volte più feroce dell’epoca anticristiana.  Ma sarà breve perché per i viventi in quell’ora pregherà tutta la  Chiesa trionfante fra le luci del Cielo, pregherà la Chie­sa purgante  fra le fiamme purgative dell’amore, pregherà la Chiesa militante col  sangue degli ultimi martiri.
   Salvi saranno coloro che, mentre le  tenebre e l’ardore, le tempeste e le folgori di Satana sconvolgeranno il  mondo, sapranno stare all’ombra del tabernacolo da dove scaturisce ogni  forza, perché Io sono la Forza dei viventi e chi si ciba di Me con fede  ed amore diviene uno con la mia Forza. E saranno pochi questi salvi  perché, dopo secoli e secoli di amore mio per l’uomo, l’uomo non ha  imparato ad amare.
   Ma nessuno potrà accusarmi se si perde. E che  potevo fare di più per voi, o figli di Dio che avete preferito andare  errando lontano dalla casa del Padre e talora vendere la vostra  progenitura divina al Nemico di Dio? Non dite che Io, potente, potevo  impedire che il Male vi insidiasse e potevo farvi buoni di autorità mia.  Allora sareste stati meno meritevoli dello stelo d’erba che il piede  calpesta senza sentirlo, perché l’erba nasce dal seme ubbidendo al  decreto di Dio. Nasce e cresce da sé sola. E non ha la benché minima  parte di cure dall’Altissimo di quelle che voi avete. Sole e rugiade ha  lo stelo da Dio e una zolla di terra. Voi avete l’intelletto per  condurvi, avete la Grazia per illuminarvi, la Legge per regolarvi, Me  per Maestro, il mio Sangue per salvezza.
   Vi ho dato tutto e voi  mi avete dato così poco, sempre più poco! Con pazienza di Dio vi ho  curato e voi mi vi siete sempre rivoltati contro. I meno colpevoli  furono sempre degli accidiosi. Avete sempre temuto di fare troppo per il  vostro Dio che ha fatto tutto per voi.
   Ecco perché vi vengono i  castighi. Essi sono ancora richiamo d’amore per farvi convinti che un  Dio c’è e che gli altri dèi, che servite con quella fedeltà che a Me  negate, non possono darvi altro che bugiarde promesse e sicuro male. Di  castigo in castigo, aumentato a misura che voi aumentate idolatria e  fornicazione, giungo ai grandi castighi, e questo è uno di essi, per cui  non più un filare della mia vigna, ma tutta la vigna è aperta e invasa,  devastata e sconvolta da colui che servite e che Io lascio vi persuada  dei suoi doni di morte.
   Per questo vi dico: “Venite a Dio,  chiamate Dio con verità di pensiero e di cuore, e Dio si affaccerà  all’orizzonte insanguinato e Satana torturatore fuggirà lasciandovi  liberi”.
   Ma voi Dio non lo chiamate. Vi basta di pensare a fare  del male comune un bene singolo: aumentare le vostre ricchezze, carpire  poteri sempre più alti, godere e godere. Di chi soffre - i migliori -  non ve ne curate. Di Dio meno ancora. Anzi vi alzate a sfida, osando  chiamarlo, o bestemmiatori, a convalida dei vostri atti e pensieri  satanici. Lo sfidate a mostrarsi poiché vi dite: “Dio non c’è. Dio siamo  noi”. Sulla vostra lingua maledetta e sulla vostra anima venduta già  Satana accumula le braci infernali ed Io le accendo col mio furore.
    Vi maledico da ora, serpenti in veste d’uomo, e se le scomuniche dei  miei santi e le esecrazioni dei miei buoni voi le tenete come piuma di  passero che se cade addosso non fa male - poiché siete possessori di un  cuore di granito - la mia maledizione penetrerà a darvi tormento, perché  Io sono quello che apro le valli, scoscendo i monti, separo i mari,  scuoto la terra col volere del mio pensiero, e posso penetrare nella  selce del vostro cuore e sbriciolarla come fosse fragile bolla di vetro  soffiato.
   Profanatori, bugiardi, iniqui, siate maledetti per  tutto il male che fate, per tutte le anime che mi gettate nella  disperazione della bontà di Dio, che mi corrompete coi vostri esempi e  che mi rubate rovinandole in tutti i modi. Ma non temete. Come sarò  giusto e pietoso per i deboli che voi con la vostra forza avete piegato  al male, altrettanto sarò giusto e inesorabile con voi. Fino da questa  Terra. Il vostro potere, le vostre ricchezze rubate, distillate dal  dolore di migliaia di uomini, vi sfumeranno fra le mani come fumo di  paglia che si brucia perché troppo sporca per conservarla. Né vi sarà  difesa che valga contro di voi che avete passato la misura.
   Chi  ha orecchie da intendere intenda. Non si stende la mano sporca di sangue  contro il candore del Santo che parla in nome del Santo dei Santi e  contro il Santuario più eletto del tempio di Gerusalemme, perché le sue  fondamenta sono state battezzate, prima ancora che fossero iniziate, dal  sangue dei miei eroi, e le sue pietre hanno avuto per rugiade i lavacri  porpurei di infiniti martiri. In esso[575]  è il letto dove riposa, in attesa di risorgere a fianco del suo  Maestro, la carne della mia Pietra eletta. Ed Io vi giuro che quel luogo  è ben più santo di quanto non fosse il Tempio di Salomone, e ai  profanatori di questo luogo, che è già Paradiso - intendetene voi il  perché - accadrà ciò che accadde a tutti coloro che sfidarono la gloria  del Signore.»

[573] ho parlato  il giorno prima e varie altre volte. Per esempio, in particolare sulla  spontanea separazione “in due parti”, il 21 e 22 agosto (nel secondo  “dettato” di entrambe le date) e il 28 ottobre. Dopo la data del  presente “dettato” la scrittrice mette il rinvio a Isaia 4, 2-6; e più sotto, tra cinque capoversi, inserisce a matita il rinvio a Isaia 5, 1-29.
[574] albero, di cui si parla in Genesi 2, 9.16-17; 3.
[575] In esso, cioè Roma, come annota la scrittrice su una copia dattiloscritta, aggiungendo: Perché tutta Roma è Santuario per esser stata impregnata del sangue e delle virtù dei primi cristiani.


Estratto dall'OPERA di MARIA VALTORTA © Fondazione Erede di Maria Valtorta • ETS

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