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Parole di vita ETERNA
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Voce narrante • DANIELA CIAVONI


da i QUADERNI del 16 agosto 1943

  Dice Gesù:
   «Sono il “Primogenito di fra i morti”[240] secondo l’ordine umano e divino.
   Primogenito secondo l’ordine umano perché figlio, per parte di madre, di Adamo, sono il primo generato, della stirpe di Adamo, che sono nato come avrebbero dovuto nascere tutti i figli dei creati dal Padre mio.
    Non sbarrare gli occhi. Maria è nata per volere di Dio senza macchia  e questa preservazione è stata voluta giustamente per preparare la mia  venuta. Ma senza uno speciale volere, Maria, nata da uomo e donna  insieme congiunti secondo la legge della natura, non sarebbe stata  diversa da tutte le altre creature venute dalla radice contaminata di  Adamo. Sarebbe stata una grande “giusta”, come molti e molte altre  dell’antico tempo, ma nulla di più. La Grazia, Vita dell’anima, sarebbe  stata uccisa in Lei dal peccato d’origine.
   Sono Io che ho vinto la morte e la Morte. Io che ho richiamato in Vita i morti del Limbo. Dormivano. Come Lazzaro, la cui risurrezione[241]  adombra questa più vera. Io li ho chiamati. E sono risorti. Io, nato da  donna figlia di Adamo, ma senza macchia d’origine, ossia come avrebbero  dovuto essere tutti i figli di Adamo, sono perciò il Primogenito, secondo l’ordine naturale, di Adamo, nato vivo in mezzo ai generati morti di Adamo.
   Sono il “Primogenito” secondo l’ordine divino perché sono il Figlio del Padre, il Generato, non il creato da Lui.
    Generare vuol dire produrre una vita. Creare vuol dire formare. Io  posso creare un nuovo fiore. L’artista può creare una nuova opera. Ma  solo un padre e una madre possono generare una vita.
   Sono dunque il “Primogenito” perché, nato da Dio, sono alla testa di tutti i nati (secondo la grazia) da Dio.
    Quando con la mia Morte ho squassato le porte dell’al di là e ne ho  tratto i dormenti alla prima risurrezione, ho anche aperto le chiuse dei  laghi mistici nel cui lavaggio si deterge il segno che uccide, muore la  Morte dello spirito, la vera Morte, e nasce la Vita dello spirito, la vera Vita.
   Sono infine il “Primogenito” di fra i morti perché la mia Carne entrò prima  nel Cielo, dove entreranno alla Risurrezione ultima le carni dei santi i  cui spiriti attendono nella Luce la glorificazione del loro io  completo, come è giusto che sia perché santificarono se stessi vincendo  la carne e martirizzandola per portarla a vittoria, come è giusto che  sia perché i discepoli sono simili al Maestro, per amoroso volere del  Maestro, e Io, Maestro vostro, sono entrato nella Gloria con la mia  Carne che fu martirizzata per la gloria di Dio.
   Più avanti ti parlerò[242] delle due risurrezioni, viste sempre da voi con riferimenti umani, mentre vanno viste con vista spirituale.
    Questa mia Primogenitura divina e umana mi dà, di conseguenza,  diritti sovrani, poiché è sempre il primogenito di un re colui che  eredita la corona. E quale re più Re del Padre mio?
   Re eterno il cui regno non ha principio né fine e contro il quale nessun nemico ha potere. Re unico  senza rivali che mi eleva nel generarmi alla sua stessa sovranità  perché Io sono Uno col Padre, consustanziale a Lui, inscindibile da Lui,  parte viva, attiva, perfetta di Lui. Re santo, santo, santo di  una Perfezione tale che è non immaginabile a mente umana. Sfolgora nel  Cielo, sulla Terra e sugli abissi, dilaga sui monti, investe di Sé  quanto è, la santità gloriosa del Padre mio, santità che Noi adoriamo  perché è quella da cui siamo generati e da cui procediamo.
   Gloria, gloria, gloria al Padre, Maria, gloria sempre perché da Lui viene ogni bene ed il primo Bene sono Io, tuo Salvatore.
   Il mio regno non è di questa Terra, secondo quanto vuol dire regnare sulla Terra. Ma è Regno della  Terra. Poiché Io sulla Terra avrò regno. Regno palese e vero, non solo  spirituale quale è ora e di pochi. L’ora verrà in cui sarò Re solo e  vero di questa Terra che ho comperata col mio Sangue, della quale sono  stato creato Re dal Padre con ogni potere su di essa. Quando verrò? Che è  l’ora rispetto all’eternità? E che ti importerà dell’ora quando sarai  nell’eternità?
   Verrò. Non avrò nuova carne poiché ne ho già una perfetta. Evangelizzerò, non come evangelizzai, ma con forza nuova, perché allora i buoni saranno non umanamente buoni come lo erano i discepoli della mia prima venuta, ma saranno spiritualmente buoni, e i malvagi saranno spiritualmente malvagi, satanicamente malvagi, perfettamente malvagi.  Perciò la forma sarà consona alle circostanze, perché, se usassi la  forma di 20 secoli or sono, sarebbe superata per i perfetti nel bene e  sarebbe offrire modo ai satanici di recare un’offesa che non è permessa  recare al Verbo glorificato. Come una rete di maglia fina, trascinerò  dietro alla mia Luce i giunti alla sottigliezza spirituale, ma i  pesanti, per la congiunzione della carne con Satana, i Morti dello  spirito, che la putredine dell’anima tiene confitti nel fango, non  entreranno nella mia Luce e finiranno di corrompersi nella congiunzione  col Male e con la Tenebra.
   Per ora preparo il tempo futuro usando  singolarmente la Parola che scende dai Cieli a dar luce alle anime  pronte a riceverla. Faccio di voi i radiotelefonisti intenti a udire  l’insegnamento che è perfetto e che avevo già dato e che non muto, poiché Una è la Verità, ma che è stato dimenticato o svisato, troppo dimenticato e troppo svisato perché faceva comodo dimenticarlo e svisarlo.
    Faccio questo perché ho pietà dell’Umanità che muore senza il pane  dello spirito. Come ho dato Me per pane dell’anima vostra, così ora  porgo la mia Parola per pane del vostro spirito. E ripeto:[243] “Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e l’osservano”.»
  16 agosto, sera
  Dice Gesù:
   «Ho detto che  la mia nuova venuta avrà forma e forza nuova consona alle circostanze e  ti ho spiegato come saranno allora gli uomini. Il tempo dello spirito deve venire.
   L’uomo è partito da una tenebra fonda e da un peso immane di fango, dopo aver perduto la Luce divina di sua propria volontà, ubbidendo alla seduzione nemica il cui vero essere si adombra nel frutto[244]  che insegna il Bene e il Male, ossia che ha svelato all’uomo quanto per  suo bene Dio aveva nascosto alla materia, alla mente, al cuore. Così  puri, così pacifici, così onesti, così pii sareste stati se non aveste  morso la triplice concupiscenza che è dolce alla bocca, ma amara allo  spirito più dell’aceto e fiele che mi venne porto[245] sulla Croce!
    Piombato dalla dimora paradisiaca sulla Terra, schiacciato dalla  rivelazione della sua carne profanata dalla lussuria, torturato dal  rimorso di avere causato il suo male, angosciato dalla persuasione  d’aver suscitato l’ira punitiva di Dio Creatore, l’uomo non era che un  povero essere animale in cui si dibattevano e lievitavano tutte le forze  inferiori.
   Ti ho già richiamato l’attenzione[246]  sulla differenza dei precetti dati a Mosè rispetto ai miei, precetti  necessari, nella loro urtante crudità, per frenare le tendenze  dell’uomo, pezzo di carne appena infuso di un moto animico dato da  un’anima ferita a morte e tramortita in un coma spirituale. Il ricordo  della Luce perduta, vivendo nel profondo dell’anima, spingeva i passi  alla luce. Un molto faticoso cammino, perché la materia pesa più dello  spirito e trascina in basso. Ogni tanto la bontà dell’Eterno dava  all’umanità dei “fari” per la traversata tempestosa verso la Luce vera. I  patriarchi ed i profeti: ecco i fari dell’umanità cercante il porto di  Luce.
   Poi è venuto Quello che Giovanni, l’Amato, chiama[247] “la vera Luce che illumina ogni uomo”.
   Io sono venuto, Luce del mondo e Verbo del Padre, e vi ho riportato la Pace col Padre, l’abbraccio che fa ritornare figli dell’Altissimo.
   Io sono che ho riacceso la vita languente dello spirito vostro.
   Io sono che vi ho insegnato la necessità di nascere nello spirito.
   Io sono che ho raccolto nella mia Persona tutta la Luce, la Sapienza, l’Amore della Triade e ve l’ho portata.
   Io sono  che col mio sacrificio ho riannodato la catena, là dove s’era spezzata,  saldandovi nuovamente al Padre e allo Spirito di Verità.
   Io sono  che, facendo leva del mio patibolo, ho sollevato il vostro spirito  giacente nella mota e gli ho dato un potente impulso per procedere verso  la Luce di Dio, verso Me stesso che nel Cielo vi attendo.
   Ma pochi nel mondo e nei secoli ne hanno fruito perché il mondo ha preferito sempre più le tenebre alla Luce.  Io con la mia atroce morte vi ho ottenuto la venuta dello Spirito  perfetto; ma, nei secoli, sempre più l’umanità lo ha respinto, come ha  respinto Me, come ha respinto il Padre.
   Come di un liquore che si  depura, è avvenuto che ciò che è pesante è precipitato al fondo e le  parti nette hanno galleggiato. Così, nel corso dei secoli, è avvenuto  dell’uomo. Colui che è voluto rimanere carne e sangue è precipitato  sempre più in basso, mentre coloro che, aristocrazia del mio gregge,  hanno voluto vivere nello spirito, sono divenuti sempre più spirituali.  In mezzo, i tiepidi senza nome. Sono due moti opposti della massa. Una  parte, e sventuratamente è la più vasta, sempre più assorbe Satana e  scende sotto al livello dei bruti. L’altra parte, la esigua, sempre più  assorbe Cristo, nutrendosi della sua Parola, che da 20 secoli non tace, e  diviene sempre più capace di comprendere lo Spirito.
   Quando Io  uso dei mezzi speciali è per accelerare, poiché i tempi stringono, la  pienezza dell’ammaestramento della Parola e la pienezza della formazione  spirituale dei discepoli veri, dei sudditi veri del Re Gesù Cristo. Non Re dei giudei, come ironicamente disse e scrisse[248] un uomo debole che si credeva forte di un povero potere, ma Re del Mondo prima del giudizio del mondo.
    L’uomo, procedendo verso l’ora ultima, deve raggiungere la  spiritualità. Ma comprendimi. Dio è spirito, Satana è spirito. Il primo è  Spirito di Perfezione. Il secondo è spirito di Peccato. La massa, scissa in due per volontà propria, che Dio rispetta, segue ognuna la parte prescelta.  I figli dell’Altissimo e fratelli miei scelgono la parte di Dio e per  amore nostro spiritualizzano la carne. I servi di Satana e figli della  Bestia [scelgono] la parte di Lucifero e per schiavitù voluta da essi  stessi uccidono lo spirito sotto la carnalità, fanno del loro spirito  una carne e un sangue corrotti e ripugnanti.
   Quando regnerò sugli  e negli spiriti giunti a quella maturazione che ora è di singoli e che  allora sarà di tutta la massa dei cristiani veri, Io mi  rivolgerò a questa parte soltanto, perfezionandola dell’ultimo  ammaestramento con una nuova evangelizzazione, non diversa nel senso,  che non può mutare, ma nella forza che allora potranno capire e che oggi  non capirebbero. Prova ne sia che devo scegliere speciali creature  degne di tanto per sforzo proprio o rese degne per miracolo d’amore.
    Venti secoli fa ho parlato a tutti. Quando il tempo sarà venuto  parlerò a questi soltanto, convinto dell’inutilità di parlare agli  altri. Comincerà così la selezione degli eletti dai reprobi.
   Tu,  povera Maria, sei di queste anime rese degne per volontà mia. Di buono  non hai che una cosa: la buona volontà d’amore. Ma è quella che mi  basta. Su essa posso porre la mia cattedra di Maestro per fare della  piccola anima un piedestallo, per dire, ridire, e ridire ancora le  parole d’amore e d’invito all’Amore, che guida e salva.
   Verrò con la mia Carne glorificata.
    Ho messo in moto la tua curiosità dicendo questo. Non saresti donna  se non fossi curiosa. Ma Io dico ciò che credo utile dire per vostro  bene e non quello che sarebbe pascolo alla vostra curiosità inutile. Se  mi è caro esser Maestro, so scegliere fra la Verità quelle verità che vi  è utile conoscere e basta.
   Accontèntati perciò di sapere che è  giusto che nel Regno dello spirito, i cui sudditi avranno  spiritualizzato la carne, sia Re Colui che rivestì il suo Spirito  perfetto di carne per redimere ogni carne e santificarla, e santificò la  sua di una duplice santità, perché carne innocente, perfettamente innocente, e carne immolata nel sacrificio d’amore.
    Verrò, con la mia Carne glorificata, a radunare le creature per  l’ultima battaglia contro il Nemico, giudicherò con la mia veste  splendente di Carne glorificata i corpi dei riviventi per l’estremo  giudizio, tornerò per sempre al Cielo, dopo avere condannato alla morte  eterna le carni che non vollero divenire spiriti; e vi tornerò Re  fulgido di un popolo fulgido in cui l’opera del Padre, del Figlio, dello  Spirito sarà glorificata con la creazione del perfetto corpo umano  quale il Padre lo fece in Adamo, bello di indescrivibile bellezza, con  la redenzione del seme d’Adamo per opera del Figlio, con la  santificazione operata dallo Spirito.»

[240] Primogenito di fra i morti è detto in Apocalisse 1, 5 secondo l’antica volgata. Nella neo-volgata si legge Primogenito dei morti.
[241] la cui risurrezione, narrata in Giovanni 11, 1-44.
[242] ti parlerò, il 22 agosto (terzo “dettato”).
[243] ripeto quanto è riferito in Luca 11, 28.
[244] frutto di cui si parla in Genesi 2, 16-17; 3, 1-3.
[245] mi venne porto, come si narra in Matteo 27, 48; Marco 15, 36; Luca 23, 36; Giovanni 19, 29.
[246] richiamato l’attenzione il 9 luglio.
[247] chiama, in Giovanni 1, 9.
[248] disse e scrisse, secondo il racconto di Marco 15, 26; Giovanni 19, 19.

Estratto dall'OPERA di MARIA VALTORTA © Fondazione Erede di Maria Valtorta • ETS

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