Ev_596-44 - VALTORTAVOX

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Voce narrante • DANIELA CIAVONI


Da L'EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO • Cap.596 § 43...

596.43Gesù tace pensoso. Quando riparla è per ordinare: «Sediamoci qui a riposare un poco».
    Si siedono su un pendio del monte Uliveto, di faccia al Tempio  baciato dal sole calante. Gesù guarda fisso quel luogo, con mestizia.  Gli altri con orgoglio per la sua bellezza, ma sull’orgoglio è steso un  velo di cruccio, lasciato dalle parole del Maestro. E se quella bellezza  dovesse proprio perire?…
   Pietro e Giovanni parlano fra di loro e  poi sussurrano qualcosa a Giacomo d’Alfeo e ad Andrea, loro vicini, i  quali annuiscono col capo. Allora Pietro si rivolge al Maestro e gli  dice: «Vieni in disparte e spiegaci quando avverrà la tua profezia sulla  distruzione del Tempio. Daniele ne parla, ma se fosse come lui dice e  come Tu dici, poche ore avrebbe ancora il Tempio. Ma noi non vediamo  eserciti né preparativi di guerra. Quando dunque avverrà? Quale sarà il  segno di esso? Tu sei venuto. Tu, dici, stai per andare via. Eppure si  sa che essa non sarà che quando Tu sarai fra gli uomini. Tornerai,  allora? Quando, questo tuo ritorno? Spiegaci, perché noi si possa  sapere…».
   «Non occorre mettersi in disparte. Vedi? Sono rimasti i  discepoli più fedeli, quelli che saranno a voi dodici di grande aiuto.  Essi possono sentire le parole che dico a voi. Venitemi tutti vicino!»,  grida in ultimo per radunare tutti.
   I discepoli, sparsi sul  pendio, si avvicinano, fanno un mucchio compatto, stretto intorno a  quello principale di Gesù coi suoi apostoli, e ascoltano.
 596.44«Badate  che nessuno vi seduca in futuro. Io sono il Cristo e non vi saranno  altri Cristi. Perciò, quando molti verranno a dirvi: “Io sono il Cristo”  e sedurranno molti, voi non credete a quelle parole, neppure se saranno  accompagnate da prodigi. Satana, padre di menzogna e protettore dei  menzogneri, aiuta i suoi servi e seguaci con falsi prodigi, che però  possono essere riconosciuti non buoni perché sempre uniti a paura,  turbamento e menzogna. I prodigi di Dio voi li conoscete: dànno pace  santa, letizia, salute, fede, conducono a desideri e opere sante. Gli  altri no. Perciò riflettete sulla forma e le conseguenze dei prodigi che  potrete vedere in futuro ad opera dei falsi Cristi e di tutti coloro  che si ammanteranno nelle vesti di salvatori di popoli e saranno invece  le belve che rovinano gli stessi.
   Sentirete anche, e vedrete  anche, parlare di guerre e di rumori di guerre e vi diranno: “Sono i  segni della fine”. Non turbatevi. Non sarà la fine. Bisogna che tutto  questo avvenga prima della fine, ma non sarà ancora la fine. Si  solleverà popolo contro popolo, regno contro regno, nazione contro  nazione, continente contro continente, e seguiranno pestilenze,  carestie, terremoti in molti luoghi. Ma questo non sarà che il principio  dei dolori. Allora vi getteranno nella tribolazione e vi uccideranno,  accusandovi di essere i colpevoli del loro soffrire e sperando di  uscirne col perseguitare e distruggere i miei servi.
   Gli uomini  fanno sempre accusa agli innocenti di esser causa del male che essi,  peccatori, si creano. Accusano Dio stesso, perfetta Innocenza e Bontà  suprema, di esser causa del loro soffrire, e così faranno con voi, e voi  sarete odiati per causa del mio Nome. È Satana che li aizza. E molti si  scandalizzeranno e si tradiranno e odieranno a vicenda. È ancor Satana  che li aizza. E sorgeranno falsi profeti che indurranno molti in errore.  Ancora sarà Satana il vero autore di tanto male. E per il moltiplicarsi  dell’iniquità si raffredderà la carità in molti. Ma chi avrà  perseverato sino alla fine sarà salvo. E prima bisogna che questo  Vangelo del Regno di Dio sia predicato in tutto il mondo, testimonianza a  tutte le nazioni. Allora verrà la fine. Ritorno al Cristo di Israele  che lo accoglie e predicazione della mia Dottrina in tutto il mondo.
 596.45E  poi un altro segno. Un segno per la fine del Tempio e per la fine del  mondo. Quando vedrete l’abominazione della desolazione predetta da  Daniele — chi mi ascolta bene intenda, e chi legge il Profeta sappia  leggere fra le parole — allora chi sarà in Giudea fugga sui monti, chi  sarà sulla terrazza non scenda a prendere quanto ha in casa, e chi è nel  suo campo non torni in casa a prendere il suo mantello, ma fugga senza  volgersi indietro, ché non gli accada di non poterlo più fare, e neppure  si volga nel fuggire a guardare, per non conservare nel cuore lo  spettacolo orrendo e insanire per esso. Guai alle gravide e a quelle che  allatteranno in quei giorni! E guai se la fuga dovesse compiersi in  sabato! Non sarebbe sufficiente la fuga a salvarsi senza peccare.  Pregate dunque perché non avvenga in inverno e in giorno di sabato,  perché allora la tribolazione sarà grande quale mai non fu dal principio  del mondo fino ad ora, né sarà mai più simile perché sarà la fine. Se  non fossero abbreviati quei giorni in grazia degli eletti, nessuno si  salverebbe, perché gli uomini-satana si alleeranno all’inferno per dare  tormento agli uomini.
   E anche allora, per corrompere e trarre  fuori della via giusta coloro che resteranno fedeli al Signore,  sorgeranno quelli che diranno: “Il Cristo è là, il Cristo è qua. È in  quel luogo. Eccolo”. Non credete. Nessuno creda, perché sorgeranno falsi  Cristi e falsi profeti che faranno prodigi e portenti tali da indurre  in errore, se fosse possibile, anche gli eletti, e diranno dottrine in  apparenza così confortevoli e buone a sedurre anche i migliori, se con  loro non fosse lo Spirito di Dio che li illuminerà sulla verità e  l’origine satanica di tali prodigi e dottrine. Io ve lo dico. Io ve lo  predico perché voi possiate regolarvi. Ma di cadere non temete. Se  starete nel Signore non sarete tratti in tentazione e in rovina.  Ricordate ciò che vi ho detto[166]:
    “Vi ho dato il potere di camminare su serpenti e scorpioni, e di  tutta la potenza del Nemico nulla vi nuocerà, perché tutto vi sarà  soggetto”. Vi ricordo anche però che per ottenere questo dovete avere  Dio in voi, e rallegrarvi dovete, non perché dominate le potenze del  Male e le venefiche cose, ma perché il vostro nome è scritto in Cielo.
 596.46State  nel Signore e nella sua verità. Io sono la Verità e insegno la verità.  Perciò ancora vi ripeto: qualunque cosa vi dicano di Me, non credete. Io  solo ho detto la verità. Io solo vi dico che il Cristo verrà, ma quando  sarà la fine. Perciò, se vi dicono: “È nel deserto”, non andate. Se vi  dicono: “È in quella casa”, non date retta. Perché il Figlio dell’uomo  nella sua seconda venuta sarà simile al lampo che esce da levante e  guizza fino a ponente, in un tempo più breve di quel che non sia il  batter di una palpebra. E scorrerà sul grande Corpo[167],  di subito fatto Cadavere, seguito dai suoi fulgenti angeli, e  giudicherà. Là dovunque sarà corpo là si raduneranno le aquile. E subito  dopo la tribolazione di quei giorni ultimi, che vi fu detta — parlo già  della fine del tempo e del mondo e della risurrezione delle ossa, delle  quali cose parlano i profeti[168]  — si oscurerà il sole, e la luna non darà più luce, e le stelle del  cielo cadranno come acini da un grappolo troppo maturo che un vento di  bufera scuote, e le potenze dei Cieli tremeranno.
   E allora nel  firmamento oscurato apparirà folgorante il segno del Figlio dell’uomo, e  piangeranno tutte le nazioni della Terra, e gli uomini vedranno il  Figlio dell’uomo venir sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria.  Ed Egli comanderà ai suoi angeli di mietere e vendemmiare, e di  separare i logli dal grano, e di gettare le uve nel tino, perché sarà  venuto il tempo del grande raccolto del seme di Adamo, e non ci sarà più  bisogno di serbare racimolo o semente, perché non ci sarà mai più  perpetuazione della specie umana sulla Terra morta. E comanderà ai suoi  angeli che a gran voce di trombe adunino gli eletti dai quattro venti,  da un’estremità all’altra dei cieli, perché siano al fianco del Giudice  divino per giudicare con Lui gli ultimi viventi ed i risorti.
 596.47Dal  fico imparate la similitudine: quando vedete che il suo ramo si fa  tenero e mette le foglie, voi sapete che vicina è l’estate. Così anche,  quando vedrete tutte queste cose, sappiate che il Cristo sta per venire.  In verità vi dico: non passerà questa generazione che non mi volle[169], prima che tutto ciò avvenga.
    La mia parola non cade. Ciò che dico sarà. Il cuore e il pensiero  degli uomini possono mutare, ma non muta la mia parola. Il cielo e la  terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto poi al giorno e  all’ora precisa, nessuno li conosce, neppure gli angeli del Signore, ma  soltanto il Padre li conosce.
 596.48Come  ai tempi di Noè, così avverrà alla venuta del Figlio dell’uomo. Nei  giorni precedenti al diluvio, gli uomini mangiavano, bevevano, si  sposavano, si accasavano, senza darsi pensiero del segno[170]  sino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e si aprirono le cataratte  dei cieli e il diluvio sommerse ogni vivente e ogni cosa. Anche così  sarà per la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno  accosto nel campo, e uno sarà preso e uno sarà lasciato, e due donne  saranno intente a far andare la mola, e una sarà presa e una lasciata,  dai nemici nella Patria e più ancora dagli angeli separanti il buon seme  dal loglio, e non avranno tempo di prepararsi al giudizio del Cristo.
    Vegliate dunque perché non sapete a che ora verrà il vostro Signore.  Ripensate a questo: se il capo di famiglia sapesse a che ora viene il  ladro, veglierebbe e non lascerebbe spogliare la sua casa. Quindi  vegliate e pregate, stando sempre preparati alla venuta, senza che i  vostri cuori cadano in torpore, per abuso e intemperanza di ogni specie,  e i vostri spiriti siano fatti distratti e ottusi alle cose del Cielo  dalle eccessive cure per le cose della Terra, e il laccio della morte  non vi colga improvviso quando siete impreparati. Perché, ricordate,  tutti avete a morire. Tutti gli uomini, nati che siano, devono morire,  ed è una singola venuta del Cristo questa morte e questo susseguente  giudizio, che avrà il suo ripetersi universale alla venuta solenne del  Figlio dell’uomo.
 596.49Che  sarà mai di quel servo fedele e prudente, preposto dal padrone ad  amministrare il cibo ai domestici in sua assenza? Beata sorte egli avrà  se il suo padrone, tornando all’improvviso, lo trova a fare ciò che deve  con solerzia, giustizia e amore. In verità vi dico che gli dirà:  “Vieni, servo buono e fedele. Tu hai meritato il mio premio. Tieni,  amministra tutti i miei beni”. Ma se egli pareva, e non era, buono e  fedele, e nell’interno suo era cattivo come all’esterno era ipocrita, e  partito il padrone dirà in cuor suo: “Il padrone tarderà a tornare!  Diamoci al bel tempo”, e comincerà a battere e malmenare i conservi,  facendo usura su loro nel cibo e in ogni altra cosa per avere maggior  denaro da consumare coi gozzovigliatori e ubbriaconi, che avverrà? Che  il padrone tornerà all’improvviso, quando il servo non se lo pensa  vicino, e verrà scoperto il suo malfare, gli verrà levato posto e  denaro, e sarà cacciato dove giustizia vuole. E ivi starà.
   E così  del peccatore impenitente, che non pensa come la morte può essere  vicina e vicino il suo giudizio, e gode e abusa dicendo: “Poi mi  pentirò”. In verità vi dico che egli non avrà tempo di farlo e sarà  condannato a stare in eterno nel luogo del tremendo orrore, dove è solo  bestemmia e pianto e tortura, e ne uscirà soltanto per il Giudizio  finale, quando rivestirà la carne risorta per presentarsi completo al  Giudizio ultimo come completo peccò nel tempo della vita terrena, e con  corpo ed anima si presenterà al Giudice Gesù che egli non volle per  Salvatore.
 596.50Tutti  là accolti davanti al Figlio dell’uomo. Una moltitudine infinita di  corpi, restituiti dalla terra e dal mare e ricomposti dopo essere stati  cenere per tanto tempo. E gli spiriti nei corpi. Ad ogni carne tornata  sugli scheletri corrisponderà il proprio spirito, quello che l’animava  un tempo. E staranno ritti davanti al Figlio dell’uomo, splendido nella  sua Maestà divina, seduto sul trono della sua gloria sorretto dai suoi  angeli.
   Ed Egli separerà uomini da uomini, mettendo da un lato i  buoni e dall’altro i cattivi, come un pastore separa le pecorelle dai  capretti, e metterà le sue pecore a destra e i capri a sinistra. E dirà  con dolce voce e benigno aspetto a quelli che, pacifici e belli di una  bellezza gloriosa nello splendore del corpo santo, lo guarderanno con  tutto l’amore del loro cuore: “Venite, o benedetti dal Padre mio,  prendete possesso del Regno preparato per voi sino dall’origine del  mondo. Perché ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi deste da  bere, fui pellegrino e mi ospitaste, fui nudo e mi rivestiste, malato e  mi visitaste, prigioniero e veniste a portarmi conforto”.
   E i  giusti gli chiederanno: “Quando mai, Signore, ti vedemmo affamato e ti  abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai  ti vedemmo pellegrino e ti abbiamo accolto, nudo e ti abbiamo  rivestito? Quando ti vedemmo infermo e carcerato e siamo venuti a  visitarti?”.
   E il Re dei re dirà loro: “In verità vi dico: quando  avete fatto una di queste cose ad uno di questi minimi fra i miei  fratelli, allora lo avete fatto a Me”.
   E poi si volgerà a quelli  che saranno alla sua sinistra e dirà loro, severo nel volto, e i suoi  sguardi saranno come saette fulminanti i reprobi, e nella sua voce  tuonerà l’ira di Dio: “Via di qua! Via da Me, o maledetti! Nel fuoco  eterno preparato dal furore di Dio per il demonio e gli angeli tenebrosi  e per coloro che li hanno ascoltati nelle loro voci di libidine  triplice e oscena. Io ebbi fame e non mi sfamaste, sete e non mi  dissetaste, fui nudo e non mi rivestiste, pellegrino e mi respingeste,  infermo e carcerato e non mi visitaste. Perché non avevate che una  legge: il piacere del vostro io”.
   Ed essi gli diranno:  “Quando ti abbiamo visto affamato, assetato, nudo, pellegrino, infermo,  carcerato? In verità noi non ti abbiamo conosciuto. Non eravamo, quando  Tu eri sulla Terra”.
   Ed Egli risponderà loro: “È vero. Non mi  avete conosciuto. Perché non eravate quando Io ero sulla Terra. Ma avete  però conosciuto la mia Parola e avete avuto i poveri fra voi, gli  affamati, i sitibondi, i nudi, i malati, i carcerati. Perché non avete  fatto ad essi ciò che forse avreste fatto a Me? Perché non è  già detto che coloro che mi ebbero fra loro fossero misericordiosi col  Figlio dell’uomo. Non sapete che nei miei fratelli Io sono, e dove è uno  di essi che soffra là sono Io, e che ciò che non avete fatto ad uno di  questi miei minori fratelli lo avete negato a Me, Primogenito degli  uomini? Andate e ardete nel vostro egoismo. Andate, e vi fascino le  tenebre e il gelo perché tenebra e gelo foste, pur conoscendo dove era  la Luce e il Fuoco d’Amore”.
   E costoro andranno all’eterno supplizio, mentre i giusti entreranno nella vita eterna.
   Queste le cose future…


Estratto dall'OPERA di MARIA VALTORTA © Fondazione Erede di Maria Valtorta • ETS

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