
GENESI BIBLICA E PECCATO ORIGINALE
(Audio-conferenza - Dibattito virtuale)
PRIMA SESSIONE
«Fu allora che Dio, ad impedire che il ramo dei figli di Dio si corrompesse tutto con il ramo dei figli degli uomini, mandò il generale diluvio a spegnere sotto il peso delle acque la libidine degli uomini e a distruggere i mostri generati dalla libidine dei senza Dio, insaziabili nel senso perché arsi dai fuochi di Satana».1
Dopo quella telefonata notturna raccontata nell'Antefatto, nella sessione di Apertura dei lavori avevamo cominciato a prendere conoscenza nelle grandi linee della 'Genesi biblica' di don Guido Bortoluzzi, come pure delle ragioni che mi avevano indotto ad organizzare questo 'Dibattito' per ristabilire la verità o comunque difendere l'Opera di Maria Valtorta dal pericolo di 'letture' e interpretazioni di persone che potessero - anche involontariamente - indurre in errore altri lettori.
Parlo di difesa dell'Opera valtortiana perché nella suddetta 'Genesi biblica' - per un lettore non troppo informato o non del tutto attento - sembrerebbe quasi che venga fatta risalire ad un Dettato del Gesù valtortiano la successiva tesi dell'opera di don Guido Bortoluzzi in merito ad una attuale Umanità composta da 'uomini' non più geneticamente identici al Capostipite Adamo.
Umanità costituita cioè oggi da esseri ibridi, vale a dire noi, che saremmo discendenti da un incrocio ante-diluviano fra i primi uomini di razza geneticamente pura ed animali antropoidi, vale a dire scimmie antropomorfe (gorilla, orango, ecc.), se non ominidi primitivi.
Per quanto concerne la 'popolazione' ante-diluviana, il fatto di una originaria presenza di 'ibridi' sulla faccia della Terra viene in effetti confermato dal Capo VI della Genesi2, interpretato alla luce delle spiegazioni del Gesù valtortiano, come avevamo spiegato nella precedente Sessione.
Egli - nella sua rivelazione alla mistica - si guarda però bene dall'attribuire la responsabilità dell'incrocio e conseguente ibridazione della discendenza ad un primario rapporto bestiale di Adamo con una scimmia o con un più o meno simile animale antropomorfo, ma - come vedremo - la lascia interamente sulle spalle del solo Caino, fratricida, non pentito, depravato, totalmente posseduto da Satana e maledetto da Dio.
Caino - lo si comprende dalla spiegazione di Gesù - non era affatto una scimmia che pensava e parlava come un uomo, come sostiene invece don Guido Bortoluzzi, ma era un uomo vero e proprio, del tutto simile a noi, cioè geneticamente puro a tutti gli effetti.
Secondo il Dettato del Gesù valtortiano che viene citato nell'Opera del Bortoluzzi, ma anche secondo altri brani dell'Opera di Maria Valtorta, i discendenti geneticamente puri di Adamo, lungo la linea di suo figlio Set, ad un certo punto della storia finirono per 'incrociarsi' - e sottolineo ancora una volta questo concetto - con la razza già ibrida dei discendenti di Caino, dando origine - così pare di comprendere - ad ulteriori ibridi di secondo livello più simili all'essere umano propriamente detto, come ad esempio ci prefiguriamo un 'uomo di Neanderthal' nei nostri disegni.
Si creò dunque dopo qualche tempo una situazione - si comprende sempre dalla spiegazione del Gesù valtortiano - in cui la popolazione pre-diluviana si trovò ad essere composta:
1) dai discendenti geneticamente puri di Set, figlio di Adamo.
2) dagli iniziali discendenti ibridi frutto della promiscuità sessuale dell'uomo Caino con esseri scimmieschi antropomorfi.
3) da una ulteriore specie di discendenti ibridi frutto di incroci fra i discendenti di razza pura di Set e i discendenti ibridi scimmieschi di Caino.
4) da discendenti di razza pura di Set - non ancora ibridati - ma che tuttavia, in un mondo siffatto, si erano in gran parte corrotti moralmente.
Fu questa situazione che spinse Dio a decretare lo sterminio di tutti mandando un 'radicale' Diluvio dove gli unici sopravvissuti dell'Arca - Noè, sua moglie, i suoi tre figli e mogli - avrebbero dovuto dare origine ad una nuova Umanità geneticamente pura e moralmente migliore della precedente.
L'Opera valtortiana - sempre secondo quanto sostenuto nell'Opera di don Guido - avrebbe 'precorso' le rivelazioni che sarebbero state fatte successivamente da Dio a don Guido stesso, rivelazioni - queste ultime - che sempre secondo quanto affermato nell'opera del sacerdote - completavano e integravano le rivelazioni che Gesù aveva in precedenza fatto alla mistica.
Più in particolare, sempre secondo le 'rivelazioni' dell'opera di don Guido:
1. un Peccato originale compiuto solamente da Adamo, costituito dall'atto sessuale in sé e per sé con una scimmia, atto che avrebbe dato origine alla nascita di Caino e ad una successiva discendenza ibrida da parte di quest'ultimo grazie a rapporti con altre scimmie più o meno antropomorfe.
2. un figlio Caino che lungi dall'essere un 'umano' geneticamente puro era un ibrido con l'aspetto fisico di scimmia ma capace di pensare, comprendere e parlare come un uomo.
3. una 'Eva', che non era il nome dell'Eva di cui si parla nella Genesi della Bibbia - l'Eva cioè che Dio aveva creato e posto accanto ad Adamo per essergli fedele compagna di vita, moglie e madre dei suoi futuri figli - ma che era in realtà la scimmia antropomorfa di cui al punto 1) precedente, scimmia che avrebbe dato alla luce in un primo tempo lo stesso Adamo, quindi Caino in seguito al rapporto sessuale da lei avuto con Adamo, oltre alla ‘bambina’ che con gli anni sarebbe divenuta l'Eva di cui parla la Bibbia.
4. infine una 'umanità' divenuta con il tempo completamente ibrida, con un patrimonio genetico snaturato rispetto a quello del primo uomo in quanto i 'geni' scimmieschi degli 'ibridi' avrebbero finito per prendere il sopravvento su quelli degli umani.
Evidentemente siamo di fronte - per quanto riguarda l'opera di don Guido Bortoluzzi - ad una 'Genesi' piuttosto complessa dove non è facile seguirne i complicati intrecci.
Credo a questo punto che - almeno per chi è un credente - si debba partire dalla considerazione che Dio è Verità eterna che quindi non si smentisce mai.
Lo Spirito Santo, quando è presente ad esempio nelle rivelazioni private, può illuminare e far comprendere meglio le Verità rivelate - come del resto aveva detto lo stesso Gesù dei Vangeli - ma non modifica nella sostanza la Parola di Dio: nel caso specifico, cioè, le verità fondamentali della Bibbia e - in subordine - le rivelazioni private dell'Opera valtortiana.
L'Opera di don Guido non chiarisce né tantomeno 'completa' - come invece vi viene detto - le rivelazioni che erano state fatte in precedenza alla mistica Valtorta, ma distorce dalle fondamenta sia le rivelazioni della mistica sia - soprattutto - le rivelazioni della Bibbia al punto da mettere in discussione, come avremo occasione di vedere meglio in seguito, la Dottrina del Peccato originale, la missione stessa del Verbo divino che si sarebbe incarnato nel corso della Storia in Gesù e - più in generale - l'intera Dottrina cristiana.
Personalmente non ho affatto preso sul serio i contenuti dell'opera di don Guido Bortoluzzi ma - tenendo conto di una sua apparente sempre maggiore diffusione soprattutto fra persone 'ignare' della realtà delle nostre Origini - il discuterne mi è sembrata una preziosa opportunità al fine di chiarire i reali contenuti della vera Genesi della Bibbia a coloro che potrebbero essere stati o ancora potrebbero essere indotti in errore nel futuro e che potranno a questo punto valutare il tutto con maggior cognizione di causa.
Pertanto, pur non essendo mia intenzione entrare troppo nel merito dell’Opera di questo sacerdote, ciò non di meno attirerò l'attenzione su alcuni aspetti che vi sono evidenziati perché mi offriranno l’opportunità di fare rimarcare proprio la loro totale estraneità sia rispetto alle verità della Genesi della Bibbia che dell’Opera valtortiana, la quale ultima concorda invece perfettamente con le Verità della Bibbia sulle quali fornisce ulteriori delucidazioni che non la smentiscono ma anzi la rafforzano.
Troviamo infatti scritto (dalla curatrice delle ‘rivelazioni’ di Don Guido) nella 'Genesi biblica' (sottolineature e grassetti sono miei): 3
♦
[…]
Il fatto che esistano discordanze fra la Parola di Dio della Genesi mosaica e quella della rivelazione data a don Guido può creare contrarietà nel credente, ma non un pericolo per la sua fede.
Se Dio ha permesso che più di un versetto di ciò che fu rivelato a Mosè perdesse la sua autenticità lungo i secoli, è evidente che il Signore, che veglia sempre sulla Sua Parola, prima o poi avrebbe dovuto intervenire per fare chiarezza e togliere tutti gli equivoci che sono entrati nel Testo biblico.
Ma il problema cresce in modo esponenziale quando questa rivelazione entra in apparente contraddizione con rivelazioni più recenti o quasi contemporanee.
Per il Lettore attento che sia a conoscenza delle rivelazioni che il Signore ha fatto a veggenti del XX secolo come a Maria Valtorta, la cui veridicità sta venendo finalmente apprezzata, potremmo dire che le novità rivelate a don Guido a proposito di Eva potrebbero metterlo momentaneamente in crisi.
Infatti, nei libri della Valtorta, Adamo ed Eva sono sempre associati ed Eva è considerata una figura umana e responsabile, quindi colpevole, oltre che della caduta, anche di istigazione.
Al contrario, nella Genesi rivelata a don Guido si afferma che la prima Donna fu assolutamente innocente e che quella che invece fu l’involontaria tentatrice di Adamo era una femmina appartenente ad una specie immediatamente inferiore a quella umana.
Questa novità ‘sembra’ perciò contrastare i passi della Valtorta che trattano del peccato originale, ma non è così. Cercherò di spiegarne il perché.
Gesù non avrebbe potuto anticipare alla Valtorta la notizia che nei secoli lontani era avvenuta una sovrapposizione fra le due identità femminili della Genesi senza dare anche delle spiegazioni esaurienti.
Questo avrebbe rischiato di compromettere tutta l’opera di evangelizzazione affidata a quella carismatica. Non era infatti la spiegazione della Genesi il compito della Valtorta.
Ogni carismatico ha una sua missione e un suo campo di rivelazione. La Genesi, per la mole stessa di notizie, di spiegazioni, implicazioni, richiedeva una rivelazione a parte, esauriente.
Quindi Gesù si è semplicemente astenuto dall’accennare a questa realtà, conformandosi alla tradizione e alla cultura vigente in quel momento storico. Inoltre, era necessario attendere che le conoscenze in campo genetico e scientifico fossero in grado di recepire una verità di così grande portata.
È stata una scelta di estrema saggezza che solo con la visione onnicomprensiva di Dio poteva essere presa evitando che entrambe le rivelazioni, quella data alla Valtorta e quella data a don Guido, andassero bruciate. Perché Dio ci dà sempre ‘solo’ quello che possiamo digerire giorno per giorno, come la manna nel deserto, anche in campo spirituale.
Non ha forse detto Gesù agli Apostoli: “Avrei ancora molte cose da dirvi, ma ‘per ora’ non siete in grado di portarne il peso”?
Ciò vuol dire che al momento delle rivelazioni date alla Valtorta l’umanità non era ancora in grado di portare un peso maggiore, mentre ora, a distanza di sole poche decine di anni, siamo in grado di apprezzarne il valore grazie alle nuove conoscenze scientifiche.
Però Gesù ha fatto molto di più: ha preparato il terreno alla rivelazione ricevuta da don Guido proprio attraverso la Valtorta perché tutto ciò che è scritto nei suoi libri riguardo alle conseguenze del peccato originale conferma questa rivelazione.
In quelle pagine descrive ampiamente gli effetti devastanti sull’umanità, anche in senso psicofisico, della disobbedienza di Adamo, in piena sintonia con quanto rivelato a don Guido.
Questo lo constatiamo meglio se, ‘dopo’ aver letto l’opera di don Guido, riprendiamo in mano il ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ o meglio ancora ‘I Quaderni’ del 1943, 1944 e 1945-50.
Vi troviamo le conferme sulla natura del peccato originale e sulle sue conseguenze sui discendenti ‘illegittimi’ di Adamo, come l’apparire di mostri animaleschi e scimmieschi incapaci di intendere e di volere i doni dello Spirito.
Infatti, se da quel famigerato rapporto nacquero figli degeneri, è chiaro che il rapporto avvenne con una femmina che non apparteneva alla specie umana.
E poiché quella femmina non aveva né l’uso della parola, né l’uso della ragione paragonabile a quello della specie umana, quella va sollevata da ogni responsabilità.
Inoltre, se le conseguenze furono così devastanti, è ovvio che la partner di Adamo non poteva essere la Donna perfetta e appartenente alla sua stessa specie, ma una femmina di una specie inferiore che, con il suo DNA animale, ha inquinato il sangue puro della specie dei Figli di Dio.
Quindi la Donna, la legittima sposa di Adamo, accusata per secoli come la causa della caduta dell’Uomo, viene sollevata da questa accusa e riabilitata nella sua dignità.
È opportuno leggere insieme un brano, fra tanti simili sullo stesso argomento, quello del 30.12.1946 tratto da ‘I Quaderni dal 1945 al 1950’ …:
Scrive Maria Valtorta, una delle maggiori scrittrici veggenti che abbia toccato questo argomento…
[…]
Vogliate scusarmi se a questo punto interrompo la lettura di questo brano della 'Genesi biblica' di don Guido Bortoluzzi, ma quanto scritto da Maria Valtorta preferisco leggervelo io.
Desidero infatti che il testo valtortiano sia esatto e completo mentre - come ho notato - nella trascrizione che ne è stata fatta nella suddetta 'Genesi'4 vi sono - rispetto al testo integrale del Dettato valtortiano - delle omissioni5 di brani intermedi, il cui contenuto, tralasciato forse per ragioni di sintesi, riveste invece una fondamentale importanza in relazione alla determinazione della vera natura della colpa di Adamo e di quella di una altrettanto responsabile Eva pienamente 'umana', nonché alle conseguenze dell'operato di Caino (e non certo di Adamo), un Caino che vi appare senza alcun dubbio come uomo geneticamente puro e non già come un uomo-scimmia.
Si comprende anche che Gesù avrebbe voluto trattare ben più ampiamente questa tematica con la mistica, tematica che in quel momento gli uomini non meritavano.
Tematica che sarebbe stata tuttavia ripresa con la mistica, ma solo alcuni anni dopo, dallo Spirito Santo nell'illustrarle il Peccato originale nelle 'Lezioni sull'Epistola di Paolo ai Romani'.
Ecco dunque qui di seguito il testo valtortiano integrale dato da Gesù a Maria Valtorta, comprensivo dei brani che erano stati omessi in ‘Genesi biblica’.
Scriveva dunque la mistica il 30.12.46 (le sottolineature e i grassetti sono miei): 6
^^^^
Sento la notizia che hanno ritrovato in una caverna scheletri di uomo-scimmia. Resto pensierosa dicendo: 'Come possono asserire ciò? Saranno stati brutti uomini. Volti scimmieschi e corpi scimmieschi ce ne sono anche ora. Forse i primitivi erano diversi da noi nello scheletro'. Mi viene un altro pensiero: 'Ma diversi in bellezza. Non posso pensare che i primi uomini fossero più brutti di noi essendo più vicini all'esemplare perfetto che Dio aveva creato e che certo era bellissimo oltre che fortissimo'. Penso a come la bellezza dell'opera creativa più perfetta si sia potuta avvilire tanto da permettere agli scienziati di negare che l'uomo sia stato creato uomo da Dio e non sia l'evoluzione umana della scimmia.
Gesù mi parla e dice: 'Cerca la chiave nel capo 6° della Genesi. Leggilo'. Lo leggo.7
Gesù mi chiede: 'Capisci?'.
'No, Signore. Capisco che gli uomini divennero subito corrotti e nulla più. Non so che attinenza abbia il capitolo con l'uomo-scimmia'.
Gesù sorride e risponde:
'Non sei sola a non capire. Non capiscono i sapienti e non gli scienziati, non i credenti e non gli atei. Stammi attenta. E comincia a recitare:
'E avendo cominciato gli uomini a moltiplicarsi sulla terra e avendo avuto delle figliole i figli di Dio, o figli di Set, videro che le figliole degli uomini (figlie di Caino) erano belle e sposarono quelle che fra tutte a loro piacquero... Ora dunque, dopo che i figli di Dio si congiunsero colle figlie degli uomini e queste partorirono, ne vennero fuori quegli uomini potenti, famosi nei secoli'.
Gli uomini che per potenza del loro scheletro colpiscono i vostri scienziati, che ne deducono che al principio dei tempi l'uomo era molto più alto e forte di quanto è attualmente, e dalla struttura del loro cranio deducono che l'uomo derivi dalla scimmia. I soliti errori degli uomini davanti ai misteri del creato.
Non hai ancora capito. Ti spiego meglio. Se la disubbidienza all'ordine di Dio e le conseguenze della stessa avevano potuto inoculare negli innocenti il Male con le sue diverse manifestazioni di lussuria, gola, ira, invidia, superbia e avarizia, e presto l'inoculazione fiorì in fratricidio provocato da superbia, ira, invidia e avarizia, quale più profonda decadenza e quale più profondo dominio di Satana avrà provocato questo peccato secondo?
Adamo ed Eva avevano mancato al primo dei comandi di Dio all'uomo.8
Comando sottinteso nell'altro di ubbidienza dato ai due: 'Mangiate di tutto ma non di quell'albero'. L'ubbidienza è amore. Se essi avessero ubbidito senza cedere a nessuna pressione del Male fatta al loro spirito, al loro intelletto, al loro cuore, alla loro carne, essi avrebbero amato Dio 'con tutto il loro cuore, con tutta la loro anima, con tutte le loro forze’ come molto tempo dopo fu esplicitamente ordinato dal Signore. Non lo fecero e furono puniti.
Ma non peccarono nell'altro ramo dell'amore: quello verso il proprio prossimo.
Non maledissero neppure Caino, ma piansero sul morto nella carne e sul morto nello spirito in eguale misura, riconoscendo che giusto era il dolore da Dio permesso, perché essi avevano creato il Dolore col loro peccato e per primi dovevano sperimentarlo in tutti i suoi rami. Rimasero perciò figli di Dio e con loro i discendenti venuti dopo questo dolore.
Caino peccò contro l'amore di Dio e contro l'amore di prossimo. Infranse l'amore totalmente, e Dio lo maledisse, e Caino non si pentì. Perciò egli e i propri figli non furono che figli dell'animale detto uomo.
Se il primo peccato di Adamo ha fatto di tanto decadere l'uomo, che avrà prodotto di decadenza il secondo al quale si univa la maledizione di Dio? 9
Quali fomiti di peccato nel cuore dell'uomo-animale perché privo di Dio, e a quale potenza saranno giunti, dopo che Caino ebbe non soltanto ascoltato il consiglio del Maledetto, ma lo ebbe abbracciato come suo padrone diletto, uccidendo per ordine suo?
La discesa di un ramo, di quello avvelenato dal possesso di Satana, non ebbe sosta ed ebbe mille volti.
Quando Satana prende, corrompe tutti i rami. Quando Satana è re, il suddito diviene un satana. Un satana con tutte le sfrenatezze di Satana. Un satana che va contro la legge divina e umana. Un satana che viola anche le più elementari e istintive norme di vivere da uomini dotati di anima, e si abbrutisce nei più laidi peccati dell'uomo bruto.
Dove non è Dio è Satana. Dove l'uomo non ha più anima viva è l'uomo-bruto. Il bruto ama i bruti. La lussuria carnale, più che carnale perché afferrata ed esasperata da Satana, lo fa avido di tutti i connubi. Bello e seducente gli pare ciò che è orrido e sconvolgente come un incubo. Il lecito non lo appaga. È troppo poco e troppo onesto. E pazzo di libidine cerca l'illecito, il degradante, il bestiale.
Quelli che non erano più figli di Dio, perché col padre e come il padre avevano fuggito Dio per accogliere Satana, si spinsero a questo illecito, degradante, bestiale.
Ed ebbero mostri per figli e figlie. Quei mostri che ora colpiscono i vostri scienziati e li traggono in errore.
Quei mostri che, per la potenza delle forme e per una selvaggia bellezza e un'ardenza belluina, frutti del connubio fra Caino e i bruti, fra i brutissimi figli di Caino e le fiere, sedussero i figli di Dio, ossia i discendenti di Set per Enos, Cainan, Malaleel, Jared, Enoc di Jared - da non confondersi coll'Enoc di Caino - Matusala, Lamec e Noè padre di Sem, Cam e Jafet.
Fu allora che Dio, ad impedire che il ramo dei figli di Dio si corrompesse tutto con il ramo dei figli degli uomini, mandò il generale diluvio a spegnere sotto il peso delle acque la libidine degli uomini e a distruggere i mostri generati dalla libidine dei senza Dio, insaziabili nel senso perché arsi dai fuochi di Satana.
E l'uomo, l'uomo attuale, farnetica sulle linee somatiche e sugli angoli zigomatici, e non volendo ammettere un Creatore, perché troppo superbo per riconoscere di essere stato fatto, ammette la discendenza dai bruti!
Per potersi dire: 'Noi, da soli, ci siamo evoluti da animali a uomini'.
Si degrada, si autodegrada, per non volersi umiliare di fronte a Dio.
E discende. Oh! se discende!
Ai tempi della prima corruzione ebbe di animale l'aspetto.
Ora ne ha il pensiero ed il cuore, e la sua anima, per sempre più profondo connubio col male, ha preso il volto di Satana in troppi.
Scrivilo questo dettato nel libro.
Più ampiamente avrei trattato l'argomento, come ti avevo detto nel luogo del tuo esilio, a controbattere le teorie colpevoli di troppi pseudo-sapienti. Ma deve esservi un castigo per coloro che non mi vogliono sentire nelle parole che scrivi sotto dettatura mia. Avrei svelato grandi misteri. Perché l'uomo sapesse, ora che i tempi sono maturi. Non è più il tempo da contentare le folle con le favolette. Sotto la metafora delle antiche storie sono le verità chiave a tutti i misteri dell'universo, ed Io li avrei spiegati attraverso il mio piccolo, paziente Giovanni. Perché l'uomo dal sapere la verità traesse forza a risalire l'abisso per essere sullo stesso piano del nemico nell'ultima lotta che precederà la fine di un mondo che, nonostante tutti gli aiuti di Dio, non volle diventare un pre-paradiso, ma preferì divenire un pre-inferno.
E questa pagina mostrala, senza darla, a quelli che tu sai. A uno sarà aiuto contro i resti di una pseudo scienza che atrofizza il cuore, agli altri aiuto alla già forte spiritualità per la quale in tutto vedono il segno inconfondibile di Dio.'
♦
È dunque inutile, anzi pericoloso - con riferimento alla 'Genesi' di don Guido - cercare risposte alla creazione dell’uomo diverse da quelle che il Dio della Bibbia ci ha dato: esse non possono che condurre all’errore.
Cercare altre risposte significa non avere fede, e non avere fede significa incorrere nell’errore, se non addirittura nell’Inganno.
La parola del Signore è limpida, perché essa è Verità, e la Verità non può variare perché essa è quale ci è stata data fin dalla prima volta ed è eterna.
Dio - che vive al di fuori dello spazio/tempo - conosce tutto in anticipo e non è ragionevolmente pensabile che, se pur Egli rispettò il libero arbitrio dei Primi Due quanto al Peccato originale, egli abbia permesso che l'Umanità venisse geneticamente snaturata per sempre.
Questo fu possibile a Caino, fratricida, non pentito, posseduto da Satana e maledetto da Dio, ma non da Adamo e neppure da Eva destinati ad essere i capostipiti della razza perfetta dei futuri ‘figli di Dio’ in uno dei quali - Gesù - si sarebbe incarnato un giorno il Verbo.
Potrà forse stupire - nel precedente Dettato di Gesù - che Egli parli di mostri e di giganti ma l'odierna paleoantropologia - grazie ai reperti scoperti - dà ormai per acquisito il fatto che nell'antichità siano esistiti esseri umanoidi giganteschi di oltre tre e anche quattro metri di altezza e di varie centinaia di chilogrammi di peso, ma anche altri esseri antropomorfi di struttura, dimensioni e aspetto molto più simili all'uomo, definiti genericamente 'ominidi', verosimilmente quelli appunto che il Capo VI della Genesi chiama 'figli dell'uomo' in contrapposizione ai 'figli di Dio' discendenti da Set.
Molti paleo-antropologi - per inciso - non credendo minimamente alla Bibbia ed al Diluvio universale - non si danno pace perché non riescono ad immaginare quale causa abbia mai potuto portare alla estinzione improvvisa dei cosiddetti ominidi. 10
Oltre che nel Capo VI della Genesi, anche in altri documenti o tradizioni dell'antichità si parla comunque a più riprese della esistenza di 'giganti', simili all'uomo, e così pure nelle tradizioni tramandate dalla antica cultura sumera e da quella egizia dove si pensava addirittura che essi fossero degli esseri discesi dal cielo per creare l'umanità e la civiltà.
Evidentemente la prima bestiale satanica ibridazione da parte di Caino dovette sconvolgere il patrimonio genetico dei suoi discendenti, producendo 'mostri' e quindi anche i cosiddetti 'ominidi', ossia esseri antropomorfi aventi una buona somiglianza con l'uomo sia pur con un quoziente intellettivo notevolmente inferiore, esseri 'sociali' comunque capaci di vivere in comunità, abitanti anche in caverne o palafitte, dediti alla caccia, all'agricoltura e forse anche a manifestazioni primitive di pittura e di graffiti quali sono stati scoperti sulle pareti di alcune caverne.
I ritrovamenti dei reperti ossei di questi esseri - lo dicono gli stessi paleoantropologi - hanno messo in discussione le teorie classiche secondo le quali si sarebbe arrivati all'evoluzione dell'Homo sapiens a partire dai primati arboricoli.
Se il Capo VI della Genesi ed il Dettato valtortiano parlano però dei 'figli di Dio', cioè i discendenti della razza pura di Adamo, ai quali piacquero le 'figlie degli uomini', cioè le discendenti ibride di Caino, ciò può significare che - se esse 'piacquero' - ci fossero probabilmente fra gli ibridi delle qualità di femmine più simili anatomicamente all'uomo, quindi di aspetto più o meno gradevole ma di grande 'ardenza' sessuale.
Non è del resto un mistero che siano state ritrovate tombe con dentro resti ossei o scheletri di uomini sapiens-sapiens e di femmine definite 'ominidi', con relativo corredo di fiori accanto, segno che le due razze ebbero l’opportunità di convivere 'more-uxorio' e... prolificare, al punto di essere poi sepolte nella stessa tomba.
La ‘Genesi biblica’ di don Bortoluzzi - anche se con una esposizione suscettibile di indurre in errore - si rifà proprio al suddetto Dettato del Gesù valtortiano che parla di ibridi discendenti di Caino - per dare maggior sostegno alla propria tesi in merito alla successiva completa ibridazione della razza umana, al punto di sostenere che oggi noi 'uomini' attuali avremmo ormai ben poco del patrimonio genetico del primo Adamo ma piuttosto un maggior corredo cromosomico di scimmie antropomorfe od ominidi, corredo che - come già accennato in precedenza - avrebbe finito per 'assorbire' quello dell'uomo adamitico.
Il sopra trascritto Dettato del Gesù valtortiano portato come prova a favore della tesi di 'Genesi biblica', letto attentamente, dimostra invece l’infondatezza di quest'ultima sia in merito al Peccato originale che alla natura scimmiesca di Caino.
Adamo - valtortianamente parlando - va infatti assolto dalla ignominiosa tesi di un suo rapporto scimmiesco e cade così la pretesa di potersi riferire anche indirettamente alla mistica per avvalorare le teorie, a mio avviso piuttosto 'sorprendenti', di ‘Genesi biblica’ nella quale risulta alla fine del tutto arbitraria l'affermazione che vi è riportata: «...Però Gesù ha fatto molto di più: ha preparato il terreno alla rivelazione ricevuta da don Guido proprio attraverso la Valtorta perché tutto ciò che è scritto nei suoi libri riguardo alle conseguenze del peccato originale conferma questa rivelazione.
In quelle pagine descrive ampiamente gli effetti devastanti sull’umanità, anche in senso psicofisico, della disobbedienza di Adamo, in piena sintonia con quanto rivelato a don Guido».
Ora, lo scopo di questo nostro 'Dibattito' non è propriamente quello di mettere in discussione la 'Genesi biblica' perché - come avevo già detto raccontando l'Antefatto - ognuno è libero di scrivere quel che vuole... 'almeno fino ad un certo punto'.
Questo 'certo punto' è costituito proprio dalla frase pocanzi citata, con l'aggiunta di quell'altra che pure avevate letto che precisava ulteriormente: «Questo lo constatiamo meglio se, ‘dopo’ aver letto l’opera di don Guido, riprendiamo in mano il ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ o meglio ancora ‘I Quaderni’ del 1943, 1944 e 1945-50. Vi troviamo le conferme sulla natura del peccato originale e sulle sue conseguenze sui discendenti ‘illegittimi’ di Adamo, come l’apparire di mostri animaleschi e scimmieschi incapaci di intendere e di volere i doni dello Spirito.»
Mi sembra - con riferimento alle frasi sopra riportate - che non vi sia alcuna 'piena sintonia' ma piuttosto una divergenza abissale fra l'Opera valtortiana e quella di don Guido Bortoluzzi, divergenza che cercherò di fare in seguito emergere.
Cercherò di farlo non con argomenti miei ma rendendo noti proprio alcuni altri brani dell'Opera Valtortiana (L'Evangelo come mi è stato rivelato, i Quaderni, le Lezioni sull'Epistola di Paolo ai Romani) ai quali in 'Genesi Biblica' si fa un del tutto generico riferimento a comprova senza però precisare 'il come, il quando e il dove'.
Tali 'altri' brani parlano infatti sempre e solamente dei discendenti ibridi del solo Caino, di un'Eva del tutto donna geneticamente pura, più che responsabile compagna di Adamo fin dall'inizio, e di un Peccato originale che non consistette in rapporti sessuali di Adamo con scimmie di alcun genere ma che fu di ben altra portata e gravità - nei confronti di Dio - come avremo occasione di approfondire.
Quella di don Bortoluzzi - ovviamente a mio modo di vedere - mi sembra alla fin fine una delle tante teorie 'evoluzioniste', ma in questo caso con una originale variante - mi si perdoni l'ironia bonaria - di tipo scimmiescamente... trasgressivo nonché con il concetto sorprendente di una ri-evoluzione al contrario, come già spiegato nell'ultima sessione.
Il mio ulteriore proposito, giunti a questo punto, diventa duplice:
- ‘Riabilitare’ la Genesi della Bibbia il cui senso in 'Genesi biblica' viene decisamente stravolto.
- ‘Dimostrare’ con ben altre argomentazioni la vera dinamica del Peccato originale e le sue vere conseguenze, e ciò grazie alla Bibbia ma anche alle rivelazioni fatte alla mistica Valtorta.
Si possono tuttavia ancora fare alcune valutazioni in merito alle considerazioni più sopra espresse nei brani tratti da ‘Genesi biblica’:
1) È una affermazione davvero azzardata partire dalla premessa ivi contenuta per cui - se la rivelazione data a Don Guido ha delle discordanze rispetto a quella della Bibbia - ciò non mette in pericolo la fede del Credente.
C’è infatti divergenza e divergenza: un conto è una mera differenza di traduzione di un singolo termine – magari sulla base dell’approfondimento degli studi linguistici ed esegetici – ben altro conto è quando la differenza riguarda non un termine ma la sostanza della Rivelazione.
2) Circa il fatto che è necessario saper bene interpretare il linguaggio della Genesi, su questo non si può che essere d’accordo. Questo linguaggio era conforme alla cultura umana di alcuni millenni fa ed esso doveva essere comprensibile e coerente con quella cultura per essere accettato, ritrasmesso e rivelarsi altresì accettabile anche per i posteri al fine della conservazione della fede.
La questione della 'corretta interpretazione' è però un fatto che deve avere riguardo allo stile o alla forma letteraria, non però alla ‘sostanza’ della Rivelazione pubblica che dal punto di vista dell’ortodossia cattolico-cristiana non può essere soggetta a 'interpretazioni' che la snaturino.
3) Il Gesù dei Vangeli aveva affermato che della Legge non avrebbe cambiato neppure uno jota, e quindi – se almeno vogliamo rimanere nell’ortodossia evangelica - dobbiamo prendere in considerazione la Legge, e quindi anche la Genesi biblica, nei termini e significati in cui esattamente essa è 'letteralmente' riportata senza mai dimenticare, lo ribadisco, che la sostanza - anche se può essere espressa in forma simbolica o allegorica - deve rimanere sempre tale.
La lettura e comprensione dei Testi sacri deve sempre essere fatta prioritariamente alla luce del loro testo letterale, e solo quando quest'ultimo risulti del tutto incomprensibile si può provare a ricercarne un significato simbolico od allegorico.
Se così non fosse la Parola divina potrebbe dare origine a libere interpretazioni soggettive ed a numerosi errori ed eresie.
La Parola di Dio, inoltre, è Parola di Verità Eterna e quindi non cambia, non si adegua alle circostanze o a costumi sociali mutevoli, né ad evoluzioni culturali, né a teorie che vorrebbero passare per 'scientifiche' senza in realtà esserlo.
4) Nel cacciare poi i due Progenitori dal Paradiso terrestre, che senso avrebbe avuto che Dio Padre – per consolarli (ed in particolare anche Eva che fu la donna istigatrice al Peccato, e quindi ancora più colpevole) - promettesse a loro ed alla loro discendenza il riscatto grazie ad un'altra Donna (chiaramente la futura Maria Ss.ma, la Nuova Eva antitesi della vecchia Eva) che avrebbe riscattato quel peccato di Eva schiacciando il capo a Satana mentre lui – Satana – ne avrebbe insidiato il ‘calcagno’, cioè Gesù il quale lo avrebbe sconfitto grazie alla Sua Redenzione?11
5) È a quest'ultimo riguardo chiaro - per chiunque conosca appena un poco la Dottrina cristiana - che nel Vecchio Testamento e nel Nuovo l’antitesi del suddetto 'riscatto' è costituita da due Donne e da due Uomini dove la seconda Donna ed il secondo Uomo ripareranno antiteticamente gli errori dei primi due.
La prima donna - Eva - creata in Grazia perfetta volle peccare in un mondo che era peraltro senza peccato e del tutto perfetto.
La seconda Donna, Maria Ss. - concepita anch’essa in Grazia perfetta perché senza Peccato originale - nonostante fosse vissuta in un mondo di totale peccato, seppe mantenersi pura e riscattare - con la propria purezza e sofferenza di Corredentrice - il Peccato della prima Eva, così come il Peccato del Primo Adamo venne riscattato dal Nuovo Adamo, il Redentore Gesù, grazie al Suo Sacrificio di Croce.
6) Sostenere poi che Dio non avrebbe fatto queste rivelazioni (quelle di don Guido) a Maria Valtorta perché queste di Don Guido (circa 400 pagine) avrebbero rappresentato una mole eccessiva di notizie per le quali sarebbe stata necessaria una trattazione a parte, significa non valutare abbastanza il fatto che il Signore ha dato invece alla Valtorta oltre 7000 pagine di rivelazioni in una decina di anni, pagine di eccelsa spiritualità e sapienza, e che - se avesse voluto – Egli non sarebbe certo indietreggiato di fronte a 400 pagine.
Infatti fu ciò che in realtà Dio fece dandole moltissime rivelazioni anche sulla Genesi e sul Peccato originale: rivelazioni del tutto esaurienti e – per inciso - perfettamente allineate alle Verità di Fede, come si evince anche dalla Presentazione dell'Opera di Maria Valtorta fatta dal Beato padre Gabriele Maria Allegra il quale, scrivendo il 30 luglio 1965 ad un confratello, Padre Fortunato Margiotti, ebbe perentoriamente ad affermare: 'Digitus Dei est hic!'
Nel caso degli ‘uomini-scimmia’, come li chiama la Valtorta, il chiarimento dato da Gesù nasce quasi casualmente da un pensiero interiore della mistica, nel cui 'cuore' Egli sempre guardava. Lei non era 'curiosa', non si permetteva mai di chiedere a Gesù spiegazioni su tanti misteri, lei si limitava a scrivere quel che Gesù le diceva. La sua era solo una domanda interiore rivolta a se stessa, un desiderio di conoscenza che lei non aveva neanche osato esprimerGli, ma al quale Egli nella sua bontà volle dare risposta rivelandole un grande mistero anche a nostro uso – risposta altresì ai superbi evoluzionisti moderni – chiarendo un passo della Bibbia considerato ancor oggi estremamente ‘oscuro’ da tutti i commentatori.
Egli ne ha poi approfittato per spiegare le vere ragioni del Diluvio universale al quale molti si rifiutano di credere anche perché non sanno darsi ragione del perché Dio abbia voluto punire così radicalmente l'Umanità.
7) La corruzione dell'Umanità - prescindendo da quella molto particolare di Caino - fu la conseguenza della perdita del preesistente dono della Grazia santificante e degli altri doni soprannaturali e naturali da parte di Adamo ed Eva e quindi del decadimento dello spirito asservito alla 'carne', per cui finirono per predominare nei loro discendenti gli istinti peggiori non più tenuti sotto controllo da una retta Ragione che era prima illuminata e traeva forza dall'unione con Dio.
Il quadro che si può desumere dal Cap. VI della ‘Genesi della Bibbia’, alla luce delle spiegazioni di quel brano del Gesù valtortiano citato proprio nell’Opera dello stesso don Guido, potrebbe essere allora, ragionevolmente, il seguente:
Adamo peccò in un ramo dell'Amore, quello verso Dio, con la propria disubbidienza e con il tentativo di usurpazione del ruolo di Dio volendo essere 'come Dio'.
Caino peccò anche nell'altro ramo dell'Amore, quello verso il prossimo, con il fratricidio.
Caino peccò dunque totalmente, non si pentì, venne allora maledetto da Dio.
Se il primo Peccato aveva prodotto in Adamo e nella sua discendenza le conseguenze spirituali, morali e fisiche che sappiamo, si può ben immaginare cosa poté aver prodotto il secondo peccato, quello di Caino: degenerazione a livello morale e libidine al massimo grado, accoppiamento con bruti, animali-bruti, nascita di bruti, animali-mostri frutto di incrocio promiscuo, una razza di animali-uomini, la razza degli 'uomini-scimmia', 'uomini' dunque dai rozzi caratteri promiscui che dopo il loro incrocio ulteriore con i "figli di Dio" vengono di tanto in tanto ritrovati ma che vennero distrutti dal Diluvio.
Un’altra interessante spiegazione di questo straordinario avvenimento di ibridazione, riferito ovviamente a Caino e non certo ad Adamo, la si trova tuttavia anche in un altro passo dell’Opera valtortiana di alcuni anni dopo, passo al quale abbiamo in precedenza solo accennato.
Si tratta più in particolare, di un brano delle ‘Lezioni sull’Epistola di Paolo ai Romani’12 dove a parlare alla mistica è lo Spirito Santo.
Egli le tiene una lezione 'capolavoro' di ben 28 pagine sul Peccato originale.
Anche qui si ritorna sul tema già trattato da Gesù nel precedente Dettato dei Quaderni in merito alla ibridazione dei discendenti di Caino.
Nel brano dello Spirito Santo viene confermato che nel 'Diluvio'' vennero distrutti i 'mostri' nati dal connubio animalesco di Caino e dei suoi discendenti, e viene anche ribadito che insieme agli ‘uomini-mostri’ venne distrutto anche l'altro ramo dell'Umanità, cioè quello dei discendenti di Set che non solo si erano moralmente corrotti ma anche in buona parte incrociati a loro volta con i discendenti ‘animaleschi’ di Caino perdendo la purezza genetica della specie.
Lo Spirito Santo chiarisce che la sopravvivenza dell'Umanità - ripartendo dalla stirpe di Noè, giudicata spiritualmente 'giusta' da Dio oltre che di razza pura (e non ibrida come si sostiene in 'Genesi biblica') - fu assicurata grazie ad una nuova riproduzione, venendo essa così riportata, una volta distrutti gli 'ibridi' in seguito al Diluvio, alla natura originaria del primo uomo, natura fatta sempre di materia e di spirito e rimasta tale anche dopo il Peccato di origine.
Non era infatti possibile - spiega lo Spirito Santo alla Mistica - pensare che Dio avesse potuto dare un'anima spirituale ed immortale a degli esseri-mostri, appunto gli 'ibridi', che del vero uomo conservavano solo una qualche immagine fisica frutto dell'incrocio di specie diverse, incrocio entro certi limiti intellettualmente ‘evoluto’ ma pur sempre venuto da una lunga procreazione di 'bruti'.
Riepilogando, il quadro conclusivo che mi sono fatto a questo riguardo è il seguente:
• I discendenti di Caino (chiamati ‘figli degli uomini’, dove per ‘uomini’ si intendono degli esseri fatti di ‘materia carnale’, mera ‘carne’ senza essenza spirituale) erano ibridi frutto di incrocio con 'bestie', e quindi privi di anima che è l'unica cosa che per Dio conta perché è quella che Egli ci dà a sua immagine e somiglianza e che ci rende veramente 'uomini' e preziosi - in quanto 'figli' - agli occhi suoi.
• I discendenti 'puri’ del ramo di Set (cioè i cosiddetti ‘figli di Dio’, perché discendenti da Adamo, e detti così anche in contrapposizione ai ‘figli della carne’, cioè degli impulsi carnali bestiali, 'figli della carne' discendenti da Caino, che avevano dato origine agli ibridi) si erano con i secoli in gran parte corrotti moralmente.
Essi si erano inoltre in parte incrociati con quelle femmine dotate di 'potenza di forme, selvaggia bellezza ed ardenza belluina' – alle quali ha accennato Gesù - femmine frutto a loro volta del precedente incrocio fra i discendenti di Caino e le cosiddette 'scimmie', od ominidi che fossero.
Lo spirito di gran parte dei discendenti di razza pura di Set, cioè l'anima spirituale, era ormai tanto corrotto da essere irrimediabilmente morto. Quindi essi non si potevano più considerare alla stregua di 'figli di Dio' ma figli dell'Altro.
• I discendenti di Set che non erano ancora corrotti del tutto avrebbero però finito per divenirlo inevitabilmente, come succede alle mele sane quando vengono messe vicine a delle mele marce, finendo così per meritarsi anch’essi l'inferno, per l’Eternità.
• Il Diluvio con la distruzione della specie umana - esaminato dal punto di vista del Progetto Creativo di Dio il quale vorrebbe tanti ‘figli’ in Paradiso e quindi valutato sotto l'aspetto puramente spirituale che è quello che conta anche ai fini della sorte eterna - fu da un lato un atto di Giustizia con l'eliminazione dei peccatori più corrotti ed in più l'eliminazione di una razza di mostri che di 'umano', nonché di spirituale, non aveva niente, in quanto razza non dotata d'anima da Dio e pertanto equiparata a comuni animali, anzi molto peggio.
Dall'altro lato fu un atto di Misericordia, una sorta di 'profilassi' spirituale con l'eliminazione fisica - salvandone però l'anima per la vita eterna - di quei discendenti di Set che non si erano ancora completamente corrotti per cui, morendo anzitempo, sarebbero andati in Purgatorio in attesa della Redenzione e quindi della salvezza finale.
• Fu inoltre così possibile – attraverso Noè e la sua discendenza - salvare la pura razza umana originaria creata da Dio e permettere, con l'avvento successivo di Gesù e con la sua Passione, il regolare svolgimento e completamento del Progetto creativo di Dio che Satana aveva cercato di sabotare fin dall'inizio nel Paradiso terrestre.
Devo confessare che venti anni fa quella spiegazione di Gesù sugli uomini-scimmia aveva cominciato ad assillarmi la mente tanto mi sembrava straordinaria.
Se non l'avessi letta nell'opera della Valtorta – dove a dare credibilità non è solo un brano specifico ma l’intera Opera - e se non avessi trovato riscontro in quel passo del Capo VI della Genesi biblica (passo, come già detto, considerato dagli esegeti molto misterioso) non avrei mai creduto che potessero essere esistiti degli uomini-scimmia: ibridi.
Un passo tanto misterioso da far persino immaginare a taluni esegeti che quei misteriosi ‘figli di Dio’ del Capo VI fossero stati addirittura degli 'angeli’ scesi in terra, 'materializzandosi', per unirsi a delle belle donne umane, figlie appunto degli ‘uomini’.
L'uomo di Neanderthal – secondo ricerche nel campo della genetica - pare sia dunque stato uno di quegli ibridi.
Anzi l'uomo di Neanderthal, proprio per la sua somiglianza promiscua con l'uomo attuale, era stato inizialmente considerato da molti come il tanto invano ricercato 'anello mancante di congiunzione' fra una razza di ominidi anteriore e il successivo uomo 'Sapiens-sapiens', a conferma della teoria della evoluzione.
Solo in seguito si è scoperto che il suo DNA era diverso da quello propriamente umano per cui esso era in realtà da considerare un ‘ibrido’, fatto che spiegava la sua somiglianza da un lato all’uomo e dall’altro alla scimmia: non un anello mancante, dunque, ma semmai anello di 'congiunzione promiscua'.
La scienza senza Sapienza – perché rifiuta la Bibbia e non crede al Diluvio universale – scambia dunque gli ominidi, o i ‘Neanderthal’ degenerati, per degli ‘antenati’ nel supposto processo evolutivo che avrebbe condotto all’uomo, senza riuscire però a darsi una ragionevole spiegazione su come essi facessero – in quanto supposti antenati di lontane epoche precedenti - a coesistere temporalmente con l’uomo e come mai all’improvviso essi - dopo questa accertata 'coesistenza' - fossero scomparsi dalla faccia della terra, rimanendo in vita solo l’uomo.13
Antropologi e paleontologi, non sapendo - come già prima accennato - in quale modo spiegarsi la scomparsa improvvisa dalla faccia della terra di ominidi in genere e di uomini 'Neanderthal', hanno perfino ipotizzato che la loro razza fosse stata in qualche modo radicalmente eliminata da quella umana coesistente o fosse perita a causa di una qualche forma di contagio letale per malattie trasmesse loro dall'uomo oppure a causa di guerre e stermini da parte degli uomini per la conquista di territori e spazi vitali...
La risposta – alla luce del Capo VI della Genesi così come meglio spiegato dal Gesù valtortiano – è dunque ora molto semplice: rimase ad un certo punto della storia sulla faccia della terra solo l’uomo derivato dalla nuova discendenza del tutto umana di Noè, essendo state distrutte dal Diluvio tutte le generazioni precedenti di uomini ed ominidi.
Bisogna dunque davvero accettare - da un punto di vista razionale - l'ipotesi che siano esistiti animali antropomorfi con i quali Caino e i suoi discendenti si sono accoppiati dando origine ad una nuova specie 'ibrida'.
Sia l'originario primo essere antropomorfo che la successiva specie 'ibrida' sono entrambe scomparsi.
I resti fossili della prima specie vengono considerati ‘resti di scimmia', quelli della seconda vengono chiamati ominidi o anche ‘uomo di Neanderthal'.
Secondo la ‘tesi’ che emerge da ‘Genesi biblica’ - ne è stato già fatto cenno in precedenza - la nostra razza attuale sarebbe frutto di una evoluzione … mediata e soprattutto ‘guidata’.
Guidata grazie a specifici interventi di Dio che avrebbe via-via fatto evolvere gli uomini ibridati dal loro iniziale stato decaduto ad una forma evolutiva superiore sempre più simile a quella 'umana' attuale, migliorandone progressivamente intelligenza ed aspetto fisico per condurla, con il tempo, il più vicino possibile all'esemplare adamitico.
Fatta questa premessa introduttiva, lunga ma necessaria per porre nella giusta cornice il nostro futuro dibattito, direi di aggiornare i lavori alla prossima Sessione.
Nel frattempo avrete anche la possibilità – dopo aver meditato su quanto fino ad ora ascoltato - di documentarvi meglio sulla ‘Genesi biblica’... senza trascurare ovviamente la Genesi della... Bibbia.
1 Maria Valtorta: 'I Quaderni del 1945/1950' - 30.12.46 - Centro Editoriale Valtortiano.
2 Gn 6,1-12: 1Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro delle figlie, 2i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli a loro scelta. 3Allora il Signore disse: «Il mio spirito non resterà sempre nell'uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni». 4C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo -, quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi.
5Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni intimo intento del loro cuore non era altro che male, sempre. 6E il Signore si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. 7Il Signore disse: «Cancellerò dalla faccia della terra l'uomo che ho creato e, con l'uomo, anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito di averli fatti». 8Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore. 9Questa è la discendenza di Noè. Noè era uomo giusto e integro tra i suoi contemporanei e camminava con Dio. 10Noè generò tre figli: Sem, Cam e Iafet. 11Ma la terra era corrotta davanti a Dio e piena di violenza. 12Dio guardò la terra ed ecco, essa era corrotta, perché ogni uomo aveva pervertito la sua condotta sulla terra.
2 N.d.A.: E' ragionevole pensare che il bestiale atto sessuale possa essere avvenuto con scimmie od ominidi, generando dunque 'mostri', 'fiere', per indicare - con questi due termini - esseri animali che avevano una parvenza solo umana grazie all'incrocio di cromosomi di entrambe le specie.
3 Don Guido Bortoluzzi: ‘Genesi biblica’ – pagg. 378/383 – Ed. 2010 – http://www.genesibiblica.eu
4 don Guido Bortoluzzi' - 'Genesi biblica' 2010 - Appendice, 18 - pag. 381.
5 N.d.R.: Per consentirne una migliore lettura e valutazione della parte omessa del Dettato valtortiano ho voluto sottolinearla ed evidenziarla in color verde nel relativo testo originale di seguito trascritto.
6 M.V.: ‘I Quaderni del 1945/1950’ – 30.12.1946 – Centro Editoriale Valtortiano
7 Gn 6,1-12:1Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro delle figlie, 2i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli a loro scelta. 3Allora il Signore disse: «Il mio spirito non resterà sempre nell'uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni».4C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo - quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi.
5Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni intimo intento del loro cuore non era altro che male, sempre. 6E il Signore si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. 7Il Signore disse: «Cancellerò dalla faccia della terra l'uomo che ho creato e, con l'uomo, anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito di averli fatti». 8Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore.
9Questa è la discendenza di Noè. Noè era uomo giusto e integro tra i suoi contemporanei e camminava con Dio. 10Noè generò tre figli: Sem, Cam e Iafet. 11Ma la terra era corrotta davanti a Dio e piena di violenza. 12Dio guardò la terra ed ecco, essa era corrotta, perché ogni uomo aveva pervertito la sua condotta sulla terra.
8 Nota Editore: primo dei comandi, quello del Deuteronomio 6.5 che rinvia all’altro comando di Genesi 2,16-17. L’esposizione che segue rimanda a Genesi 3-4
9 N.d.R.: Il secondo, vale a dire il secondo peccato dopo il Peccato originale, commesso da Caino con il fratricidio di Abele.
10 Questi paleo-antropologi pensano di farla risalire a 40.000 anni fa. Questa datazione è però del tutto priva di fondamento scientifico e si basa sui tempi delle sedimentazioni terrestri ipotizzati ancor oggi sulla base della ottocentesca teoria 'attualista' delle stratificazioni e dei principi di geologia di Charles Lyell sulla quale teoria (mai scientificamente dimostrata come 'vera' mentre al contrario è stata recentemente dimostrata - in laboratorio - come falsa dallo scienziato francese Guy Berthault) si baserebbero le datazioni della teorie della evoluzione. Vedi al riguardo, di G. Landolina, l’ampia trattazione contenuta ne ‘La Genesi biblica fra scienza e fede’, Ed. Segno, Vol. II, Capp. dal 3 al 12, con l’approfondimento dei principi su cui si basa l’attuale teoria stratigrafica della terra e la presunta datazione delle varie ere geologiche e degli esperimenti in laboratorio sui depositi alluvionali effettuati da Guy Berthault.
L’opera è reperibile nel sito internet dell’autore ‘ALLA RICERCA DEL PARADISO PERDUTO’ digitando http://www.ilcatecumeno.net. (accendi le casse acustiche)
11 Gn 3, 14-15: 14Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici! Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. 15Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno».
12 Maria Valtorta: ‘Lezioni sull’Epistola di Paolo ai Romani’ – 21/28 maggio 1948 – pagg. 125/152 – C.E.V.
13 N.d.A. Cfr. Scompaiono una serie di ''anelli di congiunzione'' confermando quindi che Darwin non regge alle prove della scienza di Umberto Fasol.
«La ricerca non ha mai fine», diceva il filosofo della scienza Karl Popper e in effetti chi segue la teoria dell'evoluzione da quando è stata formulata per la prima volta da Charles Darwin nel 1859 lo può confermare a suon di prove. Generazioni intere hanno studiato sui libri di scuola che l'uomo deriva da un ipotetico primate di tipo scimmiesco che, a sua insaputa, per grazia ricevuta, ha avviato una serie di progressive trasformazioni dell'intera anatomia, che lo hanno condotto, per mutazione e per selezione naturale, ad un esito imprevisto: a diventare un essere intelligente e consapevole, capace di interrogarsi sul passato, sul presente e sul futuro. E tutto questo processo di "ominazione" – secondo questa concezione – è avvenuto lungo una linea diritta.
• • •
MA QUALE "CESPUGLIO"?
Negli ultimi anni questo percorso lineare di trasformazione, ritenuto senza causa e senza scopo, è stato ramificato a tal punto che è diventato un "cespuglio". Perché? Perché i reperti fossili via via rinvenuti, a pezzi, in siti diversi del Pianeta, in epoche geologiche altrettanto distinte, hanno costretto gli evoluzionisti a continue revisioni della teoria. Rami più o meno lunghi si aggiungono nei cespugli genealogici per andare ad abbracciare ogni reperto, allungando la lista dei cosiddetti ominidi, non avendo informazioni dirette sulla loro possibile interfecondità.
Infatti, nel regno animale e vegetale, individui diversi appartengono a una stessa specie se sono in grado di accoppiarsi e di generare prole a sua volta feconda. Oggi, per esempio, analizzando il DNA fossile, si è scoperto che l'Homo di Neanderthal e l'Homo sapiens, a lungo considerati solo parenti e appartenenti a specie diverse, dovevano invece essere interfecondi e quindi vanno inclusi in un'unica specie umana.
La recente scoperta di alcuni teschi a Dmanisi, in Geòrgia, a pochi chilometri da Tbilisi, ha tagliato ora diverse fronde, riducendo il cespuglio di nuovo a un unico ramoscello che unisce l'Australopiteco di oltre due milioni di anni fa all'Homo sapiens di oggi. Perché?
La chiave di tutto è un cranio, battezzato "skull 5", portato alla luce già nel 2005 e che ora è stato abbinato con una mandibola scoperta ancora prima, che vi si incastra perfettamente. Questo esemplare di teschio così completo, comprensivo anche di dentatura, costituisce fino ad oggi il miglior teschio di Homo erectus adulto.
•
ERECTUS, HABILIS E RUDOLFENSIS IN UN UNICO CRANIO
L'eccezionalità e la novità dei teschi rinvenuti a Dmanisi, la cui scoperta ha meritato la copertina dell'autorevole rivista americana Science (ottobre 2013), è dovuta ad almeno tre fatti.
Il primo (che forse è anche il più importante) è che gli evoluzionisti affermano che l'Homo erectus, l'Homo habilis e l'Homo rudolfensis sono ominidi appartenenti a specie diverse, ma, per contro, in un cranio ritrovato a Dmanisi si trovano: lo spazio per un viso lungo come quello di un Homo erectus moderno (molto simile al nostro), lo spazio per un cervello piccolo (550 cm. cubici) come quello di un Homo habilis e una dentatura simile a quella di Homo rudolfensis; mai queste tre caratteristiche erano state rinvenute unite in un unico fossile.
•
UN'UNICA SPECIE UMANA
II secondo fatto eccezionale consiste nel ritrovamento di altri quattro crani completi di Homo nello stesso sito, molto diversi tra loro, ma appartenenti allo stesso periodo. Ora, se sono stati ritrovati nello stesso sito, è ragionevole pensare che appartengano a individui della stessa tribù, quindi della stessa specie.
Il prof. David Lordkipanidze, del Museo Nazionale della Geòrgia, insieme ai suoi collaboratori, ha fatto un'analisi comparata di alta qualità, con tecniche statistiche raffinate, dei tratti morfologici dei cinque crani e ha osservato che le loro differenze sono le stesse che si ritrovano tra gli esemplari noti delle diverse specie di Homo abbracciate dal "cespuglio" tante volte proposto dalla teoria evoluzionista: ergaster, habilis, erectus, rudolfensis. Allo stesso modo, il professore ha studiato le differenze tra i crani di scimpanzè e di scimmie bonobo, di oggi. Analogo il risultato: la variabilità presente nei cinque crani di Dmanisi è la stessa che si ritrova tra le scimmie.
La conclusione è quella che abbiamo poc'anzi già cominciato a menzionare: le presunte specie diverse del genere Homo, che avrebbero preceduto l'Homo sapiens (e che sono scolpite su pietra in ogni Museo e vergate in grassetto su ogni libro di scuola, disposte in sequenza graduata per evidenziare il presunto progresso in percentuale di umanità), sono in realtà varietà o razze di un'unica specie, quella umana. Razze, non specie. È come se gli evoluzionisti avessero messo in fila un odierno polinesiano (con il cranio molto piccolo), un odierno asiatico (con il cranio di medie dimensioni) e infine un odierno bavarese (con il cranio grande) e dicessero che sono tre specie diverse in cammino evolutivo. Falso! La collezione di varietà umane è come quella che esiste in tutte le specie; l'esempio più noto è dato dalle razze canine: dal bassotto al levriero, al pastore tedesco, al dobermann, sempre di cani si tratta.
•
UN PROBLEMA DI PRIMOGENITURA
II terzo fatto degno di rilievo è che l'età di questi crani della Geòrgia coincide con quella dei primi Uomini apparsi in Africa nordorientale, creando quindi un problema di primogenitura. I fossili africani sono sempre stati i più antichi come datazione e quindi si è sempre pensato, anche da parte degli evoluzionisti, che dall'attuale regione dell'Etiopia l'umanità si sia diffusa, a più ondate, verso l'Europa e verso l'Asia. Se però si rinvengono altrove reperti umani coevi se non più antichi ancora di quelli africani, la tesi non può più essere sostenuta.
Dmanisi ha riacceso il dibattito anche all'interno del mondo accademico; si tratta di una gran brutta storia per gli evoluzionisti, alcuni dei quali si stanno muovendo per ridimensionare la portata dell'articolo apparso su Science, invocando ulteriori analisi e considerazioni. Insomma, la teoria evoluzionista, e tutte le problematiche che la affliggono (per esempio: come conciliarla con la genetica, che non ammette mutazioni causali se non per generare tumori e malattie? E come si spiega l'origine del linguaggio simbolico? E come è nata la coscienza? Come è sorto il senso religioso? Perché l'Uomo cerca un senso?) varie volte segnalate sul "Timone" [...], con i ritrovamenti di Dmanisi perde ora un altro glorioso pezzo.
Nota di BastaBugie: per leggere gli articoli pubblicati sull'evoluzionismo, ...