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APERTURA dei LAVORI ed INTRODUZIONE

Adamo, la scimmia, gli uomini-scimmia ed il Diluvio universale
Gentili signore e signori, care amiche ed amici,
nel sapervi oggi qui collegati con me così numerosi a questa audio-conferenza virtuale, mi è particolarmente gradito porgervi il mio più caloroso saluto di 'Benvenuto'.
La vostra qualificata presenza è infatti segno che - comunque la si pensi in materia di Creazione e di Peccato originale - si tratta di un argomento che, come suol dirsi di certi spettacoli, fa davvero... 'cassetta'.
Vi ho reso edotti di quella conversazione telefonica notturna di cui all'Antefatto, ed avrete quindi ben compreso la ragione per cui siamo oggi qui riuniti a discuterne.
La mia idea iniziale, sia pur accennata nella suddetta conversazione in maniera ancora piuttosto vaga, sarebbe stata quella di commentare e - per quanto giusto e possibile - 'confutare' punto per punto molti contenuti della ‘Genesi biblica’ di don Guido Bortoluzzi.
Ciò non tanto per i contenuti in se stessi - perché ciascuno è libero di scrivere quello che vuole - quanto per il fatto che questi, che contraddicono la Rivelazione pubblica della Genesi che appartiene al Deposito della Fede cristiana, vengono attribuiti a nuove rivelazioni elargite da Dio.
Quando ci si muove nel campo delle 'rivelazioni private' è necessario fare uso di grande prudenza e di un corretto discernimento: vi possono essere quelle 'buone' ma non mancano certo quelle 'cattive'.
Nelle rivelazioni private, Dio può infatti completare, chiarire, ma mai smentire la Rivelazione pubblica contenuta nell'Antico e nel Nuovo Testamento.
Tale Rivelazione - almeno per chi è credente - è Verità assoluta perché 'Parola di Dio' che non si smentisce mai. Mai!
Tuttavia, se non mi piace commentare e soprattutto 'giudicare' le opere altrui, ciò non toglie che non si possano fare delle considerazioni serene ed equilibrate mettendo a confronto idee non proprio 'collimanti' fra di loro ma lasciando che poi ognuno ne tragga le proprie conclusioni.
Per quanto mi concerne, il vero punto della questione non è solo la tesi - peraltro nuova ed 'originale' - per cui la vera Eva del Paradiso terrestre di cui parla la Genesi mosaica non sarebbe stata la Donna creata da Dio per essere compagna di Adamo ma una femmina di scimmia cosiddetta 'ancestre' con la quale un giovane Adamo (un uomo di statura gigantesca, secondo don Bortoluzzi) avrebbe avuto un rapporto di tipo... 'ravvicinato' dal quale sarebbe nato un essere ibrido: l'uomo-scimmia-Caino.
Quel che non riesco ad accettare - fra varie asserzioni a mio avviso molto discutibili - è anche il fatto che nella sua 'Genesi biblica' (tradotta in sette lingue fra le quali il cinese, e scaricabile gratis su Internet1), è stata chiamata in causa - a sostegno delle sue tesi evoluzioniste sulla ibridazione dell'attuale popolazione terrestre - proprio una rivelazione fatta da Gesù alla mistica Maria Valtorta in un Dettato del 20 dicembre 1946 a commento del Capo VI della Genesi.2
Comunque la si voglia pensare, il Gesù 'valtortiano' è tutto fuorché un 'evoluzionista' né tantomeno è un assertore della tesi che Caino - anziché vero uomo - sia stato un ibrido uomo-scimmia dal quale sarebbe derivata una Umanità che al giorno d'oggi sarebbe tutta composta non dai veri uomini geneticamente puri discendenti da Adamo ma da degli ibridi discendenti da Caino, cioè esseri 'animali' frutto di antichi incroci fra uomini e scimmie.
A conferma ed aggravante di questa tesi, nella suddetta opera di don Guido Bortoluzzi viene pure precisato che vi sarebbero nei 'Quaderni' o altri scritti della mistica ulteriori rivelazioni di Gesù che avvalorerebbero questa impostazione.
Mi sento dunque in dovere di difendere l'onore di Maria Valtorta da interpretazioni arbitrarie dei suoi testi, interpretazioni che potrebbero prestarsi a farla mettere in stato d'accusa addirittura per 'eresia'.
Devo inoltre mettere nel conto il mio stesso 'onore', essendomi stato segnalato tempo addietro da persone degne di fede e persino da un amico sacerdote (come accennato nell'Antefatto) che vi sono stati taluni ammiratori dell'opera di don Guido Bortoluzzi i quali - interpretando in maniera del tutto superficiale un capitolo di un mio libro concernente il sopra citato Dettato valtortiano - avevano sostenuto che anche io avessi in qualche modo aderito all'idea che l'attuale genere umano discenda dall'uomo-scimmia Caino.
Dovevo dunque saperne di più e dopo quella telefonata - armatomi di block-note e penna - ho cominciato a leggere pagina per pagina la 'Genesi biblica' di quel sacerdote, annotando diligentemente le mie osservazioni.
Operazione che mi ha obbligato ad alcuni giorni di lavoro perché - come mi era stato fatto osservare nella telefonata dell'Antefatto - l'opera, per come è scritta e sarà facile rilevarlo, non sembra avere un filo logico molto preciso, anzi appare cronologicamente quasi come un insieme di tessere di un puzzle che bisogna poi incastrare pazientemente nella casella giusta.
Il resoconto apparso forse a prima vista 'confuso' che mi era stato fatto nel corso di quella peraltro frettolosa telefonata notturna, non era dunque frutto di 'confusione' da parte della persona che mi descriveva la trama dell'opera, ma conseguenza di una certa mancanza di 'linearità' nella trama stessa che ne rendeva meno 'ordinata' e più complicata l'esposizione.
Vi assicuro però che i fatti che mi erano stati riportati collimano nella loro sostanza con il contenuto di massima di quell'opera.
Nell'Antefatto non sono riuscito a non essere in qualche modo 'ironico', ma non per mancanza di riguardo verso l'autore dell'Opera, quanto piuttosto nei confronti della mia amica per cui cercavo di 'sdrammatizzare' ed ironizzare mettendola in ridere.
Quelli che stiamo vivendo sono tempi difficili per il Cristianesimo in genere, ma più in particolare per il Cattolicesimo, attaccato da branchi di 'lupi' interni ed esterni alla Chiesa nonché dalla cultura laicista del 'mondo': un Cristianesimo perseguitato anche 'politicamente' e fisicamente con pesanti contributi di sangue in varie parti del mondo.
Uno dei temi sotto attacco da parte della cultura laicista da duecento anni a questa parte è proprio il racconto della Creazione e la Dottrina del Peccato originale della Bibbia, racconto che viene criticato a causa di una sua asserita parvenza mitologica.
Ad esempio da molti atei o comunque agnostici non può essere accettato il fatto che Dio abbia creato per prima la Terra come dice la Genesi, perché questo fatto lascerebbe supporre non solo l'esistenza di un Dio Creatore ma anche l'esistenza di uno speciale Progetto divino sulla Terra e quindi anche sull'uomo.
Non viene nemmeno accettata la versione sul Peccato originale, versione che personaggi alla Voltaire cercano di mettere in ridicolo asserendo che il fatto del tutto banale di aver disubbidito per cogliere un innocente frutto dell'Albero paradisiaco non può essere stato un 'peccato' così grave da meritare l'espulsione dal Paradiso terrestre e le conseguenze nefaste sulla Umanità ancora da venire.
Nell'Opera di don Guido Bortoluzzi il Peccato originale consisterebbe invece in un rapporto sessuale, proibito da Dio, fra Adamo e la scimmia 'ancestre' già menzionata, detta “testa di ponte”, tesi che - come vedremo - non è fine a se stessa ma mina alle fondamenta la Dottrina del Peccato originale sulla quale si fonda il Cristianesimo e quella della Incarnazione nel corso della Storia del Verbo divino nell'Uomo-Gesù per redimere l'Umanità 'intossicata', come per un virus, proprio dalle conseguenze del Peccato dei due Progenitori.
Se infatti il Peccato originale di cui parla la Genesi della Bibbia fosse stato inesistente, non ci sarebbe stata la necessità di alcuna Incarnazione del Verbo divino per redimere l'Umanità, per cui ne conseguirebbe che Gesù non sarebbe stato un Uomo-Dio ma un semplice 'uomo', portatore di una dottrina saggia ma del tutto umana e quindi una dottrina da mettere più o meno sullo stesso piano di tante altre.
Colpita la Divinità di Gesù e la sua missione redentiva sulla terra sarebbe dunque crollato il Cristianesimo, obbiettivo che peraltro si propongono chiaramente oggi alcune 'potenze' mondiali che puntano a destrutturarlo anche agendo all'interno delle sue stesse alte gerarchie, come ebbe a dichiarare una volta lo stesso Papa Paolo VI quando accennò al fumo di Satana entrato in qualche modo nella Chiesa.
Avrò tuttavia occasione di mettere bene a fuoco in seguito la vera natura del Peccato originale e le sue vere implicazioni.
In un clima in cui i 'cristiani' ormai da mezzo secolo sembrano aver perso la nozione di cosa significhi essere tali - con una Chiesa gerarchica ormai in parte secolarizzata a causa di una diffusa apostasia con l'abbandono della vera fede e con il crollo delle vocazioni sacerdotali - diventa quanto mai urgente una nuova evangelizzazione, identica nella sostanza evangelica e conforme ai contenuti della Tradizione, ma più efficace quanto alla forma, la quale ultima deve essere più adeguata alla cultura e mentalità dell'uomo moderno che ha esigenze intellettuali più complesse di quelle dell'uomo di una volta.
Moltissimi ormai se ne stanno rendendo sempre più conto di giorno in giorno dai resoconti della stampa, ma è sotto gli occhi di tutti come nell'ambito delle stesse massime Gerarchie cattoliche e vaticane si confrontino e si affrontino visioni del Cristianesimo del tutto opposte, tali da far paventare scismi, come già avvenuto tragicamente nei secoli passati con la nascita del Protestantesimo.
La nostra è anche un'epoca tempestosa, foriera di gravi avvenimenti mondiali, nella buona come nella cattiva sorte, ed il Signore non nega a taluni - come appunto a Maria Valtorta3 - dei grandi carismi per l'utilità, l'edificazione spirituale ed il conforto di tutti, come lo sono le sue Rivelazioni, che devono costituire una guida ed un aiuto per tenere dritta la barra del timone nella tempesta che incombe sulla 'barca' di Pietro.
Inutile che vi parli qui di Maria Valtorta. Lo ha già fatto in maniera più che autorevole il Beato Padre Gabriele Maria Allegra - grande biblista che ha tradotto in cinese l'intera Bibbia, da poco salito agli onori degli altari - in quella sua Presentazione dell'Opera principale della mistica4 di cui spero abbiate preso conoscenza in precedenza.
Non potevo dunque accettare - dicevo - che, nella 'Genesi' di don Bortoluzzi, Maria Valtorta venisse chiamata in causa a seguito di errate interpretazioni dei suoi testi e coinvolta in una scabrosa 'faccenda' come quella di cui avete saputo nell'Antefatto.
Definiamo a questo punto il quadro di riferimento.
La mistica - offertasi come 'vittima di espiazione' per la salvezza dei peccatori, paralizzata negli anni '40 del secolo scorso nel suo letto di dolore - aveva quasi giornalmente delle visioni e riceveva Dettati di istruzione da Gesù, dallo Spirito Santo, dalla Madonna, dal suo angelo Custode nonché da tanti Santi; dettati che lei trascriveva a mano su dei 'quaderni' che venivano raccolti ed il cui testo veniva battuto a macchina dal suo direttore spirituale p. Migliorini, dell'Ordine dei Servi di Maria.
Era la fine del dicembre del 19465 e lei stava commentando silenziosamente fra sé e sé una notizia ascoltata alla radio che accennava al ritrovamento in una caverna di scheletri di 'uomo-scimmia'.
Scheletri la cui conformazione ossea - come forma e capienza della scatola cranica, fronte bassa, angoli zigomatici, mento sfuggente ed altro ancora - lasciava intendere agli antropologi che appartenessero ad antichi esseri umani dai tratti particolarmente rozzi e brutti, a mezza strada fra esseri scimmieschi e uomo attuale.
Lei si era dunque domandata come mai l'uomo primitivo fosse così brutto nel fisico mentre avrebbe dovuto essere più bello in quanto più vicino all'uomo originale perfetto, Adamo, che doveva essere invece bellissimo.
Gesù - che era spesso presente vicino al suo letto di inferma dove lei se lo vedeva accanto non solo in visione ma talvolta anche fisicamente per confortarla nelle sue sofferenze - le legge nel pensiero e - sorridendo - le parla dicendole che lei avrebbe trovato la risposta nel Capo VI della Genesi6.
Lei - aperta subito la Bibbia e dopo aver letto il brano - continuava però a non capire, ed allora Gesù le spiega l'origine degli scheletri di cui parlava la radio: non esseri umani ‘brutti' bensì esseri animali ‘ibridi’ derivati dal connubio fra il figlio di Adamo, Caino, e dei 'bruti' e poi ancora - a seguire - fra i 'bruttissimi' figli di Caino e le fiere".7
Quindi - deduco io - vi dovette essere una serie di successive e ripetute 'ibridazioni': di primo e poi di secondo livello, di cui il secondo se non anche un terzo livello doveva essere in certo qual modo più simile all'uomo e relativamente più bello rispetto agli ibridi anteriori, come avviene negli incroci di bellezza fra razze canine dove in seguito a incroci successivi si perviene ad una forma più perfetta rispetto agli esemplari precedenti.
La razza ibrida dei 'cainiti' - spiega ancor più nei dettagli Gesù - si era però diffusa sulla terra 'incrociandosi' sessualmente con molti uomini di originaria discendenza geneticamente pura da Set e quindi producendo ulteriori ibridi.
Gli uomini che tuttavia non si erano ancora geneticamente corrotti a causa della 'ibridazione' animale, si erano però nel frattempo quasi del tutto corrotti moralmente.
Dio - spiega sempre Gesù - mandò allora il Diluvio universale per distruggere l'intero genere umano ormai irrecuperabile, come si dice appunto nel Capo VI della Genesi.
Si trattò di un atto di Giustizia e di Misericordia divina, fa comprendere Gesù.
Giustizia perché una gran parte di quegli umani della razza geneticamente pura si erano moralmente corrotti ad un punto tale da meritare a pieno titolo e senz'altro indugio l'inferno eterno.
Per altro verso la razza ibrida - priva d'anima spirituale non concessa da Dio, in quanto frutto di vergognoso connubio animale e quindi priva di qualsiasi 'dignità' umana - doveva essere completamente distrutta così da consentire dopo il Diluvio la rigenerazione di una Umanità geneticamente e moralmente pura attraverso Noè, che era un 'giusto', e la sua famiglia.
Misericordia perché i restanti esseri umani di razza pura - che non si erano ancora corrotti moralmente in misura irrimediabile - vivendo a contatto con gli altri avrebbero finito per corrompersi del tutto sia moralmente che geneticamente.
Essi furono dunque fatti perire nel Diluvio affinché - morendo - le loro anime si salvassero in Purgatorio per una loro espiazione nella prospettiva della futura Redenzione da parte di Gesù e di una conseguente definitiva salvezza in Cielo nonché - si può pensare - per darci la certezza che Maria e Gesù discendevano dalla pura razza di Adamo ed Eva e poi di Set e Noè, lasciato vivo con la sua famiglia proprio per ripartire integri a ripopolare la terra.
Ma allora - direte voi - se anche il Gesù valtortiano parlava di una discendenza scimmiesca per parte di Caino, quale è dunque il problema con l'opera di don Bortoluzzi?
Il problema sta nel fatto che il Gesù valtortiano, pur informando in merito ad una discendenza ibrida da Caino, un Caino però in tutto e per tutto uomo e non certo scimmia, non aveva parlato né di rapporti fra Adamo ed una scimmia, dai quali secondo don Bortoluzzi sarebbe nato l'uomo-scimmia-Caino, né del fatto che l'Umanità rinnovata dopo il Diluvio universale - e cioè noi stessi - avrebbe continuato a rimanere ibrida.
L'intera preesistente popolazione terrestre - come dice la Bibbia - era infatti stata interamente distrutta, ad eccezione della famiglia di Noè, da cui noi discendiamo, un Noè che - geneticamente - era di razza assolutamente pura, così come geneticamente puri erano la moglie e i figli.
Non posso accogliere questa tesi di don Bortoluzzi - e ciò non solo per «l'onore» di Adamo, nostro Progenitore ora Santo, peccatore allora nei confronti di Dio ma non peccatore a livello bestiale - ma soprattutto perché non posso accettare l'idea e la logica conseguenza per cui il Verbo divino si sarebbe - nel corso della successiva Storia umana - incarnato in un animale ibrido: animale che lo stesso Gesù, riferendosi in quel Dettato a quei discendenti di Caino, aveva precisato essere privi di anima spirituale, quindi 'animali' alla stregua di tutti gli altri animali destinati con la morte a trasformarsi in cenere senza alcuna prospettiva di vita eterna in Cielo. Mai - Dio - avrebbe potuto infondere un'anima spirituale immortale, e quindi dignità umana, a degli 'animali' nati da connubi frutto di libidine bestiale, animali che mai avrebbero potuto un giorno entrare nel Suo Paradiso perfetto.
Quella che eleva l'uomo, in quanto 'animale', al rango di un essere spirituale in carne umana è infatti l'anima spirituale immortale, creata ad immagine e somiglianza di Dio.
Dopo aver ben considerato tutto quanto precede, ho dunque deciso di organizzare questa ‘Audio-Conferenza virtuale’ avendo in mente non tanto un dibattito sull'intera 'Genesi biblica' di don Guido Bortoluzzi come molti avrebbero forse preferito - anche se lo spunto iniziale verrà preso da quella perché devo pur in qualche modo confutare il riferimento improprio a quel brano valtortiano - quanto invece l'approfondimento sulle vere origini dell'uomo e sulla vera natura del Peccato originale commesso dai due Progenitori agli albori del sesto giorno creativo
Dico 'peccato commesso dai due Progenitori' (e non dal solo Adamo, come sostiene don Guido), anche in funzione di ciò che conferma S. Paolo quando dice: "Perché prima è stato formato Adamo e poi Eva; e non Adamo fu ingannato, ma chi si rese colpevole di trasgressione fu la donna, che si lasciò sedurre" (I Timoteo 2,13-14).
Riepilogando...
Da un lato, secondo l'opera di don Guido Bortoluzzi, Adamo ebbe una precedente figliolanza spuria generando con una scimmia il suo primo figlio, l'ibrido Caino, che in un mix di cromosomi di specie diverse avrebbe avuto - per parte di madre - in tutto e per tutto l’aspetto e l’andamento caratteristico di una scimmia, ma - per parte di padre - la capacità di pensare, di intendere e di parlare come un uomo, cosa che lo differenziava fortemente da tutte le altre qualità scimmiesche allora esistenti.
Dall’altro lato egli avrebbe però anche avuto una seconda successiva linea di discendenza - quest'ultima 'pura', ‘legittima’ - dalla prima vera donna detta “la Bambina” (vale a dire la 'nostra' Eva), la quale gli dette come figlio Abele, e poi Set.
In fin dei conti - a parte alcuni aspetti sessualmente scabrosi nella narrativa di quella 'Genesi' - tutto ciò non sarebbe una gran novità trattandosi in definitiva di una variante 'a luci rosse' della teoria evoluzionista.
Secondo la teoria evoluzionista classica noi saremmo infatti ‘sic et simpliciter’ discendenti di scimmie, poi evolutesi da sole presumibilmente in ominidi (homo erectus, homo sapiens...), a loro volta gradatamente trasformatisi negli uomini attuali (homo sapiens-sapiens) secondo la seguente 'vignetta', del tutto ipotetica anche se 'suggestiva', inventata e diffusa dagli stessi evoluzionisti attraverso i mass-media, ad uso anche dei bimbi delle scuole elementari per convincerli fin dalla prima età di essere veramente discendenti di scimmie:

Gli uomini attuali - sempre secondo la teoria evoluzionista 'classica' e la ideologia del 'Progresso' - sarebbero così in marcia verso una continua perenne evoluzione per trasformarsi (secondo alcune varianti di questa teoria) nelle prossime centinaia di migliaia di anni in animali diversi da ciò che noi siamo ora così come noi saremmo ora completamente diversi da quel che è la scimmia.
In tale caso non c'è dubbio che così come molti di noi si vergognano oggi di una ipotetica derivazione da una scimmia, i nostri futuri discendenti - vedendo completarsi il seguito della suddetta scaletta - dovranno vergognarsi di un loro ascendente come l'uomo attuale.
C'è però un dubbio che mi tormenta: come mai, se l'uomo discende dalla scimmia, tutte le altre attuali scimmie non si sono evolute e continuano da centinaia di migliaia di anni a fare le 'scimmie', limitandosi a 'scimmiottare', senza aver mai potuto imparare non dico a parlare ma neanche ad esprimere un minimo del potenziale intellettuale dell'uomo?
Ritornando però al 'punto', ribadisco la necessità più sopra accennata di tenere parzialmente conto di certe tesi sostenute in 'Genesi biblica' non tanto al fine di confutarle come tali, anche se pur vanno confutate, quanto allo scopo di utilizzarle come un 'pretesto' che sia funzionale alla spiegazione della ‘vera’ Verità soprannaturale, così come emerge dalla Genesi della Bibbia e dalla stessa Opera valtortiana, avendo particolare riguardo alla tematica del Peccato originale ed alla natura dell’uomo attuale che - pur molto più peccatore del Progenitore - continua ad essere il vero discendente della razza geneticamente pura di Adamo e della “nostra” Eva: peccatrice, che - secondo l'Opera valtortiana - solo davanti alla morte del figlio Abele comprese le terribili conseguenze del suo peccato e si 'santificò' nel dolore.
Uomo attuale 'molto più peccatore del Progenitore'? Certo. Se infatti Adamo ed Eva avevano peccato mancando solo nell'amore verso Dio, gli uomini attuali peccano anche nei confronti dell'amor di prossimo, oltre che di se stessi in quanto - con il continuo peccato - omicidi della propria anima.
Ho già approfondito Il tema della Genesi della Bibbia in un'altra 'Conferenza virtuale' - a carattere scientifico - dove hanno parlato teologi laici, religiosi, scienziati di varie nazionalità, filosofi, evoluzionisti ed altri personaggi ancora, il tutto poi 'confezionato' in tre volumi editoriali, alla cui lettura rimando chi ne fosse interessato. 8
Vorrei dunque ora effettuare una ulteriore messa a fuoco della Creazione e del Peccato originale non nel corso di una Conferenza a più voci, forse nel nostro caso un poco troppo dispersiva considerata la limitatezza del mezzo tecnologico di cui disponiamo per colloquiare, ma in una sorta di mio 'monologo' dove potrei esporre con calma il mio punto di vista, salvo sentire poi ordinatamente il vostro, facendo aprire - su richiesta - il microfono a chi desidera intervenire.
Una mia prima impressione di carattere generale sulle rivelazioni in 'Genesi biblica' di don Guido Bortoluzzi?
I giudizi sono sempre 'delicati' anche perché noi uomini raramente sappiamo ben 'giudicare', a cominciare dal giudicare noi stessi.
L'opera di don Guido Bortoluzzi si auto qualifica tuttavia come una rivelazione ricevuta da Dio, una rivelazione che tecnicamente si definisce 'privata'.
Con le 'rivelazioni' private bisogna andare con i piedi di piombo e quindi anche con questa che per di più si discosta così fortemente dalla Rivelazione 'pubblica' contenuta nella Bibbia.
Chi ha tuttavia una certa dimestichezza e studia i fenomeni delle rivelazioni mistiche cristiane non può non trovarsi in certo qual modo sorpreso nel vedere in 'Genesi biblica'' un 'Dio' - almeno il Dio 'cristiano' secondo l'immagine che ce ne siamo fatta attraverso le Sacre Scritture ed altre innumerevoli rivelazioni private di santi nella storia della Chiesa - che si manifesta con modalità così decisamente stravaganti (basta leggere qualche pagina dell'opera), un 'Dio' che si esprime per di più come in un gioco ad indovinelli con rivelazioni in aperto contrasto con le Scritture stesse.
Il nostro criterio di prudente valutazione di 'Genesi biblica' non può che essere dunque quello di valutazione della aderenza o meno dei 'contenuti' alle Sacre Scritture e alla Tradizione e Dottrina bimillenaria della Chiesa.
In questo genere di fenomeni apparentemente soprannaturali quando non invece 'paranormali', senza voler scomodare ipotesi come quelle di 'ispirazioni' niente affatto divine, non si può escludere che un ruolo possa essere svolto in tutto o in parte da una fervida immaginazione che potrebbe aver provocato fenomeni di autosuggestione dove - come si dice in gergo psicanalitico - avrebbero potuto emergere sotto forma di visione od allucinazioni coscienti, o sogni onirici, i 'vissuti interiori inconsci' di un soggetto, quali le convinzioni consolidate che egli si potrebbe essere per proprio conto formato.
È dunque necessario un corretto 'discernimento', che non è solo una semplice valutazione di 'buon senso' - anche se molte volte questo sarebbe sufficiente - ma un vero e proprio 'carisma' donato a taluni dallo Spirito Santo.
A proposito di rivelazioni e della necessità di fare appunto quel che si chiama un giusto 'discernimento' spirituale, ricordo comunque un brano dell'Opera di Maria Valtorta.
Si trattava di un Dettato9 in cui Gesù parlava alla mistica rivolgendosi poi direttamente al suo Direttore spirituale, padre Romualdo Migliorini dell'Ordine dei Servi di Maria, al quale - proprio per metterlo in guardia da certe false rivelazioni indicandogli alcuni criteri di discernimento -
Egli diceva:
«E ora una lezione proprio tutta per te, servo a Me caro. E non è rimprovero, non lo prendere per tale. È carezza di chi ti ama e non vuole in te passi ingenuamente falsi o inutili. Non te ne avresti per male se un padre buono ti dicesse: “Dammi la mano che ti guido sul sentiero accidentato”, oppure: “Vedi, figlio mio? Questo fiore, questa bacca non è buona. Pare, ma non è. Non li gustare perciò mai. Celano succhi nocivi”.
Ugualmente in te, fanciullo immortale, non deve essere dolore perché Io ti ammaestro in una cosa. Tu sei della mia schiera: quella dei senza malizia che sono, in fondo, degli indifesi contro il mondo astuto e Satana astutissimo nelle sue opere. È una gloria. Ma è anche un continuo pericolo.
Ed Io, a questi indifesi, do particolare aiuto perché appunto sono tali, onde non siano ingannati da apparenze menzognere.
Tu non devi misurare il soprannaturale tutto ad un modo. Il soprannaturale è tutto ciò che esula dal mondo naturale. Non è vero? Ma nel soprannaturale, nell’extranaturale sono due correnti, due fiumi: quello che viene da Dio, quello che viene dal Nemico di Dio.
I fenomeni, presi esteriormente e superficialmente, sono quasi identici, perché Satana sa simulare, con la perfezione del male, Dio. Ma un segno dei miei è la pace profonda, l’ordine che sono nei fenomeni e che si comunica a chi è presente; altro segno è l’accrescersi delle facoltà naturali di intelligenza e di memoria, perché il soprannaturale paradisiaco è sempre Grazia, e la Grazia aumenta anche le facoltà naturali dell’uomo per essere ricordata con esattezza nelle sue manifestazioni.
Nei fenomeni non miei, invece, è sempre effusione di un che, che turba, o che sminuisce l’abituale serietà soprannaturale dando curiosità, dando quel senso di ilare e vuoto interessamento che avete quando andate ad uno spettacolo in un teatro, uno spettacolo di giocolieri e simili.
Nei fenomeni non miei vi è sempre disordine, vi è, dopo lo scoppiettio dei razzi che abbacinano, fumo e nebbia che levano la purezza alla luce preesistente, per cui avete visto e udito ma poi non ricordate niente con perfetta esattezza e cadete in contraddizioni anche senza volere.
Satana, con la sua mano unghiuta, arruffa, arruffa per deridere e spossare. Infine, un segno esattissimo si ha nel soggetto stesso. Alla mia azione in un essere corrisponde sempre l’azione dell’essere. Mi spiego. Quando Io ammaestro, tutto si metamorfosa nell’ammaestrato. Viene in lui una volonterosa fretta di fare ciò che dico, e non con fasi lente di elevazione come si vedono nelle comuni volontà di santificarsi, ma con rapidi, e però duraturi, trapassi l’anima si eleva e si muta da ciò che era a ciò che Io voglio che sia.
Sono le anime prese dalla “buona volontà”. Essa ne macina e distrugge tutto ciò che era passato, tutto ciò che era l’io antecedente, e le ricompone nella nuova forma a mio modello. Sono le instancabili artefici del loro immortale se stesso.
Vedono che si mutano in bene. Ma non sono mai contente del grado di bene raggiunto, e lavorano per giungere a perfezione più grande. Non per orgoglio proprio, ma per amore di Me.
Nelle anime che, all’opposto, sono di falsi contemplativi, di falsi strumenti, questa instancabile metamorfosi manca.
Essi, in tal caso allievi di Satana, si pascono e si beano di ciò che hanno. E talora, all’inizio, hanno avuto realmente dono da Me. Si fanno una cuna nell’orgoglio di essere “qualcosa”. E questo “qualcosa” cresce come animale sopranutrito giorno per giorno. Infatti si supernutrisce di orgoglio che Satana rovescia silenziosamente e abbondantemente intorno a loro. Questo “qualcosa” diviene grosso, grosso, mostruoso. Sì. Mostruoso. È un mostro perché perde l’aspetto primitivo, il mio, e prende l’aspetto satanico.
Si mettono un’aureola di false luci. Sfruttano la celebrità più o meno relativa per incoronarsi. E si contemplano. Dicono: “Io sono a posto. Già arrivato sono!”.
E si accecano così, al punto da non saper vedere ciò che sono.
E si assordiscono così, al punto da non saper sentire la differenza delle voci parlanti in loro. Così diversa la mia da quella di Satana! Ma non la sentono più.
E mentre Io mi ritiro, Satana dà loro ciò che essi vogliono: delle vanità. Ed essi di esse si ornano...
Che può fare Dio a questi volonterosi del Male che preferiscono la veste iridescente, la luminaria, i battimani, alla croce, alla nudità, alle spine, al nascondimento, all’assiduo operare in se stessi e intorno a se stessi nel Bene e per il bene di sé e degli altri? Che deve fare Dio presso questi istrioni della santità, tutti fole e menzogne?
Dio si ritira. Li abbandona al padre della Menzogna e delle Tenebre. Ed essi si crogiolano nei doni che Satana dà loro in premio del loro agire. Essi si professano “santi” perché vedono che riescono a cose extranaturali. Non sanno che esse sono il parto del loro orgoglio che Satana alimenta. E non migliorano, sai? Non migliorano. Anche se, in apparenza, non regrediscono, è visibile anche ai più superficiali che non migliorano.
Romualdo, attento allo sfaccettìo multicolore che si dissolve in nebbia! Io lascio sempre luce e cose concrete, ordinate, chiare. Attento ai falsi santi che sono più perniciosi al mio trionfo di tutti gli aperti peccatori.
Il soprannaturale santo c’è. Io lo suscito. Va accettato e creduto. Ma non sia accettato a prima vista ogni vasetto su cui è scritto: “Olio di soprannaturale sapienza”, oppure ogni libro chiuso su cui è scritto: “Qui è Dio”. Che non escano dal primo fetori di inferno e dal secondo formule ereticali. Osservate ciò che è anche l’esterno del vaso e del libro, dove e come ama stare. Osservate, per lasciare il linguaggio figurato, se è umile all’eccesso, se è santamente operoso all’eccesso. Se vedete che la sua evoluzione al Bene è lenta, o manca affatto, aprite gli occhi. Apriteli due volte se vedete in quest’anima piacere ad essere notata. Apriteli tre, dieci, settanta volte, se la trovate superba e in menzogna.
La pace a te, Romualdo Maria. La pace a te, Maria.»
Tutto ciò premesso, per poter ora parlare della Creazione dei primi Progenitori e soprattutto del Peccato originale (traendo - come dicevo prima - lo spunto da quest'opera di don Guido Bortoluzzi per poter fare un confronto con quanto ci insegnano la Chiesa, i Dogmi ed il Catechismo) è necessario avere da subito una idea più completa della sua trama.
Approfitterò dunque dell'occasione offertami da un conoscitore di tale 'Genesi' che è in linea con la 'Cabina di regia' alla quale ha fatto presente che vorrebbe spiegare proprio la trama, ma in maniera più completa rispetto a quanto succintamente narrato nell'Antefatto o spiegato da me.
Prego, la 'Cabina di regia' di aprire il microfono al nostro interlocutore in modo che tutti possano ascoltare.
«Buon giorno a tutti, mi chiamo Antonio. Ho ascoltato tutto con molta attenzione ed ho anzi apprezzato l'equilibrio - a dire il vero migliore di quanto mi sarei aspettato - con cui, pur nella differenza di posizioni, si è parlato di 'Genesi biblica'.
Ho letto l'opera di don Guido Bortoluzzi nelle cui tesi io personalmente non vedrei niente di male. Anzi, ne sono un estimatore.
Molti uomini di Chiesa stentano oggi a credere che Dio - pur avendo creato l'universo dal nulla - possa aver creato dal nulla anche l'uomo.
Essi, convinti dal Pensiero Dominante che quella evoluzionista sia una verità scientificamente accertata anziché una semplice teoria, hanno trovato 'ragionevole' l'ipotesi che sia apparsa sulla faccia della terra prima una scimmia, evolutasi a sua volta da una cellula primordiale, e che solo dopo - nel corso del processo evolutivo della scimmia originaria, divenuta nel frattempo 'uomo' - Dio sia ad un certo punto intervenuto per insufflare nell'uomo l'anima spirituale.
In sostanza si tratta di una sorta di un 'onorevole' compromesso fra materialismo evoluzionista e spiritualismo cristiano che potrebbe 'salvare la faccia' ad entrambi gli 'interlocutori': l'uomo deriverebbe cioè da una scimmia ma ciò non impedisce che Dio gli possa aver dato un'anima immortale ad un certo stadio del suo sviluppo evolutivo.
La Genesi del Bortoluzzi - al contrario - supera la teoria classica evoluzionista.
L'uomo infatti non deriverebbe da una scimmia ma sarebbe stato creato da Dio in forma 'mediata', attraverso cioè la creazione di due gameti umani, uno maschile e uno femminile, posti nell'utero di una ‘scimmia’ che avrebbe funzionato da gestante.
Essa avrebbe dunque partorito il primo uomo, un Adamo dotato d'anima, non frutto di una creazione dal nulla come sostiene la Genesi della Bibbia, ma prodotto dalla fusione di due gameti umani creati dal nulla nell'utero della scimmia, fatto che - dal punto di vista della purezza genetica della specie - conferisce al primo uomo la sua piena dignità 'umana'.
La tesi di Don Guido si differenzia dunque dalla teoria dell'evoluzione scimmiesca classica e si differenzia inoltre dalle teorie di molti uomini di chiesa che 'sposano' l'evoluzione classica scimmiesca prevedendo un intervento di Dio per conferire un'anima solo in una certa fase dell'evoluzione.
Per contro, la tesi di don Guido - essendo Adamo il frutto della fusione di due gameti geneticamente del tutto 'umani' - prevede la sua originalità genetica in quanto 'uomo' e non quale discendente geneticamente da una scimmia.
L'elemento di novità introdotto da don Guido è semmai quello che - dopo la generazione di Adamo e quella successiva della sua compagna (conosciuta nella Bibbia con il nome di Eva) - sarebbe intervenuto un processo di ibridismo con altre scimmie che avrebbe dato con il tempo origine ad una 'nuova' umanità del tutto ibrida: quella attuale.
In ordine alla Conferenza ed al Dibattito che si sta aprendo oggi vorrei quindi avere la possibilità di meglio esporre il 'succo' della Genesi di don Guido Bortoluzzi affinché ciascuno sappia farsi fin dall'inizio una idea più precisa.
Capisco peraltro le ragioni del suo sconcerto - come da lei detto all'inizio dell'apertura di questi lavori - dovuto però ad una forse male intesa interpretazione, in 'Genesi biblica', di quel Dettato valtortiano10 sugli uomini-scimmia. I malintesi sono sempre possibili, nella più perfetta buona fede.
Posso inoltre comprendere – alla luce delle sue considerazioni - che l’aver fatto involontariamente pensare in 'Genesi biblica' che fosse attribuibile alla Valtorta la tesi di una discendenza ibrida direttamente da Adamo, anziché dal solo Caino, possa avere dato molto fastidio, come è emerso nella telefonata notturna di quella sua amica.
Si tratta a mio avviso solo di riscrivere eventualmente in 'Genesi biblica' il testo in maniera un poco più chiara.
Personalmente concordo pienamente sul fatto che il Dettato di Gesù alla Valtorta - quanto agli incroci con bestie - non chiama in causa alcuna responsabilità di Adamo, ma solo quella di Caino e dei suoi discendenti.
Chi attribuisce una responsabilità primaria ad Adamo è invece don Guido Bortoluzzi, per via di quella sua visione divina in merito al primo rapporto fra Adamo e la scimmia in forza del quale fu generato l'uomo-scimmia Caino: primo ibrido della Storia.
Chiaro, no?
Io però non ho dubbi - e qui ritorno sulla tesi della 'Genesi biblica' - sul fatto che l’Umanità attuale sia ormai completamente ibrida proprio a causa di quella colpa originaria commessa da Adamo.
Vorrei però aggiungere che la sintesi dell’opera di don Guido di cui all’Antefatto non mi ha soddisfatto. Vi sono state omesse troppe cose importanti che l’autrice di quella telefonata non ha forse avuto il tempo di approfondire per via dell'ora tarda o di una ancor non perfetta conoscenza.
Conoscendola, come ora gliela spiegherò io, forse lei avrebbe apprezzato ‘Genesi biblica’ e ora - anziché un avversario prevenuto - ne sarebbe un convinto sostenitore.
Mi scusi se mi esprimo un poco alla buona, magari con qualche imprecisione verbale, e se non seguirò sempre un filo logico: non ho infatti avuto il tempo di prepararmi un 'discorso' né di tirar giù una 'scaletta' ordinata degli argomenti.
Mi scusi anche se qualche volta nella mia esposizione sembrerà che io salti di palo in frasca, ma succede a dire il vero anche nell’Opera di don Guido. E poi mi limiterò alle cose essenziali, trattandosi solo di una trama, anche per non togliere agli altri il piacere della lettura diretta dell'opera che - come lei ha fatto correttamente notare - è disponibile anche gratuitamente su Internet oltre che acquistabile a buon prezzo in formato editoriale.
Nella Genesi della Bibbia, Dio ripete molte volte di aver creato tutte le specie animali e vegetali allo stato definitivo stabilendo che ogni specie generasse secondo la propria specie e lo ha ripetuto così spesso per far capire che solo l’uomo disobbedì e non si attenne a tale ordine.
Il Peccato originale non fu iniziato da Eva che lo completò con Adamo – come dice la Bibbia – ma fu al contrario compiuto da Adamo il quale andò con una scimmia, che diede alla luce Caino, mezzo scimmia e mezzo uomo: scimmia nell’aspetto, uomo nella intelligenza e nel pensiero. In questo, nell'Antefatto, le è stato riferito giusto.
Il Peccato originale fu dunque costituito da questo specifico atto di sessualità scimmiesca da parte del solo Adamo il quale dette però vita al primo ibrido della storia umana: appunto il figlio Caino.
Fu proprio questo Peccato di disobbedienza sessuale quello che - per le sue nefaste conseguenze genetiche - causò la decadenza dell’uomo, una decadenza psichica e fisica. Anzi insisto nel dire che le differenze fra gruppi etnici umani e alcune tare ereditarie sono proprio dovute alla ibridazione umano-scimmiesca.
L'uomo è in fin dei conti a tutti gli effetti un animale e la promiscuità fra i geni di specie animali diverse, anche se geneticamente 'compatibili' con l'uomo dal punto di vista riproduttivo, può aver dato origine alla nascita di 'mostri' come quelli di cui parla Gesù alla mistica Valtorta in quel Dettato del 1946. I geni delle due diverse specie possono infatti essersi combinati di volta in volta in maniera casuale per cui dal 'bussolotto' hanno potuto uscire i 'numeri' più svariati: giganti, scimmioidi, ominidi, etc.
A causa della successiva sempre più diffusa ibridazione con le scimmie od ominidi che fossero, gli uomini della specie pura discendente da Set hanno poi finito per perdere la loro originaria immagine e somiglianza con Dio.
Vero è che tutti gli esseri ibridi, e anche gli uomini non ibridi ma moralmente pervertiti, furono distrutti con il Diluvio, come si dice in quel Dettato valtortiano, ma - come si precisa in 'Genesi biblica' - è anche vero che Noè aveva una moglie ibrida, una pagana, per cui i loro figli furono degli 'ibridi', e tali sono stati conseguentemente tutti i loro discendenti dopo il Diluvio universale, cioè l'Umanità attuale ricostituitasi ex-novo dal ceppo ibrido dei figli di Noè.
Quella che gli scienziati chiamano erroneamente ‘evoluzione’ è stata in realtà una ri-evoluzione’, cioè un recupero progressivo, con una 'selezione' guidata da Dio, di quelli che - uomini in origine - erano col tempo divenuti una sorta di ominidi ma che bisognava ricondurre attraverso questa ri-evoluzione guidata da Dio verso uno stadio il più vicino possibile a quello dell'uomo originario.
Chiaro?
L’uomo attuale - grazie alla successiva ri-evoluzione guidata da Dio - è dunque già in una fase di ‘recupero’ fisico ed intellettuale rispetto all’ominide (che era costituito dall'uomo ormai già decaduto a causa delle ibridazioni intervenute in precedenza).
La Bibbia dice che la compagna di Adamo fu tratta da una sua ‘costola’ e, se egli fu il primo vivente, se ne deduce che egli sia stato allora anche il ‘padre’ della prima donna.
In fin dei conti è quel che si dice in altra forma in 'Genesi biblica'. In quest'ultima si vede che Eva - non la scimmia che lì è chiamata 'Eva' ma la futura donna chiamata invece Eva nella Bibbia – è stata sostanzialmente figlia di Adamo in quanto frutto della fecondazione di un ovulo umano di donna appositamente creato da Dio nell’utero della scimmia, fecondazione avvenuta tramite un gamete maschile di Adamo.
La prima 'compagna' di Adamo - lo ripeto - non fu tuttavia l'Eva di cui parla la Bibbia, ma fu la scimmia, una scimmia geneticamente più evoluta e dall’aspetto quasi di donna, anche se scimmiesco.
L’Albero della Vita di cui si parla nella Genesi va reinterpretato ed inteso - come spiega don Guido Bortoluzzi - nel senso di ‘Albero genealogico della Vita’ e sta ad indicare allegoricamente la figura di Adamo, il capostipite che diede origine all’albero genealogico umano.
Adamo – andando con la scimmia Eva – appetì dunque al 'frutto' dell’Albero della Conoscenza del Bene e del Male, albero che - sempre allegoricamente, come spiega don Guido Bortoluzzi - va interpretato come quello del 'ramo genealogico selvatico' della stessa scimmia.
L' Albero in questione poteva dare frutti buoni secondo il tipo di ‘innesto’: buoni se prodotti con l’intervento di Dio e cattivi, cioè ibridi, bastardi, senza l’intervento di Dio.
Fu ad esempio un frutto buono quello causato dal primo intervento di Dio che creò dal nulla nell’utero della scimmia due gameti del futuro genere umano: uno femminile e l’altro maschile.
Grazie alla loro fusione la scimmia partorì il primo essere umano nella persona del Capostipite Adamo. Lo partorì secondo natura, con l'assistenza della madre-scimmia, così come oggi nasciamo noi tutti.
Fu un frutto cattivo, cioè bastardo, quello invece compiuto da Adamo senza l’intervento di Dio, cioè disobbedendo e volendo 'generare' di propria iniziativa con la scimmia.
Non avendo infatti Dio messo nell'utero della scimmia in calore alcun ovulo umano, ecco che il gamete di Adamo andò a fecondare un normale ovulo di scimmia e ciò dette luogo alla nascita del primo ibrido, cioè Caino, mezzo uomo e mezzo scimmia.
È Chiaro?!
Quello definito dagli evoluzionisti come ‘uomo preistorico’ non sarebbe - come a loro piace credere - un animale nella fase della sua evoluzione scimmiesca che lo avrebbe portato del corso di decine di migliaia di anni a divenire poi l'uomo attuale.
Secondo 'Genesi biblica' tale 'uomo preistorico' sarebbe invece il ‘frutto’ ibrido decaduto, provocato dall'originario rapporto sessuale fra Adamo e la scimmia - e poi da Caino con altre scimmie - ibridismo che lo aveva fatto regredire rispetto all'Adamo originario.
Devo ammettere che il concetto non mi è sempre del tutto chiaro, quelle di don Guido sono infatti visioni per molti versi 'ermetiche' ma anche lui aveva spesso dei dubbi in merito alla comprensione di quanto Dio gli avrebbe voluto far capire con quelle sue strane visioni ad indovinello.
L'uomo delle caverne - se ho capito bene - era insomma un uomo ibrido regredito rispetto a quello adamitico iniziale e non un pre-uomo in fase di evoluzione verso quello attuale come dicono gli evoluzionisti.
Per usare le stesse parole di 'Genesi biblica', l'ibridazione «provocò una involuzione della specie umana fino a farla scomparire come specie pura per lasciarla sopravvivere mimetizzata fra le specie inferiori. Solo dopo che l'Umanità ebbe toccato il fondo, iniziò il suo recupero e quella che gli evoluzionisti chiamano 'evoluzione', in realtà non è che la sua ri-evoluzione, che molto meglio andrebbe definita come 'la sua ricostruzione', sorretta dallo stesso Creatore'».
Gli insegnamenti perfetti per condursi nella vita (che Dio aveva dato ad Adamo prima che questi peccasse contravvenendo al suo ordine di non far sesso con la scimmia, vale a dire con l’Albero selvatico del Bene e del Male, andarono dispersi insieme ad altre conoscenze a causa della ibridazione che fece regredire intellettualmente quegli esseri rispetto all'Adamo originario.
Le conoscenze, come quella del fuoco che Dio insegnò ad usare, si persero fino a riemergere nell'uomo preistorico come una conquista.
Scusatemi se non riesco in poche parole ad esprimere chiaramente concetti di questo genere, ma nell'opera capirete meglio.
Adamo (per colpa innanzitutto della sua sessualità promiscua che dette origine a Caino, primo ibrido uomo-scimmia) e poi Caino (che - ibrido egli stesso - fu all'origine di ulteriori ibridazioni) furono entrambi responsabili della degenerazione della successiva umanità che è quella giunta ai nostri giorni.
Dio tuttavia, nonostante tutto, volle per misericordia guidare l’Umanità - non più umanità autentica in quanto imbestialita a causa della ibridazione - al recupero dell’immagine originaria, recupero non tanto negli aspetti fisici quanto nella capacità di intendere e di volere.
Noi uomini attuali siamo dunque il prodotto di una ri-evoluzione guidata da Dio, ma per il momento si tratta di una ri-evoluzione ancora in corso, per cui abbiamo recuperato le sembianze fisiche dell’uomo adamitico originario solo entro certi limiti pur avendo riacquistato in parte discreta le capacità intellettive.
Recupero, questo, che è condizione per essere poi trasferiti alla fine del mondo nel Regno del Figlio di Dio grazie al quale noi ibridi abbiamo avuto la Redenzione e la remissione delle conseguenze psicofisiche e spirituali provocate dal Peccato originale sessuale con la scimmia da parte di Adamo.
Quando Dio dice ‘Io sono la Resurrezione’, la parola - in senso pieno - sta a significare che Egli ha operato per un recupero dell’Umanità non solo spirituale ma anche psicofisico.
Il termine 'Resurrezione' va dunque inteso come ‘recupero dell’immagine originaria secondo il Modello con il quale era stato fatto il Campione’, cioè Adamo, il prototipo. Noi siamo dunque dei 'risorti', anche fisicamente.
Nell’opera di don Guido il 'Signore' gli ha rivelato che vi sono due ‘monogenesi’.
Una è quella che ha avuto inizio con la specie umana di Adamo. L’altra è quella che ha avuto inizio dall’Albero genealogico delle scimmie ancestri quando erano di specie pura non ancora ibrida.
La attuale specie cosiddetta 'umana' è dunque il frutto bacato dell’incrocio ibrido fra i due suddetti rami 'monogenetici', per cui l'originaria specie umana geneticamente pura si è corrotta divenendo via-via nei secoli del tutto ibrida.
Gli uomini della razza pura originaria sono ormai scomparsi perché i loro caratteri genetici vivono ormai 'fusi' nell’uomo attuale a seguito della unione dei due alberi genealogici, dove però l'albero 'selvatico-scimmiesco' ibridato ha finito per assorbire ed annacquare i geni della antica specie umana.
Gli 'ancestri' avevano caratteri fisici diversi da come vengono attualmente immaginati dai nostri evoluzionisti con quelle ridicole figurine di scimmiette, scimmie, scimmioni e Neanderthal che camminano uno dietro l’altro in marcia verso il Progresso - come dice lei - diventando sempre più eretti.
Dio ha fatto sapere a don Guido che le sue visioni sono rivelazioni come quelle date a Mosè ma che Egli non ha fatto ancora conoscere a nessuno, nemmeno a Mosé ed alla stessa Chiesa cattolica.
Dio ha poi anche spiegato a don Guido cosa significa Alfa e Omega: Alfa è Dio, che è da sempre l’Eterno, e Omega è l’ultimo anello della Creazione: cioè l’uomo, e con lui la donna, la quale fu il suo ultimo capolavoro del sesto giorno creativo, dopo di che Dio ha cessato di creare nuove forme di vita.
'Riepilogando' - come piace dire a lei - mentre Adamo nacque da due gameti umani maschio e femmina creati da Dio direttamente dal nulla nell’utero della Scimmia antropoide detta Eva, Caino nacque invece dalla fusione dell’ovulo naturale della scimmia antropoide con un gamete umano di Adamo a seguito di quel famoso loro rapporto non voluto da Dio.
Dio – nel primo caso della nascita di Adamo - usò l’utero della scimmia solo come una incubatrice. Per inciso, quando Dio doveva creare qualsia altra nuova specie animale usava l’utero di una precedente specie diversa.
Quella che nella Bibbia mosaica è chiamata Eva - mentre nelle visioni di don Guido ad essere Eva è la scimmia ancestre in versione geneticamente evoluta rispetto ai suoi genitori scimmie antropoidi - è in realtà nelle visioni di don Guido una bimba nata con un intervento di Dio che ha posto nell’utero della scimmia, che era già stata ‘madre’ di Adamo, un ovulo di femmina umana, mentre la parte mancante alla fecondazione, cioè il gamete maschile umano venne fornito dallo stesso Adamo.
Mi è sempre rimasto il dubbio se ciò fosse avvenuto con un rapporto sessuale specifico da parte di Adamo o attraverso un gamete maschile prelevatogli da Dio, nel sonno, da una sua ‘costola’. Sa, alcuni aspetti non sono tanto chiari nemmeno a me.
ll termine ‘costola’ usato nella Bibbia - nessuno si scandalizzi... - non è altro, aveva spiegato don Guido, che un ‘eufemismo’ (!!!) per indicare allegoricamente l’organo riproduttore dei maschi, o forse un gamete maschile.
Nata la bambina, e giunta questa finalmente all’età ‘matura’, Adamo poté avere un rapporto non più con la scimmia dalla quale era nato Caino ma con una vera donna umana, rapporto dal quale nacque Abele.
Questi - ancor bimbetto – venne barbaramente ucciso da Caino che - pur scimmia - ragionava come un uomo e come un abbietto pervertito guardava con cupidigia la stessa bellissima Eva, moglie di suo padre Adamo.
Abele, come già detto, venne stuprato dalla scimmia-Caino nel corso della sua uccisione.
Poi nacque Set, del tutto umano - perché figlio di Adamo ed Eva e non di Adamo e della scimmia - che si può supporre abbia in seguito ‘sposato’ delle altre sue ‘sorelle’.
Oggi una cosa incestuosa del genere farebbe moralmente orrore e sarebbe geneticamente molto pericolosa, ma ai primordi c’era uno stato di relativa ‘innocenza’ e di integrità fisico-metabolica-endocrina, per cui inizialmente non vi erano ancora rischi di nascite di individui malformati o con gravi malattie genetiche che avrebbero invece caratterizzato l’umanità in seguito, di pari passo con il progressivo decadimento genetico.
Infatti, essendo Adamo e la prima vera donna due creature geneticamente perfette, all'inizio essi trasmettevano ai figli dei geni ancora relativamente perfetti e non c’era il rischio che nascessero figli deformi o malati… finché non cominciarono le ibridazioni.
Abele, figlio di vera donna, nacque buono e fisicamente perfetto, mentre Caino, generato ibrido da una scimmia, abbiamo visto come nacque e cosa fece a causa dei suoi istinti e geni animaleschi.
Quanto alla visione data da Dio a don Guido delle circostanze e modalità con cui avvenne la prima 'ibridazione', quella cioè fra Adamo e la scimmia, devo onestamente ammettere che descriverle sarebbe imbarazzante per cui direi di metterci una pietra sopra... o saltare alla pagina successiva.
E' ora tutto chiaro, no?
Questo, almeno, è quello che ho capito io!
Chiaro? Beh, lei è stato un profluvio tale di informazioni che quasi non ci ha dato il tempo di respirare.
La ringraziamo per i chiarimenti e ci penseremo sopra da qui alla prossima sessione, visto che ormai non vi è più tempo per discutere d'altro.

1 Don Guido Bortoluzzi (1907-1991): http://www.genesibiblica.eu/ .
2 Maria Valtorta: 'I Quaderni del 1945/1950' - 20 dicembre 1946 - Centro Editoriale Valtortiano.
3 Maria Valtorta: http://www.movimentoneval.altervista.org/mv.htm .
4 N.d.A.: 'Il Poema dell'Uomo Dio'. Ora: 'L'Evangelo come mi è stato rivelato'.
5 Maria Valtorta: 'I Quaderni del 1945/1950' - 20 dicembre 1946 - Centro Editoriale Valtortiano.
6 Gn 6,1-12:1Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro delle figlie, 2i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli a loro scelta. 3Allora il Signore disse: «Il mio spirito non resterà sempre nell'uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni».
4C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo -, quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi. 5Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni intimo intento del loro cuore non era altro che male, sempre. 6E il Signore si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. 7Il Signore disse: «Cancellerò dalla faccia della terra l'uomo che ho creato e, con l'uomo, anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito di averli fatti». 8Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore. 9Questa è la discendenza di Noè. Noè era uomo giusto e integro tra i suoi contemporanei e camminava con Dio. 10Noè generò tre figli: Sem, Cam e Iafet. 11Ma la terra era corrotta davanti a Dio e piena di violenza. 12Dio guardò la terra ed ecco, essa era corrotta, perché ogni uomo aveva pervertito la sua condotta sulla terra.
7 N.d.A.: E' ragionevole pensare che il bestiale atto sessuale possa essere avvenuto con scimmie od ominidi, generando dunque 'mostri', 'fiere', per indicare - con questi due termini - esseri animali che avevano una parvenza solo umana grazie all'incrocio di cromosomi di entrambe le specie.
8 Guido Landolina: 'LA GENESI BIBLICA FRA SCIENZA E FEDE: I sei giorni della Creazione dal Big Bang al Peccato originale' - Vol. I-II-III, Edizioni Segno 2005,2006 - liberamente scaricabili dal sito internet dell'autore: www.ilcatecumeno.net, Sezione Opere.
9 Maria Valtorta: 'I Quaderni del 1945-1950' - 21.1.1946 - Centro Editoriale Valtortiano.
10 Maria Valtorta: 'I Quaderni del 1945/1950' - Dettato 20 dicembre 1946 - Centro Editoriale Valtortiano.
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