
← Abramo in guerra
Abramo, amico alleato col Signore, combatté contro i re venuti da lontano per saccheggiare la zona dove ora c’è il Mar Morto che era ancora florida e vi abitava il nipote Lot; li vinse con l’aiuto di Dio e fu benedetto da Melkisedek. Sono questi episodi profetici che annunciano la vittoria sul maligno appoggiandosi a Gesù, il Messia …Del resto dopo che il maligno personificato nel serpente di Genesi 3 fu maledetto, strisciando sulla terra fuggì e uscì dal paradiso terreste. Il male quindi cominciò ad operare nel mondo finché s’infilò nelle acque e si rifugiò nella fossa del Mar Morto, di Sodoma e Gomorra, che Dio rese più salato degli altri mari per tenerlo ammansito come ad imporgli "giungerai e non oltre e qui s'infrangerà l'orgoglio delle tue onde"(Giobbe 38,11)…
← L’uomo, unità di corpo e spirito
In un certo senso questo scritto è complementare a quello del PDF 261. Di fatto l’uomo è un tutt’uno corpo e spirito, ma in natura c’è un nesso grazie alla relatività e alla meccanica quantistica tra materia e energia. Ciò apre il pensiero a qualche connessione della fisica con “Colui che tutto move” e si apre l’idea di similitudine tra mondo fisico e mondo spirituale il che porta a considerare il mondo - uomo come corpo e spirito. Tutto ciò è articolato nel seguito dell’articolo e che passa a vedere nel Genesi i primi istanti della creazione del mondo della materia, delle creature e l’elezione di una creatura particolare, l’uomo. Annunciò Dio a Mosè che di Lui si può vedere solo “le spalle”, il che come vedremo nell’articolo è profezia di incarnazione. Viene poi spezzata la parabola del Vangelo del “ricco epulone” e si passa a considerare come Dio ha pensato incarnarsi per farsi tutt’uno per amore con la sua creatura consenziente dando integralmente il proprio spirito all’uomo …
← Rallegrati - si apre il cerchio
“Scrutando con attenzione le profezie dell’Antico Testamento si segue il tracciato che ci presenta l’uomo prigioniero del tempo. Questo passando inesorabilmente segna l’età che fa insorgere la paura in quanto annuncia la finitezza dell’esistenza terrena e presenta la precarietà e l’incognita della sorte fino a far temere il totale annullamento. Come in una morsa che stringe il tempo diviene simile alle spire di un serpente. Un cerchio sempre più stretto soffoca col timore tanto che limita l’amare e l’essere amati, condiziona la vita di tutti sulla terra segnandoli con l’egoismo mentre tutto noi stessi desidererebbe aprirsi e anela a vivere per sempre. Lasciamoci allora raggiungere dal Kerigma, dalla Buona Notizia dei Vangeli. Quel cerchio è stato aperto, la morte è stata sconfitta dall’amore di Cristo. Ucciso sulla croce, sepolto nel sepolcro, lasciò la sindone vuota con i segni della vittoria. Il primo uomo risorto è annuncio della risurrezione per tutti. Il tempo non esiste per cui di fatto prendiamone atto; anche noi siamo usciti gloriosi da quella sindone.”
← Esistenza, atto d’amore dell’Essere
L’esistenza è un mistero “sono o esisto”. Chi sono? Perché?La scienza non da una risposta esaustiva. Risultato di processi chimico-fisici della materia o di un Essere assoluto fonte d’Esistenza? In tal caso intrinseco nell’Essere è amore, visto che dona l’esistere. La morte allora è la risposta finale, un sogno che si perde nell’Essere, o con Lui un ente che perdura in perenne comunione? Le Sacre Scritture giudeo cristiane propongono (Esodo 3) la rivelazione dell’Essere. “Io sono” per manifestarsi ha bisogno di un luogo, un vaso in cui star dentro, un roveto, e una forma, una fiamma, un corpo. Così accade per ogni Esistenza. L’Essere sceglie l’uomo lo riempie di energia perché sia Sua casa, bait, ossia il Suo Tempio. L’energia divina dentro il suo corpo non può morire; tale Alleanza, berit, con Dio, se non tradita, consente anche all’uomo di dire “Io sono”. Il corpo diviene carne, basar del Signore, e ha in sé il germe della risurrezione ed è la “buona notizia”. Il tutto è presentato con un attento scrutare le lettere della Torah e dei Profeti.
← Il senso pieno della vita, la benedizione (1ª parte)
In molti modi si può accogliere la nostra vita, evento irripetibile che ciascuno dovrebbe vivere come un dono prezioso senza lasciarla scorrere passivamente. Questa Implica scelte importanti da fare per cui è bene farsi aiuto delle Sacre Scritture, provato da tanti testimoni credibili. Queste ci dicono che siamo benedetti da chi ci ha voluti il che porta alla gratitudine e chiede di rispondere con la benedizione. Questa in pratica è la scelta da fare e la storia sacra istruisce sui pericoli di una scelta sbagliata che porta fuori obiettivo sulla via della maledizione se si cade nell’inganno di ritenere d’essere figli del caso o, addirittura, pensare male di Dio. Ecco allora che l’articolo va a interessarsi del ”benedire” e del “maledire”, entrando nei termini ebraici, scrutando in particolare alcuni versetti più importanti nei cinque libri della Torah e poi nei libri sapienziali, nei Proverbi, in Giobbe e nei Salmi.
← Il senso pieno della vita, la benedizione (2ª parte)
In questa seconda parte l’articolo si interessa del ”benedire” e del “maledire” nei libri storici dell’Antico Testamento e nei profeti. Ciò espletato si è portato a cercare nei Vangeli, quindi nelle lettere di San Paolo nonché negli altri libri e lettere del Nuovo Testamento allargando il discorso sul bestemmiare. A questo punto visto questo tutto il complesso proposto dalle Scritture su tali argomenti facendosi istruire sul pane venuto dal cielo di cui con calore Gesù parla nel Vangelo di Giovanni si possono trarre le conclusioni. Ecco che pare proprio che il senso pieno della vita sia il culto spirituale eguale al sacrificio spirituale e sacrificio di lode che il cristiano, figlio della Chiesa sposa di §Cristo è chiamato a presentare al suo Creatore, in comunione piena con il Signore Gesù, come sacerdote in questa terra in cui annuncia e profetizza il regna dei cieli in attesa del ritorno del Messia.