0727 - SPIRITUALITÀ

Vai ai contenuti

Legge ► SILVIA CANEPARO

27 luglio 1943

                                            
  Dice Gesù:
    «Molti, per trarre un ammaestramento, hanno bisogno di mille libri  di meditazione. Ma no. Basta il mio Vangelo e la vita che vivete e che  vi vive intorno.
   Guarda, Maria, l’insegnamento di questi giorni.  Cosa vedi? Una grande dimostrazione di debolezza umana. Con la stessa  facilità con cui si agitavano in professioni di fede menzognera, così  ora rinnegano tutto il già asserito.
   Ma il vero  cristiano non deve fare così quando vi è bisogno di testimoniare la sua  fede. Hai visto come ha fatto il tuo Maestro davanti a Caifa? Lo sapevo  che confessare che ero il Messia, Figlio di Dio, avrebbe provocato la  condanna, la più fiera condanna. Ma non ho esitato. Io, che davanti agli accusatori ho osservato la regola del silenzio, qui seppi parlare alto e chiaro[180], poiché tacere sarebbe stato rinnegamento sacrilego.
    Quando sono in posta le cose del Cielo non si deve esitare nella  maniera di agire, poiché eterno è il frutto che viene dalla nostra  parola. L’uomo, essere di carne e sangue, non saprebbe esser coraggioso  di fronte a certe eroiche confessioni. Ed è per questo che l’uomo  rinnega con facilità. Ma la creatura che vive nello spirito possiede il  coraggio dello spirito, poiché Io sono presso chi combatte contro il mondo e contro la propria debolezza.
    E con Me è Maria, la Madre di tutti, l’Aiuto di tutti. È Lei che ha  sorriso ai martiri per incuorarli al Cielo. È Lei che ha sorriso ai  vergini per aiutarli nella vocazione angelica. È Lei che ha sorriso ai  colpevoli per attirarli al pentimento. È Lei di cui ha bisogno l’uomo  sempre, e specie nelle ore di più viva angoscia.
   È sul seno della  Madre che vi corroborate e trovate Me e il mio Perdono e col Perdono la  forza. Perché se voi siete in Me, fruite dei doni del Cristo e non  conoscete il perire.»

[180] seppi parlare alto e chiaro, come si narra in Matteo 26, 57-68; Marco 14, 53-65; Luca 22, 66-71; Giovanni 18, 19-24.

Torna ai contenuti