0724 - SPIRITUALITÀ

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Legge ► SILVIA CANEPARO

24 luglio 1943

 Dice Gesù:
   «Ti ho già detto[172]  che tutto il male che vi opprime ora è il frutto dell’abbandono della  mia Legge da parte dei singoli e della società. La mancanza di fede, la  mancanza di carità, la mancanza di speranza, la mancanza di ogni virtù  hanno una sola origine: la diserzione dalla mia milizia, dalla milizia cristiana.
    Come da un ceppo di radici venefiche, sono scaturite, al posto delle  mie virtù, delle tendenze, dei vizi, delle passioni peggio che umane:  demoniache. La pianta della vita cristiana è morta in quasi tutti i  cuori, in molti vegeta a stento, in pochi è ancora florida, nutrita dal  succo di Vita, ornata di fronde robuste.
   Né vi è da sperare che  le cose cambino. Anzi volgeranno sempre al peggio perché, come un bosco  invaso da piante parassitarie e da insetti nocivi si spoglia sempre più  da fronde e frutti e finisce col morire, altrettanto avviene della  società di ora, sempre più bruciata, soffocata, corrosa da mille  tendenze viziose e da mille peccati.
   I principali: odio,  lussuria, prepotenza, frode. Le prime: negazione di Dio, dottrine  avverse alla mia, culto esagerato di se stessi, egoismo e altre ancora.
   La mia Parola non può scendere - seme e acqua di Vita e Vita vera - nelle anime. Esse sono troppo occupate da altre cose. La  maggioranza dei cristiani ha respinto il Cristo, perché al posto del  Cristo ha messo se stessa o il potere, il denaro, la carne. Chi  meno manca, manca sempre, poiché non ha misericordia vera del suo  prossimo. Chi è che non maledice, non impreca, al giorno d’oggi?
   Ma tu non maledire, non imprecare, figlia che amo. Lascia al tuo Dio il compito di punire. Tu ama e abbi misericordia, per tutti. Anche per i colpevoli primi.
    Sono dei disgraziati, sono dei disgraziati! Hanno rovinato tutto il  buono che avevano con accogliere il male di Satana. Hanno barattato  un’eternità di gloria per un’ora di gloria terrena. Hanno venduto per  trenta denari[173]  la loro anima a Satana. Sono i Giuda della loro anima. Mi fanno sdegno e  pietà. Sì, anche pietà, perché Io sono il Dio della misericordia e  sento pietà dei miei figli traviati.
   Aiutami a salvarli  dall’ultima colpa. Come vorrei poterli perdonare! Tu, figlia che amo,  perdona. Dal tuo cuore che possiede Me e la mia Parola non escano altro  che parole di pace e di perdono. Lo so che è difficile alla vostra  umanità. Ma sopra di essa è lo spirito, e lo spirito è il regno del  Signore. Ora, come potete voi avere il Signore in voi se il vostro  spirito non ha le stesse passioni del suo Re?
   E le mie passioni, come le mie parole, sono sante, misericordiose, buone. Hanno tutte il sigillo dell’Amore, dell’Amore vero che non è mai tanto amore come quando si immola per i fratelli e perdona ad essi
   Dice ancora:
   «Non mi piacciono quelli che gridano[174]: “A morte!” dopo avere gridato: “Osanna!”.
    Se coloro ai quali è lanciato il grido di condanna vi avessero dato  quella preda e quel benessere, ingiustamente carpito, che Io non ho  potuto permettere vi dessero per non portare voi e loro ad una  perfezione di orgoglio, voi li acclamereste. Non pensereste che altri al  posto vostro soffrirebbero e che sono, come voi, figli miei.
   Lasciate  a Me il giudicare, il punire, il premiare. Cercate solo, per voi  stessi, di meritare il mio premio. E siate coerenti e onesti.
    È incoerenza, disonestà, viltà, infierire sugli sconfitti, quale che  sia la loro sconfitta, giusta che sia come punizione o dolorosa come  frutto di immeritate circostanze.
   È incoerenza perché non va  all’uomo, ma all’azione dell’uomo, azione - ripeto - che avreste  approvata, anche se non buona, qualora vi avesse dato un utile.
   È, per la stessa ragione, disonestà: tutti, ricordatelo bene, avete la vostra parte di colpa nell’ora attuale.  Chi ne ha meno di tutti, poiché non ha commesso peccato di adorazione  di un uomo e non lo ha seguito contro la Legge, ha quella di non avere  pregato mattina e sera per lui. I grandi hanno bisogno delle preghiere  dei piccoli per restare grandi nel Bene.
   È, infine, viltà perché  infierire su chi non è più potente, ma anzi è il più disgraziato di  tutti, odiato dal mondo, colpito da Dio, è colpa uguale a chi opprime un  debole.
   Queste cose, inconcepibili per la massa, sono sempre  succo della mia Legge. E che la mia Legge è seguita superficialmente, e  non sostanzialmente, lo prova il fatto del modo come le masse si  rivoltano contro coloro che non vi hanno dato quanto il vostro egoismo  attendeva.»

[172] ho già detto, specialmente il 21 e 22 luglio.
[173] per trenta denari, come Giuda nel racconto di Matteo 26, 14-15.
[174] gridano, come per Gesù nel racconto di Matteo 21, 9; 27, 22-23; Marco 11, 9-10; 15, 12-14; Luca 19, 37-38; 23, 18-23; Giovanni 12, 12-13; 19, 6.15.  La trascrizione dattiloscritta del presente breve “dettato” prosegue  con il seguente brano posto tra parentesi, al termine del quale la  scrittrice precisa, annotando a matita, che si tratta di Nota di P. Migliorini:  “Il dettato precedente era di difficile applicazione nel giorno in cui  fu dato, 24 luglio 1943. Al 26 fu propagata la notizia che Mussolini  aveva dato le sue dimissioni in mano del Re e quanto avvenne o tentò  avvenire in questo stesso giorno di disapprovazione verso l’uomo  decaduto giustifica ampiamente le raccomandazioni del Signore non solo,  ma rende credibile che sia stato proprio Lui a dettare quanto è stato  scritto”.
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