10606 - SPIRITUALITÀ

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Voce narrante ► SILVIA CANEPARO

Vol.10 • cap.606 • Gesù e Maria sono l'antitesi di Adamo  ed Eva.
Giuda Iscariota è il nuovo Caino. La vera evoluzione dell'uomo è quella  del suo spirito.

 2 aprile 1944. Domenica delle Palme.

   606.1Dice Gesù:
   «La coppia Gesù-Maria è l’antitesi della coppia Adamo-Eva[22].  È quella destinata ad annullare tutto l’operato di Adamo ed Eva e  riportare l’Umanità al punto in cui era quando fu creata: ricca di  grazia e di tutti i doni ad essa largiti dal Creatore. L’Umanità ha  subìto una rigenerazione totale per l’opera della coppia Gesù-Maria, i  quali sono così divenuti i nuovi Capostipiti dell’Umanità. Tutto il  tempo precedente è annullato. Il tempo e la storia dell’uomo si conta da  questo momento in cui la nuova Eva, per un capovolgimento di creazione,  trae dal suo seno inviolato, per opera del Signore Iddio, il nuovo  Adamo.
   Ma per annullare le opere dei due Primi, causa di mortale  infermità, di perpetua mutilazione, di impoverimento, più: di indigenza  spirituale — perché dopo il peccato Adamo ed Eva si trovarono spogliati  di tutto quanto aveva loro donato, ricchezza infinita, il Padre santo —  hanno dovuto, questi due Secondi, operare in tutto e per tutto in  maniera opposta al modo di operare dei due Primi. Perciò, spingere  l’ubbidienza sino alla perfezione che si annichila e si immola nella  carne, nel sentimento, nel pensiero, nella volontà, per accettare tutto  quanto Dio vuole. Perciò, spingere la purezza ad una castità assoluta,  per cui la carne… che fu la carne per Noi due puri? Velo d’acqua sullo  spirito trionfante, carezza di vento sullo spirito re, cristallo che  isola lo spirito-signore e non lo corrompe, impulso che solleva e non  peso che opprime. Questo fu la carne per Noi. Meno pesante e sensibile  di una veste di lino, lieve sostanza interposta fra il mondo e lo  splendore dell’ io soprumanato, mezzo per operare ciò che Dio voleva. Null’altro.
                                                                                                          
  606.2Fu nostro l’amore? Certo. Il “perfetto amore” fu nostro.  Non è, uomini, amore la fame di senso che vi spinge bramosi a saziarvi  di una carne. Quella è lussuria. Nulla più. Tanto vero che amandovi così  — voi lo credete amore — non sapete compatirvi, aiutarvi, perdonarvi.  Che è allora il vostro amore? È odio. È unicamente delirio paranoico,  che vi spinge a preferire il sapore di putridi pasti al sano,  corroborante cibo di eletti sentimenti.
   Noi avemmo il “perfetto  amore”, Noi, i casti perfetti. Questo amore abbracciava Dio in Cielo e, a  Lui unito come lo sono i rami col tronco che li nutre, si espandeva e  scendeva prodigandosi di riposo, di riparo, di nutrimento, di conforto  sulla Terra e sui suoi abitanti. Nessuno escluso da questo amore. Non i  nostri simili, non gli esseri inferiori, non la natura erborea, non le  acque e gli astri. Neppure i malvagi esclusi da questo amore. Perché  anche essi, benché membri morti, erano pur sempre membri del gran corpo  del Creato, e perciò vedevamo in essi, per quanto deturpata e bruttata  dalla loro malvagità, la santa effigie del Signore, che a sua immagine e  somiglianza li aveva formati.
   Gioiendo coi buoni, piangendo sui  non buoni, pregando (amo­re fattivo che si estrinseca coll’impetrare e  ottenere protezione a chi si ama) pregando per i buoni acciò fossero  sempre più buoni per accostarsi sempre più alla perfezione del Buono che  ci ama dai Cieli, pregando per i vacillanti fra la bontà e la malvagità  perché si fortificassero e sapessero persistere sul cammino santo,  pregando per i malvagi perché la Bontà parlasse al loro spirito, li  atterrasse magari con una folgore del suo potere, ma li convertisse al  Signore Iddio loro, Noi amammo. Come nessun altro amò. Spingemmo l’amore  alle vette della perfezione per colmare, col nostro oceano d’amore,  l’abisso scavato dal disamore dei Primi, che amarono sé più di Dio,  volendo avere più che lecito non fosse per divenire superiori a Dio.
                                                                                                          
  606.3Perciò  alla purezza, ubbidienza, carità, distacco da tutte le ricchezze della  Terra (carne, potere, denaro: il trinomio di Satana opposto al trinomio  di Dio: fede, speranza, carità); perciò all’odio, alla lussuria,  all’ira, alla superbia (le quattro passioni perverse, antitesi delle  quattro virtù sante: fortezza, temperanza, giustizia, prudenza) Noi  dovemmo unire una costante pratica di tutto quanto era all’opposto del  modo di agire della coppia Adamo-Eva. E se molto, per il nostro buon  volere senza limite, ci fu ancor facile farlo, solo l’Eterno sa quanto fu eroico compiere questa pratica in certi momenti e in certi casi.
    Non voglio qui che parlarne di uno solo. E di mia Madre. Non di Me.  Della nuova Eva, la quale aveva già respinto dai più teneri anni le  blandizie usate da Satana per sedurla a mordere il frutto e sentirne il  sapore che aveva reso folle la compagna di Adamo; della nuova Eva, la  quale non si era limitata a respingere Satana, ma l’aveva vinto  schiacciandolo sotto una volontà di ubbidienza, di amore, di castità  talmente vasta che esso, il Maledetto, ne era rimasto schiacciato e  domo.
   No! No, che non si alza Satana da sotto il calcagno della  mia Madre Vergine! Sbava e spuma, rugge e bestemmia. Ma la sua bava cola  in basso, ma il suo urlo non tocca l’atmosfera che circonda la mia  Santa, la quale non ode fetore né cachinni demoniaci, non vede, neppur  vede la schifosa bava del Rettile eterno, perché le armonie celesti ed i  celesti aromi le danzano innamorati intorno alla bella e santa persona,  e perché il suo occhio, più puro del giglio e più innamorato di quello  di tortora tubante, fissa solo il suo Signore eterno, di cui è Figlia,  Madre e Sposa.
                                                                                                          
  606.4Quando  Caino uccise Abele, la bocca della madre proferì le maledizioni che il  suo spirito, separato da Dio, suggeriva contro il suo prossimo più  intimo: il figlio delle sue viscere, profanate da Satana e rese brute  dall’incomposto desiderio. E quella maledizione fu la macchia nel regno  del morale umano, come il delitto di Caino la macchia nel regno  dell’animale umano. Sangue sulla Terra, sparso da mano fraterna. Il  primo sangue, che attira come calamita millenaria tutto il sangue che  mano d’uomo sparge traendolo da vene d’uomo. Maledizione sulla Terra,  proferita da bocca d’uomo. Quasi che la Terra non fosse sufficientemente  maledetta per causa dell’uomo ribelle al suo Dio e non avesse[23]  dovuto conoscere i triboli e le spine e la durezza delle glebe, le  siccità, le grandini, i geli, i solleoni, essa che era stata creata  perfetta e servita da elementi perfetti per esser dimora facile e bella  all’uomo suo re.
   Maria deve annullare Eva. Maria vede il secondo  Caino: Giuda. Maria sa che egli è il Caino del suo Gesù, del secondo  Abele. Sa che il sangue di questo secondo Abele è stato venduto da quel  Caino e già viene sparso. Ma non maledice. Ama e perdona. Ama e  richiama.
   Oh! Maternità di Maria martire! Maternità sublime  quanto la tua virginea e divina! Di quest’ultima ti ha fatto dono Iddio!  Ma della prima tu, Madre santa, Corredentrice, ti sei fatta dono,  perché tu, tu sola hai saputo, in quell’ora, col cuore franto dai  flagelli che mi avevano franto le carni, dire a Giuda quelle parole; tu,  tu sola hai saputo, in quell’ora, mentre sentivi già la croce spaccarti  il cuore, amare e perdonare.
                                                                                                          
  606.5Maria:  la nuova Eva. Essa vi insegna la nuova religione, che spinge l’amore a  perdonare chi uccide un figlio. Non siate come Giuda, che a questa  Maestra di Grazia chiude il cuore e dispera dicendo: “Egli non mi può  perdonare”, mettendo in dubbio le parole della Madre della Verità e  perciò le mie parole, che avevano sempre ripetuto che Io ero venuto per  salvare e non perdere. Per perdonare a chi a Me veniva pentito.
    Maria, nuova Eva, ha anche Ella avuto da Dio un nuovo figlio “in  luogo di Abele ucciso da Caino”. Ma non lo ebbe con un’ora di gioia  brutale, che rende assopito il dolore sotto i vapori del senso e le  stanchezze dell’appagamento. Lo ebbe in un’ora di dolore totale,  ai piedi di un patibolo, fra i rantoli del Morente che le era Figlio,  gli improperi di una folla deicida e una desolazione immeritata e  totale, poiché anche Dio non più la consolava.
   La vita nuova  incomincia per l’Umanità e per i singoli uomini da Maria. Nelle sue  virtù e nel suo modo di vivere è la vostra scuola. E nel suo dolore, che  ebbe tutti i volti, anche quello del perdono all’uccisore del suo  Figlio, è la salvezza vostra».
                                                                                          
   606.6Dice Gesù: «Un giorno ti parlerò ancora di Caino e dei Progenitori. Vi è molto da dire e da meditare».
                                                                                                          
 5 aprile 1944.
  606.7Dice Gesù:
   «Nella Genesi si legge: “Allora Adamo pose alla sua moglie il nome di Eva, essendo essa la madre di tutti i viventi”.
    Oh! sì. La donna era nata dalla “Virago” che Dio aveva formata per  compagna di Adamo, traendola dalla costola dell’uomo. Era nata col suo  destino doloroso perché aveva voluto nascere[24]. Perché aveva voluto  conoscere ciò che Dio le aveva occultato riserbandosi la gioia di darle  la gioia di posterità senza avvilimento di senso. La compagna di Adamo  aveva voluto conoscere il bene che si cela nel male e, soprattutto, il  male che si cela nel bene, nell’apparente bene. Poiché, sedotta come era  da Lucifero, aveva appetito a conoscenze che solo Dio poteva conoscere  senza pericolo, e si era fatta creatrice. Ma, usando questa forza di  bene indegnamente, l’aveva corrotta in atto di male, perché  disubbidienza a Dio e malizia e ingordigia della carne.
   Ormai  ella era la “madre”. Pianto infinito delle cose intorno all’innocenza  della loro regina profanata! E pianto desolato della regina sulla sua  profanazione, di cui comprende l’entità e l’impossibile annullamento! Se  le tenebre e i cataclismi accompagnarono la morte dell’Innocente, anche  tenebra e bufera accompagnarono la morte dell’Innocenza e della Grazia  nei cuori dei Progenitori. Era nato il Dolore sulla Terra. E la  Provvidenza di Dio non lo volle eterno, dandovi dopo anni di dolore la  gioia di uscire dal dolore per entrare nella gioia, se sapete vivere con  animo retto.
   Guai all’uomo se avesse dovuto farsi umanamente  padrone della vita! E vivere col ricordo dei suoi delitti e il continuo  aumento degli stessi, poiché vivere senza peccare vi è più impossibile  che vivere senza respirare, creature che eravate state create per  conoscere la Luce, e che la Tenebra ha avvelenato di sé facendovi sue  vittime. La Tenebra! Essa vi circuisce continuamente. Vi avviluppa  ridestando quanto il Sacramento ha cancellato e, poiché voi ad essa non  opponete volontà d’esser di Dio, riesce a riavvelenarvi del suo veleno,  che il Battesimo aveva reso innocuo.
                                                                                                          
  606.8Dio  Padre allontanò l’uomo, della cui disubbidienza erano palesi i segni,  dal luogo delle paradisiache delizie, affinché non peccasse un’altra  volta e più ancora alzando la mano ladra al­l’albero di Vita. Non si  poteva più fidare il Padre dei suoi figli, né sentirsi sicuro nel suo  terrestre Paradiso. Satana vi era penetrato una volta per insidiargli le  creature predilette e, se aveva potuto indurli alla colpa quando erano  innocenti, con agio maggiore l’avrebbe potuto rifare ora che innocenti  non erano più.
   L’uomo aveva tutto voluto possedere, non lasciando  a Dio il tesoro d’esser il Generatore. Se ne andasse perciò con la sua  ricchezza acquistata con violenza e se la portasse seco sulla terra  d’esilio, a farlo sempre memore del suo peccato, re avvilito e spogliato  dei suoi doni. La creatura paradisiaca era divenuta creatura terrestre.  E dovevano passare secoli di dolore perché l’Unico che potesse stendere  la mano al frutto di Vita venisse e cogliesse per tutta l’Umanità tal  frutto. Lo cogliesse con le sue mani trafitte e lo desse agli uomini  perché tornassero coeredi del Cielo e possessori della Vita che non  muore in eterno.
                                                                                                          
  606.9Dice ancora la Genesi: “Adamo poi conobbe la sua moglie Eva”.
    Avevano voluto conoscere i segreti del bene e del male. Giusto era  che conoscessero ora anche il dolore di dover riprodurre se stessi nella  carne avendo l’aiuto di Dio unicamente per ciò che l’uomo non può  creare: lo spirito, scintilla che da Dio si parte, soffio che da Dio si  infonde, sigillo che sulla carne appone il segno del Creatore eterno. Ed  Eva partorì Caino.
   Eva era carica della sua colpa. Richiamo qui  la vostra attenzione su un fatto che sfugge ai più. Eva era carica della  sua colpa. Né il dolore era ancora stato subìto in misura sufficiente a  diminuire la sua colpa. Come organismo carico di tossine, ella aveva  trasmesso al figlio quanto pullulava in lei. E Caino, primo figlio  d’Eva, era nato duro, invidioso, iracondo, lussurioso, perverso, di poco  dissimile alle belve rispetto all’istinto, di molto superiore rispetto  al soprannaturale, perché nel suo io feroce egli negava  rispetto a Dio che guardava come un nemico, credendosi lecito di non  averne culto sincero. Satana lo aizzava a deridere Dio. E chi deride Dio  non rispetta nessuno al mondo. Onde coloro che sono a contatto coi  derisori dell’Eterno conoscono l’amaro del pianto, perché non vi è per  loro speranza di amore riverente nella prole, non sicurezza di amore  fedele nel consorte, non certezza di amicizia onesta nell’amico.
    Lacrime e lacrime rigarono il volto di Eva e rigarono il suo cuore  per la durezza del figlio, gettando nel suo cuore il germe del  pentimento. Lacrime e lacrime che le ottennero una diminuzione di colpa,  perché Dio al dolore di chi si pente perdona. E il secondogenito di Eva  ebbe l’anima lavata nel pianto della madre, e fu dolce e rispettoso  verso i genitori, e devoto al Signore suo, di cui sentiva l’onnipotenza  raggiare dai Cieli. Era la gioia della decaduta.
   Ma il cammino  del dolore di Eva doveva esser lungo e doloroso, proporzionato al suo  cammino nell’esperienza di peccato. In questo, fremito di sensi. In  quello, fremito di spasimi. In questo, baci. In quello, sangue. Da  questo, un figlio. Da quello, la morte di un figlio. Del prediletto per  la sua bontà. Abele diviene strumento di purificazione per la colpevole.  Ma quale dolorosa purificazione! Essa empì dei suoi ululi la Terra  esterrefatta per il fratricidio e mescolò le lacrime di una madre al  sangue di un figlio, mentre colui che l’aveva sparso, in odio a Dio e al  fratello amato da Dio, fuggiva inseguito dal suo rimorso.
                                                                                                          
  606.10Dice il Signore a Caino: “Perché sei irritato?”. Perché, se tu manchi verso di Me, ti irriti che Io non ti guardi benigno?
    Quanti Caini sono sulla Terra! Essi mi danno un culto derisore e  ipocrita o non me ne danno affatto, e vogliono che Io li guardi con  amore e li colmi di felicità.
   Dio è vostro Re. Non vostro servo.  Dio è vostro Padre. Ma un padre non è mai un servo, se si giudica  secondo giustizia. Dio è giusto. Voi non lo siete. Ma Egli lo è. E non  può certo, poiché vi colma a dismisura dei suoi benefici sol che lo  amiate un poco, non darvi i suoi castighi poiché tanto lo schernite. La  Giustizia non conosce due vie. Una è la sua via. Tale fate e tale avete.  Se siete buoni, avete bene. Se siete malvagi, avete male. E, credetelo,  è sempre molto più il bene che avete rispetto al male che dovreste  avere per la vostra maniera di vivere in ribellione alla Legge divina.
                                                                                                          
  606.11È  detto da Dio: “Non è vero che se farai bene avrai bene e se farai male  il peccato sarà subito alla tua porta?”. Infatti il bene porta ad una  costante elevazione spirituale e rende sempre più capaci di compiere un  bene sempre più grande, sino ad attingere la perfezione e divenire  santi. Mentre basta cedere al male per degradarsi e allontanarsi dalla  perfezione, conoscere il dominio del peccato che entra nel cuore e lo fa  scendere per gradi a sempre maggiore colpevolezza.
   “Ma”, dice  ancora Dio, “ma sotto di te sarà il desiderio di esso e tu lo devi  dominare”. Sì. Dio non vi ha fatto schiavi del peccato. Le passioni sono  sotto di voi. Non sopra di voi. Dio vi ha dato intelligenza e forza di  dominarvi. Anche ai primi uomini, colpiti dal rigore di Dio, Egli ha  lasciato intelligenza e forza morale. Ora, poi, da quando il Redentore  ha consumato per voi il Sacrificio, voi avete ad aiuto dell’intelligenza  e forza i fiumi della Grazia e potete, e dovete dominare il desiderio  del male. Con la vostra volontà fortificata dalla Grazia lo dovete fare.  Ecco perché gli angeli della mia Nascita cantarono alla Terra: “Pace  agli uomini di buona volontà”. Io ero venuto per riportarvi la Grazia e,  mediante il connubio di essa con la vostra buona volontà, sarebbe  venuta agli uomini la Pace. La Pace: gloria del Cielo di Dio.
                                                                                                          
  606.12“E  Caino disse al fratello: ‘Andiamo fuori’”. Menzogna che cela sotto un  sorriso il tradimento che uccide. La delinquenza è sempre menzognera.  Verso le sue vittime e verso il mondo che cerca ingannare. E vorrebbe  ingannare anche Dio. Ma Dio legge nei cuori.
   “Andiamo fuori”.  Tanti secoli dopo, uno disse: “Salve, Maestro”, e lo baciò. I due Caini  nascosero il delitto sotto un’apparenza innocua e sfogarono l’invidia,  l’ira, la prepotenza loro e tutti i malvagi istinti, sulla vittima,  perché non avevano dominato se stessi, ma del proprio io corrotto avevano fatto schiavo lo spirito.
    Eva sale nell’espiazione. Caino scende verso l’inferno. La  disperazione lo prende e ve lo sprofonda. E con la disperazione, ultimo  colpo mortale allo spirito già languente per il suo delitto, viene la  paura fisica, vile, della punizione umana. Non più essere memore del  Cielo, l’uomo dall’anima morta è un animale che trema per la sua vita  animale. La morte, il cui aspetto è sorriso per i giusti poiché per essa  essi vanno alla gioia del possesso di Dio, è terrore a coloro che sanno  che morire vuol dire passare dall’inferno del cuore all’Inferno di  Satana in eterno. E come allucinati vedono dovunque vendetta pronta a  colpirli.
                                                                                                          
  606.13Ma  sappiate — parlo ai giusti — sappiate che se il rimorso e le tenebre di  un cuore colpevole permettono e fomentano le allucinazioni del  peccatore, a nessuno è lecito erigersi a giudice del fratello e tanto  meno a giustiziere. Uno solo è Giudice: Dio. E se la giustizia dell’uomo  ha creato i suoi tribunali, ad essi occorre deferire il compito di  amministrare giustizia, e guai a coloro che profanano tal nome e  giudicano per aculeo di passione propria o per pressione di potenze  umane.
   Maledizione a chi si fa giustiziere privato di un suo  simile! Ma maledizione ancor più grande a chi, senza coefficiente di  impulsivo sdegno ma per freddo calcolo umano, manda a morte o a disonore  di carcere senza giustizia. Ché, se a colui che uccide chi uccise sarà  dato castigo sette volte più grande, come disse il Signore sarebbe  avvenuto di chi colpiva Caino, colui che senza giustizia condanna, per  asservimento a Satana in veste di Prepotere umano, sarà colpito  settantasette volte dal rigore di Dio.
   Questo occorrerebbe aver sempre presente, e specie in quest’ora[25],  uomini che vi uccidete a vicenda per fare dei caduti la base del vostro  trionfo, e non sapete che vi scavate sotto i piedi il trabocchetto in  cui precipiterete maledetti da Dio e dagli uomini. Poiché Io ho detto:  “Non ucciderai”.
                                                                                                          
  606.14Eva  sale sul suo cammino di espiazione. Il pentimento cresce in lei davanti  alle prove del suo peccato. Volle conoscere il bene e il male. E il  ricordo del bene perduto le è come il ricordo del sole ad uno  subitamente acciecato; e il male le sta davanti nella spoglia del figlio  ucciso e intorno per il vuoto lasciato dal figlio omicida e fuggiasco. E  nasce Set. E, da Set, Enos. Il primo sacerdote.
   Voi vi gonfiate  la mente dei fumi della vostra scienza e parlate di evoluzione come di  un segno della vostra formazione spontanea. L’uomo-animale evolvendosi  raggiungerà il superuomo. Dite così[26].  Sì. Così è. Ma a modo mio. Nel campo mio. Non nel vostro. Non passando  dalla sorte di quadrumani a quella di uomini. Ma passando da quella di  uomini a quella di spiriti. Tanto più crescerà lo spirito e tanto più vi  evolverete.
   Voi che parlate di glandole, e vi empite la bocca  parlando di ipofisi o pineale, e mettete in essa la sede della vita,  presa non nel tempo che la vivete ma nei tempi che hanno preceduto e che  susseguiranno la vostra vita attuale, sappiate che la vera ghiandola  vostra, quella che fa di voi i possessori eterni della Vita, è lo  spirito vostro. Più questo sarà sviluppato e più possederete le luci  divine e vi evolverete da uomini a dèi, immortali dèi, ottenendo così,  senza contravvenire al desiderio di Dio, al suo comando circa l’albero  di Vita, di possedere questa Vita proprio come Dio vuole la possediate,  poiché Egli per voi l’ha creata eterna e fulgida, abbraccio beatifico  con la sua eternità che vi assorbe in sé e vi comunica le sue proprietà.
   Più lo spirito sarà evoluto e più conoscerete Dio.
                                                                                                          
  606.15Conoscere  Dio vuol dire amarlo e servirlo, e perciò esser capaci di invocarlo per  sé e per gli altri. Divenire perciò i sacerdoti che dalla Terra pregano  per i fratelli. Poiché è sacerdote il consacrato. Ma lo è anche il  credente convinto, amoroso, fedele. Lo è soprattutto l’anima vittima che  immola se stessa per impulso di carità.
   Non è l’abito, ma  l’animo quello che Dio osserva. E in verità vi dico che, agli occhi  miei, appaiono molti tonsurati che di sacerdotale non hanno che la  tonsura[27]  e molti laici nei quali la Carità, che li possiede e dalla quale si  lasciano consumare, è Olio dell’ordinazione che fa di essi i miei  sacerdoti, ignoti al mondo ma noti a Me che li benedico».

[22] coppia Adamo-Eva, protagonista di: Genesi 1, 26-29; 2, 7-25; 3; 4, 1-16.25-26, ivi inclusa la storia di Caino e Abele, cui si fa riferimento più sotto.
[23] e non avesse, invece di e avesse, è correzione nostra.
[24] aveva voluto nascere, perché fu in conseguenza del suo peccato, commesso volutamente, che la Virago (la donna tratta dall’uomo) divenne Eva (la madre di tutti i viventi).
[25] specie in quest’ora, poiché nel 1944 imperversava la seconda guerra mondiale.
[26] Dite così, come già in 4.7.
[27] la tonsura, particolare taglio dei capelli, era ai tempi della scrittrice uno dei segni esteriori del sacerdote e del religioso.


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