02144 - SPIRITUALITÀ

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Vol.02 • cap.144 • I samaritani invitano Gesù a Sicar.

  23 aprile 1945.
  144.1 Vengono alla volta di Gesù un gruppo di notabili samaritani guidati da Fotinai.
     «Dio sia con Te, Rabbi. La donna ci ha detto che sei un profeta e  che non sdegni parlare con noi. Ti preghiamo restare con noi e non  negarci la tua parola perché, se è vero che siamo recisi da Giuda, non è  detto che solo Giuda sia santo e tutto il peccato sia in Samaria. Anche  fra noi c’è chi è giusto».
    «L’ho detto anche Io a costei questo concetto. Non mi impongo, ma non mi rifiuto se c’è chi mi cerca».
    «Sei giusto.
                                                                                                          
  144.2 La donna ci ha detto che Tu sei il Cristo. È vero? Rispondici in nome di Dio».
    «Lo sono. L’epoca messianica è venuta. Israele è riunito dal suo Re. E non Israele solo».
    «Ma Tu sarai per coloro che… che non sono nell’errore come noi siamo», osserva un anziano imponente.
     «Uomo, Io leggo in te il capo di tutti questi e leggo anche una  onesta ricerca del Vero. Ora ascolta, tu istruito nelle letture sacre. A  Me fu detto ciò che lo Spirito disse[103]  ad Ezechiele quando gli dette missione profetica: “Figlio dell’uomo, Io  ti mando ai figli d’Israele, ai popoli ribelli che si sono allontanati  da Me… Sono figli di dura faccia e di cuore indomabile… Può essere che  essi stiano a sentirti e poi non ne facciano conto delle tue parole, che  mie sono, perché è una casa ribelle, ma almeno sapranno che in  mezzo ad essi è un profeta. Tu dunque non avere paura di loro, non ti  spaventino i loro discorsi perché essi sono increduli e sovversivi…  Riferisci ad essi le mie parole, sia che ti diano o che non ti diano  ascolto. Tu fa’ quello che ti dico, ascolta ciò che ti dico per non  essere ribelle come essi. Perciò mangia qualunque cibo Io ti porgo”. Ed  Io sono venuto. Non mi illudo e non pretendo di essere accolto come un  trionfatore. Ma, poi che la volontà di Dio è il mio miele, ecco che Io  la compio, e se volete vi dico le parole che lo Spirito ha messo in Me».
    «Come può mai l’Eterno aver avuto pensiero a noi?».
    «Perché Egli è Amore, figli».
    «Così non dicono i rabbi di Giuda».
    «Ma così vi dice il Messia del Signore».
                                                                                                          
  144.3 «È detto[104] che il Messia nascerebbe da una vergine di Giuda. * Tu da chi e come nascesti?».
     «A Betlem Efrata da Maria della stirpe di Davide, per opera di  spirituale concepimento. Vogliate crederlo». La bella voce di Gesù è uno  squillo di gioioso trionfo nel proclamare la verginità della Madre.
     «Il tuo viso splende di una grande luce. No. Tu non puoi mentire. I  figli delle tenebre hanno tenebroso volto e occhio turbato. Tu sei  luminoso; limpido come un mattino d’aprile è il tuo occhio, e la tua  parola è buona. Entra in Sicar, te ne prego, e ammaestra i figli di  questo popolo. Poi te ne andrai… e noi ricorderemo la Stella che rigò il  nostro cielo…».
    «E perché non seguireste la stessa?».
     «Come vuoi che si possa?». Parlano mentre si dirigono verso la città.  «Noi siamo i recisi. Almeno così è detto. Ma ormai siamo nati in questa  fede e non sappiamo se sia giusto lasciarla. Inoltre… sì, con Te  possiamo parlare, lo sento. Inoltre anche noi abbiamo occhi per vedere e  cervello per pensare. Quando, per viaggi o commerci, passiamo dalle  terre vostre, tutto quello che vediamo non è santo al punto da farci  persuasi che Dio è con voi di Giuda, né con voi di Galilea».
    «In  verità ti dico che, del non avervi persuasi e ricondotti a Dio non con  le offese e le maledizioni ma con l’esempio e la carità, ne sarà fatto  capo d’accusa al resto d’Israele».
    «Quanta sapienza in Te! Udite!?».
    Tutti assentono con mormorii di ammirazione.
                                                                                                          
  144.4 La città intanto è raggiunta e molta altra gente si accosta mentre si dirigono verso una casa.
     «Ascolta, Rabbi. Tu, che sapiente e buono sei, risolvi un dubbio  nostro. Molto del nostro futuro può venire da questo. Tu che sei il  Messia, restauratore perciò del regno di Davide, devi avere gioia di  riunire questo membro sparso al corpo dello Stato. Non è vero?».
     «Non tanto di riunire le parti separate di ciò che è caduco, quanto di  ricondurre a Dio tutti gli spiriti Io mi curo, ed ho gioia se restauro  la Verità in un cuore. Ma esponi il tuo dubbio».
    «I nostri padri  peccarono. Da allora le anime di Samaria sono invise a Dio. Perciò che  bene ne avremo se seguiremo il Bene? Per sempre lebbrosi siamo agli  occhi di Dio».
    «Il vostro è l’eterno rimpianto, il perenne scontento di tutti gli scismatici. Ma ancora ti rispondo[105]  con Ezechiele: “Tutte le anime sono mie, dice il Signore. Tanto quella  del padre come quella del figlio. Ma morirà solo l’anima che ha peccato.  Se un uomo sarà giusto, se non sarà idolatra, se non fornicherà, se non  ruberà e non farà usura, se avrà misericordia per la carne e per lo  spirito altrui, costui sarà giusto agli occhi miei e vivrà di vera  vita”. E ancora: “Se un giusto avrà un figlio ribelle, avrà forse questo  figlio la vita perché il padre era giusto? Non l’avrà”. E ancora: “Se  il figlio di un peccatore sarà un giusto, sarà morto come il padre  perché figlio di esso? No. Vivo sarà della eterna vita perché fu giusto.  Non sarebbe giustizia che uno portasse il peccato dell’altro. L’anima  che ha peccato morrà. Quella che non ha peccato non morrà. E se chi ha  peccato si pente e viene alla Giustizia, ecco che lui pure avrà vera  vita”. Il Signore Iddio, unico e solo Signore, dice: “Io non voglio la  morte del peccatore, ma che egli si converta e abbia la Vita”. Per  questo mi ha mandato, o figli erranti. Perché abbiate la vera vita. Io  sono la Vita. Chi crede in Me ed in Colui che mi ha mandato avrà la vita  eterna, anche se fino ad ora fu peccatore».
    «Eccoci alla mia casa, Maestro. Non hai orrore entrarvi?».
    «Ho orrore solamente del peccato».
     «Vieni, allora, e sosta. Spezzeremo insieme il pane e poi, se non  ti è di peso, Tu ci spezzerai la parola di Dio. Ha un altro sapore  questa parola da Te data… e noi abbiamo qui un tormento: questo di non  sentirci sicuri di essere nel giusto…».
    «Tutto si calmerebbe se  osaste venire apertamente alla Verità. Dio parli in voi, o cittadini.  Presto scende la sera. Ma domani a terza Io vi parlerò a lungo, se lo  volete. Andate con la Misericordia vicina».

[103] disse, in: Ezechiele 2, 2-8.
[104] È detto, in: Isaia 7, 14; Michea 5, 1-2.
[105] rispondo, come in: Ezechiele 18.


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