IL SACRIFICIO EUCARISTICO "FONTE E APICE DI TUTTA LA VITA CRISTIANA"
ECCLESIA DE EUCHARISTIA
L'enciclica del Papa sull'Eucarestia
Perché unEnciclica sullEucaristia? LEnciclica è un atto del Magistero ordinario di cui si serve il Papa per chiarire alcuni problemi di natura dottrinale, morale, comportamentale, ecc.; per approvare un buon lavoro e/o per denunciare scelte sbagliate. A partire da una diagnosi sulloggi, si indica la terapia adatta al momento. LEnciclica ribadisce la dottrina tradizionale della Chiesa Cattolica sullEucaristia e si lamenta che, in qualche ambito, essa è disattesa, negata, offesa oppure manipolata. Proponiamo una sintesi dei contenuti ma invitiamo tutti a leggere direttamente e nel testo originale, limportante documento.
INTRODUZIONE.
1. La Chiesa vive dellEucaristia. Il Concilio Vaticano II ha proclamato che il Sacrificio eucaristico è "fonte e apice di tutta la vita cristiana" (L.G., 11). "Infatti, nella santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo" (P.O., 5). /.../
3. /.../ Proprio per questo lEucaristia, che del mistero pasquale è il sacramento per eccellenza, si pone al centro della vita ecclesiale. /.../ Il Giovedì Santo, durante lUltima Cena /.../ Listituzione dellEucaristia anticipava sacramentalmente gli eventi che di lì a poco si sarebbero realizzati, a partire dallagonia del Getsemani /.../
4. Lora della nostra redenzione. /.../ Lagonia nel Getsemani è stata lintroduzione allagonia della Croce del Venerdì Santo. /.../ A quel luogo e a quellora si riporta spiritualmente ogni presbitero, che celebra la Santa Messa, insieme con la comunità cristiana che vi partecipa. /.../
5. /.../ È il ministro dellEucaristia (= il sacerdote), grazie alla facoltà datagli nel sacramento dellOrdinazione sacerdotale, a compiere la consacrazione. /.../ Il sacerdote pronuncia queste parole o piuttosto mette la sua bocca e la sua voce a disposizione di Colui che le pronunciò nel Cenacolo /.../
RICCHEZZA DEL CONCILIO DI TRENTO
9. LEucarestia, /.../ e quanto di più prezioso la Chiesa possa avere /.../ Si spiega così la premurosa attenzione che essa ha sempre riservato al Mistero eucaristico, unattenzione che emerge, in modo autorevole, nellopera dei Concili e dei Sommi Pontefici.
Come non ammirare le esposizioni dottrinali dei Decreti sulla Santissima Eucaristia e sul Sacrosanto Sacrificio della Messa, promulgati dal Concilio di Trento? Quelle pagine hanno guidato nei secoli successivi sia la teologia, sia la catechesi e tuttora sono punto di riferimento dogmatico per il continuo rinnovamento e per la crescita del Popolo di Dio nella fede e nellamore allEucaristia.
CONCILIO VATICANO III
Il Concilio Vaticano II, /.../ illustra, i vari aspetti lungo lintero arco dei suoi documenti, specialmente nella Costituzione dogmatica sulla Chiesa "Lumen gentium" e nella Costituzione sulla Sacra Liturgia "Sacrosanctum Concilium". Nei primi anni del mio Ministero apostolico sulla Cattedra di Pietro, con la Lettera apostolica Dominicae Cenae (24 febbraio 1980) ho trattato alcuni aspetti del Mistero eucaristico e della sua incidenza nella vita di chi ne è ministro. /.../
LUCI ED OMBRE
10. Non cè dubbio che la riforma liturgica del Concilio abbia portato grandi vantaggi per una più consapevole, attiva e fruttuosa partecipazione dei fedeli al santo Sacrificio dellaltare. In tanti luoghi, poi, ladorazione del Santissimo Sacramento trova ampio spazio quotidiano e diventa sorgente inesauribile di santità. /.../ Purtroppo, accanto a queste luci, non mancano delle ombre.
A) Infatti vi sono luoghi dove si registra un pressoché completo abbandono del culto di adorazione eucaristica.
B) Si aggiungono, nelluno o nellaltro contesto ecclesiale, abusi che contribuiscono ad oscurare la retta fede e la dottrina cattolica su questo mirabile Sacramento.
C) Emerge talvolta una comprensione assai riduttiva del Mistero eucaristico. Spogliato del suo valore sacrificale, viene vissuto come se non oltrepassasse il senso e il valore di un incontro conviviale fraterno.
D) Inoltre, la necessità del sacerdozio ministeriale, che poggia sulla successione apostolica, rimane talvolta oscurata e la sacramentalità dellEucaristia viene ridotta alla sola efficacia dellannuncio.
E) Di qui anche, qua e là, iniziative ecumeniche che, pur generose nelle intenzioni, indulgono a prassi eucaristiche contrarie alla disciplina nella quale la Chiesa esprime la sua fede.
Come non manifestare, per tutto questo, profondo dolore? LEucaristia è un dono troppo grande per sopportare ambiguità e diminuzioni. Confido che questa mia Lettera enciclica possa contribuire efficacemente a che vengano dissipate le ombre di dottrine e pratiche non accettabili, affinché lEucaristia risplenda in tutto il suo mistero.
SACRIFICIO EUCARISTICO
CAPITOLO PRIMO - MISTERO DELLA FEDE
11. /.../ Il Sacrificio eucaristico /.../ porta indelebilmente inscritto levento della passione e della morte del Signore. Non ne è solo levocazione, ma la ripresentazione sacramentale. È il sacrificio della Croce che si perpetua nei secoli. [cfr. Sacrosanctum concilium, 47]. 12. /.../ Istituendolo, egli non si limitò a dire "Questo è il mio corpo", "questo è il mio sangue", ma aggiunse "dato per voi..., versato per voi" (Lc 22,19-20). Non affermò soltanto che ciò che dava loro da mangiare e da bere era il suo corpo e il suo sangue, ma ne espresse altresì il valore sacrificale, rendendo presente in modo sacramentale il suo sacrificio, che si sarebbe compiuto sulla Croce alcune ore dopo per la salvezza di tutti. "La Messa è ad un tempo e inseparabilmente il memoriale del sacrificio nel quale si perpetua il sacrificio della Croce e il sacro banchetto della comunione al corpo e al sangue del Signore" (C.C.C., n. 1382). /.../ In effetti, "il sacrificio di Cristo e il sacrificio dellEucaristia sono un unico sacrificio" (C.C.C., n. 1367). La Messa rende presente il sacrificio della Croce, non vi si aggiunge e non lo moltiplica. Quello che si ripete è la celebrazione memoriale, l"ostensione memoriale" (memorialis demonstratio) (Pio XII, Mediator Dei) di esso, per cui lunico e definitivo sacrificio redentore di Cristo si rende sempre attuale nel tempo. La natura sacrificale del Mistero eucaristico non può essere, pertanto, intesa come qualcosa a sé stante, indipendentemente dalla Croce o con un riferimento solo indiretto al sacrificio del Calvario. 13. LEucaristia è sacrificio in senso proprio, e non solo in senso generico, come se si trattasse del semplice offrirsi di Cristo quale cibo spirituale ai fedeli. /.../
PRESENZA REALE
15. La ripresentazione sacramentale nella Santa Messa del sacrificio di Cristo coronato dalla sua risurrezione implica una specialissima presenza che - per riprendere le parole di Paolo VI - « si dice "reale" non per esclusione, quasi che le altre non siano "reali", ma per antonomasia perché è sostanziale, e in forza di essa Cristo, Uomo-Dio, tutto intero si fa presente » (Mysterium fidei). È riproposta così la sempre valida dottrina del Concilio di Trento: "Con la consacrazione del pane e del vino si opera la conversione di tutta la sostanza del pane nella sostanza del Corpo di Cristo, nostro Signore, e di tutta la sostanza del vino nella sostanza del suo Sangue. Questa conversione in modo conveniente e appropriato è chiamata dalla santa Chiesa cattolica transustanziazione" (Sez XXIII, Decret. Sull Eucaristia, cap. 4: DS 1642). /.../ Resta il confine additato da Paolo VI: "Ogni spiegazione teologica, che tenti di penetrare in qualche modo questo mistero, per essere in accordo con la fede cattolica, deve mantenere fermo che, nella realtà obiettiva, indipendentemente dal nostro spirito, il pane e il vino han cessato di esistere dopo la consacrazione, sicché da quel momento sono il Corpo e il Sangue adorabili del Signore Gesù ad essere realmente dinanzi a noi sotto le specie sacramentali del pane e del vino" (Credo del Popolo di Dio, n. 25-26). 20. /.../ Partecipare allEucaristia comporta, limpegno di trasformare la vita, perché essa diventi, in certo modo, tutta "eucaristica". /.../
CAPITOLO SECONDO - LEUCARISTIA EDIFICA LA CHIESA
21. /.../ Cè un influsso causale dellEucaristia, alle origini stesse della Chiesa /.../ gli Apostoli "furono ad un tempo il seme del nuovo Israele e lorigine della sacra gerarchia" (Ad gentes, 5). Offrendo loro come cibo il suo Corpo e il suo Sangue, Cristo li coinvolgeva misteriosamente nel sacrificio che si sarebbe consumato di lì a poche ore sul Calvario /.../
MISSIONE DELLA CHIESA: PROLUNGARE LA MISSIONE DI CRISTO
22. /.../ La missione della Chiesa è in continuità con quella di Cristo. "Come il Padre ha mandato me, anchio mando voi" (Gv 20,21). Perciò dalla perpetuazione nellEucaristia del sacrificio della Croce e dalla comunione col corpo e con il sangue di Cristo la Chiesa trae la necessaria forza spirituale per compiere la sua missione. Così lEucaristia si pone come fonte e insieme come culmine di tutta levangelizzazione, poiché il suo fine è la comunione degli uomini con Cristo e in Lui col Padre e con lo Spirito Santo (P.O., 5). 24. /.../ La mensa eucaristica /.../ è ben al di sopra della semplice esperienza conviviale umana. /.../ LEucaristia, costruendo la Chiesa, proprio per questo crea comunità fra gli uomini.
IL CULTO EUCARISTICO FUORI DELLA MESSA
25. Il culto reso allEucaristia fuori della Messa è di un valore inestimabile nella vita della Chiesa. Tale culto è strettamente congiunto con la celebrazione del Sacrificio eucaristico. La presenza di Cristo sotto le sacre specie che si conservano dopo la Messa - presenza che perdura fintanto che sussistono le specie del pane e del vino - deriva dalla celebrazione del Sacrificio e tende alla comunione, sacramentale e spirituale. Spetta ai Pastori incoraggiare, anche con la testimonianza personale, il culto eucaristico, particolarmente le esposizioni del Santissimo Sacramento, nonché la sosta adorante davanti a Cristo presente sotto le specie eucaristiche. /.../ LEucaristia è un tesoro inestimabile: non solo il celebrarla, ma anche il sostare davanti ad essa fuori della Messa consente di attingere alla sorgente stessa della grazia. Una comunità cristiana /.../ non può non sviluppare anche questo aspetto del culto eucaristico, nel quale si prolungano e si moltiplicano i frutti della comunione al corpo e al sangue del Signore.
NECESSITÀ DEL SACERDOTE
CAPITOLO TERZO - LAPOSTOLICITÀ DELLEUCARISTIA E DELLA CHIESA
26. /.../ LEucaristia edifica la Chiesa e la Chiesa fa lEucaristia, ne consegue che la connessione tra luna e laltra è strettissima. /.../ per cui se la Chiesa è "una, santa, cattolica e apostolica", una e cattolica è anche lEucaristia. /.../ Ma è soprattutto alla sua apostolicità che vogliamo ora rivolgere la nostra attenzione. 27. La Chiesa è apostolica in un triplice senso (cfr. C.C.C., n. 857). 28. Terzo senso. La Chiesa è apostolica nel senso che, « fino al ritorno di Cristo, continua ad essere istruita, santificata e guidata dagli Apostoli grazie ai loro successori nella missione pastorale: il collegio dei Vescovi, "coadiuvato dai sacerdoti ed unito al successore di Pietro e supremo pastore della Chiesa" » (n. 857). La successione agli Apostoli nella missione pastorale implica necessariamente il sacramento dellOrdine, ossia lininterrotta serie, risalente fino agli inizi, di Ordinazioni episcopali valide. Questa successione è essenziale, perché ci sia la Chiesa in senso proprio e pieno. /.../ È il sacerdote ministeriale che "compie il Sacrificio eucaristico in persona di Cristo e lo offre a Dio a nome di tutto il popolo" (Lumen gentium, 10). Per questo nel Messale Romano è prescritto che sia unicamente il sacerdote a recitare la preghiera eucaristica, mentre il popolo vi si associa con fede e in silenzio.
SOLO IL SACERDOTE CELEBRA LA MESSA
CELEBRARE LA MESSA NON È UN POTERE DELLASSEMBLEA
29. "Il sacerdote ministeriale compie il Sacrificio eucaristico in persona di Cristo" (Lumen gentium, 10 e 28; P.O., n. 2). /.../ In persona Christi « vuol dire di più che "a nome", oppure "nelle veci" di Cristo. In persona: cioè nella specifica, sacramentale identificazione col sommo ed eterno Sacerdote, che è lautore e il principale soggetto di questo suo proprio sacrificio, nel quale in verità non può essere sostituito da nessuno » (Dominicae Cenae, 8). Il ministero dei sacerdoti che hanno ricevuto il sacramento dellOrdine, nelleconomia di salvezza scelta da Cristo, manifesta che lEucaristia, da loro celebrata, è un dono che supera radicalmente il potere dellassemblea ed è comunque insostituibile per collegare validamente la consacrazione eucaristica al sacrificio della Croce e allUltima Cena.
LASSEMBLEA HA NECESSITÀ DI UN SACERDOTE ORDINATO PER ESSERE VERA ASSEMBLEA EUCARISTICA
La comunità non è in grado di darsi da sola il ministro ordinato. /.../ È il Vescovo che, mediante il sacramento dellOrdine, costituisce un nuovo presbitero conferendogli il potere di consacrare lEucaristia. LEucaristia non può essere celebrata in nessuna comunità se non da un Sacerdote ordinato come ha espressamente insegnato il Concilio Lateranense IV.
AMBIGUITÀ ECUMENICHE
30. "Le Comunità ecclesiali da noi separate /.../ non hanno conservato la genuina ed integra sostanza dei Mistero eucaristico (U.R. 22).
A) - I fedeli cattolici, pertanto, /.../ debbono astenersi dal partecipare alla comunione distribuita nelle loro celebrazioni, per non avallare unambiguità sulla natura dellEucaristia e mancare, di conseguenza, al dovere di testimoniare con chiarezza la verità. /.../
B) - Similmente, non si può pensare di sostituire la Santa Messa domenicale con celebrazioni ecumeniche della Parola o con incontri di preghiera in comune con cristiani appartenenti alle suddette Comunità ecclesiali oppure con la partecipazione al loro servizio liturgico. /.../ 31. /.../ Il Sacrificio eucaristico, risulta il centro e la radice di tutta la vita del presbitero" (P.O., n.14). Si capisce, dunque, quanto sia importante per la vita spirituale del sacerdote, che egli attui la raccomandazione conciliare di celebrare quotidianamente lEucaristia, "la quale è sempre un atto di Cristo e della sua Chiesa, anche quando non è possibile che vi assistano i fedeli" (P.O., n. 14; C.D.C. can. 904; C.C.C.O., can. 378)
SOLO AL PRETE COMPETE DI OFFRIRE LA MESSA
33. "Non è possibile che si formi una comunità cristiana se non avendo come radice e come cardine la celebrazione della sacra Eucaristia" (P.O., n. 6). /.../
LEUCARISTIA NON PUÒ MAI ESSERE UN ATTO ISOLATO
ESSA È VERA E PIENA SOLO SE È CELEBRATA IN UNITÀ CON TUTTI I SUOI VINCOLI VISIBILI E
INVISIBILI
CAPITOLO QUARTO - LEUCARISTIA E LA COMUNIONE ECCLESIALE
35. La celebrazione dellEucaristia, e quindi la comunione, presuppone e richiede vincoli invisibili (spirituali) e vincoli visibili implicanti la comunione nella dottrina degli Apostoli, nei Sacramenti e nellordine gerarchico. /.../ Solo in questo contesto si ha la legittima celebrazione dellEucaristia e la vera partecipazione ad essa. Perciò risulta unesigenza intrinseca allEucaristia che essa sia celebrata nellintegrità dei suoi vincoli.
COMUNIONE INVISIBILE
LA MESSA RICHIEDE E PROMUOVE LA VITA DI GRAZIA
36. La comunione invisibile, pur essendo per sua natura sempre in crescita, suppone la vita di grazia, per mezzo della quale si è resi "partecipi della natura divina" (2 Pt 1,4), e la pratica delle virtù della fede, della speranza e della carità. /.../ Non basta la fede, ma occorre perseverare nella grazia santificante e nella carità, occorre cioè, per dirla con le parole di san Paolo, "la fede che opera per mezzo della carità" (Gal 5,6). /.../ "Chi è consapevole di aver commesso un peccato grave, deve ricevere il sacramento della Riconciliazione prima di accedere alla comunione" (C.C.C., n. 1385). Ribadisco che vige e vigerà sempre nella Chiesa la norma con cui il Concilio di Trento ha concretizzato la severa ammonizione dellapostolo Paolo affermando che, al fine di una degna ricezione dellEucaristia, "si deve premettere la confessione dei peccati, quando uno è conscio di peccato mortale".
EUCARESTIA E PENITENZA SONO STRETTAMENTE LEGATE
/.../ DallEucaristia deriva unesigenza continua di conversione (2 Cor 5, 20). Se il cristiano ha sulla coscienza il peso di un peccato grave, allora litinerario di penitenza attraverso il sacramento della Riconciliazione, diventa via obbligata per accedere alla piena partecipazione al Sacrificio eucaristico (cfr. C.D.C., can. 915).
COMUNIONE VISIBILE
38. La comunione ecclesiale, è anche visibile, e si esprime nei vincoli elencati dallo stesso Concilio: "vincoli della professione di fede, dei Sacramenti, del governo ecclesiastico e della comunione" (Lumen gentium, 14). /.../ Non è possibile dare la comunione alla persona che non sia battezzata o che rifiuti lintegra verità di fede sul Mistero eucaristico /.../ il Sacramento del Corpo e del Sangue di Cristo, non consente finzioni.
LA MESSA NON È MAI CELEBRAZIONE SOLO DI UNA COMUNITÀ
LA COMUNITÀ NON È AUTOSUFFICIENTE
DEVE ESSERE IN COMUNIONE COL VESCOVO E COL PAPA
40. LEucaristia crea comunione ed educa alla comunione /.../
VALORE CENTRALE DELLA MESSA DOMENICALE
41. Questa peculiare efficacia nel promuovere la comunione, che è propria dellEucaristia, è uno dei motivi dellimportanza della Messa domenicale. Sulla sua centralità per la vita della Chiesa mi sono soffermato nella Lettera apostolica circa la santificazione della domenica Dies Domini (nn. 31-51) ricordando, tra laltro, che per i fedeli partecipare alla Messa è un obbligo, a meno che non abbiano un impedimento grave, sicché ai Pastori simpone il corrispettivo dovere di offrire a tutti leffettiva possibilità di soddisfare al precetto (idem, nn. 48-49; n. 36). /.../ 42. /.../ La Chiesa ha dato delle norme che mirano insieme a favorire laccesso frequente e fruttuoso dei fedeli alla Mensa eucaristica e a determinare le condizioni oggettive in cui ci si deve astenere dallamministrare la comunione. /.../
VERO E FALSO ECUMENISMO
44. Proprio perché lunità della Chiesa, che lEucaristia realizza mediante il sacrificio e la comunione al Corpo e al Sangue del Signore, ha linderogabile esigenza della completa comunione nei vincoli della professione di fede, dei Sacramenti e del governo ecclesiastico, non è possibile concelebrare la stessa liturgia eucaristica fino a che non sia ristabilita lintegrità di tali vincoli. /.../ Non bisogna introdurre o avallare ambiguità sulluna o sullaltra verità di fede. Il cammino verso la piena unità non può farsi se non nella verità. /.../ 45. /.../ in nessun caso è legittima la concelebrazione in mancanza della piena comunione, /.../ solo in circostanze speciali, /.../ per provvedere a un grave bisogno spirituale per leterna salvezza di singoli fedeli /.../ con gli Orientali che, trovandosi in buona fede separati dalla Chiesa cattolica, chiedono spontaneamente di ricevere lEucarestia dal ministro cattolico e sono ben disposti /.../ 46. NellEnciclica Ut unum sint ho detto: "E' motivo di gioia ricordare che i ministri cattolici possano, in determinati casi particolari, amministrare i sacramenti dellEucaristia, della Penitenza, dellUnzione degli infermi ad altri cristiani che non sono in piena comunione con la Chiesa cattolica, ma che desiderano ardentemente riceverli, li domandano liberamente, e manifestano la fede che la Chiesa cattolica confessa in questi Sacramenti. Reciprocamente, in determinati casi e per particolari circostanze, anche i cattolici possono fare ricorso per gli stessi Sacramenti ai ministri di quelle Chiese in cui essi sono validi" (n. 46). /.../ Il rifiuto di una o più verità di fede su questi Sacramenti e, tra di esse, di quella concernente la necessità del Sacerdozio ministeriale affinché siano validi, rende il richiedente non disposto ad una loro legittima amministrazione. Ed anche inversamente, un fedele cattolico non potrà ricevere la comunione presso una comunità mancante del valido sacramento dellOrdine (U.R., n. 22).
CAPITOLO QUINTO - IL DECORO DELLA CELEBRAZIONE EUCARISTICA
48. Bisogna celebrare lEucaristia in un contesto degno di così grande Mistero.
SACRIFICIO NON SOLO BANCHETTO
/.../ Il "convito" resta pur sempre un convito sacrificale, segnato dal sangue versato sul Golgota. /.../ a questo pane speciale non ci si può accostare che con lumiltà del centurione del Vangelo: "Signore, non sono degno che tu entri sotto il mio tetto" (Mt 8,8; Lc 7,6).
50. /.../ Occorre prestare ogni attenzione alle norme che regolano la costruzione e larredo degli edifici sacri. /.../
NIENTE ABUSI, ARBITRI E INNOVAZIONI NON AUTORIZZATE
NON È PADRONE DELLA LITURGIA NÉ IL PRETE, NÉ LA COMUNITÀ
51. E necessaria una sana quanto doverosa "inculturazione" /.../ Tuttavia /.../ il "tesoro" è troppo grande e prezioso per rischiare di impoverirlo o di pregiudicarlo mediante sperimentazioni o pratiche introdotte senza unattenta verifica da parte delle competenti Autorità ecclesiastiche. /.../ 52. /.../ Occorre purtroppo lamentare che, soprattutto a partire dagli anni della riforma liturgica post-conciliare, per un malinteso senso di creatività e di adattamento, non sono mancati abusi, che sono stati motivo di sofferenza per molti. Una certa reazione al "formalismo" ha portato qualcuno, specie in alcune regioni, a ritenere non obbliganti le "forme" scelte dalla grande tradizione liturgica della Chiesa e dal suo Magistero e a introdurre innovazioni non autorizzate e spesso del tutto sconvenienti. Sento perciò il dovere di fare un caldo appello perché, nella Celebrazione eucaristica, le norme liturgiche siano osservate con grande fedeltà. /.../ La liturgia non è mai proprietà privata di qualcuno, né del celebrante né della comunità nella quale si celebrano i Misteri. /.../ Proprio per rafforzare questo senso profondo delle norme liturgiche, ho chiesto ai Dicasteri competenti della Curia Romana di preparare un documento più specifico, con richiami anche di carattere giuridico, su questo tema di grande importanza. /.../ Nessun arbitrio personale, quindi, che non rispetti il carattere sacro e la dimensione universale dellEucaristia.
CAPITOLO SESTO - ALLA SCUOLA DI MARIA, DONNA "EUCARISTICA"
54. /.../ "Fate questo in memoria di me!" diventa al tempo stesso accoglimento dellinvito di Maria ad obbedirgli senza esitazione: "Fate quello che vi dirà" (Gv 2,5). /.../ 55. Cè unanalogia profonda tra il fiat pronunciato da Maria alle parole dellAngelo, e lamen che ogni fedele pronuncia quando riceve il Corpo del Signore. /.../ Quando, nella Visitazione, porta in grembo il Verbo fatto carne, Ella si fa, in qualche modo, "tabernacolo" - il primo "tabernacolo" della storia. /.../ E lo sguardo rapito di Maria nel contemplare il volto di Cristo appena nato e nello stringerlo tra le sue braccia, non è forse linarrivabile modello di amore a cui deve ispirarsi ogni nostra comunione eucaristica? 57. /.../ Vivere lEucaristia /.../ significa prendere con noi - sullesempio di Giovanni - colei che ogni volta ci viene donata come Madre. Significa assumere al tempo stesso limpegno di conformarci a Cristo, mettendoci alla scuola della Madre e lasciandoci accompagnare da Lei. Maria è presente, con la Chiesa e come Madre della Chiesa, in ciascuna delle nostre Celebrazioni eucaristiche. Se Chiesa ed Eucaristia sono un binomio inscindibile, altrettanto occorre dire del binomio Maria ed Eucaristia.
EUCARESTIA E MAGNIFICAT
58. NellEucarestia la Chiesa si unisce pienamente a Cristo e al suo sacrificio, facendo suo lo spirito di Maria. /.../ Quando Maria esclama "Lanima mia magnifica il Signore e il mio Spirito esulta in Dio mio Salvatore", Ella porta in grembo Gesù. Loda il Padre "per" Gesù, ma lo loda anche "in" Gesù e "con" Gesù. È precisamente questo il vero "atteggiamento eucaristico". /.../
CONCLUSIONE
NÈ RIDUZIONI NÈ STRUMENTALIZZAZIONI MA INTEGRITÀ NELLA CELEBRAZIONE, NELLA COMUNIONE, NELLADORAZIONE
61. Il Mistero eucaristico - sacrificio, presenza, banchetto - non consente riduzioni né strumentalizzazioni; va vissuto nella sua integrità, sia nellevento celebrativo, sia nellintimo colloquio con Gesù appena ricevuto nella comunione, sia nel momento orante delladorazione eucaristica fuori della Messa. /.../
UN PRIMO COMMENTO
1) La Messa è innanzitutto la ripresentazione del Sacrificio di Cristo sulla Croce, è "il Sacrificio del Calvario reso sacramentalmente presente sui nostri altari" (Papa Paolo VI, Credo del Popolo di Dio, nn, 24). Il Concilio parla frequentemente di Sacrificio eucaristico (L.G., n. 11 b; n. 28 a; n. 34; n. 50 d) (S.C., n. 6; n. 7; n. 47; n. 48) (O.T., n. 4 a) (P.O., n. 5 a; n. 5 c). La separazione fisica delle specie del Pane e del Vino, cioè del Corpo e Sangue di Gesù, sullaltare corrisponde alla separazione del Corpo e Sangue di Gesù sulla Croce (Franco Amerio, La Dottrina della Fede, Ed. Ares, Milano, 1987, pp. 676-677).
2) Transustanziazione: Durante la consacrazione il pane viene trasformato completamente nel Corpo di Cristo e il vino viene trasformato completamente nel Sangue di Cristo (C.C.C., n. 1376).
"La presenza eucaristica di Cristo ha inizio al momento della consacrazione e continua finché sussistono le specie eucaristiche. Cristo è tutto e integro presente in ciascuna specie e in ciascuna sua parte; perciò la frazione del pane non divide Cristo" (CCC., n. 1377). In ogni frammento dellostia cè tutto Cristo.
3) Le diverse dimensioni dellEucaristia. Nella Messa ci sono molte dimensioni: azione di grazie e lode al Padre, Presenza di Cristo, dimensione comunitaria, conviviale, ecclesiale, celebrazione della fede, banchetto, agape fraterna, totalità organica (J. Betz), le dimensioni evidenziate dal movimento liturgico (O. Casel, R. Guardini, ecc.); ma nessuna di queste dimensioni, pur importanti, è quella fondante, quella cioè senza la quale le altre non stanno in piedi. La dimensione fondante, quella sorgiva, è il sacrificio di Cristo e la sua ripresentazione sacramentale. Giovanni Paolo II nella sua lettera "La Cena del Signore", del 24 febbraio 1980, afferma: "Il Mistero eucaristico, disgiunto dalla propria natura sacrificale e sacramentale, cessa semplicemente di essere tale" (n. 8). La Messa, dunque, è inseparabilmente Sacrificio, Sacramento e Banchetto.
4) Sottolineare, allora, i vari aspetti contenuti nellEucaristia è giusto e valido, ma non è lecito, come fanno alcuni, utilizzarli in alternativa e in sostituzione alla natura sacrificale dellEucaristia, che così direttamente o indirettamente, viene esclusa. Non è lecito, ad esempio, esaltare talmente la dimensione comunitaria, pur importante, al punto da farne un assoluto, cioè, il fondamento e il costitutivo primo dellEucaristia. Non è lecito ridurre lEucaristia solo ad unazione di grazie, dicendo che "lEucaristia è solo ed essenzialmente una proclamazione... una confessione di quello che Dio ha fatto.., è essenzialmente una risposta, una confessione e unazione di grazie a Dio per la sua Parola, che viene fatta presente in unazione sacra", perché così, esplicitamente o implicitamente, riducendo tutto solo all aspetto comunitario è come se si dicesse: "non cè Eucaristia senza assemblea"; "lEucaristia la fa lassemblea"; "lEucaristia è principalmente lesultazione dellassemblea umana in comunione".
5) Già il Papa Paolo VI, nella Mysterium fidei, aveva messo in guardia che « tra quelli che parlano e scrivono di questo Sacrosanto Mistero (lEucaristia N.d.R.) ci sono alcuni che circa le Messe private, il dogma della transustanziazione e il culto eucaristico, divulgano certe opinioni che turbano lanimo dei fedeli ingerendovi non poca confusione intorno alle verità di fede /.../ Non è infatti lecito, tanto per portare un esempio, esaltare la Messa cosiddetta comunitaria in modo da togliere importanza alla Messa cosiddetta "privata", né insistere sulla ragione di segno sacramentale come se il simbolismo, che tutti certamente ammettono nella SS. Eucaristia, esprimesse esaurientemente il modo della presenza di Cristo in questo Sacramento; o anche discutere del mistero della transustanziazione, senza far cenno della mirabile conversione di tutta la sostanza del pane nel Corpo e di tutta la sostanza del vino nel Sangue di Cristo, conversione di cui parla il Concilio di Trento, in modo che essi si limitino soltanto alla "transignificazione" e alla "transfinalizzazione", come dicono » (n 9).
6) Necessità del sacerdote: tutela e promozione del suo ruolo specifico. La Liturgia registra ed esprime il corretto equilibrio dei ruoli allinterno del Popolo di Dio: essi vanno tutelati e promossi per avere una vera Comunione. Durante la S. Messa - infatti - ci sono delle preghiere che recita solo il sacerdote, altre preghiere che recitano solo i fedeli, altre ancora vengono recitate dal sacerdote e dai fedeli insieme. La confusione dei ruoli - ha più volte detto Giovanni Paolo II - impoverisce la Chiesa. Ognuno viva in pienezza e maturità il dono e il ruolo ricevuto nella Chiesa. La comunione non si realizza con la confusione dei ruoli, con luguaglianza dei ruoli o con linterscambiabilità dei ruoli, ma con il loro rispetto e con la loro giusta promozione nella vita ecclesiale e sociale. Allinterno della famiglia di Dio esistono, nella comunione, ruoli distinti e specifici: solo il rispetto del progetto di Dio garantisce la vera comunione e la costruzione della vera comunità. Sappiamo bene che esistono gruppi in cui il ruolo del catechista è abusivo e altri gruppi in cui i presunti leader carismatici sostituiscono, di fatto, il ruolo di pastore del prete.
ATTEGGIAMENTO DI RACCOGLIMENTO E DI ADORAZIONE DURANTE LEUCARISTIA
A) La Messa, come abbiamo abbondantemente visto e documentato, è la ripresentazione del Sacrificio della Croce di Cristo, cioè del supremo atto della nostra Redenzione, e questa realtà, genera una risposta di adorazione, contemplazione, silenzio orante, partecipazione damore al mistero, di compassione col nostro Signore e Maestro, direi - ben compresa - di estasi (letteralmente: uscire fuori da se stessi), di meraviglia estatica (che la Liturgia esprime con il "mistero della fede" dopo la consacrazione), ecc. e insieme alladorazione, sgorga dal cuore il ringraziamento, la gioia intima e profonda, quella gioia cristiana che non è la gioia come la dà il mondo, così come la pace cristiana non è la pace come la dà il mondo (Gv 14,27).
B) Il clima di frenesia o di esaltazione, allora, oppure il clima da carnevale, non sono adatti alla Liturgia eucaristica: « La Messa - dice il Card. Ratzinger - non deve essere trasformata in uno "show", in uno spettacolo, dove si cerca di rendere la religione interessante sulla scia di sciocchezze di moda e di massime morali seducenti » (Il Sabato, 24 aprile 1993, p. 14).
Inoltre la Liturgia non deve essere una fabbricazione arbitraria né del prete, né della comunità: "La Liturgia non è cosa fabbricata dal parroco - continua il Card. Ratzinger - o da équipes liturgiche, non è autocelebrazione arbitraria della comunità, ma un dono della Chiesa che precede il fare della comunità. Solo così, se concepita nel suo carattere di una realtà precedente a fabbricazioni comunitarie ed individuali, può essere veramente centro della vita della Chiesa. /.../ Perché è la Liturgia di tutti ed unisce tutti" (Il Sabato, 24 aprile 1993, p. 14).
C) Né il prete, né la comunità sono i proprietari della Liturgia. (La Cena del Signore, n. 12).
La celebrazione eucaristica non deve essere strumentalizzata, manipolata o saccheggiata da nessun gruppo! Non si deve "usare" la celebrazione Eucaristica come uno "sgabello" per giustificare le geometrie di questo o quel gruppo; non la si deve usare come "terra da colonizzare" con i propri gusti discutibili e con le arbitrarietà di questo o quel gruppo.
D) Padre Raniero Cantalamessa, dice che: "Bisogna stare attenti, perché anche un certo modo di intendere la comunione eucaristica, quasi esclusivamente come gesto comunitario, sociale o ecclesiale, può essere un ricadere nella sola carne, cioè un rimanere al livello della carne di cui Gesù dice che da sola, senza lo Spirito, non giova a nulla (Gv 6,63).
Non si dovrebbe consumare, inoltre, tutto il tempo della comunione tra canti o scambi di esperienze o, anche, in continue richieste di grazie. Lo Spirito Santo vuole operare, in quel momento, la nostra intimità con Dio e questo non può avvenire senza un po di raccoglimento e di silenzio anche da noi stessi" (La Parola e la vita, Riflessioni sulla Parola di Dio delle Domeniche e delle Feste dellanno, Anno B, Città Nuova, 1993, domenica, p. 267).
DIFFERENZE SULLEUCARESTIA: DIFFERENZE SULLA FEDE
1) "Nella Chiesa di Ottobeuren, in Svezia, si conserva questo quadro: vi e dipinto Gesù Cristo con un pane in mano. Al suo fianco, da un lato è raffigurato Lutero, dallaltro lato è raffigurato Zwingli. Sotto le tre figure sono scritte queste parole: Gesù Cristo dice: "Questo è il mio Corpo" (il pane è trasformato tutto nel Corpo di Cristo). Lutero dice: "Con questo pane vi è anche il mio corpo" (nellEucaristia sarebbero presenti sia il pane che il Corpo di Cristo: impanazione). Zwingli dice: "Questo è la figura del corpo" (lEucaristia sarebbe solo simbolo di quanto operato da Cristo). Le due concezioni protestanti sono estranee e contrarie alla fede cattolica.
2) Unaltra concezione protestante, assolutamente errata, intorno allEucaristia è quella secondo cui, Cristo sarebbe presente nellostia solo durante la comunione eucaristica, mentre prima e dopo della comunione non sarebbe presente. Questa falsa concezione dellEucaristia fu "una specie di compromesso fra Lutero, che sosteneva la presenza reale, e gli altri novatori, che la negavano: è la cosiddetta formula di Vittemberga (1536).
3) Altro errore: quando la comunità ecclesiale cessa come assemblea liturgica, cesserebbe anche la ragion dessere della presenza reale!
4) Altro errore: lEucaristia è essenzialmente cena e nutrimento; fuori del banchetto e del nutrimento cesserebbe la sua ragion dessere. E, così, si ebbero, in ambienti cattolici, episodi di profanazione di particole consacrate, trattate dopo la Messa come pane comune!" (Franco Amerio, Dottrina della fede, ed. cit., p. 703).
5) "La presenza di Cristo nellEucaristia, invece, è condizionata dalle specie del pane e del vino: perdura, dunque, quanto perdurano tali specie. Per i protestanti di ieri e di oggi, il Concilio di Trento affermò solennemente che sbagliano nella fede coloro i quali ritenessero che "dopo la consacrazione il Corpo e il Sangue di Cristo nel sacramento eucaristico, sono presenti solo durante luso, quando sono ricevuti dal fedele, mentre sarebbero assenti prima e dopo nelle particole consacrate che restano dopo la comunione" (D.B. 886). Papa Paolo VI nella Mysterium Fidei, n. 4, afferma: "Non è lecito proporre e mettere in uso lopinione secondo la quale nelle ostie consacrate e rimaste dopo la celebrazione del Sacrificio della Messa, nostro Signore Gesù Cristo non sarebbe più presente" (Franco Amerio, La Dottrina della fede, ed. cit., pp. 702-704).
"Il modo della presenza di Cristo sotto le specie eucaristiche è unico. Esso pone lEucaristia al di sopra di tutti i sacramenti e ne fa il fine al quale tendono tutti i sacramenti". Nel Santissimo Sacramento dellEucaristia è "contenuto veramente, realmente, sostanzialmente il Corpo e il Sangue di nostro Signore Gesù Cristo, con lanima e la divinità e, quindi, il Cristo tutto intero" (C.C.C., nn. 1373-1374).
6) ABBANDONO DEL CULTO DI ADORAZIONE EUCARISTICA
Ma "se Cristo non è presente fuori dalla comunione, segue, logicamente, linutilità di tutte le forme di adorazione, di culto e di preghiera rivolte allostia consacrata. Sarebbero, allora, stoltezza, idolatria e bestemmia, ladorazione pubblica e privata dellostia, la benedizione eucaristica, la pratica delle Quarantore, la festa del Corpus Domini /.../ perché si adorerebbe ciò che Dio non è, ma è semplice comune pezzo di pane! I Papi sono insorti contro questa insidia che attenta ad un punto così decisivo del dogma e della prassi cattolica. Non cè che da ascoltare la Tradizione e il Magistero" (Franco Amerio, La Dottrina della fede, ed. cit., pp. 703-704).
7) Se, come pensano i protestanti, Cristo non è presente fuori dalla comunione, se dopo la celebrazione eucaristica non cè niente nelle specie, se Cristo è presente solo spiritualmente e solo quando cè lassemblea, quei diaconi della Chiesa primitiva che portavano, come dice S. Giustino, lEucaristia a coloro che erano assenti, perché ammalati, non portavano niente e il loro zelo caritatevole era solo una perdita di tempo! E il martirio di S. Tarcisio, avvenuto proprio per evitare che i Romani profanassero lEucaristia, sarebbe stato solo unassurdità! S. Cirillo di Gerusalemme (315-387) nella catechesi sullEucaristia dice: "Quando la tua mano viene a contatto del Corpo santo, santifica gli occhi, attento a non lasciarne cadere qualche frammento, perché sarebbe, per te, come perdere un membro del tuo corpo. Se le tue mani ricevessero delloro, non lo custodiresti con la più grande attenzione per non perderne nulla, per non esserne in alcun modo depauperato? Ancora più attento devi essere per non lasciare cadere nessun frammento di quello che è più prezioso delloro e delle pietre preziose!" (Le Catechesi, 23, 21).
8) "In nessun punto, come in questo punto del Mistero eucaristico, è chiaro che le deviazioni dottrinali e pratiche si rifanno, più o meno consapevolmente, agli errori del protestantesimo, i quali tutti si radicano, infine, nella contestazione del dogma della presenza reale e sostanziale di Cristo nellEucarestia.
9) Contestato e negato questo, la Messa non è più sacrificio, diventa solo cena commemorativa; la comunione diventa simbolo - anche se detto efficace - della presenza di Cristo in mezzo ai comunicanti. Dalla Chiesa scompare il tabernacolo, la mensa del sacrificio diventa la tavola del banchetto, e poiché il banchetto non esiste se non ci sono i commensali, sono i commensali, i comunicanti, che realizzano tutto quello che è lEucaristia; il sacerdote ministeriale non ha più alcun senso e alcuna funzione specifica. E facile vedere come alcune presunte innovazioni promosse da certi sacerdoti nella prassi eucaristica, e purtroppo tollerate dai cattivi pastori, si possano giustificare solamente su tale base dottrinale, nettamente protestante, ossia su una base dottrinale in netta contrapposizione con la fede cattolica. Questo indipendentemente dalle intenzioni e dalla consapevolezza che ne possano avere i singoli patrocinatori delle presunte novità" (Franco Amerio, La Dottrina della fede, ed. cit., p. 706). E notorio che i protestanti hanno sempre negato il carattere sacrificale dellEucaristia, vedendo in essa, pur in alcune diversità di interpretazione, solo la commemorazione della Cena del Signore: la Messa non è sacrificio (Lutero), è solo la cena (Calvino).
10) Per quanto riguarda lo stile di vita e la spiritualità che lEucaristia promuove bisogna osservare che quando Gesù dice "Fate questo in memoria di Me" (Lc 22,l9), Egli non intendeva solo dire: "Fate solo i gesti che ho fatto Io, ripetete il rito; ma intendeva dire: fate la sostanza di ciò che ho fatto Io; offrite anche voi il vostro corpo in sacrificio, come ho fatto Io (Gv 13,15)", offrite la vostra vita per la salvezza dei fratelli, come ho fatto Io" (Raniero Cantalamessa, LEucaristia nostra santificazione, Ed. Ancora Milano, 1992, pag. 23).
CONCLUSIONE
E necessario sapere bene che cosè lEucaristia in se stessa, nella sua natura vera e profonda; che tipo di partecipazione la sua natura di Sacrifico, sacramento e banchetto, richiede a preti e laici e poi alla luce di quanto indicato dal Papa e dal Magistero della Chiesa, eliminare tutte le ambiguità, la confusione, gli abusi e gli errori che sono stati generati o che si possono generare su questo meraviglioso e straordinario mistero della nostra fede. Infine sarà opportuno verificare in quali gruppi, movimenti, associazioni, parrocchie o altro vengono commessi questi abusi. Non cè da meravigliarsi se in un clima di secolarizzazione diffusa e di grande manipolazione della verità in cui siamo immersi, anche il mistero della Eucaristia possa correre pericoli. Questo rifiuto si è riproposto più volte, lungo i secoli fino ad oggi, sia in coloro che hanno rifiutato in toto il sacramento, sia in coloro che accettano lEucaristia ma rifiutano il Sacrificio, riducendola, di fatto, solo al banchetto; sia in coloro che accettano il Sacrificio di Cristo, ma vi rifiutano la loro partecipazione. E facilmente comprensibile che un mistero, già di per sé arduo, venga poi, facilmente rifiutato da chi è imbevuto da una mentalità secolarizzata, edonistica, consumistica, senza amore che rifiuta il dono di sé e si nutre di presunzioni e di vanità. Il fariseo, il superbo, lautosufficiente, il mondano, colui che vive per se stesso, o rifiuta il sacramento completamente oppure è disponibile solo a vederlo come un pasto fraterno tra amici, ma non di più: il "roveto ardente", infatti, è riservato per i piccoli e i semplici del Vangelo, per i "poveri in spirito" a cui appartiene il regno dei cieli.
don Guglielmo Fichera
Da n.12 - maggio 2003 (per
maggiori informazioni cliccare sul logo).
Pubblicato da "Profezie per il Terzo Millennio" su autorizzazione del direttore di redazione di "Fede e Cultura", don
Guglielmo Fichera.
Ritorna
alla pagina principale