L'11 settembre ha cambiato profondamente i newyorkesi, afferma un sacerdote
Il missionario italiano Padre Giovanni Cogo, che ha vissuto a New York per 43 anni, ha detto che i newyorkesi hanno riscoperto il bisogno di Dio dopo gli attacchi dell'11 settembre.
"Dire che tutto sarà come prima significherebbe nascondersi dietro a una maschera" ha detto Padre Cogo che lavora nella Parrocchia di Nostra Signora di Pompei, vicino all'Empire State Building.
"Qui le coscienze di tutti sono state profondamente scosse, fino al punto che le facce della gente non sono più le stesse di prima" ha detto il sacerdote. "E' inevitabile che tutti sperimentino un senso di ansietà, compresi noi sacerdoti.
Anche se la lezione che l'esperienza della morte e del dolore ci ha insegnato è stata educativa per tutti, ora si tratta di vedere se, dopo questa terribile esperienza, gli americani hanno capito che non ci può essere pace senza una giustizia globale, come il Papa ha sottolineato tante volte.
Sarebbe illogico affermare che dopo il crollo delle torri gemelle questa città è la stessa di prima. Qualcosa è cambiata irrimediabilmente dentro e fuori gli americani, che hanno preso coscienza della loro vulnerabilità non solo sotto l'aspetto fisico e della sicurezza ma anche quello psicologico e spirituale".
Il missionario ha detto che ha avuto la tentazione di andarsene "dato il momento difficile che abbiamo vissuto, ma non posso abbandonare la mia gente proprio ora che la mia città ha un così grande bisogno di aiuto. Non posso lasciare il campo di battaglia ora che New York ha scoperto che ha bisogno di Dio e anche di questi piccoli preti stranieri".
Appena il 40% dei suoi parrocchiani sono americani. La maggioranza è composta da asiatici, europei o latino-americani. "Non è chiudendo le porte agli immigranti che gli americani faranno giustizia al dramma di questi mesi" ha detto il sacerdote.
Nell'ufficio della sua parrocchia Padre Cogo ha esposto il riconoscimento ufficiale consegnatogli dal sindaco Rudolph Giuliani per limpegno suo personale e della parrocchia durante l'emergenza dell'11 settembre. "Ciò che più conta non sono i diplomi ma l'aver capito finalmente che si deve imparare a condividere con il resto del mondo" ha detto Padre Cogo.
Il Congresso in ginocchio
Negli Stati Uniti per la prima volta dalla Guerra Civile americana, i membri del Congresso sono stati invitati a pregare assieme in una Giornata Nazionale di Preghiera e Riconciliazione. Lavvenimento è stato forse lesempio più significativo del fatto che sempre più americani sembrano essere alla ricerca di risposte spirituali agli attacchi dell11 settembre. Solo un quarto dei membri del Senato ha partecipato allincontro tenutosi il 4 dicembre (la stampa non è stata ammessa). Lincontro è terminato con i membri del congresso inginocchiati tutti insieme nella recita della preghiera al Signore.
I sondaggi mostrano che negli Stati Uniti si sta affermando una rinnovata coscienza spirituale. Dopo l11 settembre sempre più gente si avvicina alla religione in cerca di conforto e di una più profonda comprensione del significato di quei drammatici eventi. Il cappellano del Senato, il Reverendo Lloyd Ogilvie, ha detto: " Con la gente ho avuto più discussioni sulla morte, la paura di morire e la vita eterna dopo l11 settembre che in tutti gli anni del mio ministero".
I sondaggi mostrano che sempre più americani vogliono più preghiera nei luoghi pubblici (scuole, Congresso, ecc.).
Dagli articoli:
"Sept. 11 Changed New Yorkers Profoundly, Says Priest" pubblicato
da Zenit;
"Congress,
on Bended Knee" e "A revival of
public religion - on Capitol Hill" pubblicati da Christian Science Monitor.
A cura di "Profezie per il Terzo Millennio" - gennaio 2002
Ritorna alla
pagina principale