Domenica in Piazza San Pietro: un appuntamento di pace, un appuntamento con il
custode della pace. Ancora una volta l'Angelus di Giovanni Paolo II ritma
l'"agenda" della speranza del mondo. Un'"agenda" che da settimane, da
mesi è scandita dalla preghiera domenicale del Papa. Un'"agenda" che in questo
inizio di Quaresima indica all'umanità la strada maestra della conversione.
Non è il tempo dello scoraggiamento o della rassegnazione. Non è il tempo
dell'indifferenza o del disimpegno. È il momento della "corresponsabilità". Il
momento della scelta decisa, inequivoca tra "la voce di Dio e quella insidiosa del
maligno". "È solo purificando la coscienza - ha ricordato con forza Giovanni
Paolo II - che si prepara la via della giustizia e della pace, sia sul
piano personale che in ambito sociale".
Mentre sinistri "ultimatum" segnano i tempi della guerra, gli Angelus di
Giovanni Paolo II continuano a risuonare come vibranti rintocchi di pace. Continuano a
riportare le lancette della storia sull'ora decisiva della pace. Non è soltanto il popolo
dei credenti ma l'intera umanità che attende quelle parole cariche di trepida, sofferta
paternità. E ogni domenica Piazza San Pietro sembra trasformarsi in un'immensa
"agorà" dove la pace diventa parola, gesto, preghiera, testimonianza.
Un'"agorà" palpitante, radiosa come quella di ieri mattina. Un corale confluire
di cuori verso l'instancabile custode della pace, verso l'intrepido custode dei popoli.
Verso il Pastore che prende sulle sue spalle l'angoscia di uomini e donne inermi, ai quali
la logorante minaccia di un conflitto sembra soffocare sempre più la vita, il futuro, la
speranza.
Carissimi Fratelli e Sorelle!
1. Mercoledì scorso, con il Rito delle Ceneri, siamo entrati nella Quaresima,
itinerario penitenziale di preparazione alla Pasqua, occasione per tutti i battezzati di
rinnovare lo spirito di fede e rinsaldare l'impegno di coerenza evangelica.
Come suggerisce il Vangelo odierno (Mc 1, 12-15), durante i quaranta giorni
della Quaresima i credenti sono chiamati a seguire Cristo nel "deserto",
per affrontare e vincere con Lui lo spirito del male. Si tratta di una lotta interiore, da
cui dipende la concreta impostazione della vita. È infatti dal cuore dell'uomo che
scaturiscono le sue intenzioni e le sue azioni (cfr Mc 7, 21); è pertanto solo
purificando la coscienza che si prepara la via della giustizia e della pace, sia sul piano
personale che in ambito sociale.
2. Nell'attuale contesto internazionale, si avverte più forte l'esigenza di
purificare la coscienza e convertire il cuore alla pace vera. Al riguardo, è quanto mai
eloquente l'icona di Cristo che smaschera e vince le menzogne di Satana con la forza della
verità, contenuta nella Parola di Dio. Nell'intimo di ogni persona risuonano la voce
di Dio e quella insidiosa del maligno. Quest'ultima cerca di ingannare l'uomo
seducendolo con la prospettiva di falsi beni, per distoglierlo dal vero bene, che consiste
proprio nel compiere la volontà divina. Ma la preghiera umile e fiduciosa, rafforzata dal
digiuno, permette di superare anche le prove più dure, e infonde il coraggio necessario
per combattere il male con il bene. La Quaresima diviene così un tempo di proficuo
allenamento dello spirito.
3. Carissimi Fratelli e Sorelle, invochiamo la Vergine Santa perché ci guidi
tutti ad avanzare con generosità in quest'esigente cammino quaresimale. Alle vostre
preghiere vorrei affidare, in modo speciale, gli Esercizi Spirituali che, a partire
da questa sera, come ogni anno, avrò l'opportunità di fare insieme con i più stretti
collaboratori della Curia Romana. Durante questa settimana di silenzio e di preghiera
avrò presenti le necessità della Chiesa e le preoccupazioni dell'intera umanità,
soprattutto per quanto concerne la pace in Iraq e in Terra Santa.
(Giovanni Paolo II, Angelus, 9 marzo)
L'Osservatore Romano - 10-11 Marzo 2003
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