{"id":996,"date":"2022-04-09T21:50:55","date_gmt":"2022-04-09T19:50:55","guid":{"rendered":"https_3A//arcangelosanmichele.altervista.org/@p=996"},"modified":"2022-05-09T20:31:16","modified_gmt":"2022-05-09T18:31:16","slug":"riponiamo-in-dio-solo-la-nostra-speranza","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/arcangelosanmichele.altervista.org\/riponiamo-in-dio-solo-la-nostra-speranza\/","title":{"rendered":"La Sacra Scrittura – GENESI – Pagine scelte di don Dolindo Ruotolo"},"content":{"rendered":"

Pagine scelte di don Dolindo Ruotolo \u2013 La Sacra Scrittura \u2013 vol. I La Genesi<\/span><\/strong> <\/span><\/p>\n

fonte casamarianaeditrice.it<\/strong><\/span><\/a><\/p>\n

pag. 64<\/span><\/strong><\/span><\/p>\n

4. Il delirio dell\u2019umana ragione che ottenebra.<\/span><\/strong><\/p>\n

L’umanit\u00e0 in ogni tempo ha veramente delirato, quando ha <\/span>preteso di spiegare l’origine delle cose prescindendo dalla divina rivelazione. Specialmente in questi ultimi tempi la pretesa filosofia moderna \u00e8 diventata una stupida e fastidiosissima gara di cervellotiche ed arbitrarie spiegazioni che non spiegano nulla, ma ottenebrano la mente rendendola folle. \u00c8 strano! Sono spiegazioni assurde, che si sforzano di negare la vera spiegazione delle cose, sono farneticamenti da manicomio diretti non ad affermare la verit\u00e0 ma a negarla con la parvenza di un pensiero o di un sistema, sono miseri cumuli di detriti minati che non s’innalzano ma rovinano e lasciano solo il vuoto di un pauroso abisso. Quale mente equilibrata e ragionevole si arrischierebbe di fondare la propria vita su questi terreni minati, su queste melme che inghiottono chi vi si posa, su queste sabbie mobili che soffocano ? \u00c8 un fatto che nessuno dei pretesi filosofi riesce a formare intorno a s\u00e8 una religione; se quello che affermano fosse la verit\u00e0, dovrebbero formarne una religione, invece formano il vuoto spaventoso, perch\u00e9 scavano abissi e tracciano solo delle fogne dove nessuno pu\u00f2 vivere.<\/span><\/p>\n

Noi ci guardiamo bene di riportare qui i sogni deliranti di questi pretesi filosofi, poich\u00e9 sarebbero come l’assenzio sparso sul cibo di vita. Nessuno raccoglierebbe in un album coi disegni del Raffaello i poveri sgorbi tracciati da un demente o in un volume <\/span>di sapienza i detti smembrati ed inconcludenti di un ubriaco. L’uomo deviato dalle passioni, dalla miscredenza e dall\u2019orgoglio non \u00e8 degno neppure di essere ricordato! I suoi pensieri sono obbrobrio, e le sue affermazioni sono confusioni che \u00e8 piet\u00e0 umana seppellire nell’oblio. Le generazioni future si stupiranno che la nostra generazione abbia potuto, non diciamo credere, perch\u00e9 nessuno ci crede,\u00a0<\/span> ma semplicemente ammettere all’onore degli studi le panzane balorde dei pretesi filosofi.<\/span><\/p>\n

I pensieri di Dio sono come garruli gorgheggi di uccelli, che risuonano nella campagna fiorita, fra delicati profumi e fra raggi smaglianti di luce; i pensieri di Dio sono vita e verit\u00e0 che discende dal cielo come pioggia che tutto ravviva. | pensieri stolti dell’uomo traviato invece sono come muffa di rifiuti putrescenti, come efflorescenze di lebbra, come fragori d’un edificio che rovina. Non hanno luce, non hanno profumi, non hanno vita, sono asfissianti, danno le vertigini, congestionano il cuore, gli tolgono i palpiti pi\u00f9 belli, sono somma derisione all’anima assetata di Dio, e sommo scherno al cuore sitibondo d’amore! Non vengono dal Cielo, dove solo \u00e8 la verit\u00e0, non si librano nell\u2019aria luminosa e serena come farfalle d\u2019oro che scendono dall\u2019alto, sbucano dalle profondit\u00e0 della terra fangosa come topacci dalle fogne, escono dalla melma delle | passioni disordinate, dove non pu\u00f2 germogliare la vita. Come i topacci odiano la luce, e vanno nelle tenebre gli uni appresso agli altri, contendendosi un misero avanzo putrefatto, cos\u00ec gli uomini traviati dalla stoltezza dei loro pensieri vanno errando nelle tenebre, gli uni appresso agli altri, poveri schiavi del fermento della deviata ragione, ignari della luce soprannaturale, ignari della nobilt\u00e0 della loro origine, privi della dolcezza di Dio, agghiacciati dall\u2019errore!… Essi sono come una notte polare: cielo senza stelle, mare senza moto e senza vita, fermato e pietrificato dal freddo terribile, risonante solo per lo sfasciarsi dei blocchi pesanti, che non conoscono il sorriso di un sol fiore! Mare turbinante che nel levarsi s\u2019agghiacci\u00f2… senza navi, senza fulgori…. silenzio di morte, solitudine sterminata, uniforme, piena d\u2019 insidie, che non conosce altro movimento che la deriva… trascinato verso l\u2019ignoto, senza guida, senza freno… urta contro se stesso, muggisce, si solleva, ripiomba nella desolata solitudine!…<\/span><\/p>\n

Gli scienziati senza Dio non spiegano nulla, ma ricoprono tutto.\u2018 di un gelo agghiacciante: l\u2019anima, la vita soprannaturale, l\u2019amore di Dio, la virt\u00f9; le aspirazioni pi\u00f9 belle e i fremiti pi\u00f9 profondi <\/span>dell’anima, non sono per essi che ignoti fenomeni. della materia; si perdono tra le aride foglie senza cogliere un frutto dalla vita.<\/span>
\nNon veggono confini, non sanno donde vengono n\u00e8 dove vanno, sono poveri smarriti abbandonati alla deriva, sono come esploratori polari sorpresi dalla notte, che non conoscono pi\u00f9 il sole, non sanno pi\u00f9 misurare le distanze del loro cammino, non hanno altra meta che la tenebrosa morte, baratro pi\u00f9 tenebroso di un cammino senza speranza.<\/span><\/p>\n

Non \u00e8 poesia questa, \u00e8 realt\u00e0. Se si potesse approfondire lo stato nel quale si riduce la creatura senza il Creatore, si vedrebbe uno spettacolo .mille volte pi\u00f9 desolante della corsia di un manicomio, dove si grida, si piange, si ride, s\u2019inveisce, si parla, si opera senza ragione; dove ogni manifestazione di forza \u00e8 una rovina, ogni gentilezza \u00e8 stoltezza, ogni scoppio di gioia \u00e8 pi\u00f9 penoso di un pianto, ogni gemito \u00e8 inconsolabile, ogni ragionamento \u00e8 follia!<\/span>
\nSul delirio dell\u2019umana ragione si leva la voce paterna di Dio che grida ai poveri naufraghi, che risveglia alla vita i poveri pazzi, che richiama a s\u00e8 gli smarriti, che trae dal gelo i poveri assiderati, e li trasporta in alto nel volo sublime della Fede che \u00e8 assoluta certezza, raccogliendoli nella magnifica pace della Chiesa Cattolica, e fa loro sentire la voce paterna che tutto spiega: In principio Dio cre\u00f2 il cielo e la terra<\/em>.<\/span><\/p>\n

pag.255<\/strong><\/span><\/p>\n

Data la mancanza del termine di paragone tra la perversione posteriore al diluvio e quella antidiluviana, noi non possiamo dire che il Signore non abbia colpito le nostre generazioni, bench\u00e9 a noi sembrino pi\u00f9 perverse.<\/span>
\nMa anche se cos\u00ec fosse, anche se potesse dimostrarsi il peggioramento dell\u2019umana razza, non dobbiamo dimenticare che l\u2019umanit\u00e0 dopo il diluvio ha avuto mille forze che ne controbilanciarono l’iniquit\u00e0. L’elezione del popolo di Dio riemp\u00ec la terra delle luci della futura Redenzione e l\u2019arricch\u00ec di Santi. L’ombra stessa del Redentore futuro, riflessa nel Tempio, nell\u2019agnello pasquale, nell\u2019altare, nei sacrifici, ed in tutta la vita del popolo eletto, difese l’umanit\u00e0 e temper\u00f2 i castighi che avrebbe meritati. Dopo la Redenzione, con pi\u00f9 ragione, il mondo fu risparmiato dalla rovina per i meriti di Ges\u00f9 Cristo<\/strong>. Il suo Sangue scorre continuamente sulla terra, \u00e8 impresso nelle sue membra mistiche, \u00e8 luminoso nei suoi Santi. Se ci fosse un’anima sola vivente di Lui, questa sola sarebbe sufficiente ad attrarre sulla terra la misericordia, ed a coprire di luce tutto il fosco tenebrio dell\u2019iniquit\u00e0 umana. Nel mondo ci sono falangi di anime sante, c’\u00e8 la Chiesa che \u00e8 il Corpo mistico del Redentore, che in Lui e per Lui adora, ripara, s’immola e prega. Dio dunque promise con ragione che non avrebbe pi\u00f9 colpito l\u2019umanit\u00e0 col diluvio, poich\u00e9 l\u2019umana scelleratezza sarebbe stata controbilanciata dalla ricchezza della Redenzione fino al termine dei secoli.<\/span><\/p>\n

Noi per\u00f2 sappiamo certissimo che alla fine dei tempi il mondo sar\u00e0 tutto consunto dal fuoco, e che perci\u00f2 Dio novellamente colpir\u00e0 l’umanit\u00e0 con un flagello universale, con un diluvio di fuoco. Come pu\u00f2 accordarsi questo con la divina promessa ?<\/span><\/p>\n

\u00c8 evidente che Dio promise che non avrebbe colpita l\u2019umanit\u00e0 durante il suo percorso mortale, durante tutta la sua storia. La distruzione finale del mondo, pi\u00f9 che un castigo, sar\u00e0 il riepilogo grandioso di una triste storia d’ingratitudini e d\u2019inesplicabile freddezza, sar\u00e0 come un olocausto nel quale si consumer\u00e0 tutto quello che non fu gloria per Dio, un olocausto che riparer\u00e0 con una fiamma purificatrice la mancanza di amore della creatura verso il Creatore. <\/span><\/p>\n

Appare poi chiaro dal capitolo seguente, che Dio promise per un atto di delicata carit\u00e0 verso No\u00e8, come vedremo, che non avrebbe pi\u00f9 colpito il mondo con un diluvio di acqua. La sua promessa quindi era limitata a questo, ed Egli l\u2019ha mantenuta e la manterr\u00e0.<\/span>
\nNell’ultimo giorno sar\u00e0 l\u2019umanit\u00e0 stessa che con le sue scelleratezze, e forse con le sue guerre spaventose, far\u00e0 piovere fuoco e distruzione dai suoi areoplani sulle disgraziate regioni della terra. <\/span><\/p>\n

Se oggi in cinque minuti una flottiglia di areoplani pu\u00f2 distruggere una citt\u00e0 con una vera pioggia di fuoco, che cosa sar\u00e0 di qui a cento anni, quando gli areoplani saranno mostri giganteschi, e 1 quasi vulcani volanti nel cielo? La pioggia la mand\u00f2 Dio, ma il fuoco con ogni probabilit\u00e0 lo mander\u00e0 l\u2019uomo stesso sulla terra, consumando con le sue mani quello che edific\u00f2 senza Dio, anzi contro Dio.<\/span>
\nQuesto pericolo gi\u00e0 si delinea nel mondo; l\u2019umanit\u00e0 non si accorge del tremendo pericolo che costituisce per lei la stupida associazione dei senza Dio, non vede che questi si preparano ad essere i suoi carnefici ed i suoi giustizieri, che questi cagioneranno nel mondo una rovina morale e materiale pi\u00f9 grave di quella del diluvio! Essi sono i tristi precursori dell\u2019anticristo e si preparano a sommergere il mondo in un incendio spaventoso, dal quale potr\u00e0 venire, anche materialmente, l’incendio e la distruzione di tutto quello che la civilt\u00e0, illuminata dalla Fede, ha elevato sulla terra.<\/span>
\nQuesti miserabili per\u00f2, pi\u00f9 turpi degli Angeli ribelli, non potranno fare nulla alla Chiesa, e si accorgeranno troppo tardi quale rocca imprendibile Essa \u00e8 in mezzo ai secoli. Infurier\u00e0 la persecuzione finale, sar\u00e0 sconvolta la terra da un turbine di fuoco, ma la Chiesa navigher\u00e0 illesa fino ai confini dell\u2019eternit\u00e0, uscir\u00e0 come No\u00e8 dall\u2019arca del terreno pellegrinaggio, ed innalzer\u00e0 a Dio l\u2019altare della lode e del ringraziamento, per benedirlo nei secoli eterni, e per goderlo nell\u2019ineffabile luce che non tramonta mai. Quando la Chiesa avr\u00e0 compiuto il suo pellegrinaggio, ed uscir\u00e0 dalla terra tutta purificata dalla stessa persecuzione finale che la colpir\u00e0, allora il mondo non avr\u00e0 pi\u00f9 il sostegno e la difesa che lo salva dalla completa rovina, e si dissolver\u00e0 in un diluvio di fuoco e di spaventosa distruzione.<\/span><\/p>\n

pag.258<\/strong><\/span><\/p>\n

Dio \u00e8 infinitamente buono e delicato, e non lascia nessuna azione buona senza premio. No\u00e8 nell\u2019uscire dall\u2019arca aveva immolato a Dio gli animali, ed il Signore, quasi per restituirgli la cortesia, li immol\u00f2 in certo modo all’uomo, donandogli il dominio sopra tutti gli animali e permettendogli di mangiarli, mentre, secondo la condanna avuta nell\u2019Eden, l\u2019uomo non avrebbe potuto mangiare che delle erbe e dei frutti della terra.<\/span><\/p>\n

Gli animali sono come voci di gloria, come corde armoniose del cantico di lode che si eleva a Dio dalla creazione<\/strong>, e sono assoluta propriet\u00e0 del Signore. No\u00e8, sacrificandoli in olocausto, offr\u00ec a Dio quello che gli apparteneva di diritto. Ma il Signore riguard\u00f2 il cuore di No\u00e8 in quell\u2019offerta e gli don\u00f2 tutti gli animali in dominio ed in cibo. Il dominio su questi esseri irragionevoli non poteva esercitarsi che con la forza, e perci\u00f2 Dio disse: Temano e tremino innanzi a voi tutti gli animali della terra. Questo dominio giungeva fino a potersi servire di questi esseri bruti come di cibo.<\/span><\/p>\n

Dio non faceva alcun torto agli animali disponendo cos\u00ec, poich\u00e9 essi non hanno n\u00e8 ragione n\u00e8 personalit\u00e0, ma sono parte di una specie vivente. Quando sono uccisi, la loro specie rimane intatta, ed il Signore cede in beneficio dell\u2019uomo questi esseri viventi che appartengono a Lui e cantano la sua gloria.<\/span><\/p>\n

Con quanta riconoscenza dobbiamo mangiare le carni degli animali e dei pesci, pensando che il Signore stesso ce li dona, e che senza la sua divina liberalit\u00e0 noi non potremmo mangiarne!<\/span>
\nL’atto di amore di No\u00e8 a Dio ci procur\u00f2 questo beneficio che ancora dura, e noi siamo cos\u00ec avari col Signore nel dargli noi stessi, pur sapendo che Egli risponde con immensi doni al nostro amore! Di quanta prosperit\u00e0, anche materiale, il mondo sarebbe arricchito, se noi sapessimo dare generosamente a Dio quello che siamo e quello che abbiamo da Lui!<\/span><\/p>\n

I vegetarian<\/strong>i si rifiutano di mangiare la carne degli animali, perch\u00e9 sembra loro una crudelt\u00e0; essi si cibano solo di frutta, di legumi e di erbe. \u00c8 un\u2019esagerazione come le altre, che ha anche una punta di occulta presunzione<\/strong>, quasi volessero dar lezione al Signore. I vegetariani non riflettono che anche cibandosi di erbe, essi stroncano la vita delle piante, e che per essere logici essi dovrebbero cibarsi solo di… terra. Noi mangiamo i viventi inferiori, senz’anima e senza ragione, quasi per trasformarli in noi; essi alimentano la nostra vita che \u00e8 ragionevole e che dev\u2019essere spesa per la gloria di Dio. L\u2019orrore non sta nel cibarsi di carne, ma nel cibare un essere peccatore che non glorifica il Signore.<\/span>
\nNon \u00e8 crudele trasformare una vita inferiore in sostegno di una vita superiore, ma \u00e8 sommamente brutto che la nostra vita la quale si sostiene per un particolare benefizio di Dio, gli si rivolga contro.<\/span>
\nCi sono alcuni ordini religiosi che per regola o per voto non si cibano di carni pur nutrendosi di pesci; essi fanno omaggio a Dio del suo dono, e rinunziano per spirito di penitenza e per desiderio di purezza ad un cibo che potrebbe solleticare il gusto. La Chiesa proibisce di mangiare carne il venerd\u00ec, in onore della Passione di Ges\u00f9 Cristo, e nei giorni di digiuno per salutare penitenza. Sono pratiche sante e lodevolissime, derise o violate solo da quelli che abdicano alla loro ragione ed al loro amore. Chi pensa che nel venerd\u00ec fu sparso il Sangue di Ges\u00f9 Cristo per la nostra salvezza, non potendogli dare il proprio sangue in ringraziamento, gli dona almeno l’omaggio di una privazione; chi sa di aver peccato prendendo tante soddisfazioni illecite, sente il bisogno di offrire in compenso la rinunzia a soddisfazioni lecite. \u00c8 un atto amoroso e ragionevole, che onora Dio, giova all’anima, ed \u00e8 anche indice di decoro e di nobilt\u00e0.<\/span><\/p>\n

pag. 269<\/strong><\/p>\n

[…] Alcuni pretendono di dare lezione al Signore che ha registrato nel Sacro Libro certi fatti<\/strong>, e presumono di essere puritani fino al punto da affermare con sacrilega improntitudine, che nella Sacra Scrittura ci sono fatti indecorosi, e che il Sacro Libro non pu\u00f2 stare nelle mani di tutti. […]<\/span><\/p>\n

Noi possiamo conoscere il male in due maniere: o in una luce affascinante che turba i sensi e disorienta la volont\u00e0, o in una luce soprannaturale che ce ne d\u00e0 l’orrore e ci premunisce in tempo contro gli assalti della seduzione. Il mondo ce lo fa conoscere sfacciatamente nella prima maniera, Dio ce lo fa conoscere sobriamente nella seconda, in mezzo ai raggi della sua grazia che c\u2019illuminano e ci riscaldano di purezza. \u00c8 dimostrato pedagogicamente che \u00e8 un errore il presumere che l’infanzia e la giovent\u00f9 conoscano le malignit\u00e0 della colpa, ma \u00e8 pure dimostrato che \u00e8 errore il non prevenire delicatamente il cuore umano, sugli orrori della seduzione. Ci sono miriadi di anime che cadono negli abissi della impurit\u00e0 perch\u00e9 non ne hanno conosciuto in tempo il pericolo, e che si lasciano sedurre spesso dai lupi rapaci per mancanza di difesa nella loro coscienza.<\/span><\/p>\n

Dio, nell’infinito suo amore, conoscendo Egli solo il cuore umano perch\u00e9 lo scruta nel fondo, ci previene del male con una misura sapientissima e sobria, che sarebbe blasfemo presumere di criticare. C’\u00e8 la corruzione che fa imputridire, e c’\u00e8 la corruzione che lievita la massa del pane; le cognizioni che ci d\u00e0 il mondo ci corrompono, quelle che ci d\u00e0 Dio ci lievitano, ci rendono espansi nella sua carit\u00e0 e nel fuoco dell’amore divino, ci rendono come pani profumati del suo altare.<\/span><\/p>\n

\u00c8 dimostrato dall’esperienza che nel campo spinosissimo dell’impurit\u00e0, la semplicit\u00e0 custodisce la purezza assai pi\u00f9 dell\u2019esagerata cautela. \u00c8 pericoloso spesso il mostrare una soverchia preoccupazione, perch\u00e9 questo acuisce la curiosit\u00e0 e la malizia. Il Signore, parlandoci di certe cose paternamente e soprannaturalmente, ci abitua alla semplicit\u00e0, e ci rende adulti nell\u2019innocenza del cuore, fortifica la nostra volont\u00e0 contro il male e ci rende pi\u00f9 puri. Chi si preoccupa soverchiamente del male, quasi ne fosse circondato da ogni parte, lo vede nelle cose pi\u00f9 innocenti, se ne lascia affascinare, se ne lascia turbare, e giunge a tale eccesso di complicazione, da trovare una tentazione nelle cose pi\u00f9 semplici della vita.<\/span>
\n\u00c8 cos\u00ec che il cuore si addestra al male, perch\u00e9 volontariamente si mette in un ambiente tutto impuro, e moltiplica inutilmente le seduzioni dell\u2019impurit\u00e0.<\/span>
\nNon pu\u00f2 dirsi che si \u00e8 innocenti quando s\u2019ignorano certi fatti della vita; ci sono esempi numerosissimi di Santi e di Sante che conoscevano la malizia umana e che erano purissimi gigli. C’\u00e8 l’esempio luminosissimo di Maria Immacolata, la Vergine delle Vergini, la quale, nel colloquio con l’Angelo, mostra di conoscere i le leggi della vita, senza che questo annebbi menomamente la sua immacolata purezza. Maria SS. era purissima e semplice, conosceva certe cose e leggeva certamente la Sacra Scrittura nel Tempio, eppure era sempre quel fiore immacolato che profum\u00f2 i Cieli e la terra. Chi oserebbe presumere di voler essere pi\u00f9 puro dell’Immacolata ?<\/span>
\nSi potrebbe dire che lo stile orientale \u00e8 pi\u00f9 libero, e che non si adatta alle nostre abitudini, o che certi fatti scritturali sono alimento per alcune anime e non per tutte. Ma noi non dobbiamo dimenticare che \u00e8 Dio che ci ha data la Scrittura, e l\u2019ha data a tutte le et\u00e0 e da tutti i secoli, e che come la Fede non ha regionalismi, cos\u00ec non l\u2019ha la parola di Dio. La Sacra Scrittura \u00e8 il libro di tutti e di tutte le et\u00e0, e ripetiamo, la Madonna cominci\u00f2 a leggerlo dall\u2019et\u00e0 di tre anni, quando si ritir\u00f2 nel Tempio. Noi non abbiamo abitudini diverse dagli orientali, ma molte volte siamo pi\u00f9 ipocriti e facciamo lo scrupolo del tarlo, che per non rodere la Croce, rose il Crocefisso. Cos\u00ec i protestanti inglesi fanno scrupolo a nominare in pubblico la camicia ed i calzoni, ma non fanno scrupolo a tenere nella sola Londra pi\u00f9 di trecentomila donne perdute. \u00c8 vero che S. Paolo parlando dell\u2019impurit\u00e0 ha detto che essa non deve essere neppure nominata tra i cristiani: Non si senta neppure nominare tra voi fornicazione o qualsiasi impurit\u00e0 od avarizia, come si conviene ai santi<\/em>, (Efes. V, 3), ma S. Paolo intendeva dire che i cristiani debbono avere una condotta cos\u00ec pura, da essere inappuntabili; egli stesso poi parla con \u00abchiara franchezza di certe miserie impure, e non esita a bollare con termini espliciti delitti mostruosi (I Corint. V, 1). Quante anime fanno scrupolo per sciocchezze, e poi non fanno scrupolo a peccare! Quante si complicano in certe inezie, e poi cedono con facilit\u00e0 alla tentazione!<\/span><\/p>\n

Dio non disdegna di passare con la sua grazia attraverso le stesse. miserie umane, perch\u00e9 Egli ci vuole sapienti nel bene e semplici nel male (Rom. XVI, 19). Non ha Egli cantato l’amor suo nel Cantico dei Cantici con le stesse espressioni dell’amore umano, e di un amore che, fuori della sua luce, sembrerebbe spinto fino ai confini del male? Dio ci trae con la sua parola fuori della nostra ammorbata atmosfera, ci eleva a S\u00e8, c’immerge nel suo amore, \u00c8 ed in quell\u2019atmosfera divina le espressioni del suo amore non sono pi\u00f9 quelle umane, sono lampi della divina carit\u00e0 che unisce il Padre al Verbo, sono le espressioni del Verbo verso la sua purissima Madre, verso la Chiesa, verso le anime sposate a Lui nella grazia e nella carit\u00e0. Presumere di non far leggere il Cantico dei Cantici perch\u00e9 qualche cuore corrotto potrebbe trovarci le espressioni adatte alla sua degradazione, sarebbe lo stesso che interrompere ogni corrente di luce sol perch\u00e9 qualche cretino pu\u00f2 fulminarsi.<\/span><\/p>\n

\u00c8 proprio satana che spinge alcune anime a mutilare la Sacra Scrittura con la scusa della purezza, perch\u00e9 satana vuole che certe cose si conoscano naturalmente e turpemente. L\u2019insidia diabolica 1 pi\u00f9 terribile e pi\u00f9 occulta \u00e8 proprio quella di mutare ogni atto della nostra vita in un atto naturale che non glorifica Dio. Egli c\u2019insidia anche nelle piccole cose: ti d\u00e0 la pigrizia nel levarti all’ora stabilita, perch\u00e9 tu ti levi cinque minuti dopo, non per amore di Dio ma per necessit\u00e0. Ti fa sentire ripugnanza al digiuno comandato, ma subito dopo ti persuade che il digiuno ti fa bene alla salute, e te lo fa fare per egoismo. Ti fa sentire ripugnanza a mangiare un cibo amaro per amor di Dio, ma te lo fa prendere appena ti si dice che l\u2019amaro \u00e8 tonico. Se devi vigilare per Dio, ti assonna; se devi vigilare per un motivo umano, ti sveglia. Se devi riprendere uno per zelo ti fa credere imprudente ogni parola, ma se devi riprenderlo per movimento d’ira o per tuo interesse, ti d\u00e0 lo scilinguagnolo. Questa insidia costante e continua, che ci avvolge nelle spire della tentazione, come nelle strette di un serpente, cresce quando gli atti della nostra vita sono pi\u00f9 nobili; cos\u00ec il demonio in un malanno ti rende ribelle alla volont\u00e0 di Dio, mentre ti fa acquetare nella fatalit\u00e0; tu non dici: \u201c Dio cos\u00ec vuole, sia fatta la sua volont\u00e0, e ti sembra impossibile tollerare quel dolore, mentre dici subito dopo, conilit\u00e0 e con calma che… \u201c non c\u2019\u00e8 che fare, la cosa cos\u00ec deve andare. Per questa terribile malignit\u00e0, satana vuole quasi il monopolio della conoscenza del male; si ricorda della tentazione fatta ad Adamo nell\u2019Eden, e la continua in noi; vuole che conosciamo il male per le sue suggestioni, perch\u00e9 \u00e8 sicuro di mutarlo in veleno nell\u2019anima nostra, e non vuole che ce lo faccia conoscere la divina i parola perch\u00e9 \u00e8 sicuro che essa ce lo fa detestare.<\/span>
\nNon siamo dunque cos\u00ec presuntuosi e meschini da pretendere di dar lezione a Dio. Se il Signore ci ha parlato, chi oser\u00e0 dire che ha fatto male? Se Egli pone questo lievito nella nostra massa, chi oser\u00e0 pretendere che sia migliore un pane azzimo? Ignoriamo forse che l’infanzia medesima oggi conosce certe malignit\u00e0 che persino i vecchi ignorano? Non sappiamo che il male, incastonato nel disegno di Dio, appare pi\u00f9 tenebroso alla coscienza, e suscita nel cuore la reazione ed il disgusto ? Ed anche se potesse turbarci per un momento, non ci farebbe pi\u00f9 persuasi della nostra debolezza e della necessit\u00e0 che abbiamo di vigilare sul nostro cuore?<\/span>
\nLeggiamo dunque con devota semplicit\u00e0 certe cose, passiamoci sopra come gli uccelli che sfiorano le onde e non si fanno travolgere; constatando la malignit\u00e0 umana, teniamoci pi\u00f9 avvinti al Signore.<\/span><\/p>\n

pag. 300<\/span><\/strong><\/span><\/p>\n

Dio discende e vede<\/em>, ogni volta che la nostra anima forma in se stessa l\u2019edificio dell’orgoglio, ogni volta che rifiuta di camminare nelle vie della Divina Volont\u00e0; Dio discende e vede<\/em>, discende come una immensa corrente di vita, quasi come vento caldo che penetrando in un ambiente freddo vi produce correnti di aria che scuotono le foglie aride e dissipano le inutili pagliuzze. Dio discende e vede<\/em>, ed intorno all’anima si forma la confusione dei contrasti, delle pene, delle incomprensioni, che sono vere confusioni di lingue, ed essa non pu\u00f2 rimanere nel suo stato, deve mutare indirizzo, deve prendere altra via. Quanto \u00e8 ammirabile il Signore in queste silenziose discese, quanto \u00e8 commovente il pensare a questo suo intervento cos\u00ec lene, cos\u00ec placido, cos\u00ec soave e nello stesso tempo cos\u00ec forte, che lascia intatta la libert\u00e0 e fa sentire i diritti del suo ineffabile amore!<\/span><\/p>\n

Dio avrebbe potuto imporre agli uomini di Babele la cessazione del lavoro, avrebbe potuto mandare un terremoto in quella regione per spaventarli e per demolire la loro fabbrica; invece discese placidamente come discende la notte, e fece in modo che nelle tenebre della confusione quegli uomini avessero liberamente smesso l’inutile e vano lavoro. Per questo Dio si mostra tanto buono, e guarda l\u2019attivit\u00e0 delle sue creature quasi con preoccupazione: Questa \u00e8 la prima impresa che fanno, ormai non sar\u00e0 loro difficile fare quanto venga loro in mente.<\/em>\u00a0 \u00c8 l’amore che lo fa parlare, poich\u00e9 che cosa sarebbe stato di quegli uomini se avessero fatto tutto quello che stoltamente pensavano? Avrebbero creata la civilt\u00e0 della morte, quella che il mondo moderno ha creata nella sua apostasia da Dio, la civilt\u00e0 degli edifizi, della meccanica, delle orge, delle sbornie intellettuali, e l\u2019inaridimento della vita, la fame, la desolazione. Dio tronc\u00f2 l’impresa che sembrava audace ed era folle, e conserv\u00f2 agli uomini i campi, l\u2019aria libera, il nutrimento e la gioia di riprodursi e di vivere.<\/span><\/p>\n

Deve notarsi che il Sacro Testo. dice due volte che Dio discese: discese a vedere la citt\u00e0 e la torre<\/em>, e poi soggiunge pi\u00f9 avanti: – Venite, scendiamo, e confondiamo il loro linguaggio.<\/em> – Tutti i Padri riconoscono in queste parole un\u2019allusione alla SS. Trinit\u00e0, poich\u00e9 Dio parla in plurale: Venite, scendiamo<\/em>, invitando quasi le sue divine persone a discendere. Anche questa \u00e8 una rivelazione ammirabile del modo di operare di Dio: Egli discende e vede<\/em> per la grazia e per la Provvidenza; confonde il linguaggio delle sue creature, per la loro salvezza, discendendo nella sua augusta Trinit\u00e0; la sua Potenza fa loro sentire la debolezza della loro attivit\u00e0, la sua Sapienza ne fa loro sentire la stoltezza, il suo Amore ne fa loro sentire la vacuit\u00e0. Sono i tre raggi che mutano le creature e le convertono, quando esse delirano nella loro libert\u00e0; questi tre raggi diventano nel loro cuore dolore, umiliazione, disinganno<\/em>; il dolore le arresta nella loro china, l’umiliazione le impiccolisce nel loro gonfiamento, il disinganno le distacca dalle creature. Dio cos\u00ec confonde il linguaggio interiore dell\u2019orgoglio, getta l\u2019 anima nelle tenebre dell\u2019angoscia, fa s\u00ec che non intenda pi\u00f9 il linguaggio del mondo, e la converte pur lasciandola libera. Prima le sembravano dolci le voci dell’orgoglio, dei sensi e del mondo e le intendeva; dopo le sembrano una strana confusione, non intende pi\u00f9, non vive pi\u00f9, non ama pi\u00f9, e prende altra via, cercando la luce di Dio nei placidi ed ubertosi campi della Fede.<\/span><\/p>\n

pag. 348<\/span><\/strong><\/span><\/p>\n

Abramo parl\u00f2 certamente a Sarai delle promesse avute da Dio, ed essa vi credette fino ad un certo punto. Comunemente si crede che le donne siano pi\u00f9 facili agli entusiasmi religiosi ed a prestar fede a qualunque fatto straordinario; invece \u00e8 proprio l’opposto. La donna \u00e8 pi\u00f9 positiva di quello che si pensi, ha nell’interno tutto un mondo proprio, che raramente manifesta al di fuori; vede, giudica, apprezza, misura, ma tace o si esprime in modo monco ed enigmatico. A volte si lascia persuadere perch\u00e9 condiscende facilmente quando crede inutile lottare, ma nel fondo del suo animo non si convince, e quando le \u00e8 possibile, ritorna infallibilmente sui propri pensieri e sulle proprie idee. Per naturale condizione il pi\u00f9 delle volte \u00e8 soggetta, ma nel suo animo \u00e8 sempre indipendente, cede alla necessit\u00e0 anche con eroismo, ma non cede con profondo convincimento, perch\u00e9 se non vede con i suoi occhi e non ragiona con la sua testa non crede. Se in generale la donna \u00e8 pi\u00f9 religiosa dell\u2019uomo, lo \u00e8 non per debolezza, come stupidamente si crede, ma per sapienza; ha l\u2019intuito della verit\u00e0, e quando la conosce l\u2019abbraccia con pi\u00f9 fervore e con maggiore eroismo, perch\u00e9 l\u2019assimila nel profondo del cuore. L’uomo ha bisogno di ragionare per intendere, la donna ha bisogno di vedere e vuol vedere perch\u00e9 le affermazioni non la contentano.<\/span><\/p>\n

pag. 354<\/strong><\/span><\/p>\n

Agar doveva essere serva della sua padrona e doveva darle dei figli, invece si riguard\u00f2 essa come padrona, e fugg\u00ec dalla casa di Abramo, il Padre dell\u2019elevazione<\/em>, per non sottomettersi alla Signora<\/em>. La Sinagoga doveva dare alla Chiesa Cattolica i figli della novella generazione, e doveva servire alla gloria di Dio nel Nuovo Testamento; invece si riguard\u00f2 e si riguarda come padrona del mondo, fugg\u00ec e fugge dalla casa del Padre Celeste rimanendo ostinatamente nel deserto della sua religione, senza altare, senza Sacerdozio, senza vita. La Chiesa di Ges\u00f9 Cristo, quando vide che la Sinagoga si rifiutava di servire Dio, la riguard\u00f2 come serva ribelle della Divina Provvidenza, e si stacc\u00f2 da essa; la Sinagoga a sua volta avvers\u00f2 la Chiesa e cerc\u00f2 in tutti i modi di nuocerle. Anche oggi gli Ebrei avversano la Chiesa<\/strong>; essi posseggono le banche, il commercio e, direttamente o indirettamente, i governi di quasi tutto il mondo; rifiutano con ostinazione di conoscere la verit\u00e0 cattolica, e tentano in tutti i modi di attraversarle il cammino.<\/span>
\nQuesta contesa finir\u00e0 quando l\u2019Angelo di Dio, il Papa, il Pastore Angelico, riunir\u00e0 novellamente nella stessa famiglia del Padre Celeste le due Chiese, facendo riconoscere alla Sinagoga il suo errore, e riconducendola umiliata e convertita nella casa del Signore da essa abbandonata, formando cos\u00ec un solo ovile sotto un solo pastore.<\/span><\/p>\n

pag. 359<\/strong><\/span><\/p>\n

Dio, completando la magnifica promessa, disse che avrebbe mantenuto il suo patto con Abramo e con i suoi discendenti in perpetuo, per essere loro Dio,<\/em> e promise la terra di Canaan in perpetuo a lui ed ai suoi posteri, per essere loro Dio<\/em>. Egli, fin d’allora, promise alla Chiesa l\u2019indefettibilit\u00e0, e l’infallibilit\u00e0 nella verit\u00e0, perch\u00e9 Essa solo avrebbe avuto il Dio vivo e vero e l\u2019eterno deposito della fede vera, le promise il possesso perenne della patria eterna, figurata nella terra di Canaan, frutto del pellegrinaggio terreno, frutto delle angustie e delle umiliazioni della vita, prezzo di giustizia e premio delle opere buone.<\/span><\/p>\n

Promettendo ad Abramo di stabilire con lui un patto eterno, e con la sua posterit\u00e0, Dio disse solennemente: Io sono<\/em>; era come il giuramento che confermava la sua promessa, ed era la sintesi dell\u2019eterna verit\u00e0 che affidava fin d’allora alla Chiesa futura, poich\u00e9 Dio solo \u00e8, Dio solo \u00e8 verit\u00e0 assoluta, e chi ha Lui come Dio non pu\u00f2 avere come eredit\u00e0 che la verit\u00e0 infallibile.<\/span><\/p>\n

Chi deve compire nella Chiesa le opere del Signore, non pu\u00f2 fondarsi sulle umane speranze, deve fondarsi su d\u2019una fede incrollabile in Dio, deve avere come base questa roccia incrollabile: Dio solo \u00e8 tutto, Dio \u00e8 padrone di tutto, Dio solo \u00e8 la mia forza<\/em><\/strong>. Credere, credere; credere e sperare contro tutte le idee umane e contro tutte le speranze mortali, significa fecondare le opere di Dio con la forza di Dio. Perci\u00f2 nelle angustie, nelle contrariet\u00e0, nelle pene, l\u2019anima poggi sempre pi\u00f9 in alto la sua speranza, e quando crede tutto perduto allora confidi di pi\u00f9 perch\u00e9 allora sulle umane tempeste e sulla confusione generata dagli uomini risplende la bont\u00e0<\/span><\/p>\n

pag. 373<\/span><\/strong><\/p>\n

Dio \u00e8 pieno di delicatezza con noi, ma non fa passare senza risposta quelle colpe che disonorano i suoi divini attributi, perch\u00e9 se tacesse, Egli ci farebbe un gran male, e permetterebbe in noi delle tenebre pericolose alla vita stessa dell\u2019anima. \u00c8 per questo che quando la miscredenza ride delle cose sacre, il Signore interviene e risponde con pubblici flagelli. L\u2019umanit\u00e0 incredula e stoltissima ride dietro la porta<\/em>, perch\u00e9 non vede Dio<\/strong>, non lo conosce, non gli \u00e8 familiare, ma il Signore risponde a queste risa| stupide e sconce e si fa sentire, perch\u00e9 l’umanit\u00e0 non finisca per i crederlo una chimera od una favola. Cos\u00ec quando l\u2019infelicissima Russia ha riso di Dio, ha visto lo sfacelo della nazione; quando i gitanti della nave francese \u201cPhilippar, risero di Dio, uscendo di domenica con tempo splendido dal porto, e burlandosi della Messa che perdevano, a poca distanza dalla costa, furono colpiti da una tempesta improvvisa che li sommerse; quando i miscredenti di Messina “risero di Dio nel 1908, domandandogli un terremoto per oscena derisione, videro la loro citt\u00e0 travolta nella stessa notte dal flagello.<\/span>
\nNessuno oser\u00e0 certo ridersi di Dio dopo esempi cos\u00ec impressionanti della sua presenza, dei quali ci sono molti testimoni oculari.<\/span>
\nSara rise perch\u00e9 le sembr\u00f2 impossibile l\u2019avveramento della divina promessa, ma il Signore la confuse dicendo: – C’\u00e8 forse una cosa difficile per Dio ? – <\/em>Abbiamo fiducia nella divina misericordia, e non crediamo impossibile la rinascita delle anime in i questo mondo invecchiato nel male e sterile di ogni vita soprannaturale. Il Signore ci fa sentire per mezzo della Chiesa e dei Santi che questa povera umanit\u00e0 non rimarr\u00e0 per sempre isterilita; abbiamo fiducia, lavoriamo, diamo a Dio il concorso della nostra nullit\u00e0 ed aspettiamo con fede il trionfo della Chiesa. Quando Ges\u00f9 Cristo mand\u00f2 gli Apostoli per il mondo non sembrava impossibile che lo avessero convertito? Eppure lo convertirono. Abbiamo fede, Ges\u00f9 Cristo vince il mondo.<\/strong><\/span><\/p>\n

Pag. 381<\/span><\/strong><\/span><\/p>\n

La figura profetica prende un nuovo aspetto, perch\u00e9 l\u2019 umanit\u00e0 non doveva ricevere bene il suo Redentore. Dio promette un figliuolo a Sara, e questa ride, ride dietro la porta, senza vedere i personaggi misteriosi, e poi, rimproverata da loro, mentisce.<\/span><\/p>\n

La Sinagoga<\/b>, figurata qui in Sara, la sterile che Dio voleva rendere feconda di grazie, cos\u00ec ricevette il Redentore: si nascose nella angusta tenda, nelle sue tradizioni e nei suoi riti, e derise il Re, lo derise fino a metterlo in Croce, lo schern\u00ec perch\u00e9 le aveva promesso la vita. Infedele alla grazia, pose e pone il colmo a sua colpa mentendo; ment\u00ec travolgendo le parole dei suoi Pro<\/b>feti<\/b> e mentisce chiamandosi popolo di Dio, quando non \u00e8 che un popolo rigettato.<\/b><\/span><\/p>\n

Pag. 394<\/span><\/strong><\/p>\n

L’amore umano dev’essere dominato da Dio, poich\u00e9 questo \u00e8 diritto dell\u2019Eterno Amore. Il Signore ci ha dato la legge della carit\u00e0, perch\u00e9 noi lo amassimo nel prossimo, ed ha santificato il Matrimonio rendendolo Sacramento, perch\u00e9 la funzione dell’amore umano si mutasse in funzione del divino amore. Egli cos\u00ec non ha menomato la mostra libert\u00e0, ma nello stesso tempo ha salvaguardato i frutti del suo amore, che sono imprescrittibili. Egli, pu\u00f2 dirsi, ci lascia liberi in tutto e sembra quasi assente da noi, fuorch\u00e9 nell’amore, perch\u00e9 ci ama e vuole essere amato. L’amore suo si fa sentire appena \u00e8 offeso, reagisce, c\u2019insegue, ci percuote, ci ricaccia nelle pi\u00f9 tormentose angustie ma non cede. L\u2019impurit\u00e0 lo contrasta in questo amore, ed Egli l\u2019insegue e la combatte fino alla distruzione.<\/span><\/p>\n

Egli \u00e8 vigilante amore anche quando le creature si uniscono santamente; le tribolazioni della carne, proprie dei coniugi, delle quali parla S. Paolo (I Corint. VII, 28), sono l\u2019amor vigilante di Dio che impedisce il pieno riversarsi di una creatura nell’altra, e che le costringe a ricercarlo fuori dei diletti della carne o delle effimere armonie della vita. Non lo vediamo noi che l\u2019amore troppo vivo ed ardente fra due creature \u00e8 troncato presto dal Signore, e che persino l\u2019amore materno o paterno troppo concentrato nel figliuolo \u00e8 spezzato dalla morte? Se Dio fa questo con l\u2019amore benedetto da Lui, che cosa non far\u00e0 con l\u2019amore che gli \u00e8 estraneo, o peggio con quello che si concentra in se stesso? Chi ama illecitamente una creatura nei limiti della legge naturale, conserva ancora un barlume di amore, perch\u00e9 ama la creatura di Dio, ed in certo modo esce ancora fuori di s\u00e8, pur fermandosi sull\u2019umana nullit\u00e0; ma chi si riversa in se stesso, o ama per se stesso il turpe diletto che lo soddisfa, s\u2019allontana cos\u00ec completamente dall\u2019Amore, che si trova per necessit\u00e0 di fronte ai fulmini dell’Amore contrastato e profanato. Un peccato contro natura non conserva pi\u00f9 neppure il pi\u00f9 piccolo vestigio di amore, \u00e8 turpe concentramento in se stesso, \u00e8 orrore che Dio abomina e colpisce senza misericordia.<\/span><\/p>\n

\u00c8 un fatto che nessun peccato \u00e8 colpito pi\u00f9 severamente da Dio quanto quello dell\u2019impurit\u00e0; i pi\u00f9 spaventosi flagelli che l\u2019umanit\u00e0 ricorda, sono dovuti a questo peccato, le pi\u00f9 gravi angustie della vita hanno questa triste radice. Le calamit\u00e0 del mondo, la rovina di tante citt\u00e0, i terremoti, le pestilenze, le guerre, la fame, hanno origine dall\u2019impurit\u00e0. Anche quando sono castighi dell\u2019irreligione e della miscredenza hanno la radice nell\u2019impurit\u00e0, perch\u00e9 l\u2019irreligione \u00e8 l\u2019impurit\u00e0 dello spirito che infallibilmente, presto o tardi, diventa impurit\u00e0 della carne, come l\u2019impurit\u00e0 della carne porta con s\u00e8 quella dello spirito ed allontana da Dio.<\/span><\/p>\n

Tu, piccolo verme umano, inutilmente tenti persuaderti che certi peccati sono frutto del tuo istinto o delle tue esigenze fisiologiche, inutilmente neghi Dio e la sua giustizia per essere pi\u00f9 libero nelle tue degradazioni. L’Amore Eterno non ti d\u00e0 tregua, ti insegue, e la lotta fra Lui e l\u2019amore tuo recalcitrante \u00e8 duello all\u2019ultimo sangue. Egli ti castiga nel corpo e te ne fa sentire il peso, finch\u00e9 tu non l\u2019abomini e non ricacci da te la carne come oggetto indegno del tuo amore; Egli t’acceca la mente, t’indurisce il cuore, ti priva di ogni grazia, perch\u00e9 tu nell\u2019angoscia del tuo spirito lo cerchi come refrigerio. Egli a volte ti punisce con la stessa impurit\u00e0, e permette che tu cada in abissi profondi di abominazione, che ti senta schiavo di abiti inveterati, e ti riconosca un orrore finch\u00e9 non confessi il tuo male, e non ti emendi, dandoti vinto all\u2019Amore che ti cerca e che solo pu\u00f2 purificarti. Le tue vie sono tenebrose e piene di affanni, il tuo cuore \u00e8 stretto da un torchio, l\u2019anima tua cammina, come lo spirito immondo del quale parla l\u2019Evangelo (Matt. XII, 43), per luoghi aridi, cercando riposo e non lo trova; cerca compagnie pi\u00f9 cattive per tentare almeno cos\u00ec di giustificare il suo operato, ma \u00e8 sempre angustiata finch\u00e9 non cede all\u2019Amore Eterno che la insegue per amore!<\/span><\/p>\n

Dio non rinunzia alle esigenze del suo amore, \u00e8 l\u2019unico diritto che vuol conservare pieno su di noi, perch\u00e9 sa che solo l\u2019 amor suo ci sazia. L’affanno. col quale l\u2019impurit\u00e0 ci tormenta viene da Lui direttamente, Egli non si affida ad altri per punire l\u2019amore infedele, e come per Sodoma e Gomorra \u00e8 detto: Signore piovve dal Signore sopra Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco dal cielo<\/i>, cos\u00ec per ogni anima il flagello che punisce l’impurit\u00e0 viene direttamente dal Signore. Non fu un\u2019 eruzione vulcanica l\u2019 inabissamento delle citt\u00e0 peccatrici, fu l\u2019impeto dell’Amore contrastato che arse di sdegno; non vengono dalle creature i castighi sugli uomini impuri, vengono da Dio, \u00e8 il Signore che piove dal Signore fuoco e zolfo di angustie e di desolazione su di loro.<\/span><\/p>\n

Satana che \u00e8 invidioso del nostro bene, ci spinge perci\u00f2 all\u2019impurit\u00e0 fin dai pi\u00f9 teneri anni, e tenta di porre come base di ogni vita che si schiude questo tristissimo germe di sventure. Per questo la vita infantile di certe creature \u00e8 irta di spine, bench\u00e9 non si sia ancora sviluppata: quelle immodestie, quelle curiosit\u00e0 impure, quegli atti sconci, quelle parole degradanti fanno piovere fuoco di angustia sulla giovane vita che cresce. A volte una sola immodestia in un’anima che Dio predilige e che destina a grandi cose, pu\u00f2 determinare un’infanzia ripiena di lutto, di fame, di percosse, di contrasti, di affanni; un sol peccato impuro pu\u00f2 rendere la vita disgraziata e piena di sventure. \u00c8 inutile ricercare nel cielo la cattiva stella che \u00e8 stata causa del nostro amaro destino; la stella del cielo \u00e8 l’Amore Eterno che c\u2019incalza, e l\u2019 amaro destino dell\u2019amor nostro infedele; il combattimento \u00e8 l\u2019urto di questi due amori, e la vittoria deve rimanere all\u2019Eterno Amore.<\/span><\/p>\n

Che se la creatura ostinatamente rifiuta l’Amore, avviene a lei come a Sodoma ed a Gomorra: \u00e8 sommersa nel fuoco eterno e non ha pi\u00f9 scampo. L\u2019 Amore la insegue in ogni ridotta della libert\u00e0, in ogni trincea del cuore, in ogni rifugio dei sensi, e giunge fino al punto che preferisce vederla nell\u2019odio eterno, anzich\u00e9 data all’amore di un altro. \u00c8 terribile, ma \u00e8 la verit\u00e0! L’anima dannata \u00e8 tutta odio, ma almeno cos\u00ec non pu\u00f2 dare ad altri quell’amore che avrebbe dovuto dare a Dio. Odia se stessa, odia l’inferno, odia i dannati, odia la vita, odia la morte, odia Dio, ma l\u2019odia perch\u00e9 non pu\u00f2 amarlo. \u00c8 questa la forma che prende l\u2019amore ingrato che non s’\u00e8 fatto sconfiggere dall\u2019Eterno Amore: l\u2019odia, ma non ama altri, l\u2019odia ma lo apprezza sopra tutte le cose, ne rifugge ma non trova riposo fuori di Lui, arde ma non trova refrigerio fuori di Lui. Non pu\u00f2 dire mai: lo t’ho scambiato per un altro amore, poich\u00e9 lungi da Lui non trova che l\u2019odio, e la vittoria \u00e8 sempre dell\u2019Eterno Amore.<\/span><\/p>\n

Pag. 408<\/b><\/span><\/p>\n

2. La minaccia di Dio ad Abimelec. La mediazione di Abramo. Condizione del perdono.<\/b><\/span><\/p>\n

Dio dunque si rivel\u00f2 in sogno ad Abimelec, e gli disse senz’altro che sarebbe morto per aver preso Sara. Abimelec sentendosi ancora puro, perch\u00e9 non aveva consumato il peccato, domand\u00f2 a Dio se avesse ucciso il giusto che aveva mancato solo per ignoranza. Si gloriava della sua giustizia, e non rifletteva che egli non aveva peccato perch\u00e9 Dio gli aveva mandato un grave malanno. Il Signore perci\u00f2 lo corresse delicatamente del suo orgoglio, e gli fece riflettere che proprio per la rettitudine del suo cuore Egli lo aveva custodito dal peccato. Non era quindi merito suo l\u2019essersi conservato giusto, ma era effetto di una speciale misericordia.<\/span><\/p>\n

Le parole che Dio rivolse ad Abimelec: Io ti custodii perch\u00e9 tu non avessi peccato contro di me<\/i>, sono profondissime. Quando un peccatore, infatti, riesce a consumare il proprio peccato, \u00e8 proprio in questo castigato da Dio; egli crede di agire da padrone, e non si accorge che la sua pessima volont\u00e0 lo priva dell\u2019aiuto divino, e lo rende schiavo della colpa. Quando si ha il cuore semplice e retto, anche stando nell\u2019illusione, Dio non permette che si cada in peccato. Il Signore vigila in modo speciale su quelle ani\u00abme che cadono in un’illusione, e credono in buona fede di fare una cosa lecita. Egli le richiama con le sofferenze, le risveglia dal loro sonno spirituale con le angustie interiori, e le sostiene in tal modo, che la loro volont\u00e0 si conservi lontana dal peccato, e si liberi a poco a poco dall\u2019illusione. Per delicatezza Dio non disinganna di un colpo un\u2019anima illusa in buona fede; Egli non vuole precipitarla di un tratto da una visione di bene nel vuoto del disinganno, che sarebbe per lei atroce; le toglie a poco a poco, per cos\u00ec dire, i giocattoli della sua fantasia, come una mamma fa con la sua bambina, la custodisce perch\u00e9 non si faccia male, ed al momento opportuno la eleva nel campo della realt\u00e0 divina, utilizzando per la sua formazione le stesse angustie delle sue illusioni.<\/span><\/p>\n

Dio disse ad Abimelec che gli aveva impedito di peccare contro di lui<\/i>, e con questo manifest\u00f2 tutto il suo orrore per l\u2019adulterio.<\/span><\/p>\n

Questo peccato, bench\u00e9 abbia per oggetto una creatura, pure \u00e8 rivolto contro Dio, perch\u00e9 la creatura \u00e8 tempio vivo del Signore ed appartiene a Lui solo. Se Abimelec, pur stando in buona fede, fu colpito con tanta severit\u00e0, con quanta maggiore forza saranno colpiti quelli che insidiano volontariamente la pace della famiglia e profanano il matrimonio con le loro iniquit\u00e0? \u00c8 davvero raccapricciante il pensare alla facilit\u00e0 con la quale oggi si consumano i peccati di adulterio, ed \u00e8 sommamente doloroso il constatare come la societ\u00e0 non pensi a porre un valido freno a simili orrori!<\/span><\/p>\n

Il Signore concluse il discorso rivolto ad Abimelec, con una minaccia che era diretta a paralizzare la passione che egli aveva per Sara: Se fu non la rendi, sappi che di certo morrai tu e tutti i tuoi<\/i>. Sembrerebbe superflua questa minaccia dopo che Abimelec aveva mostrato il proposito di restituire la donna; ma il Signore sapeva che egli le era affezionato, sapeva che se non aveva peccato materialmente, aveva peccato di desiderio, e perci\u00f2 lo minacci\u00f2 di morte e lo esort\u00f2 ad andare da Abramo, a confessargli il peccato ed a supplicarlo di pregare per lui per ottenerne il perdono. Si noti che mentre Abimelec si confessava con Dio, il Signore che avrebbe potuto certamente perdonargli, non volle farlo senza la mediazione di un uomo che lo rappresentava, cio\u00e8 di Abramo, da lui perci\u00f2 chiamato profeta<\/i>. Il Signore volle affermare solenne mente la necessit\u00e0 del mediatore per ottenere la grazia del perdono, e la necessit\u00e0 di un mediatore visibile. Il mediatore doveva essere il Redentore; ma non sarebbe bastato la fede in Lui invisibile per ottenere il perdono, sarebbe stato necessario la preghiera del profeta<\/i>, cio\u00e8 del Sacerdote, senza del quale invano l\u2019 uomo avrebbe sperato misericordia.<\/span><\/p>\n

I protestanti che pretendono di ottenere la remissione dei loro peccati confessandosi con Dio ed implorando misericordia dal Mediatore invisibile, non riflettono che Dio stesso non d\u00ec il perdono senza il ministero di un uomo. Chi pecca sottrae a Dio la gloria che gli \u00e8 dovuta e deve restituirla ai piedi del Confessore, il quale prega per lui e lo assolve in nome di Dio uno e trino. Nei primi tempi della Chiesa l\u2019 assoluzione sacramentale era data in forma deprecatoria<\/i>, cio\u00e8 consisteva proprio in una preghiera con la quale il Sacerdote implorava sul penitente la misericordia divina. Oggi alla preghiera il Sacerdote aggiunge la formola imperativa<\/i> del perdono, suggellando cos\u00ec la preghiera con la certezza della mise ricordia che Dio elargisce infallibilmente quando noi non vi mettiamo ostacoli.<\/span><\/p>\n

Pag. 413<\/b><\/span><\/p>\n

4. La sterilit\u00e0 della casa di Abimelec ed il problema demografico.<\/b><\/span><\/p>\n

Il Sacro Testo dice che dopo le preghiere fatte da Abramo per Abimelec, Dio risan\u00f2 lui, la moglie e le serve, ridonando loro la fecondit\u00e0 che s’era isterilita a causa del rapimento di Sara. Da ci\u00f2 si rivela che questa stette molto tempo in casa di Abimelec, diversamente sarebbe stato impossibile constatare la sterilit\u00e0 delle donne di Gerara.<\/span><\/p>\n

\u00c8 la prima volta che si nota nel Sacro Libro quello che oggi si chiama il problema demografico<\/i>, cio\u00e8 la mancanza di nascite in una nazione. La morte che Dio minacci\u00f2 ad Abimelec ed ai suoi poteva essere precisamente l\u2019estinguersi della sua razza per mancanza di figliuoli. \u00c8 questo il castigo che Dio d\u00e0 alle nazioni, quando in esse l\u2019adulterio diventa un peccato comune. Noi lo constatiamo col fatto : gli Stati sono preoccupati delle mancanze di nascite; la Francia, l’Inghilterra, l’America, la Germania decadono lentamente, perch\u00e9 in queste nazioni l\u2019adulterio \u00e8 legalizzato dall\u2019infame legge del divorzio, o \u00e8 diffuso dalla costante propaganda immorale. Si d\u00e0 il grido di allarme per impedire questa rovina, ma \u00e8 un grido stolto, perch\u00e9 non si fa nulla per ridonare al matrimonio la sua santit\u00e0, e per impedire la propaganda sfacciata dell\u2019adulterio che si fa con i romanzi e con gli spettacoli, sotto gli occhi dei governi pi\u00f9 o meno ciechi o compiacenti. La mancanza di nascite conduce i popoli prima alla rovina e poi inesorabilmente alla morte; perci\u00f2 \u00e8 dovere di ogni governo vigilare affinch\u00e9 non dilaghi questa piaga cos\u00ec turpe.<\/span><\/p>\n

C’\u00e8 un altro peccato che il Signore chiama anche adulterio, ed \u00e8 la noncuranza di Dio, la ricerca del proprio tornaconto e l\u2019idolatria delle creature. Dio chiamava adultero il popolo suo quando si rendeva infedele, e adulteri i Sacerdoti quando trascuravano i loro doveri; anche questo adulterio spirituale porta la sterilit\u00e0.<\/span><\/p>\n

Nel Bollettino Ecclesiastico di una Diocesi dell\u2019Italia meridionale \u00e8 detto che nel 1928 a tutto novembre si ebbero 30 Sacerdoti morti e solo quattro Sacerdoti novelli. \u00c8 una statistica spaventosa che si constata pi\u00f9 o meno da per tutto; \u00e8 una sterilit\u00e0 che conduce alla morte, se Dio non ci mette la mano. Questa sterilit\u00e0 \u00e8 causata dall\u2019adulterio spirituale del popolo cristiano. Si abbandona Dio, si cerca il piacere, si \u00e8 legati alle cose temporali, e s’ isteriliscono le generazioni delle anime sante e dei Sacerdoti di Dio. Cos\u00ec gli Stati Uniti di America non hanno dato alla Chiesa nessun Santo, proprio nessun Santo! Sono gli Stati pi\u00f9 adulteri demograficamente e spiritualmente, e sono completamente isteriliti nella generazione dei Santi che \u00e8 la sublime fecondit\u00e0 della Chiesa.<\/span><\/p>\n

Le anime consacrate. a Dio sono sue spose; esse non possono dunque abbandonarlo e darsi al mondo, senza commettere un peccato gravissimo che attira sui popoli il castigo di Dio, privandoli delle voci pi\u00f9 belle di riparazione e d\u2019impetrazione che abbiano.<\/span><\/p>\n

Quando queste anime si danno al mondo se non materialmente almeno col cuore, allora s’isteriliscono e non sono pi\u00f9 capaci di fare gli atti di virt\u00f9 che costituiscono la loro fecondit\u00e0 spirituale.<\/span><\/p>\n

Perci\u00f2 quando notiamo in noi la sterilit\u00e0 spirituale, esaminiamoci accuratamente per vedere se in noi ci sia qualche elemento di vita estranea a Dio, che rende adultera l\u2019 anima nostra, e se troviamo in essa qualche affetto rubato al Signore restituiamolo a Lui. Siamo fedeli al suo amore, ripariamo la nostra infedelt\u00e0, ed Egli ci benedir\u00e0 rendendoci soprannaturalmente fecondi.<\/span><\/p>\n

Pag.543<\/b><\/span><\/p>\n

Il pellegrinaggio di Giacobbe e quello della vita umana. L\u2019umiliazione della morte segna tutti gli uomini col suggello della Redenzione.<\/b><\/span><\/p>\n

Giacobbe era partito dalla casa paterna col solo bastone, era andato in terra straniera, vi aveva sofferto vent\u2019anni ed era ritornato in patria con tanta ricchezza e con tanta gente. \u00c8 questa un’immagine del nostro terreno pellegrinaggio; veniamo sulla terra spogli di tutto e come in un esilio; viviamo per un periodo di tempo assegnatoci da Dio, e con le sofferenze della vita produciamo i frutti degni del Cielo. Giacobbe and\u00f2 in Mesopotamia per sposarsi, e l\u2019anima nostra viene sulla terra per sposarsi al Verbo Umanato e per ritornare cos\u00ec a Dio suo Padre, ricoperta delle ricchezze del Prezioso Sangue. L\u2019anima viene in questa terra macchiata di colpe e trepida tanto nel doversi presentare al Signore; ma essa manda avanti a s\u00e8 i doni che lo placano, i meriti di Ges\u00f9 Cristo, \u00e8 profondamente umiliata nella morte e con quell’umiliazione pu\u00f2 affrontare in pace la giustizia di Dio!<\/span><\/p>\n

La morte \u00e8 un gran dono del Signore; l\u2019uomo peccatore ed ingrato per essa pu\u00f2 presentarsi a Dio, umiliato in tutte le sue potenze in tutta la sua vita, in tutto il suo corpo. Se non avesse questa tremenda e salutare umiliazione non potrebbe affrontare lo sguardo di Dio.<\/span><\/p>\n

La nostra morte ricorda quella di Ges\u00f9 Cristo; Egli volle salvarci con la sua morte per imprimere cos\u00ec su ogni creatura il segno della Redenzione, perch\u00e9 la morte \u00e8 il retaggio di tutta l\u2019umanit\u00e0, come lo \u00e8 il dolore. Ogni uomo spirando porta impresso almeno questo tratto di rassomiglianza con Lui. Non \u00e8 questa una supposizione, \u00e8 una verit\u00e0; S. Paolo infatti dice che noi risorgiamo perch\u00e9 Ges\u00f9 Cristo \u00e8 risorto come primizia dei dormienti. Dunque c’\u00e8 una relazione stretta fra la sua Resurrezione e la nostra, e per conseguenza, fra la sua morte e la nostra, giacch\u00e9 la resurrezione suppone la morte. Tutti quelli che morirono prima della Redenzione figurarono la morte di Ges\u00f9 Cristo, tutti quelli che sono morti e muoiono dopo la Redenzione la esprimono. Anche il pi\u00f9 perverso degli uomini riceve questo suggello, che certamente gli concilia la misericordia di Dio e gli diminuisce la pena che merita per i suoi peccati.<\/span><\/p>\n

La morte \u00e8 come l\u2019ombra della Croce che dal Calvario, da Ges\u00f9 Crocefisso, si proietta lontano su ogni creatura che muore; si proietta sul moribondo che sta: sul letto dell\u2019estremo dolore come sulla Croce, ed egli rassomiglia cos\u00ec a Ges\u00f9 morente, si proietta sul mare furente che inghiotte le sue prede, sui campi di battaglia, sulle solitudini agghiacciate, sui deserti infuocati… dove muore un uomo l\u00e0 si disegna la Croce. La morte dunque \u00e8 la prostrazione di tutta l’umanit\u00e0 a Dio, unita alle prostrazioni del Redentore, \u00e8 come l\u2019ultimo sacramento di misericordia che ricevono tutti, anche i pagani, anche i barbari, anche gli antropofagi. Com\u2019\u00e8 grande Iddio in tutto quello che dispone!<\/span><\/p>\n

pag. 564<\/strong><\/span><\/p>\n

Rachele che partorisce l’ultimo suo figlio fra grandi dolori, \u00e8 immagine della Chiesa Cattolica che negli ultimi tempi, quando la persecuzione sar\u00e0 pi\u00f9 terribile, dar\u00e0 a Dio fra i dolori pi\u00f9 gravi i suoi figli prediletti, gli ultimi Santi, che rifulgeranno come soli in mezzo al tenebrio spaventoso del mondo. Prima di giungere al luogo ubertoso<\/em> del suo eterno riposo, Efrata, nell\u2019ultimo tratto della via del suo mortale. pellegrinaggio, la Chiesa dar\u00e0 a Dio gli ultimi suoi frutti, i pi\u00f9 belli di tutti, perch\u00e9 generati fra i dolori pi\u00f9 fieri.<\/span>
\nLa Chiesa \u00e8 una madre sempre addolorata, poich\u00e9 in ogni tempo la sua fecondit\u00e0 \u00e8 frutto di angustie. Essendo Essa il Corpo mistico del Redentore, \u00e8 tutta piagata, come il Corpo reale del suo Capo Divino. Quello che nella Chiesa ci appare come disordine, i suoi membri infetti, le sue angustie, sono le piaghe dolorose per le quali Essa, sanguinando di pena, genera a Dio gli eletti. \u00c8 un errore il credere che la Chiesa debba essere senza angustie e senza membri disordinati 0 peccatori, perch\u00e9 Essa \u00e8 pellegrina e sta sempre nella prova; per questo Ges\u00f9 Cristo stesso disse: – \u00c8 necessario che vi siano degli scandali<\/em> (Matth. 18, 7). – Gli scandali dei membri della Chiesa sono un segno della sua vita<\/strong>, poich\u00e9 le malattie non colpiscono le statue o le figure dipinte, ma gli esseri vivi. Nella sua anima la Chiesa \u00e8 invece immacolata, santa, senza macchie e senza rughe. Le sette che sono un corpo senza vita, hanno spesso un volto incipriato e dipinto, si gloriano della loro apparenza, ma vanamente. Un fiore soverchiamente manierato e simmetrico, \u00e8 un fiore artificiale, senza profumo e senza vita, mentre quasi \u2018sempre il fiore sbocciato da una pianta viva, ha qualche petalo che cade, o qualche foglia intristita dal gelo. La Chiesa non \u00e8 una vetrina di fiori artificiali, belli solo in apparenza; \u00e8 un giardino fecondo dove cresce il germe cattivo con quello buono, fino alla raccolta e alla mietitura.<\/span>
\nNon ci scandalizziamo dunque quando veniamo 2 conoscenza di Sacerdoti cattivi o di membra guaste della Chiesa, piuttosto pensiamo noi a consolarla nei suoi dolori con la nostra virt\u00f9. La Chiesa in mezzo alle sue pene d\u00e0 a Dio le anime privilegiate, formate esse pure dall\u2019angustia e dal dolore ; fioriscono in Lei per la lotti fra il bene ed il male gli atti pi\u00f9 vivi di amore, le riparazioni, l\u2019apostolato, la virt\u00f9. Germinano in Lei i gigli candidi della purezza, i fiori vermigli del martirio, e le gemme profumate della carit\u00e0 in mezzo all\u2019uragano che vorrebbe sradicare da Lei ogni vita, come germinarono dal Corpo piagato del suo Redentore i fiori dell\u2019amore, della riparazione della vita che salv\u00f2 il mondo. Persuadiamoci che la Chiesa \u00e8 guidata da una specialissima Provvidenza di Dio, e che ogni male in Lei \u00e8 utilizzato come concime delle piante buone. Essa \u00e8 tutto un ricamo ammirabile della grazia, dove, proprio come nel ricamo, ci sono anche dei vuoti, che fanno risaltare la bellezza dell’insieme. Giudicarla a modo umano, significa non intendere nulla della sua divina costituzione, significa smarrirsi nelle conclusioni pi\u00f9 stolte e \u2018pi\u00f9 menzognere.<\/span><\/p>\n

pag. 613<\/strong><\/span><\/p>\n

Riponiamo in Dio solo la nostra speranza.<\/strong> Se bussiamo alle porte degli uomini, riponendo in loro la nostra fiducia, raccogliamo solo disinganni. Anche se in questa terra non avessimo altro che umiliazioni ed affanni, Dio muterebbe la nostra situazione nei cieli, dove il trionfo \u00e8 eterno. Raccogliamoci in Dio solo in tutti i nostri affanni; pi\u00f9 gravi sono le pene, pi\u00f9 orrida \u00e8 la solitudine che ci opprime, pi\u00f9 chiuse sono le porte ad ogni scampo, pi\u00f9 dobbiamo confidare in Dio solo, nostra speranza e nostra vita. Persuadiamoci che ogni volta che confidiamo negli uomini, considerandoli come termine della nostra speranza e non gi\u00e0 come semplici strumenti della Provvidenza, passiamo un guaio. In un tempo di tanto egoismo \u00e8 difficile trovare uno che s’ immedesimi delle nostre pene; l’umanit\u00e0 corre vertiginosamente appresso alle comodit\u00e0 della vita ed ai piaceri; \u00e8 una nuova idolatria questa delle comodit\u00e0 e del divertimento, \u00e8 un’ idolatria che rende i cuori come macigni, preoccupati solo del loro benessere, come gli animali.<\/span><\/p>\n

Questo egoismo d\u00e0 l’ incomprensione del dolore altrui, e quindi rende vana la speranza di essere consolati dagli uomini. Dio ci vuole pi\u00f9 vicini a S\u00e8, e per questo permette il fallimento delle speranze umane, vuole che noi facciamo appello al soprannaturale con piena fede, quando le forze naturali falliscono. Non lo vediamo noi in modo speciale quando confidiamo nei medici? Sembra che una particolare maledizione pesi su alcuni medici, a causa dell\u2019irreligione e del materialismo che distingue tanti di essi. Pare che non ne imbrocchino una, \u00e8 chi ha un po\u2019 di esperienza sa quanto siano fallaci i loro responsi. Dio li confonde, rende vani i loro sforzi, li umilia, perch\u00e9 vuole che noi ci ricordiamo di avere un Padre nei Cieli, e di avere un aiuto in Maria SS. e nei Santi Avvocati. Ogni tribolazione \u00e8 per noi come una prigione che ci priva di libert\u00e0 e di vita; facciamo appello a Dio, alla vergine, S.S., ai Santi, e confidiamo nei mezzi soprannaturali, perch\u00e9 Dio non vuole che viviamo come esseri reietti, schiavi della materia, servi dei miseri uomini della terra.<\/span><\/p>\n

pag. 662<\/strong><\/span><\/p>\n

Anche nelle vie dello spirito, Dio ha questo modo di operare mirabilmente provvido: Egli, a volte, conduce le anime che sceglie per le grandi opere sue in certi stati di vita ed in ambienti dai quali poi le libera anche con prodigi di misericordia.<\/strong> Un\u2019 anima pu\u00f2 discendere anch\u2019essa nell\u2019Egitto, e pu\u00f2 credere che quella sia la sua via e la sua dimora; pu\u00f2 cio\u00e8 incominciare il suo sviluppo e la sua preparazione anche in un ambiente transitorio, che pu\u00f2 mutarsi in schiavit\u00f9 per le illusioni o per le deviazioni che subentrano a causa dell\u2019umana miseria. \u00c8 un fatto di grandissima importanza, ignorando il quale si potrebbe credere illusione tutto un piano di Divina Provvidenza.<\/span><\/p>\n

Un’anima chiamata da Dio a diventar luce delle altre, ha bisogno di un largo corredo di esperienze che il Signore non le d\u00e0 soprannaturalmente, perch\u00e9 non fa mai opere superflue; ha bisogno anche di temprarsi in un campo nel quale le dosi del soprannaturale siano, per cos\u00ec dire, temperate da intrecci e da fatti naturali, affinch\u00e9 a poco a poco si sgrossi; ha bisogno di conoscere la propria nullit\u00e0 e la propria fallibilit\u00e0, per abituarsi ad abbandonarsi a Dio; ha bisogno infine di grandi dolori per aprire il varco allo Spirito Santo e per farsi condurre da Dio. Il Signore la pone in un ambiente particolare che nel primo momento diventa alimento di piet\u00e0, utilizza le deviazioni dell’ambiente in cui vive, e le d\u00e0 l\u2019esperienza dello spirito falso; utilizza le conseguenze di queste deviazioni e le suscita intorno la lotta; demolisce il primo edificio, e con prodigi d\u2019amore trae l’anima da quello stato che cominci\u00f2 con l’essere una risorsa di vita, e divenne schiavit\u00f9 d’idee errate e groviglio di confusione; la tempra nella lotta, la ingigantisce nella fiducia, la educa nelle sconfitte, la purifica nelle pene, ed al momento opportuno la spinge nella sua via maestra.<\/span><\/p>\n

\u00c8 cos\u00ec che un’anima eletta da Dio, pu\u00f2 cominciare la sua missione incontrandosi, per es. in una persona che ha dei doni soprannaturali, e che la spinge nel campo del divino ; questa persona \u00e8 allora quello che fu l’Egitto per la famiglia di Giacobbe : \u00e8 risorsa di vita nell\u2019inedia, \u00e8 terra di Gessen, cio\u00e8 \u00e8 avvicinamento al bene che spinge l\u2019anima verso ideali nuovi, e le d\u00e0 il desiderio sintetico di ci\u00f2 che poi deve compire. L’anima eletta, ignara delle vie soprannaturali, pu\u00f2 errare, pu\u00f2 credere da Dio quello che \u00e8 umano o peggio diabolico, e pu\u00f2 trovarsi in un groviglio di confusioni che la rendono schiava della sua idea. Essa s’immola magari per la sua idea, in mezzo alle persecuzioni che le si suscitano intorno, soffre e geme e si purifica col dolore. Poi d\u2019un tratto la luce della Chiesa la illumina, essa obbedisce, si distacca dalla radice selvatica, s’innesta alla Chiesa, riceve nuove grazie, e si trova ricca di esperienza, di pazienza, di umilt\u00e0, di carit\u00e0, di amore, e pronta a compire la missione assegnatale dal Signore.<\/span><\/p>\n

Certe vie straordinarie volute da Dio, come fu voluta da Dio la discesa della famiglia di Giacobbe in Egitto, non sono il frutto, sono le foglie ed i fiori destinati a sfrondarsi ed a cadere ; chi \u00e8 ignaro delle vie del Signore pu\u00f2 scambiarli per il frutto, ma si persuade del contrario vedendone la dissoluzione ; la terra che era oasi di ricchezza diventa allora deserta, il grano si esaurisce e non si raccoglie che paglia e creta di desolazione; si \u00e8 schiacciati fra grandi umiliazioni, perch\u00e9 l\u2019anima si ricordi della divina promessa, e perch\u00e9 tenti con tutte le sue forze di compiere la Divina Volont\u00e0.<\/span>
\nL\u2019anima in questi momenti difficili vede tutto rovinare, ma spera; vede dimenticati i servigi da essa resi alla Chiesa, come gli Egiziani dimenticarono i servigi resi da Giuseppe, quando perseguitarono il popolo di Dio, ma si abbandona al Signore e prega; si vede maltrattata e vilipesa, ma conserva intatta la sua aspirazione a glorificare Dio; vede vano ogni aiuto umano ma grida al Signore, e quando meno l\u2019 aspetta, in un momento di angustia generale, vede aprirsi la via della terra promessa, passa a piedi asciutti anche nel mare tempestoso, \u00e8 difesa dal Signore e vince glorificando solo il suo Dio, al quale don\u00f2 e dona tutta la sua vita.<\/span><\/p>\n

pag. 688<\/span><\/strong><\/p>\n

Se tu dai un urto alla prima di una serie di palline accostate l’una all\u2019altra, esse sembrano immobili, e solo l’ ultima si sposta visibilmente; \u00e8 un fenomeno che si studia negli elementi della fisica. Eppure tutte le palline ricevono l\u2019urto, bench\u00e9 non lo dimostrino. Allo stesso modo pass\u00f2, per cos\u00ec dire, la promessa di Dio di Patriarca in Patriarca, tutta \u2018intera e reale, fino a rendersi manifesta nella pienezza dei tempi. Giacobbe, trasportato nel futuro prima di morire, era veramente nel pieno compimento delle divine promesse, e quindi la benedizione che aveva avuta non era stata vana per lui.<\/p>\n

Cos\u00ec Dio opera in mezzo alle anime quando le sue parole e le sue promesse sono pi\u00f9 vaste della loro vita, ed esigono uno sviluppo superiore alle forze ed agli anni loro. Egli rivela ad esse quello che avverr\u00e0, e lo rende loro come reale nella fede e nella speranza, per darlo poi in possesso in una maniera pi\u00f9 grande nella vita eterna. Una promessa che si realizzasse nell\u2019ambito della vita terrena, sarebbe in verit\u00e0 una promessa molto limitata. Quando sai che \u00e8 Dio che parla e vedi che la sua parola non si realizza come tu avevi pensato, ritieni per fermo che quella parola ha un significato pi\u00f9 vasto ed una portata pi\u00f9 ampia. Credi e spera, e Dio certamente non ti far\u00e0 rimanere confuso.<\/p>\n

A volte Dio non risponde alle nostre aspirazioni superficiali, ma risponde alle pi\u00f9 profonde aspirazioni del nostro cuore, ancorch\u00e9 esse rimangano nella coscienza. Tu desideri convertire un’anima, per es., ma il tuo desiderio pi\u00f9 vasto \u00e8 quello di convertire tutti. Dio ti ascolta, e prepara un pi\u00f9 largo movimento di misericordia, nel quale Egli travolger\u00e0 anche l\u2019anima per la quale tu preghi. A te sembra che per essa la grazia ritardi, mentre Dio la amplifica e la estende ad altre anime, utilizzando cos\u00ec anche gli ostacoli che alla conversione oppone quella libera volont\u00e0. Egli l\u2019attende, la ferisce, la scuote, e quando trova in essa una resistenza, diffonde le sue misericordie su altre anime, mentre attende che essa si pieghi all\u2019azione della grazia. Cos\u00ec se tu preghi per la conversione di un protestante, Dio riceve la tua preghiera come un grido pi\u00f9 grande, ed utilizza il tuo zelo per farti cooperatore del ritorno del protestantesimo alla Chiesa Cattolica. Egli non fa il sordo alla tua preghiera, ma ascolta il gemito pi\u00f9 vasto e pi\u00f9 profondo dell’anima tua. Oh come \u00e8 grande il Signore in quello che in noi appare avvolto da tenebre! A noi<\/p>\n

basti pregare ed operare, il resto lo deve fare Dio; in Lui solo dobbiamo confidare, nonostante tutti gl\u2019insuccessi apparenti che ci angustiano.<\/p>\n

pag. 693<\/strong><\/span><\/p>\n

CONCLUSIONE<\/strong><\/p>\n

1. La grande lezione della Genesi: Dio solo \u00e8 tutto. Da Dio viene ogni cosa. Dio regge tutto con infinita provvidenza di amore.<\/strong><\/p>\n

Il primo libro della S. Scrittura, la Genesi, \u00e8 terminato. Ringraziamo Dio con profonda gratitudine. Egli ama di parlare all\u2019umanit\u00e0, ed i libri della Scrittura sono come le labbra che articolano le Sue parole. Dio che ci ha parlato con il linguaggio della creazione, facendovi risplendere la sua gloria, si \u00e8 degnato di parlarci anche pi\u00f9 intimamente attraverso le vicende della storia umana. Egli ha raffigurato in questa storia il disegno e lo sviluppo del piano del suo misericordioso amore, e ci ha addestrati a riconoscerlo in tutte le vicende della nostra vita. Oggi che l’umanit\u00e0 \u00e8 avvelenata da una concezione cos\u00ec materialistica e naturalistica della vita, \u00e8 di supremo interesse il metterci nei raggi di quest\u2019arcana luce, per considerare che tutto parte dal Signore, e tutto deve ritornare a Lui. \u00c8 illusione funesta il vivere come se Dio fosse estraneo a noi, e come se intervenisse solo nei grandi avvenimenti del mondo. Egli ci assiste come una mamma, nelle grandi e nelle piccole cose, poich\u00e9 noi in Lui viviamo, ci moviamo e siamo. \u00c8 questa la stupenda lezione della Genesi.<\/p>\n

Con uno sguardo sublime, veramente colossale, in una sintesi che raggiunge un’altezza immensa, Dio ci mostra come tutto fu creato da Lui. Non c’\u00e8 per noi nulla di oscuro: fra quegli astri scintillanti brilla il nome di Dio, nelle profondit\u00e0 dei cieli risuona, negli abissi del mare si rispecchia, nei monti fioriti e nelle campagne verdeggianti si mostra come il fiore pi\u00f9 bello, nella vita si glorifica, nell’uomo si esalta, nello spirito \u00e8 adorato per la sua infinita maest\u00e0! DIO! DIO! DIO! Com’\u00e8 placido e com’\u00e8 grande questo nome! \u00c8 come una stella che ci guida attraverso il creato, e che ci fa discernere tutto questo immenso mistero! Egli solo \u00e8 tutto, Egli solo vale, Egli \u00e8 il nostro unico amore.<\/p>\n

Noi vediamo con grande stupore la germinazione delle piante; \u00e8 Dio che comand\u00f2 alla terra di produrle. Noi vediamo il riprodursi degli animali e degli uomini; \u00e8 Dio che li benedisse perch\u00e9 si fossero moltiplicati. Noi possiamo studiare stupefatti tutte le meraviglie di questi fenomeni, tutte le armonie di questi stupendi canti di vita, ma la dominante e la fondamentale di questi canti \u00e8 sempre Dio, Dio solo! E noi che ci scorgiamo cos\u00ec elevati nella nostra natura e cos\u00ec diversi dagli animali, noi sentiamo ancora sul nostro volto l\u2019alito di Dio che ci dette l\u2019anima, la meraviglia pi\u00f9 grande del creato! Nel misterioso labirinto della nostra anima, nelle lotte interne, nelle inclinazioni disordinate che in noi constatiamo, nelle afflizioni della vita, noi abbiamo in mano la chiave per scorgere tanti misteri: DIO!<\/p>\n

L’infedelt\u00e0 a Dio ci fece decadere; il castigo di Dio ci sottopose all\u2019espiazione; la misericordia di Dio ci risollev\u00f2, la bont\u00e0 di Dio ci riabbracci\u00f2. Nei cataclismi spaventosi che devastano la terra, ecco il Signore che tutto dispone: non sono forze cieche che si slanciano come lupi della foresta sulla preda nel terribile disordine della loro ferocia, ma sono elementi ordinati, per quanto formidabili, di una infinita giustizia. Dio preavvisa l’umanit\u00e0, le prepara lo scampo, perch\u00e9 non perisca interamente, attende centoventi anni, e poi apre le cateratte del cielo e gli abissi del mare, e l\u2019acqua straripa in una tremenda placidezza, che per i piccoli fuscelli di paglia travolti, apparisce spaventoso cataclisma, irruzione formidabile. Ecco l’Arca che galleggia ….. \u00c8 l’invito di Dio ad ogni anima perch\u00e9 trovi salvezza: le paterne braccia di Dio sono arca di salvezza, la Chiesa \u00e8 arca di pace, la Madonna \u00e8 arca di alleanza e di misericordia.<\/p>\n

Sulla terra le generazioni si succedono alle generazioni; \u00e8 Dio che le divide e le manda attraverso le varie regioni per popolarle, e sulle nazioni rifulge il suo santo nome. \u00c8 Dio che chiama Abramo, \u00e8 Dio che lo guida, \u00e8 Dio che lo consola con arcane pro messe, \u00e8 Dio che dona un figliuolo alla consorte di lui, e quindi \u00e8 Dio che regola le famiglie nel loro sviluppo. Sodoma, Gomorra e le citt\u00e0 peccatrici sono devastate dalla giustizia divina, che fa piovere il fuoco sopra di loro.<\/p>\n

Dio domanda alla fedelt\u00e0 di Abramo il sacrifizio pi\u00f9 grande e la testimonianza pi\u00f9 bella nell\u2019immolazione d\u2019Isacco; Dio guida il servo di Abramo per fargli trovare una moglie per Isacco; Dio guida Giacobbe nel suo angoscioso pellegrinaggio; Dio ricama un disegno di predilezione nella vita di Giuseppe, utilizzando le pi\u00f9 basse manifestazioni delle umane passioni. Insomma \u00e8 Dio che si mostra sovrano signore, misericordioso, giusto, potente, infinito, e soprattutto padre!<\/p>\n

2. La Santa Scrittura \u00e8 il vero e profondo libro di scienza.<\/strong><\/p>\n

L’uomo si affanna tanto nel campo della scienza, e stenta per scoprire qualcuna delle meraviglie operate da Dio; ma sulla terra la scienza diventa patrimonio soltanto di poche persone. Dio dona alle sue creature la scienza che pu\u00f2 dare il riposo dell\u2019anima, dona la scienza delle origini, ossia la genesi delle cose create: i cieli, la terra, gli animali, le piante, l\u2019uomo, la donna, la famiglia, la societ\u00e0, la nazione. Dona la scienza psicologica, ossia la genesi di tutto il complesso fenomeno della vita morale e spirituale, con tutti i riflessi che ha nella vita naturale: la legge di Dio, la prevaricazione, la tentazione, il peccato, il castigo, l\u2019espiazione, la riparazione; e poi, in tanti quadri reali e storici, pieni del pi\u00f9 vivo colore di verit\u00e0, tutto lo sviluppo dell\u2019attivit\u00e0 dell’anima, la sua nobilt\u00e0, le sue debolezze, le sue aspirazioni, le sue miserie. Dona<\/p>\n

– la scienza del governo della Divina Provvidenza nel mondo, con tutti i suoi oscuri misteri che nascondono i tratti pi\u00f9 delicati del suo amore. Com’\u00e8 grande la delicatezza e l\u2019amore di Dio in ogni manifestazione della sua Provvidenza! Com’\u00e8 logico e sapiente ogni suo atto, ogni sua disposizione, ogni sua parola! Non si pu\u00f2 non amare Dio meditandolo in questa luce cos\u00ec placida e serena, che \u00e8 luce di Lui, vero ed unico Signore.<\/p>\n

All\u2019umanit\u00e0 che stenta quasi a credere alla reale comunicazione del Cielo con la terra, Dio si mostra in frequente colloquio con gli uomini. Nei deliri innumerevoli dell\u2019umana ragione, e nelle degradazioni delle umane, passioni, Dio rimane sempre come fulgido sole di verit\u00e0 in mezzo a noi! DIO, DIO! Come questo nome adorabile ci vivifica e ci riempie di arcana consolazione! La Santa Scrittura \u00e8 il solo libro che si pu\u00f2 leggere sempre senza stancarsi mai. \u00c8 come un giardino che tu conosci, ma nel quale non discendi senza trovarvi novelli fiori sbocciati, o novelli zampilli di limpida acqua. Noi abbiamo percorsa la prima aiuola di questo giardino, la Genesi, e quanti fiori vi abbiamo raccolti! Eppure se l\u2019anima si ferma un poco su questi fiori, da quanti profumi no velli non potr\u00e0 essere imbalsamata! Tu puoi guardare una fontana, e puoi dilettarti del gioco dei suoi zampilli; tu puoi rispecchiarti nel bacino limpido dell\u2019acqua, e vedere il tuo volto; tu puoi raccogliere quell’acqua e puoi: spargerla sulle piante inaridite.<\/p>\n

Ecco, ad esempio, la prima scena della Genesi, la creazione: \u201cLa terra era informe e vuota, e le tenebre erano sulla faccia dell\u2019abisso<\/em>“. \u00c8 uno spettacolo grandioso nel quale io posso rispecchiarmi, vedendovi me stesso. Se vivo di terra, sono inerte, informe e vuoto, e le tenebre sono sulla mia anima….. E disse Dio: Sia fatta la luce<\/em>… Dunque, mio Dio, tu solo puoi fare la luce in questa mia anima, e la puoi fare con una tua parola di vita: Disse Dio<\/em>!… Parlami, e la luce piena si far\u00e0. nell’anima mia!…<\/p>\n

Dio divide la luce dalle tenebre, dunque anche nella mia vita non \u00e8 possibile unire insieme la luce e le tenebre, l\u2019errore e la verit\u00e0, il male ed il bene. Ed allora se voglio vivere nel giorno tuo, o Signore, io debbo essere tutto illuminato dalla tua luce soprannaturale!<\/p>\n

Dio divide le acque che sono sopra del firmamento da quelle che sono sotto del firmamento. In queste acque io posso vedere un’immagine delle pene che mi crucciano. Vi sono anche per me le pene che mi vengono da Dio, e quelle che sono prodotte dai miei peccati… Quando l\u2019anima mia passa attraverso la tribolazione diventa poi come terra che emerge dalle acque, e si arricchisce di mille germi di vita.<\/p>\n

In quanti modi l\u2019anima pu\u00f2 parlare a Dio, e Dio pu\u00f2 parlare all’anima passando per le fiorite aiuole della S. Scrittura! Se tu ti avvicini a Dio con semplice umilt\u00e0, Egli ti parla profondamente, e penetra l\u2019intimo del tuo cuore. Perci\u00f2 umiliamoci innanzi a Dio, e diamogli cos\u00ec la libert\u00e0 di parlarci come gli piace. Apriamo a Lui questo nostro cuore come fiore che vuole essere da Lui fecondato, e riguardiamolo senza sospetti, senza preconcetti, senza alterige e senza timidezze, come nostro Padre, come nostra unica vita, come ; nostro principio, come nostro fine, come Colui nel quale dobbiamo ora vivere, e nel quale dobbiamo riposare un giorno eternamente, per i meriti di Ges\u00f9 Cristo, Nostro Signore.<\/p>\n

3. Ecce ancilla Domini… In manus tuas… Fiat voluntas tua!<\/strong><\/p>\n

Noi siamo sulla terra in un pellegrinaggio penoso, nel quale troviamo tante tristi sorprese, ma non siamo soli, abbiamo con noi Dio che ci ha creati, e possiamo trovare in Lui il rifugio e la pace.
\nEcco un\u2019altra lezione che ci viene dalla Genesi : nel nostro pellegrinaggio ci possiamo trovare in tre posizioni distinte: come servi di Dio, adoperati da Lui per i suoi grandi fini; come piccoli atomi smarriti quasi in questo mondo, fra mille angustie e mille pericoli; come creature tribolate che espiano le loro colpe, e che compiono la loro purificazione ed il loro elevamento spirituale. In tutte queste posizioni della nostra vita, noi non possiamo guardare che a Dio soltanto. Chiamati da Lui a cooperare alle opere della sua gloria, noi rispondiamo come Abramo: Eccomi. Gli dobbiamo dare interamente la libert\u00e0 di servirsi di noi, anche a cost\u00f2 di dover salire sul monte e sacrificargli quello che abbiamo di pi\u00f9 caro. Dobbiamo fare nostra la parola della Vergine benedetta: Ecce ancilla Domini, fiat mihi secundum verbum tuum.<\/em><\/p>\n

Nelle incertezze della vita, nei pericoli, nelle angustie, dobbiamo affidare tutto a Dio, facendo nostre le parole di Ges\u00f9 Cristo sulla Croce:\u00a0 manus tuas commendo. Com’ \u00e8 bello affidare tutto a Dio! Perch\u00e9 ci affanniamo tanto, perch\u00e9 ci preoccupiamo di quello che pu\u00f2 succederci ? Rivolgiamo lo sguardo a Dio e ripetiamogli con fiducia filiale: Signore, nelle tue mani raccomando questo affare.<\/em> Non si affid\u00f2 interamente a Dio il servo di Abramo, intraprendendo un viaggio incerto, per trovare una moglie ad Isacco? E gli riusc\u00ec tutto bene. Non si affid\u00f2 a Dio Giacobbe, quando part\u00ec dalla sua casa col suo solo bastone? E ne ritorn\u00f2 ricco di armenti e con numeroso seguito. Non si affid\u00f2 a Dio Giuseppe nelle sue angustie? E da carcerato divenne signore dell\u2019Egitto. Se vi fu un’ombra nella vita di questi Patriarchi, questo avvenne solo quando affidarono agli uomini le loro cose: Dunque rimettiamo tutto a Dio. Infine quando espiamo i nostri peccati, quando le tribolazioni ci angustiano, quando le prove ci affliggono, curviamo la fronte innanzi al Signore in una piena sottomissione alla sua volont\u00e0 che \u00e8 sempre amore: Fiat voluntas tua<\/em>.<\/p>\n

Quando cominciamo la nostra giornata, cominciamola adorando Dio prostrati per terra, e recitiamo tre Gloria Patri, ripetendo queste tre proteste della nostra sudditanza a Lui. Offriamoci alla sua volont\u00e0: Ecce ancilla Domini, fiat mihi secundum verbum tuum<\/em>; affidiamogli la nostra giornata e le nostre cose: In manus tuas commendo ; accettiamo in pace ogni dolore ed ogni angustia: Fiat voluntas tua. Noi cominceremo la nostra giornata raccogliendo sopra di noi un luminoso riflesso di Dio uno e trino. Il Verbo di Dio disse per primo al Padre: Ecce ego, mitte me<\/em>; eccomi, mandami. Il Padre disse al Verbo suo: Filius meus es tu, ego hodie genui te<\/em>, e lo abbracci\u00f2 con infinito amore, glorificandolo. Lo Spirito Santo, spirato dal Padre e dal Figliuolo, diffuse la grazia, compiendo i disegni di Dio. Il Padre \u00e8 la mano che custodisce: In manus tuas<\/em>. Il Figliuolo \u00e8 l’obbedienza che glorifica Dio: Ecce ego<\/em>.
\nLo Spirito Santo feconda con la grazia: Fiat<\/em>! Com’\u00e8 bello cominciare la giornata aprendo il cuore a Dio, riposando nelle sue braccia, compiendo la sua volont\u00e0.<\/p>\n

Le anime in genere rifuggono dall\u2019immolarsi al Signore, perch\u00e9 credono che l\u2019immolazione sia un intreccio di sventure, accettate volontariamente. Le anime vittime \u2018in realt\u00e0 sono quelle che meno soffrono, quando sanno di darsi a Dio. Ogni sacrifizio termina, come il sacrifizio di Abramo, in una sorpresa di amore ed in una benedizione immensa. \u00c8 pi\u00f9 bello soffrire immolandosi volontariamente a Dio, anzich\u00e9 essere come pagliuzze travolte dall’uragano della vita. Consacrandosi come vittime innanzi a Dio, si \u00e8 sicuri di stare nelle sue mani amorose, e si riposa nella sua volont\u00e0 che \u00e8 amore.<\/p>\n

Infine raccogliamo dalla Genesi la grande lezione della preghiera : l’anima che prega non rimane mai delusa. Anche quando non vede subito l\u2019effetto della sua preghiera, deve attenderlo con fiducia, poich\u00e9 Dio risponde sempre<\/em>, e supera ogni nostra aspettazione. La Genesi \u00e8 piena di benedizioni divine che sembrano fallite: ad Abramo, ad Isacco, a Giacobbe fu promessa la terra di Canaan, ma non la possedettero. Eppure la promessa di Dio non fall\u00ec; essi ebbero da Dio il diritto<\/em> su quella terra, e con questo la possedettero. La loro discendenza la conquist\u00f2 e vi si stabil\u00ec; quella terra divenne il simbolo di un possesso pi\u00f9 vasto, e da essa sbocci\u00f2 come un fiore, la Chiesa, la vera terra promessa.<\/p>\n

Gli Ebrei moderni non capiscono che negando Ges\u00f9 Cristo, rendono menzognere e vane tutte le promesse da Dio fatte ai loro padri.<\/em> Essi non posseggono pi\u00f9 quella terra che fu promessa loro in sempiterno, essi sono dispersi nel mondo! Ma la promessa di Dio non \u00e8 fallita: come un fiore ricco di semi, strappato dal suo stelo dal vento, \u00e8 trasportato in tante parti, dove fa cadere i suoi semi e germina, cos\u00ec la terra promessa si \u00e8 come trapiantata in tutto il mondo, e si trova l\u00e0 dove si trova la Chiesa Cattolica. Abramo ha avuta la sua discendenza pi\u00f9 numerosa delle stelle del cielo e delle arene del mare nella Chiesa Cattolica, e da lui, erede della divina promessa, sono veramente usciti tanti popoli. Non c\u2019\u00e8 una sola parola di Dio che non abbia avuto il suo avveramento, bench\u00e9 in maniera spesso diversa, ma sempre di gran lunga superiore alle piccole vedute umane.<\/p>\n

Preghiamo e confidiamo anche contro ogni umana speranza.
\nCi basti sapere che Dio ascolta le nostre preghiere, e che mai la nostra supplica \u00e8 vana innanzi a Lui. Ci sono certi disegni di Dio pi\u00f9 ristretti, pi\u00f9 proporzionati a noi; di questi soltanto noi vediamo il compimento. Cos\u00ec fra i Patriarchi, Giuseppe soltanto vide i avverarsi in pieno le promesse divine, perch\u00e9 era stato eletto ad essere il salvatore dei popoli dalla carestia materiale. Egli fu figura di Ges\u00f9 Cristo, ma la sua prosperit\u00e0 fu limitata alla sua vita mortale. Noi che aspiriamo alla vita eterna, non possiamo desiderare da Dio soltanto quei beni che si limitano a questa misera vita; sarebbe una stoltezza aspirare solo ad un benessere tanto fugace. Dio dunque tante volte ascolta le nostre preghiere in una maniera diversa da quella che noi pensiamo, perch\u00e9 ci prepara e ci dona i beni imperituri del cielo.<\/p>\n

Affidiamoci a Dio in ogni cosa, e sappiamo attenderlo in pace, poich\u00e9 Egli ha cura di noi e sa quello che ci giova. Dobbiamo riguardarci come suoi figliuoli, dobbiamo amarlo con tutto il cuore, compire la sua volont\u00e0, servirlo con tutte le forze, con la sicurezza assoluta che Egli non deluder\u00e0 mai le nostre speranze, perch\u00e9 \u00e8 sommamente fedele.<\/p>\n

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