{"id":5382,"date":"2024-07-25T16:47:02","date_gmt":"2024-07-25T14:47:02","guid":{"rendered":"https_3A//arcangelosanmichele.altervista.org/@p=5382"},"modified":"2024-07-25T16:47:02","modified_gmt":"2024-07-25T14:47:02","slug":"il-nemico-degli-alleati-era-litalia-non-il-fascismo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/arcangelosanmichele.altervista.org\/il-nemico-degli-alleati-era-litalia-non-il-fascismo\/","title":{"rendered":"Il nemico degli Alleati era l\u2019Italia, non il fascismo"},"content":{"rendered":"

fonte fides-et-ratio.it<\/a> 01\/07\/2018<\/p>\n

Autore Francesco Lamendola<\/strong><\/span><\/p>\n

Tutta la mitologia della Repubblica di Pulcinella, nata nel 1946, si regge su una colossale menzogna storica, che i padri fondatori hanno raccontato a noi ed a se stessi, per circa settant\u2019anni, e che pu\u00f2 essere precisata, articolandola nei seguenti punti:<\/span><\/p>\n

1) che la guerra condotta dalle Nazioni Unite fosse diretta contro il fascismo e contro Mussolini (un solo uomo \u00e8 colpevole, non il popolo italiano, e contro quell\u2019uomo facciamo la guerra<\/em>, blaterava alla radio Churchill, che di Mussolini era stato un grandissimo estimatore) piuttosto che contro il nostro Paese;<\/span><\/p>\n

2) che tale guerra sia cessata l\u20198 settembre del 1943, e che, dopo quella data, e fino al 25 aprile 1945, non sia stata pi\u00f9 una guerra, con devastazioni e massacri di civili inermi, ma una campagna di liberazione;<\/span><\/p>\n

3) che le forze partigiane abbiano, se non proprio sconfitto, comunque seriamente impegnato i nazifascisti, ben meritando, al tavolo della pace, per l\u2019onore e la dignit\u00e0 della Patria, in faccia al mondo intero;<\/span><\/p>\n

4) che le citt\u00e0 del Centro-Nord siano state straziate dai bombardamenti aerei, e che le truppe marocchine della Francia gollista abbiano stuprato migliaia di donne, solo per meglio portare al popolo italiano l\u2019agognata libert\u00e0 e la possibilit\u00e0 di rientrare nel consesso delle nazioni civili (a proposito dei francesi: sapete chi ha “liberato” Roma, il 4 giugno 1944? Loro, naturalmente: leggere, per credere, Roger C\u00e9r\u00e9, La seconda guerra mondiale<\/em>, Garzanti, 1964);<\/span><\/p>\n

5) che, dopo il 25 aprile 1945, le Nazioni Unite abbiano esaurito il loro compito, restituendo il popolo italiano a se stesso, con la possibilit\u00e0 di darsi libere istituzioni, in pace e amicizia con tutti gli altri popoli;<\/span><\/p>\n

6) che gli americani, con il Piano Marshall, abbiamo mostrato, al di l\u00e0 di ogni possibile dubbio, la loro bont\u00e0 di cuore, la loro generosit\u00e0 senza limiti, perch\u00e9 ci hanno aiutati quando avevano ormai esautoro la loro missione, quella di farci tornare liberi, e avrebbero anche potuto infischiarsene della nostra miseria materiale;<\/span><\/p>\n

7) che gli italiani non siano usciti dal secondo conflitto mondiali sconfitti e umiliati, ma un po\u2019 vincitori anche loro, grazie al cambio di alleanze del\u20198 settembre 1943 e, poi, grazie all\u2019opera coraggiosa e meritoria delle formazioni partigiane, le quali, invece di attendere passivamente la liberazione ad opera degli Alleati, hanno efficacemente contribuito alla vittoria comune contro il mostro nazi-fascista, ovvero il Male Assoluto;<\/span><\/p>\n

8) che proprio l\u2019essersi rivoltato contro il fascismo e contro l\u2019alleato tedesco, l\u20198 settembre 1943, abbia salvato la rispettabilit\u00e0 del popolo italiano al cospetto del mondo e abbia parzialmente riscattato la monarchia dai precedenti errori, dandole la possibilit\u00e0 di giocarsi il proprio futuro alla guida del Paese mediante il referendum istituzionale, in un clima di rinascita politica e morale, sana collaborazione patriottica e senza alcuna pressione esterna da parte dei vincitori della seconda guerra mondiale.<\/span><\/p>\n

Il fatto \u2014 perch\u00e9 \u00e8 un fatto, e non una opinione \u2014 che l\u2019Italia, con la pace di Parigi del 1947, sia stata trattata, in tutto e per tutto, come una nazione sconfitta, e duramente punita nel territorio, nelle Forze Armate, nella sovranit\u00e0; il fatto che in ogni questione territoriale, e particolarmente in quella del confine orientale, gli Alleati le abbiano mostrato la loro simpatia ed amicizia sposando, in misura maggiore o minore, le pretese annessionistiche del maresciallo Tito (e, poi, che le forze inglesi abbiano sparato sulla folla di Trieste, rea di chiedere il ritorno in seno alla Patria); e il fatto che i vincitori abbiano voluto inserire, nel trattato di pace, il vergognoso ed umiliante articolo 16, il quale stabiliva che l\u2019Italia non avrebbe perseguito quei cittadini italiani che fin dal 10 giugno del 1940 (e non dall\u20198 settembre, o, poniamo, dal 25 luglio del 1943) avevano favorito la causa alleata, vale a dire i traditori che sin dal primo giorno di guerra avevano pugnalato la Patria alle spalle e avuto intelligenza col nemico; il fatto che un discreto numero di generali e di ammiragli, come l\u2019ammiraglio Franco Maugeri, siano stati insigniti di alte decorazioni dalle potenze alleate, e particolarmente dagli Stati Uniti, per ci\u00f2 che avevano fatto durante (!) e dopo la guerra: nessuno di questi fatti \u00e8 valso a insinuare il minimo dubbio, a incrinare minimamente la mitologia della Repubblica di Pulcinella, i cui corifei, forti di un\u2019antica e mai smentita massima, a forza di ripetere le stesse balle per anni e per decenni, son riusciti non solo a farle credere quasi a tutti, spegnendo le intelligenze e il senso critico di tre generazioni di studenti e di cittadini, giovani e meno giovani, ma perfino a se stessi: traguardo insuperato e, forse, insuperabile, di piaggeria che giunge fino al sublime vertice dell\u2019auto-incretinimento dei bugiardi.<\/span><\/p>\n

Per settant\u2019anni, dunque, agli italiani sono state rifilate queste verit\u00e0 di comodo, una pi\u00f9 fantasiosa dell\u2019altra, una pi\u00f9 cialtrona dell\u2019altra. Lo scopo era quello di occultare ai loro occhi il peccato d\u2019origine della Repubblica di Pulcinella: l\u2019esser nata dalla sconfitta della nazione italiana e dalla sua umiliazione ad opera degli Alleati, e l\u2019esser stata tenuta a battesimo dai signori dell\u2019odio fratricida e della guerra civile, i quali, da quel momento in poi (e la monarchia prima di essi, per quanto sempre pi\u00f9 screditata e mortificata, dall\u20198 settembre del 1943 al 2-3 giugno del 1946), si sono messi al servizio delle potenze vincitrici, dei loro interessi strategici ed economici, e non hanno mai pi\u00f9 agito da classe dirigente di una nazione sovrana, perch\u00e9 l\u2019Italia non era pi\u00f9 una nazione sovrana, ma da proconsoli di poteri esterni, dal cui beneplacito dipendevano le loro poltrone, le loro carriere ed i loro privilegi, nonch\u00e9 la loro “rispettabilit\u00e0” politica e morale. Vogliamo dire che tutti<\/em> i governanti della Repubblica e quasi tutti gli intellettuali ad essa funzionali, socialisti, comunisti, democristiani, liberali, hanno sempre<\/em> detto e fatto quanto rientrava negli interessi e nella convenienza di Londra e Washington e, in qualche misura, di Mosca (fino al 1990), mai<\/em> qualcosa che collidesse con quelli, anche se, o specialmente se, per caso, coincideva coll\u2019interesse nazionale italiano, pena il verificarsi di strani incidenti, da Mattei, a Moro, a Craxi, i quali incidenti, guarda caso, hanno messo fuori gioco i pochi personaggi che, a un certo punto, hanno provato a fare qualcosa di diverso da ci\u00f2 che stabiliva il copione internazionale assegnato loro. E ora il copione si sta ripetendo, perch\u00e9 una serie di fattori economici, sociali e politici ha rimescolato le carte a partire dal marzo 2018, e di nuovo assisteremo al dispiegarsi della convergenza d\u2019intenti e di azioni dei nostri padroni stranieri e dei loro servitori nostrani, questi ultimi pi\u00f9 che mai imbufaliti perch\u00e9 il popolo sovrano ha osato estrometterli a calci in culo, e pi\u00f9 che mai smaniosi di rivincita e di vendetta, s\u2019intende dietro gli slogan della “buona causa” della civilt\u00e0 e dell\u2019umanit\u00e0, contro i cinici, biechi, spietati, populisti e sovranisti, incuranti delle \u2018stragi\u2019 di migranti nel Mediterraneo, sprezzanti verso i \u2018valori\u2019 della civilt\u00e0 europea<\/em> (cio\u00e8 di Soros e della Bce) e perci\u00f2 meritevoli di essere rovesciati ad ogni costo e con qualsiasi<\/em> mezzo, essendo l\u2019ultima versione di quell\u2019eterno e camaleontico fascismo, sempre pronto a risorgere dalle sue ceneri e ad uscire dalle sue cloache, che si chiama, metafisicamente (e la definizione, come tutti ricorderanno, \u00e8 di un politico di destra convertitosi alla kippah<\/em> sulla via di Damasco, cio\u00e8 del potere), il Male Assoluto.<\/span><\/p>\n

Ma, chieder\u00e0 qualcuno, possibile che in questi settant\u2019anni (settant\u2019anni sono tanti: assai pi\u00f9 di quanto sia durato il comunismo nei Pesi dell\u2019Europa centrale, Russia esclusa) la verit\u00e0 non sia mai stata pronunciata, qualche volta, incidentalmente, e, per cos\u00ec dire, fra parentesi, tranne che dai pochi politici sistematicamente esclusi dalle maggioranze di governo e dai pochi intellettuali veramente liberi e non smaniosi di poltrone o riconoscimenti accademici? Effettivamente, s\u00ec, ogni tanto capitava; ma, naturalmente, le menti non erano esercitate al senso critico, e perci\u00f2 quei rari accenni passavano inosservati, scivolavano via come se fossero stati scritti sulla sabbia umida della battigia. Accade sempre cos\u00ec: se la mente non \u00e8 allenata e se la coscienza non \u00e8 vigile, ci si pu\u00f2 anche imbattere, per caso, nella verit\u00e0, ma non si \u00e8 in grado di riconoscerla, e cos\u00ec l\u2019occasione svanisce subito dopo essersi presentata: perch\u00e9 la fortuna soccorre gli audaci, non i servi e gl\u2019imbecilli. Ma ecco uno di quei rari squarci: si trova, buttato l\u00ec, con nonchalance<\/em>, in un paio di righe, all\u2019interno di un libro di 330 pagine, scritto da un saggista e giornalista di tendenza liberale, esattamente settanta anni fa, cio\u00e8 alle origini della Repubblica di Pulcinella. Parliamo del libro di Domenico Bartoli (Torino, 1912-Roma, 1989), che fu direttore dei quotidiani Il Resto del Carlino<\/em> e La Nazione<\/em>, pubblicato da Mondadori, a caldo, nel 1946, con il titolo Vittorio Emanuele III,<\/em> e ripubblicato l\u2019anno dopo, in seconda edizione, con il titolo, pi\u00f9 ampio e solenne, La fine della monarchia<\/em>. Infatti possiamo leggervi un paio di mezze frasi, non di pi\u00f9, veramente rivelatrici (alle pp. 239-240):<\/span><\/p>\n

L\u2019atteggiamento degli Alleati [verso il Regno d\u2019Italia, nel 1944] \u00e8 mutevole e incoerente. Sembra, da una parte, che sostengano le autorit\u00e0 esistenti, la corona e il governo, e difatti si mostrano infastiditi dalle polemiche contro la monarchia e cercano di frenarle. Ma in realt\u00e0 potrebbero sostenere efficacemente il re e Badoglio soltanto attenuando assai il regime di armistizio e favorendo la formazione di un forte esercito italiano. Se Vittorio Emanuele potesse rientrare a Roma alla testa delle proprie truppe, come vorrebbe, e come dice agli intimi di sperare, la monarchia sarebbe rafforzata, da vinta diventerebbe quasi vincitrice. GLI ALLEATI NON LO VOGLIONO; INTENDONO CHE LA DINASTIA RESTI NELLA CONDIZIONE DI VINTA, COME L\u2019ITALIA [il maiuscolo \u00e8 nostro], e perci\u00f2 il loro appoggio al re \u00e8 inefficace. Essi hanno bisogno dello Stato italiano, uno Stato monarchico, finch\u00e9 il popolo non abbia deciso sulla forma istituzionale, e si limitano a tenerlo in vita, SENZA PERMETTERGLI DI RISOLLEVARSI DALLA SCONFITTA [come sopra].<\/em><\/span><\/p>\n

In queste due frasi \u00e8 detto tutto: \u00e8 detta la verit\u00e0. Vittorio Emanuele III non ricevette il trattamento di favore che fu riservato dagli Alleati a De Gaulle, il quale rientr\u00f2 a Parigi alla testa delle sue truppe “vittoriose”, non solo e non tanto perch\u00e9 De Gaulle rappresentava una rottura rispetto a P\u00e9tain, compromesso coi tedeschi, mentre Vittorio Emanuele III, evidentemente, non poteva essere una rottura rispetto a se stesso, e neanche suo figlio Umberto I avrebbe potuto rappresentare una rottura con la dinastia, ma essenzialmente perch\u00e9 gli Alleati, a tavolino, avevano deciso che la Francia, nel dopoguerra, avrebbe dovuto riprendere il suo status di grande potenza (anche se tale status una nazione se lo conquista da s\u00e9 e non lo riceve graziosamente dalle mani altrui), mentre l\u2019Italia, come grande potenza, doveva essere fatta fuori, una volta per tutte. Quindi, torniamo al punto che abbiamo gi\u00e0 tante volte evidenziato: gli Alleati non facevano la guerra a Mussolini, la facevano all\u2019Italia. Il loro obiettivo, nei confronti del nostro Paese, era di eliminare per sempre l\u2019Italia come potenza di serie A (status che aveva effettivamente raggiunto da poco, con la firma del Patto Tripartito del 27 settembre 1940, da pari a pari con Germania e Giappone), anzi addirittura come nazione sovrana, in modo che non potesse mai pi\u00f9 svolgere una sua politica autonoma, specialmente nell\u2019area strategica del Mediterraneo. Un copione che si sta ripetendo, proprio in questi giorni, proprio mentre torna in ballo il ruolo che l\u2019Italia ha il diritto, e soprattutto la necessit\u00e0, di svolgere nel suo<\/em> mare di casa, il Mediterraneo, dove sono in gioco i suoi supremi interessi nazionali (e lo sono molto di pi\u00f9 quanto non lo siano quelli americani nel Mar dei Caraibi, o quelli britannici nel Canale della Manica; perch\u00e9 il Mar dei Caraibi non \u00e8 tutto per gli Stati Uniti, come la Manica non lo \u00e8 per la Gran Bretagna, mentre il Mediterraneo \u00e8 tutto, o quasi, per l\u2019Italia).<\/span><\/p>\n

Pertanto, a chi legge gli avvenimenti attuali solo come l\u2019espressione di uno scontro fra globalisti e sovranisti, concernente la posizione italiana pro o contro la UE e la BCE, o come una questione puramente umanitaria, che riguarda l\u2019atteggiamento del governo italiano verso la questione dei migranti, suggono le premesse del discorso: cio\u00e8 la questione, fondamentale e decisiva, della sovranit\u00e0 italiana. Per la prima volta, dopo settant\u2019anni di asservimento, si aprono possibilit\u00e0 effettive e spazi di manovra affinch\u00e9 l\u2019Italia posa recuperare almeno una parte della propria autonomia di Stato indipendente e sovrano, non solo a livello politico, ma economico e finanziario. E come, nel 1943, le forze antinazionali aprirono le porte allo straniero e s\u2019immersero nel sangue fraterno sino ai gomiti, pur di far fuori le forze nazionali, cos\u00ec ora stiamo assistendo alla grande alleanza di tutti gli sconfitti rancorosi alle elezioni del 4 marzo 2018 con le forze esterne, specie finanziarie interessate a rinsaldare le catene che avvincono il nostro Paese. Naturalmente sar\u00e0 anche una battaglia etica e culturale: dopo settant\u2019anni di avvilimento, chi ama la libert\u00e0 di pensiero e di parola si faccia avanti con coraggio e decisione o si prepari a tacere per chiss\u00e0 quanti altri decenni\u2026<\/span><\/p>\n

 <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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