fides-et-ratio.it<\/a> 13\/03\/2021<\/p>\nAutore Francesco Lamendola<\/span><\/strong><\/span><\/p>\nDel Concilio Vaticano II, una volta compreso che \u00e8 stato in esso, nei suoi documenti, e non dopo di esso, nel suo “spirito”, che si \u00e8 consumata la rottura con la vera dottrina ed \u00e8 sorta una religione parallela al quella cattolica, il modernismo, contrabbandata per\u00f2 come la religione cattolica di prima e di sempre; una volta compreso questo, dicevamo, due interrogativi non hanno cessato di porsi con insistenza quasi angoscia alla nostra mente. Primo, quali forze potentissime, evidentemente in agguato da molto tempo, avevano operato per consumare il tremendo inganno a danno dei fedeli e del clero stesso. Secondo, come sia stato possibile che i fedeli tutti, sacerdoti e religiosi in prima fila, e anzi i medesimi padri conciliari, che non si pu\u00f2 immaginare fossero tutti, o in maggioranza, a giorno della congiura e che vi aderissero, abbiano potuto sottoscrivere e celebrare dei documenti nei quali, nero su bianco, si metteva per iscritto un “magistero” nuovo, eterodosso, e subito dopo si attuava una “riforma” liturgica che a secondo ogni evidenza \u00e8 stata una rivoluzione tanto nell\u2019ordine formale che in quello sostanziale, tale cio\u00e8 da alterare gravemente le fibre pi\u00f9 intime del rapporto dell\u2019uomo con Dio e mettere in una falsa luce tale rapporto.<\/span><\/p>\nAlla prima domanda ci siamo sforzati di rispondere con una serie di articoli nei quali abbiamo posto in evidenza la presenza di forze oscure ed estranee alla Chiesa cattolica, ma alle quali membri dell\u2019alto clero permisero fraudolentemente di entrare con la massima invadenza nella stesura dei documenti conciliari, anzi addirittura offrirono loro di dettare i pi\u00f9 significativi di essi, in particolare la Nostra aetate<\/em>, perno perverso attorno al quale \u00e8 stato fatto ruotare l\u2019intero meccanismo del diabolico inganno (vedi, in particolare: Come il B\u2019nai B\u2019rith ha infiltrato e condizionato il Concilio Vaticano II<\/em>, e Il cattolicesimo rivisto e corretto dal giudaismo<\/em>, pubblicati sul sito dell\u2019Accademia Nuova Italia rispettivamente il 01\/02\/18 e il 25\/03\/20). Per rispondere alla seconda domanda, che in fondo \u00e8 quella decisiva, perch\u00e9 da sempre forze nemiche di Cristo operano per intaccare la Chiesa da Lui fondata e la vera fede da Lui insegnata, ma non possono nulla finch\u00e9 il clero e l\u2019insieme dei fedeli restano uniti e stretti intorno all\u2019autentico Magistero e fanno appello al proprio sensus fidei<\/em> (ciascuno fa, o dovrebbe fare, il suo mestiere: i nemici quello dei nemici, gli amici quello degli amici), ci siamo imbattuti, fra gli altri, in un libro che tratta la questione con molta semplicit\u00e0 e chiarezza e fornisce delle risposte ragionevoli e convincenti, fermo restando che per il cristiano esiste un mysterium iniquitatis<\/em> e perci\u00f2 il mistero del male non pu\u00f2 essere compreso sino in fondo. Il libro \u00e8 stato scritto da un insigne sacerdote, monsignor Francesco Spadafora, da Cosenza (1913-1997), teologo e biblista, autore di una trentina di dotti volumi; e il libro \u00e8 una biografia di un altro luminoso sacerdote, don Francesco Maria Putti (1909-1984), discepolo spirituale di san Pio da Pietrelcina, fondatore della Comunit\u00e0 delle suore Discepole del Cenacolo e della rivista antimodernista S\u00ec s\u00ec no no<\/em>, che continua ad uscire con cadenza quindicinale. Nel descrivere il clima esistente nella Chiesa fin da prima che Pio XII venisse a morte, e poi negli anni immediatamente successivi, Spadafora acutamente osserva (in: Araldo della fede cattolica<\/em>, Velletri, S\u00ec s\u00ec, no no, 1993, pp. 142; 143-144; 144-146):<\/span><\/p>\nLa “Humani Generis” ribadiva la dottrina cattolica, ben definita dal Concilio Vaticano I, e quindi da san Pio X, riaffermando la validit\u00e0 del tomismo, l\u2019immutabilit\u00e0 del dogma, l\u2019importanza primaria del Magistero pontificio, norma prossima della verit\u00e0, l\u2019inerranza assoluta della Sacra Scrittura, il valore storico dei primi capitoli della Genesi\u2026<\/em><\/span><\/p>\nIl card. Gerlier, arcivescovo di Lione, cerc\u00f2 di sminuire la portata dell\u2019enciclica, assicurando che il Papa voleva solo preservare da pericolose deviazioni. Un commento analogo venne fatto da Mons. Montini, che, digiuno affatto di preparazione teologica era entusiasta della corrente “teologica” francese e del de Lubac in particolare.<\/em><\/span><\/p>\nPio XII si impose e i Generali dei rispettivi ordini Gesuiti e Domenicani, allontanarono dall\u2019insegnamento i PP. Chenu, Congar, de Lubac e Dani\u00e9lou. Il S. Officio intervenne contro il P. Teilhard de Chardin (che ebbe sempre nel P. de Lubac il suo avvocato difensore).<\/em><\/span><\/p>\nGli indocili ne modernisti, ridotti al silenzio, restarono in attesa della occasione opportuna per rilanciare ed imporre la loro rivoluzione. Nella stessa Roma la ribellione al Magistero accortamente covava tra i Gesuiti del Pontificio Istituto Biblico. E l\u2019occasione, anzi l\u2019incentivo, arriv\u00f2 molto presto dalla morte di Pio XII, con l\u2019assunzione al Pontificato del Cardinale Angelo Giuseppe Roncalli, che prese il nome di Giovanni XXIII. (\u2026)<\/em><\/span><\/p>\nNoi abbiamo visto il “ritorno” del modernismo con la “Nouvelle Th\u00e9ologie”. Dal 1950 al 1960 i suoi fautori reagirono come poterono contro la “Humani Generis”: Henri de Lubac, Danielou, H. Urs von Balthasar, M. D. Chenu, Yves Congar, lo stesso Teilhard de Chardin, col funereo Karl Rahner erano ammirati e seguiti, se non apertamente difesi, nei Paesi del Reno: Francia, Gerjania, Paesi Bassi, da uno stuolo di sacerdoti e di religiosi, forse ignari della era teologia, fore incapaci di riflessione critica, ma sicuramente dispregiatori del Magistero roano.<\/em><\/span><\/p>\nIn tale situazione, il 25 gennaio 1959, tre mesi dopo l\u2019elezione, Giovanni XXIII nella Basilica di S. Paolo, dette l\u2019improvviso annunzio della convocazione del Concilio Ecumenico.<\/em><\/span><\/p>\nCome ben sintetizza l\u2019Amerio, parlando dell\u2019azione papale nel Vaticano II: \u00abCon Giovanni XXIII l\u2019autorit\u00e0 papale apparve soltanto come desistenza dal preparato Concilio, con l\u2019effetto radicale che ne venne, e come condiscendenza al movimento che il Concilio, rotta la continuit\u00e0 con la sua preparazione, volle darsi da se stesso\u00bb (“Iota Unum” Ricciardi ed., Milano-Napoli, p. 78).<\/em><\/span><\/p>\nIl peggio venne quando, morto Giovanni XXIII, dal breve conclave del 19-21 giugno usc\u00ec nuovo papa il card. G. B. Montini. (\u2026)<\/em><\/span><\/p>\nSan Pio X aveva eretto contro il modernismo una serie di barriere; Paolo VI le abbatt\u00e9 puntualmente, una dopo l\u2019altra. Egli giustificava le “sue novit\u00e0 appellandosi allo spirito del Concilio”. In realt\u00e0 faceva di tutto perch\u00e9 il “nuovo corso”, la “sua direttrice” continuasse, divenisse “irreversibile” nella Chiesa, che pere lui e per i neo-modernisti, comincia soltanto col Concilio Vaticano II (1962-1965), da lui espressamene dichiarato “pi\u00f9 importante del Concilio di Nicea” (325), che defin\u00ec la divinit\u00e0 del Verbo incarnato.<\/em><\/span><\/p>\nLa Curia romana, fimo a pochi anni prima compatta intorno al papa nella difesa dell\u2019integrit\u00e0 e della purezza della Fede, venne smantellata con il pretesto dell\u2019”internazionalizzazione” della Curia stessa.<\/em><\/span><\/p>\nEra il “colpo maestro di Satana”: l\u2019autorit\u00e0 del papa, per divino mandato custode della Fede cattolica, era stata messa al servizio del modernismo!<\/em><\/span><\/p>\nEd ecco che tutte le tessere del mosaico vanno ciascuna al suo posto, e il disegno complessivo appare con nitida, terribile evidenza. Ci furono delle forze estranee che operarono affinch\u00e9 il Concilio venisse convocato e prendesse quella certa piega che cominci\u00f2 a delinearsi quando i vescovi progressisti rifiutarono gli schemi preparatori del cardinale Ottaviani e ne redassero dei nuovi, d\u2019indirizzo pienamente modernista: e non alludiamo solo al B\u2019nai B\u2019rith ma anche, e prima ancora, alla stessa massoneria ecclesiastica, da molto tempo incistata nelle pi\u00f9 alte gerarchie e giunta ormai a un tal punto di potenza da poter disporre dell\u2019elezione del nuovo papa; anzi, di tutti i nuovi papi da Giovanni XXIII in poi. Ma ci fu anche una sottile e perfida azione d\u2019inganno da parte dei due papi conciliari, e specialmente di Paolo VI, che prosegu\u00ec e culmin\u00f2 con la cosiddetta riforma liturgica e con la Messa novus ordo<\/em> dell\u2019arcivescovo massone Annibale Bugnini, azione volta a creare una situazione formalmente e psicologicamente irreversibile: si ricordi la proibizione quasi immediata di celebrare la Messa vetus ordo<\/em>, decisione che stup\u00ec e sconcert\u00f2 perfino molti vescovi progressisti, fra i quali Joseph Ratzinger. Il tutto allo scopo di tagliare i ponti dietro le spalle e creare una situazione inedita, non prevista dalla maggioranza dei padri conciliari e tanto meno dalla massa del clero e dei fedeli, caratterizzata dalla tipica formula progressista: indietro non si torna<\/em>. Il passato \u00e8 il male, il presente \u00e8 il bene: bisogna andare avanti, verso il futuro; chi si ferma \u00e8 perduto, e chi torna sui suoi passi \u00e8 un disertore e probabilmente un traditore. Ed \u00e8 infatti il ritornello che sentiamo sovente dalla bocca del signor Bergoglio, il quale si \u00e8 spinto ad affermare, lui che a parole fa dell\u2019inclusione di tutti (“fratelli tutti”) il tema dominante del suo pontificato, che quanti non accettano integralmente e senza riserve il Concilio Vaticano II sono fuori della Chiesa. Stranissima situazione, invero, perch\u00e9 i novatori, chiamiamoli cosi, ma li si dovrebbe chiamare semplicemente con il loro vero nome, modernisti, e perci\u00f2 eretici (o qualcuno si \u00e8 scordato la condanna solenne del modernismo fatta da san Pio X con l\u2019enciclica Pascendi<\/em>?) si richiamano sempre e solo, o quasi solo, ai documenti di quel Concilio, ignorando tutti gli altri venti e con ci\u00f2 tradendo la loro vera intenzione: quella di fondare una nuova religione che di cattolico conserva il nome, ma non tramanda pi\u00f9 la vera dottrina e non rappresenta pi\u00f9 la vera Chiesa. E come se non bastasse, essi hanno di fatto abolito, o comunque ignorato, la Tradizione, proprio come i protestanti, quale fonte della divina Rivelazione; quanto alle Sacre Scritture, non si fanno scrupolo di manipolarle a piacere, arrivando fino all\u2019impudenza inaudita, quando non possono contraddirle apertamente, di affermare che dopotutto non si sa cosa disse realmente il nostro Signore Ges\u00f9 Cristo, perch\u00e9 ai suoi tempi non esistevano i registratori (come ha fatto il generale dei gesuiti, Arturo Sosa Abascal).<\/span><\/p>\nQuanto mai opportune e pertinenti, a questo riguardo, sono le osservazioni sul Concilio fatte dall\u2019arcivescovo Carlo Maria Vigan\u00f2 nel corso della recentissima intervista da lui rilasciata a Radio Spada<\/em> l\u201911 marzo 2021, nella quale, fra le altre cose, afferma:<\/span><\/p>\nNon vedo come si possa sostenere che vi sia un presunto Vaticano II ortodosso di cui nessuno ha parlato per anni, tradito da uno “spirito del Concilio” che pure tutti elogiavano. Lo “spirito” del Concilio \u00e8 ci\u00f2 che lo anima, quello che ne determina la natura, la particolarit\u00e0, le caratteristiche. E se lo “spirito” \u00a0\u00e8 eterodosso mentre i testi conciliari non sembrano essere dottrinalmente eretici, questo \u00e8 da attribuire ad un\u2019astuta mossa dei congiurati, all\u2019ingenuit\u00e0 dei Padri conciliari e alla connivenza di quanti hanno preferito guardare altrove, sin dall\u2019inizio, piuttosto di prendere posizione con una chiara condanna delle deviazioni dottrinali, morali e liturgiche.
\n<\/strong>I primi ad essere perfettamente consapevoli dell\u2019importanza di mettere mano ai testi conciliari per poterli poi usare per i propri scopi furono Cardinali e Vescovi progressisti, in particolare tedeschi e olandesi, con i loro periti. Non a caso essi fecero in modo di rifiutare gli Schemi preparatori preparati dal Sant\u2019Uffizio e ignorarono i Desiderata dell\u2019Episcopato mondiale, ivi compresa la condanna degli errori moderni, specialmente del comunismo ateo; riuscirono anche ad impedire la proclamazione di un dogma mariano, vedendo in esso un \u00abostacolo\u00bb al dialogo ecumenico. La nuova leadership del Vaticano II fu possibile grazie ad un vero e proprio colpo di mano, al ruolo preminente del Gesuita Bea e dall\u2019appoggio di Roncalli. Se gli Schemi fossero stati mantenuti, nulla di quello che usc\u00ec dalle Commissioni sarebbe stato possibile, perch\u00e9 essi erano impostati sul modello aristotelico-tomistico che non permetteva formulazioni equivoche.<\/em><\/span><\/p>\nLa “lettera”\u00a0del Concilio va quindi messa sotto accusa perch\u00e9 \u00e8 da questa che \u00e8 partita la rivoluzione. D\u2019altra parte: sapreste citarmi un caso nella storia della Chiesa in cui un Concilio Ecumenico sia stato deliberatamente formulato in modo equivoco per far s\u00ec che ci\u00f2 che esso insegnava nei suoi atti ufficiali venisse poi sovvertito e contraddetto nella pratica? Ecco: basta questo per catalogare il Vaticano II come un caso a s\u00e9, un “hapax” sul quale gli studiosi potranno cimentarsi, ma che dovr\u00e0 trovare soluzione da parte dell\u2019Autorit\u00e0 suprema della Chiesa.<\/em><\/span><\/p>\nLa conclusione \u00e8 chiara. Facendo appello alla Tradizione, al vero senso delle Scritture e al Magistero di sempre, che l\u2019ha infallibilmente interpretato per millenovecento anni, il credente ha non solo il diritto, ma il dovere di denunciare l\u2019inganno e rifiutarsi di riconoscere la validit\u00e0 di un Concilio che ha stravolto l\u2019autentica dottrina e seminato gravissimi errori, quali il principio della libert\u00e0 religiosa (nella Dignitatis humanae<\/em>) di cui stiamo vedendo i frutti velenosi, e soffrendone le terribili conseguenze. Il dovere del buon cattolico si ferma qui. Non prevede il rifiuto della Chiesa in se stessa, perch\u00e9 essa \u00e8 stata fondata ed \u00e8 presieduta da Ges\u00f9 Cristo, e non coincide affatto con questo o quel papa, magari indegno o perfino illegittimo. E il credente \u00e8 sempre suo figlio amorevole.<\/span><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"fonte fides-et-ratio.it 13\/03\/2021 Autore Francesco Lamendola Del Concilio Vaticano II, una volta compreso che \u00e8 stato in esso, nei suoi […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":875,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[366,12,374],"tags":[50,512,474],"avopt_banners_inside_post":true,"avopt_banners_on_page":true,"av_copy_from":"","av_sharing_message":"","av_sharing_allowed":true,"av_sharing_on":{"fb":[],"tw":[]},"av_allow_affiliate_banner":false,"av_allow_affiliate_multi_banner":false,"av_post_rating":true,"av_have_post_rating_value":false,"spellchecker_performed_today":false,"yoast_head":"\n
Il Concilio Vaticano \u201ccolpo maestro di Satana\u201d - San Michele Arcangelo<\/title>\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\t\n\t\n\t\n\n\n\n\n\t\n\t\n\t\n