{"id":5348,"date":"2024-07-13T17:18:00","date_gmt":"2024-07-13T15:18:00","guid":{"rendered":"https_3A//arcangelosanmichele.altervista.org/@p=5348"},"modified":"2024-07-13T17:18:00","modified_gmt":"2024-07-13T15:18:00","slug":"se-la-liturgia-e-arbitraria-tutto-lo-diventa","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/arcangelosanmichele.altervista.org\/se-la-liturgia-e-arbitraria-tutto-lo-diventa\/","title":{"rendered":"Se la Liturgia \u00e8 arbitraria, tutto lo diventa"},"content":{"rendered":"

fonte aldomariavalli.it<\/a> 13\/07\/2024<\/p>\n

Caro Valli,<\/span><\/p>\n

dire che sono sempre pi\u00f9 confusa e sconcertata \u00e8 dir poco. Di seguito ho buttato gi\u00f9 i miei pensieri, nel tentativo di fare un poco di chiarezza, se non altro dentro di me.<\/span><\/p>\n

Che differenza c\u2019\u00e8 tra le varie \u201ccomunit\u00e0\u201d, \u201cfraternit\u00e0\u201d, \u201crealt\u00e0\u201d che ruotano intorno al cosiddetto \u201crito antico\u201d? E perch\u00e9 tutte ce l\u2019hanno pi\u00f9 o meno velatamente con la FSSPX?<\/span><\/p>\n

La prima risposta che viene in mente \u00e8 questa: la FSSPX ha una posizione \u201cirregolare\u201d nella Chiesa cattolica, mentre le altre realt\u00e0 no. Perch\u00e9? Perch\u00e9 la FSSPX non accetta alcune novit\u00e0 del Concilio Vaticano II (peraltro non dogmatico), che hanno portato monsignor Lefevbre ad agire in \u201cstato di necessit\u00e0\u201d. Se ne deduce quindi che le altre realt\u00e0 accettino le suddette novit\u00e0 (almeno sulla carta).<\/span><\/p>\n

Ricordo che l\u2019interpretazione di tali novit\u00e0 per piegarle alla famosa ermeneutica della continuit\u00e0 \u00e8 non solo una perdita di tempo ed energie preziose, ma anche un esercizio crudele, oserei dire una tortura nei confronti di chi soffre sulla sua pelle \u201ci frutti spinosi\u201d di tali novit\u00e0. Infatti, mentre alcuni teologi si spaccano la testa per dimostrare che gli argini hanno tenuto in alcuni punti, il fiume a valle \u00e8 straripato e ha colmato di fango la vigna.<\/span><\/p>\n

Ma torniamo al punto: mi stupiscono alcune proposte da parte delle realt\u00e0 \u201cin regola\u201d nel tentativo di trovare un modo per evadere la censura oggi definita bergogliana, ma nei fatti di origine conciliare, dell\u2019uso del Messale del 1962. Si spera per esempio che venga eretta una circoscrizione ecclesiastica ad hoc<\/em> per i fedeli legati al Rito antico.<\/span><\/p>\n

Mi pare che queste realt\u00e0, che gi\u00e0 godono di una posizione regolare nella Chiesa (quindi sostengono ogni punto del Concilio Vaticano II), facciano di volta in volta acrobazie pazzesche per rimanere in tale posizione, mentre sono costrette a sbilanciarsi abbastanza per ottenere qualcosa che il Concilio non aveva previsto (lo vedrete voi stessi di seguito, con buona pace di coloro che sostengono la sua mala-interpretazione da parte dei mass media e poi di tutti i vescovi e sacerdoti e laici che hanno seguito la mala-informatzione). Cos\u2019\u00e8 questo qualcosa su cui ci si lacera tanto? La possibilit\u00e0 di continuare a celebrare in Vetus Ordo<\/em> per quei \u201cfedeli legati alla tradizione liturgica latina\u201d (termine usato nel motu proprio Ecclesia Dei adflicta<\/em> del 2 luglio 1988).<\/span><\/p>\n

In altre parole: i poveri fedeli \u201clegati al rito antico\u201d non possono essere lasciati soli; quelli non legati (anche perch\u00e9 del tutto ignari) vadano pure alla deriva\u2026<\/span><\/p>\n

Come esprimere il mio stupore? Ci prover\u00f2 di seguito.<\/span><\/p>\n

Se il Messale del 1962 non era mai stato abrogato (parola di Benedetto XVI), perch\u00e9 fu necessario l’\u201dindulto\u201d di Giovanni Paolo II nel 1988 prima, seguito poi da una sorta di rispolvero della memoria diciannove anni dopo, con il Summorum Pontificum<\/em>?<\/span><\/p>\n

Non ci sarebbe bisogno infatti di una concessione se la facolt\u00e0 fosse gi\u00e0 prevista dalla consuetudine o dalla legge.<\/span><\/p>\n

Eppure non pochi sacerdoti nostalgici, affezionati alla liturgia di san Gregorio Magno, santa Caterina da Siena, san Francesco d\u2019Assisi, san Tommaso d\u2019Aquino, santa Rita da Cascia e tanti tanti altri santi, hanno atteso questo ultimo ossicino per dirsi soddisfatti e voltarsi sprezzanti verso chi non si accontentava. Dopo soli tredici anni, questi stessi fedeli stanno per perdere l\u2019osso, e la loro esultanza si \u00e8 trasformata in nervosismo, lamentele e paura. E in tutto ci\u00f2, spesso se la prendono contro la FSSPX. Invidia? Non lo so e non mi interessa. Riporto solo ci\u00f2 che vedo.<\/span><\/p>\n

Ma torniamo al \u201crito antico\u201d su cui tanto ci si divide\u2026<\/span><\/p>\n

Nel motu proprio del 2007, Benedetto XVI non parla mai di due riti, ma di due espressioni, o forme, dello stesso rito. Anzi, in tale documento si afferma che il Messale Romano promulgato da Paolo VI \u00e8 l\u2019espressione ordinaria della \u201clex orandi<\/em>\u201d (\u201clegge della preghiera\u201d) della Chiesa cattolica di rito latino.<\/span><\/p>\n

Per l\u2019allora cardinal Ratzinger (2004) \u201cil rito \u00e8 la forma di celebrazione e di preghiera che matura nella fede e nella vita della Chiesa, \u00e8 forma condensata della Tradizione vivente\u201d e \u201cquesto insieme vivente della Tradizione fattasi forma non si pu\u00f2 strappare in piccoli pezzi, ma deve essere visto e vissuto nella sua totalit\u00e0\u201d.<\/span><\/p>\n

Quindi, di fatto, non esistono n\u00e9 un rito esclusivamente antico e n\u00e9 una tradizione liturgica esclusivamente latina a cui essere pi\u00f9 o meno legati.<\/span><\/p>\n

A rigore di logica, si possono ammettere due riti solo se si ammettono due Tradizioni viventi, o una vivente e una che \u00e8 cadavere, e di conseguenza, a mio parere, due religioni.<\/span><\/p>\n

L\u2019espediente delle due forme di uno stesso rito mi ricorda molto quello del Papa Emerito, espediente tipicamente e finemente tedesco per risolvere questioni di fatto irrisolvibili senza creare eccessivi turbamenti.<\/span><\/p>\n

Se fosse vero, come scritto da Benedetto XVI, che esistono due forme dello stesso rito, allora perch\u00e9 tanto caos e tanta lacerazione da tanti anni? Non si pu\u00f2 semplicemente scegliere la forma che pi\u00f9 aggrada per raggiungere la stessa sostanza? Ma la realt\u00e0 \u00e8 ben diversa e Paolo VI lo sapeva bene. Per questo l\u2019espediente ha fallito, come era prevedibilissimo, in quanto ha cercato di piegare la realt\u00e0 al desiderio (sincero) che la sostanza fosse sempre la stessa. E ci\u00f2 \u00e8 una menzogna di cui monsignor Lefevbre si era accorto e che aveva tentato di smascherare in tutti i modi.<\/span><\/p>\n

Altro problema: se sono semplicemente due espressioni dello stesso rito, come sono da intendersi le parole di Annibale Bugnini della conferenza stampa del 4 gennaio 1967?<\/span><\/p>\n

Egli parla di \u201criforma del culto cattolico, di ristrutturazione ex novo<\/em> di interi riti, di rifacimento, per certi punti di vera nuova creazione, di lavoro a fondo\u201d. Non solo, egli afferma con orgoglio che tutto ci\u00f2 \u00e8 necessario perch\u00e9 \u201ccompletamente diversa da quella di prima \u00e8 la visione della liturgia che ne d\u00e0 il Concilio\u201d e continua dicendo che loro (cio\u00e8 i riformatori) \u201cnon lavorano per i musei, ma vogliono una liturgia viva per gli uomini vivi del loro tempo\u201d.<\/span><\/p>\n

E come si spiegano le parole di Paolo VI stesso, pronunciate il 17 marzo 1965, circala \u201cgrande riforma liturgica\u201d? Egli infatti afferma che la Chiesa ha compiuto il sacrificio della propria lingua, il latino, spingendosi fino a dire che la Chiesa \u201cha sacrificato tradizioni di secoli e soprattutto l\u2019unit\u00e0 del linguaggio nei vari popoli\u201d.<\/span><\/p>\n

E come mai sempre lo stesso papa usa parole a dir poco di disprezzo per descrivere coloro che sono \u201clegati alla tradizione liturgica latina\u201d? Egli infatti afferma che \u201cle critiche (alla sua, e da lui pi\u00f9 volte definita \u201cliturgia rinnovata\u201d, \u201cgrande novit\u00e0 liturgica\u201d) rivelano scarsa penetrazione del senso dei riti religiosi e lasciano intravedere [\u2026] una certa indolenza spirituale che non vuol spendere qualche sforzo personale di intelligenza e di partecipazione per meglio comprendere e meglio compiere il pi\u00f9 sacro degli atti religiosi, a cui siamo invitati, anzi obbligati ad associarci\u201d. Non solo, poco dopo, durante la stessa catechesi, il papa assicura che assistendo al nuovo ordine della riforma liturgica non si \u201critorner\u00e0 quieti e devoti o pigri, come prima\u201d; [\u2026] esso provveder\u00e0 a \u201cscuotere la passivit\u00e0 dei fedeli presenti alla santa Messa;\u201d infatti \u201cprima bastava assistere, ora occorre partecipare; prima bastava la presenza, ora occorrono l\u2019attenzione e l\u2019azione; prima qualcuno poteva sonnecchiare e forse chiacchierare; ora no, deve ascoltare e pregare\u201d.<\/span><\/p>\n

Capito cari fedeli legati al \u201crito antico\u201d? Siete affetti da indolenza spirituale, pigrizia, passivit\u00e0, letargia e pure civetteria, proprio come le vostre bisnonne che andavano solo ad assistere la Messa senza parteciparvi!<\/span><\/p>\n

Inoltre, Paolo VI afferma che \u201cla Messa del nuovo ordinamento \u00e8 e rimane, se mai con evidenza accresciuta in certi suoi aspetti, quella di sempre\u201d.<\/span><\/p>\n

Allora perch\u00e9 mai tanta preoccupazione per la soppressione della \u201cforma antica\u201d?<\/span><\/p>\n

Chi aderisce pienamente al Concilio Vaticano II dovrebbe anche finalmente accettare il fatto che il \u201cnuovo messale \u00e8 dovuto ad una volont\u00e0 espressa dal concilio ecumenico\u201d e che \u201cnon \u00e8 un arbitrio, un esperimento caduco o facoltativo, ma una legge pensata da cultori autorevoli della Sacra Liturgia\u201d e che quindi \u201cfarebbe bene ad accoglierla con gioioso interesse ad applicarla con puntuale ed unanime osservanza\u201d (parola di Paolo VI).<\/span><\/p>\n

Ma torniamo ai poveri fedeli nostalgici, \u201clegati\u201d e affezionati alla vecchia epoca della vita della Chiesa (per parafrasare Paolo VI). Se si tratta solo di un legame affettivo o di gusto estetico, Paolo VI, Giovanni Paolo II e Francesco hanno perfettamente ragione quando definiscono (nei fatti, quando non anche a parole) questi fedeli come \u201cnostalgici\u201d, disubbidienti, indietristi e indolenti.<\/span><\/p>\n

Se il problema che preoccupa queste persone riguarda \u201csolo\u201d la forma ma non la sostanza (poich\u00e9 il Concilio li rassicura che essa non \u00e8 cambiata), allora si tratta di una questione meramente estetica ed \u00e8 cos\u00ec che l\u2019hanno interpretata i papi da Paolo VI in poi.<\/span><\/p>\n

Della serie: ogni tanto vado alla messa in latino perch\u00e9 mi piace il gregoriano e adoro il profumo di incenso. Non manco per\u00f2 di partecipare alle catechesi parrocchiali sulla Confessione di Augusta e nel tempo libero animo gli incontri inter-religiosi della mia diocesi. Per ricaricarmi, mi lascio imporre le mani dai \u201cpreacher<\/em>\u201d laici (cattolici o meno non importa) che hanno ottenuto il \u201cbattesimo nello spirito\u201d durante l\u2019incontro carismatico del mercoled\u00ec. Non sto per nulla esagerando. Questa \u00e8 la cruda realt\u00e0.<\/span><\/p>\n

Per quanto mi riguarda questa \u00e8 pura schizofrenia oltre che schizocardia.<\/span><\/p>\n

A chi tanto critica il comportamento e le parole della FSSPX, per il fatto che non ammettano questa variet\u00e0 di gusti, vorrei provare a rispondere dal basso della mia ignoranza.<\/span><\/p>\n

Come cattolica, io credo che non si possa scegliere se essere legati pi\u00f9 a Cristo che allo Spirito Santo, piuttosto che al Padre. Non si pu\u00f2 spezzare la Santissima Trinit\u00e0 e scegliere di parlare con la Persona che ci piace di pi\u00f9 in quel determinato momento della vita (cosa che peraltro mi fu allegramente suggerito durante una catechesi tenuta da frati francescani).<\/span><\/p>\n

Allo stesso modo, come cattolica, non posso dire che la Tradizione bimillenaria della Chiesa sia ormai roba da museo (Bugnini docet<\/em>) da poter suddividere in diverse stanze, potendo poi scegliere di visitare solo quelle che mi interessano o che mi fanno comodo. Oltre il fatto che trattare con tale disprezzo i musei, custodi della storia e dell\u2019identit\u00e0 dei popoli, rivela gi\u00e0 molto dell\u2019ideologia che sta alla radice dei fautori della cosiddetta Tradizione vivente (in contrasto con quella che per loro \u00e8 morta e ormai fossile).<\/span><\/p>\n

Se siamo onesti, non possiamo negare che il disprezzo e gli attacchi alla Liturgia preconciliare hanno fatto germogliare (e crescere costantemente) il disprezzo anche verso i valori e le opere di piet\u00e0 ad essa legati: la regalit\u00e0 di Cristo (con le sue processioni e altre manifestazioni pubbliche), il credo cattolico niceano (oggi si recita solo quello apostolico) con i suoi frutti anti-ecumenici, l\u2019indissolubilit\u00e0 del matrimonio, la castit\u00e0, la sacralit\u00e0 della vita, solo per citarne alcuni.<\/span><\/p>\n

Questi elementi, cos\u00ec come la forma del rito, sono divenuti facoltativi (cio\u00e8 non pi\u00f9 vincolanti) per potersi definire cattolici romani. Oggi non solo si pu\u00f2 scegliere il rito o la forma del rito che pi\u00f9 ci piace nel supermercato della liturgia (non solo cattolica!), ma si pu\u00f2 anche decidere come recitare le preghiere (vedi ad esempio il Padre nostro<\/em> o i vari tipi di rosari che circolano) a seconda del contesto in cui ci si trova, come interpretare i comandamenti a seconda dei casi, come utilizzare i luoghi di culto (sale concerto, sale mostra\u2026), quali rivelazioni private (con annesse preghiere e immaginette) diffondere, e cos\u00ec via.<\/span><\/p>\n

Se la Liturgia \u00e8 arbitraria, tutto lo diventa.<\/span><\/p>\n

Non \u00e8 difficile imbattersi in sacerdoti (europei) profondamente odiatori del Vetus Ordo<\/em> che hanno per\u00f2 ottenuto la possibilit\u00e0 di celebrare una \u201cmessa\u201d di novanta minuti nella chiesa parrocchiale in rito greco bizantino insieme ai sacerdoti ortodossi, una tantum (a loro discrezione), usando l\u2019altare nuovo per celebrare ad orientem<\/em> (anche se quello antico \u00e8 sopravvissuto al Concilio): ho anche una foto che testimonia questo strano \u201ccortocircuito\u201d. Eh, quel rito \u00e8 affascinante, quindi \u00e8 giusto lasciarglielo godere dove e quando vogliono. Gli stessi sacerdoti poi non si tirano mai indietro quando si tratta di \u201cconcelebrare\u201d con i \u201cfratelli\u201d protestanti durante le grandi feste di Pentecoste carismatiche. Eh, \u201csi sentono riempire di gioia\u201d durante quelle celebrazioni ecumeniche con luci psichedeliche e musica rock, quindi perch\u00e9 non assecondare anche quel gusto? Ma non \u00e8 finita: dopo tutte queste emozioni, questi poveri sacerdoti ecumenici si sentono in diritto di riposare, quindi non celebrano la Messa cattolica ogni giorno, specialmente in vacanza. \u00c8 tutto vero. Non sto inventando nulla. E come dargli torto, poveretti! Se si ascolta con onest\u00e0 (senza cercare scervellarsi a interpretare) ci\u00f2 che esce dalla bocca dei viventi (e vivaci) \u201cnuovi tradizionalisti\u201d (cio\u00e8 i fautori della nuova tradizione vivente), non si pu\u00f2 che dar loro ragione. Loro s\u00ec che hanno colto il vero spirito del concilio, da cui sono scaturiti tutti gli altri spiriti, da quello di Assisi a quello amazzonico per giungere a quello sinodale.<\/span><\/p>\n

\u00c8 in questo clima di tempesta, in cui troppi spiriti soffiano dove vogliono, che io, smarrita e ferita, ho incontrato la FSSPX.<\/span><\/p>\n

Ed \u00e8 l\u00ec che ho compreso che essa e i suoi \u201cspin off<\/em>\u201d regolamentati canonicamente celebrano con lo stesso Messale s\u00ec una identica Messa, ma hanno una differenza fondamentale: i primi mettono in discussione la radice della \u201cnuova tradizione\u201d, e non accettano l\u2019arbitrio di cui sopra, mentre i secondi la stimano e la perseguono. Quindi, a rigore di logica, non si capisce perch\u00e9 questi ultimi non dovrebbero accogliere con gioia (e senza preoccupazione) i frutti deliziosi e luminosi di tale Tradizione vivente, tra cui \u201ci vantaggi di questa grande riforma liturgica\u201d. \u00c8 proprio grazie a questa Liturgia rinnovata, infatti, che la Messa, secondo Paolo VI, diventa \u201cpi\u00f9 che mai una scuola di profondit\u00e0 spirituale e una tranquilla ma impegnativa palestra di sociologia cristiana. Il rapporto dell\u2019anima con Cristo e con i fratelli raggiunge la sua nuova e vitale intensit\u00e0\u201d.<\/span><\/p>\n

Ergo, se si aderisce alle affermazioni della lettera apostolica Ecclesia Dei<\/em> del 1988, si riconosce il carattere il vivo della Tradizione (con tutti i suoi frutti, compresa la rinascita spirituale germogliata dalla novit\u00e0 liturgica); come si pu\u00f2 quindi pretendere di rimanere legati a una Tradizione morta come quella latina? Come non comprendere il pensiero di papa Francesco che \u00e8 nel solco di quello di Paolo VI? Come e perch\u00e9 criticarlo?<\/span><\/p>\n

Paolo VI infatti non considerava affatto la riforma come un arbitrio, anzi! Queste le sue parole all\u2019udienza generale del 19 novembre 1969: \u201cLa riforma che sta per essere divulgata \u00e8 un mandato autorevole della Chiesa; \u00e8 un atto di obbedienza; \u00e8 un fatto di coerenza della Chiesa con se stessa; \u00e8 un passo in avanti della sua tradizione autentica [\u2026] non diciamo dunque nuova Messa, ma piuttosto nuova epoca della vita della Chiesa\u201d.<\/span><\/p>\n

Il problema \u00e8 che non si tratta solo di un\u2019estetica differenza di espressioni, ma della visione della liturgia, anzi della vita stessa della Chiesa. Questa \u00e8 la posta in gioco. Monsignor Lefebvre lo aveva capito ed ha agito di conseguenza.<\/span><\/p>\n

Credo che ognuno di noi sia chiamato in qualche modo a fare una scelta ferma davanti a Dio e quindi davanti ai fratelli. Anche questa \u00e8 carit\u00e0 verso Dio, verso se stessi e verso il nostro prossimo. Non sono necessarie lauree in filosofia o teologia per compiere tale scelta. E non ci si pu\u00f2 nemmeno nascondere dietro la banale scusa dell\u2019ignoranza o quella pi\u00f9 pericolosa della comodit\u00e0.<\/span><\/p>\n

Siamo cattolici se seguiamo gli spiriti scaturiti dal Concilio Vaticano II in poi o siamo cattolici se riprendiamo in mano il Messale, il catechismo e le tradizioni dei nostri bisnonni relegati nei musei o nei mercatini dell\u2019antiquariato?<\/span><\/p>\n

Chi vorrebbe entrambe le cose insieme non pu\u00f2 che soffrire di emicrania, come minimo.<\/span><\/p>\n

Come si pu\u00f2 infatti aprire il Messale Romano del 1962, al giorno 5 maggio, festa liturgica di san Pio V, e leggervi: \u201cO Dio, che per debellare i nemici della tua Chiesa e restaurare il culto divino Ti degnasti scegliere quale Sommo Pontefice il beato Pio, fa\u2019 che siamo difesi dalla sua protezione\u201d e poi aderire ad esempio al decreto sull\u2019ecumenismo Unitatis redintegratio<\/em> (frutto luminoso del Concilio Vaticano II) con cui si inizia a formulare l\u2019idea che le \u201cchiese divise\u201d, in realt\u00e0, sono state sempre unite perch\u00e9 l\u2019unit\u00e0 non \u00e8 frutto di accordi e compromessi politici, ma un dono che \u00e8 stato dato da Dio stesso alle Chiese.<\/span><\/p>\n

\u00c8 come affermare che Lutero fosse un cattolico incompreso e san Pio V un cattolico incompleto e immaturo.<\/span><\/p>\n

Oppure come si possono festeggiare i santi Pietro e Paolo quali predicatori della verit\u00e0 tra i popoli pagani e poi aderire all\u2019idea, nata dal Concilio Vaticano II, in base alla quale l\u2019azione dello Spirito santo non \u00e8 solo nella Chiesa ma anche fuori di essa, e soprattutto nelle altre religioni e che \u00e8 attraverso il confronto, il dialogo e l\u2019emulazione pacifica con le grandi tradizioni religiose mondiali che noi cristiani cresciamo sotto l\u2019azione dello Spirito nella comprensione della nostra stessa fede e siamo spinti a viverla con una sempre maggiore pienezza di fedelt\u00e0 e di amore. E questi sono solo due minuscoli esempi scelti tra una miriade di possibili altri.<\/span><\/p>\n

Si capisce quindi che il termine cattolico ormai non significhi pi\u00f9 nulla all\u2019interno di questa chiesa ecumenica e inter-religiosa, quindi non mi preoccuperei troppo del giudizio degli uomini dotti o meno che siano, ma solo di quello di Dio.<\/span><\/p>\n

Elena<\/strong><\/span><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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