doncurzionitoglia<\/a> 27\/06\/2024<\/p>\ndi Don Curzio Nitoglia<\/span><\/strong><\/span><\/p>\n<\/figure>\nSan Tommaso d\u2019Aquino nella Somma Teologica <\/em>(I-II) parla della legge in generale alla questione 90<\/em>. Nel 1\u00b0 articolo<\/em> spiega che la legge \u00e8 la regola degli atti umani e, come tale, \u00e8 propria della ragione pi\u00f9 che della volont\u00e0, poich\u00e9 \u00e8 la ragione che ordina e dispone i mezzi al fine. Nel 2\u00b0 articolo<\/em> insegna che ha ragione di legge tutto ci\u00f2 che \u00e8 ordinato al bene comune. Nel 4\u00b0<\/em> definisce la legge come \u201cordinamento della ragione al bene comune, promulgato da colui cui spetta la cura della societ\u00e0\u201d. Alla questione 91<\/em> parla delle diverse specie di legge. Nel 1\u00b0 articolo<\/em> insegna che il mondo, il quale \u00e8 retto da Dio, \u00e8 ordinato al fine dalla ragione eterna divina e questa \u00e8 la legge eterna. Nel 2\u00b0<\/em> spiega che la legge eterna \u00e8 impressa nelle cose secondo la loro natura ed \u00e8 partecipata all\u2019uomo secondo la sua essenza di animale razionale, perci\u00f2 \u00e8 conosciuta da lui col lume della ragione naturale e questa \u00e8 la legge naturale. Il 3\u00b0 articolo<\/em> insegna che le leggi positive umane applicano i princ\u00ecpi comuni della legge naturale tramite disposizioni particolari della ragione umana. La questione 92<\/em> indaga gli effetti della legge e insegna nell\u2019articolo 1\u00b0 <\/em>che l\u2019effetto della legge \u00e8 render buoni e virtuosi gli uomini, nell\u2019articolo 2\u00b0<\/em> che l\u2019ufficio della legge \u00e8 comandare gli atti di virt\u00f9 e proibire i vizi e infine punire le inadempienze e le mancanze. La questione 93<\/em> studia la legge eterna e nell\u2019articolo 2\u00b0 <\/em>mostra che la legge eterna in s\u00e9 \u00e8 nota solo a Dio e ai Santi del Cielo, ma, per la sua irradiazione nella conoscenza della verit\u00e0, \u00e8 nota a tutti. La questione 94<\/em> nell\u2019articolo 2\u00b0<\/em> tratta della legge naturale, che ritrae l\u2019uomo dal male e lo indirizza al bene, ossia a ci\u00f2 che gli conviene come ente animale e razionale. La questione 95<\/em> sulla legge positiva nell\u2019articolo 2\u00b0<\/em> insegna che la legge positiva umana, la quale sia in disaccordo con quella naturale e con la retta ragione non \u00e8 legge ma corruzione di legge. Quindi, la legge positiva deve derivare da quella naturale e mai contraddirla.\u00a0<\/span><\/p>\nLa legge o diritto naturale<\/strong><\/span><\/p>\nS. Tommaso insegna che la legge o diritto naturale \u00e8 la regola che dirige l\u2019uomo come animale razionale, ossia nella sua essenza, e consiste nel far concordare la condotta umana con i fini che Dio ha inserito nella natura umana, di cui \u00e8 il Creatore. Perci\u00f2, non bisogna confondere natura o legge naturale coll\u2019istinto, che \u00e8 solo la parte pi\u00f9 bassa dell\u2019uomo, composto di corpo e anima razionale e quindi di passioni, ma anche d\u2019intelletto e libera volont\u00e0, nelle quali \u00e8 riflessa la legge eterna di Dio.<\/em> Onde, la legge in genere viene definita \u00abordinatio rationis ad bonum commune ab eo qui curam communitatis habet promulgata<\/em>\u00bb e il diritto naturale \u00abuna certa impressione della luce [lex-lux<\/em>] di Dio in noi e una partecipazione della legge eterna divina nella creatura razionale<\/em>\u00bb.\u00a0<\/span><\/p>\nL\u2019Angelico, riguardo alla legge, studia la natura non metafisicamente come sostanza o ente, ma nel suo valore morale-giuridico e nel suo significato finalistico, in quanto \u201cprincipio di moto e quiete\u201d o \u201cprincipio attivo e passivo di generazione\u201d, e distingue la forma, che \u00e8 la parte attiva della natura o \u201cprincipio attivo del movimento\u201d, dalla materia, che \u00e8 la parte passiva o \u201cprincipio passivo\u201d. La natura, come principio formale o attivo, dice ordine all\u2019azione, tendere verso qualche cosa ossia un fine, il che presuppone l\u2019appetito verso il fine, e l\u2019intelletto, che ordini l\u2019appetito al fine, poich\u00e9 ordinare una cosa a un\u2019altra come mezzo al fine \u00e8 proprio dell\u2019intelligenza che \u00e8 ordinatrice. Di conseguenza \u201cnaturale\u201d esprime ci\u00f2 cui la natura, come \u201ctendere a\u201d, \u00e8 inclinata, ossia il bene che \u00e8 conforme all\u2019inclinazione naturale. Infatti, naturale, in questo contesto, non significa rapporto di causalit\u00e0 efficiente cieca, necessitante e necessitata \u201cex natura<\/em>\u201d, ma finalit\u00e0 intelligente e ordinatrice o \u201csecundum naturam<\/em>\u201d. La legge naturale, quindi, non \u00e8 qualcosa di esclusivamente genetico e istintivo,<\/em> come vorrebbero lo scientismo, il materialismo e il freudismo, ma anche e soprattutto qualcosa di razionale e volontario, ossia ordinato al fine (perfezionamento o bene individuale e sociale dacch\u00e9 l\u2019uomo \u00e8 animale non solo razionale, ma anche socievole): essa \u00e8 assieme \u201cex natura<\/em>\u201d e \u201csecundum naturam<\/em>\u201d. La legge naturale \u00e8 una attivit\u00e0 della potenza conoscitiva e volitiva, in forza delle quali l\u2019uomo \u00e8 diretto ad agire conformemente al suo fine: il vero e il bene. Padre Luigi Taparelli D\u2019Azeglio la definisce cos\u00ec: \u201cLa natura \u00e8 quel principio di tendenza che porta un essere al fine pel quale fu fatto dal suo Creatore\u201d. Quindi, specificando ancor meglio, si distinguono le diverse nozioni di \u201cdiritto naturale\u201d, come norma oggettiva e immutabile di moralit\u00e0 (opposta al \u201cdiritto positivo\u201d) e di \u201clegge naturale\u201d, come principio da cui deriva il diritto naturale.\u00a0<\/span><\/p>\nL\u2019essenza umana fondamento primo del diritto naturale<\/strong><\/span><\/p>\nLa legge morale naturale si fonda innanzi tutto<\/em> sull\u2019essenza entitativa dell\u2019uomo, vale a dire \u00abdeve corrispondere all\u2019essenza della natura umana\u00bb, e ultimamente<\/em> si fonda in Dio, autore della natura. L\u2019essenza ontologico-metafisica dell\u2019uomo \u00e8 il fondamento primo della legge o diritto naturale, ma tal essenza entitativa \u00e8 stata data all\u2019uomo da Dio, assieme all\u2019operare conformemente alla natura del suo essere di animale razionale, libero e sociale. Se in primo luogo<\/em> la legge naturale \u00e8 intrinseca all\u2019essere dell\u2019uomo, in ultimo luogo<\/em> essa \u00e8 fondata in Dio, autore della natura umana. Perci\u00f2 la legge naturale ci dice di adeguarci al nostro essere e di essere e diventare ci\u00f2 che siamo: \u201cUomini siate e non pecore matte\u201d direbbe Dante. Dall\u2019essere dipende il dover essere, l\u2019agire (\u201cagere sequitur esse<\/em>\u201d). In breve, l\u2019etica individuale e sociale presuppone una metafisica, poich\u00e9 l\u2019agire o il dovere (oggetto della morale) sono una conseguenza dell\u2019essere (oggetto della metafisica). La legge morale naturale \u00e8, perci\u00f2, la legge dell\u2019essere che si diffonde nella pratica e nell\u2019agire. \u00abQuindi \u00e8 impossibile ammettere la metafisica dell\u2019essere nella concezione aristotelico-tomistica e negare il diritto naturale. [\u2026]. La filosofia morale della persona umana si fonda sulla metafisica dell\u2019essere ma oggi, purtroppo, c\u2019\u00e8 una forte pregiudiziale antifilosofica, una diffusa avversione alla metafisica, un congedo dall\u2019essere, e questa fine della metafisica porta facilmente anche alla fine dell\u2019etica\u00bb.\u00a0<\/span><\/p>\nLa filosofia moderna, dal Seicento all\u2019Ottocento, si \u00e8 allontanata dalla metafisica dell\u2019essere, che fonda l\u2019agire e il pensare. Per la modernit\u00e0 si parte dal primato del soggetto, che non riconosce l\u2019oggettivit\u00e0 ontologica e reale del mondo esterno e neppure quella dell\u2019ordine morale. Onde vi \u00e8 un primato non solo del Cogito<\/em> sulla realt\u00e0 extramentale, ma anche della coscienza soggettiva o \u201cdi comodo\u201d sulla morale oggettiva. Invece, per Aristotele e S. Tommaso \u00e8 l\u2019essere che fonda il pensiero umano, onde la coscienza morale dell\u2019uomo procede dall\u2019esser vero e buono, in quanto le leggi dell\u2019agire dipendono da quelle dell\u2019essere (nell\u2019ordine metafisico: s\u00ec = s\u00ec, no = no; s\u00ec \u2260 no; bene = bene, male = male, bene \u2260 male; nell\u2019ordine pratico o morale: \u201cbonum faciendum, malum vitandum<\/em>\u201d). Perci\u00f2, l\u2019uomo deve agire secondo la sua natura di animale razionale e libero, ossia secondo ragione o virt\u00f9 e quindi anche secondo il suo fine o il principio di finalit\u00e0, che regola l\u2019essere e l\u2019agire.\u00a0<\/span><\/p>\nLa metafisica sfocia inevitabilmente in filosofia morale (individuale e sociale, poich\u00e9 l\u2019uomo non \u00e8 animale sol\u00ecvago ma socievole). Per\u00f2, l\u2019uomo possiede la sua natura non da s\u00e9, ma da Dio, e da essa \u00e8 orientato o finalizzato a raggiungere il suo scopo o la sua finalit\u00e0, che coincide con la beatitudine o felicit\u00e0. Inoltre, in quanto animale razionale, l\u2019uomo si auto-orienta ragionevolmente e liberamente al suo fine.\u00a0<\/span><\/p>\nIn breve, dobbiamo realizzare liberamente e ragionevolmente la nostra natura umana fornita d\u2019intelletto e volont\u00e0: \u201cEsto vir\u201d <\/em>(vir<\/em> = \u201cuomo buono\u201d da virtus, <\/em>ossia capace di agire veramente bene di essere e agire moralmente). Ancora Dante ci canta: \u201cFatti non foste a viver come bruti \/ ma per seguir virtute e conoscenza\u201d. Onde sar\u00f2 veramente uomo, se seguo le leggi in me stesso naturalmente inscritte del mio dover agire bene o moralmente, alle quali devo ubbidire volontariamente e liberamente, se non voglio tradire la mia essenza di animale ragionevole e libero, ordinato al vero e al bene. Il vero uomo \u00e8 colui, che vive secondo tali leggi, che sono fondate in primo luogo nella natura umana e in ultimo in Dio, autore di essa, le quali leggi sono il fondamento del diritto positivo, che da esse riceve valore.\u00a0<\/span><\/p>\nDio fondamento ultimo del diritto naturale<\/strong><\/span><\/p>\nDio \u00e8 il fondamento ultimo<\/em> del diritto naturale. I migliori filosofi greco-romani (Platone-Aristotele, Cicerone-Seneca) e specialmente i Padri e gli Scolastici sublimati da S. Tommaso d\u2019Aquino e, successivamente, dalla seconda scolastica (Gregorio da Rimini, In II Sent., <\/em>dist. 34, q. 1, a. 2; Gabriel Biel, In II Sent., <\/em>dist. 35, q. unica, a. 1; Gabriel V\u00e0zsquez, In I-II Sum. Theol. S. Thomae, <\/em>disp. 97, c. 1; Francisco Su\u00e0rez, De legibus ac Deo legislatore, <\/em>II, c. 6, nn. 3-5-11; Francisco de Vitoria, In Sum. Theol. S. Thomae, <\/em>I-II, q. 94, a. 2; Salamanticenses Morales, t. III, tract. XI, De legibus, <\/em>c. I, punctum III, par II, nn. 24-25; Domingo De Soto, De justitia et jure, <\/em>I, q. 4, 3) riconoscono che la legge naturale ha valore solo se si riconosce come suo fondamento ultimo un Legislatore, che l\u2019ha inscritta nella natura umana ed ha stabilito una sanzione e un premio per tutelarla. L\u2019Aquinate definisce la legge naturale come \u00abpartecipazione della creatura razionale alla legge eterna\u00bb. Essa \u00e8 un ordine dato e tutelato da Dio, per cui deviare da quest\u2019ordine \u00e8 uno snaturarsi o andare contro natura<\/em>. Gli antichi greci e romani, ancor prima della Rivelazione cristiana, seppero colla ragione naturale elevarsi all\u2019altezza di una legge divina dalla quale quella naturale deriva.\u00a0<\/span><\/p>\nPurtroppo la modernit\u00e0, avendo rotto i ponti con la metafisica classica e soprattutto tomistica, ha invertito anche il concetto di legge naturale, giungendo alle aberrazioni della post-modernit\u00e0 con Freud e la scuola psicanalitica, che hanno promulgato una contro-legge anti-naturale ed anti-divina, ossia oggettivamente diabolica.\u00a0<\/span><\/p>\nLa nozione di \u201clegge eterna\u201d<\/strong><\/span><\/p>\nDio, in quanto Creatore o Principio della natura e suo Fine ultimo, \u00e8 di conseguenza Autore anche della legge eterna concepita come il piano il disegno secondo il quale Dio governa tutte le cose che ha fatto per Se stesso. S. Agostino definisce la \u201clegge eterna\u201d come \u00abla ragione e volont\u00e0 divina, che comanda di conservare l\u2019ordine naturale e proibisce di perturbarlo\u00bb. S. Tommaso d\u2019Aquino ci d\u00e0 la definizione divenuta classica e comune: \u00abLa legge eterna \u00e8 la stessa ragione, che governa tutte le cose, esistente in Dio, re dell\u2019universo\u00bb; essa dirige \u00abtutti gli atti e movimenti al debito fine\u00bb. In breve, la Provvidenza divina realizza la nozione stessa di legge in quanto ordina al loro fine tutte le cose. Siccome Dio \u00e8 assolutamente semplice, la legge eterna si fonda nell\u2019Essenza di Dio, coincide con essa ed \u00e8 Dio stesso regolatore supremo, che da tutta l\u2019eternit\u00e0 conosce se stesso come imitabile ed amabile in quanto fine ultimo. Quindi, il diritto non si fonda sull\u2019arbitrio umano, ma sulla legge di natura in quanto partecipazione di quella eterna. Il vero concetto di legge o diritto naturale comporta una dipendenza ontologica, teologica e finalistica delle creature dalla Causa prima incausata. Dio \u00e8 la ragione ultima dell\u2019essere, del divenire e dell\u2019agire e quindi \u00e8 la regola primo\/ultima della moralit\u00e0. Conseguentemente \u00abDio \u00e8 la causa prima e principale di ogni nostro obbligo o dovere, essendo Egli il Principio primo e il Fine ultimo di tutte le cose\u00bb. Come il principio di non contraddizione regola la metafisica e la logica, cos\u00ec il principio di finalit\u00e0 e la sinderesi regolano ogni agire pratico o morale. Quest\u2019ordine del mondo (sia fisico che morale) \u00e8 la legge eterna, finalit\u00e0 fisica<\/em> inscritta nelle cose irrazionali e finalit\u00e0 morale<\/em> inscritta nelle creature ragionevoli, che ci fa risalire al Legislatore e Giudice supremo. Cos\u00ec Dio non solo comunica l\u2019essere alle creature, ma le ordina ad un fine e le provvede affinch\u00e9 lo conseguano. Il concetto di Dio Causa finale ultima, completa quello di Dio Causa efficiente prima: come \u201cagere sequitur esse<\/em>\u201d, cos\u00ec, ordinando le cose ad un fine (\u201comne agens agit propter finem<\/em>\u201d), Egli aggiunge una perfezione finale (legislazione) ad una iniziale (creazione). Per S. Tommaso il concetto di legge include le leggi fisiche, giuridiche positive e naturali in quanto partecipazioni di quella eterna. La legge abbraccia cielo e terra. La legge per l\u2019Angelico non \u00e8 un paragrafo del codice civile o penale, tanto \u201ccaro\u201d agli avvocati e specialmente ai loro clienti (quando pagano le parcelle).\u00a0<\/span><\/p>\nLa legge eterna partecipata nell\u2019uomo<\/strong><\/span><\/p>\nLa legge eterna, che \u00e8 \u00absuperiore alla ragione naturale\u00bb, \u00e8 la fonte primordiale di ogni altra legge. Tutte le creature sono sottoposte ad essa a) <\/strong>sia quelle irrazionali (piante e minerali), che hanno una inclinazione cieca e necessaria verso l\u2019atto e il fine proprio (il sasso cade nel vuoto, la pianta cresce o secca) e questa \u00e8 la legge fisica-naturale<\/em>; b) <\/strong>sia quelle sensibili (animali bruti), che hanno un appetito sensitivo determinato ad unum<\/em> (il cane di fronte alla bistecca non pu\u00f2 non mangiarla) e questa \u00e8 la legge dell\u2019istinto necessario; <\/em>c) <\/strong>sia quelle razionali (uomo), che, possedendo la ragione e la volont\u00e0 libera, conoscono se stesse, il loro fine e si guidano liberamente, e subordinatamente alla Causa prima, verso la meta che Dio ha inscritto nella loro natura razionale, tramite la realizzazione del loro essere razionale, libero e socievole, e questo \u00e8 il dominio della legge morale naturale <\/em>(l\u2019uomo di fronte ad una bistecca di venerd\u00ec si astiene liberamente dal mangiarla, anche se gli piace). <\/em>L\u2019Aquinate definisce la legge morale naturale come \u00abpartecipazione della legge eterna nella creatura ragionevole\u00bb. L\u2019uomo, infatti, partecipa alla legge eterna razionalmente e liberamente, a differenza dei bruti, delle piante e dei minerali. La legge naturale non \u00e8 scritta, ma immessa o inscritta (\u201cindita, non scripta\u201d) <\/em>nell\u2019essere stesso della creatura regolato dalla legge eterna. Nelle creature irrazionali, che son guidate ab aliis,<\/em> si ha invece una partecipazione alla legge eterna non cosciente, materiale, fisica ed esecutiva, per cui le leggi fisico-naturali sono necessitanti e passivamente compiute non mediante ragione e volont\u00e0 libera, ma per naturalem inclinationem<\/em>; \u00e8 la necessit\u00e0 fisica del non potere non essere\/agire. Per cui il nome completo e in senso stretto della legge naturale sarebbe legge divino-naturale, in quanto sia la natura umana da cui deriva (ontologicamente) sia la ragione che la conosce (gnoseologicamente) sono create da Dio. Onde la legge divino-naturale \u00e8 l\u2019insieme di principii e giudizi pratici, che, come luce (lex\/lux<\/em>) diffusa da Dio nella nostra coscienza, ci fa conoscere quasi istintivamente il bene e il male, ci\u00f2 che bisogna fare ed evitare. Riassumendo, siccome Dio \u00e8 causa esemplare, efficiente e finale di ogni cosa, significa che in Dio c\u2019\u00e8 una legge eterna<\/em> alla quale tutto \u00e8 soggetto. Inoltre, in quanto questa legge eterna esce da Dio ed \u00e8 partecipata limitatamente dalle creature secondo la loro capacit\u00e0, da questa partecipazione nasce la legge naturale<\/em>, inserita in ogni ente creato. Quindi, anche l\u2019uomo non conosce pienamente e perfettamente, la legge naturale, ma a suo modo e imperfettamente, in quanto la conosce secondo certi princ\u00ecpi universali<\/em>. Perci\u00f2 \u00e8 necessario che la legge positiva (divina e umana) stabilisca norme particolari e concrete<\/em>. Se Dio \u00e8 il fondamento ultimo del diritto, non significa che la Sua volont\u00e0 si manifesti solo attraverso la legge rivelata o positiva-divina, ma anche attraverso la legge naturale, la quale deve ispirare la legge positiva<\/em> umana, che dovrebbe esserne una specificazione o concretizzazione. Quindi, la legge morale non \u00e8 autonoma (come diceva Kant), ma trascendente ed eteronoma. Come l\u2019uomo non \u00e8 il creatore della sua natura, cos\u00ec non \u00e8 neppure il legislatore del suo agire. Il tomismo concilia l\u2019elemento trascendente ed oggettivo della legge con l\u2019elemento razionale e naturale, insegnando che fondamento prossimo<\/em> della legge \u00e8 la natura umana e fondamento ultimo<\/em> \u00e8 Dio.\u00a0<\/span><\/p>\nPurtroppo, la filosofia moderna rifiuta l\u2019idea di diritto naturale per una falsa concezione di natura, concepita come contraria alla libert\u00e0 e necessitante, mentre nell\u2019uomo essa \u00e8 razionale e libera; come pure rigetta l\u2019idea di diritto naturale per un altro concetto falso di libert\u00e0 proprio del liberalismo, che ne fa un assoluto e non un mezzo il quale deve aiutarci a scegliere i mezzi migliori per cogliere il fine ossia il bene, onde fare il male non \u00e8 segno di libert\u00e0 ma difetto di essa, come la malattia significa che l\u2019essere ammalato \u00e8, s\u00ec, ancora vivo, ma deficiente di salute. Per il tomismo l\u2019intelletto umano di fronte alla legge naturale \u00e8 come l\u2019occhio davanti alla luce (lex\/lux<\/em>): \u00abLa legge naturale \u00e8 come una luce della ragione, che ci permette di discernere il bene e il male, essa in noi \u00e8 un\u2019impronta della luce divina\u00bb. Ogni soggettivismo, e quindi la modernit\u00e0, \u00e8 incapace di fondare una morale naturale, mentre la post-modernit\u00e0 la vorrebbe distruggere persino nella sua forma relativistica, soggettivistica e immanentistica datale dalla filosofia moderna.\u00a0<\/span><\/p>\nInvece, siccome tutto \u00e8 creato da Dio coma Causa prima efficiente e tutto ritorna a Lui come Causa finale anche il diritto va ricondotto a Dio come Causa efficiente e finale, mediante la legge eterna, naturale e positiva. La legge divina del Sommo Legislatore, la legge naturale scritta nella natura umana e partecipazione di quella divina, e la legge positiva conforme ai dettami specificati e concretizzati della legge divino-naturale, questa \u00e8 la meravigliosa armonia pratica della morale tomistica. Quindi la legge naturale d\u00e0 forza e nello steso tempo delimita la legge positiva umana, che, qualora se ne distacchi, non ha forza di legge ma \u00e8 piuttosto corruzione di essa (\u201ccorruptio legis<\/em>\u201d). La crisi morale odierna \u00e8 quindi innanzi tutto una crisi di ordine metafisico, che rifiuta l\u2019oggettivit\u00e0 dell\u2019essere extramentale riducendo tutto a puro soggettivismo e conseguentemente fondando una \u201cmorale\u201d autonoma e soggettiva o del momento e di comodo. Infatti, la ragione umana \u00e8 finita e limitata e non pu\u00f2 essere autosufficiente o legge a se stessa (Kant); perci\u00f2, la modernit\u00e0 \u00e8 approdata al pluralismo filosofico, etico e teologico. Poi, con la post-modernit\u00e0 nichilistica (Nietzsche-Marx-Freud), si \u00e8 andati oltre la negazione della metafisica e si \u00e8 preteso di distruggere l\u2019essere per partecipazione delle creature in odio all\u2019Essere per essenza del Creatore e conseguentemente si \u00e8 sprofondati, oltre la \u201cmoralit\u00e0\u201d soggettiva, nell\u2019immoralismo per principio e nella dittatura dell\u2019immoralit\u00e0, che vorrebbe distruggere ogni traccia di natura e di Dio anche dall\u2019agire umano. Non si pu\u00f2 stravolgere il concetto di essere, di natura umana e di Dio senza sovvertire totalmente il sano concetto di morale o di legge naturale, divina e positiva. Al teocentrismo corrisponde una morale oggettiva e naturale-divina, all\u2019antropocentrismo corrisponde una morale soggettiva, al nichilismo entitativo, antropologico e teologico corrisponde un immoralismo (che \u00e8 esploso nel 1968, con la rivoluzione studentesca) o un\u2019anti-morale che non \u00e8 esagerato definire diabolica, in quanto ritiene bene ci\u00f2 che \u00e8 male e viceversa.\u00a0<\/span><\/p>\nEtienne Gilson scriveva: \u00abSe Dio non esiste, tutto \u00e8 permesso. Nulla \u00e8 pi\u00f9 proibito, non c\u2019\u00e8 pi\u00f9 limite, non c\u2019\u00e8 nulla che non si possa tentare [vedi gli esperimenti della genetica odierna, che vorrebbe \u201ccreare\u201d la vita umana nel laboratorio del chimico, nda], che non si debba tentare perch\u00e9 se tutto ci\u00f2 che \u00e8 stato vero un tempo lo \u00e8 stato partendo dall\u2019ipotesi che Dio esisteva, ora che Dio non esiste, nulla di ci\u00f2 che era vero allora \u00e8 adesso vero, nulla di ci\u00f2 che era bene \u00e8 bene; dobbiamo ricreare tutto. Ma, prima di ricreare, bisogna cominciare col distruggere [\u2026], il migliore augurio che si possa fare all\u2019uomo moderno \u00e8 di rientrare nell\u2019ordine naturale [non naturalistico alla Grozio-Pufendorf, nda] che \u00e8 quello della creazione divina\u00bb.\u00a0<\/span><\/p>\nDiritti naturali dell\u2019uomo<\/strong><\/span><\/p>\nLa sinderesi \u201cbonum est faciendum, malum est vitandum<\/em>\u201d \u00e8 il principio primo per s\u00e9 noto dell\u2019ordine pratico o morale, \u00e8 il preambolo del diritto naturale. Inoltre vi sono tre inclinazioni essenziali nell\u2019uomo per ottenere il conseguimento del fine ultimo. Esse sono le finalit\u00e0 della natura umana, che non dipendono dall\u2019arbitrio o capriccio dei singoli, ma sono inscritte nella natura umana e conosciute con l\u2019esercizio della ragion pratica. Sono inclinazioni e non solo istinti, poich\u00e9 hanno valore umano e non solamente animale. S. Tommaso ci presenta le regole fondamentali, che ordinano l\u2019essere umano nella sua attivit\u00e0, secondo il triplice movimento delle sue inclinazioni razionali e libere: l\u2019uomo 1\u00b0) <\/strong>come ente vivente<\/em> tende all\u2019auto-conservazione nell\u2019essere; 2\u00b0) <\/strong>come ente sensibile <\/em>o animale<\/em> tende alla trasmissione della vita o conservazione della specie; 3\u00b0) <\/strong>come ente razionale <\/em>tende alla conoscenza della verit\u00e0 o della realt\u00e0 e al proprio sviluppo morale (subordinato a quello soprannaturale). Siccome l\u2019uomo non \u00e8 un ente isolato ma socievole, pur avendo uno spirito incarnato nel suo corpo, \u00e8 dipendente dai suoi simili, per cui i diritti umani hanno innanzi tutto un valore individuale e poi anche politico. Ogni uomo ha diritto all\u2019esistenza (5\u00b0 comandamento) e al proprio lavoro per mantenerla (7\u00b0 e 10\u00b0 comandamento); in secondo luogo ha diritto ad avere una famiglia o a procreare, senza abusare della facolt\u00e0 generativa (4\u00b0, 6\u00b0 e 9\u00b0 comandamento); in terzo luogo ha diritti culturali, spirituali e religiosi (1\u00b0, 2\u00b0 e 3\u00b0 comandamento) poich\u00e9 \u00e8 animale razionale ed anche diritti civili a partecipare alla vita sociale (4\u00b0 comandamento, riferito all\u2019autorit\u00e0 civile). Questi diritti-doveri inscritti nella natura umana sono stati promulgati positivamente nel Decalogo, affinch\u00e9 l\u2019uomo comune, che non \u00e8 portato a profonda riflessione, non corresse il rischio di equivocare o di obnubilarne qualcuno. Contro il freudismo oggi imperante, occorre ribadire che naturale \u00e8 conforme a razionale e libero e non ad animale bruto incapace di dominare gli istinti sensibili<\/em>, poich\u00e9 privo di intelletto e volont\u00e0.\u00a0<\/span><\/p>\nPrecetti primari e secondari del diritto naturale<\/strong><\/span><\/p>\na)<\/strong> Solo Dio conosce perfettamente la legge naturale in se stessa. L\u2019uomo, invece, essendo limitato e finito, la conosce imperfettamente e secondo le capacit\u00e0 create della natura umana. Quindi, tutti gli uomini conoscono la legge naturale, almeno circa i principi primari ed universalissimi<\/em>, che non possono venire ignorati da nessuno che abbia l\u2019uso normale di ragione. Gli altri principii (secondari) possono essere pi\u00f9 o meno ignorati secondo la diversa educazione, cultura, et\u00e0, tempo e luogo. S. Tommaso per\u00f2 non si spinge a dare un sistema determinato della legge naturale in maniera compiuta e perfetta, ma si limita ad indicarci le tendenze fondamentali che la legge naturale persegue: \u201cfare il bene ed evitare il male\u201d.\u00a0<\/span><\/p>\nb) <\/strong>I precetti secondari<\/em> sono l\u2019applicazione ai casi concreti e contingenti dei principi primari, essi derivano dai precedenti ed esprimono le tendenze secondarie dell\u2019uomo. Sono per s\u00e9 noti, ma non a tutti, bens\u00ec solo ai sapienti; per esempio che il divorzio \u00e8 proibito ed anche la poligamia. In questo senso, spiega l\u2019Angelico, i precetti secondari, possono cessare di aver vigore, non in se stessi, ma \u00abin casi particolari ed eccezionali, per cause speciali che impediscono l\u2019osservanza di tali precetti\u00bb. Quindi, la legge naturale \u00e8 immutabile sostanzialmente, quanto a s\u00e9, ma ci possono essere delle circostanze, che, pur non mutando la legge stessa formalmente o per s\u00e9, ne mutano la materia per accidens<\/em> o circostanzialmente (per esempio, il libello di ripudio che Mos\u00e8 concesse agli israeliti data la loro \u201cdurezza di cervice\u201d e che poi fu abrogato da Cristo). Tale incertezza e variet\u00e0 della conoscenza da parte dell\u2019uomo della legge naturale \u00e8 attribuibile, secondo S. Tommaso, all\u2019oggetto contingente dell\u2019intelletto pratico, mentre l\u2019intelletto speculativo ha per oggetto il necessario. Onde in speculativis <\/em>si ha un\u2019identica conoscenza per tutti, invece in operativis <\/em>la conoscenza pratica rispetto ai casi particolari non \u00e8 identica in tutti, data la contingenza dell\u2019oggetto dell\u2019intelletto pratico. Cos\u00ec abbiamo 1\u00b0) <\/strong>precetti certissimi\/principi primi comuni<\/em>, che sono relativi alle finalit\u00e0 essenziali della natura umana e sono per s\u00e9 noti a tutti; per esempio: fare il bene ed evitare il male, l\u2019amore di Dio e del prossimo, non fare agli altri ci\u00f2 che per te non vuoi; questi precetti non ammettono errore o ignoranza invincibile; 2\u00b0) <\/strong>precetti pi\u00f9 specifici\/conclusioni immediate e necessarie<\/em>, come il Decalogo intero, che indicano cosa \u00e8 bene e male e sono applicazioni immediate dei principii pi\u00f9 comuni (ad esempio, il 5\u00b0 comandamento specifica il principio generalissimo di non fare male a nessuno); questi precetti nella maggior parte dei casi (ut in pluribus<\/em>) non ammettono errore o ignoranza invincibile, ma in qualche caso (ut in particularibus<\/em>), per eccezione, potrebbero essere ignorati dalla gente semplice o in bal\u00eca di cattive abitudini (per esempio, i Galli reputavano lecito il furto, come scrive Giulio Cesare nel De bello gallico<\/em>); perci\u00f2 si possono avere delle perdite temporanee della conoscenza di alcuni precetti della legge naturale; 3\u00b0) <\/strong>precetti noti solo ai sapienti <\/em>e non a tutti, che determinano il Decalogo\/conclusioni mediate<\/em> o determinazioni particolari e concrete di princ\u00ecpi fondamentali. Esse sono conosciute come obbligatorie non di primo colpo, ma dopo profonda riflessione dai sapienti e non da tutti; per esempio: l\u2019unit\u00e0 e indissolubilit\u00e0 del matrimonio, la peccaminosit\u00e0 del duello, del farsi giustizi da s\u00e9 in una societ\u00e0 ben ordinata. Riguardo a queste conclusioni pi\u00f9 remote dai princ\u00ecpi \u00e8 pi\u00f9 facile che si dia errore ed ignoranza non colpevole.\u00a0<\/span><\/p>\nIl diritto positivo<\/strong><\/span><\/p>\nLa suddetta insufficienza della conoscenza umana della legge naturale si fa sentire sia dal punto di vista individuale sia e soprattutto, in campo sociale; di qui la necessit\u00e0 della legge positiva divina e umana. \u00abS. Tommaso quando parla di diritto positivo, si dimostra veramente originale e interessante, rivelando una mentalit\u00e0 molto pratica e sensibile, ricca di buon senso latino, guidata sempre dal pi\u00f9 sano realismo, ma non \u00e8 positivista, perch\u00e9 ha l\u2019occhio penetrante, coglie i nessi essenziali e fondamentali delle cose\u00bb. Il diritto positivo determina le cose non ben determinate della legge naturale, ma consone ad essa ossia non contrarie alla retta ragione, poich\u00e9, se fossero contrarie, sarebbero non legge \u201csed legis corruptio<\/em>\u201d. Il diritto positivo \u00e8 definito da dom Paolo Carosi \u00abun\u2019aggiunta o un\u2019ulteriore precisazione della legge naturale, con la quale il legislatore intende togliere l\u2019incertezza lasciata dalla legge naturale. \u00c8 chiaro che la legge positiva non potr\u00e0 opporsi alla legge naturale, ma dovr\u00e0 interpretarla e applicarla ai casi particolari\u00bb.\u00a0<\/span><\/p>\n\u00a0Legge positiva umana<\/strong><\/span><\/p>\nIl diritto positivo umano \u00e8 il perfezionamento di quello naturale<\/em>. Questo \u00e8 atto all\u2019uomo in s\u00e9 e non tanto al singolo uomo che vive hic et nunc <\/em>in situazioni concrete sempre diverse, donde la necessit\u00e0 del diritto positivo. Con la positivit\u00e0 si ha la certezza del diritto per tutti. Infatti la legge naturale \u00e8 conosciuta da tutti solo nei suoi princ\u00ecpi supremi, mentre a misura che si passa da questi alle conclusioni concrete, sorgono dubbi e pericoli di errore. Quindi \u00e8 necessario che l\u2019autorit\u00e0 stabilisca, tramite il diritto positivo le conclusioni pi\u00f9 remote della legge naturale; per esempio: come e quando si devono pagare le tasse? Si pu\u00f2 passare col semaforo rosso? A che velocit\u00e0 debbono andare le automobili? Bisogna circolare a destra o a sinistra? Si pu\u00f2 far uso di droga? Come si vede la legge positiva umana (quando \u00e8 conforme a quella naturale) \u00e8 obbligatoria sotto pena di cadere nell\u2019anarchia selvaggia iper-liberista o cavernicola e tribale.\u00a0<\/span><\/p>\n\u00a0Legge positiva divina<\/strong><\/span><\/p>\nDifferisce da quella eterna di Dio, poich\u00e9, pur essendo ambedue divine, quella positiva \u00e8 una manifestazione della legge eterna<\/em> fatta all\u2019uomo con segni esterni e sensibili (a Mos\u00e8 sul Sinai) e non solo con l\u2019esercizio della ragione umana. Differisce anche dalla legge naturale, che \u00e8 presupposta da quella positiva, deve essere confermata, specificata, applicata ai casi concreti, ma mai contraddetta, poich\u00e9 Dio da cui entrambe le leggi procedono non si contraddice. La legge divina positiva \u00e8 resa necessaria dalla deficienza creaturale-finita dell\u2019uomo, il quale, pur essendo ordinato liberamente da Dio al fine ultimo soprannaturale, che supera le sue capacit\u00e0 umane naturali, deve necessariamente essere diretto da Dio a questo fine che da solo \u00e8 incapace di cogliere, sorpassando esso le sue forze puramente naturali.\u00a0<\/span><\/p>\nDiritto naturale per rapporto al diritto positivo<\/strong><\/span><\/p>\nIl diritto naturale \u00e8 il fondamento di quello positivo<\/em>, come abbiamo visto. Tuttavia esso non \u00e8 qualcosa di astratto esistente nel mondo dell\u2019Iperuranio, ma una regola concreta e reale, superiore al diritto positivo e che tuttavia influisce realmente e efficacemente su di esso, il quale a sua volta lo specifica e lo cala nei casi particolari e contingenti. Innanzi tutto il diritto naturale, che \u00e8 quello eterno partecipato dall\u2019uomo, serve a distinguere il diritto positivo buono (se conforme a quello divino-naturale) da quello cattivo o ingiusto (\u201ccorruptio legis<\/em>\u201d), che ne \u00e8 difforme. Il diritto positivo non \u00e8 decretato dall\u2019arbitrio del legislatore umano (civile o ecclesiastico), che potrebbe sancire il torto e non il retto. Non sempre, infatti, il giusto si identifica col legale: per esempio, l\u2019aborto \u00e8 stato legalizzato, ma rimane ingiusto poich\u00e9 difforme dal diritto naturale. La legge, per essere vera e buona, non solo deve essere promulgata dall\u2019autorit\u00e0 (\u201cAuctoritas facit legem<\/em>\u201d), ma deve essere conforme alla ragionevolezza e al bene (\u201cVeritas facit legem<\/em>\u201d).\u00a0<\/span><\/p>\nIl ritorno al diritto naturale \u00e8 il ritorno alla realt\u00e0, alla verit\u00e0, all\u2019essenza della natura umana come Dio l\u2019ha concepita. La legge \u00e8 \u201cun ordine della ragione o ragionevole, promulgato dall\u2019autorit\u00e0 in vista del bene comune\u201d. Quindi, solo il diritto giusto \u00e8 obbligatorio (la legge che legalizza l\u2019aborto non obbliga in coscienza, perch\u00e9 \u00e8 un arbitrio imposto e, come tale, non obbligante). In alcuni casi, le leggi ingiuste (per esempio tasse eccessive) possono essere osservate, per evitare un male maggiore, a meno che non vadano contro il diritto divino (per esempio l\u2019idolatria o l\u2019aborto), nel qual caso \u201cbisogna obbedire a Dio, piuttosto che agli uomini\u201d.\u00a0<\/span><\/p>\nRitorno alla metafisica e morale naturale tomistica<\/strong><\/span><\/p>\nPer concludere, \u00abdobbiamo riaffermare la dipendenza dell\u2019uomo dal fine ultimo e dalla legge eterna imposta da Dio tramite la legge naturale, che costituisce la nostra stessa essenza di animali intelligenti e liberi e la cui osservanza attua tale nostra natura nel modo migliore\u00bb. Purtroppo la nostra epoca \u00e8 caratterizzata da una specie di fobia per la metafisica, la quale si incentra sull\u2019essere per essenza e per partecipazione e dalla creatura risale al Creatore, il quale trascende sia lo Stato che l\u2019uomo. Quindi la modernit\u00e0 si preclude la possibilit\u00e0 di giungere alla nozione di diritto naturale, il quale \u00abmuovendo dall\u2019antichit\u00e0 ebraica e greco-romana, \u00e8 arrivato sino a noi attraverso la tradizione della scolastica, della filosofia perenne, che riduce il diritto naturale a pochi, sommi princ\u00ecpi, che non possono mai essere violati, ma suscettibili di diverse applicazioni storiche nei casi particolari, e bisognosi di essere determinati nei contenuti, integrati nelle istituzioni, fatti rispettare anche con congegni pi\u00f9 positivi\u00bb.\u00a0<\/span><\/p>\nDalla restaurazione della metafisica e del realismo della conoscenza, dipende anche la restaurazione della morale naturale, la quale ci aiuta ad essere veramente uomini, intelligenti e liberi e ci impedisce di farci travolgere dalla marea montante della sovversione nichilistica animalesca, la quale rende l\u2019uomo simile al bruto, schiavo e determinato dai suoi istinti pi\u00f9 bassi<\/em>. La frase succitata di Gilson (in \u201cSe Dio non esiste tutto \u00e8 permesso<\/em>\u201d, <\/em>ne \u201cIl nostro tempo\u201d, 24 novembre 1960) \u00e8 pi\u00f9 attuale che mai e mi permetto di ripeterla a mo\u2019 di chiusa: \u00abSe Dio non esiste, tutto \u00e8 permesso. Nulla \u00e8 pi\u00f9 proibito, non c\u2019\u00e8 pi\u00f9 limite, non c\u2019\u00e8 nulla che non si possa tentare, che non si debba tentare perch\u00e9 se tutto ci\u00f2 che \u00e8 stato vero un tempo lo \u00e8 stato partendo dall\u2019ipotesi che Dio esisteva, ora che Dio non esiste, nulla di ci\u00f2 che era vero allora \u00e8 adesso vero, nulla di ci\u00f2 che era bene \u00e8 bene; dobbiamo ricreare tutto. Ma, prima di ricreare, bisogna cominciare col distruggere [\u2026], il migliore augurio che si possa fare all\u2019uomo moderno \u00e8 di rientrare nell\u2019ordine naturale, che \u00e8 quello della creazione divina<\/em>\u00bb. Speriamo e sforziamoci di iniziare a risalire la china per poter esclamare col Poeta, che si era smarrito in \u201cuna selva selvaggia, aspra e forte\u201d, \u201ce quinci uscimmo a riveder le stelle\u201d.\u00a0<\/span><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"fonte doncurzionitoglia 27\/06\/2024 di Don Curzio Nitoglia San Tommaso d\u2019Aquino nella Somma Teologica (I-II) parla della legge in generale alla […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":164,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[38],"tags":[26],"avopt_banners_inside_post":true,"avopt_banners_on_page":true,"av_copy_from":"","av_sharing_message":"","av_sharing_allowed":true,"av_sharing_on":{"fb":[],"tw":[]},"av_allow_affiliate_banner":false,"av_allow_affiliate_multi_banner":false,"av_post_rating":true,"av_have_post_rating_value":false,"spellchecker_performed_today":false,"yoast_head":"\n
La Legge Secondo San Tommaso D\u2019Aquino - San Michele Arcangelo<\/title>\n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n