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Citata nella Gaudium et spes<\/em> (n. 36) e ripresa dal Catechismo della Chiesa cattolica (nn. 1898-1903), la Diuturnum illud<\/em> rimane, ancor oggi, un caposaldo della dottrina della Chiesa sull\u2019origine divina dell\u2019autorit\u00e0. Dopo il Concilio Vaticano II, tuttavia, il Magistero ne ha lasciato sullo sfondo il motivo dei doveri dello Stato verso la vera religione, preferendo invece insistere sulla libert\u00e0 religiosa e sulla collaborazione tra i due poteri. Ha ribadito, \u00e8 vero, soprattutto con Benedetto XVI, la necessit\u00e0 di legare l\u2019autorit\u00e0 umana all\u2019autorit\u00e0 divina: infatti, l\u2019ordine morale, dal quale l\u2019autorit\u00e0 civile trae la propria legittimit\u00e0 e la stessa virt\u00f9 di obbligare, non si regge che in Dio. Per Leone XIII, per\u00f2, ordine morale, Dio e religione sono strettamente connessi, tanto che egli volle chiarire proprio questo punto nell\u2019enciclica Au milieu des sollicitudes <\/em>(1892). L\u2019enciclica, nella parte dottrinale,<\/em> \u00e8 dedicata alla legittimit\u00e0 dell\u2019autorit\u00e0 civile, e pu\u00f2 essere considerata un completamento della Diuturnum Illud<\/em>.<\/span><\/p>\n\u201cSolo la religione<\/em> <\/strong>\u2013 dice il Papa \u2013 pu\u00f2 creare il vincolo sociale<\/em><\/strong>\u201d. Scopo della societ\u00e0 civile, infatti, \u00e8 il \u201cperfezionamento morale<\/em>\u201d dei suoi componenti. Ma \u201cla morale, (\u2026) poich\u00e9 partecipa ad ogni atto umano, postula necessariamente Dio e, con Dio, la religione, questo sacro vincolo che ha il privilegio di unire a Dio, prima di dar vita a qualsivoglia altro legame (\u2026). Poich\u00e9 dunque la religione \u00e8 l\u2019espressione interiore ed esteriore di questa dipendenza che dobbiamo a Dio a titolo di giustizia, ne deriva un impegno tassativo<\/em>\u201d. L\u2019estromissione di Dio dalla societ\u00e0, prosegue il Papa, finisce con l\u2019\u201dannientare (\u2026) lo stesso senso della morale nel pi\u00f9 profondo della coscienza<\/em>\u201d. Per questo la religione \u00e8 stata sempre e in ogni luogo considerata il fondamento della moralit\u00e0, sia personale che sociale. Ci\u00f2 vale a maggior ragione per \u201cla Religione Cattolica (\u2026), per il fatto stesso che \u00e8 la vera Chiesa di Ges\u00f9 Cristo (\u2026). Se dunque viene meno questo fondamento<\/em>\u201d, il popolo non potr\u00e0 essere salvato \u201cdalla decadenza morale e, forse, dalla dissoluzione<\/em>\u201d.<\/span><\/p>\nVa preso atto, dopo centotrenta anni, del valore profetico di queste parole. Non possiamo per\u00f2 evitare di chiederci perch\u00e9 il Magistero, dopo il Concilio, abbia sfumato l\u2019insegnamento classico della Chiesa sul legame tra bene comune, moralit\u00e0 sociale e ruolo pubblico della religio vera<\/em>. E questo, proprio mentre si aggravava, con la secolarizzazione, la decadenza morale della societ\u00e0. Certamente, quel legame, per essere universalmente riconosciuto, suppone la presenza di una societ\u00e0 cristiana, che oggi \u00e8 solo un ricordo. Tuttavia, anche a fine \u2018800, era ormai finito da secoli il \u201ctempo in cui la filosofia del Vangelo governava la societ\u00e0<\/em>\u201d (Immortale Dei<\/em>); eppure Leone XIII non rinunciava a indicare quel modello come ideale perfettivo della societ\u00e0 e della stessa autorit\u00e0 civile.<\/span><\/p>\nLa questione \u00e8 oggetto da anni di un ampio dibattito che, qui, non possiamo neppure accennare. Possiamo per\u00f2 proporre una riflessione su quanto dice Leone XIII intorno alla \u201cscelta pastorale\u201d operata dalla Chiesa durante l\u2019impero pagano.<\/span><\/p>\nDurante l\u2019impero pagano, sostiene il Papa nella Diuturnum Illud,<\/em> la Chiesa, per cos\u00ec dire, gioc\u00f2 d\u2019anticipo: trattava il potere politico non secondo la rappresentazione che esso dava di s\u00e9, ma quale era considerato dalle Scritture e dalla retta ragione, cio\u00e8 come fondato sull\u2019ordine naturale voluto da Dio. A tal fine, insegnava ai Cristiani a rispettarlo come tale, anche se i governanti non ne avevano ancora piena coscienza. Ma, nello stesso tempo, insegnava a resistergli quando travalicava i suoi limiti, violava il bene comune e voleva arrogarsi i diritti di Dio. Cos\u00ec la Chiesa presiedeva al cantiere della societ\u00e0 cristiana, e cos\u00ec anche aiutava la potest\u00e0 politica ad elevarsi all\u2019altezza della sua missione.<\/span><\/p>\nEra un metodo realistico, ma non prassistico. Un metodo che permise alla Chiesa, in una societ\u00e0 non cristiana, di esercitare ugualmente il suo compito di presidio al bene comune e di servire cos\u00ec l\u2019autorit\u00e0 civile, quando ancora questa non le riconosceva alcuna autorit\u00e0. Un metodo lungimirante, attento ai segni dei tempi ma, prima ancora, all\u2019ordine delle cose, che il tempo non pu\u00f2 cancellare.<\/span><\/p>\nUn metodo che, per Papa Leone, rimaneva esemplare, anche per la sua epoca. Oggi, egli osserva con dolorenella Au milieu des sollicitudes<\/em>, non pochi nemici della Chiesa congiurano \u201cper annientare in Francia il Cristianesimo<\/em>\u201d e per il \u201critorno al paganesimo<\/em>\u201d. E proseguiva: la Chiesa ha sempre insegnato a rispettare l\u2019autorit\u00e0 politica, perch\u00e9 \u201cnon vi \u00e8 potere se non da Dio<\/em>\u201d, e \u201cla natura del potere<\/em>\u201d, qualunque sia la forma che storicamente assume, rimane \u201cimmutabile<\/em>\u201d, in quanto \u201ctrova la sua ragion d\u2019essere e la sua forza nel provvedere al bene comune<\/em>\u201d. Per questo \u00e8 doveroso accettare anche gli attuali governi (repubblicani) \u201cfinch\u00e9 le esigenze del bene comune lo richiederanno<\/em>\u201d. Per\u00f2 esiste anche un dovere di resistenza, non al \u201cpotere costituito<\/em>\u201d, ma alla \u201clegislazione<\/em>\u201d prodotta dagli \u201cuomini investiti dal potere<\/em>\u201d, quando essi, \u201cimbevuti da cattivi princ\u00ecpi<\/em>\u201d, ne abusano, violando il bene comune. Cos\u00ec, non potranno mai essere approvati \u201cinterventi legislativi avversi alla religione e a Dio\u201d<\/em>; e ci\u00f2 in difesa della stessa dignit\u00e0 dei cittadini, perch\u00e9, se \u201clo Stato rifiuta di dare a Dio ci\u00f2 che \u00e8 di Dio, \u00e8 necessariamente costretto a non dare ai cittadini ci\u00f2 a cui hanno diritto come uomini<\/em>\u201d.<\/span><\/p>\nCome si vede, le \u201cscelte pastorali\u201d di Leone XIII non erano essenzialmente diverse da quelle dei suoi antichi predecessori ai tempi dell\u2019impero pagano. Erano, infatti, informate dallo stesso ideale di fede, metafisicamene fondato<\/strong>.Per questo si pu\u00f2 supporre che, pur con le dovute differenze, anche oggi, in tempi molto pi\u00f9 vicini ai suoi<\/a>, per quanto pi\u00f9 radicalizzati, papa Leone riproporrebbe la stessa \u201clinea\u201d.<\/span><\/p>\nSi potrebbe osservare, tuttavia, che la linea di Leone XIII, buona per l\u2019antichit\u00e0, non sembra aver \u201cfunzionato\u201d con la modernit\u00e0. Probabilmente, perch\u00e9 il paganesimo antico, precristiano, aveva comunque una sua religiosit\u00e0, mentre quello moderno \u00e8 un paganesimo postcristiano, incattivito con il Cristianesimo e con la stessa religiosit\u00e0. Il principio dell\u2019origine divina dell\u2019autorit\u00e0 \u00e8 del tutto inconcepibile per una cultura atea, o virtualmente tale; e la pastorale sociale della Chiesa deve tenerne conto. \u00c8 vero. Ma ci\u00f2 non impedisce di tener fermo il principio. E, quanto a Leone XIII, va detto che le sue \u201cscelte pastorali\u201d non nascevano innanzitutto da considerazioni storico-culturali, ma da uno sguar\u00addo fisso su un Fattore che le superava tutte. Riportiamo, in proposito, queste sue parole, sempre dell\u2019enciclica Au milieu des sollicitudes<\/em>: \u201cAbbiamo voluto richiamare sommariamente il passato, affinch\u00e9 i catto\u00adlici non nutrano motivo di sconcerto per il presente. La lotta<\/em> \u00e8 sostanzialmente sempre la stessa:<\/em> Ges\u00f9 Cristo \u00e8 perennemente fatto segno delle contraddizioni del mondo. I mezzi impiegati dagli attuali nemici del Cristianesimo sono sempre gli stessi\u201d, <\/em>anche se \u201cappena modificati nella forma<\/em>\u201d. Ma sono parimenti identici i mezzi di difesa, gi\u00e0 chiaramente indicati<\/em>\u201d dagli \u201cApologisti, Dottori e Martiri<\/em>\u201d della Chiesa. \u201cCi\u00f2 che essi hanno fatto, spetta pure a noi di farlo<\/em><\/strong>. Mettiamo dunque al primo posto la gloria di Dio e della sua Chiesa: lavoriamo per lei con impegno costante e sincero e lasciamo il compito di determinare l\u2019esito a Ges\u00f9 Cristo, che annuncia<\/em>\u201d di aver gi\u00e0 \u201cvinto il mondo<\/em>\u201d.<\/span><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"fonte vanthuanobservatory.com 23\/04\/2024 \u00a0Di Marco Nardone [Venerd\u00ec 19 aprile scorso il prof. 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\u201cSolo la religione pu\u00f2 creare il vincolo sociale\u201d. Il metodo di Leone XIII oggi trascurato - San Michele Arcangelo<\/title>\n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n