pax Christi in regno Christi<\/em>.<\/span><\/p>\nL\u2019insegnamento di questa enciclica \u00e8 stato ignorato e superato, se non addirittura contraddetto, dal Concilio Vaticano II. \u00c8 un fatto incontrovertibile che questo Concilio, in modo vistoso e, si deve concludere, deliberatamente, non \u00e8 riuscito a riaffermare l\u2019insegnamento di Quas primas<\/em>, in cui papa Pio XI ha riaffermato l\u2019insegnamento ininterrotto dei suoi predecessori secondo cui gli Stati cos\u00ec come gli individui devono sottomettersi alla regola di Cristo Re. Affermando questa verit\u00e0 fondamentale della nostra fede, papa Pio non si riferiva semplicemente alle nazioni cattoliche, e nemmeno alle nazioni cristiane, ma all\u2019intera umanit\u00e0. Egli afferm\u00f2 questa verit\u00e0 in modo inequivocabile citando un passo dell\u2019enciclica Annum sacrum<\/em> di Leone XIII:<\/span><\/p>\nL\u2019impero di Cristo Re comprende non solo le nazioni cattoliche, non solo i battezzati che, pur appartenendo di diritto alla Chiesa, sono stati sviati dall\u2019errore o ne sono stati separati dallo scisma, ma anche tutti coloro che sono fuori la fede cristiana: perch\u00e9 davvero tutta l\u2019umanit\u00e0 sia sottomessa alla potenza di Ges\u00f9 Cristo.<\/span><\/p><\/blockquote>\nTutti gli uomini, sia come individui sia come nazioni, sono soggetti al dominio di Nostro Signore Ges\u00f9 Cristo Re, e questo per due ragioni. Innanzitutto perch\u00e9, in quanto Dio, \u00e8 il nostro Creatore. Il Salmo 32 riassume la corretta relazione Creatore-creatura nei seguenti termini ispirati:<\/span><\/p>\nTema il Signore tutta la terra e tremino davanti a lui tutti gli abitanti del mondo. Poich\u00e9 Egli parl\u00f2 e furono creati; comand\u00f2 e furono creati.<\/span><\/p><\/blockquote>\n\u201cPoich\u00e9 Egli parl\u00f2 e furono creati; comand\u00f2 e furono creati.\u201d Dio \u00e8 il nostro Creatore. Siamo sue creature. Senza di lui non esisteremmo. Gli dobbiamo tutto e lui non ci deve nulla. Coloro che sono creati hanno l\u2019obbligo di amare e servire il loro Creatore. Questo obbligo \u00e8 assoluto; non c\u2019\u00e8 un possibile diritto, da parte di qualsiasi persona in qualsiasi momento, di rifiutare l\u2019obbedienza.<\/span><\/p>\n\u00c8 solo quando gli uomini vivono la loro vita nella corretta prospettiva del rapporto Creatore-creatura che prevalgono l\u2019armonia e l\u2019ordine sociale e politico. \u201cLa pace di Cristo nel Regno di Cristo\u201d. Quando gli uomini ripudiano questo rapporto, subentra la disarmonia e il disordine, la disarmonia e il disordine del peccato, la disarmonia e il disordine introdotti per la prima volta da Lucifero, un tempo la pi\u00f9 magnifica tra tutte le creature di Dio, il quale, sopraffatto dall\u2019orgoglio, si vantava: \u201cNon serviam<\/em>\u201d, \u201cNon servir\u00f2.\u201d Il Catechismo ci insegna che il nostro scopo nella vita \u00e8 conoscere, amare e servire Dio in questo mondo in modo da poter essere felici con lui, per sempre, nell\u2019altro mondo. Non possiamo affermare di amare Dio se non lo serviamo, e non possiamo affermare di servire Dio se non ci sottoponiamo alla legge di Cristo Re. \u201cSe mi ami\u201d, ha avvertito, \u201cosserva i miei comandamenti\u201d (Giovanni 14:15).<\/span><\/p>\nIn Quas primas<\/em> papa Pio XI spiega anche la seconda ragione per cui dobbiamo sottometterci a Nostro Signore. Spiega la bella e profonda verit\u00e0 secondo cui Cristo \u00e8 il nostro Re per diritto acquisito cos\u00ec come per diritto naturale, poich\u00e9 Egli \u00e8 il nostro Redentore:<\/span><\/p>\nVorrei che coloro che dimenticano quanto sono costati al nostro Salvatore potessero ricordare le parole: \u201cNon sei stato redento con cose corruttibili, ma con il prezioso sangue di Cristo, come di un agnello immacolato e incontaminato\u201d. Non apparteniamo pi\u00f9 a noi stessi, perch\u00e9 Cristo ci ha acquistati \u201ca caro prezzo\u201d; i nostri stessi corpi sono \u201cmembra di Cristo\u201d.<\/span><\/p><\/blockquote>\nLa doppia affermazione di Nostro Signore Ges\u00f9 Cristo sulla nostra fedelt\u00e0, come nostro Creatore e nostro Redentore, \u00e8 ben riassunta nel Libro dell\u2019Apocalisse, dove san Giovanni ci dice che Cristo \u00e8 \u201cil sovrano dei re della terra\u201d (Apoc. 1:5). Il fatto che i re della terra \u2013 in altre parole, le nazioni e coloro che le governano \u2013 siano soggetti alla regalit\u00e0 di Cristo riguarda ci\u00f2 che \u00e8 nota come la sua regalit\u00e0 sociale, cio\u00e8 il suo diritto di governare sulle societ\u00e0, cos\u00ec come sugli individui.<\/span><\/p>\nNessuno che affermi di essere cristiano metterebbe in discussione, si spera, il fatto che come individui dobbiamo sottometterci al dominio di Cristo Re, ma pochissimi cristiani, compresi i cattolici, comprendono, per non parlare di sostenere, la regalit\u00e0 sociale di Nostro Signore Ges\u00f9 Cristo. La sua regalit\u00e0 sociale potr\u00e0 realizzarsi pienamente solo quando Chiesa e Stato saranno uniti. La separazione tra Chiesa e Stato fu condannata inequivocabilmente dai romani pontefici fino al Concilio Vaticano II. L\u2019insegnamento della Chiesa \u00e8 che lo Stato ha l\u2019obbligo di rendere pubblico culto a Dio in accordo con la liturgia della vera Chiesa, la Chiesa cattolica, di sostenere il suo insegnamento e di aiutare la Chiesa nello svolgimento delle sue funzioni. Lo Stato non ha il diritto di rimanere neutrale riguardo alla religione, tanto meno di perseguire un approccio laico nelle sue politiche. Un approccio secolare \u00e8 per questo stesso un approccio anti-Dio e anti-Cristo.<\/span><\/p>\nColoro che ignorano o ripudiano la regalit\u00e0 sociale di Nostro Signore Ges\u00f9 Cristo e il suo diritto di governare sulle societ\u00e0 e sugli individui accettano, forse senza rendersene conto, l\u2019abominevole teoria della democrazia racchiusa nella Dichiarazione dei diritti dell\u2019uomo della Rivoluzione francese, la dichiarazione che costituiva un ripudio formale e insolente della regalit\u00e0 sociale di Nostro Signore Ges\u00f9 Cristo, la dichiarazione che consacrava la pi\u00f9 grande eresia dei tempi moderni, forse di tutti i tempi: che l\u2019autorit\u00e0 risiede nel popolo. Al contrario, come hanno insegnato i papi, omnis potestas a Deo<\/em>, ogni autorit\u00e0 viene da Dio. Ma non \u00e8 cos\u00ec, rispondono i rivoluzionari, perch\u00e9 omnis potestas a populo<\/em>, tutta l\u2019autorit\u00e0 viene dal popolo.<\/span><\/p>\nQuanto esattamente si applica a queste persone il termine \u201crivoluzionari\u201d! Una rivoluzione \u00e8 meglio definita come il rovesciamento forzato di un governo costituito, e questo \u00e8 esattamente ci\u00f2 che fecero. Rovesciarono la regalit\u00e0 sociale di Nostro Signore Ges\u00f9 Cristo in favore dell\u2019eresia secondo cui l\u2019autorit\u00e0 risiede nella volont\u00e0 della maggioranza, eresia che \u00e8 la fonte di tutti i mali della societ\u00e0 odierna. La promulgazione della Dichiarazione dei diritti dell\u2019uomo costitu\u00ec il primo ripudio formale della regalit\u00e0 sociale di Nostro Signore. Fu l\u2019atto pi\u00f9 influente nel processo volto a garantire la sua detronizzazione praticamente universale nel corso dei due secoli successivi.<\/span><\/p>\nUna nota introduttiva nell\u2019edizione del 1952 del Messale quotidiano di sant\u2019Andrea spiega che:<\/span><\/p>\nPapa Pio XI (il cui motto era Pax Christi in regno Christi<\/em>) istitu\u00ec la festa di Cristo Re come solenne affermazione della regalit\u00e0 di Nostro Signore su ogni societ\u00e0 umana. Egli \u00e8 Re non solo dell\u2019anima e della coscienza, dell\u2019intelligenza e della volont\u00e0 di tutti gli uomini, ma anche delle famiglie e delle citt\u00e0, dei popoli e degli Stati e dell\u2019universo intero. Nella lettera enciclica Quas primas, il papa ha mostrato come il laicismo o secolarismo, organizzando la societ\u00e0 senza alcun riferimento a Dio, porta all\u2019apostasia delle masse e alla rovina della societ\u00e0, perch\u00e9 \u00e8 una negazione totale della regalit\u00e0 di Cristo. Questa \u00e8 una delle grandi eresie del nostro tempo, e il papa ha ritenuto che questa annuale affermazione pubblica, sociale e ufficiale del diritto divino di regalit\u00e0 di Cristo sugli uomini nella liturgia sarebbe un mezzo efficace per combatterla.<\/span><\/p><\/blockquote>\nPapa Pio XI scriveva in Quas primas<\/em>:<\/span><\/p>\nLa celebrazione annuale di questa festa ricorder\u00e0 alle nazioni che non solo i privati, ma anche i governanti e i principi sono tenuti a rendere pubblico onore e obbedienza a Cristo.<\/span><\/p><\/blockquote>\nQuarant\u2019anni dopo, con la promulgazione della Dignitatis humanae<\/em> del 7 dicembre 1965, la Chiesa ha smesso di esigere dai governanti onore pubblico e obbedienza a Cristo. Il titolo stesso della dichiarazione, La dignit\u00e0 della persona umana<\/em>, sintetizza l\u2019etica del documento, centrata sull\u2019uomo. Non sono pi\u00f9 i diritti di Cristo Re che devono avere la priorit\u00e0, ma i cosiddetti diritti dell\u2019uomo contemporaneo, diritti che egli si attribuisce in virt\u00f9 di quella che si dice sia la crescente coscienza della propria dignit\u00e0. In un discorso all\u2019ultima riunione del Concilio, il giorno stesso della promulgazione della dichiarazione, papa Paolo VI osserv\u00f2:<\/span><\/p>\nBisogna rendersi conto che questo Concilio, che si \u00e8 esposto al giudizio umano, ha insistito molto di pi\u00f9 su questo lato piacevole dell\u2019uomo, piuttosto che su quello spiacevole. Il suo atteggiamento \u00e8 stato molto e volutamente ottimista. Un\u2019ondata di affetto e di ammirazione si \u00e8 riversata dal Concilio sul mondo moderno dell\u2019umanit\u00e0. Si condannavano s\u00ec gli errori, perch\u00e9 la carit\u00e0 lo esigeva non meno della verit\u00e0, ma per le persone stesse c\u2019era solo monito, rispetto e amore. Invece di diagnosi deprimenti, rimedi incoraggianti; invece di pronostici terribili, messaggi di fiducia lanciati dal Concilio al mondo di oggi. I valori del mondo moderno non solo furono rispettati ma anche onorati, i suoi sforzi approvati, le sue aspirazioni purificate e benedette.<\/em><\/span><\/p><\/blockquote>\nI valori del mondo moderno sono ora chiaramente evidenti, anche nei paesi nominalmente cattolici, nella legalizzazione del divorzio, della contraccezione, della pornografia, della sodomia e dell\u2019aborto. L\u2019illusione di papa Paolo che il suo Concilio avrebbe purificato le aspirazioni del mondo moderno fu dissipata quando pianse per l\u2019istituzione di una clinica per aborti nella stessa Roma prima della sua morte, nel 1978.<\/span><\/p>\nFonte: remnantnewspaper<\/a><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"fonte aldomariavalli.it 08\/04\/2024 di Michael Davies L\u201911 dicembre 1925 papa Pio XI promulgava la lettera enciclica Quas primas sulla regalit\u00e0 […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":4736,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[6,5,260],"tags":[673],"avopt_banners_inside_post":true,"avopt_banners_on_page":true,"av_copy_from":"","av_sharing_message":"","av_sharing_allowed":true,"av_sharing_on":{"fb":[],"tw":[]},"av_allow_affiliate_banner":false,"av_allow_affiliate_multi_banner":false,"av_post_rating":true,"av_have_post_rating_value":false,"spellchecker_performed_today":false,"yoast_head":"\n
Fine della regalit\u00e0 sociale di Cristo e rovina del mondo - San Michele Arcangelo<\/title>\n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n