{"id":4581,"date":"2024-03-13T21:19:15","date_gmt":"2024-03-13T20:19:15","guid":{"rendered":"https_3A//arcangelosanmichele.altervista.org/@p=4581"},"modified":"2024-03-13T21:19:15","modified_gmt":"2024-03-13T20:19:15","slug":"sulle-tentazioni-santo-curato-dars","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/arcangelosanmichele.altervista.org\/sulle-tentazioni-santo-curato-dars\/","title":{"rendered":"Sulle tentazioni – Santo curato D’Ars"},"content":{"rendered":"

fonte veritatemincaritate.com<\/a> 28\/10\/2015<\/span><\/p>\n

Omelia di S. Giovanni Maria Vianney<\/span><\/h2>\n
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Le tentazioni<\/b><\/span><\/p>\n

\u201cGes\u00f9 fu condotto nel deserto dallo Spirito Santo, per essere tentato\u201d<\/i><\/span><\/p>\n

(Mt 4,1)<\/i><\/span><\/p>\n

Fratelli miei, non deve affatto stupirci che Ges\u00f9 Cristo scegliesse il deserto per pregare, poich\u00e9 la solitudine costituiva per lui una grande delizia. Tanto meno deve stupirci il fatto che egli vi sia condotto dallo Spirito Santo, poich\u00e9 il Figlio di Dio non poteva avere per guida nessun altro che lo Spirito. Ma chi oserebbe credere che egli potesse essere tentato dal demonio, che egli potesse, pi\u00f9 di una volta, essere trascinato da questo spirito di tenebra, se non fosse lo stesso Ges\u00f9 Cristo che ce lo dice per bocca di San Matteo? Tuttavia, fratelli miei, ben lontani dallo stupirci, dobbiamo, al contrario, gioire e ringraziare infinitamente questo buon Salvatore, che se ha voluto essere tentato, \u00e8 stato per meritare a noi la vittoria nelle tentazioni. Beati noi, fratelli miei! Dopo che questo tenero Salvatore ha voluto essere tentato, noi, per essere vittoriosi nelle tentazioni dobbiamo solo volerlo. Ecco, allora, i grandi vantaggi che ci derivano dalla tentazione del Figlio di Dio.<\/span><\/p>\n

Qual \u00e8 la mia intenzione, fratelli miei? Eccola: \u00e8 quella di mostrarvi , che la tentazione \u00e8 per noi molto necessaria, per poter conoscere chi siamo veramente. Inoltre voglio mostrarvi che dobbiamo temere molto la tentazione, perch\u00e9 il demonio \u00e8 molto raffinato e molto furbo, e una sola tentazione ci pu\u00f2 gettare nell\u2019inferno, se abbiamo la disgrazia di soccombere ad essa. Infine vi mostrer\u00f2 che dobbiamo combattere vigorosamente sino alla fine, poich\u00e9 solo a questa condizione ci sar\u00e0 donato il Cielo. Non \u00e8 necessario, fratelli miei, dimostrarvi che esistono i demoni per tentarci; altrimenti dovrei supporre di parlare a degli idolatri o a dei pagani, oppure a dei cristiani avvolti nell\u2019ignoranza pi\u00f9 rozza e pi\u00f9 miserabile; dovrei pensare che non avete mai studiato il catechismo. Fin dalla vostra infanzia, vi \u00e8 stato chiesto, se tutti gli angeli sono rimasti fedeli a Dio. Voi avete risposto di no, che una parte di essi si \u00e8 ribellata contro Dio, ed \u00e8 stata cacciata dal Cielo e precipitata nell\u2019inferno. Vi \u00e8 stato ancora chiesto: Qual \u00e8 l\u2019occupazione di questi angeli ribelli? Voi avete risposto che \u00e8 quella di tentare gli uomini, e di fare ogni sforzo per condurli al male. Io, purtroppo,su questo punto, ne so pi\u00f9 di voi. Voi sapete che fu il demonio che tent\u00f2 i nostri progenitori nel paradiso terrestre, dove riport\u00f2 la sua prima vittoria: e ci\u00f2 lo rese cos\u00ec fiero e orgoglioso. Fu il demonio che tent\u00f2 Caino, e lo port\u00f2 a uccidere il suo fratello Abele. Leggiamo nell\u2019Antico Testamento (Gb 1,7), che il Signore disse a Satana: \u201cDa dove vieni?\u201d \u2013 \u201cHo fatto un giro per il mondo, gli risponde il diavolo\u201d. \u00c8 una prova evidente, fratelli miei, che il demonio gira attraverso la terra per tentarci. Leggiamo nel Vangelo, che la Maddalena, avendo riconosciuto i suoi peccati davanti a Ges\u00f9 Cristo , fu liberata da sette demoni. Leggiamo ancora, in un altro passo del Vangelo, che lo spirito impuro, essendo uscito dal corpo di una persona disse: \u201cCi ritorner\u00f2 con altri demoni pi\u00f9 cattivi di me\u201d. Tutto ci\u00f2, fratelli miei, non \u00e8 per voi la cosa pi\u00f9 importante da sapere; nessuno, infatti, ha il minimo dubbio su ci\u00f2. Ma quello che \u00e8 pi\u00f9 vantaggioso per voi, \u00e8 farvi comprendere la maniera in cui il demonio pu\u00f2 tentarvi.<\/span><\/p>\n

Per convincervi della necessit\u00e0 di respingere la tentazione, domandate a tutti quei cristiani che si sono dannati, perch\u00e9 sono andata a finire nell\u2019inferno, essi che erano stati creati per il Cielo. Tutti vi risponderanno che \u00e8 stato perch\u00e9, essendo tentati hanno ceduto alla tentazione. Andate a chiedere, ancora, a tutti i santi che regnano nel Cielo, chi ha procurato loro questa felicit\u00e0. Tutti vi risponderanno che, essendo stati tentati, con la grazia di Dio hanno resistito alla tentazione e disprezzato il tentatore. Ma, mi domanderete forse, che significa essere tentati? Amico mio, ascolta bene, e vedrai e capirai, che tutte le volte che il demonio ti tenta, \u00e8 per farti fare una cosa che il buon Dio ti proibisce, oppure per non farti fare ci\u00f2 che egli ti ordina e ti comanda. Il buon Dio vuole che tu faccia bene le tue preghiere il mattino e la sera, in ginocchio, con grande riverenza. Il buon Dio vuole che tu trascorra santamente il santo giorno della domenica in preghiera, cio\u00e8 partecipando a tutte le celebrazioni. Egli vuole che tu non lavori affatto, n\u00e9 pi\u00f9 e n\u00e9 meno che se ti trovassi in agonia. Il buon Dio vuole che i figli rispettino grandemente i loro padri e le loro madri; e che i domestici rispettino i loro padroni. Il buon Dio vuole che tu ami tutti, che tu faccia del bene a tutti senza alcuna preferenza, perfino ai tuoi nemici; che tu non mangi mai la carne nei giorni proibiti; che tu abbia una grande cura nell\u2019istruirti intorno ai tuoi doveri; che tu perdoni di cuore a coloro che ti hanno recato un\u2019offesa. Il buon Dio vuole che tu non faccia mai un giuramento, che tu non pronunci maledizioni, calunnie, parole sconce, che tu non compia mai azioni vergognose. \u00c8 facile capire tutto ci\u00f2. Se, nonostante il demonio vi tenti per fare ci\u00f2 che il buon Dio vi proibisce, voi non lo fate, allora non soccombete alla tentazione. Ma se vi accingete a farlo, allora soccombete. E se volete comprendere meglio ci\u00f2, prima di acconsentire a quello che il demonio vi suggerisce di fare, pensate se, nell\u2019ora della morte, sareste contenti di averlo fatto, e vi accorgerete che la vostra coscienza vi sgrider\u00e0.<\/span><\/p>\n

Sapete voi, fratelli miei, perch\u00e9 il demonio si infuria tanto per attirarci al male? E\u2019 perch\u00e9 non potendo disprezzare Dio da s\u00e9, lo fa disprezzare dalle sue creature. Ma, beati noi, fratelli miei, perch\u00e9 abbiamo la fortuna di avere un Dio come nostro modello! Siamo poveri? Abbiamo un Dio che nasce in una stalla ed \u00e8 deposto su un pugno di paglia. Siamo disprezzati? Abbiamo un Dio che ci ha preceduti, che \u00e8 stato coronato di spine, rivestito di un vile mantello scarlatto, e trattato come un pazzo! Siamo immersi nelle sofferenze? Abbiamo davanti agli occhi un Dio tutto coperto di piaghe, che muore nella maniera pi\u00f9 dolorosa, cosa che non riusciremo mai a comprendere. Siamo perseguitati? Ebbene, fratelli miei, come potremo osare compiangerci, dal momento che abbiamo un Dio che muore sotto i suoi aguzzini? Siamo tentati dal demonio? Abbiamo il nostro amabile Redentore che \u00e8 stato tentato dal demonio, trascinato due volte da questo spirito infernale!<\/span><\/p>\n

Perci\u00f2, fratelli miei, quale che sia lo stato di sofferenza, di pena o di tentazione nel quale ci troviamo, abbiamo sempre e dovunque il nostro Dio che cammina davanti a noi, assicurandoci la vittoria tutte le volte che lo desideriamo. Ecco allora, fratelli miei, ci\u00f2 che deve grandemente consolare un cristiano: pensare che ogni volta che \u00e8 tentato, se far\u00e0 ricorso a Dio, avr\u00e0 la certezza di non soccombere alla tentazione. Abbiamo detto che la tentazione ci \u00e8 necessaria, per farci comprendere che non siamo nulla da noi stessi. S. Agostino dice che noi dobbiamo allo stesso modo ringraziare il buon Dio per i peccati dai quali ci ha preservati, come per quelli che ha avuto la carit\u00e0 di perdonarci. Se abbiamo la disgrazia di cadere tanto spesso nei trabocchetti del demonio, \u00e8 perch\u00e9 facciamo troppo affidamento sulle nostre decisioni e sulle nostre promesse, e non abbastanza sul buon Dio. Questa \u00e8 una grande verit\u00e0! Allorch\u00e9 nulla ci addolora e tutto sembra andare secondo i nostri desideri, osiamo convincerci che niente ci potr\u00e0 far cadere, ci vantiamo del nostro nulla e della nostra povera debolezza, diciamo apertamente che siamo pronti a morire piuttosto che lasciarci vincere. Abbiamo un esempio di ci\u00f2 nello stesso S.Pietro, che diceva al buon Dio: \u201cQuand\u2019anche tutti gli altri ti rinnegassero, io non ti rinnegher\u00f2 mai\u201d.<\/span><\/p>\n

Ahim\u00e8! Il buon Dio, per mostrargli che ogni uomo, lasciato a se stesso \u00e8 ben poca cosa, non lo intimor\u00ec con i re o con i principi o con le armi, ma fu sufficiente la voce di una serva, che per giunta gli parlava senza alcuna minaccia. Poco prima era pronto a morire per lui ed ora assicura di non conoscerlo affatto, di non sapere di chi si sta parlando! Anzi per assicurarla che non lo conosceva, inizia a spergiurare! Dio mio, di cosa siamo capaci, abbandonati a noi stessi! Ci sono alcuni che, a sentir loro, invidiano i santi che hanno fatto grandi penitenze, e credono di poter fare lo stesso anche loro. Leggendo la vita di certi santi martiri, saremmo, a parole, disposti a soffrire anche noi come loro, per il buon Dio. Ne vale certo la pena, diciamo, per guadagnare una ricompensa eterna! Ma, cosa fa il buon Dio, per insegnarci a conoscere noi stessi, o meglio, per dimostrarci che non siamo niente? Ecco cosa fa: permette al demonio di avvicinarsi un po\u2019 di pi\u00f9 a noi. E allora ecco che questo cristiano, che poco prima invidiava gli eremiti che vivono solo di radici e di erbe, che decideva di trattare duramente il suo corpo, ahim\u00e8! ecco che un piccolo mal di testa, una puntura di spillo, lo fa piangere. Grande e grosso com\u2019\u00e8, si tormenta e urla! Un momento prima era disposto a fare tutte le penitenze degli anacoreti, e ora un nonnulla lo porta alla disperazione.<\/span><\/p>\n

Guardate quest\u2019altro che sembra disposto a donare tutta la sua vita al buon Dio e che assicura che nessun tormento lo fermer\u00e0. Poi, per\u00f2, una piccola maldicenza, una calunnia, o anche l\u2019indifferenza degli altri, una minuscola ingiustizia che gli venga fatta o una mancanza di gratitudine per un bene da lui fatto, sono sufficienti a far nascere nel suo animo, sentimenti di odio, di vendetta, di antipatia, fino al punto di non voler pi\u00f9 neanche vedere il suo prossimo. Oppure si mostra freddo, assume un umore che manifesta molto bene all\u2019esterno, quello che gli passa nel cuore. E quante volte, svegliandosi al mattino, \u00e8 quello il suo primo pensiero, anzi arriva al punto di non chiudere occhio per questo! Ahim\u00e8!, fratelli miei, quanto poco valiamo e quanto poco dobbiamo contare sui nostri bei propositi!<\/span><\/p>\n

Vedete, dunque, fratelli miei, che niente \u00e8 pi\u00f9 necessario della tentazione per renderci convinti del nostro nulla e per impedirci di lasciarci dominare dall\u2019orgoglio. Ascoltate cosa dice san Filippo Neri, il quale considerando quanto siamo deboli e in pericolo di perderci a ogni istante, diceva al buon Dio, versando molte lacrime \u201dDio mio, trattienimi, tu sai che sono un traditore,tu conosci quanto sono malvagio; se mi abbandoni anche per un istante temo che ti tradir\u00f2\u201d. Ma forse vi domanderete: chi sono dunque coloro che subiscono di pi\u00f9 la tentazione? Sono senza dubbio gli ubriachi, i mormoratori o gli spudorati che si gettano alla cieca nelle lordure, o l\u2019avaro, che pensa solo ad arricchirsi in ogni modo, direte voi. No, non sono affatto costoro; al contrario, il demonio li disprezza, o meglio, li protegge perch\u00e9 possano fare il male per il maggior tempo possibile, dal momento che pi\u00f9 a lungo essi vivranno, pi\u00f9 i loro cattivi esempi trascineranno le anime all\u2019inferno. Infatti, se il demonio avesse incalzato troppo fortemente questo vecchio impudico, egli, per i suoi vizi, avrebbe accorciato i suoi giorni di quindici o vent\u2019anni e quindi avrebbe avuto meno tempo per indurre a peccare questa vergine, della quale ha violato il fiore della verginit\u00e0; o questa giovane che ha gettato nel pi\u00f9 infame pantano dei peccati contro la purezza. Non avrebbe avuto il tempo di iniziare al male quel giovane, che forse vi rester\u00e0 avviluppato fino alla morte. Se il demonio avesse indotto quel ladro a rubare in modo sfrenato, gi\u00e0 da tempo sarebbe incorso nel patibolo, e non avrebbe avuto l\u2019opportunit\u00e0 di trascinare qualche altro nel suo vizio. Se il demonio avesse sollecitato quest\u2019ubriaco a riempirsi di vino fino all\u2019orlo, gi\u00e0 da tempo sarebbe morto nella crapula; invece, prolungando i suoi giorni, riuscir\u00e0 a trascinare molti altri col suo cattivo esempio. Se il demonio avesse tolto la vita a questo musicista o a questo maestro di ballo o a questo cabarettista, quanta gente in loro assenza avrebbe scampato il pericolo, mentre se quelli restano in vita, si danner\u00e0 per loro. Sant\u2019Agostino ci insegna che il demonio non tormenta troppo queste persone, ma, al contrario, li disprezza e sputa loro addosso. Ma, mi dirai, chi sono dunque quelli che il demonio preferisce tentare? Ascolta attentamente, amico mio. Sono proprio coloro che si mostrano pi\u00f9 pronti, con l\u2019aiuto di Dio, a sacrificare ogni cosa per la salvezza della loro povera anima; che sanno rinunciare a tutto ci\u00f2 che, sulla terra, gli altri ricercano con ansia e con ardore. E non \u00e8 solo un demonio che li tenta, ma sono milioni quelli che gli piombano addosso, per farli cadere nei loro lacci. Eccovi un esempio. La storia racconta che S. Francesco d\u2019Assisi era riunito un giorno con tutti i suoi religiosi, in un grande campo dove erano state costruite delle piccole capanne di giunchi. S. Francesco, vedendo che facevano penitenze cos\u00ec straordinarie, ordin\u00f2 che gli fossero portati tutti gli strumenti di penitenza, e li ammass\u00f2 come si fa con la paglia. C\u2019era l\u00ec un giovane a cui il buon Dio aveva fatto la grazia di vedere il suo angelo custode. Egli vedeva, da una parte, questi buoni religiosi che non potevano saziarsi mai di fare penitenza, e dall\u2019altra, il suo buon angelo custode, gli fece vedere una assemblea di diciottomila demoni, che tenevano consiglio per trovare il modo di travolgere questi religiosi con la tentazione. Ci fu un demonio che disse: \u201cVoi non capite niente; questi religiosi sono troppo umili, (ah! bella virt\u00f9!), troppo distaccati da se stessi, troppo attaccati a Dio. Essi hanno un superiore che li guida cos\u00ec bene, che \u00e8 impossibile poterli vincere. Aspettiamo che il superiore muoia, e allora tenteremo di introdurre in mezzo a loro, dei giovani che non hanno una vera vocazione, e che li spingeranno a rilassarsi, e in tal modo saranno nostri\u201d. Qualche tempo dopo, entrando in citt\u00e0, vide un demonio tutto solo, seduto alla porta della citt\u00e0, per tentare tutti quelli che vi abitavano. Il santo giovane chiese al suo angelo custode, perch\u00e9, per tentare quei religiosi occorrevano tante migliaia di demoni, mentre per una intera citt\u00e0 ce n\u2019era solo uno e anche seduto oziosamente. Il suo buon angelo gli rispose che la gente del mondo non ha affatto bisogno di tentazioni, perch\u00e9 ci pensa da sola a trascinarsi verso il male, mentre i religiosi si comportano bene, nonostante tutte le trappole e le battaglie che il demonio procura loro.<\/span><\/p>\n

Ecco, fratelli miei, la prima tentazione che il demonio ordisce contro colui che ha cominciato a meglio servire il buon Dio: \u00e8 il rispetto umano. Costui, infatti, non vuole essere visto, si nasconde da coloro con i quali altre volte si era dedicato ai piaceri. Se gli viene detto che \u00e8 cambiato molto, ne prova vergogna. Nella sua testa c\u2019\u00e8 sempre la preoccupazione di ci\u00f2 che diranno gli altri, al punto che non ha pi\u00f9 la forza di fare il bene apertamente. Se il demonio non riesce a conquistarlo con il rispetto umano, allora tenta di far nascere in lui una fortissima paura: teme che le sue confessioni non siano state ben fatte, che il confessore non lo comprenda, che, anche se si dar\u00e0 da fare al massimo, tuttavia si danner\u00e0 ugualmente l\u2019anima. O che lasci o che continui \u00e8 la stessa cosa; le occasioni di cadere sono troppe. Come mai, fratelli miei, quando una persona non pensa affatto alla sua salvezza, ma vive nel peccato, non \u00e8 per nulla tentata, mentre contro colui che decide di cambiare vita e di donarsi completamente al buon Dio, tutto l\u2019inferno si scaglia contro? Ascoltate quello che S. Agostino ci dice: \u201cEcco, egli dice, come il demonio si comporta verso il peccatore: fa come un carceriere che custodisce nella sua prigione molti carcerati, ma, avendo nelle sue tasche le chiavi, li lascia tranquilli, sapendo che non possono uscire. E\u2019 questo, dunque, il suo modo di agire, verso un peccatore che non intende lasciare il suo peccato: non si scomoda affatto per tentarlo, sarebbe tempo perso, dal momento che il peccatore, non solo non abbandona il peccato, ma ogni giorno che passa, rafforza le sue catene. Perci\u00f2, sarebbe inutile tentarlo, e allora lo lascia vivere in pace, ammesso che stando in peccato si possa godere la pace. Gli nasconde il suo stato fino alla morte, quando si ripromette di mostrargli il quadro pi\u00f9 orribile della sua vita, e cos\u00ec sprofondarlo nella disperazione. Ben altro discorso merita colui che ha deciso di cambiare vita e di donarsi tutto al buon Dio\u201d. Lo stesso Agostino, finch\u00e9 visse una vita disordinata, non percep\u00ec minimamente alcuna tentazione. Credeva di essere in pace, come egli stesso racconta. Ma allorch\u00e9 decise di voltare le spalle al demonio, dovette affrontare una cos\u00ec dura lotta, da non avere nemmeno il tempo di respirare. E questo per ben cinque anni, versando le lacrime pi\u00f9 amare e facendo le penitenze pi\u00f9 austere. \u201cLottavo contro di lui ( il diavolo<\/i>), egli dice, stando nelle mie catene. Un giorno mi ritenevo vittorioso, ma il giorno dopo mi ritrovavo per terra. Questa battaglia crudele e ostinata, dur\u00f2 cinque anni, ma, finalmente, il buon Dio, mi fece la grazia di riuscire vittorioso sul mio nemico\u201d.<\/span><\/p>\n

Ascoltate ancora le lotte che speriment\u00f2 S. Girolamo, allorch\u00e9 decise di donarsi al buon Dio ed ebbe il desiderio di visitare la terra santa. Stando a Roma, concep\u00ec un rinnovato desiderio di lavorare per la sua salvezza. Lasciata Roma, decise di ritirarsi in un orribile deserto, per dedicarsi a tutto ci\u00f2 che il suo amore per il buon Dio gli ispirava. Allora il demonio, che prevedeva come la sua conversione ne avrebbe prodotte molte altre, sembrava crepare di disperazione. E cos\u00ec, non ci fu genere di tentazioni che non gli offrisse. Non credo che sia esistito un altro santo pi\u00f9 tentato di lui. Ecco come lui stesso scriveva a un suo amico: \u201cMio caro amico, voglio metterti a parte della mia afflizione, e dello stato in cui il demonio vuole ridurmi. Quante volte, in questa vasta solitudine, che gli ardori del sole rendono insopportabile, quante volte, il ricordo delle comodit\u00e0 che avevo a Roma, mi ha assalito. Il dolore e l\u2019amarezza di cui la mia anima \u00e8 ricolma, mi fanno versare, notte e giorno, torrenti di lacrime. Mi vado nascondendo nei luoghi pi\u00f9 remoti per combattere contro le tentazioni e piangere sui miei peccati. Il mio corpo \u00e8 tutto sfigurato e coperto di un rozzo cilicio. Non ho altro letto che la nuda terra, e come nutrimento, radici crude e acqua, anche quando sono ammalato. Malgrado tutti questi rigori, il mio corpo ricorda ancora i piaceri infami di cui Roma \u00e8 infettata. Il mio spirito si ritrova in mezzo alle belle compagnie con le quali ho tanto offeso il buon Dio. Pur abitando in questo deserto, al quale io stesso mi sono condannato per evitare l\u2019inferno, fra queste rocce spaventose, fra le quali non ho altra compagnia che gli scorpioni e le bestie feroci, tuttavia, malgrado tutti gli orrori da cui sono circondato e terrorizzato, il mio spirito e il mio corpo bruciano ancora per il fuoco dei desideri impuri. Pur essendo morto, ancor prima di morire, il demonio osa ancora offrirmi il gusto dei piaceri impuri. Vedendomi tanto umiliato dalle tentazioni, il cui solo ricordo mi fa morire di orrore, non sapendo pi\u00f9 quale penitenza devo esercitare sul mio corpo, per tenerlo nella grazia di Dio, mi getto per terra, ai piedi del mio Crocifisso, bagnandolo di lacrime, e quando non riesco pi\u00f9 a piangere, prendo delle pietre e mi batto con esse il petto, fino a che il sangue mi esce dalla bocca, implorando misericordia, perch\u00e9 il Signore abbia piet\u00e0 di me. Chi potr\u00e0 comprendere quanto \u00e8 miserabile il mio stato d\u2019animo, dal momento che desidero s\u00ec ardentemente piacere al buon Dio e amare Lui soltanto? Vedendomi, senza tregua, sul punto di offenderlo, quanto grande \u00e8 il mio dolore! Aiutami, amico mio, con le tue preghiere, affinch\u00e9 io sia pi\u00f9 forte nel respingere il demonio, che ha giurato sulla mia dannazione eterna\u201d.<\/span><\/p>\n

Ecco, fratelli miei, le battaglie, alle quali il buon Dio permette che i suoi grandi santi siano esposti. Ahim\u00e8! fratelli miei, quanto siamo da compiangere, se non siamo fortemente combattuti dal demonio! Sicuramente, ci\u00f2 significa che siamo suoi amici: egli ci lascia vivere in una falsa pace, tranquillizzandoci col pretesto che abbiamo fatto le nostre belle preghiere, qualche elemosina, che siamo meno cattivi di altri. Secondo me, se domandate a quel personaggio famoso dello spettacolo, se il demonio lo tenta, egli vi assicurer\u00e0 molto semplicemente che no, che non ha nessun tormento. Domandate a questa figlia della vanit\u00e0, quali sono i suoi combattimenti; ella vi risponder\u00e0 che non ne ha assolutamente nessuno, che non sa neppure cosa sia essere tentati. Ecco, dunque, fratelli miei che la tentazione pi\u00f9 temibile consiste proprio nel non essere tentati! E\u2019 questa la situazione di coloro che il demonio conserva per l\u2019inferno. Oserei dire, che egli si guarda bene dal tentarli e dal tormentarli sui peccati della loro vita passata, per paura di far loro aprire gli occhi. Affermo dunque, fratelli miei, che la pi\u00f9 grande disgrazia per un cristiano, \u00e8 quella di non essere tentati, perch\u00e9, in tal caso, avrebbe motivo di credere che il demonio lo considera ormai suo possesso, e aspetta solo la morte per portarselo all\u2019inferno. Non c\u2019\u00e8 niente di pi\u00f9 facile da capire. Considerate, ad esempio un cristiano, che cerchi, sia pure un po\u2019, la salvezza della sua anima: tutto ci\u00f2 che lo circonda lo tenta al male; spesso, non pu\u00f2 nemmeno alzare gli occhi, senza essere tentato, nonostante tutte le sue preghiere e le sue penitenze. Al contrario, un peccatore incallito, che, forse, da vent\u2019anni si rotola e si trascina nelle sue sporcizie, dir\u00e0 che non \u00e8 affatto tentato. Tanto peggio, amico mio, tanto peggio! E\u2019 proprio questo che ti deve far tremare, il fatto di non sapere cosa sia la tentazione! Dire che non c\u2019\u00e8 tentazione, sarebbe come dire che il demonio non esiste pi\u00f9, oppure, che egli ha cessato la sua rabbia contro i cristiani. S. Gregorio, dice che: \u201cSe non sei pi\u00f9 tentato, vuol dire che i demoni sono diventati tuoi buoni amici, tue guide e tuoi pastori. Lasciandoti trascorrere tranquillamente la tua povera vita, alla fine dei tuoi giorni, ti trascineranno nell\u2019abisso\u201d. Sant\u2019Agostino ci dice che la pi\u00f9 grande tentazione, \u00e8 di non avere nessuna tentazione, poich\u00e9 ci\u00f2 significa essere una persona scartata, abbandonata dal buon Dio e lasciata in preda alle proprie passioni. In secondo luogo, abbiamo detto, che la tentazione ci \u00e8 assolutamente necessaria, per tenerci nell\u2019umilt\u00e0 e nella diffidenza verso noi stessi, obbligandoci a fare ricorso al buon Dio. Leggiamo nella vita di un eremita, che essendo tentato all\u2019estremo dal demonio, il suo superiore gli disse: \u201cAmico mio, vuoi forse, che chieda al buon Dio di liberarti dalle tue tentazioni?\u201d. \u2013 \u201cNo, padre mio, gli rispose il solitario, perch\u00e9 proprio questo fa in modo che io non perda quasi mai la presenza del buon Dio, avendo sempre bisogno di invocarlo affinch\u00e9 mi aiuti nel combattimento\u201d. Perci\u00f2, fratelli miei, possiamo affermare che, sebbene sia molto umiliante essere tentati, \u00e8 proprio questo il segno pi\u00f9 sicuro che siamo in cammino verso il cielo. Ci resta da fare solo una cosa: combattere con coraggio, poich\u00e9 la tentazione \u00e8 il tempo della mietitura: eccovi un bell\u2019esempio. Leggiamo nella storia, che una santa donna era da lungo tempo talmente tentata dal demonio, che si riteneva ormai dannata. Il buon Dio le apparve per consolarla, e le disse che aveva guadagnato di pi\u00f9 durante questa prova, che in tutto il resto della sua vita. Sant\u2019Agostino ci dice che, senza le tentazioni, tutto ci\u00f2 che facciamo \u00e8 di poco valore. Ben lontani dal tormentarci quando siamo tentati, dobbiamo, al contrario, ringraziare il buon Dio e combattere con coraggio, poich\u00e9 siamo certi di uscirne sempre vittoriosi, e che mai il buon Dio permetter\u00e0 al demonio di tentarci al di sopra delle nostre forze. E\u2019 certo, fratelli miei, che solo quando saremo morti, saremo sicuri di non essere pi\u00f9 tentati. Il demonio, che \u00e8 uno spirito, non si stanca mai, neppure se ci avesse tentati per centomila anni, anzi \u00e8 cos\u00ec forte e infuriato, come se fosse la prima volta.<\/span><\/p>\n

Non possiamo affatto credere che potremo vincere il demonio o fuggirlo, cos\u00ec da non essere pi\u00f9 tentati. Il grande Origene, ci dice che i demoni sono tanto numerosi, da sorpassare gli atomi che sono nell\u2019aria, o le gocce d\u2019acqua che compongono il mare, per indicare che ce n\u2019\u00e8 un numero infinito. S. Pietro ci dice: \u201cVegliate senza tregua, poich\u00e9 il demonio si aggira intorno a voi come un leone ruggente, cercando chi divorare\u201d. Lo stesso Ges\u00f9 Cristo ci dice: \u201cPregare incessantemente, per non cadere in tentazione\u201d; come a dire che il demonio ci aspetta dovunque. Perci\u00f2, ci tocca essere tentati, quale che sia il luogo o lo stato in cui ci troviamo. Vedete questo sant\u2019uomo che era tutto coperto di piaghe, o piuttosto, tutto imputridito; il demonio non cess\u00f2 di tentarlo per sette anni; santa Maria Egizia, per diciannove anni; san Paolo, per tutta la sua vita, dal momento in cui decise di donarsi a Dio. Sant\u2019Agostino, per consolarci, ci dice che il demonio \u00e8 come un grosso cane legato alla catena, che fa un gran chiasso, ma che non morde se non coloro che gli si avvicinano troppo. Un santo prete incontr\u00f2 un giovane che era molto tormentato, e gli chiese perch\u00e9 si tormentasse tanto. \u201cAhim\u00e8! padre mio, gli rispose, temo di essere tentato e di soccombere\u201d. \u201cTi senti tentato? gli disse il prete, fai il segno di croce ed innalza al buon Dio il tuo cuore; se il demonio continua, insisti e sarai certo di non sporcare la tua anima\u201d. Sentite cosa fece il santo Macario, il quale mentre cercava il materiale per intrecciare le stuoie, incontra per strada un demonio con una falce tutta infuocata, che gli si dirigeva contro per colpirlo e ucciderlo. Il santo Macario, senza sgomentarsi, innalz\u00f2 a Dio il suo cuore. Il demonio ne fu talmente irritato, che si mise a gridare: \u201cAh! Macario, quanto mi fai soffrire perch\u00e9 non riesco a strapazzarti! Tuttavia, tutto ci\u00f2 che tu fai, lo so fare anch\u2019io: tu fai le veglie notturne, e neanch\u2019io dormo mai; tu digiuni, e neanch\u2019io prendo mai cibo; c\u2019\u00e8 solo una cosa che tu possiedi e che io non ho<\/i>\u201d. Allora il santo gli domand\u00f2 cosa fosse, e quello rispose: \u201cE\u2019 l\u2019umilt\u00e0<\/i>!\u201d; e disparve. S\u00ec, fratelli miei, l\u2019umilt\u00e0 \u00e8 una virt\u00f9 temibile per il demonio. Sicch\u00e9 vediamo che sant\u2019Antonio, quando era tentato, non faceva altro che umiliarsi profondamente, dicendo a Dio: \u201cDio mio, abbi compassione di questo grande peccatore\u201d<\/i>; e subito il demonio se la dava a gambe.<\/span><\/p>\n

In terzo luogo, abbiamo detto che il demonio si scatena contro coloro che hanno veramente a cuore la loro salvezza, e li perseguita continuamente, con vigore, sempre nella speranza di vincerli. Eccovi un esempio molto istruttivo. Si racconta che un giovane eremita, ormai da molti anni, aveva lasciato il mondo per pensare solo alla salvezza della sua anima. Il demonio era talmente infuriato, che sembrava che tutto l\u2019inferno fosse addosso a questo povero giovane. Cassiano, che riporta questo episodio, ci dice che questo giovane era tormentato da tentazioni contro la purezza. Dopo molte lacrime e penitenze, pens\u00f2 di andare a trovare un anziano solitario perch\u00e9 lo consolasse, sperando che questi gli avrebbe fornito i rimedi giusti per meglio vincere il nemico, e soprattutto, per raccomandarsi alle sue preghiere. Ma le cose andarono in modo molto diverso. L\u2019anziano eremita, che aveva trascorso tutta la sua vita quasi senza combattere, invece di consolare il giovane, si mostr\u00f2 alquanto sorpreso per il racconto delle sue tentazioni, lo rimprover\u00f2 aspramente, gli rivolse parole dure, chiamandolo infame, disgraziato, e dicendogli che non era degno di portare il nome di eremita, dal momento che gli succedevano tali cose. Il povero giovane se ne and\u00f2 cos\u00ec abbattuto, che si credeva ormai perduto e dannato, lasciandosi andare alla disperazione. Diceva tra s\u00e9: \u201cSiccome ormai sono dannato, \u00e8 inutile resistere alla tentazione o combattere; meglio che mi abbandoni a tutto ci\u00f2 che il demonio vuole. Tuttavia, Dio sa che ho abbandonato il mondo per amor suo e per salvare l\u2019anima mia. Perch\u00e9, diceva in preda alla disperazione, non mi hai dato maggiore forza? Tu sai che ti voglio amare, e ho tanta paura e dolore per averti offeso; per\u00f2 Tu non mi dai forza e mi lasci cadere! Dal momento che ormai per me tutto \u00e8 perduto, e non ho nessuna possibilit\u00e0 di salvarmi, me ne ritorno nel mondo\u201d. Ma, mentre, nella sua disperazione, stava gi\u00e0 per lasciare la sua solitudine, c\u2019era nel medesimo deserto un santo abate di nome Apollonio, che godeva fama di grande santit\u00e0, a cui il buon Dio aveva fatto conoscere lo stato della sua anima. Questi gli and\u00f2 incontro, e vedendolo cos\u00ec turbato, avvicinatosi, gli chiese con molta dolcezza che cosa avesse e quale fosse il motivo del suo smarrimento e della tristezza che appariva sul suo volto. Ma questo povero giovane, era cos\u00ec profondamente immerso nei suoi pensieri, che non gli rispose nulla. Il santo abate, che percepiva il trambusto della sua anima, continu\u00f2 a spingerlo a dirgli che cosa lo agitasse in quel modo, da dove venisse e perch\u00e9 stesse abbandonando la solitudine, e dove si stesse dirigendo. Il giovane, accortosi che lo stato della sua anima era ben noto agli occhi del santo abate, nonostante egli cercasse in ogni modo di nasconderlo, gli rispose, versando lacrime in abbondanza e singhiozzando con estrema commozione: \u201cRitorno nel mondo, perch\u00e9 ormai sono perduto; non ho pi\u00f9 speranza di potermi salvare. Sono andato a trovare un anziano che \u00e8 rimasto molto scandalizzato della mia vita. Poich\u00e9 sono cos\u00ec miserabile da non poter piacere a Dio, ho deciso di lasciare la solitudine, di ritornare nel mondo, dove mi lascer\u00f2 andare a tutto ci\u00f2 che il demonio vorr\u00e0. Tuttavia ho versato molte lacrime, io non vorrei offendere il buon Dio; mi vorrei salvare, ho gran voglia di fare penitenza, ma non possiedo forze sufficienti e non riesco a fare un passo avanti\u201d. Il santo abate, sentendolo parlare e vedendolo piangere, gli disse, mescolando le sue lacrime con quelle di lui: \u201cAh! amico mio, non vedi che non solo non hai offeso il buon Dio, ma al contrario, proprio perch\u00e9 gli sei molto gradito, sei tentato in tal modo? Consolati, mio caro amico, e riprendi coraggio; il demonio ti riteneva vinto, ma, al contrario, sei tu che lo vincerai. Ritorna nella tua cella, almeno fino a domani. Non perderti di coraggio, amico mio, anch\u2019io sono tentato ogni giorno nello stesso modo di te. Non \u00e8 sulle nostre forze che dobbiamo contare, ma sulla misericordia del buon Dio. Ti aiuter\u00f2 a vincere, pregando per te. Amico mio! Dio \u00e8 troppo buono per abbandonarci in preda al furore dei nostri nemici, senza darci la forza per vincerli. E\u2019 stato Lui, mio caro amico, che mi ha mandato per consolarti e per dirti di non perderti d\u2019animo: sarai presto liberato\u201d. Il povero giovane, ormai pieno di consolazione, ritorn\u00f2 nella solitudine, e gettandosi nelle braccia della misericordia di Dio, diceva: \u201cCredevo che Tu ti fossi per sempre allontanato da me\u201d. Intanto, Apollonio, si reca presso la cella dell\u2019anziano che aveva accolto cos\u00ec male quel giovane e, prostrandosi con la faccia a terra, diceva: \u201cSignore, Dio mio, tu conosci la nostra debolezza, libera, per favore, quel giovane da quelle tentazioni che lo scoraggiano; Tu hai visto quante lacrime ha versato per la pena di averti offeso! Trasmetti la stessa tentazione a quest\u2019anziano, affinch\u00e9 impari ad avere piet\u00e0 di coloro che tu permetti che siano tentati\u201d. Appena ebbe terminato la preghiera, vide il demonio nella forma di un piccolo negro orrendo, che lanciava la freccia infuocata della fornicazione, verso la cella dell\u2019anziano. Questi, non ne aveva ancora sentito il tocco, che gi\u00e0 era caduto in preda ad una agitazione spaventosa, che non gli dava tregua. Si alza, esce, entra. Dopo aver fatto per molto tempo la stessa cosa, infine, convinto di non farcela a lottare contro la tentazione, fa come il giovane solitario, e prende la decisione di tornarsene nel mondo, non potendo pi\u00f9 resistere al demonio. D\u00e0 l\u2019addio alla sua cella e parte. Il santo abate che osservava tutto, senza che l\u2019altro se ne accorgesse (il buon Dio gli aveva fatto conoscere che la tentazione del giovane si era trasmessa all\u2019anziano), avvicinandosi, gli chiede dove vada e come mai abbia dimenticato la gravit\u00e0 dell\u2019incedere, propria dell\u2019et\u00e0; sembrava cos\u00ec agitato, che, senza dubbio aveva qualche inquietudine sulla salvezza della sua anima. L\u2019anziano, si accorse bene che il buon Dio faceva conoscere all\u2019altro ci\u00f2 che accadeva all\u2019interno della sua anima. \u201cRitorna, amico mio, gli disse il santo, e sappi che questa tentazione che ti \u00e8 piombata addosso nella tua vecchiaia, vuole insegnarti ad essere compassionevole verso le infermit\u00e0 dei fratelli, e a consolarli nella loro debolezza. Tu avevi scoraggiato questo povero giovane che era venuto a condividere le sue pene; cos\u00ec, invece di consolarlo, lo hai gettato nella disperazione; senza una grazia straordinaria, si sarebbe perduto. Lo sai, padre mio, perch\u00e9 il demonio aveva suscitato una guerra cos\u00ec tenace e cos\u00ec crudele contro questo povero giovane? Proprio perch\u00e9 percepiva in lui grandi disposizioni per la virt\u00f9, e ci\u00f2 lo riempiva di un vivo sentimento di gelosia e di invidia. Inoltre, una virt\u00f9 cos\u00ec solida, poteva essere vinta solo con una tentazione troppo forte e troppo violenta. Impara, quindi, ad avere compassione degli altri, a tendere loro la mano per non lasciarli cadere. Se il demonio ti ha lasciato tranquillo, in tanti anni di vita solitaria, \u00e8 perch\u00e9 vedeva in te ben poco di buono: perci\u00f2, invece di tentarti, ti disprezzava\u201d.<\/span><\/p>\n

Dall\u2019esempio suddetto, dobbiamo dedurre che, ben lontani dallo scoraggiarci, quando siamo tentati, al contrario, dobbiamo consolarci o, addirittura, gioire, poich\u00e9 il demonio tenta proprio quelle persone che egli prevede che, per il loro modo di vivere, si guadagneranno il cielo. D\u2019altronde, fratelli miei, dobbiamo essere ben convinti che \u00e8 impossibile voler piacere a Dio e salvare la propria anima, senza essere tentati. Vedete lo stesso Ges\u00f9 Cristo: dopo aver digiunato per quaranta giorni e quaranta notti, fu molto tentato e trascinato per due volte dal demonio, Lui che era la santit\u00e0 in persona. Non so per\u00f2, fratelli miei, se voi capite appieno che cos\u2019\u00e8 una tentazione. Non \u00e8 soltanto un cattivo pensiero d\u2019impurit\u00e0, di odio, o di vendetta, che occorre respingere, ma sono tutti i guai che ci succedono: come una malattia, nella quale siamo portati a piangerci addosso, una calunnia che lanciano contro di noi, una ingiustizia che ci viene fatta, la perdita dei beni, la perdita del padre, della madre, o di un figlio. Se non ci sottomettiamo volentieri alla volont\u00e0 di Dio, allora soccombiamo alla tentazione, dal momento che il buon Dio, vuole che noi soffriamo tutto ci\u00f2 per amor suo. D\u2019altro canto, il demonio fa tutto ci\u00f2 che pu\u00f2 per farci mormorare contro il buon Dio. Ma ora vi dir\u00f2 quali sono le tentazioni che pi\u00f9 di tutte dobbiamo temere, e che fanno perdere pi\u00f9 anime di quanto si immagini. Sono quei piccoli pensieri che nascono dall\u2019amor proprio, quei pensieri di stima eccessiva di se stessi, quei piccoli applausi che ci facciamo da soli per ogni cosa che facciamo, o per il bene che si dice di noi: ci ripassiamo tutto ci\u00f2 nella testa, cerchiamo di incontrare coloro ai quali abbiamo fatto qualche bene, perch\u00e9 non se lo dimentichino, e conservino una buona opinione di noi. Ci compiacciamo quando gli altri si raccomandano alle nostre preghiere, e poi non vediamo l\u2019ora di sapere se essi hanno ottenuto quello che noi abbiamo chiesto al buon Dio, per loro. S\u00ec, fratelli miei, sono queste le pi\u00f9 temibili tentazioni del demonio; contro queste dobbiamo grandemente vegliare su noi stessi, perch\u00e9 in esse il demonio \u00e8 pi\u00f9 abile. E\u2019 questo che ci deve portare a domandare tutte le mattine, al buon Dio, la grazia di discernere tutte le volte che il demonio verr\u00e0 a tentarci. Perch\u00e9 troppo spesso, prima facciamo ci\u00f2 che \u00e8 male, e solo dopo ci facciamo caso? E\u2019 proprio perch\u00e9 non abbiamo chiesto questa grazia al buon Dio tutte le mattine, o l\u2019abbiamo chiesta male. Infine, fratelli miei, voglio invitarvi a combattere con grande determinazione, e non come di solito facciamo: diciamo di no al demonio, ma poi gli tendiamo la mano! Si racconta che san Bernardo, mentre si trovava in viaggio, si era coricato in una stanza. Una donna disgraziata, venne a trovarlo di notte per indurlo a peccare. Egli si mise a gridare: \u201cal ladro\u201d. Ella ritorn\u00f2 per tre volte, ma quello la respinse svergognandola. Anche san Martiniano fu tentato da una donna di mal\u2019affare, e lui la respinse. A san Tommaso d\u2019Aquino fu inviata una ragazza, mentre era da solo in camera, con l\u2019incarico di sedurlo. Ma egli prende un bastone e la scaccia con vergogna dalla sua stanza. Vedete cosa fece san Bernardo che, essendo tentato, si and\u00f2 a immergere in uno stagno ghiacciato, fino al collo. Altri santi si gettarono nelle spine. Si racconta che c\u2019era una volta un santo che, essendo tentato, si rec\u00f2 in uno stagno pieno di vespe che lo punsero dappertutto, rendendolo simile a un lebbroso. Al suo ritorno, il superiore non lo riconosceva pi\u00f9, se non dalla voce. Avendogli chiesto come mai si era ridotto in quello stato, rispose: \u201cSiccome il mio corpo voleva perdere la mia anima, l\u2019ho punito, riducendolo in questo stato\u201d. Cosa dobbiamo concludere da tutto ci\u00f2, fratelli miei? In primo luogo, non dobbiamo illuderci di essere esenti dalle tentazioni, in un modo o nell\u2019altro, finch\u00e9 vivremo. Perci\u00f2 dobbiamo essere risoluti a combattere, fino alla morte. In secondo luogo, appena ci sentiamo tentati, immediatamente facciamo ricorso al buon Dio, per tutto il tempo che la tentazione persiste, perch\u00e9, se il demonio insiste a tentarci, lo fa sempre nella speranza di farci cadere. In terzo luogo, dobbiamo fuggire tutto ci\u00f2 che ci pu\u00f2 indurre in tentazione, almeno per quanto dipende da noi, ricordandoci sempre che gli angeli cattivi furono tentati una volta sola, ma questa fu sufficiente a mandarli all\u2019inferno. Occorre nutrire una grande umilt\u00e0, non pensare mai che potremo salvarci con le nostre forze, ma soltanto se la grazia del buon Dio ci aiuter\u00e0 a non cadere. Felice colui, fratelli miei, che, nell\u2019ora della morte, potr\u00e0 dire con san Paolo: \u201cHo combattuto la buona battaglia, ma, con l\u2019aiuto del buon Dio ho vinto. Perci\u00f2 attendo la corona di gloria che il buon Dio dar\u00e0 a colui che \u00e8 stato fedele fino alla morte\u201d. E\u2019 la felicit\u00e0\u2026<\/span><\/p>\n<\/div>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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