fides-et-ratio.it<\/a> 28\/07\/2015<\/p>\nAutore Francesco Lamendola<\/strong><\/span><\/p>\nRiesce veramente difficile capire come sia possibile che, nei Paesi di traduzione cattolica, non pochi studiosi, laici e progressisti, siano riusciti a far passare l\u2019idea che il protestantesimo sia stato un progresso rispetto al cattolicesimo, un passo avanti sulla via della crescita spirituale, l\u2019annunzio di una modernit\u00e0 liberata dalle superstizioni e fiduciosa nell\u2019agire umano. Riesce veramente difficile, a meno di riconoscere che, in tali Paesi \u2013 a cominciare dal nostro, l\u2019Italia \u2013 qualunque sparata, qualunque assurdit\u00e0, qualunque sproposito, sono sempre bene accetti, purch\u00e9 si prestino a servire la causa dell\u2019anticattolicesimo militante. Quest\u2019ultima, infatti, \u00e8 divenuta una vera e propria contro-religione, praticata devotamente e sempre pi\u00f9 assiduamente dalla cultura moderna, dietro le apparenze del liberalismo, del razionalismo, della tolleranza e della libert\u00e0 di pensiero: tanto densa \u00e8 la cappa di conformismo intellettuale oggi imperante, e tanto estesa \u00e8 la connivenza \u2013 in malafede \u2013 fra i tanti rappresentanti di codesta cultura secolarizzata, che si spaccia per paladina della libert\u00e0 e della dignit\u00e0 dell\u2019uomo, mentre odia e detesta quelle forze spirituali che, sole, hanno sempre difeso, e continuano a difendere, pur con momenti di debolezza e di sbandamento, la vera dignit\u00e0 e la vera libert\u00e0 dell\u2019uomo.<\/span><\/p>\nChe il protestantesimo sia stato un passo avanti verso la modernit\u00e0, questo s\u00ec che \u00e8 vero: ma a patto di avere ben chiaro il concetto che la modernit\u00e0, per come si \u00e8 delineata nell\u2019arco temporale che va dalla cosiddetta Rivoluzione scientifica del XVII secolo fino agli anni a noi contemporanei, ha visto non gi\u00e0 la liberazione dell\u2019uomo e l\u2019affermazione della sua dignit\u00e0, ma, bene al contrario, il suo supremo asservimento e la sua atroce mortificazione, come del resto la storia moderna e contemporanea stanno ampiamente a dimostrare. Mai, come nei secoli della modernit\u00e0, la storia umana ha prodotto distruzioni morali e materiali che si possono ben definire sataniche; il tutto, per\u00f2 \u2014 si badi \u2014 dietro gli slogan e le frasi fatte inneggianti all\u2019emancipazione dell\u2019uomo da forme secolari di sfruttamento, morale e materiale. Ora, nessuno vuol negare che tali forme siano esistite, nei secoli del Medioevo e fino al Rinascimento; mai, per\u00f2 \u2014 e questo, proprio per merito del cristianesimo \u2014 la cultura ufficiale era giunta all\u2019impudenza di dichiarare l\u2019emancipazione dell\u2019uomo, mentre, di fatto, ne realizzava l\u2019asservimento sistematico e capillare, ricorrendo anche a tecniche di crudelt\u00e0 e di sadismo sistematico e massificato, quali mai si erano viste prima, se non in casi relativamente sporadici e particolari, per quanto efferati abbiano potuto essere.<\/span><\/p>\nA parte questo, ci domandiamo: progressivo e ottimista, il protestantesimo? Fiducioso nelle capacit\u00e0 umane e nemico della superstizione, il luteranesimo? Chi spaccia simili panzane per moneta buona, o non ha mai letto una riga degli scritti di Lutero, oppure \u00e8 in cattiva fede: “tertium non datur”. Lutero non crede nell\u2019uomo, non crede nel mondo, non crede nella bont\u00e0, non credere nell\u2019agire, non crede in niente, tranne che nella grazia di Dio: ma una grazia distribuita a capriccio, incomprensibilmente, e dunque tale da ingenerare, nell\u2019uomo, ansia e frustrazione, e un perenne stato di incertezza e sospensione.<\/span><\/p>\nLutero, inoltre, vede diavoli dappertutto, perfino nelle opere buone, perfino nelle virt\u00f9 medesime, perfino nel cuore pi\u00f9 segreto dell\u2019anima, nella coscienza: nulla sfugge alla loro azione infernale, nulla si sottrae alla loro potenza; fino ad affermare che il mondo e il Diavolo sono una cosa sola, sono l\u2019uno il rovescio dell\u2019altro. E questo, se le parole hanno un significato, non \u00e8 pi\u00f9 cristianesimo, ma esattamente il suo opposto: \u00e8 satanismo, allo stato puro, e sia pure un satanismo che trema di orrore, raccapriccio e spavento, e non adora il Male. Ma \u00e8 anche una bestemmia nei confronti della creazione di Dio, che \u00e8, in se stessa \u2013 come dice la Bibbia \u2013 \u00abcosa buona\u00bb ai Suoi occhi; e quindi, indirettamente, contro Dio stesso. Dire che il mondo \u00e8 il regno del Diavolo, anzi che \u00e8 il Diavolo, significa non solo svalutare, ma stravolgere il senso della Creazione e, dunque, il posto assegnato in essa da Dio all\u2019uomo. Di pi\u00f9: significa fare di Dio, il Diavolo.<\/span><\/p>\nIl pensiero di Lutero intorno al Diavolo e al suo rapporto con il mondo terreno \u00e8 stato delineato molto chiaramente ed efficacemente dallo studioso e saggista americano Norman O. Brown nel suo libro \u00abLa vita contro la morte. Il significato psicoanalitico della storia\u00bb (titolo originale: \u00abLife against Death\u00bb, Wesleyan University, 1959; traduzione dall\u2019inglese di Silvia Besana Giacomoni, Milano, Adelphi, 1964, pp. 240-3):<\/span><\/p>\n\u00abSe vogliamo capire Lutero possiamo, se cos\u00ec ci piace, non prendere sul serio n\u00e9 il suo Dio n\u00e9 il suo Diavolo e sostituire ad entrambi delle spiegazioni psicologiche. Ma quel che non possiamo fare \u00e8 prenderne uno sul serio e sbarazzarci dell\u2019altro. Per Lutero, come per John Wesley, “niente Diavolo, niente Dio”. Considerando cos\u00ec il Diavolo di Lutero con la stessa seriet\u00e0 con cui consideriamo il suo Dio, ci avviciniamo alla reazione della teologia del XX secolo contro il razionalismo illuminista e l\u2019ottimismo liberale. Nella teologia protestante del XX secolo c\u2019\u00e8 la tendenza a rendere al Diavolo il dovuto; l\u2019esempio pi\u00f9 noto \u00e8 il concetto del demoniaco di Tillich. Oggi la tendenza neo-ortodossa ha consentito agli studiosi protestanti di valutare in modo pi\u00f9 corretto l\u2019importanza del Diavolo nel pensiero di Lutero. [\u2026] “Lungi dal diminuire il potere del Diavolo nel mondo, la Riforma l\u2019ha molto rafforzato”; cos\u00ec si esprime il pi\u00f9 autorevole storico del Diavolo (M. J. Rudwin). La premessa psicologica del protestantesimo \u00e8 la convinzione del peccato. Il protestantesimo, in quanto nuovo rapporto con Dio, \u00e8 una risposta a una nuova esperienza del male. La novit\u00e0 consiste innanzitutto nella portata e nell\u2019intensit\u00e0 dell\u2019esperienza del male, e secondariamente nel senso di assoluta impotenza di fronte ad esso. Questa nuova esperienza del male risale all\u2019ultimo periodo del Medioevo; il protestantesimo e il rapporto di tipo protestante con il Diavolo sono i risultati di un lungo periodo di gestazione. Huizinga scrive a proposito del XV secolo: “Il popolo non pu\u00f2 capire la propria sorte e gli avvenimenti del\u2019epoca altro che come una successione ininterrotta di malgoverno e di sfruttamento., di guerra e di saccheggi, di carestia, miseria e pestilenza. Le forme croniche che la guerra soleva assumere, i torbidi continui nelle citt\u00e0 e nelle campagne provocati da ogni sorta di malfattori, la perpetua minaccia di una giustizia dura e non degna di fiducia, e, in pi\u00f9, la paura opprimente dell\u2019inferno, dei diavoli, delle streghe alimentavano un senso di generale insicurezza, che era fatto per dare uno sfondo nero alla vita. Satana ricopre con le sue ali oscure una terra desolata”. Questa esperienza dell\u2019onnipresenza del male e dell\u2019impossibilit\u00e0 di controllarlo genera in Lutero l\u2019innovazione teologica per cui questo mondo, in tutte le sue manifestazioni esteriori, non \u00e8 governato da Dio, ma dal Diavolo. “\u00c8 un articolo di fede” dice Lutero “che il Diavolo \u00e8 il Princeps mundi, Deus huius seculi”. \u00c8 un articolo di fede che si basa sull\u2019esperienza: “Il Diavolo \u00e8 il signore del mondo. Lasciate che chi non lo sa ne faccia la prova. Io ne ho avuto qualche esperienza: ma nessuno mi creder\u00e0 fino a che non ne avr\u00e0 fatto personalmente prova”. “Il mondo e tutto ci\u00f2 che gli appartiene devono avere il Diavolo come padrone”. “Noi siamo servi in un ostello in cui Satana \u00e8 il padrone, la terra sua moglie e i nostri sentimenti suoi figli”. “Tutto il mondo \u00e8 schiavo delle sue macchinazioni”. “Il mondo \u00e8 il Diavolo e il Diavolo \u00e8 il mondo”. “Ogni cosa \u00e8 piena di diavoli, nelle corti dei principi, nelle case, nei campi, nelle strade, nell\u2019acqua, nel legno, nel fuoco”. Lutero trova il potere demoniaco autonomo del male non solo nel macrocosmo della societ\u00e0 ma anche nel microcosmo dell\u2019individuo. \u00c8 la sua esperienza del dominio di Satana sull\u2019individuo che genera un\u2019altra innovazione teologica: la negazione del libro arbitrio. Melantone (nel 1559) e altri critici intendono rettamente il pensiero di Lutero quando chiamano manichea la sua dottrina della predestinazione. In Lutero l\u2019idea della predestinazione si basa in parte su un senso del potere della tentazione (“Nessun uomo potrebbe affrontare il Diavolo con il suo libero arbitrio”) ma a un livello pi\u00f9 profondo si fonda sull\u2019idea che la tentazione e il peccato siano l\u2019opera di una forza autonoma ed esterna all\u2019individuo. Ne risulta l\u2019eliminazione dell\u2019idea tradizionale dei vizi, delle colpe di cui l\u2019individuo \u00e8 responsabile, che sono sostituite da quella del Diavolo. “Il riformatore tedesco e i suoi discepoli riempirono la Germania di diavoli, diabolicizzando tutti i vizi”(Rudwin). [\u2026] Non contento di diabolicizzare i vizi, Lutero diabolicizza anche le virt\u00f9. L\u2019uomo \u00e8 giustificato non dalle opere, ma dalla sola fede; e la fede non \u00e8 una virt\u00f9 in nostro potere ma un dono di Dio. Tutto il campo delle virt\u00f9 tradizionali, ora riclassificate peggiorativamente come semplici “opere”, \u00e8 lasciato al Diavolo. “Infatti, vedendo che, al di fuori di Cristo, i nostri padroni sono la morte e il peccato, e il Diavolo \u00e8 nostro Dio e sovrano, non pu\u00f2 esserci forza n\u00e9 potere, intelligenza n\u00e9 comprensione coi quali potremmo renderci adatti, e nemmeno lottare, per la virt\u00f9 e la vita, ma al contrario dobbiamo rimanere ciechi e prigionieri, schiavi del peccato e del Diavolo.” Per questo “nell\u2019uomo che non crede in Cristo non solo tutti i peccato sono mortali, ma persino le buone opere sono peccati”. Per questo la piet\u00e0 di tipo cattolico \u00e8 opera del Diavolo: “Il Diavolo permette che chi \u00e8 suo faccia molte buone opere, preghi, digiuni, costruisca chiese, stabilisca messe e giorni sacri, e si comporti come se fosse del tutto santo e pio”. “Gli uomini che compiono sante azioni [“die Werkheilingen”] sono servi prigionieri di Satana, per quanto esteriormente possano superare gli altri in buone azioni e in severit\u00e0 di vita”. Cos\u00ec il Diavolo in quanto “signore del mondo”, al punto che “gli uomini devono pensare, dire e fare quel che vuole il Diavolo”, \u00e8 lo spirito che agisce dietro la tradizionale virt\u00f9 religiosa delle opere di piet\u00e0. E analogamente il Diavolo \u00e8 considerato lo spirito animatore dietro la ragione naturale, l\u2019ancora di speranza della virt\u00f9 naturale della tradizione aristotelica e tomistica. La ragione \u00e8 “la sposa e la puttana” del Diavolo. La ragione non \u00e8 solo un nemico reale della fede nelle Scritture, ma \u00e8 anche legata al principio aristotelico per cui le buone opere rendono buoni gli uomini. La ragione \u00e8 all\u2019origine di tutte le realizzazioni di questo mondo; ma le buone opere e le realizzazioni di questo mondo sono il dominio del Diavolo; gli insegnamenti della ragione non possono dunque essere che gli insegnamenti del Diavolo, e la voce della ragione la voce del Diavolo. Persino la coscienza, che diverr\u00e0 poi la cittadella della moralit\u00e0 protestante, non sfugge alla svalutazione delle virt\u00f9 umane operata da Lutero; egli ne scopre il carattere ingannatore e ne fa responsabile il Diavolo. “La coscienza \u00e8 una bestia e un demone cattivo. Per questo i poeti hanno inventato le Erinni e le Furie, cio\u00e8 diavoli infernali che vendicavano tutti i torti”. “La coscienza \u00e8 al crudele servizio del Diavolo; l\u2019uomo deve imparare a trovare consolazione persino contro la propria coscienza”, che \u00e8 il pi\u00f9 crudele strumento di morte (Lutero, in H. Grisar), 6 voll., London, 1913-17).\u00bb<\/span><\/p>\nCrediamo che basti e avanzi.<\/span><\/p>\nDavanti a questi dati di fatto, ci vuole davvero un bel coraggio per presentare il luteranesimo come una specie di rinascita spirituale della cristianit\u00e0, e come un movimento di promozione e di liberazione dell\u2019uomo; \u00e8 vero, semmai, l\u2019esatto contrario: perch\u00e9 nessun teologo cattolico, neppure nei periodi storici dominati dal pi\u00f9 cupo pessimismo, neppure Lotario Diacono (il futuro papa Innocenzo III), nel suo terribile \u00abDe contemptu mundi\u00bb, erano mai arrivati a pensare, predicare e scrivere quel che pensa, predica e scrive Lutero: che tutta l\u2019umanit\u00e0, che tutta la realt\u00e0, che tutto l\u2019universo, altro non sono che realt\u00e0 diaboliche; e che la ragione \u00e8 lo strumento principale e preferito del Demonio: \u00abla sua sposa e la sua puttana\u00bb.<\/span><\/p>\nSe a fare una simile affermazione fosse stato un teologo cattolico, un vescovo, un papa, i libri di storia che oggi sono in circolazione, tutti, o quasi tutti, molto politicamente corretti, ne avrebbero tramandato la memoria a perpetua infamia e ad eterno ludibrio dell\u2019autore, e vi avrebbero trovato la conferma, assolutamente definitiva e inoppugnabile, che la Chiesa cattolica \u00e8, \u00e8 stata, e sempre sar\u00e0, la principale nemica della ragione, dell\u2019intelligenza, di tutto ci\u00f2 che ha consentito agli esseri umani di elevarsi al di sopra delle bestie inconsapevoli, promuovendo invece, deliberatamente e scientemente, le peggiori forme di superstizione, oscurantismo e cieca ed ottusa credulit\u00e0, per poter meglio manovrare e sfruttare le masse ignoranti e abbrutite. Le cose, per\u00f2, stanno altrimenti. La teologia cattolica non \u00e8 pessimista: non potrebbe esserlo, visto che si basa sul fatto, carico di speranza, della Resurrezione. Nemmeno l\u2019antropologia cattolica lo \u00e8, se non in senso relativo: l\u2019uomo non pu\u00f2 essere una creatura di fango, se il Cristo \u00e8 venuto a riscattarlo a cos\u00ec caro prezzo\u2026<\/span><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"fonte fides-et-ratio.it 28\/07\/2015 Autore Francesco Lamendola Riesce veramente difficile capire come sia possibile che, nei Paesi di traduzione cattolica, non […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":3750,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[240],"tags":[50,116,117],"avopt_banners_inside_post":true,"avopt_banners_on_page":true,"av_copy_from":"","av_sharing_message":"","av_sharing_allowed":true,"av_sharing_on":{"fb":[],"tw":[]},"av_allow_affiliate_banner":false,"av_allow_affiliate_multi_banner":false,"av_post_rating":true,"av_have_post_rating_value":false,"spellchecker_performed_today":false,"yoast_head":"\n
Il mondo, per Lutero, \u00e8 del Diavolo; la ragione \u00e8 la sua puttana; e il libero arbitrio non esiste - San Michele Arcangelo<\/title>\n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n