{"id":3022,"date":"2023-05-13T14:48:43","date_gmt":"2023-05-13T12:48:43","guid":{"rendered":"https_3A//arcangelosanmichele.altervista.org/@p=3022"},"modified":"2023-05-13T14:48:43","modified_gmt":"2023-05-13T12:48:43","slug":"intervista-con-il-superiore-generale-della-fraternita-sacerdotale-san-pio-x","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/arcangelosanmichele.altervista.org\/intervista-con-il-superiore-generale-della-fraternita-sacerdotale-san-pio-x\/","title":{"rendered":"Intervista con il Superiore generale della Fraternit\u00e0 Sacerdotale San Pio X"},"content":{"rendered":"

fonte fsspx.org<\/a> 05\/05\/2023<\/p>\n

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Gli ultimi orientamenti del pontificato di Francesco<\/h2>\n

Dichiarazioni raccolte da FSSPX.Actualit\u00e9s a Menzingen il 5 maggio 2023, festa di San Pio V<\/em><\/span><\/p>\n<\/div>\n

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Si preconizza una Chiesa senza dottrina, senza dogma, senza fede, nella quale non ci sarebbe pi\u00f9 bisogno di un\u2019autorit\u00e0 che insegni alcunch\u00e9. Tutto \u00e8 dissolto in uno spirito di amore e servizio, senza chiedersi troppo a cosa corrisponda tutto questo e dove porti.<\/em><\/span><\/p><\/blockquote>\n


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FSSPX.Actualit\u00e9s: Reverendo Padre Superiore, Papa Francesco ha recentemente celebrato i dieci del suo pontificato. Qual \u00e8, secondo lei, il punto che ha segnato particolarmente questi ultimi anni?<\/em><\/strong><\/span><\/p>\n

Don Davide Pagliarani<\/strong><\/span>: Dopo le ultime idee centrali ed ispiratrici che furono la misericordia, intesa come \u201camnistia universale\u201d, e la nuova morale di stampo ecologista fondata sul rispetto della Terra come \u201ccasa comune del genere umano\u201d, \u00e8 innegabile che questi ultimi anni siano stati caratterizzati dall\u2019idea della sinodalit\u00e0. Non si tratta di un\u2019idea totalmente nuova[1], ma Papa Francesco ne ha fatto l\u2019asse portante del suo pontificato.<\/span><\/p>\n

Si tratta di un\u2019idea talmente onnipresente che a volte si finisce per perdere interesse verso di essa, mentre in realt\u00e0 rappresenta la quintessenza di un modernismo completo e maturo. Da un punto di vista ecclesiologico, la rivoluzione sinodale dovrebbe segnare e trasformare profondamente la Chiesa nella sua struttura gerarchica, nel suo funzionamento, e soprattutto nell\u2019insegnamento della fede.<\/span><\/p>\n

[1] Il movimento sinodale \u00e8 cominciato immediatamente dopo il Concilio, dopo il quale si sono tenuti pi\u00f9 di mille sinodi diocesani: la maggior novit\u00e0 di questi \u00e8 stata la frequente presenza di laici.<\/span>
\nPapa Francesco ha precisato gli elementi della sua concezione della sinodalit\u00e0 dall\u2019inizio del suo pontificato: innanzitutto con la sua interpretazione del sensus fidei<\/em> e della piet\u00e0 popolare come fonte della rivelazione (cf. Evangelii gaudium<\/em>, n. 119-120); poi affrontando pi\u00f9 chiaramente la questione della sinodalit\u00e0 nel suo Discorso per il 50\u00b0 anniversario dell\u2019istituzione del Sinodo dei Vescovi<\/em> (17 ottobre 2015). Su questa base, la Commissione internazionale di teologia elabor\u00f2 un testo che mise in forma tale nozione: La sinodalit\u00e0 nella vita e nella missione della Chiesa<\/em> (2018), che teorizzava il processo che vediamo oggi in atto.<\/span>
\nIl sinodo sulla sinodalit\u00e0 si manifesta cos\u00ec come l\u2019applicazione pratica, sulla scala della Chiesa universale, di nozioni che, esposte ed esplorate teologicamente durante tutto questo pontificato, erano state ampiamente sperimentate a partire dal Concilio.<\/span><\/p>\n

Per quali ragioni si \u00e8 arrivati al disinteresse nei confronti della sinodalit\u00e0?<\/em><\/strong><\/span><\/p>\n

Si \u00e8 forse vista questa questione soprattutto come un problema tedesco o, fatte le debite proporzioni, come un problema belga, e se ne \u00e8 persa di vista la dimensione pi\u00f9 universale. Certo, i tedeschi giocano un ruolo particolare nel processo sinodale, ma il problema posto \u00e8 un problema romano, e quindi universale. In altri termini, riguarda l\u2019intera Chiesa.<\/span><\/p>\n

Come definirebbe questo processo sinodale?<\/em><\/strong><\/span><\/p>\n

Questo processo \u00e8 innanzitutto una realt\u00e0 concreta, pi\u00f9 che una dottrina predefinita. \u00c8 un metodo confuso, o meglio ancora una \u201cprassi\u201d, che \u00e8 stata messa in moto senza che se ne conoscano tutti i possibili punti di arrivo. Concretamente, si tratta di una volont\u00e0 determinata di far funzionare la Chiesa al contrario. La Chiesa docente non si concepisce pi\u00f9 come depositaria di una Rivelazione che proviene da Dio e di cui \u00e8 custode, ma come un gruppo di vescovi associati al Papa che \u00e8 all\u2019ascolto dei fedeli, e in particolare all\u2019ascolto di tutte le periferie, cio\u00e8 con un\u2019attenzione particolare a quanto possono suggerire le anime pi\u00f9 lontane. Una Chiesa dove il pastore diventa pecora e la pecora diventa pastore.<\/span><\/p>\n

L\u2019idea sottointesa \u00e8 che Dio non si rivela attraverso i canali tradizionali che sono la Sacra Scrittura e la Tradizione, custoditi dalla gerarchia, ma attraverso \u201cl\u2019esperienza del popolo di Dio\u201d. Per questo il processo sinodale \u00e8 iniziato con una consultazione dei fedeli delle diocesi del mondo intero. A partire da questi dati si sono stabilite delle sintesi a livello delle conferenze episcopali, per arrivare a una prima sintesi romana pubblicata qualche mese fa.<\/span><\/p>\n

Qual \u00e8 la portata di questa idea per cui Dio si rivela e fa conoscere la sua volont\u00e0 attraverso l\u2019esperienza del popolo di Dio?<\/em><\/strong><\/span><\/p>\n

Questa idea \u00e8 la base stessa di tutto l\u2019edificio modernista. San Pio X costruisce tutta l\u2019enciclica Pascendi <\/em>a partire dalla denuncia di questa falsa idea di Rivelazione. Se, invece di riferirsi alla Sacra Scrittura e alla Tradizione, si riduce la fede a un\u2019esperienza \u2013 prima individuale, poi comunitaria una volta condivisa \u2013 allora si apre il contenuto della fede, e per conseguenza la costituzione della Chiesa, a ogni sorta di possibili evoluzioni. Un\u2019esperienza \u00e8 per definizione legata a un momento, a un periodo: \u00e8 una realt\u00e0 che si produce nel tempo e nella storia e che \u00e8 dunque per essenza evolutiva. Cos\u00ec come la vita di ciascuno di noi contiene un movimento, ed in conseguenza evolve.<\/span><\/p>\n


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La sinodalit\u00e0 rappresenta la quintessenza di un modernismo completo e maturo.<\/em><\/span><\/p><\/blockquote>\n


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Una simile fede-esperienza, destinata necessariamente ad evolvere secondo le sensibilit\u00e0 e le necessit\u00e0 dei diversi momenti della storia, \u201csi arricchisce\u201d continuamente di nuovi contenuti, e al tempo stesso mette da parte ci\u00f2 che non \u00e8 pi\u00f9 attuale. Cos\u00ec la fede diventa una realt\u00e0 piuttosto umana, legata a delle contingenze sempre nuove e mutevoli, come la storia dell\u2019umanit\u00e0. Alla lunga, non resta pi\u00f9 granch\u00e9 di eterno, di trascendente, di immutabile. Se si parla ancora di Dio e della Chiesa, queste due realt\u00e0 finiscono per essere la proiezione di ci\u00f2 che l\u2019esperienza pu\u00f2 sentire hic et nunc<\/em>. Questi due termini, con tutti gli altri elementi dogmatici della nostra fede, sono irrimediabilmente alterati nel loro senso e nella loro autentica portata: sono a poco a poco riassorbiti nel flusso di ci\u00f2 che \u00e8 semplicemente terrestre e mutevole. Il loro significato evolve con l\u2019umanit\u00e0 e l\u2019esperienza che essa fa di Dio. Non \u00e8 un\u2019idea nuova, ma il processo sinodale ne rappresenta un compimento nuovo per ampiezza e profondit\u00e0.<\/span><\/p>\n

Che cosa ci pu\u00f2 dire di questa \u201csintesi romana\u201d che ha evocato?<\/em><\/strong><\/span><\/p>\n

Si tratta di un testo pubblicato nell\u2019ottobre 2022 e intitolato \u201cAllarga lo spazio della tua tenda\u201d. \u00c8 un documento di lavoro elaborato per la riflessione dei vescovi nella tappa continentale del cammino sinodale, cio\u00e8 per i vescovi riuniti a livello dei rispettivi continenti[2]. Questa sintesi \u00e8 presentata come l\u2019espressione del sensus fidei dei fedeli, ed \u00e8 raccomandato ai vescovi di leggerla nella preghiera, \u00abcon gli occhi del discepolo, che [la] riconosce come la testimonianza di un percorso di conversione verso una Chiesa sinodale che impara dall\u2019ascolto come rinnovare la propria missione evangelizzatrice[3]\u00bb. Si suppone dunque che sia a partire da questa presunta espressione del senso della fede dei fedeli che i pastori tirino le conseguenze e prendano le decisioni finali.<\/span><\/p>\n

[2] Si tratta pi\u00f9 precisamente di sette continenti, perch\u00e9 l\u2019America del Nord e del Sud rappresentano due entit\u00e0 diverse; ugualmente, il Vicino Oriente e il resto dell\u2019Asia formano due regioni distinte.<\/span>
\n[3] Allarga lo spazio della tua tenda<\/em>, n. 13.<\/span><\/p>\n


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Si preconizza esplicitamente il riconoscimento di una Chiesa che funzioni all\u2019inverso, nella quale la Chiesa docente non abbia pi\u00f9 niente da insegnare.<\/em><\/span><\/p><\/blockquote>\n


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Ora, il contenuto di questo testo, i suggerimenti che contiene, sono un disastro dall\u2019inizio alla fine. Non c\u2019\u00e8 praticamente nulla che possa essere considerato come espressione della fede cattolica: la maggior parte dei suggerimenti auspica piuttosto una dissoluzione della Chiesa in una realt\u00e0 completamente nuova. Si pu\u00f2 al limite capire che dei fedeli, ed anche dei preti, soprattutto oggi, possano affermare delle cose strane, ma \u00e8 assolutamente inconcepibile che simili propositi siano stati conservati nella sintesi realizzata dal Segretariato generale del Sinodo in Vaticano.<\/span><\/p>\n

Ci sono dei passaggi di questa sintesi che la hanno particolarmente colpita?<\/em><\/strong><\/span><\/p>\n

Ahim\u00e8, la maggior parte dei passaggi sono spaventosi, ma ce ne sono due che mi sembrano esprimere bene tutto il documento e, in particolare, la volont\u00e0 di cambiare, attraverso il Sinodo, l\u2019essenza stessa della Chiesa. Innanzitutto, riguardo l\u2019autorit\u00e0, si preconizza esplicitamente il riconoscimento di una Chiesa che funzioni all\u2019inverso, nella quale la Chiesa docente non abbia pi\u00f9 niente da insegnare: \u00ab\u00c8 importante costruire un modello istituzionale sinodale come paradigma ecclesiale di destrutturazione del potere piramidale che privilegia le gestioni unipersonali. L\u2019unica autorit\u00e0 legittima nella Chiesa deve essere quella dell\u2019amore e del servizio, seguendo l\u2019esempio del Signore[4]\u00bb.<\/span><\/p>\n

Qui, ci si chiede se ci si trova in presenza di un\u2019eresia o, semplicemente, di un nulla che non si riesce nemmeno a qualificare. L\u2019eretico, in effetti, \u201ccrede\u201d ancora in qualcosa, e pu\u00f2 avere ancora un\u2019idea della Chiesa, bench\u00e9 deformata. Qui siamo in presenza di un\u2019idea di Chiesa non solo vaga ma, per riprendere un termine alla moda, \u201cliquida\u201d. In altri termini, si preconizza una Chiesa senza dottrina, senza dogma, senza fede, nella quale non ci sarebbe pi\u00f9 bisogno di un\u2019autorit\u00e0 che insegni alcunch\u00e9. Tutto \u00e8 dissolto in uno spirito di amore e servizio, senza chiedersi troppo a cosa corrisponda tutto questo \u2013 ammesso che corrisponda a qualcosa \u2013 e dove porti.<\/span><\/p>\n

[4] Ibidem, n. 57.<\/span><\/p>\n

Lei ha menzionato un secondo passaggio che la ha particolarmente colpita\u2026<\/em><\/strong><\/span><\/p>\n

In effetti, un secondo passaggio mi sembra riassumere bene lo spirito dell\u2019insieme del testo, e allo stesso tempo, il sentire caratteristico di questi ultimi anni di pontificato: \u00abIl mondo ha bisogno di una \u201cChiesa in uscita\u201d, che rifiuta la divisione tra credenti e non credenti, che rivolge lo sguardo all\u2019umanit\u00e0 e le offre, pi\u00f9 che una dottrina o una strategia, un\u2019esperienza di salvezza, un \u201ctraboccamento del dono\u201d che risponda al grido dell\u2019umanit\u00e0 e della natura[5]\u00bb. Sono convinto che questa breve frase racchiuda un significato e una portata molto pi\u00f9 profondi di quanto appaia di primo acchito.<\/span><\/p>\n

[5] Ibidem, n. 42.<\/span><\/p>\n


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La Chiesa si trova ridotta a proporre un \u201cvangelo\u201d diminuito, naturalizzato, [\u2026] a un\u2019umanit\u00e0 che non si vuole pi\u00f9 convertire.<\/em><\/span><\/p><\/blockquote>\n


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Il fatto di rigettare la distinzione tra credenti e non-credenti \u00e8 certamente folle, ma logico nel contesto attuale: se la fede non \u00e8 pi\u00f9 una realt\u00e0 autenticamente soprannaturale, la Chiesa stessa, che la dovrebbe custodire e predicare, altera la sua ragion d\u2019essere e la sua missione presso gli uomini. In effetti, se la fede \u00e8 solo un\u2019esperienza tra le altre, non si vede perch\u00e9 debba essere la migliore, n\u00e9 perch\u00e9 la si debba imporre universalmente. In altri termini, un\u2019esperienza-sentimento non pu\u00f2 corrispondere a una verit\u00e0 assoluta: il suo valore \u00e8 quello di un\u2019opinione particolare, che non pu\u00f2 pi\u00f9 essere la verit\u00e0 nel senso tradizionale del termine. Si finisce allora logicamente nel rifiuto di distinguere tra credenti e non-credenti. Resta solo l\u2019umanit\u00e0, con le sue attese, le sue opinioni e le sue grida, che in quanto tali non postulano nulla di soprannaturale.<\/span><\/p>\n

La Chiesa offre cos\u00ec all\u2019umanit\u00e0 un insegnamento che non corrisponde pi\u00f9 alla trasmissione di una Rivelazione trascendente. Si trova ridotta a proporre un \u201cvangelo\u201d diminuito, naturalizzato, semplice libro di riflessione e consolazione adattato indistintamente a tutti. In questa prospettiva, si capisce come la nuova teologia e la nuova morale ecologista proposta da Laudato si\u2019<\/em> si offrano ad un\u2019umanit\u00e0 che non si vuole pi\u00f9 convertire, e nella quale non si fa pi\u00f9 distinzione tra credenti e non-credenti.<\/span><\/p>\n

In campo mediatico, si fa notare particolarmente l\u2019attenzione che il Sinodo presta alle unioni tra persone dello stesso sesso. Come vede questo problema?<\/em><\/strong><\/span><\/p>\n

Non si pu\u00f2 negare che la pressione esercitata a livello mondiale in questo campo trovi la sua eco nel processo sinodale. Si chiede alla Chiesa di essere pi\u00f9 accogliente e attenta ai bisogni affettivi di queste persone, soprattutto dopo che le porte sono state aperte da Amoris laetitia<\/em>. \u00c8 uno degli argomenti sui quali c\u2019\u00e8 pi\u00f9 forte attesa. L\u2019impressione che si ha osservando quanto avviene \u00e8 che da un lato l\u2019autorit\u00e0 della Chiesa ricorda il principio secondo il quale simili coppie non possono essere benedette \u2013 come \u00e8 avvenuto per esempio con la risposta della Congregazione per la Dottrina della Fede nel marzo 2021. Dall\u2019altro lato, tali coppie sono state comunque benedette in alcune occasioni: alcune si sono recate in chiesa per ricevere una benedizione dopo un matrimonio civile in comune.<\/span><\/p>\n

Qualche mese fa, i vescovi belgi fiamminghi hanno anche pubblicato un rituale ufficiale per benedire tali coppie, una nuova iniziativa che finora non ha visto reazioni da parte del Vaticano. Secondo il vescovo di Anversa, il Papa sarebbe anzi stato al corrente, e avrebbe deciso di lasciar fare. Ugualmente, i tedeschi propongono dei passi in avanti notevoli e apertamente rivoluzionari in questo campo. Tutto questo provoca inevitabilmente delle reazioni in una parte dei vescovi e dei fedeli, mentre un buon numero di essi si limita ad osservare passivamente le cose.<\/span><\/p>\n


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I princ\u00ecpi morali tradizionali sono trasformati in libere opzioni.<\/em><\/span><\/p><\/blockquote>\n


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Cos\u00ec, si creano una confusione e una dialettica, in questo campo come in altri, che fanno s\u00ec che tutti si aspettino un pronunciamento dell\u2019autorit\u00e0… Questa ha allora piena libert\u00e0 di mettere un freno a quanto appare troppo prematuro, ma al tempo stesso di spingersi avanti concedendo delle cose che, a poco a poco, entrano nei costumi e nelle abitudini. A volte, la dottrina tradizionale \u00e8 ricordata e perfino definita come immutabile, cos\u00ec da rassicurare i conservatori. Ma poi si mettono in avanti le necessit\u00e0 pastorali dei casi particolari, applicando una misericordia \u201cmiracolosa\u201d che concilia l\u2019inconciliabile. In realt\u00e0, i princ\u00ecpi morali tradizionali, esattamente come la fede, sono trasformati in libere opzioni. Questo modo di procedere \u00e8 proprio ad un\u2019autorit\u00e0 che non \u00e8 pi\u00f9 guidata da princ\u00ecpi trascendenti, ma si mostra sensibile alle aspettative del momento, ben determinata a soddisfarle, secondo un\u2019opportunit\u00e0 valutata in modo puramente pragmatico.<\/span><\/p>\n

Ora, si deve ben cogliere che tutto questo non si ferma ad un punto determinato. Questo modo di esercitare l\u2019autorit\u00e0 subisce lo stesso meccanismo che regge le democrazie moderne: una cosa che non pu\u00f2 essere approvata oggi lo sar\u00e0 domani, quando con la stessa dialettica, con una nuova pressione, con dei nuovi precedenti, la situazione sar\u00e0 abbastanza matura e gli spiriti abbastanza preparati. Ecco descritto in poche parole il meccanismo innescato dalla sinodalit\u00e0, ed ecco perch\u00e9 ci troviamo davanti alla forma pi\u00f9 matura del modernismo.<\/span><\/p>\n

Recentemente, un rescritto di Papa Francesco ha ricordato che ogni nuovo sacerdote che volesse celebrare la Messa tridentina deve ottenere il permesso esplicito della Santa Sede. In pi\u00f9, se una Messa tridentina \u00e8 autorizzata in una chiesa parrocchiale, ci vuole pure il permesso della Santa Sede. Come valuta queste misure?<\/em><\/strong><\/span><\/p>\n

Penso che non sia necessario essere un esperto molto accorto per capire la volont\u00e0 manifesta di metter fine alla celebrazione della Messa tridentina. Questo rescritto del febbraio 2023, come la lettera apostolica Desiderio desideravi<\/em> del giugno 2022, hanno la duplice finalit\u00e0 di restringere al massimo l\u2019uso del messale tradizionale, ed anche di spaventare chiunque volesse utilizzarlo. In tali condizioni, immagino con difficolt\u00e0 un giovane sacerdote avere il coraggio di rivolgersi alla Santa Sede per chiedere il permesso di celebrare la Messa tridentina. Che lo si voglia o no, a partire dal motu proprio Traditionis custodes<\/em>, questa Messa \u00e8 praticamente proibita nella Chiesa; come \u00e8 stato recentemente ricordato dal Cardinal Roche, con il Concilio \u00abla teologia della Chiesa \u00e8 cambiata[6]\u00bb, ed in conseguenza la liturgia, che ne \u00e8 l\u2019espressione.<\/span><\/p>\n

[6] \u00abLa teologia della Chiesa \u00e8 cambiata\u00bb, ha osservato il Cardinal Roche. \u00abIn precedenza, il sacerdote rappresentava, a distanza, tutto il popolo: esso era canalizzato da questa persona che, sola, celebrava la Messa. [Oggi, invece], non \u00e8 solo il prete che celebra la liturgia, ma anche quelli che sono battezzati con lui, ed \u00e8 un\u2019affermazione enorme\u00bb. (Emissione a BBC Radio 4, trasmessa il 19 marzo 2023).<\/span><\/p>\n

In questo clima, i membri degli Istituti detti Ecclesia Dei vivono un momento di attesa e di apprensione. Si sente parlare di un ulteriore documento pontifico che li riguarderebbe e che potrebbe essere pubblicato prossimamente. Che cosa ci pu\u00f2 dire a questo proposito?<\/em><\/strong><\/span><\/p>\n

Non so assolutamente nulla di un tale documento, ma penso che un prete non possa vivere serenamente il proprio sacerdozio se accetta di avere costantemente una spada di Damocle sospesa sulla testa; allo stesso tempo, non pu\u00f2 vivere serenamente se \u00e8 continuamente messo in allarme dai minimi rumori. Un sacerdote dovrebbe poter vivere la propria Messa senza chiedersi se domani sar\u00e0 ancora autorizzato dai suoi superiori a celebrarla. Deve avere la preoccupazione di far partecipare le anime ai tesori che dispensa, senza vivere con la costante paura di esserne privato lui stesso, o in attesa di un miracolo che gli permetta di sfuggire alla situazione precaria nella quale si trova. Non penso che la Provvidenza voglia questo.<\/span><\/p>\n

In pi\u00f9, purtroppo, i membri di questi Istituti, come molti sacerdoti desiderosi di celebrare il rito tridentino, vivono in un tale timore che condannano se stessi al silenzio di fronte all\u2019attualit\u00e0 della vita della Chiesa: infatti sanno bene che, il giorno in cui volessero esprimere qualche riserva di fronte a ci\u00f2 che succede oggi, la spada di Damocle potrebbe cadere su di loro. Il Cardinal Roche \u00e8 pronto a ricordarlo loro in ogni momento. Lo dico in piena carit\u00e0: questa situazione provoca una dicotomia permanente tra la sfera liturgica e la sfera dottrinale, che rischia di far vivere questi sacerdoti nella delusione, e di paralizzarli irrimediabilmente nella necessaria professione pubblica della loro fede. Ecco perch\u00e9 oggi, soprattutto in alcuni paesi, la reazione contro le follie del movimento sinodale, paradossalmente, proviene piuttosto da ambienti che non sono legati all\u2019uso del messale tradizionale.<\/span><\/p>\n

Come vede l\u2019avvenire della Fraternit\u00e0 San Pio X?<\/em><\/strong><\/span><\/p>\n

Lo vedo in perfetta continuit\u00e0 con ci\u00f2 che la Fraternit\u00e0 ha rappresentato finora. La Fraternit\u00e0 deve essere preoccupata dell\u2019attualit\u00e0 della Chiesa, ma senza interessarsi ai rumori, a ci\u00f2 che tal Cardinale avrebbe detto in gran segreto a tal seminarista, a ci\u00f2 che potrebbe prodursi, a ci\u00f2 che potrebbe succederci\u2026 Dobbiamo vivere al di sopra di tutto questo.<\/span><\/p>\n


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Dobbiamo essere coscienti che al culto tradizionale della Chiesa corrisponde anche una vita morale che non abbiamo il diritto di alterare nei suoi princ\u00ecpi.<\/em><\/span><\/p><\/blockquote>\n


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Per il bene della Chiesa, la Fraternit\u00e0 deve custodire e garantire, ai suoi sacerdoti e ai suoi fedeli, la piena libert\u00e0 della celebrazione della liturgia tradizionale. Allo stesso tempo, la Fraternit\u00e0 deve continuare a garantire la conservazione della teologia tradizionale che accompagna e sostiene questa stessa liturgia. Un cattolico ancora lucido non potrebbe rinunciare a tale dottrina: il cambiamento di questa durante il Concilio \u00e8 proprio l\u2019elemento che \u2013 per parafrasare il Cardinal Roche \u2013 ha ispirato la nuova messa. Dobbiamo mantenere l\u2019una e l\u2019altra, con la piena libert\u00e0 di opporci agli errori e ai loro fautori. In effetti, se la liturgia \u00e8 per definizione pubblica, lo \u00e8 anche la professione della fede che le \u00e8 associata.\u00a0\u00a0<\/span><\/p>\n

Allo stesso tempo, oggi pi\u00f9 che mai, dobbiamo essere coscienti che al culto tradizionale della Chiesa corrisponde anche una vita morale che non abbiamo il diritto di alterare nei suoi princ\u00ecpi. Al centro della nostra religione, Dio ha piantato la Croce ed il Sacrificio. Nessuno si pu\u00f2 salvare senza la Croce o senza il Sacrificio, accettando \u2013 in nome di un falso amore e di una falsa misericordia \u2013 ogni sorta di abominazione. C\u2019\u00e8 un solo amore che salva, perch\u00e9 c\u2019\u00e8 un solo vero amore che purifica: quello della Croce, quello della Redenzione; quello che Nostro Signore ci ha mostrato, che ci comunica, e che ha voluto chiamare \u201ccarit\u00e0\u201d. Questo amore per\u00f2 non pu\u00f2 esistere senza la fede e senza chi la insegna.<\/span><\/p>\n<\/div>\n<\/div>\n<\/div>\n

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