novus ordo<\/em>, la nuova messa imposta dal Concilio Vaticano II, si \u00e8 perpetrato e continua drammaticamente a perpetrarsi in questi nostri tempi di profonda crisi nella Chiesa cattolica. La lettera aperta di\u00a0monsignor Celada\u00a0smascherava (e smaschera) lo spirito che animava (e anima) i sabotatori della Messa cattolica.<\/span><\/p>\nCiononostante, da allora il numero dei sacerdoti che hanno aderito a quello spirito, modernista e liberale, \u00e8 aumentato a dismisura. Il clero che ha tradito Ges\u00f9 Cristo sembra talvolta prendere il sopravvento della Casa del Signore, della nostra Casa! Occorre ristabilire, riabilitare la Tradizione nella Chiesa. Dio lo vuole, con l\u2019aiuto dei suoi fedeli sacerdoti e del suo piccolo gregge che non si \u00e8 smarrito nonostante i lupi rapaci che lo insidiano e di cui sono gi\u00e0 cadute vittime tante, troppe, pecorelle incaute e sprovvedute.<\/span><\/p>\nPrima di leggere la lettera di\u00a0monsignor Celada, giova meditare anche le parole contenute in un suo articolo pubblicato il 20 febbraio 1969 sul quotidiano\u00a0Il Tempo<\/em>. Questo e altri scritti provocarono l\u2019avversione della Curia, la quale si sfog\u00f2, togliendo ogni incarico al sacerdote-scrittore (insegnava musica e storia del gregoriano all\u2019Universit\u00e0 Lateranense), riducendolo alla pi\u00f9 nera indigenza. Dopo poco pi\u00f9 d\u00ec un anno, si ammal\u00f2 e mor\u00ec giovane tra il compianto di tutti quelli che lo avevano conosciuto. Ecco dunque le sue acute e vibranti parole.<\/span><\/p>\n***<\/span><\/p>\ndi monsignor Domenico Celada<\/em><\/strong><\/span><\/p>\nRicordo di aver scritto, nel numero dell\u2019aprile-giugno 1966 di una rivista musicale, una nota sulla liturgia dopo il Concilio Vaticano II.<\/span><\/p>\nErano quelli i mesi nei quali andava delineandosi, in tutta la sua tragica portata, il piano demolitore di certi \u00abliturgisti\u00bb, giunti a proporre quelle cosiddette \u00abmesse dei giovani\u00bb (accompagnate da orchestrine da balera) che rappresentano \u2013 pur prescindendo da qualsiasi considerazione di carattere religioso \u2013 il trionfo dell\u2019ignoranza e della stupidit\u00e0.<\/span><\/p>\nScrivevo allora: \u00abLa sacra liturgia attraversa un periodo di grande crisi, forse il pi\u00f9 doloroso della sua storia. Mai si vide tanta decadenza e confusione: si stava veramente toccando il fondo\u2026\u00bb.<\/span><\/p>\nIn tale occasione mi pervennero messaggi di consenso e di lode, lo posso ben dire, da ogni parte del mondo cattolico: erano lettere di semplici fedeli, di molti sacerdoti e parroci, perfino di vescovi e cardinali.\u00a0Tuttavia, per essere sincero, debbo dire che mi giunse anche una forte \u00abreprimenda\u00bb da parte di quell\u2019ufficio ecclesiastico incaricato della cosiddetta riforma liturgica, ufficio noto col nome di\u00a0Consilium<\/em>, sul quale esiste ormai una vastissima letteratura non certo benevola.<\/span><\/p>\nL\u2019estensore della\u00a0\u00abreprimenda\u00bb\u00a0(redatta su carta intestata, con tanto di stemma e numero di protocollo) cominciava col mostrarsi scandalizzatissimo per la mia diagnosi di \u00abcrisi\u00bb della liturgia, e replicava che, viceversa, \u00abla liturgia attraversa oggi uno dei periodi pi\u00f9 fiorenti e pi\u00f9 promettenti\u00bb; dopodich\u00e9 sentenziava che i miei rilievi erano di una \u00abfalsit\u00e0 supina\u00bb, e che tutto lo scritto rappresentava una \u00abinsinuazione offensiva\u00bb e una \u00abvalutazione soggettiva ed errata\u00bb.\u00a0La mia era, per giunta, una \u00abprosa sconcertante, sfrontata, offensiva e audace\u00bb.<\/span><\/p>\nEmersi a stento, anche se del tutto incolume, da quella frana di aggettivi, raggruppati a quaterne, sotto la quale sarei potuto rimanere soffocato.\u00a0Da allora non sono trascorsi neppure tre anni.<\/span><\/p>\nUna ventina di giorni fa, apro l\u2019Osservatore romano<\/em> e trovo un articolo di sette colonne (un\u2019intera pagina del quotidiano della Santa Sede) intitolato Storia della Chiesa e crisi della Chiesa<\/em>.<\/span> \nIn esso l\u2019insigne storiografo Hubert Jedin scrive testualmente: \u00abC\u2019\u00e8 innanzitutto, visibile per tutti, la crisi liturgica. Io non vorrei parlare di caos.\u00a0Ma quando oggi, di domenica mattina, si fa il giro delle chiese parrocchiali di una citt\u00e0, si trova in ciascuna un servizio divino \u201corganizzato\u201d differentemente; ci si imbatte in omissioni; si odono talvolta letture diverse da quelle previste finora dall\u2019ordinamento delle pericopi; se poi ci si viene a trovare in un altro Paese di cui non si conosce la lingua, ci si sente affatto estranei\u2026\u00bb.<\/span><\/p>\nMi sembra importante notare come Hubert Jedin, nella sua chiara diagnosi dell\u2019attuale situazione della Chiesa, menzioni \u00abinnanzitutto\u00bb \u2013 ancor prima della crisi della fede \u2013\u00a0appunto la crisi liturgica, ormai \u00abvisibile per tutti\u00bb.\u00a0Considerata l\u2019autorit\u00e0 dello scrittore e quella del giornale vaticano, che non ospita mai un articolo se non dopo il pi\u00f9 rigoroso controllo, bisogna concludere che oggi la crisi della liturgia \u00e8 un dato di fatto incontestabile, e che \u00e8 lecito parlarne e scriverne senza il timore di vedersi recapitare missive piene di aggettivi poco lusinghieri.<\/span><\/p>\nD\u2019altra parte, in tre anni sono successe molte cose: la Congregazione dei riti \u00e8 stata costretta a intervenire contro i molti esperimenti arbitrari con una \u00abdichiarazione\u00bb del 29 dicembre 1966 (rimasta peraltro lettera morta), e lo stesso Pontefice, nella famosa\u00a0allocuzione del 19 aprile 1967, ha espresso il suo dolore e la sua apprensione per quanto accade in campo liturgico, sottolineando il \u00abturbamento dei buoni fedeli\u00bb e denunciando una certa mentalit\u00e0 tesa alla \u00abdemolizione dell\u2019autentico culto cattolico\u00bb, implicante altres\u00ec \u00absovvertimenti dottrinali e disciplinari\u00bb.<\/span><\/p>\nMa interessante \u00e8 soprattutto il paragone che lo studioso stabilisce fra la crisi attraversata dalla Chiesa nel XVI secolo e quella del tempo presente.<\/span> \nCome super\u00f2 tale crisi la Chiesa?\u00a0Risponde Jedin: \u00abNon rinunciando alla sua autorit\u00e0, n\u00e9 accettando formule equivoche di compromesso, n\u00e9 accogliendo il caos liturgico creato da innovazioni arbitrarie nel servizio divino\u00bb.<\/span><\/p>\n\u00c8 verissimo.<\/span><\/p>\nSe i decreti tridentini ristabilirono la sicurezza della fede, il messale e il breviario di san Pio V unificarono ancor pi\u00f9 la liturgia. Non bisogna infatti dimenticare che la lex orandi<\/em>, secondo l\u2019antico detto, \u00e8 anche lex credendi<\/em>: la legge della fede.\u00a0(Appare quindi logico che all\u2019odierna licentia orandi<\/em> corrisponda una licentia credendi<\/em>).<\/span><\/p>\nScrive ancora Hubert Jedin: \u00abTemo che fra non molto in qualche luogo non si trover\u00e0 pi\u00f9 addirittura un messale latino\u2026\u00bb.<\/span><\/p>\nEppure\u00a0\u2013 ricorda lo studioso \u2013 \u00abla stessa Costituzione liturgica (art. 36) mantiene come regola, alla stessa guisa di prima, la liturgia latina.\u00a0Non sarebbe un non senso che la Chiesa cattolica nel nostro secolo, nel secolo dell\u2019unificazione del mondo, rinunciasse completamente ad un cos\u00ec prezioso vincolo di unit\u00e0, come \u00e8 la lingua liturgica latina?\u00a0Non sarebbe uno scivolare molto tardivo in un nazionalismo gi\u00e0 ritenuto sorpassato?\u00bb.<\/span><\/p>\nSi tratta di domande puramente retoriche, in quanto l\u2019inspiegabile rinuncia \u00e8 gi\u00e0 praticamente avvenuta\u00a0in fraudem legis<\/em>: contro l\u2019obbligatoriet\u00e0 di una legge conciliare che chiaramente prescrive di conservare l\u2019uso del latino, e contro il diritto dei fedeli cattolici al godimento di un bene comune.<\/span><\/p>\nOra, spezzata l\u2019unit\u00e0 della lingua e distrutta l\u2019identit\u00e0 dei riti, il caos si \u00e8 esteso dal campo liturgico a quello dottrinale.<\/span><\/p>\nGi\u00e0 nell\u2019aprile 1967, Paolo VI cominciava a lamentare \u00abqualche cosa di molto strano e doloroso\u00bb, e precisamente l\u2019\u00abalterazione del senso della fede unica e genuina\u00bb.\u00a0Era la conseguenza \u2013 di una logica perfetta e inesorabile \u2013 della manomissione del grandioso edificio della Liturgia, ossia dell\u2019aver tradotto, mutilato e sostituito testi e formule che rappresentavano una summa<\/em> di piet\u00e0 e di dottrina.<\/span><\/p>\nSi comprende oggi pi\u00f9 che mai la verit\u00e0 dell\u2019insegnamento di Pio XII nell\u2019enciclica Mediator Dei<\/em>: \u00abL\u2019uso della lingua latina \u00e8 un chiaro e nobile segno di unit\u00e0, e un efficace antidoto ad ogni corruttela della pura dottrina\u00bb.<\/span><\/p>\nLa crisi della liturgia \u00e8 ormai \u00abvisibile per tutti\u00bb.\u00a0Molti inganni sono stati scoperti.\u00a0Nonostante ci\u00f2, gli innovatori continuano a lavorare, con l\u2019affanno proprio di chi non \u00e8 sicuro di se stesso, per manomettere, stravolgere e demolire quel poco che resta. (\u00c8 recente un convegno di liturgisti per dissertare intorno a \u00abnuove preci eucaristiche\u00bb e ad un nuovo ordo Missae<\/em>).<\/span><\/p>\nA proposito di questi ostinati riformatori che vanno sconciando la liturgia il celebre romanziere cattolico Francois Mauriac ha scritto, or non \u00e8 molto: \u00abMi chiedo, in preda a un panico improvviso: e se tutti questi brillanti innovatori non fossero che un branco di atroci imbecilli? Allora non ci sarebbe pi\u00f9 scampo: poich\u00e9 s\u2019\u00e8 avverato che i sordi riacquistino l\u2019udito, che i ciechi vedano daccapo, \u00e8 perfino accaduto che i morti risuscitino; ma non c\u2019\u00e8 nessuna prova, nessun documento, su un idiota che abbia cessato di esserlo\u00bb.<\/span><\/p>\nMi pare che l\u2019accademico di Francia sia un po\u2019 troppo pessimista. Sembra aver dimenticato che qualsiasi idiota, anche se non pu\u00f2 cessare di esser tale, pu\u00f2 semplicemente essere messo in condizione di non nuocere.<\/span><\/p>\n*<\/strong><\/em><\/span><\/p>\nLettera aperta<\/strong><\/span><\/p>\ndi monsignor Domenico Celada<\/em><\/strong><\/span><\/p>\n\u00c8 da tempo che desideravo scrivervi, illustri assassini della nostra santa Liturgia. Non gi\u00e0 perch\u2019io speri che le mie parole possano avere un qualche effetto su di voi, da troppo tempo caduti negli artigli di Satana e divenuti suoi obbedientissimi servi, ma affinch\u00e9 tutti coloro che soffrono per gli innumerevoli delitti da voi commessi possano ritrovare la loro voce.<\/span><\/p>\nNon illudetevi, signori. Le piaghe atroci che voi avete aperto nel corpo della Chiesa gridano vendetta al cospetto di Dio, giusto Vendicatore.<\/span><\/p>\nIl vostro piano di sovversione della Chiesa, attraverso la liturgia, \u00e8 antichissimo. Ne tentarono la realizzazione tanti vostri predecessori, molto pi\u00f9 intelligenti di voi, che il Padre delle Tenebre ha gi\u00e0 accolto nel suo regno. Ed io ricordo il vostro livore, il vostro ghigno beffardo, quando auguravate la morte, una quindicina d\u2019anni fa, a quel grandissimo Pontefice che fu il servo di Dio Eugenio Pacelli, poich\u00e9 questi aveva compreso i vostri disegni e vi si era opposto con l\u2019autorit\u00e0 del Triregno. Dopo quel famoso convegno di \u201cliturgia pastorale\u201d, sul quale erano cadute come una spada le chiarissime parole di Papa Pio XII, voi lasciaste la mistica Assisi schiumando rabbia e veleno.<\/span><\/p>\nOra ci siete riusciti. Per adesso, almeno. Avete creato il vostro \u201ccapolavoro\u201d: la nuova liturgia.<\/span><\/p>\nChe questa non sia opera di Dio \u00e8 dimostrato innanzitutto (prescindendo dalle implicazioni dogmatiche) da un fatto molto semplice: \u00e8 di una bruttezza spaventosa. \u00c8 il culto dell\u2019ambiguit\u00e0 e dell\u2019equivoco, non di rado il culto dell\u2019indecenza. Basterebbe questo per capire che il vostro \u201ccapolavoro\u201d non proviene da Dio, fonte d\u2019ogni bellezza, ma dall\u2019antico sfregiatore delle opere di Dio.<\/span><\/p>\nSi, avete tolto ai fedeli cattolici le emozioni pi\u00f9 pure, derivanti dalle cose sublimi di cui s\u2019\u00e8 sostanziata la liturgia per millenni: la bellezza delle parole, dei gesti, delle musiche. Cosa ci avete dato in cambio? Un campionario di brutture, di \u201ctraduzioni\u201d grottesche (com\u2019\u00e8 noto, il vostro padre, che sta laggi\u00f9 non possiede il senso dell\u2019umorismo), di emozioni gastriche suscitate dai miagolii delle chitarre elettriche, di gesti ed atteggiamenti a dir poco equivoci.<\/span><\/p>\nMa, se non bastasse, c\u2019\u00e8 un altro segno che dimostra come il vostro \u201ccapolavoro\u201d non viene da Dio. E sono gli strumenti di cui vi siete serviti per realizzarlo: la frode e la menzogna. Siete riusciti a far credere che un Concilio avesse decretato la sparizione della lingua latina, l\u2019archiviazione del patrimonio della musica sacra, l\u2019abolizione del tabernacolo, il capovolgimento degli altari, il divieto di piegare le ginocchia dinanzi a Nostro Signore presente nell\u2019Eucaristia, e tutte le altre vostre progressive tappe, facenti parte (direbbero i giuristi) di un \u201cunico disegno criminoso\u201d.<\/span><\/p>\nVoi sapevate benissimo che la lex orandi<\/em> \u00e8 anche la lex credendi<\/em>, e che perci\u00f2 mutando l\u2019una avreste mutato l\u2019altra.<\/span><\/p>\nVoi sapete che, puntando le vostre lance avvelenate contro la lingua viva della Chiesa, avreste praticamente ucciso l\u2019unit\u00e0 della fede.<\/span><\/p>\nVoi sapevate che, decretando l\u2019atto di morte del canto gregoriano della polifonia sacra, avreste potute introdurre a vostro piacimento tutte le indecenze pseudo-musicali che dissacrarono il culto divino e gettano un\u2019ombra equivoca sulle celebrazioni liturgiche.<\/span><\/p>\nVoi sapevate che, distruggendo tabernacoli, sostituendo gli altari con le \u201ctavole per la refezione eucaristica\u201d, negando al fedele di piegare le ginocchia davanti al Figlio di Dio, in breve avreste estinto la fede nella reale presenza divina.<\/span><\/p>\nAvete lavorato ad occhi aperti. Vi siete accaniti contro un monumento, al quale avevan posto mano cielo e terra, perch\u00e9 sapevate di distruggere con esso la Chiesa. Siete giunti a portarci via la Santa Messa, strappando addirittura il cuore della liturgia cattolica. (Quella S.Messa in vista della quale noi fummo ordinati sacerdoti, e che nessuno al mondo ci potr\u00e0 mai proibire, perch\u00e9 nessuno pu\u00f2 calpestare il diritto naturale).<\/span><\/p>\nLo so, ora potrete ridere per quanto sto per dire. E ridete pure. Siete giunti a togliere dalle Litanie dei santi l\u2019invocazione \u201ca flagello terremotus, libera nos Domine<\/em>\u201d, e mai come ora la terra ha tremato ad ogni latitudine. Avete tolto l\u2019invocazione \u201ca spiritu fornicationis, libera nos Domine<\/em>\u201d, e mai come ora siamo coperti dal fango dell\u2019immoralit\u00e0 e della pornografia nelle sue forme pi\u00f9 repellenti e degradanti. Avete abolito l\u2019invocazione \u201cut inimicos sanctae Ecclesiae umiliare digneris<\/em>\u201d, e mai come ora i nemici della Chiesa prosperano in tutte le istituzioni ecclesiastiche, ad ogni livello.<\/span><\/p>\nRidete, ridete. Le vostre risate sono sguaiate e senza gioia. Certo \u00e8 che nessuno di voi conosce, come noi conosciamo, le lacrime della gioia e del dolore. Voi non siete neppure capaci di piangere. I vostri occhi bovini, palle di vetro o di metallo che siano, guardano le cose senza vederle. Siete simili alle mucche che guardano il treno. A voi preferisco il ladro che strappa la catenina d\u2019oro al fanciullo, preferisco lo scippatore, preferisco il rapinatore con le armi in pugno, preferisco persino il bruto e il violatore di tombe. Gente molto meno sporca di voi, che avete rapinato il popolo di Dio di tutti i suoi tesori.<\/span><\/p>\nIn attesa che il vostro padre che sta laggi\u00f9 accolga anche voi nel suo regno, \u201claddove \u00e8 pianto e stridor di denti\u201d, voglio che voi sappiate della nostra incrollabile certezza che quei tesori ci saranno restituiti. E sar\u00e0 una \u201crestitutio in integrum<\/em>\u201d. Voi avete dimenticato che Satana \u00e8 l\u2019eterno sconfitto.<\/span><\/p>\nFonte: https:../www.corsiadeiservi.it/it/default1.asp@page_id=1523<\/a><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"fonte aldomariavalli.it 26\/03\/2023 di padre Elia Schafer Alcuni siti, come fece a suo tempo\u00a0Lectio brevis, hanno rilanciato la lettera aperta […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":2804,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[84,5,64],"tags":[433,432],"avopt_banners_inside_post":true,"avopt_banners_on_page":true,"av_copy_from":"","av_sharing_message":"","av_sharing_allowed":true,"av_sharing_on":{"fb":[],"tw":[]},"av_allow_affiliate_banner":false,"av_allow_affiliate_multi_banner":false,"av_post_rating":true,"av_have_post_rating_value":false,"spellchecker_performed_today":false,"yoast_head":"\n
Agli illustri assassini della nostra santa Liturgia - San Michele Arcangelo<\/title>\n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n