doncurzionitoglia.wordpress.com<\/a> 02\/02\/2023<\/p>\nAutore don Curzio Nitoglia<\/span><\/strong><\/span><\/p>\n\u201cTradizione\u201d spuria gu\u00e9noniana<\/strong><\/span><\/p>\nRen\u00e9 Gu\u00e9non (\u2020 1951) ha messo in luce, criticandola, la crisi del mondo moderno e ha rivalutato la Tradizione. Ma qual \u00e8 la Tradizione cui egli si rif\u00e0 e quale aspetto della Modernit\u00e0 ha criticato nelle sue opere?<\/span><\/p>\nLa Tradizione gu\u00e9noniana non \u00e8 la Tradizione apostolica, ma la \u201cTradizione primordiale\u201d, ossia una conoscenza (gnosis) iniziatico\/esoterica, auto-salvifica e addirittura auto-divinizzante mediante la sola conoscenza (gnosi) dell\u2019iniziato alla scuola di un maestro (guru) o un saggio (eletto).<\/span><\/p>\nL\u2019iniziazione gu\u00e9noniana \u00e8 attiva e si acquisisce naturalmente da parte dell\u2019iniziato mediante la gnosi o conoscenza esoterica; essa \u00e8 profondamente differente dalla Mistica cristiana, che \u00e8 passiva ma alla quale bisogna poi corrispondere, \u00e8 soprannaturale ed infusa dallo Spirito Santo nell\u2019anima del giusto.<\/span><\/p>\nGu\u00e9non filo-massone cabalista anti-cristiano<\/strong><\/span><\/p>\nIn occidente, secondo Gu\u00e9non, l\u2019unica forza capace di trasmettere la Tradizione primordiale sarebbe la Massoneria speculativa e mistica, ossia cabalistica (dato che la filosofia esoterica della Massoneria \u00e8 la cabala ebraica), e non lo sarebbe pi\u00f9 la Chiesa cattolica, che avrebbe smarrito sin dai primi secoli la vera Tradizione esoterica. Tuttavia, paradossalmente (ma non troppo) secondo i gu\u00e9noniani l\u2019avrebbe ritrovata con i Decreti pastorali del Concilio Vaticano II Nostra aetate e Unitatis redintegratio, che propugnano il pan-ecumenismo o la unit\u00e0 trascendente di tutte le religioni, tanto auspicata da Gu\u00e9non e da Schuon.<\/span><\/p>\nIn oriente, per Gu\u00e9non, la filosofia ind\u00f9 sarebbe ancora pi\u00f9 perfettamente trasmettitrice della Tradizione primordiale della Massoneria cabalistica in occidente. Ora l\u2019induismo e il buddismo sono una filosofia nichilistica fondata sul nulla, che precorre il Nichilismo filosofico della post-modernit\u00e0 di Nietzsche, della Scuola di Francoforte e dello Strutturalismo francese, che ci ha portato al compimento e al superamento in peggio della Modernit\u00e0, ossia al parossismo ultra-moderno e post-moderno che \u00e8 scoppiato in tutta la sua virulenza con il Sessantotto. Ma come si fa a criticare la crisi della Modernit\u00e0 cercando di guarirla con la post-modernit\u00e0 che \u00e8 ultra-moderna? Si pu\u00f2 forse guarire un raffreddore con la polmonite? Ed una polmonite con un cancro ai polmoni?<\/span><\/p>\nLa Tradizione primordiale \u00e8 chiamata da Gu\u00e9non anche \u201cmeta-fisica\u201d ossia al di sopra (met\u00e0) del mondo materiale (t\u00e0 physic\u00e0). Tuttavia la meta-fisica gu\u00e9noniana non ha nulla a che spartire con quella platonica, aristotelica e tomistica. Infatti essa \u00e8 al di l\u00e0, al di sopra non tanto del mondo fisico quanto soprattutto della Religione rivelata e positiva specialmente cattolico-romana, che sarebbe per Gu\u00e9non una Tradizione deviata.<\/span><\/p>\nQuindi pi\u00f9 che di meta-fisica, in Gu\u00e9non, si dovrebbe parlare di meta-religione, termine usato dal padre del neo-modernismo Pierre Teilhard de Chardin (\u2020 1955) che con la dottrina panteistica e pancrististica del \u201cCristo cosmico\u201d, in cui sarebbero presenti tutte le religioni, le filosofie, gli uomini e il mondo stesso, parlava di \u201cmeta-cristianesimo\u201d. Ora lascia pi\u00f9 che perplessi il fatto che il contestatore della crisi del mondo moderno lo critichi rifacendosi al Modernismo filosofico\/teologico, che \u00e8 l\u2019espressione pi\u00f9 radicale della Modernit\u00e0. Come lascia perplessi il fatto che Julius Evola (\u2020 1974) si rivoltasse contro il mondo moderno seguendo l\u2019Idealismo assoluto di Schelling, prodotto ultimo e pi\u00f9 parossistico dell\u2019Io hegeliano, soggettivisticamente creatore della realt\u00e0, corretto con un pizzico di magia.<\/span><\/p>\nIn ambiente cattolico tradizionale e anti-modernista spesso, in buona fede, si equivoca riguardo al gu\u00e9nonismo (ma non viceversa) prendendo i termini Tradizione e Modernit\u00e0 nel senso strettamente cattolico, mentre per Gu\u00e9non sono termini o concetti identici, che hanno un significato totalmente diverso (equivoco). Cadendo cos\u00ec nella trappola di Gu\u00e9non, che ha sempre cercato, sin dalla sua giovinezza, di infiltrare il cattolicesimo per eroderlo dall\u2019interno come fecero lo Gnosticismo nel II secolo e il Modernismo nel Novecento. Non a caso il Modernismo e lo Gnosticismo contengono nel loro profondo le dottrine esoteriche, occulte e iniziatiche cui si rif\u00e0 Gu\u00e9non.<\/span><\/p>\nTradizione cristiana<\/strong><\/span><\/p>\nLa Tradizione cattolica \u00e8 quella divino apostolica. La Tradizione assieme alla Bibbia \u00e8 una delle due \u201cfonti\u201d della divina Rivelazione. Essa \u00e8 anche la \u201ctrasmissione\u201d (tradere, trasmettere) orale di tutte le verit\u00e0 rivelate da Cristo agli Apostoli o suggerite loro dallo Spirito Santo, e giunte a noi mediante il Magistero sempre vivo della Chiesa, nella catena mai interrotta dei successori di Pietro, assistita da Dio sino alla fine del mondo.<\/span><\/p>\nLa Tradizione assieme alla S. Scrittura \u00e8 il canale contenitore (Tradizione passiva) e il veicolo trasmettitore (Tradizione attiva) della Parola divinamente rivelata.<\/span><\/p>\nLa Tradizione cristiana si divide in <\/strong><\/span><\/p>\n\n- a) Tradizione divina (insegnata direttamente da Cristo agli Apostoli);<\/span><\/li>\n
- b) Tradizione divino\/apostolica (gli Apostoli non la ascoltarono dalla bocca di Cristo, ma la ebbero per ispirazione dello Spirito Santo).<\/span><\/li>\n<\/ul>\n
Essa consiste in quelle verit\u00e0 o precetti morali, disciplinari e liturgici, i quali derivano direttamente da Cristo o dagli Apostoli in quanto promulgatori della Rivelazione, illuminati dallo Spirito Santo, e trasmesse \u2013 mediante i Padri apostolici, apologisti ed ecclesiastici \u2013 agli uomini di tutti i tempi incorrotte sino alla fine del mondo, perci\u00f2 essa \u00e8 oggetto di Fede divina.<\/span><\/p>\nI primi \u2018Discepoli\u2019 degli Apostoli ricevettero in maniera diretta e immediata la Tradizione dalla bocca dei Dodici, mentre i posteri la ricevono in maniere indiretta e mediata, tramite l\u2019insegnamento dei successori di Pietro (i Papi) e degli Apostoli (i Vescovi) cum Petro et sub Petro: il Magistero \u00e8 l\u2019organo della trasmissione ininterrotta della medesima eredit\u00e0 ricevuta dagli Apostoli da parte di Cristo o dello Spirito Santo.<\/span><\/p>\nLa Tradizione orale non esclude che venga poi messa per iscritto, ma non sotto la \u201cdivina Ispirazione\u201d (come lo invece la S. Scrittura) in quanto, col passare del tempo, la trasmissione a voce viene fissata in documenti scritti o in epigrafi. Per esempio la validit\u00e0 del Battesimo dei neonati \u00e8 Tradizione, poich\u00e9 \u00e8 parola di Dio non scritta sotto divina ispirazione, ma attestata unanimemente da quasi tutti gli antichi scrittori ecclesiastici. Tuttavia lo scritto \u00e8 solo un sussidio della Tradizione orale. Onde vi possono essere Tradizioni o insegnamenti divino\/apostolici di cui nulla \u00e8 stato scritto. Sar\u00e0 la voce del successore di Pietro o della Chiesa, ossia il Magistero vivente nella persona del Papa attualmente regnante a garantire che tali verit\u00e0 sono di origine divina o divino\/apostolica. Solo in questo senso soggettivo si pu\u00f2 parlare di Tradizione \u201cvivente\u201d o meglio ancora di Magistero vivente, in quanto l\u2019insegnamento divino o apostolico, oggetto della Tradizione, viene trasmesso ininterrottamente dalla catena dei Papi vivi \u201ctutti i giorni (e in atto) sino alla fine del mondo\u201d.<\/span><\/p>\n\u00c8 dottrina comunemente insegnata che la Tradizione \u00e8 pi\u00f9 ricca della sola Scrittura. <\/strong><\/span><\/p>\nPi\u00f9 ricca<\/span><\/p>\n\n- 1\u00b0) in antichit\u00e0 (anche la Scrittura prima di essere messa per iscritto \u00e8 stata Tradizione, in quanto trasmissione a voce della divina Rivelazione);<\/span><\/li>\n
- 2\u00b0) in pienezza (in quanto la Tradizione contiene tutte le verit\u00e0 rivelate mentre la Scrittura no) e<\/span><\/li>\n
- 3\u00b0) in sufficienza (poich\u00e9 la Scrittura ha bisogno della Tradizione per stabilire la sua autorit\u00e0).<\/span><\/li>\n<\/ul>\n
Il Tradizionalismo classico dell\u2019Ottocento francese \u00e8 un sistema che svaluta la capacit\u00e0 conoscitiva della ragione umana e le sostituisce la \u201cTradizione primitiva del genere umano\u201d legata alla genesi del linguaggio e alla Monarchia di diritto divino.<\/span><\/p>\nLouis de Bonald, segu\u00ecto da Vincenzo Gioberti, insegna che la parola umana \u00e8 consegnata o trasmessa (tradere\/traditio) da Dio all\u2019uomo direttamente e oralmente all\u2019inizio del genere umano (Tradizione primordiale).<\/span><\/p>\nTradizionalismo politico, filosofia politica tomistica e dottrina sociale della Chiesa<\/strong><\/span><\/p>\nSecondo de Bonald (Teoria del potere politico e religioso nella societ\u00e0 civile, 1796) anche la dottrina politica sull\u2019origine della societ\u00e0 civile e sull\u2019unica (per lui) veramente buona forma di governo (Monarchia ereditaria e assoluta di diritto divino) \u00e8 stata consegnata, come il linguaggio, da Dio all\u2019umanit\u00e0. Quindi il monarchicismo assoluto bonaldiano fa un tutt\u2019uno con la dottrina del Tradizionalismo fideistico della genesi del linguaggio.<\/span><\/p>\nSecondo questa teoria il potere verrebbe immediatamente da Dio al capo, senza passare attraverso il popolo come canale. Dio sceglierebbe un individuo cui conferirebbe il potere. Ora ci\u00f2 \u00e8 vero per la Chiesa Cattolica, per i Re dell\u2019Antico Testamento, ma non per l\u2019autorit\u00e0 umana nel Nuovo Testamento.<\/span><\/p>\nInvece \u2013 secondo Aristotele e San Tommaso \u2013 l\u2019autorit\u00e0 viene da Dio come da causa remota, ma Dio non manifesta (per se o normalmente) direttamente quale sia la persona o il regime di governo che debba esercitare il potere (pu\u00f2 farlo per accidens o eccezionalmente, ma in filosofia si prende in considerazione il per se, ossia la regola, e non l\u2019eccezione). La persona \u00e8 scelta dal corpo sociale. Il popolo per\u00f2, attenzione!, non crea il potere, ma designa le persone che lo debbono esercitare.<\/span><\/p>\nLa Monarchia di diritto divino, in cui il re ottiene il potere direttamente da Dio, si presta ad una duplice interpretazione:<\/span><\/p>\n\n- a) il potere deriva, come da fonte remota, da Dio, e questo \u00e8 di Fede: \u201cogni potere viene da Dio\u201d (Rom., XIII, 1);<\/span><\/li>\n
- b) l\u2019autorit\u00e0 regale deriva direttamente al Principe da Dio, e perci\u00f2 \u00e8 sciolta (ab-soluta) da ogni legame o dipendenza (dal Papa, dalla Chiesa e dal popolo, anche quando il monarca diventa tiranno) e questo \u00e8 contrario alla sana dottrina.<\/span><\/li>\n<\/ul>\n
Il \u201cpotere delegato dal popolo canale\u201d \u00e8 la tesi insegnata dalla prima scolastica (S. Tommaso), dalla seconda scolastica (Bellarmino e Suarez), dalla terza scolastica, dai teologi approvati del secolo XX e XXI e \u2013 ininterrottamente \u2013 dal Magistero ecclesiastico a partire da Gregorio XVI sino a Pio XII. La scelta del capo appartiene al corpo sociale, inteso come sanior pars, di modo che l\u2019autorit\u00e0 lavori per il bene comune. Occorre specificare che il popolo (che non \u00e8 la massa amorfa) \u201cha\u201d il potere solo per comunicarlo al capo, ossia il popolo \u00e8 soggetto imperfetto o transitivo o \u201cviale\u201d del potere, mentre il capo \u201c\u00e8\u201d soggetto perfetto e permanente di esso; cio\u00e8 il capo detiene stabilmente il potere come suo, una volta datogli e non pu\u00f2 essere toltogli dal popolo a suo capriccio (tranne il caso di tirannia). Il capo non \u00e8 il deputato o rappresentante del popolo; egli ha l\u2019autorit\u00e0 stabilmente, perch\u00e9 gli viene, mediante il popolo-canale, da Dio.<\/span><\/p>\nQuesta \u00e8 la dottrina scolastica e cattolica o teoria tradizionale del potere-delegato diametralmente diversa da quella tradizionalista fideistica di de Bonald, de Maistre e seguaci. Dio \u00e8 fonte remota di potere, il popolo ne \u00e8 solo canale di trasmissione e, siccome la comunit\u00e0 normalmente non sa perfettamente e stabilmente, esercitare il potere, ecco la necessit\u00e0 di scegliere una persona (o pi\u00f9, a seconda della forma di governo) alla quale trasferire il potere e nella quale il potere resta stabilmente.<\/span><\/p>\nSan Tommaso insegna che le possibili forme di governo sono tre: monarchia, aristocrazia, polit\u00eca (oggi \u2018democrazia\u2019 classica, essenzialmente diversa dal \u2018democratismo\u2019 moderno di Rousseau). Egli considera la monarchia come la prima forma di governo (il governo di uno solo), che, per\u00f2, pu\u00f2 degenerare in tirannia. La seconda forma di governo considerata dall\u2019Aquinate \u00e8 l\u2019aristocrazia (governo dei migliori o virtuosi), che pu\u00f2 degenerare in oligarchia, ossia tirannia di pochi. La terza forma \u00e8 la polit\u00eca (governo dei magistrati o dei cittadini\/militari) o timocrazia (governo in cui le cariche sono assegnate in base all\u2019onore e alla forza della sanior pars populi), la quale pu\u00f2 degenerare in democratismo o democrazia moderna (tirannia del popolo). Oggi, in luogo di polit\u00eca o di timocrazia, \u00e8 prevalso l\u2019uso della parola democrazia \u2013 che per i classici e gli scolastici aveva gi\u00e0 di per s\u00e9 una valenza negativa \u2013 la quale pu\u00f2 degenerare in demagogia, come si dice comunemente oggi.<\/span><\/p>\nLa miglior forma di governo secondo S. Tommaso e il Magistero non \u00e8 quella di de Bonald<\/span>
\nSecondo la tradizione scolastica, la miglior forma di governo non \u00e8 la monarchia assoluta ed ereditaria di diritto immediatamente divino (come vorrebbe de Bonald), ma \u00e8 una forma \u201cmista\u201d, data la malizia dell\u2019uomo ferito dal peccato originale che facilmente \u00e8 portato a degenerare. Nella Somma Teologica (I-II, q. 95, a. 4) San Tommaso scrive: \u201cvi \u00e8 un certo regime, che \u00e8 un misto di queste tre forme, il quale \u00e8 il migliore\u201d. Ed ancora: \u201cla migliore forma di potere \u00e8 bene temperata dall\u2019unione della monarchia, in cui comanda uno solo, e dall\u2019aristocrazia, in cui comandano i migliori o i virtuosi, e dalla democrazia, che \u00e8 il potere del popolo, in quanto i Principi possono essere scelti nella classe popolare e possono essere eletti dal popolo stesso\u201d (S. Th., I-II, q. 105, a. 1). Ogni buon regime deve, dunque, essere misto e radicato nel principio del popolo-canale, che trasmette compiti e funzioni di governo ad uomini atti, preparati ed onesti (i migliori); mentre al vertice, la suprema unit\u00e0 di governo appartiene ad un uomo prudente e maturo (il monarca).<\/span><\/p>\nSan Tommaso, riprendendo e perfezionando l\u2019insegnamento di Aristotele, sottolinea che la monarchia \u00e8 pi\u00f9 nobile dell\u2019aristocrazia e questa lo \u00e8 pi\u00f9 della democrazia. Tuttavia San Tommaso mette in guardia dai pericoli della monarchia, non in quanto pericolosa in s\u00e9 bens\u00ec a causa della malizia dell\u2019uomo. Si pu\u00f2 dunque concludere che la pi\u00f9 nobile forma di governo, la monarchia, \u00e8 bene che sia temperata dall\u2019aristocrazia e dalla timocrazia o democrazia (ovviamente non la democrazia moderna o demagogia, secondo la quale il potere non deriva da Dio ma dall\u2019uomo).<\/span><\/p>\nNella sua opera De regimine principum San Tommaso spiega essere necessario che gli uomini, vivendo in societ\u00e0, siano governati da qualcuno: \u201cse \u00e8 naturale per l\u2019uomo vivere in Societ\u00e0, \u00e8 necessario che fra gli uomini ci sia qualcuno che governi il popolo. Infatti, quando gli uomini sono in molti, se ognuno provvedesse soltanto a ci\u00f2 che gli serve, il popolo si frantumerebbe nei suoi componenti, qualora non ci fosse chi si occupasse anche del bene comune; cos\u00ec come l\u2019uomo si dissolverebbe se nel corpo non ci fosse una facolt\u00e0 coordinatrice generale (il cervello) rivolta al bene comune di tutte le membra [\u2026]. Se una moltitudine di uomini \u00e8 ordinata dal capo per il bene comune di tutti, il governo sar\u00e0 retto e giusto. Se invece il governo \u00e8 ordinato non al bene comune, ma al bene privato del capo, sar\u00e0 ingiusto e perverso\u201d.<\/span><\/p>\nL\u2019Aquinate spiega, inoltre, che \u00e8 pi\u00f9 utile che una moltitudine di uomini sia governata da uno solo, piuttosto che da molti. Ci\u00f2 in quanto l\u2019uno per essenza pu\u00f2 garantire l\u2019unit\u00e0 meglio di molti individui. Dunque \u00e8 pi\u00f9 utile il governo di uno solo che di molti. Ma San Tommaso mette in guardia dal pericolo che anche la migliore forma di governo, a causa delle conseguenze del peccato originale, possa degenerare e diventare tirannia di uno solo che \u00e8 peggiore della tirannia di pochi (oligarchia) cos\u00ec come questa \u00e8 peggiore della tirannia di molti (demagogia). Alla cosa migliore si contrappone quella peggiore ed un governo \u00e8 tanto pi\u00f9 ingiusto, quanto pi\u00f9 si allontana dal bene comune, come quello di un solo tiranno. Occorre, comunque, considerare anche l\u2019enorme danno al bene comune che deriverebbe dalla caotica partecipazione di molti, inetti e moralmente corrotti, alla gestione del potere.<\/span><\/p>\nPer Aristotele e San Tommaso, la democrazia \u00e8 la degenerazione della polit\u00eca o timocrazia, in quanto essa si basa sul popolo ridotto a massa informe mentre la timocrazia \u00e8 fondata sull\u2019equa partecipazione al potere del popolo, formato da persone razionali, libere ed oneste. In questo sistema, la sovranit\u00e0 risiede nella legge e non nella moltitudine e nelle sue deliberazioni. Nella democrazia (oggi diremmo demagogia), intesa come degenerazione della polit\u00eca o timocrazia, la legge perde la propria forza e la massa informe ed amorfa diventa arbitro dello Stato. In tale sistema i demagoghi, e non i migliori, tengono le redini del governo, e le leggi positive come specificazioni della legge naturale (intesa quale partecipazione alla legge eterna o divina), inscritta dal Creatore nell\u2019animo umano, non sono pi\u00f9 sovrane, ma dipendono dal capriccio della moltitudine dispotica. La polit\u00eca o timocrazia (oggi diremmo democrazia classica) si fonda sulla partecipazione al potere da parte del popolo in forma responsabile ed ordinata. Ogni civis deve avere la possibilit\u00e0 di partecipare, se capace e degno, alla vita politica della nazione. Qualunque sia la forma del potere, \u00e8 essenziale che chiunque lo eserciti legittimamente abbia la consapevolezza di non essere l\u2019origine della sovranit\u00e0, e, di conseguenza, di non aver alcun diritto all\u2019esercizio potere in senso assoluto. Chi governa \u2013 sia esso il re, il capo di una repubblica, i membri di un governo \u2013 deve considerarsi vassallo di Dio, ossia subordinarsi all\u2019Unico Signore origine dell\u2019autorit\u00e0 e della sovranit\u00e0, che \u2013 attraverso lo strumento del popolo\/canale \u2013 trasmette a chi \u00e8 legittimamente destinato a guidare lo Stato l\u2019istituzione deputata a governare la vita del consorzio umano associato. Una subordinazione che si concretizza nell\u2019adesione integrale, da parte appunto dello Stato, all\u2019etica naturale e cristiana. Come si vede, con il tomismo, siamo agli antipodi del bonaldismo o Tradizionalismo politico, di questa Tradizione primordiale, che secondo de Bonald, accomuna tutte le religioni positive, le ingloba e le supera (come pure tutti i governi). L. de Bonald come J. de Maistre insegna che l\u2019uomo avrebbe delle idee innate e non le astrae dalla conoscenza sensibile, come insegnano Aristotele, San Tommaso e tutta la prima, seconda e terza scolastica. L\u2019uomo avrebbe ricevuto da Dio un \u201clinguaggio primitivo\u201d e una \u201cTradizione primordiale\u201d linguistica e politica sin dalla creazione. Secondo costoro il linguaggio e le idee che sono espresse dal linguaggio non sono opera dell\u2019uomo mediante l\u2019astrazione del concetto intelligibile dalla cosa sensibile e poi mediante una convenzione con la quale gli uomini hanno deciso di dare tale nome ad un concetto (per esempio \u2018uomo\u2019 all\u2019animale razionale). Il linguaggio primordiale, tramandato da generazione in generazione, manterrebbe la Tradizione primordiale secondo costoro (compreso il panteista medievale Scoto Eriugena, al quale si rifanno).<\/span><\/p>\nCome si vede, la Tradizione cristiana \u00e8 diametralmente diversa da quella esoterica e fideistica. Tutti gli uomini, a qualsiasi religione appartengano, hanno la stessa Tradizione e verit\u00e0 primordiale trasmessa da un linguaggio infuso primitivamente nella mente umana dalla Divinit\u00e0. Le diverse (per elementi accidentali posticci e avventizi) religioni, quindi, sono inferiori alla pura Tradizione primordiale, alla meta-religione gu\u00e9noniana e devono essere considerate iniziaticamente secondo l\u2019unit\u00e0 trascendente di ogni religione (F. Schuon \u2020 1998).<\/span><\/p>\nSecondo de Maistre e de Bonald la religione pi\u00f9 vicina alla Tradizione primitiva \u00e8 il cristianesimo, mentre secondo Gu\u00e9non \u00e8 l\u2019induismo assieme all\u2019esoterismo islamico e a quello estremo orientale e per Evola \u00e8 il neopaganesimo panteistico. Ma, in realt\u00e0, \u00e8 la cabala o la falsa mistica ebraica che accomuna tutte queste varie false concezioni esoteriche.<\/span><\/p>\n\u00c8 curioso notare come un noto studioso e anziano adepto del gu\u00e9nonismo, Jacques-Albert Cuttat, definisce il gu\u00e9nonismo come un \u201cneo Tradizionalismo. Sembra che Gu\u00e9non abbia ripreso e sublimato, alla luce della filosofia orientale, le tre tesi fondamentali del Tradizionalismo ottocentesco francese (specialmente quello di J. de Maistre, di L. de Bonald e di F. Lamennais), cio\u00e8: 1\u00b0) l\u2019anti-razionalismo; 2\u00b0) l\u2019unanimit\u00e0 della Tradizione primordiale, espressa dal linguaggio, come unico criterio di verit\u00e0 e soprattutto 3\u00b0) il primato spirituale dell\u2019Oriente\u201d (Le n\u00e9o-Traditionalisme: Ren\u00e9. Gu\u00e9non, Aananda K. Coomaraswamy, Frithjof Schuon, in Annuaire del l\u2019E. P. H. E, V\u00e8me section: Sciences Religieuses, 1958-1959, p. 68).<\/span><\/p>\nLa Massoneria mistica (la cui anima \u00e8 la cabala) \u00e8 per tutti costoro la fucina della trasmissione esoterica della Tradizione primordiale. Come si vede tutti costoro, sono consciamente o no, intrisi di gnosticismo cabalistico, massonico e quindi, ultimamente, di luciferismo.<\/span><\/p>\nPer cui il Tradizionalismo fideistico francese dell\u2019Ottocento non \u00e8 solo un errore filosofico che svaluta la ragione umana, ma \u00e8 anche una deviazione teologica, linguistica e politica, che ha portato al rifiuto del Magistero di Leone XIII nel 1892 e a quello di Pio XI nel 1926 soprattutto in Francia, che \u00e8 debitrice alla cabala spuria giudaica e alla Massoneria delle sue dottrine pi\u00f9 specifiche.<\/span><\/p>\nI principali esponenti del tradizionalismo francese ottocentesco sono Joseph de Maistre (\u2020 1821), Louis de Bonald (\u2020 1840), Felicit\u00e9 de Lamennais o pi\u00f9 esattamente La Mennais (\u2020 1854), Louis Bautain (\u2020 1867) e Augustin Bonnety (\u2020 1897). L\u2019unico impenitente che non volle ritrattare i suoi errori fu il de Lamennais, mentre gli altri (salvo de Maistre che non aveva esplicitato il suo errore e non fu, dunque, condannato) si sottomisero alla condanna della Chiesa (DB 1613 ss.; DB 1622 ss.; DB 1649 ss., Conc. Vat. I, sess. III, DB 1781 ss.). Da essi prenderanno via due scuole politicamente divergenti: 1\u00b0) il monarchicismo assoluto (Joseph de Maistre, Louis de Bonald, Louis Bautain e Augustin Bonnetty), da cui deriva la opposizione al cosiddetto Ralliement di Leone XIII del 1892 e la rivolta di Charles Maurras contro Pio XI nel 1926; 2\u00b0) il democraticismo catto\/liberale (Felicit\u00e9 de Lamennais), da cui deriva il cattolicesimo-liberale condannato a partire dal 1832 da Gregorio XVI ininterrottamente sino al 1958 con Pio XII.<\/span><\/p>\nConclusione<\/strong><\/span><\/p>\nLa Modernit\u00e0 \u00e8 avversata realmente ed efficacemente dalla filosofia metafisica dell\u2019essere (soprattutto tomistica, che riprende il meglio del platonismo e dell\u2019aristotelismo e li sublima).<\/span><\/p>\nInfatti la nozione tomistica<\/span><\/p>\n\n- 1\u00b0) di essere quale atto supremo della sostanza aristotelica, e,<\/span><\/li>\n
- 2\u00b0) di partecipazione, che perfeziona quella platonica, risolvono tutti i problemi cui il platonismo, l\u2019aristotelismo e la patristica, non ancora sistematizzata e completata dalla scolastica, non avrebbero potuto far fronte in maniera totalmente adeguata.<\/span><\/li>\n<\/ul>\n
Si pensi, ad esempio, alle questioni sollevate dalla filosofia moderna (da Cartesio sino a Hegel) come l\u2019immanentismo panteista, che \u00e8 confutato dall\u2019Essere per essenza o \u2018a se\u2019 (che sussiste indipendentemente da altro) realmente distinto dall\u2019ente per partecipazione o \u2018ab alio\u2019, composto di essenza e di essere, che non \u00e8 il suo essere ma ha o riceve e partecipa l\u2019essere.<\/span><\/p>\nTutta la modernit\u00e0, anche quella non esplicitamente ostile al cristianesimo (da Malebranche a Rosmini), cos\u00ec come quella apertamente incompatibile con la Rivelazione (Cartesio, Kant, Fichte, Schelling, Hegel), trova una risposta (la prima) e una radicale confutazione (la seconda) nella teoria tomistica dell\u2019actus essendi ultimus et perfectus, della composizione ens\/esse e della partecipazione.<\/span><\/p>\nPer quanto riguarda la post-modernit\u00e0 (da Nietzsche a Freud e sue propaggini: Scuola di Francoforte e Strutturalismo francese), che \u00e8 caratterizzata da un sostanziale nichilismo metafisico (gnoseologico ed etico) o distruzione dell\u2019essere (conoscibile e buono moralmente), trova nella metafisica dell\u2019essere la diga che si frappone tra ci\u00f2 che \u00e8 e il nulla verso cui vorrebbe tendere la post-modernit\u00e0, la quale, per odio satanico contro l\u2019Essere stesso sussistente, cerca di distruggere l\u2019essere per partecipazione, in quanto esistente (\u201centi-cidio\u201d), in quanto conoscibile (\u201crazio-cidio\u201d) e in quanto buono (\u201cmori-cidio\u201d), proprio come satana tenta l\u2019uomo o ente per partecipazione (creato a \u201cimmagine e somiglianza di Dio\u201d, intelligente e libero) per colpire indirettamente Dio o l\u2019Atto puro, l\u2019Essere per essenza. Onde l\u2019Immanentismo panteista (orgoglio auto-esaltatore), il Nichilismo teoretico (odio auto-lesionista) ed il neomodernismo sono confutati in nuce dal tomismo originario e non dal gu\u00e9nonismo che, anzi, li fa propri in un certo qual modo.<\/span><\/p>\nLeone XIII con l\u2019Enciclica Aeterni Patris del 1879 lanci\u00f2 la rinascita del neotomismo in contrapposizione alla filosofia moderna e soggettivista, che sotto il pontificato di Pio IX e il suo aveva partorito il tradizionalismo (de Maistre in incognito, de Bonald, de Lamennais, Bautain, Bonnetty, apertis verbis) o fideismo francese, l\u2019ontologismo italiano (Gioberti e Rosmini) e il neo-idealismo germanico (Hermes e G\u00fcnther ). Papa Pecci invitava a diffidare di ogni sintesi diretta tra dottrina cristiana e filosofia moderna e a presentare il tomismo come l\u2019antitesi totale del soggettivismo immanentista della modernit\u00e0, il quale da parte sua con Feurbach (Essenza del Cristianesimo, 1841) aveva capito benissimo che la vecchia dottrina teologica da distruggere per rimpiazzarla col \u201cnuovo Cristianesimo\u201d era il tomismo.<\/span><\/p>\nInvece \u00e8 proprio la Modernit\u00e0 filosofica che sta alla fonte teoretica del Tradizionalismo fideistico (anche se politicamente esso \u00e8 monarchicista e anti-rivoluzionario) specialmente con il Nominalismo, il Luteranesimo, il Kantismo e il Romanticismo intuizionista di Friedrich Jacobi (Le cose divine e la loro rivelazione, 1811), che \u2013 romanticamente e irrazionalmente \u2013 pone nell\u2019uomo una capacit\u00e0 di intuire puramente Dio senza aver bisogno della Rivelazione, con il Pragmatismo di William James e infine con il Modernismo, che pone l\u2019esperienza o il sentimento religioso alla base della conoscenza del Divino e al posto della Tradizione primordiale.<\/span><\/p>\nIl concetto di esperienza religiosa appartiene soprattutto al soggettivismo protestantico e modernista. Padre Cornelio Fabro definisce l\u2019esperienza religiosa come \u00abdissociazione della coscienza dal contenuto oggettivo della Fede\u00bb (voce Esperienza religiosa, in Enciclopedia Cattolica, Citt\u00e0 del Vaticano, 1950, vol. V, col. 603).<\/span><\/p>\nIn filosofia la Modernit\u00e0 laicista ha elevato l\u2019esperienza religiosa soggettiva a criterio assoluto e indipendente da ogni dato oggettivo. Essa ha come caposcuola Kant, per il quale Dio stesso non \u00e8 un Ente reale e oggettivo, indipendente dal soggetto umano, ma un postulato della \u201cRagion pratica\u201d, che sente il bisogno di una esperienza religiosa della divinit\u00e0 alla quale la \u201cRagion pura\u201d o teoretica non pu\u00f2 giungere. Da Kant nasce un duplice indirizzo di pensiero:<\/span><\/p>\n\n- 1\u00b0) uno pi\u00f9 filosofico e razionalista: l\u2019idealismo-trascendentale di Fichte, Schelling ed Hegel, che \u2013 seguendo Kant \u2013 cerca di subordinare la religione alla filosofia soggettivistica;<\/span><\/li>\n
- 2\u00b0) l\u2019altro piuttosto spirituale e misticoide: l\u2019irrazionalismo fideistico e ontologista di Jacobi e Schleiermacher i quali seguono Kant specialmente privilegiando il sentimentalismo religioso soggettivistico, anzi per Schleiermacher e Jacobi il \u00absentimento \u00e8 l\u2019unico criterio della verit\u00e0\u00bb (cit., col. 603) onde \u00abla Fede \u00e8 puro sentimento immediato\u00bb (ivi).<\/span><\/li>\n<\/ul>\n
Tale concezione soggettivista e sentimentalistica con il Modernismo comincia a prendere un indirizzo sempre pi\u00f9 irrazionalista e l\u2019esperienza religiosa si sostituisce totalmente sia alla retta ragione che alla divina Rivelazione e alla Fede teologale. Auguste Sabatier con la sua opera Esquisse d\u2019une philosophie de la religion (Parigi, 1879) e il protestantesimo francese sono stati la punta di diamante della esperienza religiosa soggettivistico\/irrazionalista, che insisteva sul primato della vita e dell\u2019esperienza sulla ragione speculativa e la Fede oggettiva. L\u2019influsso del Sabatier \u00e8 stato talmente forte che la teologia evangelico\/protestante \u00e8 stata negli ultimi centocinquanta anni essenzialmente una fenomenologia dell\u2019esperienza.<\/span><\/p>\nIn campo cattolico Maurice Blondel ha introdotto il soggettivismo e l\u2019esperienza con la nuova definizione di verit\u00e0 quale \u201cadequatio rei et vitae\u201d e non pi\u00f9 \u201crei et intellectus\u201d. Il vitalismo di Henry Bergson cercava di risolvere la religione in una esperienza psicologica intima. Il pragmatismo, con William James e l\u2019americanismo o modernismo ascetico, riduce la religione a sentimento soggettivo erompente dalla \u2018subcoscienza\u2019, sprofondando sempre pi\u00f9 nell\u2019immanentismo sentimentalista o razionalista e spalancando le porte alla psicoanalisi cabalistico\/freudiana, resa fenomeno di massa dalla Scuola di Francoforte.<\/span><\/p>\nGu\u00e9non alla maniera del Tradizionalismo e del Fideismo francesi del XIX secolo non solo svaluta la ragione, ma in pi\u00f9 scredita anche la Fede soprannaturale per sostituire Fede e ragione con la iniziazione occultistica auto-salvifica e auto-divinizzante.<\/span><\/p>\nCome il Fideismo tradizionalista esalta ed esagera la funzione della Fede o della \u201cTradizione primordiale\u201d nella conoscenza della verit\u00e0 (e della filosofia politica) non solo di ordine etico e trascendente, ma anche naturale ponendo al posto della ragione la conoscenza della verit\u00e0 naturale tramite la Tradizione primordiale e la Fede, cos\u00ec Gu\u00e9non pone al posto della ragione e della Fede teologale la gnosi o intuizione della verit\u00e0 mediante la Tradizione primordiale o la meta-religione e avversa la politica moderna, ma per rifarsi ad una concezione assolutistica e teocratica (che non distingue, pur nella subordinazione gerarchica, autorit\u00e0 temporale e potere spirituale) del potere politico.<\/span><\/p>\nQuindi esistono due metafisiche o meglio una metafisica e una contro-metafisica (specularmente alla Chiesa e alla contro-chiesa): la vera metafisica dell\u2019essere e la falsa metafisica o contro-metafisica dell\u2019esperienza religiosa soggettiva e del non-essere.<\/span><\/p>\nIl soggettivismo esoterico, la metafisica del nulla post-moderno, son diventate la filosofia dell\u2019epoca contemporanea. La modernit\u00e0, dopo l\u2019esaltazione illuministica che aveva condotto l\u2019uomo alle soglie del cielo, \u00e8 passata, nel XX secolo, alla disperazione irrazionalistica, che non solo ha preteso di aver ucciso Dio, spegnendo la fiaccola di ogni speranza, ma ha fatto anche precipitare l\u2019uomo verso l\u2019abisso del nulla. Cos\u00ec dalla metafisica dell\u2019essere si \u00e8 passati al primato dell\u2019Io e dell\u2019Idea e poi si \u00e8 scivolati nella metafisica del nulla. Oggi il principio non \u00e8 pi\u00f9 l\u2019essere, ma il sentimentalismo irrazionale e animalesco, il nulla ed il Nichilismo costituiscono il carattere dominante della nostra epoca.<\/span><\/p>\nGu\u00e9non si inserisce, con la sua gnosi esoterica, occulta ed infera proprio in questo filone e lo rende peggiore mediante l\u2019iniziazione che non \u00e8 scevra di legami col mondo preternaturale e demoniaco. Quindi non \u00e8 possibile curare e combattere la Modernit\u00e0 col gu\u00e9nonismo, il quale non fa che aggravare il male del mondo moderno e post-moderno.<\/span><\/p>\nQuindi occorre scegliere o la Tradizione divina e apostolica o la contro-tradizione infera e esoterica gu\u00e9noniana: tertium non datur, \u201cPer la contraddizion che nol consente\u201d.<\/span><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"fonte doncurzionitoglia.wordpress.com 02\/02\/2023 Autore don Curzio Nitoglia \u201cTradizione\u201d spuria gu\u00e9noniana Ren\u00e9 Gu\u00e9non (\u2020 1951) ha messo in luce, criticandola, la […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":2634,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[84,147],"tags":[26,406],"avopt_banners_inside_post":true,"avopt_banners_on_page":true,"av_copy_from":"","av_sharing_message":"","av_sharing_allowed":true,"av_sharing_on":{"fb":[],"tw":[]},"av_allow_affiliate_banner":false,"av_allow_affiliate_multi_banner":false,"av_post_rating":true,"av_have_post_rating_value":false,"spellchecker_performed_today":false,"yoast_head":"\n
L\u2019Equivoco Gu\u00e9noniano - San Michele Arcangelo<\/title>\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\t\n\t\n\t\n\n\n\n\n\t\n\t\n\t\n