www.sanpiox.it<\/a> 15\/01\/2016<\/p>\nAutore don Pierpaolo Petrucci<\/strong><\/span><\/p>\nLa Chiesa ha chiaramente definito nel suo magistero perenne la dottrina cattolica sulla salvezza delle anime. Uno stravolgimento, invece, avviene durante il Concilio Vaticano II, dove si verifica una svolta radicale sulla Chiesa ed il suo ruolo di evangelizzazione.<\/span><\/p>\nLa nuova base dottrinale su cui tali cambiamenti si fondano si pu\u00f2 riassumere in una parola: ecumenismo<\/strong>.<\/span><\/p>\nIl termine ecumenismo designa il movimento, nato in gruppi di non-cattolici nel XIX secolo, che ha per scopo la collaborazione e l\u2019avvicinamento delle diverse confessioni cristiane. Questa corrente giunse nel 1948 alla fondazione del Consiglio ecumenico delle Chiese e gli stessi princ\u00ecpi hanno condotto in seguito al dialogo interreligioso con le religioni non cristiane.<\/span> \nLa Chiesa ne prese subito le distanze e Papa Pio XI pubblic\u00f2, gi\u00e0 nel 1928, l\u2019enciclica Mortalium animos, in cui lo condannava, non soltanto perch\u00e9 inopportuno a causa delle circostanze, ma perch\u00e9 i princ\u00ecpi a cui faceva appello sono contrari alla fede e alla buona dottrina, poich\u00e9 inducono la confusione nelle anime ed il relativismo, lasciando credere che ogni religione possa contribuire alla salvezza.<\/span><\/p>\nQuesta enciclica \u00e8 molto chiara e direi quasi profetica, perch\u00e9 con essa il magistero della Chiesa condanna in anticipo gli errori attuali.<\/span><\/p>\nNe riproduciamo i passaggi pi\u00f9 significativi: \u00abDove, sotto l\u2019apparenza di bene, si cela pi\u00f9 facilmente l\u2019inganno, \u00e8 quando si tratta di promuovere l\u2019unit\u00e0 fra tutti i cristiani. (…) Non possono certo ottenere l\u2019approvazione dei cattolici tali tentativi fondati sulla falsa teoria che suppone buone e lodevoli tutte le religioni. (…) I seguaci di siffatta teoria, non soltanto sono nell\u2019inganno e nell\u2019errore, ma ripudiano la vera religione depravandone il concetto e svoltano passo passo verso il naturalismo e l\u2019ateismo; donde chiaramente consegue che quanti aderiscono ai fautori di tali teorie e tentativi si allontanano del tutto dalla religione rivelata da Dio.<\/span><\/p>\nA tali condizioni \u00e8 chiaro che la Sede Apostolica non pu\u00f2 in nessun modo partecipare alle loro riunioni e che in nessun modo i cattolici possono aderire o prestare aiuto a siffatti tentativi; se ci\u00f2 facessero, darebbero autorit\u00e0 ad una falsa religione cristiana, assai lontana dall\u2019unica Chiesa di Cristo. (…) Infatti non si pu\u00f2 altrimenti favorire l\u2019unit\u00e0 dei cristiani che procurando il ritorno dei dissidenti all\u2019unica vera Chiesa di Cristo, dalla quale essi un giorno infelicemente s\u2019allontanarono. (…) \u00c8 perfettamente evidente che unirsi ai partigiani ed ai propagatori di tali dottrine significa abbandonare interamente la religione divinamente rivelata\u00bb. <\/span> \nDa questo testo magisteriale si evincono diverse verit\u00e0 di fede, come la chiara identificazione della Chiesa di Cristo con la Chiesa cattolica la quale possiede in se l\u2019unit\u00e0 della fede, contrariamente a coloro che se ne sono allontanati. Questi potranno ritrovarla soltanto rientrando nell\u2019ovile da cui si sono separati cio\u00e8 la Chiesa cattolica. Il Pontefice insegna chiaramente che \u00e8 contrario alla religione rivelata contribuire a riunioni interreligiose fra i cristiani, perch\u00e9 esse presuppongono che le diverse religioni siano tutte buone e lodevoli.<\/span> \nPer queste ragioni la Chiesa si \u00e8 sempre sforzata di ricondurre all\u2019unit\u00e0 del corpo mistico di Cristo i membri delle comunit\u00e0 separate. Basti pensare al Concilio di Lione (1245-1274) e al Concilio di Firenze (1439) riguardo agli scismatici; alla supplica di Pio\u00a0IX in occasione del Concilio Vaticano\u00a0I e a quella di Leone\u00a0XIII alle confessioni cristiane nel 1894.<\/span><\/p>\nIl Concilio Vaticano II<\/strong><\/span> \nIl Concilio Vaticano II ha consacrato il decreto Unitatis redintegratio all\u2019ecumenismo e la dichiarazione Nostra aetate al dialogo interreligioso.<\/span> \nUna nuova dottrina \u00e8 alla base di questi testi, che presentano le altre confessioni cristiane e anche le religioni non cristiane come espressioni, meno perfette ma valevoli, della religione divina e quindi come cammini che conducono realmente a Dio e alla salvezza eterna.<\/span> \nTale insegnamento si collega ad una nuova concezione della Chiesa che trova la sua base nella famosa affermazione della Costituzione Lumen gentium al n. 81, secondo cui la Chiesa di Cristo sussiste in quella cattolica. Con ci\u00f2 si vuole significare, come appare dal contesto conciliare, che la Chiesa di Cristo non \u00e8 coestensiva alla Chiesa romana, visibile nel suo apparato gerarchico, a cui si appartiene per la fede, il battesimo e la sottomissione ai pastori legittimi, ma che \u00e8 una realt\u00e0 pi\u00f9 ampia, un\u2019entit\u00e0 pi\u00f9 vasta che comprenderebbe tutte le religioni cristiane e, per estensione, anche quelle non cristiane, di cui Dio si servirebbe come mezzi per condurre gli uomini alla salvezza.<\/span> \nIl pastore protestante Wilhelm Schmidt, osservatore al concilio, ha rivendicato la paternit\u00e0 di questa nuova espressione: \u00abHo proposto per iscritto la formula \u201csubsistit in\u201d a colui che era allora il consigliere teologico del card. Frings, Joseph Ratzinger, che l\u2019ha trasmessa allora al cardinale.2\u201d<\/span> \nLa Chiesa di Cristo, quindi, si realizzerebbe perfettamente nella Chiesa cattolica (la sua sussistenza) ma si estenderebbe al di fuori di essa in maniera imperfetta, grazie a \u201celementi ecclesiali\u201d presenti in altre confessioni cristiane.<\/span> \nIl decreto Unitatis redintegratio conferma questa nuova dottrina con parole molto chiare: \u00abPerci\u00f2 queste Chiese e comunit\u00e0 separate, quantunque crediamo abbiano delle carenze, nel mistero della salvezza non sono affatto spoglie di significato e di valore. Lo Spirito di Cristo, infatti, non ricusa di servirsi di esse come di strumenti di salvezza, la cui forza deriva dalla stessa pienezza della grazia e della verit\u00e0, che \u00e8 stata affidata alla Chiesa cattolica.3 \u00bb<\/span> \nDa tale teoria risulta che la grazia della salvezza pu\u00f2 essere concessa al di fuori della Chiesa cattolica, senza il suo intermediario, in un\u2019altra religione e per un\u2019altra religione.<\/span> \nCos\u00ec la Chiesa cattolica romana non \u00e8 pi\u00f9 presentata come l\u2019unica societ\u00e0 religiosa che conduce alla salvezza, e le altre confessioni cristiane (e anche le religioni non cristiane come appare in Nostra aetate) sono considerate come altre espressioni, meno perfette ma valevoli, della religione divina e quindi come cammini che conducono realmente a Dio e alla salvezza eterna.<\/span> \nTale interpretazione \u00e8 stata confermata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nella dichiarazione Dominus Jesus del 6 agosto 2000, dove si rigetta l\u2019interpretazione modernista pi\u00f9 estrema, secondo cui la Chiesa cattolica non sarebbe che una realizzazione fra le altre della Chiesa di Cristo. Si afferma infatti che la Chiesa di Cristo continua ad esistere nella sua pienezza nella Chiesa cattolica, ma si ribadisce che numerosi elementi di santificazione e di verit\u00e0 sussisterebbero al di fuori delle sue strutture, cio\u00e8 nelle chiese e comunit\u00e0 separate che non sono ancora in piena comunione con essa, riaffermando cos\u00ec l\u2019insegnamento del concilio. <\/span> \nCi\u00f2 non corrisponde assolutamente alla dottrina tradizionale e Pio XII insegnava chiaramente che se \u00e8 vero che per eccezione la salvezza potrebbe realizzarsi fuori dai limiti visibili della Chiesa4, ci\u00f2 pu\u00f2 accadere in maniera strettamente individuale, sempre tramite la vera Chiesa e non per la mediazione delle false religioni. Esse, infatti, per i loro errori allontanano piuttosto gli uomini dalla via della giustificazione.<\/span> \nIl Vaticano II, al contrario, afferma che la salvezza pu\u00f2 realizzarsi, bench\u00e9 imperfettamente, fuori dai limiti visibili della Chiesa, in maniera non soltanto individuale, ma sociale: lo Spirito Santo utilizzerebbe la mediazione sociale e visibile delle altre religioni per dispensare la salvezza, mediazione ben reale, anche se meno perfetta, di quella della Chiesa cattolica che diventa cos\u00ec il mezzo generale della salvezza, a fianco di economie imperfette, ma valide, di cui il Cristo pu\u00f2 servirsi. Questa \u00e8 l\u2019affermazione esplicita di Unitatis redintegratio, con la quale l\u2019insegnamento di Giovanni Paolo II in Redemptoris missio si trova in perfetta continuit\u00e0.<\/span> \nDa ci\u00f2 nasce la nuova nozione di \u201ccomunione imperfetta\u201d.<\/span> \nL\u2019insegnamento tradizionale della Chiesa \u00e8 semplice: per essere salvi occorre appartenere alla Chiesa o realmente (tramite le tre condizioni classiche: battesimo, fede cattolica, sottomissione ai pastori legittimi) o almeno in voto (per un desiderio esplicito o implicito). Coloro, quindi, che non appartengono alla Chiesa e che non ne hanno alcun desiderio neppure implicito, non possono, in queste disposizioni, ottenere la salvezza.<\/span> \nSecondo certi testi del concilio, invece, i cristiani non cattolici sarebbero di per s\u00e9 in \u00abcomunione imperfetta\u00bb con la Chiesa5, e tutti gli uomini, anche i non cristiani, sarebbero \u00abordinati al popolo di Dio\u00bb6.<\/span> \nIl decreto Unitatis Redintegratio, parlando delle celebrazioni delle comunit\u00e0 scismatiche ortodosse, afferma che: \u00abCon la celebrazione dell\u2019eucaristia del Signore in queste singole chiese, la Chiesa di Dio \u00e8 edificata e cresce, e con la concelebrazione si manifesta la comunione tra di esse\u00bb (n. 15).<\/span> \nDa questo testo si capisce chiaramente che una comunit\u00e0 separata dalla vera Chiesa cattolica \u00e8 considerata come appartenente alla \u201cChiesa di Dio\u201d.<\/span> \nLa dichiarazione Nostra Aetate, poi, canta inni di lode in onore dell\u2019induismo, del buddismo, dell\u2019islamismo e del giudaismo.<\/span><\/p>\nIl Postconcilio<\/strong><\/span> \nQueste nuove dottrine insegnate al Concilio sono state esplicitate negli anni seguenti nel loro senso ovvio.<\/span> \nIl card. Wojtyla, durante il ritiro che predic\u00f2 in Vaticano nel 1976, svilupp\u00f2 la tesi secondo cui tutti gli uomini, a qualunque religione essi appartengano, pregano il vero Dio: \u00abQuesto Dio, nel suo silenzio, professa il trappista oppure il camaldolese. A lui si rivolge il beduino nel deserto, quando arriva l\u2019ora della preghiera. E forse anche il buddista concentrato nella sua contemplazione che purifica il suo pensiero preparando la strada al nirvana. Dio, nella sua trascendenza assoluta, Dio che trascende assolutamente tutto il creato, tutto ci\u00f2 che \u00e8 visibile e comprensibile.7\u00bb<\/span> \nUna volta eletto Papa, Giovanni Paolo II nella sua enciclica Ut unum sint (n. 11) afferm\u00f2 che: \u00abNelle altre comunit\u00e0 cristiane vi \u00e8 una presenza attiva dell\u2019unica Chiesa di Cristo\u00bb.<\/span> \nNell\u2019enciclica Redemptor Hominis egli cerca una giustificazione patristica alle nuove dottrine: \u00abA giusto titolo i Padri della Chiesa vedevano nelle diverse religioni come altrettanti riflessi di un\u2019unica verit\u00e0, come dei \u201csemi del Verbo\u201d\u00bb. Si riferisce a San Giustino e a San Clemente d\u2019Alessandria. Il concilio aveva lanciato questa idea8, ma i Padri della Chiesa non hanno riconosciuto niente di simile. I loro testi, che sono invocati, non parlano in realt\u00e0 di alcuna religione pagana, ma dei filosofi e dei poeti. San Giustino precisa che questo \u201cseme\u201d sparso su tutta l\u2019umanit\u00e0 \u00e8 quello della ragione naturale e la distingue con cura dalla grazia9.<\/span> \nNessuno pu\u00f2 negare che, in seguito alle nuove dottrine insegnate dal concilio, ci sia stato un vero cambiamento nell\u2019atteggiamento nei confronti di queste religioni. La Chiesa ha sempre cercato di evangelizzare gli adepti delle false religioni per convertirli, mentre la chiesa post-conciliare, invece, assume l\u2019atteggiamento del \u00abdialogo\u00bb.<\/span> \nIl documento Dialogo e missione del Segretariato pontificale per i non cristiani lo afferma chiaramente: \u00abIl Vaticano II ha segnato una nuova tappa nelle relazioni della Chiesa cattolica con i credenti delle altre religioni. (…) Questa nuova attitudine prende il nome di dialogo.10\u00bb<\/span> \nAl n. 13 di questo documento, si parla del dialogo come lo strumento \u00abgrazie al quale i cristiani incontrano i credenti di altre tradizioni religiose per camminare insieme alla ricerca della verit\u00e0 e per collaborare ad opere di interesse comune\u00bb.<\/span> \nSe i cattolici \u201ccamminano\u201d con i non-cristiani alla ricerca della verit\u00e0, e se si tratta di un arricchimento reciproco, \u00e8 chiaro che la Chiesa abbandona la pretesa di possedere da sola la verit\u00e0.<\/span> \nQuesto \u00e8 quanto emerge anche dalla dichiarazione Nostra aetate, dove, al n. 3, si legge: \u00abLa Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto \u00e8 vero e santo in queste religioni (non cristiane – ndr). Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella verit\u00e0 che illumina tutti gli uomini\u00bb. <\/span> \nIn questo testo fondamentale si insegna, in parole povere, che nelle religioni non cristiane esisterebbero \u00abdelle dottrine\u00bb che, pur differendo \u00abcon quanto la Chiesa crede e propone\u00bb, rifletterebbero comunque \u00abun raggio di verit\u00e0 che illumina tutti gli uomini\u00bb. Questa incredibile affermazione suppone che tali religioni possano contenere delle verit\u00e0 manifestate da Dio, ma in contraddizione con ci\u00f2 che la Chiesa insegna! Come se Dio, autore della vera Rivelazione affidata alla Chiesa, potesse contraddirsi!<\/span> \nFacendosi eco di questo insegnamento, papa Francesco nella sua Esortazione apostolica, afferma addirittura che certi riti dei non cristiani sarebbero \u201c\u201dfrutto dell\u2019azione divina\u201d a causa della \u201cdimensione sacramentale della grazia\u201d11!<\/span><\/p>\nLe confessioni cristiane non cattoliche, poi, non possono considerarsi realizzazioni parziali della Chiesa di Cristo poich\u00e9 ci\u00f2 si oppone al magistero della Chiesa, sintetizzato nell\u2019enciclica Mystici Corporis, dove Pio XII ricorda chiaramente che senza il battesimo, la vera fede e la sottomissione all\u2019autorit\u00e0 legittima non si pu\u00f2 essere membri della Chiesa.<\/span> \nTali s\u00e8tte quindi (per chiamarle con il loro vero nome) non possono essere in alcun modo dei mezzi di salvezza, n\u00e9 ordinari n\u00e9 straordinari12, ma pongono oggettivamente ai loro membri degli ostacoli per giungervi. Le realt\u00e0 sante indebitamente detenute dagli eretici o dagli scismatici, come la Sacra Scrittura per i protestanti (pi\u00f9 o meno alterata), i sacramenti per gli scismatici orientali, non possono dare la grazia e la salvezza se non nella misura in cui coloro che le ricevono rifiutino (almeno implicitamente) l\u2019adesione formale all\u2019eresia o allo scisma. La teologia tradizionale non designa queste realt\u00e0 \u201crubate\u201d alla Chiesa cattolica come degli \u201celementi di santificazione\u201d o come \u201celementi ecclesiali\u201d, ma piuttosto come \u201cvestigia\u201d della vera religione; infatti, sottratti alla vera Chiesa, cessano per il fatto stesso di essere una realt\u00e0 viva (e santificante) e diventano delle rovine.<\/span> \nSe alcuni sacramenti, come il battesimo, possono essere validi in tali comunit\u00e0 separate, non sono di per s\u00e9 fruttiferi in quanto non producono la grazia a causa dell\u2019ostacolo che pone l\u2019adesione di chi lo riceve all\u2019eresia o alla scisma.<\/span> \nUn sacramento infatti, pur ricevuto validamente, pu\u00f2 non produrre la grazia se incontra nell\u2019anima un ostacolo come il peccato mortale. Il ricevere per esempio la cresima o il matrimonio in questo stato non solo non sarebbe fonte di grazia, ma costituirebbe un nuovo peccato: un sacrilegio. L\u2019appartenenza allo scisma \u00e8 di per s\u00e9 un peccato grave, e costituisce un impedimento alla grazia.<\/span> \nPer questo una realt\u00e0 in s\u00e9 santa, come un sacramento, non pu\u00f2 essere un \u201celemento di santit\u00e0\u201d in quanto tale (come dice il concilio), in una comunit\u00e0 separata dalla Chiesa.<\/span> \nUna tale comunit\u00e0 \u00e8 in s\u00e9 un impedimento all\u2019efficacia santificatrice del sacramento di cui si \u00e8 impadronita. Esso potr\u00e0 portare il suo frutto soltanto nella situazione eccezionale in cui la persona che lo riceve non aderisce formalmente all\u2019eresia o allo scisma. \u00c8 il caso dei bambini prima dell\u2019et\u00e0 della ragione o delle persone che si trovano nell\u2019ignoranza invincibile che, per\u00f2, non si pu\u00f2 supporre negli adulti.<\/span> \nSan Beda il venerabile, nel suo commento alla prima epistola di San Pietro, spiega molto chiaramente che per i battezzati fuori dalla Chiesa, il battesimo non \u00e8 uno strumento di salvezza, ma piuttosto di dannazione: \u00abIl fatto che l\u2019acqua del diluvio non salvi, ma uccida coloro che sono fuori dall\u2019arca, prefigura senza alcun dubbio che qualunque eretico, bench\u00e9 possegga il sacramento del battesimo, non \u00e8 immerso nell\u2019inferno per altre acque, ma precisamente per quelle che sollevano l\u2019arca verso il cielo.13\u00bb<\/span> \nLa partecipazione attiva a una cerimonia religiosa di una comunit\u00e0 eretica o scismatica costituisce in s\u00e9, per sua natura propria, un assenso alla fede di questa comunit\u00e0. Per questo ricevere un sacramento in tali circostanze diventa peccaminoso ed occasione di scandalo.<\/span> \nIlluminante \u00e8 l\u2019esempio di San Satiro, fratello di Sant\u2019Ambrogio. Quando era ancora catecumeno, durante un viaggio in mare incapp\u00f2 in una tempesta che lo fece naufragare in Sardegna. Avrebbe voluto ricevere il battesimo ma, una volta appreso che il vescovo locale aderiva allo scisma di Lucifero, vescovo di Cagliari, decise di rimandare finch\u00e9 non avesse trovato un vescovo fedele al Papa14.<\/span> \nIn conclusione, i buoni elementi che possono contenere le false religioni vanno considerati nel contesto della setta che ne imprigiona la forza salvifica. Anche nell\u2019ordine naturale un dolce \u00e8 giudicato buono o cattivo non soltanto dagli elementi che contiene, ma in quanto \u00e8 un tutto. La cattiva ripartizione di ingredienti, eccellenti in s\u00e9, pu\u00f2 essere sufficiente a rovinare l\u2019insieme. L\u2019introduzione di un solo ingrediente avariato pu\u00f2 fare peggio ancora; il fatto, poi, di aggiungere qualche goccia di veleno avr\u00e0, sull\u2019effetto finale, un peso maggiore dei buoni ingredienti.<\/span><\/p>\nNell\u2019ordine spirituale, una religione non \u00e8 soltanto un agglomerato di elementi: essa forma un tutto e questo tutto \u00e8 buono o cattivo, vero o falso in quanto tutto. Poco importano i buoni elementi presi separatamente.<\/span> \nLe verit\u00e0 parziali, contenute in un sistema falso o in una falsa religione, sono come ridotte in schiavit\u00f9 da tale sistema che si impadronisce di esse e le utilizza a suo profitto, come forza di seduzione.<\/span> \nL\u2019islam, ad esempio, si presenta come una religione monoteista. Questo aspetto \u00e8 giusto e ragionevole, ma tale monoteismo \u00e8 ferocemente antitrinitario. Il monoteismo, vero in s\u00e9, \u00e8 falsato dal sistema di errori di cui \u00e8 schiavo. Bench\u00e9 vi siano dei gradi nell\u2019errore, si pu\u00f2 dire paradossalmente che un sistema che riprende pi\u00f9 elementi di verit\u00e0 \u00e8 pi\u00f9 pericoloso di un altro che ne possiede di meno. Una sedia a tre piedi che sta dritta \u00e8 pi\u00f9 pericolosa di una che ne ha solo due, perch\u00e9 ci si pu\u00f2 ingannare e sederci sopra. I missionari, infatti, hanno sempre avuto pi\u00f9 difficolt\u00e0 nel convertire i mussulmani che gli animisti.<\/span> \nPer scoprire l\u2019origine di tali errori occorre risalire alla dottrina di Rahner, secondo cui le religioni non-cristiane sarebbero un cristianesimo anonimo e quindi delle vie di salvezza \u00abper le quali gli uomini si avvicinano a Dio e al suo Cristo\u00bb15.<\/span><\/p>\nLa redenzione universale<\/strong><\/span> \nLa dottrina cattolica ci insegna che Ges\u00f9, morendo sulla croce, ha offerto a tutti gli uomini la possibilit\u00e0 di salvarsi, meritando per tutti le grazie sufficienti per giungere in Paradiso. Ma per essere salvi, di fatto, occorre essere uniti a Ges\u00f9 in questa vita tramite la vera fede, il battesimo e la grazia santificante che ci rende effettivamente suoi figli, dandoci la possibilit\u00e0 cos\u00ec di meritare la vita eterna. Se qualcuno rifiuta la grazia, rimane in uno stato di perdizione.<\/span> \nNell\u2019ultimo concilio, invece, si mettono le basi di una nuova dottrina. Gaudium et spes al n. 22, 2, afferma che \u00abcon l\u2019Incarnazione il Figlio di Dio si \u00e8 unito in certo qual modo ad ogni uomo\u00bb16. In seguito tale affermazione \u00e8 stata esplicitata nel senso che, a causa di questa unione realizzata con l\u2019Incarnazione e per la morte di Ges\u00f9 sulla croce, ogni uomo sarebbe gi\u00e0 salvo.<\/span> \nL\u2019allora card. Wojtyla, in un corso di esercizi spirituali predicati in Vaticano, insegnava che: \u00abTutti gli uomini, fin dall\u2019inizio del mondo e fino alla sua fine, sono stati redenti e giustificati da Cristo e dalla sua Croce. (…) La nascita della Chiesa, nel momento della morte messianica e redentrice di Cristo, \u00e8 stata anche, in sostanza, la nascita dell\u2019Uomo, e lo \u00e8 stata indipendentemente dal fatto che l\u2019uomo lo sapesse o no, lo accettasse o no! In quell\u2019istante l\u2019uomo \u00e8 passato a una nuova dimensione della sua esistenza, concisamente espressa da san Paolo: \u201cin Cristo\u201d\u00bb17.<\/span> \n\u00abLa Rivelazione consiste nel fatto che il Figlio di Dio, attraverso la sua Incarnazione, si \u00e8 unito ad ogni uomo.18\u00bb<\/span> \nCome Papa, riprender\u00e0 tale insegnamento nella sua prima enciclica: \u00abSi tratta di \u201cciascun\u201d uomo, perch\u00e9 ognuno \u00e8 stato compreso nel mistero della Redenzione, e con ognuno Cristo si \u00e8 unito, per sempre, attraverso questo mistero. (…) Questo \u00e8 l\u2019uomo in tutta la pienezza del mistero di cui \u00e8 divenuto partecipe in Ges\u00f9 Cristo, mistero del quale diventa partecipe ciascuno dei quattro miliardi di uomini viventi sul nostro pianeta, dal momento in cui viene concepito sotto il cuore della madre.19\u00bb<\/span> \nSe l\u2019uomo \u00e8 unito, dall\u2019istante della sua concezione, a Cristo, non si vede che bisogno abbia pi\u00f9 del battesimo e dell\u2019appartenenza alla Chiesa.<\/span> \nIl 21 febbraio del 1981, nel suo messaggio ai popoli dell\u2019Asia, Giovanni Paolo II affermava ancora pi\u00f9 chiaramente: \u00abNello Spirito Santo ogni persona e ogni popolo sono divenuti, per la croce e la resurrezione di Cristo, dei figli di Dio, partecipanti alla natura divina e eredi della vita eterna\u00bb.<\/span> \nL\u2019Antica Alleanza<\/span> \nGiovanni Paolo II, pi\u00f9 volte, ha preso l\u2019iniziativa di sviluppare questa nuova dottrina nel suo insegnamento riguardo al giudaismo attuale, riconoscendolo come via di salvezza, poich\u00e9 l\u2019Antica Alleanza resterebbe ancora in vigore. Nel 1980, nel corso della sua visita alla sinagoga di Magonza, disse: \u00abL\u2019incontro tra il popolo di Dio dell\u2019Antica Alleanza, che non \u00e8 stata mai abrogata da Dio (cfr. Rm 11, 29), e quello della Nuova Alleanza, \u00e8 al tempo stesso un dialogo interno alla nostra Chiesa, in qualche modo tra la prima e la seconda parte della sua Bibbia\u00bb.<\/span> \nPi\u00f9 tardi, nel 1986, rivolgendosi alle comunit\u00e0 ebraiche d\u2019Italia, durante la sua visita alla sinagoga di Roma, dichiarava: \u00abLa Chiesa di Cristo scopre il suo \u201clegame\u201d con l\u2019ebraismo \u201cscrutando il suo proprio mistero\u201d (cfr. Nostra Aetate, 4). La religione ebraica non ci \u00e8 \u201cestrinseca\u201d, ma, in un certo qual modo, \u00e8 \u201cintrinseca\u201d alla nostra religione. Abbiamo quindi verso di essa dei rapporti che non abbiamo con nessun\u2019altra religione. Siete i nostri fratelli prediletti e, in un certo modo, si potrebbe dire i nostri fratelli maggiori\u00bb.<\/span> \nQuesto, d\u2019altra parte, \u00e8 l\u2019insegnamento dello stesso Catechismo della Chiesa Cattolica che recita al n. 83920: \u00abA differenza delle altre religioni non cristiane, la fede ebraica \u00e8 gi\u00e0 risposta alla rivelazione di Dio nell\u2019Antica Alleanza. \u00c8 al popolo ebraico che appartengono \u201cl\u2019adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse, i patriarchi; da essa proviene Cristo secondo la carne\u201d (Rom. 9, 4-5) perch\u00e9 \u201ci doni di Dio e la chiamata di Dio sono irrevocabili\u201d (Rom. 11,29)\u00bb.<\/span> \nQualche anno fa, il Cardinale Bagnasco, incontrando i Rabbini Laras e Di Segni, ribadiva chiaramente che: \u00abNon c\u2019\u00e8, nel modo pi\u00f9 assoluto, alcun cambiamento nell\u2019atteggiamento che la Chiesa cattolica ha sviluppato verso gli ebrei, soprattutto a partire dal Concilio Vaticano II. A tale riguardo la Conferenza Episcopale Italiana ribadisce che non \u00e8 intenzione della Chiesa cattolica operare attivamente per la conversione degli ebrei.21\u00bb <\/span> \nAnche Papa Francesco nella sua recente Esortazione apostolica ribadisce l\u2019erroneo concetto secondo cui l\u2019Antica Alleanza non sarebbe mai stata revocata22.<\/span><\/p>\nLa rinuncia a convertire<\/strong><\/span> \nIn altri testi dell\u2019insegnamento post-conciliare, si afferma chiaramente la rinuncia della Chiesa ad un apostolato rivolto alla conversione dei non-cristiani, fondandosi sulle nuove dottrine del concilio. Citiamo, ad esempio, mons. Rossano, Magnifico Rettore della Pontificia Universit\u00e0 Lateranense. Nella sua relazione alla conferenza promossa dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, in occasione del XXV della sua fondazione e della dichiarazione conciliare Nostra Aetate, affermava: \u00abCon la dichiarazione conciliare del 28 ottobre 1965, il dialogo diviene \u201cuna forma particolare a s\u00e9 stante\u201d che inaugura una nuova \u201cmetodologia missionaria\u201d basata sulla \u201creciprocit\u00e0 del rapporto esistenziale\u201d. L\u2019altro non \u00e8 pi\u00f9 \u201coggetto di missione\u201d, ma soggetto concreto al quale accostarsi con lo sguardo rivolto a \u201cci\u00f2 che \u00e8 comune\u201d\u00bb23.<\/span> \nLo stesso atteggiamento viene adottato a riguardo delle comunit\u00e0 scismatiche. Molto interessante a questo proposito \u00e8 la lettura della Convenzione di Balamand (Libano) del 23 giugno1993.<\/span> \nDopo l\u2019XI secolo, diverse parti della chiesa orientale che avevano aderito allo scisma si sono riunite a Roma, riconoscendo il primato del Sommo Pontefice e conservando il loro rito, come accadeva prima dello scisma. Dopo i cambiamenti politici intervenuti in Unione Sovietica, queste Chiese, dette \u201cUniate\u201d perch\u00e9 tornate nella comunione della Chiesa cattolica, hanno conosciuto un grande sviluppo. Molti infatti perseveravano nello scisma unicamente in ragione della pressione esterna, ma era loro desiderio riunirsi a Roma. Di fronte a questo movimento, le autorit\u00e0 ortodosse minacciarono di rompere le relazioni ecumeniche con Roma. La Conferenza di Balamand fu un tentativo per salvare l\u2019ecumenismo. Il testo della dichiarazione si trova sul sito del Vaticano (in inglese ed in francese)24. In essa si dichiara apertamente di voler abbandonare ogni tentativo di apostolato rivolto alla conversione dei greco-scismatici. Ne trascriviamo i punti pi\u00f9 salienti25:<\/span> \n12. Quella forma di \u201capostolato missionario\u201d… che \u00e8 stata chiamata \u201cuniatismo\u201d non pu\u00f2 pi\u00f9 essere accettata, n\u00e9 come metodo da seguire, n\u00e9 come modello dell\u2019unit\u00e0 ricercata dalle nostre Chiese.<\/span> \n13. In seguito alle conferenze pan-ortodosse e al Concilio Vaticano II la riscoperta e la messa in valore, tanto dagli ortodossi che dai cattolici, della Chiesa come comunione, hanno cambiato radicalmente le prospettive e quindi le attitudini.<\/span> \n22. L\u2019azione pastorale della Chiesa cattolica, tanto latina che orientale, non tende pi\u00f9 a far passare i fedeli da una Chiesa all\u2019altra, cio\u00e8 non mira pi\u00f9 al proselitismo fra gli ortodossi.<\/span> \n30. Occorre superare \u00abl\u2019ecclesiologia decaduta del ritorno alla Chiesa cattolica\u00bb. <\/span> \n35. Escludendo per il futuro ogni proselitismo ed ogni volont\u00e0 di espansione dei cattolici a sfavore della Chiesa ortodossa, la commissione spera di aver soppresso l\u2019ostacolo che ha spinto certe Chiese autocefale a sospendere la loro partecipazione al dialogo teologico e che la Chiesa ortodossa potr\u00e0 ritrovarsi al completo per continuare il lavoro teologico cos\u00ec felicemente cominciato.<\/span> \nIn questo contesto dottrinale non stupiscono pi\u00f9 le affermazioni di Papa Francesco nell\u2019intervista rilasciata a Scalfari dove dichiara di non aver nessuna intenzione di convertirlo e che \u00abIl proselitismo \u00e8 una solenne sciocchezza\u00bb. Esse si inseriscono in perfetta continuit\u00e0 con questo nuovo insegnamento, ma in contrasto con il magistero perenne della Chiesa.<\/span><\/p>\nLa nuova evangelizzazione<\/strong><\/span> \nDi fronte a questo nuova dottrina, allora, ci si pu\u00f2 chiedere: in cosa consiste la nuova evangelizzazione di cui si parla tanto dopo il concilio?<\/span> \nPrima di tutto occorre notare che, pur parlando di evangelizzare, non si sostiene pi\u00f9 la necessit\u00e0 di convertire a Ges\u00f9 Cristo e alla Chiesa. Questo linguaggio \u00e8 scomparso dopo il concilio. Per capire in cosa consista la nuova evangelizzazione, possediamo una chiave di lettura nel discorso alla curia che Benedetto XVI pronunci\u00f2 il 21 dicembre 2007, in cui egli spiega cosa significhi essere missionario oggi. Ne riportiamo la parte pi\u00f9 significativa: \u00ab\u00c8 lecito ancora oggi \u201cevangelizzare\u201d? Non dovrebbero piuttosto tutte le religioni e concezioni del mondo convivere pacificamente e cercare di fare insieme il meglio per l\u2019umanit\u00e0, ciascuna nel proprio modo? Ebbene, \u00e8 indiscutibile che dobbiamo tutti convivere e cooperare nella tolleranza e nel rispetto reciproci. La Chiesa cattolica si impegna per questo con grande energia e, con i due incontri di Assisi, ha lasciato anche indicazioni evidenti in questo senso, indicazioni che, nell\u2019incontro a Napoli di quest\u2019anno, abbiamo ripreso nuovamente. (…) Il riconoscimento condiviso dell\u2019esistenza di un unico Dio, provvido Creatore e Giudice universale del comportamento di ciascuno, costituisce la premessa di un\u2019azione comune in difesa dell\u2019effettivo rispetto della dignit\u00e0 di ogni persona umana per l\u2019edificazione di una societ\u00e0 pi\u00f9 giusta e solidale. Ma questa volont\u00e0 di dialogo e di collaborazione significa forse allo stesso tempo che non possiamo pi\u00f9 trasmettere il messaggio di Ges\u00f9 Cristo, non pi\u00f9 proporre agli uomini e al mondo questa chiamata e la speranza che ne deriva? Chi ha riconosciuto una grande verit\u00e0, chi ha trovato una grande gioia, deve trasmetterla, non pu\u00f2 affatto tenerla per s\u00e9. Doni cos\u00ec grandi non sono mai destinati ad una persona sola. In Ges\u00f9 Cristo \u00e8 sorta per noi una grande luce, la grande Luce: non possiamo metterla sotto il moggio, ma dobbiamo elevarla sul lucerniere, perch\u00e9 faccia luce a tutti quelli che sono nella casa (cfr. Mt 5, 15). San Paolo \u00e8 stato instancabilmente in cammino recando con s\u00e9 il Vangelo. Si sentiva addirittura sotto una sorta di \u201ccostrizione\u201d ad annunciare il Vangelo (cfr. 1 Cor 9, 16), non tanto a motivo di una preoccupazione per la salvezza del singolo non-battezzato, non ancora raggiunto dal Vangelo, ma perch\u00e9 era consapevole che la storia nel suo insieme non poteva arrivare al suo compimento finch\u00e9 la totalit\u00e0 (pl\u00e9roma) dei popoli non fosse stata raggiunta dal Vangelo (cfr. Rm 11, 25). Per giungere al suo compimento, la storia ha bisogno dell\u2019annuncio della Buona Novella a tutti i popoli, a tutti gli uomini (cfr. Mc 13, 10)\u00bb26.<\/span> \nNel testo, trattando di evangelizzazione, non si accenna minimamente all\u2019urgenza di convertire le anime che sono nell\u2019errore alla vera fede cattolica per la loro salvezza. Si tratta piuttosto di convivere nel rispetto reciproco di tutte le religioni, come hanno dimostrato le diverse riunioni interreligiose nelle quali si chiedeva ai rappresentanti di tutte le religioni di pregare per la pace, \u00abper l\u2019edificazione di una societ\u00e0 pi\u00f9 giusta e solidale\u00bb. La nuova evangelizzazione parte da un altro presupposto: \u00abChi ha trovato una grande gioia, deve trasmetterla, non pu\u00f2 affatto tenerla per s\u00e9\u00bb e questo, come era il caso per San Paolo \u00abnon tanto a motivo di una preoccupazione per la salvezza del singolo non-battezzato\u00bb ma perch\u00e9 \u00abper giungere al suo compimento, la storia ha bisogno dell\u2019annuncio della Buona Novella a tutti i popoli, a tutti gli uomini\u00bb.<\/span> \nIn coerenza con il nuovo insegnamento inaugurato al concilio e sviluppato da Giovanni Paolo II, sembra che la missione della Chiesa sia diventata, quindi, quella di annunciare ad ogni uomo la grande gioia che egli, in virt\u00f9 del mistero dell\u2019Incarnazione, pur ignorandolo, \u00e8 unito a Ges\u00f9 Cristo e per il fatto stesso \u00e8 cos\u00ec gi\u00e0 salvo.<\/span> \nPoich\u00e9 non vi \u00e8 pi\u00f9 la necessit\u00e0 della conversione alla vera fede ed alla Chiesa cattolica per conseguire la salvezza eterna, gli uomini di tutte le religioni devono lavorare insieme nel \u00abrispetto e nella tolleranza\u00bb per \u00abl\u2019edificazione di una societ\u00e0 pi\u00f9 giusta e solidale\u00bb.<\/span> \nAlla \u00absola fide\u00bb di Lutero per la salvezza, sembra si voglia sostituire la \u00absola Incarnazione\u00bb.<\/span> \nMa incarnandosi, il Verbo divino ha assunto una sola natura umana, quella di Ges\u00f9 Cristo, e non quella di ogni uomo. Se \u00e8 vero che Ges\u00f9 \u00e8 morto per tutti, \u00e8 altrettanto vero che per beneficiare dei frutti della sua redenzione, occorre essere unito a lui tramite la fede e la vita della grazia, nella vera Chiesa da lui fondata.<\/span> \nL\u2019ecumenismo, invece di essere un\u2019esigenza della carit\u00e0, come si cerca di far credere, \u00e8 un peccato contro di essa. Il vero amore, infatti, reclama che si voglia il bene del nostro prossimo ed il bene pi\u00f9 grande \u00e8 condurlo alla verit\u00e0, perch\u00e9 possa accedere alla vita eterna.<\/span> \nInfiammati di zelo per la salvezza delle anime, i missionari lasciavano la loro patria e famiglia per andare a predicare Ges\u00f9 Cristo in paesi stranieri, in mezzo a fatiche, sacrifici e pericoli indicibili, spesso sacrificando persino la loro vita.<\/span> \nL\u2019ecumenismo, al contrario, abbandona gli uomini negli errori, li conforta in essi, lasciando credere che potranno essere salvati grazie all\u2019ausilio delle loro false religioni.<\/span> \nColoro che propagano queste nuove dottrine agiscono come un medico che, invece di avvertire il malato della gravit\u00e0 del suo male e curarlo, lo intrattiene in illusioni.<\/span> \nA cinquant\u2019anni dal concilio, di fronte ai tentativi ecclesiastici di continuare a sostenerne il mito ormai in rovina, \u00e8 necessario pi\u00f9 che mai considerare lucidamente e con oggettivit\u00e0 le nuove dottrine che ha trasmesso e che hanno minato la Chiesa, paralizzandone la forza missionaria per convertire le anime e per la trasformazione spirituale e morale della societ\u00e0.<\/span> \nOltre alla preghiera per la nostra Madre Chiesa, siamo convinti che il far luce su queste dottrine erronee sia il pi\u00f9 grande servizio che possiamo renderle e al quale non potremmo mai rinunciare, senza diventare complici della sua autodistruzione.<\/span><\/p>\n\u00a0Fonte: La Tradizione Cattolica N\u00b0 4 – 2015<\/span><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"fonte www.sanpiox.it 15\/01\/2016 Autore don Pierpaolo Petrucci La Chiesa ha chiaramente definito nel suo magistero perenne la dottrina cattolica sulla […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":1228,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[63],"tags":[186],"avopt_banners_inside_post":true,"avopt_banners_on_page":true,"av_copy_from":"","av_sharing_message":"","av_sharing_allowed":true,"av_sharing_on":{"fb":[],"tw":[]},"av_allow_affiliate_banner":false,"av_allow_affiliate_multi_banner":false,"av_post_rating":true,"av_have_post_rating_value":false,"spellchecker_performed_today":false,"yoast_head":"\n
Il Concilio Vaticano II e la salvezza delle anime - San Michele Arcangelo<\/title>\n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n